9 dicembre forconi: 11/05/17

domenica 5 novembre 2017

UN’INCHIESTA DEL “GUARDIAN” RIVELA IL PIU’ ATROCE DEI SEGRETI DEI CONFLITTI IN LIBIA E NEI PAESI ARABI IN GUERRA

PER NEUTRALIZZARE PSICOLOGICAMENTE I NEMICI, LI SI TORTURA CON MANICI DI SCOPA 

IL RACCONTO DI UN EX DETENUTO DEL CARCERE DI TOMINA

La violenza maschile viene utilizzata sistematicamente in Libia come strumento di guerra secondo diverse testimonianze raccolte dagli investigatori. Il lavoro di un gruppo a Tunisi e racconti drammatici raccolti da un giornalista di Le Monde tra le vittime, spesso corredate da filmati, danno il quadro di un orrore che va oltre le parole: tra gli abusati uomini sodomizzati da vari oggetti come razzi e manici di scopa.

La violenza degli uomini: il segreto più oscuro della guerra è il titolo di un reportage del Guardian pubblicato oggi sul sito online del quotidiano inglese. Sono testimonianze, oltre, molto oltre lo sconcerto. Vittime gettate in celle con altri detenuti con il compito di abusarne. Se non si adempiva al compito il rischio era quello di venire uccisi.

GHEDDAFI SODOMIZZATOGHEDDAFI SODOMIZZATO
L'atrocità viene perpetrata per umiliare e neutralizzare gli avversari. Lo stupro maschile è un tabù nelle società arabe. Chi lo subisce si sente troppo danneggiato per rientrare nella vita politica, militare o civile. Un uomo, Ahmed, ha detto agli investigatori che è stato detenuto per quattro anni in un carcere a Tomina, alla periferia di Misurata.

"Ti separano perché sia più facile rovinarti la vita, massacrarti. Sottomettere gli uomini è l'espressione che usano. Fanno questo per non permetterti di rialzare mai più la testa. Mentre filmano le atrocità. Di norma prendono una scopa e la fissano sul muro. Se vuoi mangiare, dovrai togliere i pantaloni, tornare al chiodo dove è fissata la scopa e non spostarti finché il carceriere non vedrà che il sangue scorre. Nessuno può scappare".

Fonte: qui


CIRCOLANO MOLTE FALSE INFORMAZIONI SUL CANCRO

E SE ALCUNE DI ESSE POSSONO ESSERE INNOCUE, ALTRE INCIDONO NEGATIVAMENTE SUI COMPORTAMENTI DELLE PERSONE 

DALLE CARNI AL RUOLO DELLA RADIOTERAPIA, DAI TRAUMI A CUCINARE CON IL MICROONDE, ECCO QUALCHE CHIARIMENTO


LINFOCITI ATTACCANO UNA CELLULA TUMORALELINFOCITI ATTACCANO UNA CELLULA TUMORALE
Nessuna malattia come il cancro è oggetto di miti e credenze. «Qualche anno fa l'American Cancer Society ha commissionato un sondaggio su alcune false credenze in materia di cancro per vedere quanto fossero diffuse» spiega Paolo Vineis, responsabile dell'Unità di ricerca in epidemiologia e genetica molecolare alla Human Genetics Foundation (HuGeF) di Torino.

«I risultati sono sconcertanti: un intervistato su quattro pensa che non è necessario modificare il proprio stile di vita in età giovanile per prevenire la malattia, tre persone su dieci sono convinte che i cellulari facciano venire il cancro (anche se si tratta di un argomento ancora molto controverso e oggetto di studio, per il quale non vi sono prove scientifiche definitive)».
TUMORE AL COLONTUMORE AL COLON

TEORIE DEL COMPLOTTO
Le credenze errate possono anche portare gli individui a comportarsi in modo negativo per la salute: per esempio la convinzione che operare un cancro può portare alla disseminazione delle cellule maligne, o che la radioterapia sia più pericolosa della malattia stessa possono indurre la persona a rifiutare cure che costituiscono invece la sua possibilità di salvezza.

L'American Cancer Society segnala anche che il 28% degli intervistati è convinto che esista già una cura definitiva per il cancro, ma che per qualche ragione viene tenuta nascosta.

E allora facciamo chiarezza sui diversi "Si dice che..."

1. LA MAGGIOR PARTE DELLE PERSONE CHE HANNO UN CANCRO HA UN FAMILIARE MALATO - FALSO
TUMORE DEL SANGUETUMORE DEL SANGUE
La maggior parte dei tumori non è ereditaria. Solo una percentuale compresa tra il 5% e l'8% è ereditaria. La confusione nasce dal fatto che si dice spesso che il cancro è una "malattia genetica". Una malattia dei geni, però, non è una malattia ereditaria: i geni possono infatti mutare in età adulta, oltre che essere ereditati in una determinata forma dai genitori. Ed è importante ricordare che ereditare un gene mutato che aumenta il rischio di un tumore non significa necessariamente sviluppare il cancro nel corso della propria vita.

2. DOPO ANNI CHE SI FUMA, SMETTERE È INUTILE - FALSO
TUMORE DEL SANGUETUMORE DEL SANGUE
Perché gli studi dimostrano che benché il rischio non si azzeri del tutto, le probabilità di ammalarsi di tumore del polmone si riducono quando si smette di fumare e dopo 10 anni dall'ultima sigaretta il rischio di morire a causa di questo tumore sono circa la metà rispetto a quelle di un fumatore. E anche il rischio di ammalarsi di altri tumori legati al fumo (molti tumori testa-collo, vescica, fegato, reni, pancreas, ovaio, stomaco eccetera) si riduce progressivamente più aumenta il tempo senza fumo. Ogni sigaretta in più aumenta il rischio, quindi in qualsiasi momento una persona decida di smettere di fumare, ne avrà comunque un guadagno.

3. FARE ESERCIZIO FISICO PREVIENE IL CANCRO - VERO
FOTO SHOCK SUI PACCHETTI DI SIGARETTEFOTO SHOCK SUI PACCHETTI DI SIGARETTE
Alcuni tipi di cancro sono sensibili agli effetti del movimento, che ne riduce l'incidenza: la relazione diretta è stata dimostrata per il cancro del colon, dell'endometrio e del seno, mentre per altri, come quello della prostata, i dati non sono ancora sufficienti per trarre conclusioni definitive.

Anche se il meccanismo per cui l'attività fisica esercita un'azione anticancro non è ancora del tutto chiaro per alcuni tumori, chi fa sport si ammala meno di chi conduce una vita sedentaria perché il movimento induce l'organismo a produrre sostanze protettive o a ridurre il livello di infiammazione dell'organismo e le concentrazioni di sostanze pro-cancro (come alcuni ormoni femminili o l'insulina).

sigaretteSIGARETTE
Non si sa neanche a che età è meglio cominciare, ma questo vale solo per il cancro: l'esercizio, infatti, è utile per la prevenzione delle malattie cardiovascolari e per evitare l'osteoporosi. Per questi obiettivi, prima si comincia meglio è.

4. CIÒ CHE UNO FA DA GIOVANE HA UN IMPATTO LIMITATO SUL RISCHIO DI AMMALARSI DI CANCRO IN ETÀ AVANZATA - FALSO
Poiché molte delle abitudini di vita acquisite durante l'infanzia o l'adolescenza hanno un forte impatto sul rischio di ammalarsi di cancro anche da anziani. Basta pensare all'importanza dell'alimentazione corretta o al fumo (abitudine spesso acquisita nell'adolescenza).
sigaretteSIGARETTE

Si può sempre correggere un comportamento errato, ma non acquisirlo per niente è comunque la migliore strategia di prevenzione.
In questo campo giocano un ruolo fondamentale gli educatori (genitori, insegnanti) che devono essere di esempio: è inutile insistere con un adolescente perché non fumi, se i genitori 'bruciano' un pacchetto di sigarette al giorno.

5. CUCINARE CON IL MICROONDE PROVOCA TUMORI - FALSO
Non c'è alcuna relazione tra questi due fattori. I forni a microonde, come peraltro le radio, emettono campi elettromagnetici a radiofrequenza. Sono stati svolti diversi studi in merito, e si è verificato che non ci sono rischi per la salute. Peraltro, i microonde sono schermati: solo gli apparecchi molto vecchi, deteriorati o con la porta che non chiude bene potrebbero essere potenzialmente pericolosi (perché scaldano i tessuti), ma solo se si sosta a lungo nelle loro vicinanze mentre sono in funzione.
FORNO A MICROONDEFORNO A MICROONDE

I TRALICCI DELL'ALTA TENSIONE PROVOCANO TUMORI INFANTILI - NÉ VERO NÉ FALSO
Non c'è ancora certezza scientifica in materia. Questa incertezza è legata soprattutto al fatto che non è semplice condurre ricerche per provare l'esistenza di un legame causa-effetto tra i campi elettromagnetici ad alta frequenza, che sono quelli generati dalle linee elettriche, e lo sviluppo di alcuni tumori infantili (in particolare leucemie) e i risultati degli studi sono spesso contrastanti.

Sulla base di analisi approfondite dei dati disponibili, l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (International Agency for Research on Cancer, IARC) ha comunque concluso che i campi elettromagnetici generati dai tralicci dell'alta tensione debbano essere considerati come un "possibile cancerogeno per l'uomo".

inquinamento londra2INQUINAMENTO LONDRA2
"Possibile cancerogeno per l'uomo" è la più bassa delle tre categorie ("cancerogeno per l'uomo", "probabilmente cancerogeno per l'uomo", "possibilmente cancerogeno per l'uomo") usate dalla IARC per classificare le prove scientifiche relative ad agenti ambientali. Le conclusioni della IARC sono state poi rafforzate da quelle ottenute dall'Organizzazione mondiale della Sanità che ha condotto una propria valutazione dei dati scientifici disponibili.

"Possibile cancerogeno per l'uomo" è una classificazione usata per definire un agente per il quale esista una limitata prova di cancerogenicità nell'uomo e una prova meno che sufficiente negli animali da esperimento (nei modelli sperimentali).

La classificazione è basata sulla solidità delle prove scientifiche disponibili, non su quanto elevato sia il rischio. 
Ad oggi la situazione non si è ancora chiarita, ma gli esperti sostengono che, nel caso il legame esistesse, riguarderebbe solo una percentuale molto bassa di bambini (tra 1% e 4% di quelli esposti al livello più elevato), mentre non ci sarebbe un aumento degno di nota del rischio per i bambini esposti a campi elettromagnetici a livello basso, quello al quale la maggior parte di noi è esposto.
inquinamentoINQUINAMENTO

6. I COLPI E I TRAUMI POSSONO PROVOCARE IL CANCRO - FALSO
Si tratta di una credenza antica, che ha avuto qualche successo anche tra i medici all'inizio del Novecento. Probabilmente è vero il contrario: un tumore può rendere una parte del corpo vulnerabile agli incidenti (per esempio un tumore osseo). Talvolta proprio grazie a una visita medica casuale per curare un piccolo trauma si notano rigonfiamenti sospetti. Le persone prestano più attenzione a una parte del corpo dolorante: il colpo non fa venire il tumore, fa scoprire un tumore che già c'era.

7. PER IL CANCRO AL POLMONE, È PIÙ RISCHIOSO VIVERE IN UNA GRANDE CITTÀ CHE FUMARE - FALSO
bacon epic meal timeBACON EPIC MEAL TIME
L'inquinamento atmosferico provoca molte malattie polmonari (asma, bronchiti croniche), incluso il cancro del polmone, ma i tumori dovuti al fumo di sigarette sono molto più numerosi di quelli dovuti all'inquinamento. L'inquinamento aumenta l'infiammazione polmonare, che può favorire un tumore nelle persone già predisposte. Tra queste ci sono ovviamente i fumatori, che sommano l'effetto cancerogeno della sigaretta all'effetto negativo dell'infiammazione stessa.

8. OGGI CI SI AMMALA DI CANCRO PIÙ DI UN TEMPO - NÉ VERO NÉ FALSO
Perché se alcuni tipi di tumore, come quello al polmone nelle donne, sono in crescita, altri, come quello del collo dell'utero o dello stomaco sono diminuiti. Numericamente ci sono più tumori ma ciò è dovuto al fatto che è aumentata l'età media della popolazione e che di cancro ci si ammala soprattutto in età avanzata. Inoltre il miglioramento delle capacità diagnostiche consente di trovare più tumori, che quindi risultano più frequenti di un tempo, ma in compenso si muore di meno.

carne salsicce bacon 3CARNE SALSICCE BACON 3
9. GRIGLIARE LA CARNE PRODUCE SOSTANZE CANCEROGENE - VERO
Anche se la dimostrazione certa è stata ottenuta solo in modelli animali. D'altro canto esiste un rischio quantificabile solo se si mangia carne grigliata (e soprattutto carne cotta al barbecue con carbonella) con una frequenza almeno giornaliera.

Principali imputati per l'aumento del rischio sono le amine eterocicliche e gli idrocarburi policiclici aromatici, sostanze chimiche che derivano dalla trasformazione delle proteine della carne sottoposte a temperature elevate. 

Non bisogna dimenticare però che le altre modalità di cottura non sono prive di rischio: per esempio stufati e fritti contengono generalmente più grassi, e quindi sono nocive per la salute del cuore e dei vasi.

La strategia più corretta è quella di gustare raramente la grigliata, ma di farlo in tranquillità, evitando magari di consumare le parti grasse bruciate, che sono quelle più pericolose, e scegliendo carni meno grasse come per esempio il pollo, avendo cura però di eliminare la pelle.

10. INTERVENIRE CHIRURGICAMENTE PER ASPORTARE UN CANCRO PUÒ FAVORIRNE LA DIFFUSIONE - FALSO
carne salsicce bacon 1CARNE SALSICCE BACON 
Si tratta di una falsa convinzione datata primi del Novecento, quando molti interventi per asportare tumori venivano effettuati quando in realtà il paziente aveva già metastasi. Il fatto che poco dopo l'operazione si presentasse un nuovo tumore in un altro organo ha dato origine a questa credenza. Inoltre è effettivamente possibile che, asportando solo parzialmente un tumore, alcune cellule rimaste in sito possano dar luogo a metastasi, ma questa evenienza è diventata rara con lo sviluppo delle tecniche chirurgiche moderne e soprattutto degli strumenti diagnostici come la PET, che sono in grado di individuare anche tumori di poche cellule. Inoltre, per eliminare le cellule "sfuggite", oggi si dispone della radioterapia e di altre strategie più o meno "intelligenti".

11. LA RADIOTERAPIA PUÒ PROVOCARE IL CANCRO - VERO
Però la frequenza con cui ciò accade è molto inferiore al rischio di morire per un tumore già esistente non sufficientemente curato. La radioterapia, che consiste nell'emettere raggi X verso le cellule tumorali al fine di distruggerle, può favorire anche le mutazioni genetiche nelle cellule sane.

La maggior parte di questi danni al DNA viene riparata dalle cellule stesse nel giro di poco tempo. 

Come per molte pratiche mediche, si valuta l'opportunità di ricorrere a una certa cura alla luce dell'equilibrio tra rischi e benefici e non vi sono dubbi che, quando un medico suggerisce una radioterapia, i benefici sono di gran lunga superiori ai potenziali rischi.

Fonte: qui

IL GRUPPO FARMACEUTICO SVIZZERO “ROCHE” RITIRA DAL MERCATO GRECO UN NUOVO FARMACO PER COMBATTERE IL CANCRO DELLA PELLE

MOTIVO? 


NON INTENDEVA RIBASSARE IL PREZZO DEL 25% COME RICHIESTO DALLE AUTORITA’ ELLENICHE 

IL GRUPPO FARMACEUTICO SVIZZERO ROCHEIL GRUPPO FARMACEUTICO SVIZZERO ROCHE
Roche ritirerà dal mercato greco un nuovo medicinale destinato a combattere il cancro della pelle. Il gruppo svizzero ha così reagito a un ribasso obbligatorio del 25% sui prezzi dei nuovi farmaci brevettati, imposto dalle autorità elleniche. Il farmaco, cobimetinib, è commercializzato negli Stati Uniti come Cotellic*.

Rendere il medicinale disponibile al prezzo imposto diventava «insostenibile», tanto più che il ribasso si aggiunge ad altri già imposti, ha spiegato la Roche. Il colosso farmaceutico intende garantire ai pazienti greci un accesso ai medicinali e ai trattamenti innovativi, ma tutelare da «un ambiente (economico) estremamente sfavorevole per le imprese farmaceutiche in Grecia».

Fonte: qui
CotellicCOTELLIC

“FORZA NUOVA” BUSINESS CENTER

UN GIRO MILIONARIO, TRA INVESTIMENTI, PRESTANOME, LEGAMI CON AMBIENTI “NERI” DI TUTTO IL MONDO E UN GIRO DI SOLDI CHE ARRIVA FINO IN CRIMEA 
L’INDAGINE DEI ROS RIVELA: “ESISTE UN MECCANISMO DI COERCIZIONE PSICOLOGICA CUI I MEMBRI DEL GRUPPO INDAGATO SONO SOGGETTI IN RELAZIONE ALLA SUA NATURA VIOLENTA E COERCITIVA”
Michela Allegri per “il Messaggero”

FORZA NUOVA TORINOFORZA NUOVA TORINO
Un giro milionario, tra investimenti, prestanome, legami con ambienti estremisti esteri, affari «di soggetti gravitanti nell'ambito di Forza Nuova». L'informativa dei carabinieri del Ros, agli atti dell'inchiesta sui raid punitivi organizzati da formazioni neofasciste in danno di stranieri, supera i confini nazionali e racconta di un vorticoso sistema di affari e denaro. Imprese «gestite in modo fittizio» e, soprattutto, un fiume di soldi che ha un unico denominatore: la matrice politica nera.

FORZA NUOVAFORZA NUOVA
Gli investigatori dedicano un capitolo ai rapporti internazionali dei leader di Fn, a caccia di business in Siria, alla ricerca di finanziamenti in Russia. «Salvini ci ha fregato i contatti con la Russia», si rammaricano intercettati, «era un cavallo nostro». I Ros annotano dei viaggi in Crimea, «il governatore è un amico di amici», dice uno dei leader. Non mancano i contatti con ambienti estremisti polacchi e con i leader greci di Alba dorata.

GESTIONE OCCULTA
Gli investigatori parlano di «gestione occulta» di aziende e quote, messa in atto da soggetti con «un comune denominatore forzanovista che dal profilo ideologico, politico e di movimento, si sposta a un intricato livello economico, capace di movimentare milioni», si legge nell'informativa del dicembre 2015.
ROBERTO FIORE FORZA NUOVAROBERTO FIORE FORZA NUOVA

Gli accertamenti dei pm Sergio Colaiocco e Giancarlo Cirielli partono dalla figura di Gabriele Masci, amministratore di società in grado di fatturare cifre a sei zeri, ma sospettato di essere un mero prestanome di personaggi gravitanti nelle sedi romane di Fn.

forza nuovaFORZA NUOVA
Le operazioni delle aziende che amministra attirano l'attenzione della Banca d'Italia, che invia una segnalazione per «flussi d'importo significativo che, per rilevanza e modalità, lasciano supporre intenti dissimulatori presumibilmente finalizzati a frodi fiscali». 
Masci è un «factotum». Emerge da un'intercettazione tra lui e uno dei leader, che gli chiede di fare da autista a «Toni Brandi», dell'associazione «Pro-vita, pro-life», «quello con cui siamo andati a Mosca, che ci finanzia», legato al leader nazionale di An, Roberto Fiore.

LE INTESTAZIONI
I Ros fanno spesso riferimento al «puntuale ricorso a soggetti del movimento per l'intestazione di incarichi e quote». Uno di loro, intercettato, è preoccupato, teme che Fiore possa avergli intestato, «a sua insaputa, società e conti». Lo racconta a un amico: «Mi sta mettendo in mezzo a delle società senza dirmi un c...».
FORZA NUOVA RONDEFORZA NUOVA RONDE

Un sistema che, anche se non configura reati, per i Ros è reso «possibile dal meccanismo di coercizione psicologica cui i membri del gruppo indagato sono soggetti in relazione alla struttura gerarchica, nonché alla sua natura violenta e coercitiva». 

Ci sono poi i business dei compro oro e delle coop sociali. Nel secondo, un ruolo di primo piano è ricoperto da Giovanni Maria Camillacci, uno dei leader della sede di via Amulio, a Roma.

forza nuova1FORZA NUOVA1
Sempre a lui è legato l'affare delle cliniche Bludental. Un'attività che puntava a pubblicizzare anche in Vaticano. «Sto andando da Monsignor Camaldo - sto prendendo i bignè anche se oggi so' le Ceneri», dice uno del gruppo. Per i Ros, «dalle attività Bludental non sono emersi elementi di rilievo... Tuttavia non può non essere evidenziato come le cliniche facciano riferimento anche a Camillacci» e «gli interessati abbiano messo in piedi nel giro di 3 anni ben 4 cliniche con profitti così elevati da far ipotizzare anche l'apertura di una sede a New York». Un giro di denaro stratosferico.

Fonte: qui

“ECCO I SOLDI DI GHEDDAFI PER IL CANDIDATO SARKOZY”

UN NUOVO LIBRO SCUOTE LA FRANCIA SVELANDO I FINANZIAMENTI DI TRIPOLI PER L’EX PRESIDENTE: “GIRAVANO VALIGIE CON MILIONI CASH PER LA CAMPAGNA ELETTORALE E PER QUESTO L’ELISEO VOLLE LA GUERRA" 
IL 10 MARZO 2011 IL REGIME LIBICO ANNUNCIO’ LA RIVELAZIONE DI UN “GRAVE SEGRETO”, IL 19 MARZO I CACCIA FRANCESI E LANCIARONO I BOMBARDAMENTI A BENGASI...
Anais Ginori per “la Repubblica”

Avec les compliments du Guide - Libro su Gheddafi e SarkozyAVEC LES COMPLIMENTS DU GUIDE - LIBRO SU GHEDDAFI E SARKOZY
Il fantasma di Gheddafi torna a planare su Nicolas Sarkozy. Le relazioni tra l'ex presidente francese e il raìs libico continuano a suscitare domande. Avec les compliments du Guide, nuovo libro-inchiesta firmato dai giornalisti Fabrice Arfi e Karl Laske, documenta per la prima volta quello che gli autori definiscono «il peggior scandalo di corruzione della Quinta Repubblica».

Borse piene di banconote che viaggiano tra Tripoli e Parigi, bonifici sospetti, lettere con promesse di milioni per favorire l' elezione dell' allora leader della destra francese. Per capire una storia «che ha dell' inverosimile ma purtroppo è reale», come dicono Arfi e Laske, bisogna tornare al 2011, nel mezzo delle primavere arabe. Dopo la caduta dei regimi in Tunisia ed Egitto, il vento della rivolta soffia sulla Libia. Ed è Sarkozy a lanciare l' idea di un intervento militare per aiutare gli insorti.
SARKO GHEDDAFISARKO GHEDDAFI

Una scelta che spiazza gli alleati, compresa l' Italia. Fino ad allora il leader francese aveva ostentato l' amicizia con Gheddafi, accolto con tutti gli onori a Parigi. Gli autori del libro rivelano il transcript di una telefonata del dittatore libico a Sarkozy, nel quale il presidente appena eletto lo ringrazia «delle sue preghiere».

«La conversazione fa capire che esiste un' estrema intimità tra i due», racconta Fabrice Arfi a Repubblica. Eppure qualche anno dopo l' amico di Parigi rompe con il raìs. Anche Gheddafi è sorpreso, passa alle minacce. Il 10 marzo l' agenzia di stampa del regime annuncia l' imminente rivelazione di un «grave segreto» capace di provocare la caduta del leader francese e «un processo a proposito del finanziamento della sua campagna elettorale». 

Il 19 marzo i caccia francesi e britannici lanciano i bombardamenti a Bengasi.
sarko gheddafiSARKO GHEDDAFI

È guerra. «Una guerra sporca », scrivono Arfi e Laske, sostenendo che esistono anche «ragioni personali», dietro all' intervento militare. Quali? «Sarkozy aveva visto quello che era successo a Tunisi e al Cairo, dove gli insorti saccheggiavano gli archivi del regime», commenta Arfi. «Forse in quegli archivi aveva qualcosa da nascondere. Forse non voleva che Gheddafi si salvasse, non doveva parlare». Il libro di Arfi e Laske indaga su quel «grave segreto».
Sarko e GheddafiSARKO E GHEDDAFI

Una lettera manoscritta di un dirigente libico, Moussa Koussa, parla di «50 milioni di euro» da versare per la campagna elettorale di Sarkozy. L' ex capo dei servizi segreti libici, Bagdadi al Mahmoudi, cita il pagamento di 5 milioni. Il faccendiere Ziad Takieddine ha raccontato ai magistrati di aver portato personalmente valigie piene di cash al direttore della campagna, Claude Guéant. Esiste un diario dell' ex ministro libico, Choukri Ghanem, che cita 6,5 milioni di euro versati al candidato della destra francese.

Poco dopo il sequestro del diario da parte della polizia olandese, Ghanem è stato ritrovato morto nel Danubio, a Vienna. Altri testimoni di allora sono scomparsi o nelle prigioni libiche.
gheddafi e sarkozy jpegGHEDDAFI E SARKOZY

Sarkozy sostiene che i dirigenti dell' ex regime lo calunniano per vendicarsi. Non esiste ancora una verità giudiziaria. Dal 2013 i magistrati francesi indagano sul presunto finanziamento da Tripoli a Parigi. «Purtroppo hanno pochi mezzi», sottolinea Arfi. Tra gli indagati ci sono Guéant e il faccendiere Takieddine. Il principale protagonista, Gheddafi, è morto nell' ottobre 2011, probabilmente ucciso - sostengono gli autori dell' inchiesta - da un membro dei servizi segreti francesi.


Fonte: qui

ARRESTATI TRE ROMENI CHE DEPREDAVANO I PARCOMETRI IN PROVINCIA DI ANCONA MENTRE FACEVANO PROSTITUIRE LE FIDANZATE IN ALBERGO

SONO STATI FERMATI MENTRE ORGANIZZAVANO IL RIENTRO IN PATRIA: GLI INQUIRENTI HANNO TROVATO 35MILA EURO IN MONETE NASCOSTE DENTRO PILE DI CALZINI DI LANA, PIEGATI E SISTEMATI NELLE VALIGE 


PARCOMETROPARCOMETRO
Spaccavano le colonnine per il pagamento della sosta e rubavano il denaro mentre le loro compagne si prostituivano negli alberghi in cui pernottavano. Sgominata la banda dei parcometri. Nella rete delle forze dell'ordine sono finiti tre romeni, mentre un quarto è tutt'ora ricercato. Gli stessi lunedì scorso erano stati arrestati in provincia di Macerata per un singolo episodio di furto.

Dopo aver patteggiato la pena di un anno, si stavano preparando a rientrare in Romania, ma sono stati più veloci i Carabinieri della Compagnia di Osimo che, diretti dal maggiore Raffaele Conforti e supportati dai colleghi di Ravenna, venerdì hanno eseguito il blitz in un albergo di Milano Marittima.

PROSTITUTEPROSTITUTE
Sono così stati arrestati un 34enne e due cugini di 24 anni. Nei loro confronti la Procura di Ancona ha mosso nuove accuse: associazione per delinquere finalizzata a diversi reati tra cui furto aggravato e, nel caso dei due cugini, anche sfruttamento della prostituzione. C’è anche un quarto uomo di cui al momento non vi è traccia e a cui i militari stanno dando la caccia.

I FURTI E LE INDAGINI
Le indagini hanno preso il via lo scorso 29 giugno quando alla caserma di Sirolo si é presentato un dipendente comunale per denunciare lo scasso di 5 parcometri da cui i ladri avevano portato via 3.476 euro. Poi il 16 luglio un altro colpo. Ancora quelle stesse colonnine per un bottino di 5.600 euro, saccheggiate seguendo lo stesso modus operandi: prima un foro con un trapano elettrico e poi un piede di porco per disarcionare la maschera della colonna.

PARCOMETROPARCOMETRO
I carabinieri di Sirolo, diretti dal maggiore Alfredo Russo, hanno dato il via alle indagini partendo delle telecamere installate dal Comune. Fondamentali per individuare le auto a bordo delle quali si spostava la gang, in particolare una Audi A6. Dall’incrocio delle immagini delle spycam e dei dati estrapolati dalla celle telefoniche, il cerchio si è stretto sempre più intorno ai 4 rumeni che, nel frattempo, erano stati individuati in altre regioni d’Italia. L’indagine si è così allargata, coinvolgendo anche il Nucleo Operativo Radiomobile di Osimo, diretto dal luogotenente Luciano Almiento. Secondo gli inquirenti la banda dei parcometri ha poi colpito in Toscana e sulla riviera romagnola.

prostitutaPROSTITUTA
Prima a Pietrasanta dove il 26 ottobre hanno rubato 711 euro, poi Riccione dove hanno colpito il 27 ottobre, il 29 ottobre a Lugo, dove hanno portato via 453 euro e infine Cesenatico, dove hanno rubato 496 euro. Poi a fine ottobre il furto a Macerata e l’arresto arrivato a seguito di un inseguimento da brividi terminato nei pressi del casello autostradale di Civitanova Marche.

Subito convalida per direttissima dopo di che sono tornati liberi e si sono diretti a Cervia. Lì dove gli inquirenti hanno trovato 35mila euro in monete nascoste dentro pile di calzini di lana, piegati e sistemati nelle valige. Quelle con cui i presunti ladri avrebbero affrontato il ritorno in patria, se non fosse stato per i carabinieri osimani, intervenuti per dirottare il viaggio il carcere di Montacuto ad Ancona.

Fonte: qui

PER LA CATTURA DI GIANCARLO TULLIANI E’ STATO FONDAMENTALE GILETTI!

IL COGNATO DI GIANFRANCO FINI È ANDATO DALLA POLIZIA EMIRATINA PER LAMENTARSI DEI GIORNALISTI DI LA7 CHE LO STAVANO IMPORTUNANDO. UNA VOLTA IN UFFICIO, PERO’, GLI AGENTI HANNO SCOPERTO CHE LE AUTORITA’ ITALIANE AVEVANO SPICCATO (DA MESI!) UN MANDATO DI CATTURA INTERNAZIONALE CONTRO DI LUI IN SEGUITO ALL'ORDINANZA DI CUSTODIA CAUTELARE IN CARCERE CON L'ACCUSA DI RICICLAGGIO. E DUNQUE SONO STATI COSTRETTI A FERMARLO 
 
TULLIANI TORNERA’ IN ITALIA? FORSE. PERCHE’ IL TRATTATO DI ESTRADIZIONE NON C’E’…
1 - FINE CORSA, TULLIANI ARRESTATO A DUBAI
GIANCARLO TULLIANI E FRANCESCA A DUBAIGIANCARLO TULLIANI E FRANCESCA A DUBAI
Massimo Malpica per “il Giornale”

Giancarlo Tulliani, i giornalisti e la polizia. Il triangolo stavolta per il cognato di Gianfranco Fini è finito male, e l' ex inquilino della casa di Montecarlo, inseguito da marzo da un mandato di cattura internazionale, è stato arrestato negli Emirati Arabi Uniti. L' ultimo capitolo della vicenda, raccontato dai suoi legali Titta e Nicola Madia, è stato scritto giovedì, quando il fratello di Elisabetta Tulliani si è presentato in aeroporto a Dubai, dove vive, per accompagnare la fidanzata che tornava a Roma.

GIANCARLO TULLIANI E FRANCESCA A DUBAIGIANCARLO TULLIANI E FRANCESCA A DUBAI
Lì l' uomo, sentendosi braccato da una troupe del nuovo programma di Massimo Giletti su La7, s' è presentato alla polizia, lamentandosi dei cronisti che lo infastidivano. Gli agenti emiratini, di fronte alla richiesta di Tulliani di sporgere denuncia, lo hanno accompagnato in ufficio, e una volta lì hanno scoperto dal computer che le autorità italiane avevano spiccato mesi fa un mandato di cattura internazionale per l'uomo, in seguito all' ordinanza di custodia cautelare in carcere con l'accusa di riciclaggio emessa dal gip romano D' Alessandro.

GIANCARLO TULLIANI A DUBAI DA CHIGIANCARLO TULLIANI A DUBAI DA CHI
Così Tulliani - essendosi in pratica costituito a sua insaputa - è stato arrestato, e si trova da giovedì in attesa dell' estradizione, assistito da un avvocato locale: stamattina alle 9 è in programma l'udienza di convalida del fermo. «Ora si avvieranno le procedure di estradizione - racconta Titta Madia - e si vedrà cosa decideranno le autorità di Dubai: se ci sarà un diniego all' estradizione Tulliani tornerà libero». Una nemesi, comunque.

GIANCARLO TULLIANI A DUBAI DA CHIGIANCARLO TULLIANI A DUBAI DA CHI
Perché all' inizio della vicenda, nel luglio del 2010, quando l'allora inviato del Giornale Gian Marco Chiocci andò a bussare alla sua porta, al civico 14 di boulevard Princesse Charlotte, Montecarlo, dando inizio all'inchiesta sulla casa del Principato ereditata da An e poi svenduta al cognato di Fini, Tulliani pensò di «respingere» l'assalto allertando la polizia monegasca, che cacciò il cronista oltreconfine. Fu come chiudere la stalla quando ormai i buoi erano scappati.

Stavolta lo «scappato» era lui, latitante sul golfo Persico: rivolgersi alla polizia di Dubai, che nei sette mesi precedenti non si era dannata l'anima per trovarlo nonostante il suo indirizzo di casa non fosse un mistero per nessuno, non è certo stato un colpo di genio. Il rampollo dei Tullianos è nei guai con la giustizia per i suoi rapporti d' affari, che la procura di Roma considera opachi, con il re delle slot Francesco Corallo, che ha tra l'altro bonificato la famiglia d' adozione dell' ex presidente della Camera Fini con dazioni di denaro utilizzate anche per acquistare e ristrutturare l' appartamento di Montecarlo.

GIANCARLO TULLIANI E LA CASA DI MONTECARLOGIANCARLO TULLIANI E LA CASA DI MONTECARLO
Sempre Corallo avrebbe organizzato per conto di Giancarlo Tulliani l'architettura di società offshore con base a Saint Lucia (Printemps e Timara ltd in particolare). Grazie a queste per mesi il cognato aveva schermato il proprio nome come reale proprietario della casa, salvando Fini che aveva promesso di dimettersi nel caso in cui fosse stato dimostrato che la casa, donata ad An dalla contessa Colleoni e svenduta alle società offshore, fosse finita a Giancarlo.
FINI ELI E GIANCARLO TULLIANIFINI ELI E GIANCARLO TULLIANI

Ma Fini non si dimise nemmeno quando le autorità di Saint Lucia confermarono che Tulliani era il «beneficial owner» di Timara e Printemps. E proprio nell'ordinanza d' arresto per Tulliani, Fini viene indicato come personaggio centrale nell'intreccio di interessi tra Corallo e la sua holding del gioco e la famiglia Tulliani.
GIANCARLO ELISABETTA TULLIANI - LABOCCETTA - GIANFRANCO FINIGIANCARLO ELISABETTA TULLIANI - LABOCCETTA - GIANFRANCO FINI

L'ex terza carica dello Stato, per la procura che lo vuole alla sbarra per riciclaggio, era al centro dei giochi, considerati il suo ruolo istituzionale e gli interessi del gruppo di Corallo per i bandi per il gioco legale: «I Tulliani - si legge nell' ordinanza - erano, quindi, consapevoli che il denaro movimentato era stato da loro acquisito, all' origine, in ragione di un' illecita interrelazione dell' impresa con un influente membro del governo a loro legato, ossia Fini, e che era stato di poi movimentato attraverso una serie ininterrotta di riciclaggi».

2 - MA IL TRATTATO PER L' ESTRADIZIONE NON C'È
Stefano Zurlo per “il Giornale”
Fini- GIANCARLO TULLIANIFINI- GIANCARLO TULLIANI

Un pasticcio. Il trattato di estradizione è a un passo dalla ratifica, ma il traguardo resta un miraggio. E l'imbarazzo cresce perché gli Emirati la loro parte l' hanno svolta e hanno concluso l' iter. L' Italia invece è alle prese con lo scivolosissimo tema della pena di morte. «Di fatto - taglia corto il sottosegretario alla giustizia Cosimo Ferri - nella prima formulazione dell'accordo non era stata considerata la delicatissima questione». Eppure sembrava fatta.

giancarlo tullianiGIANCARLO TULLIANI
A settembre 2015 il ministro Andrea Orlando vola ad Abu Dhabi e firma il pre accordo. I latitanti italiani, tutti alla luce del sole, cominciano a tremare. Ma le procedure s'incagliano. «Nei mesi successivi - spiega al Giornale il deputato Pd Davide Mattiello che sul punto ha presentato più di un' interrogazione - l'Italia ha recepito una direttiva della Ue che impone il massimo rigore sulla pena di morte. Questo vuol dire che l'Italia, qualora debba estradare una persona che laggiù rischia la pena capitale, può pretendere in forma scritta la commutazione in una pena detentiva».

GIANCARLO TULLIANIGIANCARLO TULLIANI
Risultato: da più di un anno si aspettano novità che però non arrivano. Arriva invece, a complicare la situazione, l' arresto di Giancarlo Tulliani. «Attendiamo con pazienza la correzione del trattato - prosegue Mattiello - poi il testo dovrebbe tornare in consiglio dei ministri e lì dovrebbe essere vestito nella forma del disegno di legge da mandare alle Camere per la ratifica».

GIANCARLO TULLIANIGIANCARLO TULLIANI
Semplice sulla carta, complicato nella realtà. «Abbiamo riavviato i negoziati tenendo conto delle indicazioni dell'Europa - replica Ferri - gli accordi si fanno in due». Per ora, la pattuglia dei fuggitivi può dormire sonni relativamente tranquilli. «I latitanti sono almeno 12», sottolinea Mattiello. Fra loro il più noto è Amedeo Matacena, ex parlamentare di Forza Italia, condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa.

giancarlo tullianiGIANCARLO TULLIANI
Nell'elenco spicca poi il nome di Raffaele Imperiale, narcotrafficante di spessore legato alla camorra che, secondo le investigazioni della Guardia di finanza, vive nel lusso più sfrenato, a lungo ha occupato una suite nel costosissimo hotel Burj Al Arab, ed è arrivato a spendere fino a 400mila euro al mese.

GIANCARLO TULLIANIGIANCARLO TULLIANI
Attenzione: l'assenza di un trattato non vuol dire che comunque gli emirati non possano rimandare in Italia i criminali scappati dal nostro Paese. In effetti anche Matacena fu fermato nel 2013 e rimase in cella 40 giorni prima di riacquistare la libertà. «Non so come andrà a finire con Tulliani - ragiona Mattiello - ma noto un parallelismo fra le due vicende. Pure Matacena fu bloccato all' aeroporto e credo che le autorità di quel Paese abbiano lanciato tutte e due le volte un messaggio assai chiaro: va bene stare rintanati negli sfarzosi grattacieli, ma i latitanti non devono esagerare». E invece in un modo o nell' altro, Tulliani come Matacena non ha rispettato le regole minime di prudenza. L'aeroporto è terra di frontiera, di controlli, di polizia. «Se ti avventuri in quel contesto - conclude Mattiello - allora tutto può accadere». Si attende la prossima puntata.

Fonte: qui