9 dicembre forconi: 04/27/18

venerdì 27 aprile 2018

IL PRESIDENTE DELLA BCE ALLUNGA IL QE E SI GIUSTIFICA CON I TEDESCHI: “LA RIPRESA STA RALLENTANDO”

HA COSI’ L’ALIBI PER CONTINUARE AD ACQUISTARE TITOLI PUBBLICI (SOPRATTUTTO ITALIANI) 

E LANCIA UN ALLARME SUI DAZI AMERICANI

Alessandro Barbera per La Stampa
MARIO DRAGHI CON LA MOGLIEMARIO DRAGHI CON LA MOGLIE

Mario Draghi non nasconde la delusione, e nel farlo ci mette un po’ di calcolo. Parla di segnali negativi in gran parte «congiunturali», ma in alcuni casi «inaspettati» o «sorprendenti». I primi sono arrivati dalla produzione industriale di Germania, Francia e Italia. Oggi a confermare il rallentamento della crescita nell’area euro nel primo trimestre dell’anno sarà probabilmente lo stop del Pil francese: dal +0,7-0,8 per cento degli ultimi tre mesi dell’anno scorso dovrebbe scendere – così stima Oxford Economics – a meno della metà.

Se a inizio marzo sembrava tutto pronto per annunciare la fine della politica monetaria ultraespansiva nella riunione del consiglio dei governatori di metà giugno, ora le voci che circolano nel palazzo di vetro di Francoforte parlano di un rinvio alla riunione di fine luglio, l’ultima dell’estate. Fra i diciannove banchieri centrali della moneta unica si discute di una proroga di tre mesi del piano straordinario di acquisti in scadenza a settembre.

mario draghiMARIO DRAGHI



Ormai da tempo – lo ha fatto anche ieri – Draghi insiste nel dire che la gestione della politica monetaria europea deve essere ispirata alla regola delle tre p: «prudenza, pazienza, persistenza». Se la crescita rallenta, l’inflazione fatica a salire, e addio al target del due per cento.


Che un aumento dell’inflazione (l’unico mandato statutario della Bce) ad un livello prossimo al due per cento sia ormai una chimera lo dicono anche i dati elaborati dagli economisti Bce. E Draghi ha parlato di una crescita comunque «solida» (l’area della moneta unica viaggia al ritmo del 2,4 per cento). Il problema è che il governatore italiano della Bce ci terrebbe a passare alla storia come uno dalla «mano ferma».

trichetTRICHET
L’obiettivo è evitare l’errore di alcuni ex colleghi – da Jean Claude Trichet e Ben Bernanke – alzando i tassi o annunciando il loro rialzo nel momento sbagliato. Ecco perché Draghi ha tutto l’interesse a stressare i segnali negativi sulla crescita: dentro al consiglio ci sono sempre più Paesi (i nordici anzitutto) favorevoli allo stop al denaro a costo zero. Per l’Italia – gravata da un costoso debito pubblico – potrebbe diventare un serio problema.

Pochi giorni fa una battuta dell’austriaco Ewald Nowotny a proposito di un possibile aumento dei tassi nei primi mesi del 2019 ha fatto schizzare l’euro all’insù e costretto Francoforte a derubricare le sue come opinioni personali. Il calo del Pil europeo nel primo trimestre è un ottimo argomento a sostegno di un rinvio delle decisioni sulla fine del piano di acquisti, e dunque dell’aumento dei tassi. 

TRUMP DAZITRUMP DAZI
«La prima cosa che dobbiamo fare è posizionare quel che è successo nel contesto adeguato», capire se il rallentamento sia «temporaneo o permanente, se sia più una questione di offerta o di domanda». Come si temeva, a complicare i piani in Europa stanno contribuendo la decisione di Trump di introdurre dazi, che «può produrre un profondo e rapido effetto sulla fiducia delle imprese» e l’aumento dei rendimenti dei titoli pubblici americani fino al tre per cento.

mario draghi bazookaMARIO DRAGHI BAZOOKA


Draghi paventa persino «la reazione a qualsiasi restringimento non desiderato o non accettabile delle condizioni finanziarie che possa impattare sui prezzi». E usa un po’ di artifici retorici per allontanare una decisione che diventerà presto ineludibile, ovvero la fine del Quantitative easing. La pacchia sta finendo, e – dice il governatore italiano – i Paesi ad alto debito dovrebbero nel frattempo mettere fieno in cascina per prepararsi ad un’eventuale recessione. Nei palazzi della politica si parla solo di come non perdere voti in caso di ritorno alle urne.

Fonte: qui

MILANO, NOTTE DI PAURA: DUE MORTI E DUE FERITI GRAVI

RISSA TRA ROMENI E CI SCAPPA IL DECESSO PER EMORRAGIA CEREBRALE, COLTELLATA AL PETTO AD UN CINGALESE.  RAPINATI E FERITI DUE ITALIANI: UNA RAGAZZA VICINO ALLA STAZIONE ED UN ALTRO A CINISELLO BALSAMO


MILANO STAZIONE CENTRALEMILANO STAZIONE CENTRALE
Notte violenta a Milano: diverse le aggressioni, soprattutto per rapine, nelle strade della città dal centro all'hinterland.

STUDENTESSA ACCOLTELLATA IN VIA GAFFURIO
Verso le 21 di giovedì, una ragazza di 21 anni è stata  ferita con una coltellata all'addome mentre rientrava a casa all'altezza di via Franchino Gaffurio, in una zona Stazione Centrale.  Secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri, due stranieri avrebbero avvicinato la giovane per rubarle l'iPhone, poi l'avrebbero colpita all'addome con un'arma da taglio. A chiamare i soccorsi e' stata un'amica. La studentessa è stata trasportata in condizioni gravi alla clinica Città Studi ma poi il quadro clinico è apparso meno serio di quanto sembrasse e si trova fuori pericolo.

poliziaPOLIZIA
RISSA IN VIA PADOVA, UN MORTO

Rissa in via Padova: un romeno di 43 anni è stato aggredito ed è morto nella notte dopo il suo trasferimento in ospedale. Secondo la ricostruzione della polizia uno straniero lo avrebbe colpito al volto e poi sarebbe scappato. Tutto è avvenuto alle 21.30 circa, quando una volante della Questura è intervenuta all'uscita di un bar all'altezza del civico 179 per un'aggressione. La vittima, con numerosi precedenti, è stata soccorsa dal 118 inizialmente in codice verde, visto che le sue condizioni non sembravano preoccupanti. Poi però le condizioni dell'uomo si sono aggravate ed è morto verso l'1,30 per emorragia cerebrale.

ambulanzaAMBULANZA
BENGALESE ACCOLTELLATO E UCCISO IN  VIA SETTEMBRINI

Ucciso con una coltellata al torace durante una rapina in via Settembrini 47, a Milano. L'aggressione è accaduta alle 2.15 della notte tra giovedì e venerdì. Vittima un bengalese di 22 anni: trasportato d'urgenza all'ospedale Niguarda, è deceduto prima di arrivare al pronto soccorso. Sul caso indagano i carabinieri che stanno raccogliendo le immagini delle telecamere per individuare il responsabile e l'esatta dinamica della vicenda.

31ENNE RAPINATO E ACCOLTELLATO A CINISELLO BALSAMO

ambulanzaAMBULANZA
Paura in via Lecco a Cinisello Balsamo: un 31 enne italiano, incensurato, è stato rapinato e accoltellato nella notte tra giovedì e venerdì. Secondo la ricostruzione dei fatti, il giovane sarebbe stato avvicinato da due nordafricani che voleva portargli via quello che aveva addosso e gli avrebbero sferrato due fendenti all'addome e al torace per rapinarlo. L'uomo è stato trasportato in condizioni gravi all'ospedale Niguarda dove i medici lo stanno operando. E' in pericolo di vita. Sul caso indagano i carabinieri.

Fonte: qui

DOCUMENTI FALSI E PROTEZIONE DELLA CAMORRA: NAPOLI È DIVENTATO UNO DEGLI “HUB” DI SMISTAMENTO DEI MIGRANTI IRREGOLARI PIU’ IMPORTANTI DEL MEDITERRANEO

IL BUSINESS VIENE GESTITO DA ALGERINI E PAKISTANI, SU DELEGA DEI CLAN 

IL NUOVO FENOMENO: LA CONVERSIONE ALL’ISLAM DI FAMIGLIE CAMPANE CRISTIANE IN CAMBIO DI AIUTI ECONOMICI E PICCOLI LAVORI

Simone Di Meo per “il Giornale”

Tutto ruota attorno ai documenti falsi. Patenti, carte d' identità, tessere sanitarie e passaporti venduti, nei vicoletti del centro storico o nei sottoscala della Stazione centrale, laddove gli immigrati si mescolano e si confondono con la criminalità comune e la camorra, a prezzi tutto sommato accessibili: dai 300 ai 500 euro per comprare una nuova identità con cui girare indisturbati.
Gasry YacineGASRY YACINE

È seguendo la traccia della contraffazione che gli apparati investigativi e i Servizi italiani e stranieri guardano infatti al capoluogo campano come a uno degli «hub» di smistamento dei flussi migratori irregolari più importanti del Mediterraneo.

Un business che ora, secondo le note più aggiornate degli 007, gestirebbero in autonomia i gruppi di algerini e pakistani. 

La criminalità organizzata, che in passato ha operato in prima linea nell' affare, ha deciso di delegare tutto. Troppi rischi, troppa attenzione soprattutto con i «cani sciolti» dell'Isis a spasso.

I clan Contini e Mazzarella, quelli storicamente interessati alla falsificazione dei documenti, si fanno pagare una tangente e affidano l'aspetto organizzativo e operativo agli immigrati. Niente più stamperie controllate dalla malavita locale, quindi. Nessuna responsabilità.
ELMAHDI HALILIELMAHDI HALILI

Per aver messo su un giro del genere, viene espulso il 21 ottobre scorso dall'Italia un 27enne originario di Islamabad che aveva preso casa all'ombra del Vesuvio. E lo stesso reato costa l'incriminazione agli amici dell'attentatore dei mercatini di Natale di Berlino, Anis Amri.

Quattro tunisini, residenti tra Napoli, Caserta e Casal di Principe, che avevano fornito al terrorista islamico appoggio e documenti prima della missione di morte in Germania. Akram, Dhiaddine, Mohamed e Rabie Baazoui si occupavano di far arrivare in città i connazionali che volevano espatriare nei paesi del Nord Europa. In cambio di qualche banconota da 100 euro, fornivano loro le carte d'identità e un passaggio oltre il confine francese.
ELMAHDI HALILIELMAHDI HALILI

Da Napoli voleva invece scappare Gasry Yacine, condannato a 4 anni e 9 mesi, catturato dal Ros dei carabinieri il 15 dicembre scorso, nella stazione ferroviaria di Foggia. Yacine faceva parte del Fis algerino, il Fronte Islamico di Salvezza che predicava la guerra santa per l'indipendenza del Paese nord africano.

Guerra Santa di cui scrive, nel primo manuale di propaganda dell'Isis, il giovane Elmahdi Halili, finito in manette il 28 marzo scorso, su richiesta della Procura di Torino. Era in contatto con alcuni ambienti dell'estremismo islamico dell'area vesuviana. Una vasta porzione di territorio dove i servizi di sicurezza riscontrano uno strano fenomeno: la conversione al Corano di famiglie campane cristiane e battezzate in cambio di aiuti economici e piccoli lavori. In quell' area vive anche il ragazzino napoletano di 15 anni che ha deciso di diventare musulmano assumendo il nuovo nome di Karim Abdul.
Othman JridiOTHMAN JRIDI

Ma è tutta la provincia a preoccupare gli addetti ai lavori. Agli inizi di aprile, il 21enne algerino Othman Jridi arrivato due anni fa su un barcone in Sardegna è stato condannato a due anni e otto mesi per aver imboccato contromano la strada che porta al Santuario di Pompei. Gli inquirenti sospettano che volesse compiere qualche azione dimostrativa, e per questo hanno trasmesso gli atti alla Procura Antiterrorismo di Napoli. Che indaga anche sulla strana «sparizione» della 15enne Rosa Di Domenico. Rapita da un pakistano che l' ha rilasciata dopo nove mesi, ha offerto agli investigatori un racconto del suo allontanamento che è assai poco credibile. In totale, sono state 76 le utenze telefoniche sotto controllo per terrorismo nel 2017.

Fonte: qui