9 dicembre forconi: 09/27/17

mercoledì 27 settembre 2017

IL GENERALE HAFTAR E' A ROMA

NELLA SUA PRIMA VISITA UFFICIALE L’UOMO FORTE DI TOBRUK HA IN AGENDA INCONTRI CON I MINISTRI MINNITI E PINOTTI SUI MIGRANTI E SULLA SICUREZZA DEGLI IMPIANTI ENI 
INTANTO NEI GIORNI SCORSI IL PRIMO MINISTRO LIBICO AL SERRAJ HA INVIATO NELLA CAPITALE IL GENERALE AL TAWIL...
Cristiana Mangani per www.ilmessaggero.it

minniti haftarMINNITI HAFTAR
Khalifa Haftar, il comandante dell'esercito nazionale libico, è arrivato nella Capitale ieri pomeriggio, poco dopo le 17, a bordo di un aereo del 31 Stormo dell'Aeronautica militare. Ha scelto un albergo ai Parioli per la sua permanenza in città, e ripartirà domani mattina. La visita era già stata annunciata, tanto che nei giorni scorsi il presidente della Commissione difesa del Senato Nicola Latorre era andato a Tobruk per caldeggiare il viaggio italiano.

All'inizio di settembre era stato il ministro Marco Minniti a recarsi a Bengasi per cercare di trovare, anche con il generale, una soluzione che potesse portare verso una più rapida stabilizzazione della Libia. Haftar cercava rassicurazioni riguardo alla missione italiana e al rispetto della sovranità nazionale libica, e le ha ottenute.

gentiloni pinotti minnitiGENTILONI PINOTTI MINNITI
E questo ha creato qualche malumore da parte del nostro referente ufficiale, il presidente riconosciuto dall'Onu, Fayez al Serraj, che proprio per affermare i rapporti che legano l'Italia al suo governo, sabato scorso ha inviato a Roma il generale Abdulrahman al Tawil, per un incontro con il capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano.

GLI APPUNTAMENTI
La prima visita ufficiale di Haftar, comunque, sarà una visita importante, nonostante ieri nessun volesse confermare il suo arrivo a Ciampino. Si sa che avrà una giornata molto piena, a cominciare da questa mattina quando incontrerà i vertici dei nostri servizi segreti esterni, l'Aise. Nel primo pomeriggio(ieri per chi legge), invece, vedrà due ministri, Roberta Pinotti e Marco Minniti, o qualcuno delegato da loro a incontrarlo: intorno alle 17 sarà alla Difesa, verso le 18 al Viminale.

HAFTARHAFTAR
Colloqui che indicano la volontà dell'Italia di trattare a tutto campo per pianificare al meglio l'impegno militare in Libia: due missioni sono già in corso (l'ospedale da campo a Misurata e la nave officina della Marina Militare a Tripoli) e un'altra potrebbe essere attivata ai confini sud del Paese. In serata, poi, è prevista una cena al Circolo ufficiali delle Forze armate, mentre la partenza sarà nuovamente da Ciampino domani mattina.

Ma c'è di più, perché, secondo indiscrezioni riferite dal quotidiano panarabo edito a Londra, al Arab al Jadid, Italia potrebbe chiedere all'uomo forte di Tobruk di proteggere gli impianti di Mellitah, operati da Eni in joint-venture con la statale libica Noc. Impianti che si trovano molto vicino alla città di Sabrata, dove da giorni sono in corso scontri tra le milizie della cosiddetta Cabina di regia del contrasto allo Stato islamico contro la Brigata 48 composta dalle milizie che si occupavano della lotta all'immigrazione clandestina, guidate da Anas al Dabbashi.
eni libiaENI LIBIA

Una guerra che sembra aver lasciato 11 morti sul terreno. Per al Arab al Jadid, i colloqui dovrebbero concentrarsi sulla situazione di Mellitah, sulla quale Haftar sembra orientato a portare un messaggio rassicurante, sostenendo che gli interessi di Roma non saranno pregiudicati, soprattutto perché una delle due milizie, la cosiddetta Cabina di regia, è a lui fedele. Sempre secondo il quotidiano, poi, gli sarebbe stato chiesto di venire con una delegazione ridotta e composta da civili.

KHALIFA HAFTARKHALIFA HAFTAR
Tutto ciò mentre al Serraj continua a chiedere al nostro governo un riconoscimento costante. E per questa ragione, con un anticipo di tre giorni rispetto all'arrivo di Haftar, ha voluto inviare a Roma il capo di Stato maggiore della difesa del Governo di accordo nazionale, il generale Abdulrahman al Tawil. Per affermare il suo ruolo, di partner principale del nostro paese, in vista della visita dell'uomo forte della Cirenaica, suo rivale.

LA FARNESINA
Sempre ieri si è svolta anche un'altra riunione importante alla Farnesina. Il ministro Angelino Alfano ha incontrato un'ampia rappresentanza di Ong potenzialmente interessate a operare in Libia.

«Ho voluto organizzare questo incontro per anticiparvi la presentazione di un primo bando per l'assistenza umanitaria nel paese nordafricano. E' cruciale definire un piano d'azione sempre più efficace con le Organizzazioni internazionali coinvolte: vogliamo che le Ong italiane, con esperienza nel settore e in grado di operare in aree di crisi, possano dare un contributo importante».

26 Settembre 2017

Fonte: qui

Jamie Dimon teme che il suo lavoro sia diventato obsoleto


Nulla dell'invettiva anti-Bitcoin di Jamie Dimon (“Bitcoin is a fraud”) ha senso. La tempistica era strana. Dopotutto, bitcoin si è mostrato al mondo fin dall'ottobre 2009. Non c'erano notizie che avrebbero potuto spingere l'amministratore delegato di JP Morgan ad affermare quanto segue:

Questa moneta non funzionerà. Non si può avere un business in cui si può inventare una valuta dal nulla e pensare che le persone che la acquistano siano veramente intelligenti.

Se foste in Venezuela o in Ecuador o in Corea del Nord o in altri Paesi del genere, o se foste un trafficante di droga, un assassino, o cose del genere, lo fareste meglio con bitcoin piuttosto che con i dollari USA. Quindi potrebbe esserci un mercato, ma sarebbe un mercato limitato.

È peggio dei bulbi di tulipano. Non chiedetemi di posizionarmi short. Potrebbe arrivare anche a $20,000 prima che questo accada, ma alla fine esploderà. Onestamente, sono scioccato che chiunque non l'abbia ancora capito.

Il pezzo si chiude con una minaccia non poco velata nei confronti di qualsiasi impiegato stia giocando con bitcoin – un atto che avrebbe messo in cattiva luce l'individuo più bravo e capace di qualsiasi azienda.


Rabbia contro la tecnologia


Potreste notare qualcosa di strano in tutta questa storia. Non ha alcun contenuto sostanziale. Non un argomento confutato. Bitcoin è una valuta, forse la valuta più preziosa del mondo, migliaia di volte più preziosa per unità rispetto al dollaro. L'opinione di Dimon, secondo cui nulla di prezioso può essere creato con le cifre, è semplicemente antiquata. Ci sono stati innumerevoli tentativi di creare una valuta prima di bitcoin e tutti sono falliti per motivi tecnologici specifici.

E bitcoin non è stato creato dal nulla. È stato creato utilizzando risorse reali per confermare le transazioni sul primo libro mastro decentralizzato che tiene traccia dei diritti di proprietà (cosa che l'umanità deve fare per progredire). Questo significa portare valore fuori dal Venezuela o dalla Corea del Nord in un altro luogo, ed è notevole ed emancipatorio.


Dal nulla


Ma se si vuole parlare di denaro creato dal nulla, che dire delle migliaia di miliardi creati dalla FED nel 2009 ed utilizzati in parte per salvare JP Morgan? Infatti i salvataggi di Morgan sono iniziati prima che la maggior parte del resto del Paese sapesse che nel 2008 c'era una crisi immobiliare. Ma in realtà questo non è particolarmente niente di nuovo: Morgan ha lavorato a braccetto con lo stato per più di un secolo.

È abbastanza ovvio: Jamie Dimon non sa e non vuole sapere niente di bitcoin. Non è un crimine, ma parlare dell'argomento come se si fosse un'autorità è patetico.

Allora perché l'ha fatto?

Egli stesso l'ammette: ha parlato con sua figlia, forse durante una cena, e lei stessa s'è vantata di possedere bitcoin.

«È arrivata e pensava d'essere un genio», ha detto in preda alla rabbia.

Quindi papà ha deciso di rimettere al suo posto questa stupida ragazza. Le ha dato una bella strigliata. Inoltre si sarà chiesto dove aveva preso uno strumento monetario così particolare. Da parte sua non credo sappia dove ottenere criptovalute o cosa farne.

Forse li ha trovati in uno dei migliaia di bancomat in tutto il Paese?

I tipi come Dimon credono di possedere il sistema. Sono i grandi intermediari. I padroni dell'universo monetario. Nessuno entra nel sistema o esce senza il loro permesso. È stato così per migliaia di anni.

Bitcoin sta cambiando tutto questo. Scaricate un wallet, trovate un amico e siete i proprietari di una valuta in grado di acquistare qualcosa nel mondo, in qualsiasi parte del mondo. E c'è di più: qualsiasi individuo può raccogliere capitali, senza intermediari. Senza JP Morgan.

Diciamo solo che Dimon ha un lieve conflitto d'interessi qui. Ha ragione di temere l'obsolescenza del suo lavoro.




Problemi di rabbia


E questo potrebbe spiegare i suoi problemi di rabbia. Secondo me la figlia può confermarlo.

Però una cosa è sicura: sua figlia sa di più sul mondo moderno rispetto a lui. Scommetto che è più brava di lui anche con Instagram.

Forse dovrebbe essere amministratrice delegata di una JP Morgan ricostituita, concentrata sulla modernizzazione del denaro e della finanza piuttosto che costringerci in strutture sfruttatrici ormai agli sgoccioli.



[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://francescosimoncelli.blogspot.it/

Jamie Dimon Fears His Job Is Obsolete

Nothing about Jamie Dimon’s anti-Bitcoin explosion (“Bitcoin is a fraud”) made sense. The timing was weird. After all, Bitcoin has proven itself the world over since its first proof-of-concept back in October 2009. There was no real news out there that would have prompted the CEO of JP Morgan to blow up in a rage and say the following:
“The currency isn’t going to work. You can’t have a business where people can invent a currency out of thin air and think that people who are buying it are really smart.
If you were in Venezuela or Ecuador or North Korea or a bunch of parts like that, or if you were a drug dealer, a murderer, stuff like that, you are better off doing it in bitcoin than US dollars. So there may be a market for that, but it would be a limited market.
It is worse than tulip bulbs. Don’t ask me to short it. It could be at $20,000 before this happens, but it will eventually blow up. Honestly, I am just shocked that anyone can’t see it for what it is.”
His rant concluded with a not-subtle threat to fire any employee who is playing around with Bitcoin – an act which would slice off the best and brightest from the firm. 
Rage for His Machine
Guys like Dimon believe they own the system. 
You might notice something odd about all this screaming. It has no substantive content. Not one refutable argument. Bitcoin is a currency, perhaps the most valuable currency in the world, thousands of times more valuable per unit than the dollar. His view that nothing valuable can be created by digits is ridiculously old-fashioned. There were countless attempts to create money before Bitcoin and they all failed for specific technological reasons.
And Bitcoin is not created out of thin air. It is created by processing power using real resources to confirm transactions on the first global decentralized ledger that keeps track of ownership rights (which is something humanity must do to progress). That something like that could port value out of Venezuela or North Korea into another place is actually notable and emancipatory.
Thin Air
But if you want to talk about money created out of thin air, how about the trillions created by the Fed in 2009 that was used in part to bail out JP Morgan? In fact, the bailouts of Morgan began before most of the rest of the country knew there was a housing crisis in 2008. But actually, this isn’t particularly new: Morgan has been working tightly with government for more than a century.
You know, it is pretty darn obvious: Jamie Dimon doesn’t know, and doesn’t want to know, anything about Bitcoin. That’s no crime. But to speak about the subject as if you are an authority is pathetic.
So why did he do it?
He himself admits what happened. He spoke to his daughter, maybe over dinner, and she bragged about owning Bitcoin and how it is going up.
“It went up and she thinks she’s a genius now,” he raged.
So big, powerful, rich dad decided to put this stupid kid in her place. He blew up. Plus he must have wondered where she got some exotic monetary tool. For his part, he would have no idea where to get cryptocurrency or what to do with it.
Maybe she got it at one of the thousands of ATMs around the country?
Let’s just say that Mr. Dimon has a slight conflict of interest here. 
Guys like Dimon believe they own the system. They are the great intermediaries. The masters of the monetary universe. No one gets in the system or out of the system without their knowledge and permission. So it has been for thousands of years.
Bitcoin changes all that. Download a wallet, find a friend, and you are the owner of a currency that can buy anything in the world, from anywhere in the world. It’s more than that: any individual can raise capital, without intermediaries. Without JP Morgan.
Let’s just say that Mr. Dimon has a slight conflict of interest here. He is right to fear for the obsolescence of his job.
Anger Issues 
And this might explain his anger issues. I’m guessing that the daughter can confirm this.
This much is sure: his daughter knows more about the modern world than he does. I bet she is better at Instagram, too.
Maybe she should be CEO of a newly reconstituted JP Morgan, one focused on modernizing money and finance rather than holding us back in exploitative structures that are being displaced.

VI RICORDATE QUANDO I GRILLINI ERANO ANTI-CASTA? NEANCHE NOI

LA RAGGI FA LA SPESA CON LA SCORTA (CHE LA RIPARA CON UN OMBRELLO DA SGUARDI E SCATTI INDISCRETI) E L’AGENTE INTIMA AL FOTOGRAFO DEL ‘MESSAGGERO’ DI SMETTERLA 

QUANDO GRILLO SI ACCANIVA CON LA FINOCCHIARO ALL’IKEA: ‘DI COSA HANNO PAURA I POLITICI? 
SONO TERRORIZZATI DA UN CONTATTO CON LA GENTE?’. 
ORA PUÒ CHIEDERLO ALLA SUA AMATA VIRGINIA...

1. POLITICI AI DOMICILIARI
Da www.beppegrillo.com del 3 luglio 2013, pochi mesi dopo il trionfale 25% del M5S alle elezioni politiche (mica al V-day del 2007…)

virginia raggi spesa con la scortaVIRGINIA RAGGI SPESA CON LA SCORTA
La scorta c’è chi ce l’ha e chi non ce l’ha. Don Puglisi, il giornalista Beppe Alfano, uccisi dalla criminalità organizzata e Marco Biagi, assassinato dalle Nuove Brigate Rosse per esempio non l'avevano. I coniugi Mastella, gli ex ministri Cirino Pomicino, Oliviero Diliberto e Claudio Scajola e gli ex presidenti della Camera Marcello Pera e Fausto Bertinotti per esempio ce l'hanno. 585 persone sono sotto scorta, 411 con auto blindata, circa 300 sono politici, sindaci, sindacalisti, governatori regionali e ambasciatori. In altri Paesi europei i ministri si spostano in bicicletta e in Austria solo due esponenti del Governo hanno una scorta: presidente della Repubblica e Cancelliere federale.

virginia raggi spesa con la scorta che la protegge dagli sguardi e scattiVIRGINIA RAGGI SPESA CON LA SCORTA CHE LA PROTEGGE DAGLI SGUARDI E SCATTI
La spesa per le scorte è di 250 milioni di euro all'anno. Anche per le scorte ci sono diversi livelli: il primo, per 16 uomini pubblici, è di due o tre auto blindate, ognuna con tre agenti. Il secondo, per 82 beneficiari, due auto blindate, sempre con tre agenti ciascuna. 312 personalità hanno una macchina blindata con due agenti. Le rimanenti 174 sono protette da uno o due agenti con un mezzo non blindato. Negli ultimi anni sono stati spesi 120 milioni di euro per 600 BMW, 100 Audi e altre auto di lusso. Il parco macchine complessivo è di circa 1.500 unità.

Una flotta. 4.000 sono gli agenti utilizzati. Un esercito. La prima misura presa da Alfano, in anticipo persino sulla fiducia del Senato al Governo Letta, è stata la protezione dei 21 ministri con un ulteriore costo di circa cinque milioni di euro. Di cosa hanno paura i politici? E perché sono terrorizzati da un contatto con la gente? La Finocchiaro che fa la spesa con il carrello spinto dalla scorta da chi si difende? E Fini nelle sue vacanze a Orbetello con nove uomini dislocati per la sua sicurezza?

virginia raggi spesa con la scortaVIRGINIA RAGGI SPESA CON LA SCORTA
Se venissero tagliate le scorte, e il M5S farà in modo che questo avvenga, si otterrebbero di colpo tre benefici: risparmiare 250 milioni di euro all'anno, liberare 4.000 agenti per l'ordine pubblico e i domiciliari senza sentenza per i politici scortati. Non li vedremmo più in giro. Vi immaginate Gasparri solo al mercato rionale con il dito medio alzato? O Brunetta ad arringare gli avventori di un bar? Monti che spiega le sue teorie economiche appollaiato su una cassetta al parco? Lupi che si confronta con i valsusini? O un qualunque politico che si avventura in un comizio senza scorta? Politici, i domiciliari vi aspettano, mettete almeno le porte blindate.


2. RAGGI FA LA SPESA CON L'AUTO DI SERVIZIO E IL CAPOSCORTA ORDINA: «NIENTE FOTO»
Foto di Davide Fracassi /Toiati per www.ilmessaggero.it

virginia raggi con la scortaVIRGINIA RAGGI CON LA SCORTA
Dalle foto in posa, durante il pic-nic domenicale in bicicletta con marito e figlio, alla blindatura totale delle immagini, con tanto di scorta che blocca i curiosi. Nei giorni più difficili del suo breve mandato, il sindaco Virginia Raggi diventa allergica ai fotografi soprattutto quando va a fare la spesa con l'auto di servizio.


Ieri pomeriggio, proprio davanti ad un supermercato Conad il suo caposcorta ha prima chiesto i documenti al fotografo del nostro giornale e poi lo ha invitato ad allontanarsi, fino a chiedere l'intervento di una volante della Polizia per evitare foto. Tutela eccessiva della privacy o cambio di strategia sulla «trasparenza»?

virginia raggi con la scortaVIRGINIA RAGGI CON LA SCORTA
L'andare in giro senza protezione è sempre stato il vanto del M5s sin dagli albori e ad ogni occasione è stato rivendicato come simbolo 'anti casta'. Ultimo in ordine di tempo è Alessandro di Battista che nel corso del suo tour estivo per «difendere» la Costituzione non ha perso occasione per postare sui suoi account foto in sella al suo scooter circondato solo da altri 'centauri' e facendo dello slogan «la mia scorta sono i cittadini» un vero e proprio mantra. Parole in linea con quanto disse Beppe Grillo qualche anno fa «i politici non devono girare con la scorta. Di cosa hanno paura?».

virginia raggi con la scortaVIRGINIA RAGGI CON LA SCORTA
Ora che a finire nel mirino è la prima cittadina di Roma l'imbarazzo è evidente e non è un caso che il Movimento Cinque Stelle si sia trincerato dietro il silenzio. Ci pensa però il Campidoglio a spiegare che la sindaca Raggi non ha la cosiddetta «scorta», ma un servizio di tutela disposto dalla questura di Roma. Una protezione, è stato fatto sapere, dovuta al fatto che la sindaca è stata più volte pedinata, di giorno e di notte, nei suoi spostamenti privati. Episodi che, per scelta e tutela della propria privacy, non ha voluto rendere pubblici.

La prima cittadina, però, è solo l'ultima in ordine di tempi ad essere 'crocifissa'. Nel 2012 a finire nella bufera fu Anna Finocchiaro allora capogruppo del Pd al Senato che venne immortalata all'uscita dell'Ikea con la sua scorta. Quelle immagini vennero criticate anche dall'allora sindaco di Firenze Matteo Renzi. Mentre nel 2007 Gustavo Selva fu costretto a dimettersi da senatore in seguito allo scandalo, venuto fuori per sua stessa ammissione, di aver usato un'ambulanza per raggiungere degli studi televisivi in modo poter superare i posti di blocco disseminati nella Capitale per la visita dell'allora presidente americano George Bush.

Fonte: qui
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