9 dicembre forconi: 11/07/16

lunedì 7 novembre 2016

Fbi chiude indagine Clinton,Trump teme ko

Nessun capo d'accusa per la candidata

Scatto Hillary Clinton a 48 ore dal voto per la Casa Bianca. Tutti i sondaggi di questo weekend che precede l'Election Day vedono la candidata democratica accelerare verso il traguardo e in vantaggio nello sprint finale. Con l'impetuosa rimonta di Donald Trump che sembra aver esaurito la sua spinta. 


Ma la vera bomba alla vigilia del voto e' la nuova lettera del numero uno dell'Fbi, James Comey, al Congresso. Una lettera in cui certifica, senza giri di parole, che l'indagine sulle email di Hillary Clinton e' chiusa. Tutte sono state esaminate, senza che sia stata trovata traccia di illeciti. Per questo - scrive Comey - non ci sara' nessuna richiesta di incriminazione dell'ex segretario di stato.
"Valgono le stesse conclusioni del luglio scorso", afferma, quando l'Fbi bacchetto' Clinton per la disinvolta e imprudente gestione del suo account privato di posta elettronica ma non riscontro' reati. Un colpo durissimo per Trump, forse quello del ko. Mentre la candidata democratica, dopo la 'sorpresa d'ottobre' che l'aveva fatta precipitare nei sondaggi, tira un enorme sospiro di sollievo. Si dice soddisfatta e ora guarda con grande ottimismo a martedi' 8 novembre. Anche perche' nelle ultime ore a spingere la candidata democratica ci sono soprattutto gli elettori ispanici, che hanno approfittato del fine settimana per recarsi in massa alle urne per il voto anticipato. Con i dati sull'affluenza in stati chiave come la Florida o il Nevada che fanno sorridere la campagna della Clinton. Anche se finora non si e' registrato il boom del 2008 quando in gara c'era Barack Obama.

Redazione ANSA 

Trump: sistema truccato,Hillary protetta

Reazione candidato repubblicano a chiusura indagini Fbi

(ANSA) - NEW YORK, 6 NOV - "E' un sistema truccato. E Hillary Clinton e' protetta": questa la prima reazione di Donald Trump durante un comizio a Minneapolis alla notizia che l'Fbi ha chiuso le indagini sulle email della candidata democratica.

SECONDO LA NBC, GLI HACKER AMERICANI HANNO VIOLATO LE RETI STRATEGICHE RUSSE

E SONO PRONTI A COLPIRE NEL CASO I PIRATI INFORMATICI DI PUTIN INTERVENGANO NELLE PRESIDENZIALI USA 

MOSCA: “SE NON VI SARÀ UNA SMENTITA UFFICIALE CONSIDEREREMO TUTTO QUESTO COME UN ATTO DI TERRORISMO DI STATO”

Guido Olimpio per il “Corriere della Sera”

HACKERSHACKERS
I cyber terroristi americani hanno violato le reti strategiche russe e sono pronti a colpire nel caso gli hacker di Mosca interferissero nelle presidenziali Usa. Un avviso di rappresaglia, un segnale di deterrenza. Ma il fatto stesso che la notizia sia stata passata alla rete Nbc la rende meno pesante, ma nulla toglie al pessimo clima nei rapporti tra i due rivali.

La rete televisiva, che aveva già rivelato giorni fa la possibilità di una ritorsione, ha sostenuto che i commandos digitali si sono intrufolati nel network del Cremlino e in altri apparati sensibili della Russia, quindi hanno organizzato quella che potrebbe diventare un'imboscata nel caso accada qualcosa l' 8 novembre. Una mossa dopo che i pirati del gruppo Guccifer 2.0 - considerati dall' intelligence vicino ai russi - hanno detto di «monitorare dall' interno» la consultazione.

HACKER 1HACKER 
Minaccia velata legata a quella di possibili incursioni contro il sistema elettorale, un'ipotesi peraltro evocata a più riprese da Washington durante la campagna. Le indiscrezioni dell'emittente hanno innescato il commento duro del Cremlino: «Attendiamo spiegazioni, se non vi sarà una smentita ufficiale considereremo tutto questo come un atto di terrorismo di Stato». Poi la rassicurazione a consumo interno: «Siamo pronti a fronteggiare qualsiasi minaccia».

Le schermaglie, che vanno sempre scremate della propaganda, non si allontanano da quanto le due potenze stanno organizzando da tempo. Il Cyber Command statunitense, nato nel 2009, ha ricevuto indicazioni precise e strategiche da molto tempo. I suoi uomini devono fortificare lo scudo, ampliare le protezioni per neutralizzare i colpi degli hacker avversari. Siano quelli legati ai servizi di Mosca o appartengano a grandi gruppi criminali. Oppure «armati» dalla Cina e dai nordcoreani.
HACKERHACKER

Ma dalla difesa i soldati senza fucile devono passare rapidamente all' offesa, duplicando via web quello che avviene sul campo di battaglia. Ed ecco le operazioni speciali affidate a unità d' élite, alcune delle quali già impiegate nel contrasto dello Stato Islamico. Attività condotte insieme alla Nsa e alla Cia.

Ma invece che agire dietro le linee, si infilano negli apparati elettronici, nei siti, nei database, negli uffici, nelle strutture industriali per carpire informazioni, sabotare, danneggiare. E se non bastano le tattiche veloci, il piano prevede offensive più ampie, che devono saturare gli obiettivi dell' avversario.

HACKERHACKER
Gli ordini partono dalla base di Fort Meade, Maryland, costruita non a caso a fianco della Nsa, e sono poi distribuiti in una serie di «sotto-centri» dove operano marines, avieri, marinai, soldati. Questo per coprire un ampio spettro di interventi e su più livelli.
I mezzi usati da amici o nemici consentono un' operatività nell' arco delle 24 ore. In teoria non c' è mai una tregua.

Tutti spiano, tutti conducono ricognizioni nel cyber spazio. A Washington tracciano le visite degli «indiscreti», non sempre identificabili con sicurezza. Una volta acchiappavano la spia e, alla fine, sapevano da dove veniva. Poteva anche essere oggetto di uno scambio. Ma nella guerra via computer la prova spesso non c' è oppure può essere truccata.
Hai il sospetto sul Paese X e invece è lo Stato Y. La «falsa bandiera», la manovra con la quale gli 007 fanno ricadere la responsabilità su un altro può diventare la costante, uno schermo per aumentare la confusione. La carta ideale nella sfida selvaggia tra Trump e la Clinton.

Fonte: qui