9 dicembre forconi: febbraio 2018

mercoledì 28 febbraio 2018

LA BONINO(+EUROPA) SI SUICIDA A 4 GIORNI DAL VOTO: PIÙ TASSE PER TUTTI!

‘REINTRODURRE L’IMU SULLA PRIMA CASA: MEGLIO PAGARE POCO SULLA CASA CHE MOLTO SUL LAVORO’ 
VIA L’IVA AGEVOLATA AL 10%, SU FARMACI, ALIMENTARI E LIBRI, TUTTO AL 22%: ‘SIAMO COME UNA FAMIGLIA INDEBITATA CHE DEVE PENSARE PER PRIMA COSA A RIPAGARE I DEBITI’ 
PER CHIUDERE, BASTA DETRAZIONI SUL MUTUO DELLA PRIMA CASA: ‘POI TRA TRE ANNI ABBATTIAMO L’IRPEF’. AUGURI…

FISCO, BONINO, MEGLIO POCA IMU PER TUTTI CHE TASSE SU LAVORO
Reintrodurre l'Imu per tutti? "Meglio pagare poco sulla casa che molto sul lavoro. Capisco che piace promettere bonus a destra e a manca ma non mi pare una mossa di serietà". Lo dice Emma Bonino di +Europa a 24Mattino su Radio 24. Perché vuole eliminare le detrazioni sui mutui prima casa, che valgono 1500 euro l’anno per famiglia, chiedono Telese e Giannino? “Togliere le detrazioni semplifica le cose per i contribuenti ed è la premessa per abbattere l’Irpef nella seconda parte(AHAHAHAHAHAH) della legislatura.”

EMMA BONINO PAOLO GENTILONIEMMA BONINO PAOLO GENTILONI
“Non vogliamo aumentare le tasse ma vogliamo cancellare l’Iva agevolata al 10%”, quella su alcuni farmaci, prodotti alimentari e sulla cultura (libri ecc). “Siamo come una famiglia indebitata che deve pensare in primo luogo a ripagare i debiti(per far aumentare la redditività delle banche!)”.

Nella nostra proposta(l'ennesima balla!) il taglio di Irpef e Ires vale circa 50 miliardi, la reintroduzione dell’Imu prima casa 4,5 miliardi. Il resto della copertura avverrebbe con l’abolizione dell’aliquota Iva intermedia del 10% e il taglio di diverse agevolazioni fiscali. La crociata contro le tasse sulla prima casa è demagogia pura".


BONINO A 24MATTINO SU RADIO 24: I FONDI DELLA CAMPAGNA ELETTORALE? DOPO IL VOTO PRESENTEREMO RENDICONTO COME DICE LA LEGGE 
«Non si preoccupino, calmi tutti. Per legge noi dobbiamo come tutti produrre entrate ed uscite dopo le elezioni. Quindi calmi tutti, ci sarà tutto, calmi», così Emma Bonino intervistata da Luca Telese e Oscar Giannino, conduttori di 24Mattino su Radio 24, risponde alle domande sul finanziamento della sua campagna elettorale.

Evocando i manifesti molto presenti in questi ultimi giorni nelle principali stazioni ferroviarie, Telese le aveva infatti detto: «Lei lo sa però che molti obiettano "Ma i radicali non erano sempre poveri in canna e invece sono dovunque, una megacampagna, le chiedono sempre sui social». «Le dicono», continua Telese, «che è finanziata da Soros, dalle multinazionali». 

boninoBONINO
«Ci sarà il rendiconto», insiste però Bonino, che non anticipa dettagli e nomi ma assicura: «Io non ho mica capito, fate i conti di quanto spendono gli altri e così magari... in ogni caso calmi, abbiamo sempre rispettato le leggi».

ELEZIONI: BONINO, VOGLIO RIPORTARE AL VOTO GLI ASTENUTI
"Ho detto sin dall'inizio che il mio obiettivo non era fare la guerra alla coalizione, ma di tentare di portare a votare la marea di astenuti che ancora esiste. Che ci sia riuscita o no non lo so, ma spero fino all'ultimo che la gente si renda conto, anche i meno entusiasti, che la posta in gioco il 4 marzo è troppo importante". Lo dice Emma Bonino di +Europa a 24Mattino su Radio 24.

ELEZIONI:BONINO,PER ITALIA BENE GUIDA RASSICURANTE GENTILONI
"Penso che in questa congiuntura in parte positiva ed in parte fragile del nostro Paese una guida più inclusiva e rassicurante che si porta dietro il Paese, faccia bene a tutti. Da questo punto di vista, il carattere e le modalità di Gentiloni siano più opportune". Lo dice Emma Bonino di +Europa a 24Mattino su Radio 24.

Fonte: qui

BASTAVA UN MILIONE PER GLI SCAMBI ANTIGHIACCIO ALLA STAZIONE TERMINI DI ROMA ED EVITARE CHE L’ITALIA SI SPACCASSE IN DUE PER QUALCHE FIOCCO DI NEVE

RISULTATO? ORA LE RICHIESTE DI RIMBORSI SUPERERANNO IL COSTO DEL MANCATO AGGIORNAMENTO DEI BINARI

Umberto Mancini per il Messaggero

TRENI BLOCCATI DAL FREDDO E NEVE 2TRENI BLOCCATI DAL FREDDO E NEVE 2
Sarebbe bastato un milione di euro per mettere in sicurezza tutti gli scambi della stazione Termini, la più importante e strategica del Paese con quasi 500 mila passeggeri al giorno. Un investimento davvero modesto per proteggere da gelo e neve con le cosiddette scaldiglie i punti nevralgici che smistano e indirizzano i treni. A cui andrebbe aggiunto il costo, più consistente, di una linea elettrica dedicata. In questo modo un colosso come le Ferrovie avrebbe evitato ritardi record, disagi per decine di migliaia di passeggeri, danni economici e d'immagine.

LA SOTTOVALUTAZIONE
TRENI BLOCCATI DAL FREDDO E NEVETRENI BLOCCATI DAL FREDDO E NEVE
Pochi spiccioli rispetto a quanto stanziato da Rfi, la società che gestisce la rete ferroviaria, che per la manutenzione investe ogni anno ben più di un miliardo. Ma che evidentemente nessuno ha pensato di impiegare, sottovalutando una emergenza di certo non frequente nella Capitale, ma che quando accade diventa drammatica. Eppure, spiega un tecnico del settore, installare una scaldiglia, un impianto non certo tecnologicamente avanzato ma in grado di scongelare i binari, costa poco più di 4.500 euro.

TRENI BLOCCATI DAL FREDDO E NEVETRENI BLOCCATI DAL FREDDO E NEVE
Se si pensa quindi che su 300 scambi solo un centinaio sono dotati dell'impianto anti gelo sarebbe stato sufficiente investire circa un milione per impedire che l'Italia fosse spaccata in due dopo una nevicata non certo eccezionale e per di più ampiamente prevista. Nessuno si è mosso invece, commettendo anche un errore di sottovalutazione lunedì, perché non è stato applicato da subito il piano neve con una riduzione prudenziale del traffico dei treni, lasciando di fatto la stazione più importante di Europa ostaggio degli effetti di neve e ghiaccio.
TRENI BLOCCATI DAL FREDDO E NEVETRENI BLOCCATI DAL FREDDO E NEVE

Ieri Rfi e Fs, che sono stati chiamati a rapporto dal ministro Gaziano Delrio, hanno in qualche modo riconosciuto che si poteva fare di più. E hanno assicurato che presto anche Termini si doterà dei sistemi anti-gelo in uso a Milano. L'investimento per Roma e Lazio sarà di 100 milioni, comprensivo della linea elettrica dedicata.

RIMBORSI
A fare le spese di quanto accaduto, come sempre, sono stati i viaggiatori che ora attendono i rimborsi. E' possibile, tra l'altro, che Trenitalia e Italo, che a loro volta dovranno rimborsare i biglietti dei passeggeri rimasti a piedi o arrivati anche con sette ore di ritardi, si rivalgano su Rfi: questo rende ancora più incomprensibile non avere speso un milione di euro per installare su tutti gli scambi di Termini le scaldiglie. 

delrio mazzonciniDELRIO MAZZONCINI
Resta una domanda: perché è andata in tilt Termini, tanto che ieri l'Alta velocità è stata tutta deviata su Tiburtina? La spiegazione tecnica non si limita solo al fatto che la stazione Tiburtina è stata inaugurata appena sette anni fa, ma c'è altro. I deviatori, gli scambi, sono meno importanti rispetto a Termini, perché Tiburtina (150 mila passeggeri al giorno) è una stazione di passaggio, non prevede una deviazione dal percorso per i treni. Termini, al contrario, è una stazione di testa, vi confluisce il traffico ferroviario, deviando dalla linea principale, qui spesso finiscono o cominciano le corse dei treni, e quindi c'è un utilizzo massiccio e continuo dei deviatori.

TRENI BLOCCATI DAL FREDDO E NEVETRENI BLOCCATI DAL FREDDO E NEVE
Affidare la pulizia della neve per due terzi dei deviatori di Termini solo al fattore umano, vale a dire al personale, ha avuto un effetto catastrofico. L'Assoutenti va all'attacco. «Non è solo grave che Termini non abbia un piano anti gelo complessivo per tutti gli scambi, ma anche il fatto che sia Graziano Delrio che Renato Mazzoncini, rispettivamente ministro dei Trasporti e capo delle Fs, non abbiano risposto al nostro invito di discutere di un piano di manutenzione straordinaria per la rete dopo i gravi fatti di Pioltello».

Treni bloccati dalla nevicataTRENI BLOCCATI DALLA NEVICATA
Adesso, dopo il caos a Termini e i disagi che purtroppo si prolungheranno anche nei prossimi giorni si cercherà di correre ai ripari. In arrivo, hanno assicurato sia Mazzoncini che Maurizio Gentile, capo di Rfi, 100 milioni di investimenti. Assoutenti e Codacons sono scettici: oramai il danno è fatto, bisognava pensarci prima. 

Fonte: qui

Reporter slovacco ucciso: una pista porta alla ‘Ndrangheta. Il premier: un milione a chi darà notizie

C’è una pista che porta alla ‘Ndrangheta nelle indagini sull’omicidio del giornalista slovacco Jan Kuciak. Lo dicono nella redazione del quotidiano aktuality.sk dove lavorava il reporter 27enne ucciso domenica con la fidanzata Martina. 
E lo dice anche Tom Nicholson, ex collega di Kuciak. Secondo Nicholson Kuciak stava indagando «sul trasferimento illegale di fondi strutturali europei a italiani residenti in Slovacchia, i cui legami con la ‘Ndrangheta erano provati». Un intreccio in cui compaiono i nomi di Antonio Vadalà, imprenditore nel settore del fotovoltaico e Maria Troskova, primo consigliere di Stato del premier Robert Fico che con Vadalà sarebbe stata in affari. 
Un filone di indagini arriverebbe direttamente a Bova Marina, in provincia di Reggio Calabria: da lì, secondo il sito slovacco spectator.sme, alcuni personaggi legati alla 'Ndrangheta partirono anni fa alla volta dell’est d’Europa e finirono per avere collegamenti cruciali nella politica e nelle istituzioni di Bratislava. Kuciak avrebbe avviato una collaborazione con alcuni giornalisti investigativi italiani. «Ho ancora gli screenshot delle pagine Facebook - rivela Nicholson - in cui questi italiani legati alla ‘Ndrangheta esortavano al voto per il partito al governo. Ma se la criminalità organizzata slovacca non ha mai ucciso giornalisti, la mafia italiana non si è mai fatta scrupoli».
© Fornito da RCS MediaGroup S.p.A.
Il premier offre un milione di euro a chi darà informazioni
«Se la morte di Jan Kuciak risultasse legata alla sua attività di giornalista, ci troveremmo di fronte a un attacco senza precedenti alla libertà di stampa e alla democrazia in Slovacchia» ha detto il premier slovacco Robert Fico che ha deciso di offrire un milione di euro a chi fornirà informazioni utili sull’omicidio. «Tutto cio’ che puo’ contribuire a catturare il colpevole o l’assassino sarà molto prezioso», ha detto il primo ministro, aggiungendo che del caso si occuperà un gruppo di rappresentanti dell’ufficio del procuratore, del ministero dell’Interno, della polizia e dei servizi segreti. Fico ha inoltre invitato l’opposizione a «non sfruttare il caso a propri fini», in riferimento al fatto che Kuciak indagava su episodi di corruzione legati all’imprenditore Ladislav Basternak, molto vicino a diversi uomini del partito di Fico, Direzione socialdemocrazia.
Fonte: qui

The Year Of The Margin Call

Analysts disagree about which indicator is best for calling market tops, but the easiest to understand — and the most tragic — is probably margin debt.
This is money borrowed by (usually individual or “retail”) investors against their existing stocks to buy more stocks. Investors tend to do this when markets are rising and using leverage seems like an effortless way turbocharge their gains. But eventually the market turns down, leaving stock portfolios insufficient to cover related margin debt and generating “margin calls” in which brokers demand more money and/or start liquidating customer portfolios. This sends the market down sharply and indiscriminately, as fairly-valued babies are dumped along with overvalued bathwater. The result: a quick, brutal bear market.
Margin debt hit record highs several years ago and has just kept on going. From yesterday’s Wall Street Journal:

Investors’ Zeal to Buy Stocks With Debt Leaves Markets Vulnerable

Investors borrowing record sums to bet on stocks exacerbated this month’s selloff, after they were hit with calls to reduce those obligations and forced to sell shares to raise cash.
If that debt, known as margin loans, continues to rise at the current pace, analysts warn that big selloffs and sudden bouts of volatility in the stock market could become more commonplace.
Retail and institutional investors have borrowed a record $642.8 billion against their portfolios, according to the Financial Industry Regulatory Authority, as they try to pocket bigger gains by ramping up their exposure to stocks.
So-called net margin debt was worth 1.31% of the total value of the New York Stock Exchange last year, according to Goldman Sachs data stretching back to 1980, eclipsing the previous peak of 1.27% reached in the buildup to the tech bubble in 2000.
Lending against securities is a key profit center for brokerages, as firms charge interest on the money that is used and say they have found they better retain clients who take on the debt. These loans can also factor into brokers’ compensation, incentivizing many to extend money to clients regardless of whether they need it or not.
Margin debt has been on the rise for years and is generally considered a gauge of investor confidence. The long-running stock rally has helped push debt levels higher since investors tend to be more willing to take loans against investments that are rising in value. However, it can also precipitate a steep market downturn as it did before the burst of the dot-com bubble and the financial crisis of 2008.
The growing loan balances have caught the attention of Wall Street’s watchdog. Finra in January published an investor alert after the total value of margin loans broke $600 billion for the first time, saying investors may be underestimating the risks of trading on margin and may not understand how margin calls work.
Many of the hardest-hit investors were those who had used exchange-traded products to wager that low volatility would persist and stock prices would remain stable.
Harvey Hajiyan, a 35-year-old financial adviser who lives in Toronto and has been investing for more than a decade, assumed stocks would continue to grind higher this year, similar to the gains the Dow and the S&P 500 had posted for much of the past two years without a pullback.
“All of the strategists agreed the market would go up,” said Mr. Hajiyan.
At the end of January, he placed an ill-timed bet and used only margin to fund a large position in the ProShares Short VIX Short-Term Futures exchange-traded fund (SVXY), which rises as long as stock prices remain stable. When the S&P 500 fell into correction territory to erase one of its best starts in years, Mr. Hajiyan’s investment in the ProShares fund tracking expected market swings was nearly wiped out, forcing him to liquidate hundreds of thousands of dollars of securities to answer the margin call.
“I was in denial,” said Mr. Hajiyan after he realized he lost about 600,000 Canadian dollars (US$472,260) worth of his C$1.1 million investment portfolio.
Despite losing a sizable portion of his wealth, Mr. Hajiyan says the experience hasn’t soured him on using margin debt. “If I wasn’t using margin, I wouldn’t be at this level,” Mr. Hajiyan said of his profits before the pullback. “As my money grows, I’ll limit the amount of margin I use.”
Why This Matters
“So-called net margin debt was worth 1.31% of the total value of the New York Stock Exchange last year, according to Goldman Sachs data stretching back to 1980, eclipsing the previous peak of 1.27% reached in the buildup to the tech bubble in 2000.”

When an indicator exceeds its dot-com bubble extreme, it’s in mania territory. The reason equities seem relatively sedate this time around is that they’re just part of a much broader bubble. Bonds around the world are an historic bubble – one that may be starting to burst as interest rates rise. Real estate prices in trophy cities have exceeded their 2007 extremes. Debt levels in the developed world (and China) have blown through their previous cyclical peaks. And of course cryptocurrencies are generating dot-com level excitement and fear of missing out. This “everything bubble” is completely unprecedented.
“The growing loan balances have caught the attention of Wall Street’s watchdog. Finra in January published an investor alert after the total value of margin loans broke $600 billion for the first time, saying investors may be underestimating the risks of trading on margin and may not understand how margin calls work.”
The “may not understand” part is, as usual at market peaks, an understatement. Towards the end of a long cycle like the current one, a whole new generation of investors emerges who, never having experienced falling prices, eagerly embrace tools that magnify their genius. This is a rite of passage that all investors have to go through on their way to cautious middle age, but with each new debt binge the stakes get higher. Now we’re talking total wipeout rather than painful but survivable life lesson, and systemic collapse rather than one or two bad years.
Fonte: qui

LONDRA, FUORI DALL’EUROPA, MA CAPITALE DELLA MAFIA MONDIALE

NELLA CITY INVESTITI OGNI ANNO 195 MILIARDI DI STERLINE 

E DOVE CI SONO GRANDI FLUSSI DI DENARO E’ FACILE NASCONDERE QUELLI ILLECITI 

POLO GLOBALE DEL RICICLAGGIO ANCHE ATTRAVERSO LE SOCIETA’ DI SCOMMESSE. IL TRUCCO DEL MONEY TRANSFER

Amalia De Simone per il Corriere della Sera

«Londra costituisce la principale piazza finanziaria mondiale. Circola tanto denaro, tra questi anche quelli di mafie italiane o straniere. Le mafie sono attratte da questo mercato perché è un mercato dove si fa affari molto facilmente». Il colonnello della Guardia di Finanza presso l’ambasciata italiana a Londra, Claudio Petroziello, lo spiega chiaramente: «Secondo l’Economic Crime Command dell’Nca, sono circa 195 i miliardi di sterline investiti ogni anno attraverso la piazza finanziaria di Londra. Qui fare affari è semplice ed è anche semplice nascondersi. E’ chiaro che proprio in mezzo a grandi volumi di denaro che circolano ogni giorno, è meno facile che vengano individuati degli investimenti di provenienza dubbia o chiaramente illecita».

LONDRA RICICLAGGIOLONDRA RICICLAGGIO
«L’Inghilterra è vista come un territorio favorevole per molti gruppi criminali, incluse le mafie italiane per varie ragioni - spiega Anna Sergi, docente di criminologia e vice direttrice del centro di criminologia dell’Università di Essex - Innanzitutto per la posizione geografica: l’Inghilterra è uno dei porti di ingresso dell’Europa dalla rotta atlantica e ovviamente dall’America Latina. Quindi per quanto riguarda il traffico di stupefacenti, nonostante non sia la costa di preferenza, è comunque una porta importante. Parliamo del porto di Liverpool ma ci sono ovviamente tanti altri ingressi».

Claudio PetrozielloCLAUDIO PETROZIELLO
La ricercatrice chiarisce che Londra è la capitale della cocaina in Europa per quanto riguarda i consumi e di conseguenza il mercato è alle stelle ed è un mercato dai profitti elevatissimi. «Dall’altro punto di vista il sistema di contrasto a tutto il crimine organizzato, incluso quello mafioso, si ferma alle attività ‘visibili’. Quindi questo, oltre al fatto che è conveniente riciclare i soldi nel sistema inglese, rende l’Inghilterra molto attraente dal punto di vista delle mafie. Non bisogna mai dimenticare che le mafie vanno dove ci sono già i soldi. Ci devono essere i soldi per poter sfruttare i soldi».

Petroziello aggiunge anche che non esiste una operazione finanziaria o economica che non possa essere uno strumento di riciclaggio. «Operazioni straordinarie su società, operazioni su derivati. Ogni strumento che offre il mercato finanziario o il mercato degli affari in generale, può costituire operazione di riciclaggio. Si comprano immobili, si comprano società, si fanno investimenti attraverso società controllanti in offshore. I sistemi di riciclaggio oggi sono praticamente infiniti e Londra li offre tutti».
STERLINESTERLINE

Le operazioni di riciclaggio, secondo Anna Sergi, sono molto creative ma hanno un unico scopo, che è quello di pulire i soldi, giustificare la provenienza come se fosse lecita. «Ci sono dei modi semplicissimi, come reinvestimento in attività legali come in ristoranti, proprietà, e questo viene fatto tramite dei broker e sono delle corporations o dei consulenti finanziari spezzano in tante piccole somme da investire in altrettante piccole attività, quello che a loro viene presentato come un patrimonio.

C’è anche una facilitazione, per esempio quella finanziaria, che aiuta a muovere la proprietà di vari fondi e di vari assets (principalmente assets liquidi ma anche prodotti bancari come alta finanza, investimenti in borsa) e anche qui l’Inghilterra è debole perché ha un sistema estremamente propenso al paradiso fiscale. Di conseguenza è facile riciclare soldi se, come accade per le nostre mafie, si hanno le competenze per farlo».

anna sergiANNA SERGI
Quello che emerge nel racconto di Anna Sergi è che basta sganciare un minimo la proprietà dalla sua provenienza illecita e nel momento in cui si fa un passaggio unico risulta difficile arrivare alla ownership principale. Oltre a questi, esistono poi dei sistemi molto più elaborati, legati quasi interamente a prodotti bancari o a trasferimenti di denaro su piattaforme diverse da quelle bancarie.

«Ad esempio c’è il sistema di cuckoo - spiega Sergi - che significa letteralmente fare ‘cucù’ da una parte e dall’altra ed è il trasferimento di denaro tramite Western Union, MoneyGram, TransferWise. Questi funzionano in modo che da una parte, per esempio in Italia o in Inghilterra, un cliente apre un conto con Western Union o TransferWise, chiedendo di trasferire per esempio 100 euro in Inghilterra; qui ci sarà qualcuno che ha accesso ai dati di registrazione e, in collusione con qualcun altro, può dire “quel cliente vuole trasferire 100, facciamo finta che abbia trasferito 300”. Quel 200 in più che viene messo a carico del cliente in realtà è denaro che viene riciclato».

MONEY TRANSFERMONEY TRANSFER
Poi ci sono delle tattiche ancora più utilizzate e conosciute, come lo smurfing che consiste nel fare dei versamenti di denaro su conti individuali al di sotto della soglia permessa da qualsiasi banca a livello europeo per il controllo anti riciclaggio; o la modalità di creare delle piccole attività all’interno di commerci di nicchia o degli illegal betting shops, i negozi di scommesse. «Aprire un negozio di scommesse in Inghilterra porta un ciclo di contanti particolarmente elevato, ha una certa sua regolamentazione particolare rispetto ad altre attività, può essere un fronte per un riciclaggio di denaro».

SCOMMESSE ON LINESCOMMESSE ON LINE
Da anni, uno dei metodi di riciclaggio più utilizzati dalle mafie è quello di investire in società di scommesse online o più in generale nel sistema dei “giochi”. Alcune indagini su un clan pugliese, i Parisi, portano proprio a Londra. Infatti la Paradise Bet con sede nella capitale inglese farebbe capo al clan Parisi e per questo gli fu sospesa la licenza.

Fonte: qui

L'INTERVENTO MILITARE PRO ASSAD È SERVITO A PUTIN PER PRENDERSI IL MEDIO ORIENTE APPROFITTANDO DEL "RITIRO" DI WASHINGTON DALLA SCENA MONDIALE

TESTATE LE SUE NUOVE ARMI, COME I CACCIA SUPERSONICI SUKHOI SU-57 

MOSCA VARA UN PIANO DA 325 MILIARDI DI DOLLARI PER RIMODERNARE LE SUE FORZE DI DIFESA…

Mirko Molteni per ‘Libero Quotidiano’

putin assadPUTIN ASSAD
Da quando nel 2015 la Russia è scesa in campo con propri uomini e mezzi per aiutare il governo siriano contro i terroristi dell' Isis e le altre milizie ribelli, l' accumulazione di esperienze operative ha fatto sì che il conflitto fungesse da banco di prova per nuove tecnologie e tattiche che i russi stanno introducendo nello sviluppo dei loro nuovi armamenti. Non stupisce che, a riprova di ciò, da pochi giorni sia documentato l' invio sulla base siriana di Hmeimm, vicino a Latakia, di ben quattro dei nuovissimi, e ancora rari, caccia supersonici di «quinta generazione» Sukhoi Su-57 per valutazioni in ambiente di guerra.

Dmitrij RogozinDMITRIJ ROGOZIN
E non a caso, proprio ieri il vice primo ministro Dimitri Rogozin ha annunciato che il presidente Vladimir Putin ha firmato il nuovo piano governativo di acquisizione di nuovi armamenti, secondo cui è previsto il rinnovo del 70% degli equipaggiamenti militari di Mosca già entro il 2021, nonché la totale autosufficienza nella produzione dei componenti base, alcuni dei quali, per esempio, ancora di fabbricazione ucraina. Il costo totale del piano si aggirerebbe sui 19.000 miliardi di rubli, circa 325 miliardi di dollari, fino al 2025 almeno.

PUTIN RUSSIA SOLDATI MILITARIPUTIN RUSSIA SOLDATI MILITARI
Rogozin, nel dare un quadro generale del riarmo russo ne ha rimarcato il carattere di frontiera: «Robotica, sistemi di intelligence, droni, difesa antimissile, munizioni di precisione, tutto è incluso nel nuovo programma di approvvigionamenti militari. Al tempo stesso dobbiamo guardare al rafforzamento della Nato, allo sviluppo da parte degli Stati Uniti del concetto di attacco globale, all' intenzione di dispiegare armi nello spazio orbitale e allo sviluppo di armi strategiche non nucleari di precisione. Dobbiamo dare una risposta a tutto ciò».

Tra i riferimenti di Rogozin spicca senz' altro quello ai sistemi di Global Strike che gli americani stanno sviluppando, ossia missili a lungo raggio di velocità dieci volte supersonica, per i quali i russi approntano, fra i nuovi sistemi, il missile antimissile S-500, derivato dall' S-400 schierato in Siria.
LO SCHIERAMENTO DELLE FORZE MILITARI DELLA RUSSIALO SCHIERAMENTO DELLE FORZE MILITARI DELLA RUSSIA

L' S-500 sarà in grado di intercettare ordigni fino ad altezze di 200 km, fuori dell' atmosfera terrestre, fermando le testate dei missili balistici nella fase discendente della traiettoria.
Allo stesso modo, il caccia Su-57 è la risposta russa al Lockheed F-35 americano e l' arrivo di quattro unità in Siria è volto, come dicono i russi, non tanto a impiegarli in combattimento, quanto a collaudarli in un ambiente saturo di emissioni elettroniche americane, sia radar, sia di interferenze e ascolto. Ma è anche deterrenza, dato che il Su-57 sarebbe superiore ai numerosi F-16 ed F-18 che la coalizione a guida americana impiega nell' Est della Siria.

Sukhoi Su 57SUKHOI SU 57
Il supersonico russo, dalla sagoma piatta che ne facilita l' invisibilità ai radar, supera il doppio della velocità del suono, arrivando a 2600 km/h e ha un cannoncino e svariate combinazioni di missili, sia per il duello aereo, sia per l' attacco al suolo. Finora del Su-57 sono stati costruiti una dozzina di prototipi, al costo di 100 milioni di dollari l' uno, destinato a decrescere all' avvio della produzione massiva.

Anche sul fronte di terra la Siria ha permesso ai russi di verificare la propria preparazione. Con scalpore, nel febbraio 2016 ad Aleppo un carro armato russo T-90A fornito ai siriani resistette a un missile perforante TOW che lo colpì direttamente sulla torretta.
L' esperienza nelle corazze è stata sfruttata per il nuovo carro da battaglia T-14 Armata, il cui acciaio speciale sarebbe studiato per mantenere intatta la sua robustezza anche alle gelide temperature dei teatri operativi artici. Il T-14 Armata è inoltre innovativo perché la torretta è interamente robotizzata e l' equipaggio di tre uomini è radunato in un modulo speciale nello scafo del cingolato.
Sukhoi Su 57SUKHOI SU 57

Non ultimo, il fronte del mare, dove le operazioni al largo della Siria effettuate dalla portaerei Admiral Kuznetsov, da 55.000 tonnellate e con a bordo 50 fra aerei ed elicotteri, hanno raccolto lezioni utili alla prossima realizzazione di una superportaerei doppiamente massiccia, almeno 90.000 tonnellate, definita per ora Progetto Shtorm, e che imbarcherebbe 90 fra aerei ed elicotteri, oltre a 4000 uomini d' equipaggio. Solo questa portaerei costerebbe 7,5 miliardi di dollari, ma sarebbe pari alle attuali unità americane, seppure queste assai più numerose.

Fonte: qui

martedì 27 febbraio 2018

Elezioni, Casapound: “Pronti a sostenere un governo di Matteo Salvini”. Il leader della Lega: “Dal 5 marzo parlo con tutti”


ECCOLI TUTTI INSIEME I SOVRANISTI DELLA PAPPATA!

Gelida risposta nel centrodestra all'endorsement di Simone Di Stefano, leader del movimento di estrema destra.

Raffaele Fitto: "Nessun dialogo, Casapound totalmente distante da noi". E nella coalizione si discute anche della kermesse unitaria per chiudere la campagna elettorale.

Berlusconi: "Ho in mente il futuro premier, ma non posso dire il nome(Mario Draghi)".

La sceneggiata della Meloni: "Se non lo fa prima del 4, non garantisco i miei voti"

Casapound annuncia il sostegno ad un esecutivo che veda Matteo Salvini a Palazzo Chigi e Alberto Bagnai, candidato del Carroccio, al ministero del Tesoro. È questo l’esecutivo che ha in mente Simone Di Stefano, il leader del movimento di estrema destra: un governo “sovranista che porti l’Italia fuori dall’Euro e blocchi l’immigrazione” che non può avere “Tajani come premier e Brunetta all’Economia”. Se non sono prove d’intesa, poco ci manca. Del resto i due, anche se non insieme, hanno condiviso solamente la settimana scorsa il palco del congresso confederale dell’Ugl a Roma. E il 28 febbraio 2015 l’estrema destra partecipò a una manifestazione della Lega nella Capitale.
Un’endorsement che, se accettato, sposterebbe ancora più a destra il baricentro della coalizione. Nessun intesa ufficiale, ma il leader della Lega fa sapere che, dando per scontata la sua vittoria, “dopo il 5 marzo è disposto ad incontrare tutti”. Il “tifo” di Casapound per la Lega non fa fare i salti di gioia a Silvio Berlusconi che ha sempre visto nei moderati il perno della coalizione e che proprio con Bruxelles si è fatto garante del fatto che un governo di centrodestra anche con il Carroccio non ha nulla a che vedere con posizione estremiste e populiste.

Da Forza Italia e dagli altri alleati non arriva alcun commento all’apertura del numero uno di Casapound nel caso in cui il suo partito superi il 3 per cento. L’unico a parlare è Raffaele Fitto di Noi con l’Italia: “Il centrodestra moderato non può dialogare né ora né in futuro con forze politiche distanti totalmente da noi come Casapound”, sentenzia l’ex governatore della Regione Puglia.
Bocche cucite ad Arcore, da dove Berlusconi preferisce tenersi lontano dalle polemiche concentrando gli ultimi giorni di campagna elettorale in un tour de force mediatico. L’ex cavaliere continua a nutrire forti dubbi all’idea di una manifestazione (anche se unitaria del centrodestra) sicuro che per “convincere i delusi, anche quelli del Pd”, sia più utile andare in televisione. La data per la kermesse resta quella dell’1 marzo, ma tra gli alleati permangono i distinguo sull’organizzazione dell’evento.
Per la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, promotrice dell’iniziativa, l’appuntamento deve essere messo a punto da tutte le forze insieme. Salvini annuncia invece che Berlusconi (non cita la Meloni) sarà alla manifestazione organizzata dal suo partito all’Eur. Da Forza Italia però frenano facendo sapere che l’ex premier non ha ancora dato nessuna conferma.
Nella mente di Berlusconi c’è come obiettivo principale quello di accreditare la coalizione come “l’unica in grado di raggiungere la maggioranza e dare un governo stabile di cui l’Italia ha bisogno”. Resta invece ancora top secret il nome del candidato premier, il Cavaliere fa sapere di aver in mente un profilo ma “per un patto siglato con l’interessato ancora non posso dire il suo nome(Mario Draghi)”. Una suspense che inizia ad infastidire gli alleati. E la prima a mandare un avviso chiaro è la Meloni: “Se Berlusconi non chiarisce prima quale sia il nome, io dopo non garantisco i miei voti per qualunque tipo di governo”.

Fonte: qui

ITALIA CRAC: TRENI BLOCCATI, CANCELLAZIONI, SPAVENTOSI RITARDI, VIAGGIATORI FURIBONDI

PUÒ QUALCHE CENTIMETRO DI NEVE A ROMA PARALIZZARE L’INTERA RETE FERROVIARIA? 
OH, YES! FLOP DEL SISTEMA DI ‘SNEVAMENTO’

29 ORE DALLA CALABRIA A TORINO, 10 ORE DA NAPOLI A ROMA, ZERO INFORMAZIONI. I DISAGI CONTINUANO: TRENITALIA NON RIUSCIRÀ A GARANTIRE PIÙ DELL' 80% DELL’ALTA VELOCITÀ

OGGI SI BLOCCA NAPOLI: SCUOLE CHIUSE, AEROPORTO BLOCCATO E STRADE INNEVATE. A ROMA LE SCUOLE RISCHIANO DI STARE CHIUSE PER 9 GIORNI: FINITO IL MALTEMPO, C’È IL VOTO

DOMANI E GIOVEDÌ CI SARÀ ‘LA GRANDE NEVICATA’ AL NORD, FINO A 30 CM IN POCHE ORE
FS, LO "SNEVAMENTO" DEGLI SCAMBI NON VA DELRIO SUL BINARIO MORTO
Giorgio Meletti per ‘il Fatto Quotidiano


ritardi neve terminiRITARDI NEVE TERMINI
Sembra uno scherzo, ma con le Fs in salsa renziana di Renato Mazzoncini siamo ormai abituati all' assurdo che si invera.

Dopo giorni di attesa e preparazione alla nevicata di Roma cadono pochi fiocchi e si blocca la stazione Termini. L' unico che ancora fa finta di non capire è il ministro dei Trasporti Graziano Delrio: non può certo in piena campagna elettorale instillare il dubbio che l'infallibile Matteo Renzi abbia sbagliato la scelta del capo delle ferrovie. Poi c' è l' altro distrattone, Pier Carlo Padoan che, come ministro dell' Economia sarebbe l' azionista di Fs, ma è troppo impegnato a chiedere ai senesi il voto dopo avergli sfilato la proprietà del Monte dei Paschi.

delrio renzi mazzonciniDELRIO RENZI MAZZONCINI
Dunque ieri sera alle 19,30, cioè alla dodicesima ora di inferno ferroviario, Delrio si è ricordato che lo stipendio gli italiani non glielo danno per fare la campagna elettorale, e ha emesso una confusa nota giusto per insinuare che la colpa fosse di un treno rotto di Italo.

Testualmente si chiede a Rfi, la società Fs che gestisce la rete, di fornire "con la massima urgenza" (ma perché?) un dettagliato rapporto sull' accaduto "al fine di poter valutare eventuali responsabilità anche delle imprese ferroviarie che eserciscono il servizio".
delrio mazzonciniDELRIO MAZZONCINI
Dopo giorni di allerta meteo, con le Fs che assicuravano di aver preparato per la neve un' accoglienza a base di "sistemi di snevamento e riscaldamento degli scambi nelle stazioni", ieri mattina alle 7,30 hanno scoperto che a Roma qualche centimetro di neve aveva bloccato la stazione Termini.

E che non c' era niente da fare. A Mazzoncini, noto esperto di autobus, l' acume da renziano - sviluppato comprando con denaro pubblico l' azienda tranviaria di Firenze e annunciarne la privatizzazione - non è stato ancora sufficiente a capire che la rete ferroviaria è fatta in modo che se si blocca Termini si blocca l' Italia.
franceschini bloccato sul trenitalia per ferraraFRANCESCHINI BLOCCATO SUL TRENITALIA PER FERRARA

(…)

Mazzoncini (…) pensa a comprare le ferrovie greche e alla fusione con l' Anas, forse perché ambisce alla paralisi integrata auto+treno.

(…)

Allo stesso modo Renzi e Delrio non pensano a chiedere a Mazzoncini come sia possibile che la stazione Termini, cuore pulsante della rete ferroviaria nazionale, si blocchi per qualche centimetro di neve annunciata da settimane. E soprattutto non pensano a denunciare agli elettori questa vergogna, visto che la stazione Termini non dipende da Virginia Raggi. La quale a ben guardare una colpa ce l' ha: avrebbe dovuto chiudere la stazione Termini, non le scuole.
ritardi neve terminiRITARDI NEVE TERMINI


I SOSPETTI SUL SISTEMA ANTIGHIACCIO
Leonard Berberi e Michelangelo Borrillo per il ‘Corriere della Sera

Troppa neve sui binari.
Per la precisione sui «deviatori», meglio conosciuti come scambi. Alla neve caduta fin dalle prime ore del mattino su Roma si è sommata anche quella scaricata dai sottocassa dei treni che sono riusciti a lasciare la stazione Termini.

ritardi neve terminiRITARDI NEVE TERMINI






Senza fare troppa strada, però. Perché la mancanza o il cattivo funzionamento delle «scaldiglie» (le resistenze elettriche attivate per evitare che attorno ai deviatori si formi il ghiaccio) ha reso necessario l' intervento degli operai per la pulizia degli scambi.
Che intorno a Termini sono tanti, tantissimi: circa 300, di cui la metà sprovvisti di «scaldiglie».

ritardi neve terminiRITARDI NEVE TERMINI
L' intervento manuale ha avuto come ultima conseguenza quella di ritardare la partenza dei treni da Roma, determinando il caos nella Capitale (e a cascata nelle principali stazioni italiane) che a fine serata si è concretizzato nella cancellazione del 20% dei convogli a lunga percorrenza di Trenitalia e il 70% dei treni a traffico regionale del Lazio. Per Italo, 10 treni ad Alta velocità soppressi (su 28) e 90% di treni con ritardi superiori alle 3 ore (che saranno rimborsati). Un danno che i concorrenti di Trenitalia stanno valutando in queste ore, non escludendo l' ipotesi di chiedere il risarcimento a Rete ferroviaria italiana.

Che sia stata una giornata complicata lo indica il «peso» dei ritardi registrati durante la giornata: picco di 8 ore e 37 minuti per l' Intercity 794 Reggio Calabria-Torino Porta Nuova, 6 ore e 46 minuti per il Frecciarossa 9512 Salerno-Milano Centrale, 6 ore e 42 minuti per il gemello 9410 Salerno-Venezia Santa Lucia.
neve a napoliNEVE A NAPOLI

«Nelle giornate fredde come queste l' aspetto cruciale è che gli scambi dei binari funzionino perfettamente: se questi si gelano tutto il flusso dei treni s' interrompe. Per evitare questo scenario vengono installate le "scaldiglie"», spiega Silvano Spada, esperto di sistemi ferroviari ed ex responsabile tecnologie e sistemi impiantistici anche per le linee dell' Alta velocità.

«Il ghiaccio che si forma negli scambi è come se saldasse l' impianto, impedendo il corretto movimento del telaio».
Di solito le «scaldiglie» vengono impostate su temperature minime decise a livello regionale - continua Spada - e vengono accese automaticamente grazie ai sistemi di rilevamento della temperatura».

neve a napoli.NEVE A NAPOLI.
Ai danni derivanti dall' accumulo di neve si sono aggiunti altri problemi collaterali. Intorno alle 11 un treno di Italo, partito già con oltre 3 ore di ritardo (alle 10.33 anziché alle 7.10), ha subìto un guasto tra Roma e Orte. Si è così determinata una lunga coda di convogli sia in direzione nord, sia in direzione sud, perché sulla direttissima per Firenze è stato possibile utilizzare un solo binario, con la circolazione a senso alternato. Il treno proveniente da Roma per recuperare i passeggeri è a sua volta partito con 2 ore di ritardo e così un contrattempo che in una situazione normale avrebbe creato un ritardo di un' ora, ieri ha amplificato i disagi.

«Premesso che bisogna vedere caso per caso, è innegabile che il perfetto funzionamento si basa sulla condizione ottimale da un lato della rete ferroviaria, dall' altro del materiale rotabile che ci passa sopra, cioè il treno», ragiona l' ingegnere Spada. «Se per i binari è prevista l' attivazione delle "scaldiglie", per i convogli bisogna assicurarsi che il sistema di innalzamento/abbassamento del pantografo (l' organo di presa di corrente dei treni elettrici, ndr ) funzioni correttamente: se questo non accade, i vagoni si fermano». Degli interventi - di solito a partire dall' autunno - vengono effettuati anche sui cavi ad alta tensione (di rame) che vengono ricoperti di grasso particolare antigelo così da poter passare la corrente ai pantografi. Quando il grasso non basta - ed è successo alcune volte - lo strato gelato viene raschiato con locomotive alimentate con diesel.
neve a napoliNEVE A NAPOLI

I disagi proseguiranno anche oggi: Trenitalia non riuscirà a garantire più dell' 80% dei treni ad Alta velocità (che fermeranno alla stazione Tiburtina per non intasare Termini) e il 50% dei treni regionali del Lazio. Per Italo la situazione prevista è anche peggiore rispetto a ieri: saranno soppressi 12 treni, due in più rispetto ai 10 del lunedì «bianco».


ROMA SBANDA PER LA NEVE: RISCHIO SCUOLE CHIUSE PER 9 GIORNI
Camilla Mozzetti e Fabio Rossi per ‘Il Messaggero

neve a napoliNEVE A NAPOLI
Che per la Capitale non sarebbe stata una giornata come tutte le altre si era capito già alle prime luci dell'alba, quando i fiocchi di neve hanno cominciato a cadere in misura superiore alle previsioni della vigilia, che avevano già consigliato al Campidoglio di tenere le scuole chiuse e di mettere in preallarme gli uffici comunali, in attesa di momenti inevitabilmente complicati. Nelle ore successive, almeno fino al primo pomeriggio, Roma è piombata nel caos, tra strade impraticabili e mobilità in tilt. Tanto che alla fine è dovuto intervenire anche l'Esercito a dare una mano a una città in ginocchio. Con i vigili del fuoco costretti agli straordinari: oltre un centinaio, fino a sera, gli interventi per alberi caduti, rami pericolanti, cavi elettrici, cartelloni pubblicitari e tegole a rischio di caduta.

LA PARALISI
stazione termini foto abbesieyes71STAZIONE TERMINI 
La mobilità è andata immediatamente in tilt. Innevata la gran parte dei 5.500 chilometri di strade della Capitale, per le automobili (anche se dotate di gomme termiche) la circolazione in mattinata è stata quasi impossibile, nonostante l'apertura della zona a traffico limitato del centro storico decisa dall'amministrazione comunale, che però aveva invitato i romani a «limitare i propri spostamenti allo stretto necessario». Peggio, se possibile, è andata al trasporto pubblico di superficie: il piano neve prevedeva circa 650 autobus in servizio, la metà di una giornata ordinaria.

Ma le fermate sono rimaste a lungo piene di persone in attesa di mezzi che non arrivavano e con poche alternative, visto che i taxi erano praticamente introvabili: decine i romani e i turisti in fila a caccia di un'auto bianca all'esterno della stazione Termini. Meglio è andata a metropolitane e ferrovie urbane, che hanno garantito un servizio sostanzialmente regolare. La situazione è poi gradualmente migliorata nel pomeriggio. Passeggeri bloccati anche a Termini e Tiburtina, dove sono stati deviati molti treni, in attesa di potersi orientare tra viaggi e linee limitate o deviate. Notevoli i ritardi accumulati sulle linee ferroviarie nazionali: fino a sette ore per l'Alta velocità, in media 150 minuti nei collegamenti Roma-Napoli.

stazione termini foto abbesieyes71STAZIONE TERMINI
STUDENTI A CASA
I disagi non sono mancati (e non mancheranno) neanche sul fronte della didattica e dell'impiego pubblico. Ieri il Campidoglio, con una nuova ordinanza firmata dal vicesindaco Luca Bergamo, ha decretato anche per oggi la chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado. Ma il rischio è che, viste le possibili gelate, la nuova perturbazione attesa per giovedì e l'appuntamento con le elezioni, molti istituti non riaprano i battenti per più di una settimana: gli edifici scolastici che ospitano i seggi elettorali saranno infatti off-limits anche lunedì 5 e martedì 6 marzo. I presidi sono in allarme e non solo per questo.

NEVE ROMA TERMININEVE ROMA TERMINI
Il dipartimento Ambiente ha chiesto loro di fare una verifica sulle criticità negli istituti e di provvedere a mantenere «sgomberi dalla neve gli ingressi» delle scuole, appellandosi ad Ama solo in casi di difficoltà «operativa». «Resto basito a nome di tutti i presidi di Roma di fronte a questa richiesta commenta Mario Rusconi, a capo dell'Associazione nazionale presidi del Lazio che mostra superficialità e totale mancanza di conoscenza da parte del Comune delle strutture organizzative degli istituti».

Anche oggi, per il momento, resteranno a casa più di 550 mila studenti, tra quelli iscritti nelle 1.124 strutture di Roma Capitale (nidi, scuole d'infanzia, elementari e medie) e quelli che abitualmente solcano gli ingressi di uno dei 345 istituti superiori gestiti dalla Città metropolitana (l'ex Provincia). Resteranno chiusi anche gli atenei romani, con lezioni ed esami rinviati di (almeno) 24 ore. Difficoltà in vista per le famiglie che dovranno trovare delle soluzioni per i propri figli. Molti genitori, peraltro, rientrano nell'esercito del 24 mila dipendenti del Campidoglio e oggi dovranno essere in servizio.
NEVE ROMA 1NEVE ROMA 

SEDI APERTE
La Prefettura, infatti, non ha disposto la chiusura degli uffici pubblici, anche se ieri alcune strutture hanno deciso autonomamente di non fare regolare servizio. Su questo fronte, però, non è escluso che alla fine si verifichino dei problemi simili a quelli già registrati ieri quando, dopo la nevicata notturna, proprio gli uffici del Comune risultavano pressoché deserti. Non a caso, ieri in tarda mattinata è arrivata la circolare del Campidoglio per rimandare a casa quei pochi temerari che alle prime ore del mattino hanno sfidato la neve e fatto i conti con l'assenza di mezzi pubblici: «A causa dell'emergenza climatica il vicesindaco ha disposto il termine dell'attività lavorativa degli uffici capitolini alle ore 14».
LA NEVE A ROMALA NEVE A ROMA

BOOM DI ASSENZE
In verità, già molte ore prima dietro agli sportelli c'erano davvero pochi dipendenti. L'anagrafe centrale di via Petroselli dove alcuni impiegati hanno dovuto attrezzare dei secchi tra i corridoi, perché pioveva dentro ai locali era semivuota: deserte le postazioni della casa comunale e marginale la copertura degli sportelli nell'ufficio elettorale. Secondo una stima orientativa, ieri si è registrato circa il 40 per cento di assenze nell'organico comunale. Persone impossibilitate a raggiungere il posto di lavoro a causa dell'assenza di bus e mezzi pubblici. «E poiché come fanno sapere i sindacati la Prefettura non ha diffuso alcuna nota di calamità naturale», le assenze (comprese quelle di oggi ove vi saranno) figureranno come permessi personali, da sottrarre al monte-ore complessivo annuale, o come giorni di ferie. Oggi, scuole a parte, la Città eterna tenta di tornare alla normalità. Ma restano i timori per giovedì, quando la neve potrebbe tornare a far visita.
neve a roma 6NEVE A ROMA 


NEVE A NAPOLI: SCUOLE CHIUSE E AEREI FERMI
(ANSA) - E' una Napoli completamente imbiancata quella che si è svegliata stamattina. Ma se da un lato ci sono le immagini da cartolina, dall'altro ci sono gli effetti: scuole chiuse, traffico bloccato all'aeroporto di Capodichino, circolazione fortemente rallentata per il nodo ferroviario, con i servizi ridotti dell'Alta Velocità tra Napoli e Roma, e caos su diverse arterie stradali di accesso alla città. Le previsioni meteo per oggi dicevano tutt'altro, mette in chiaro il Comune di Napoli che fino a ieri sera non aveva disposto la chiusura della scuole.

neve a roma 59NEVE A ROMA 
"Siamo sicuri che questo adeguamento alle nuove e inaspettate condizioni sia un atto di responsabilità su cui non c'è da polemizzare - spiega l'assessore comunale alla Scuola, Annamaria Palmieri -. La decisione di chiudere le scuole non era stata presa ieri seguendo le indicazioni che venivano dalle previsioni meteo e dal tavolo prefettizio di ieri". Intanto i cittadini di Napoli e i pendolari che arrivano da fuori città hanno dovuto fare i conti con il traffico, con le corse dei bus saltate. L'assessorato comunale alla Protezione Civile raccomanda di "limitare gli spostamenti solo se strettamente necessari" mentre la neve in queste ore ha imbiancato anche gli scavi di Pompei, Ercolano e anche l'isola di Capri.

Fonte: qui

PERCHÉ,BASTA UN PO' DI GELO SUI CAVI DELLA LINEA AEREA? E COME FANNO IN SVIZZERA O IN GERMANIA?

LO SPIEGÒ BENE E CHIARO “IL SECOLO XIX” A DICEMBRE SCORSO, CON L’ULTIMA GELATA…

Alessandro Cassinis per il Secolo XIX –articolo pubblicato nel 2017

TRENI BLOCCATI DAL FREDDO E NEVE 2TRENI BLOCCATI DAL FREDDO E NEVE 
Ma com'è possibile che nel 2017 i treni si fermino per un po' di freddo? Alle Ferrovie perdono la pazienza appena sentono questa domanda, ma una risposta è doverosa, visti i disagi che i viaggiatori stanno subendo in questi giorni. Basta un po'di gelo sui cavi della linea aerea? E come fanno allora in Svizzera o in Germania?

Treni bloccati dalla nevicataTRENI BLOCCATI DALLA NEVICATA







E non c'è niente da fare per evitare il caos? L'ultima volta era successo nel dicembre 2009, sono situazioni di emergenza del tutto eccezionali, prova a spiegare Umberto Lebruto, direttore di produzione di Rfi, Rete ferroviaria italiana, la società del gruppo Fs per le infrastrutture. Però la galaverna, o gelicidio come lo si voglia chiamare, è un fenomeno molto diffuso nella Pianura Padana e sui nostri Appennini.

TRENI BLOCCATI DAL FREDDO E NEVETRENI BLOCCATI DAL FREDDO E NEVE
Accade quando la temperatura al suolo è appena inferiore allo zero e in quota ci sono correnti più calde. La pioggia, la pioggerellina o anche solo l'umidità, invece di cadere sotto forma di neve, scendono allo stato liquido e gelano appena toccano il suolo.

Treni bloccati dalla nevicataTRENI BLOCCATI DALLA NEVICATA





Sui cavi di rame ad alta tensione della linea aerea ferroviaria ("linea di contatto"), si forma un manicotto gelato che impedisce al pantografo dei locomotori di captare la corrente. Il treno si ferma, le luci presto o tardi si spengono, il riscaldamento non va più. Non resta che mandare un locomotore diesel a trainare il convoglio fino al primo tratto libero dal gelicidio, e questo può richiedere ore.

TRENI BLOCCATI DAL FREDDO E NEVETRENI BLOCCATI DAL FREDDO E NEVE

Come si può prevenire? Tutti gli anni, da novembre in poi, ungiamo con un grasso speciale i cavi della linea di contatto, spiega Lebruto. Ma questa precauzione non è bastata e il gelo si è formato. Per toglierlo, sono state usate locomotive diesel con pantografi speciali detti raschia-ghiaccio, che passano e ripassano nei punti colpiti. Nella notte fra domenica e lunedì operai delle Ferrovie a bordo di un carrello hanno battuto a mano lunghi tratti di linea di contatto (ovviamente senza corrente) per far cadere intere stalattiti dal cavo.

treni sulle alpi svizzereTRENI SULLE ALPI SVIZZERE



Non è bastato. La galaverna si è riformata in pochissimo tempo, complice il vento freddo che a bassa quota gela la pioggia. Perché non succede sulle linee ad alta velocità? La risposta è molto tecnica: queste linee sono alimentate a 25 mila volt a corrente alternata e i cavi di rame sono più sottili. Anche in presenza di gelicidio è più facile captare la corrente. Ma è un'eccezione che riguarda solo 6-700 chilometri su 12 mila di rete ferroviaria elettrificata.

TRENI BLOCCATI DAL FREDDO E NEVETRENI BLOCCATI DAL FREDDO E NEVE


Per il resto, i treni italiani viaggiano a corrente contìnua a tremila volt, sotto un cavo di rame di diametro maggiore e spesso accoppiato. Alle stesse latitudini, i francesi usano linee da 1.500 volt in corrente continua. Più a Nord, svizzeri, austriaci e tedeschi vanno a 15 mila volt in corrente alternata monofase. Ma soprattutto, quasi nessuno come noi ha elettrificato le ferrovie: il vanto del nostro progresso è di essere arrivati al 70% della rete, mentre molti Paesi del Nord si fermano al 30%. Inquinano di più, ma temono di meno avversità come questa.
trenitaliaTRENITALIA




Cosa dobbiamo preferire? E che dire degli svizzeri, che sulle loro montagne fanno viaggiare quasi soltanto treni a trazione elettrica? A sentire gli esperti, queste difficoltà sono aumentate con il pensionamento progressivo delle gloriose locomotive reostatiche che privilegiavano l'elettromeccanica all'elettronica: tanto per citar e alcune sigle care agli amici delle ferrovie, le E.656, E.424, E.646 e laE.444.1a mitica "Tartaruga" ancora in servizio su alcune linee.
TRENI BLOCCATI DAL FREDDO E NEVETRENI BLOCCATI DAL FREDDO E NEVE

Macchine in grado di procedere, pur con difficoltà, anche quando la cattiva captazione della corrente crea un arco elettrico fra il pantografo e il cavo. Oggi le nuove motrici E.464, E.414 o le 402A e  sono dotate di protezioni elettroniche che rilevano anomalie nella captazione di corrente e prevengono così i danni ai pantografi o al cavo. Quando entra in funzione questo sistema, il treno si ferma e il riscaldamento elettrico si spegne. E per i passeggeri comincia il calvario.

TRENI BLOCCATI DAL FREDDO E NEVETRENI BLOCCATI DAL FREDDO E NEVE



Le possibili soluzioni - La memoria torna a quando il gelo bloccava gli scambi e le ferrovie andavano in tilt. Perché oggi questo problema si avverte meno? Negli anni, Rfi ha rimediato assicurando il riscaldamento alla quasi totalità degli scambi della rete. Sono investimenti importanti, non c'è dubbio. Ma non si può immaginare uno sviluppo tecnologico altrettanto imponente per prevenire gli effetti del gelicidio?

TRENI BLOCCATI DAL FREDDO E NEVETRENI BLOCCATI DAL FREDDO E NEVE
Stiamo sperimentando un sistema di riscaldamento della linea di contatto, spiega Lebruto. Anche l'altra notte, per quattro ore, un tratto di rete è stato messo in cortocircuito per sciogliere il gelo sui cavi, ma non è bastato. Il sistema va perfezionato. Ma intanto, che fare? È davvero troppo costoso e complicato prevedere la doppia trazione, elettrica e diesel, ai treni che vanno su percorsi a rischio nei mesi di dicembre e gennaio?

TRENITRENI

È davvero più costoso del danno d'immagine che Trenitalia sta subendo in questi giorni fra cancellazioni, convogli bloccati, spaventosi ritardi e una quasi totale carenza di informazioni? Conviene davvero aspettare che la temperatura risalga di qualche grado e sperare che il gelicidio non torni più per altri otto anni?

Fonte: qui


LA NEVE A ROMA SPACCA L'ITALIA IN DUE: RITARDI DI OLTRE SEI ORE SU MOLTE LINEE FERROVIARIE. 

IL 70% DEI TRENI REGIONALI SOPPRESSI. GROSSI PROBLEMI A FIUMICINO E IN ALTRI AEROPORTI DEL CENTRO ITALIA

TRENITALIA E ITALO RIMBORSERANNO FINO AL 100% DEI BIGLIETTI. ECCO CHI AVRÀ DIRITTO AL TOTALE DEL PREZZO 

Elena Tebano e Claudio Del Frate per www.corriere.it

stazione termini foto abbesieyes71STAZIONE TERMINI FOTO ABBESIEYES71
La neve a Roma blocca i treni, con ripercussioni da Nord a Sud: secondo Ferrovie della Stato è di due ore il ritardo medio. Ma ci sono picchi più alti, intorno alle 5 ore stamani a Termini, e sono ancora in aumento. Alcuni convogli sono rimasti a lungo fermi nello snodo della Capitale. Altri sono stati soppressi: il Piano neve di Fs, Rfi (Rete Ferroviaria Italiana) e Trenitalia prevede infatti che il numero di treni in circolazione venga gradualmente ridotto in caso di situazione critica. L’accesso alla Stazione Termini, inoltre, è stato bloccato per i treni ad alta velocità provenienti dal Nord e diretti a Napoli, che invece fermano alla stazione Tiburtina. Al momento — spiegano da Ferrovie dello Stato — è impossibile prevedere quando la situazione tornerà alla normalità.
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Disagi per i collegamenti a Fiumicino
Fermi anche i treni no stop del Leonardo Express tra Roma Termini e l’Aeroporto di Fiumicino , mentre ci sono problemi anche nello scalo: stamani erano state chiuse due piste su te, poi una, con ritardi e cancellazioni. Intorno alle 12 sono tornate a funzionare tutte e tre: «Questo — comunica Aeroporti di Roma (Adr) — consente allo scalo di accogliere voli dirottati anche da altri aeroporti dove le condizioni di maltempo sono negative, come Napoli. Dalla mattinata sono partiti/atterrati a Fiumicino oltre 100 voli». È stato chiuso invece l'aeroporto di Perugia.


stazione termini foto abbesieyes71STAZIONE TERMINI FOTO ABBESIEYES71
Ritardi di tre ore a Napoli e Firenze, attese al Nord
Con il passare delle ore i ritardi si sono allargati ad altri punti cruciali della rete ferroviaria italiana. A Napoli, altra città investita dalla nevicata centinai di passeggeri erano in attesa di convogli. I ritardi annunciati andavano dai 75 minuti fino a quasi tre ore. I disagi sono particolarmente accentuati sulla linea ad alta velocità che unisce il capoluogo campano a Roma. Spostandosi verso nord, il blocco di Roma sta provocando ritardi anche nel nodo del traffico di Firenze dove si registrano già cancellazioni e ritardi in alcuni casi vicini alle tre ore. Risalendo la penisola la situazione non cambia: a Milano questa mattina i treni provenienti da sud avevano accumulato ritardi fino a 260 minuti, quelli che proseguivano verso Torino partivano con ritardi vicini alle cinque ore. A Padova i Fecciarossa da Roma e Napoli e diretti a Venezia viaggiano con oltre tre ore di ritardo sulla tabella di marcia.
stazione santa maria novellaSTAZIONE SANTA MARIA NOVELLA

L'ira dei viaggiatori
Molti i pendolari e gli utenti che si stanno lamentando sui social network per le conseguenze di una «emergenza» largamente prevista che invece ha bloccato città e collegamenti ferroviari. Molti dei passeggeri sono accampati in stazione a Termini senza informazioni sui treni. Il traffico è fortemente rallentato anche su tutte le linee del Lazio collegate a Roma. Trenitalia da canto suo fa sapere che Rfi è «impegnata con le proprie squadre tecniche su tutto il territorio nazionale per fronteggiare l’emergenza, presidiando i punti nevralgici della rete e intervento anche con l’ausilio delle ditte appaltatrici».

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Trenitalia e Italo rimborsano
Nel primo pomeriggio sempre Trenitalia ha ricordato quando e a quali condizioni i viaggiatori hanno diritto al rimborso del biglietto: «I clienti di Trenitalia che nel corso della mattina hanno rinunciato al loro viaggio sui treni della lunga percorrenza, coinvolti nei rallentamenti causati dal maltempo, hanno ricevuto e hanno diritto al rimborso integrale del biglietto. A chi ha comunque viaggiato ed è giunto a destinazione con un ritardo superiore alle tre ore, Trenitalia riconoscerà il rimborso integrale del biglietto, anziché l’indennità del 50% prevista dalle normative europee». Altrettanto farà la compagnia Italo: se i,l ritardo supera le due ore l’indennizzo passa dal 50 al 100% del biglietto. Fonte: qui

NEVE ROMA FIUMICINONEVE ROMA FIUMICINO