9 dicembre forconi: 06/08/19

sabato 8 giugno 2019

I VICINI DIFENDONO MARCELLINO IACHI BONVIN, IL TABACCAIO DEL CANAVESE CHE HA UCCISO UN LADRO MOLDAVO DI 24 ANNI

“AVEVA GIÀ SPARATO MA ERA ESASPERATO” 
“CINQUE VOLTE SONO ANDATI A RUBARE. HA FATTO BENE A SPARARGLI: NON SE NE PUÒ PIÙ”
NEL PAESE APPLAUSI PER FRANCO "ERA ESASPERATO DAI TROPPI FURTI"
Lodovico Poletto per “la Stampa”

Il primo colpo, il signor Franco lo ha sparato dal balcone del secondo piano della sua villetta, mentre la sirena dell' allarme urlava e i ladri scardinavano il cambia monete della tabaccheria automatica. «Ha fatto benissimo», dice la nipote Roberta Carla, sette ore più tardi. E mostra la mano con le dita ben distanziate: «Cinque volte sono andati a rubare.
marcellino iachi bonvin con moglie e figlioMARCELLINO IACHI BONVIN CON MOGLIE E FIGLIO
Ha fatto bene a sparargli: non se ne può più».

Il secondo colpo lo ha esploso nel cortile. E stavolta ha centrato il ladro. Quindi ha chiamato la polizia e soccorsi perché c' era un uomo con ancora il cappuccio in testa che agonizzava sul marciapiede. Poi è corso in casa, perché Marcello Iachi Bonvin - detto Franco - è un uomo di quasi 70 anni, e ed è tutt' altro che Tex Willer o un vendicatore pronto a tutto. E veder morire quel ragazzo lo ha sconvolto.

Alle 13 gli operai della Dyco, la fabbrica che è quasi di fronte al cancello della villetta, ma è nel Comune di Ivrea, escono in pausa pranzo. Passa una Lancia Y grigia e il lavoratore in tuta seduto accanto al conducente abbassa il finestrino e urla così: «Bravo! Hai fatto bene Franco! Bravo». È un attimo. E arrivano due ragazze: «Meno male che qualcuno reagisce. Se ha sparato è perché non ne poteva più. Pover' uomo, quelli erano armati. E lo hanno aggredito. Se non sparava lui, lo facevano loro». Ed è un tam - tam. «Franco è in galera».
«Franco adesso rischia», Franco qui e franco là. «Bisogna difenderlo».
il caso di marcellino iachi bonvinIL CASO DI MARCELLINO IACHI BONVIN

E così la signora Simona Scicchitano, che gestisce il negozio di intimo «La Gioconda», che è su questa strada ma a un paio di chilometri dalla tabaccheria, salta in macchina e va a vedere di persona che cosa accade laggiù dove ci sono le volanti della polizia. Curiosa un po' in giro poi telefona a qualcuno: «Non c' è, è ancora in questura. Speriamo bene». Lo conosce? «Io poco.

Ma adesso scendiamo in strada per difenderlo. Ha fatto bene a sparare». Il suo «Scendiamo in strada» significa che lunedì o martedì i commercianti con negozi che si affacciano su questo nastro d' afalto che unisce Ivrea a Pavone faranno una fiaccolata per sostenere il tabaccaio. «Lo hanno derubato così tante volte che ha perso il conto: e molti di noi hanno avuto lo stesso problema. Una fiaccolata per lui è il minimo.

il caso di marcellino iachi bonvinIL CASO DI MARCELLINO IACHI BONVIN
Franco è uno di noi. E tutti noi avremmo potuto ritrovarci nelle stesse condizioni sue». E così il tam-tam si arricchisce di voci. Di idee. Di ricostruzioni a volte fantasiose. Il tweet del ministro dell' Interno raccoglie applausi: «Se anche lui dice che ha fatto bene allora vuol dire che ha rischiato».

Ecco, adesso davanti alla casa color pesca, dove vive e lavora il tabaccaio, dove al pianterreno c' è il bar gestito dai figli e accanto una casetta con il distributore automatico di sigarette, snack e bevande, c' è un sacco di gente. «Franco» arriva su una Jeep nera. Ma non si vede in viso. Stretto in un giubbottino blu, e con il cappuccio calato in testa, scende di corsa e s' infila dentro casa. Ha bisogno di silenzio. E di riposo. La ribalta davanti alle telecamere non gli interessa.

Il sindaco del paese, Endro Giacomo Bevolo, in sella da pochi giorni, dice che gli è «umanamente vicino». «Non stiamo parlando di uno scapestrato, ma di un signore con la testa sulle spalle che sta passando attraverso un' esperienza complicata». Lo conosce? «So che è stato consigliere comunale una ventina di anni fa. Che le devo dire? Non stiamo parlando di fanatico delle armi, ma di un pensionato che ha faticato tutta la vita».
la rapina nella tabaccheria di marcellino iachi bonvinLA RAPINA NELLA TABACCHERIA DI MARCELLINO IACHI BONVIN

E la politica? «Lasci perdere, quella non c' entra nulla con questa storia. E poi la mia lista era indipendente: la Lega se è quello che vuole sapere, ne appoggiava un' altra».
Ma alle Regionali il partito di Salvini ha incassato il 40 per cento. E l' insofferenza verso i «troppi furti che ci sono da queste parti» è un sentimento che quasi puoi toccare. Che fa dire a qualcuno: «Preferisco tacere. Perché se parlo di più finisco in galera».

E il finale è più o meno questo: «Ci fossero più persone come Franco ci sarebbero meno malviventi in giro». Che poi è quel che pensano in tanti. E mentre i poliziotti passano al setaccio la zona alla ricerca delle ogive sparate dalla 357 Taurus del signor Franco - che ha anche un' altra pistola in cassaforte - al bar di stradale Torino, davanti a un caffè, c' è chi giura che qui ladri hanno già colpito in zona. E Franco era solo una delle tante vittime.
Quella che, però, ha reagito. E ha sparato.
marcellino iachi bonvinMARCELLINO IACHI BONVIN

SOLO CONTRO TRE RAPINATORI, SPARA E NE UCCIDE UNO
 Filippo Facci per “Libero quotidiano”

Il Canavese è una zona tranquillissima di gente tranquillissima, piemontesi da proverbio, per il resto questa storia sembra di averla già sentita: un tabaccaio, una tentata rapina, minacce, colluttazioni, e una pistola - legalmente detenuta - che spara e uccide un giovane moldavo, così come era moldavo il 29enne che nel tardo 2018 spaccò il vetro di una finestra e svegliò di soprassalto il proprietario di un' officina, Fredy Pacini, che sparò cinque colpi due dei quali andarono a segno. Fredy Pacini è stato recentemente assolto, ma dopo un calvario mediatico-giudiziario che la nuova legge sulla legittima difesa, ora, dovrebbe evitare. Sarà così? Il paragone regge?

Vediamo. Anzitutto la dinamica. Il silenzio notturno di Pavone Canavese (3800 abitanti vicino a Ivrea, anche se appartiene alla città metropolitana torinese) poco dopo le 3 è squassato da 7 colpi di pistola. In via Torino, proprio al confine con San Bernardo Canavese, c' è il bar tabacchi «Winner Point» che è incastonato in una villetta che appartiene a Marcellino Franco Iachi Bonvin, che da anni è titolare e gestisce coi figli l'esercizio.

la rapina nella tabaccheria di marcellino iachi bonvinLA RAPINA NELLA TABACCHERIA DI MARCELLINO IACHI BONVIN
Lui abita al piano di sopra, e la villetta, a lato, a fianco della macchinetta notturna per le sigarette, ha un cancello che introduce nei tre lati interni che delimitano la proprietà, dove il proprietario tiene la macchina e dove c' è l' ingresso dal retro della tabaccheria, tutto ben recintato. In esterno c' è anche una telecamera, messa dopo che alla tabaccheria ci sono stati 7 complessivi furti o tentativi di furto. Non è proprio un tabacchino: il Winner Point è anche ricevitoria, punto Sisal, corse, Lotto, si pagano le tasse automobilistiche e le bollette, si comprano i biglietti per i concerti, per le partite della Juve e del Torino, e poi c' è il bar.

Normale che ci sia un cambiamonete, caricato con 2000 euro: così i ladri arrivano con un furgone bianco e prima forzano il cancello, poi la porta di servizio e poi il cambiamonete: tutto con un palanchino, che è tipo un piede di porco ma grosso e robusto perché si usa nelle miniere per smuovere massi.

È un' arma? Lo è. Comunque il proprietario sente i rumori degli scassi, si sveglia e con lui i familiari, che cerca di tranquillizzare - moglie e due figli - e poi prende la sua 357 Magnum a tamburo ed esce sul terrazzo, vede tre ladri incappucciati e spara: ma in aria. I tre non se ne curano troppo, e lui scende in cortile, dove i tre avevano già caricato sul furgone tutto il cambiamonete per scassinarlo poi comodamente da qualche parte. E qui, tra urla e minacce, c' è - come si dice - una colluttazione, termine che leggiamo sempre, che non ha sinonimi ma che significa «rissa, zuffa, baruffa, lotta furibonda per sopraffare qualcuno o non esser sopraffatto».
marcellino iachi bonvin e la rapina nella sua tabaccheriaMARCELLINO IACHI BONVIN E LA RAPINA NELLA SUA TABACCHERIA

Gli altri erano in tre, con un palanchino. E Marcellino Franco Iachi Bonvin a un certo punto spara, più volte, forse cinque: e colpisce al petto uno dei tre, che dopo qualche metro crolla a terra. È un moldavo incensurato di 24 anni. Gli altri due scappano. Tutto questo avviene all' interno della sua proprietà? Sì. Il moldavo stava scappando? Difficile crederlo: a meno che corresse all' indietro, visto che è stato preso al petto.

LA TELEFONATA
A quel punto il tabaccaio telefona alla polizia e al terzo figlio, il più grande, che vive altrove. In commissariato e poi in procura, davanti al procuratore capo di Ivrea Giuseppe Ferrando e al pm titolare del fascicolo, Giuseppe Drammis, decide temporaneamente di avvalersi della facoltà di non rispondere. È molto provato, come ammetterà il procuratore nel definirlo «una persona pacata che vive in una famiglia normale».
la rapina nella tabaccheria di marcellino iachi bonvinLA RAPINA NELLA TABACCHERIA DI MARCELLINO IACHI BONVIN

Verrà riascoltato da lunedì. Intanto risulta sotto indagine per «eccesso di legittima difesa», come il copione prevede in ogni caso. Intanto la polizia scientifica trova in casa altre armi: ma sono tutte regolarmente denunciate, tutte comprate dopo i furti precedenti.

Per comprendere appieno in che termini possa essere applicata la nuova legge sulla legittima difesa occorrerà riscontrare il racconto dell' uomo con le risultanze della polizia scientifica, com' è giusto e normale. Il resto è colore: la famiglia che si schiera con lui, gli operai della fabbrica di fronte che pure lo difendono, le sfilate di sindaci e solidali vari. In un comune dove la Lega ha preso il 40 per cento, e dove - risuona da ogni parte - «la nuova legge sulla legittima difesa è stata fatta proprio per uno come lui, che ha lavorato onestamente per tanti anni». E che forse, di mettersi a sparare, non aveva nessuna voglia.

Fonte: qui

GERMANIA, LA PRODUZIONE INDUSTRIALE VA PEGGIO DEL PREVISTO: AD APRILE -1,9. ANCHE IL PIL RALLENTA: PER IL 2019 PREVISTO LO 0,6

IL CALO DELL'ATTIVITÀ PRODUTTIVA COMPLESSIVA SECONDO GLI ANALISTI DOVEVA ESSERE DI -0,5% 

SU BASE MENSILE, LE ESPORTAZIONI SONO SCESE DEL 3,7 PER CENTO E LE IMPORTAZIONI DELL’1,3

angela merkelANGELA MERKEL
  
La Germania si risveglia raggelata dai dati sulla produzione industriale di aprile. Il calo è più ampio di quanto previsto dagli analisti: -1,9 per cento rispetto a marzo, mentre sull’anno la diminuzione è dell’1,8%. Gli esperti prevedevano un calo congiunturale pari a -0,5 per cento.

Le notizie non sono buone nemmeno sul Pil perché le stime di crescita sono state tagliate dalla Bundesbank allo 0,6 per cento nel 2019 contro l’1,6 indicato in precedenti previsioni. Nel 2020 le cose, secondo la banca centrale tedesca, andrebbero meglio con una crescita dell’1,2 ma sempre con un tasso inferiore da quanto stimato in precedenza (1,6). Il taglio delle stime sul Pil della Bundesbank seguono quelle del governo tedesco che ad aprile aveva rivisto le stime di crescita allo 0,5 per cento quest’anno indicando però un aumento del Pil dell’1,5 per cento nel 2020.
angela merkel in costumeANGELA MERKEL IN COSTUME


Quanto al cosiddetto avanzo commerciale, questione annosa per Berlino anche rispetto alle regole dell’Ue, la Germania ha registrato in aprile un avanzo commerciale di 17 miliardi di euro, in calo rispetto ai 20 di marzo (i dati in questo caso sono quelli pubblicati dall’Ufficio federale di statistica). Su base mensile, le esportazioni sono scese del 3,7 per cento e le importazioni dell’1,3.
ANGELA MERKEL GIOCA CON PHON E PALLINAANGELA MERKEL GIOCA CON PHON E PALLINA












GERMANIA
Michelangelo Colombo per www.startmag.it

CHE COSA HA DECISO LA BUNDESBANK La banca centrale tedesca ha tagliato le stime di crescita della Germania portandole allo 0,6% nel 2019 rispetto all’1,6% precedentemente indicato e all’1,2% nel 2020 (sempre 1,6% in precedenza).
 
LA REVISIONE DELLE STIME ANCHE DEL GOVERNO Secondo la Bundesbank l’inflazione nel Paese sarà dell’1,4% quest’anno e dell’1,5% il prossimo. Il taglio delle stime sul Pil della Bundesbank seguono quelle del governo tedesco che ad aprile aveva rivisto le stime di crescita allo 0,5% quest’anno indicando però un aumento del pil dell’1,5% nel 2020.
 
COME CALA LA PRODUZIONE INDUSTRIALE Non sono finite qui le pessime notizie per Berlino. La produzione industriale tedesca è scesa dell’1,9% su mese ad aprile, dopo due mesi di segno positivo, secondo i dati destagionalizzati.
 
IL CALO TENDENZIALE Si tratta di un calo ben più significativo di quanto previsto (-0,5)%. Su base tendenziale il calo è stato dell’1,8%. La produzione manifatturiera è scesa del 2,5% congiunturale. Dopo due mesi di aumenti della produzione, i segnali sul fronte economico non sono positivi. Gli ordini registrano un piccolo rialzo ad aprile, dopo un aumento ben piu’ significativo il mese prima, indice che il rallentamento persiste.
mattarella merkelMATTARELLA MERKEL
 
LO STATO DELL’INDUSTRIA MANIFATTURIERA
L’industria manifatturiera mostra un calo diffuso a tutti le attività: beni capitali -3,3%, semilavorati -2,1%, beni di consumo -0,8% ed energia -1,1%. La debolezza dell’industria, motore dell’economia tedesca ed europea, ha provocato il taglio drastico delle previsioni di crescita da parte della Bundesbank e di altre organizzazioni internazionali.
 
merkelMERKEL
LA BILANCIA COMMERCIALE Oggi sono stati diffusi anche i dati sulla bilancia commerciale nello stesso mese che vede un surplus in calo: le sportazioni sono state pari a 109,7 miliardi ad aprile e l’import a 91,7 miliardi. L’Europa ha assorbito 63,8 miliardi di merci tedesche, cioè il 3,5% in meno di un anno prima, mentre l’export verso paesi terzi e’ aumentato del 4% su anno a 45,8 miliardi. Quindi anche su questo fronte la Germania continua a soffrire sotto il peso delle tensioni commerciali mondiali.

Fonte: qui