9 dicembre forconi: 03/18/18

domenica 18 marzo 2018

How Much Longer Can We Get Away With It?

Alas, fakery isn't actually a solution to fiscal/financial crisis..
This chart of "debt securities and loans"--i.e. total debt in the U.S. economy--is also a chart of the creation and distribution of new money, as the issuance of new debt is the mechanism in our financial system for creating (or "emitting" in economic jargon) new currency: when a bank issues a new home mortgage, for example, the loan amount is new currency created out of the magical air of fractional reserve banking.
Central banks also create new currency at will, and emitting newly created money is how they've bought $21 trillion in assets such as bonds, mortgages and stocks since 2009. Is there an easier way to push asset valuations higher than creating "money" out of thin air and using it to buy assets, regardless of the price? If there is an easier way, I haven't heard of it.
Which brings us to the question: how much longer can we get away with this travesty of a mockery of a sham? How much longer can we get away with creating "money" by issuing new debt/liabilities to grease the consumption of more goods and services and the purchases of epic bubble-valuation assets?
Since humans are still using Wetware 1.0 (a.k.a. human nature), we can constructively refer to the Roman Empire's experience with creating "money" with no intrinsic value. The reason why the Roman Empire (Western and Eastern) attracts such attention is 1) we have a fair amount of documentation for the period, something we don't have for other successful empires such as the Incas, and 2) we're fascinated by the decline and collapse of the Western Empire, a structure so vast and successful that collapse seemed impossible just a few decades before the final unraveling.
One of the books I'm currently enjoying is The Fate of Rome: Climate, Disease, and the End of an Empire, a new exploration of the impact of climate change and pandemics on the Roman Empire's final few centuries.
The key takeaway is that climate change undermined the production of grain while the arrival of previously unknown diseases via trade routes stretching from Rome to China, India and the interior of Africa decimated the productive populace. Add in the rise of well-organized "barbarians" and the political instability born of a self-serving, ossified elite and voila, you have an excellent recipe for crisis.
Crises tend to reduce tax collections and increase government/Imperial costs, and this creates a fiscal/financial crisis. The Romans didn't have a fiat currency that a central bank could create out of thin air, so they did the next best thing which was to replace their mostly-silver coinage with new base-metal coinage that had been washed in silver. That is, they debased/devalued their money, replacing coinage with an intrinsic value of silver with coinage with little to no intrinsic value.
They got away with this debasement/ devaluation for quite a few years, and so naturally they reckoned they could get away with it forever. But alas, debauching the currency is not a permanent solution to insolvency; it is a one-time trick that fools the market and populace for a time but soon enough people catch on and bad money drives out good money (Gresham's law) as people hoarded the old silver coins and tried to trade the worthless new coins for anything but more worthless "money."
In the present, we see this process at work in Venezuela, where the government has debauched the nation's currency, the bolivar, to the point that inflation (i.e. loss of purchasing power) is running around 7,000% annually.
So how long can we get away with creating "money" out of thin air and using it to pump up asset prices? The Roman leaders who in desperation debased the Empire's currency/coinage must have been chortling at the fast one they pulled on the Empire's merchants, markets, farmers and soldiers, and we must forgive their avid willingness to believe that they could get away with it essentially forever.
Alas, fakery isn't actually a solution to fiscal/financial crisis. At this moment in time, our "leadership" is basking in the hubris-soaked confidence that we can get away with it if not forever then for decades to come: we can borrow currency into existence in as many trillions as we desire, and inflation will remain dormant, consumption will remain robust and everyone will accept the debauched currency as having value.
Until they don't. This is typically a sudden and unexpected event, as this chart of the exchange rate of the bolivar to the US dollar shows: the slide from 10 bolivars to the USD to 25 bolivars to one USD was gradual, but the implosion to 200,000 bolivars to the USD was frighteningly rapid.

No doubt the Romans said, "it can't happen here"--but they were wrong.
Authored by Charles Hugh Smith via OfTwoMinds blog

LA GUERRA DELLE SPIE – LA RUSSIA ESPELLE 23 DIPLOMATICI BRITANNICI

ALTA TENSIONE TRA MOSCA E LONDRA DOPO L’AVVELENAMENTO DELL’EX AGENTE KGB SKRIPAL


La Russia espelle 23 diplomatici britannici come ritorsione per la decisione del governo britannico di Theresa May di espellere altrettanti diplomatici russi. La decisione, attesa, è stata notificata all'ambasciatore del Regno Unito Laurie Bristow convocato stamane al ministero degli Esteri russo nel pieno della tensione per l'avvelenamento il 4 marzo a Salisbury, dell'ex spia russa (doppiogiochista) Sergei Skripal e della figlia Yulia, compiuto con un agente nervino su territorio del Regno Unito. Mosca si riserva inoltre altre misure restrittive nel caso di ulteriori passi "ostili" da parte di Londra.

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Nell'annunciare la notizia della convocazione, la portavoce Maria Zakharova aveva spiegato che a Bristow sarebbero state comunicate le decisioni in relazione alle misure contro Londra. Il ministero degli Esteri russo ha fatto sapere, in una nota, di aver dichiarato "persona non grata" 23 impiegati dell'ambasciata britannica, di cui pretende l'uscita dal Paese entro una settimana. Inoltre, Mosca ha ritirato il suo consenso all'apertura del consolato generale britannico a San Pietroburgo e interrotto le attività del British Council, l'organizzazione culturale britannica, a causa del suo status definito "irregolare".

SKRIPAL E FIGLIASKRIPAL E FIGLIA
"La risposta della Russia non cambia i fatti in questione, ossia il tentativo di uccisione di due persone sul suolo britannico, atto per il quale non c'è conclusione alternativa se non che lo Stato Russia sia colpevole", ha ribadito il Foreign Office in una nota di reazione alle contro-espulsioni annunciate da Mosca. Londra ha annunciato inoltre per lunedì prossimo una nuova riunione del Consiglio di sicurezza nazionale per valutare gli sviluppi ed eventuali ulteriori passi.

2. SOUTHGATE

Mancano meno di tre mesi al via del Mondiale di Russia, ma le polemiche già abbondano. L’ultima riguarda la crescente crisi diplomatica tra la nazione ospitante e l’Inghilterra dopo il caso dell’avvelenamento del colonnello Sergej Skripal, ex agente del KGB ricoverato insieme alla figlia dopo aver accusato un malore nella città di Salisbury.

SKRIPAL1SKRIPAL1
Il governo inglese riconduce tutto alla Russia, al punto da far circolare l’ipotesi di boicottaggio del Mondiale.

L’Inghilterra si è agevolmente qualificata ed è stata inserita nel Gruppo G con Belgio, Panama e Tunisia, ma al momento nessuna ipotesi può essere esclusa, neppure la più clamorosa, anche se al momento l’idea è quella del boicottaggio istituzionale, e non sportivo, quindi il ritiro solamente della rappresentanza ufficiale del Regno Unito. Anche perché in caso di mancata partecipazione al Mondiale il rischio sarebbe quello di incorrere in sanzioni FIFA per le competizioni successive.

Vladimir Putin entra nelle acque ghiacciate del lago SeligerVLADIMIR PUTIN ENTRA NELLE ACQUE GHIACCIATE DEL LAGO SELIGER
Il ct Gareth Southgate ha fatto capire di non voler neppure prendere in considerazione tale ipotesi ma, a margine della diffusione dei convocati per le amichevoli contro Olanda e Italia, ha annunciato che darà libera scelta ai propri giocatori: chi non vorrà partecipare al Mondiale potrà rifiutare la convocazione:

“Noi diamo per scontato che tutti vorranno esserci, ma non è sempre così – ha detto l’ex difensore – Il mio compito, in qualità di selezionatore dell’Inghilterra, è quello di concentrarmi sulle questioni di campo. E quello che stiamo facendo è prepararci ad andare in Russia per la Coppa del Mondo. Non ho dubbi che partecipare sia la cosa più giusta, poi credo anche che sia qualcosa totalmente fuori dal mio controllo. L’unica cosa che conta, in questo momento, è l’incolumità dei miei giocatori, dello staff e dei tifosi che ci seguiranno”.

Fonte: qui

CLAMOROSO IN CANADA – OLTRE 500 MEDICI PROTESTANO CONTRO GLI AUMENTI DI STIPENDIO

E CHIEDONO IN UNA LETTERA DI REDISTRIBUIRE MEGLIO LE RISORSE DEL SISTEMA SANITARIO 

LA DENUNCIA SULLE CONDIZIONI LAVORATIVE DEGLI INFERMIERI…

Da www.tpi.it

In Canada, nella provincia del Quebec, oltre 500 medici e più di 150 studenti di medicina hanno firmato una lettera pubblica per protestare contro i loro aumenti di stipendio.

Noi, medici del Quebec che credono in un sistema pubblico forte, siamo contrari ai recenti aumenti salariali negoziati dalle nostre federazioni mediche”, si legge nella lettera.

I firmatari della missiva, riuniti nel gruppo Médecins Québécois pour le Régime Public (MQRP), invocano una redistribuzione più equa delle risorse nel sistema sanitario del Quebec per promuovere la salute della popolazione e soddisfare i bisogni dei pazienti senza gravare troppo sui lavoratori del settore. Nella lettera i medici affermano di sentirsi offesi dal fatto che loro riceverebbero degli aumenti, mentre gli infermieri, gli impiegati e gli altri professionista della sanità affrontano quotidianamente condizioni di lavoro molto difficili e ai pazienti spesso è negato l’accesso ai servizi richiesti a causa dei drastici tagli negli ultimi anni.
mediciMEDICI

“L’unica cosa che sembra essere immune ai tagli è la nostra remunerazione”, scrive il gruppo MQPR, a cui hanno aderito 213 medici di base, 184 specialisti, 149 medici e 162 studenti di medicina.

Il sito web del governo del Canada parla di un sistema di sanità pubblica che fornisce “copertura universale per i servizi di assistenza medica necessari medici sulla base delle necessità, piuttosto che la capacità di pagare”.

Secondo un rapporto del Canadian Institute for Health Information, pubblicato a settembre 2017, un medico in Canada è pagato in media oltre 260mila dollari all’anno dal ministero della Sanità.

Un medico di famiglia è pagato invece in media 211mila dollari all’anno, mentre uno specialista chirurgico incassa 354mila dollari.
mediciMEDICI

Peraltro, il Canadian Institute for Health Information ha precisato alla CNBC che “si tratta di retribuzioni lorde totali, tuttavia, che non tengono conto delle spese generali che ogni medico paga per operare”.

Ad esempio, nel maggio 2016 un medico ha ricevuto circa 231mila dollari, ma, dopo aver sottratto le sue spese di lavoro, è rimasto con 136mila dollari, su cui ha dovuto pagare le tasse e i sussidi di lavoro previsti dal governo.
Il gruppo MQRP ha pubblicato anche un’altra lettera, il 17 febbraio 2018, contro gli aumenti di stipendi da 500 milioni di dollari per i medici specialisti. Il gruppo ha definito l’aumento salariale “indecente”.
Il primo febbraio 2018 lo stesso gruppo aveva scritto una lettera che denunciava le condizioni lavorative degli infermieri, secondo cui “le infermiere sono gravate da un carico di lavoro pesante e sostengono che la cronica mancanza di personale e la fatica causata da ripetuti straordinari, a volte obbligatori, per mancanza di sostituzione della squadra, hanno un impatto sulla sicurezza dell’assistenza ai pazienti”.

Fonte: qui

CALA IL PREZZO DEL PETROLIO E 30 MILA PONTI SONO A RISCHIO

GABANELLI: L’AUMENTO DEI TRASPORTI ECCEZIONALI FA VACILLARE I CAVALCAVIA, PER LA MAGGIOR PARTE COSTRUITI NEGLI ANNI CINQUANTA E SESSANTA: IL CEMENTO STA CEDENDO 

SERVIREBBE UN MONITORAGGIO, MA CI VORRANNO ANNO PER UTILIZZARE LE RISORSE STANZIATE

Milena Gabanelli e Rita Querzè per il Corriere della Sera

INCIDENTE VIADOTTO ACQUALONGA AVELLINOINCIDENTE VIADOTTO ACQUALONGA AVELLINO
Cosa c' entra un cavalcavia che crolla con l' aumento del prezzo del gasolio, la legge europea che obbliga i camionisti a non superare le nove ore di guida in una giornata e la concorrenza polacca? C' entra.

Partiamo dai cavalcavia: ci siamo accorti che sono diventati fragili quando c' è scappato il morto. Fra ponti, viadotti e gallerie, le Province ne gestiscono oltre 30.000, Anas ne ha in carico 14.800, poi ci sono quelli delle concessionarie autostradali. Oggi a preoccupare di più sono proprio i cavalcavia delle Province, che dal 2014 non hanno più nemmeno i fondi disponibili per manutenzione e investimenti. La storia però viene da lontano.

CINGOLI VIADOTTOCINGOLI VIADOTTO
La maggior parte dei viadotti sono stati costruiti alla fine degli anni 50 e inizio anni 60, quando i trasporti da 100 tonnellate erano rarissimi. 

Da allora è cambiato il mondo: è cresciuto il trasporto su gomma e pian piano anche i cari chi eccezionali. 

Ed è proprio il «peso», che, anno dopo anno, ha stressato i ponti.
A influire il prezzo del gasolio: 1 euro e 44 al litro, meno dei 2 euro raggiunti tra 2008 e 2013, ma il doppio rispetto ai 70-80 centesimi al litro dei primi anni 2000.

viadotto sicilia anasVIADOTTO SICILIA ANAS

Nel 2006 sono arrivate le regole europee, che impongono ai camionisti di non guidare per più di 4 ore e mezza consecutive (9 nella giornata), con il tachigrafo digitale che impedisce di sgarrare. Poi ci si è messa la concorrenza straniera, che negli ultimi dieci anni ha fatto fuori 34.000 aziende di trasporto italiane. 

Per dare un' idea: il costo orario lordo di un conducente italiano è pari a 28,14 euro, contro i 10 euro di un polacco. Così la nostra quota di mercato ha perso il 21%, mentre quella delle imprese dei Paesi dell' Est Europa è passata dal 15 al 55%. 

Morale: da anni si carica di più per fare meno viaggi e tagliare sui costi. I viadotti però sono sempre quelli degli anni 60, ma nessuno ha provveduto a rinforzarli, perché non esiste un monitoraggio sulle ricadute delle leggi e dei fenomeni di mercato.

INCIDENTE VIADOTTO ACQUALONGA AVELLINOINCIDENTE VIADOTTO ACQUALONGA AVELLINO
Oggi, per capire se questi cavalcavia sono ancora sicuri, bisognerebbe sapere quanti trasporti eccezionali li mettono alla prova ogni mese, in modo da programmare la manutenzione. Non dovrebbe essere complicato, visto che devono essere autorizzati da Anas, concessionari, Regioni, Province, e tutti i Comuni coinvolti dal passaggio dei camion. Per fare un esempio: un' azienda che deve effettuare un trasporto da Legnano a Marghera superiore alle 44 tonnellate, ha bisogno di 27 nulla osta; ma alcuni enti locali applicano la regola del silenzio assenso. E così, di fatto, nessuno sa esattamente quanti siano questi trasporti.

viadotto sicilia anasVIADOTTO SICILIA ANAS

L' Anas spiega che quelli regolari l' anno scorso sono cresciuti del 10%. Ma anche quelli irregolari lievitano. Nel 2017, la polizia stradale ha controllato 1.913 veicoli. Bene: le infrazioni sono state 2.388, comprese quelle per trasporto non autorizzato. Il responsabile delle autorizzazioni ai trasporti eccezionali di una Provincia del Nordovest dice che, da quando la legge di Stabilità del 2014 ha tolto le risorse, programmare la manutenzione è diventato impossibile e quindi controllano i loro cavalcavia «a vista».

INCIDENTE VIADOTTO ACQUALONGA AVELLINOINCIDENTE VIADOTTO ACQUALONGA AVELLINO



Quella legge ha imposto alle Province tagli di quasi un miliardo l' anno per tre anni, e le ha private della gran parte dei 3,7 miliardi che le amministrazioni ricevevano grazie a entrate proprie, perché le Province dovevano essere abolite. Però con la vittoria del «no» al referendum costituzionale, l' abolizione delle Province è saltata. 

La conseguenza è che, a fine 2017, risultavano chiusi per frane, crolli, smottamenti o manto stradale inagibile, circa 5.000 chilometri di strade provinciali; inoltre, su almeno il 52% della rete, è stato inserito un limite di velocità tra i 30 e i 50 chilometri orari, perché le strade non sono sicure.

I tecnici delle Province riferiscono di non poter chiudere altri tratti pericolosi e nemmeno ridurne la velocità di percorrenza, perché l' amministrazione non è in grado di sostenere i costi della segnaletica.

viadotto palermoVIADOTTO PALERMO
Confindustria Lombardia spiega che, per avere l' autorizzazione a passare con un trasporto eccezionale, ormai occorrono fino a 60 giorni, e segnala che i costi a carico delle aziende, per avere i via libera, sono aumentati in media di 5.000 euro. Una circolare del ministero dei Trasporti, del luglio scorso, rinnova l' obbligo per le Regioni di creare un catasto strade e di definire una rete dove i trasporti eccezionali sono automaticamente ammessi (le Regioni che più hanno lavorato su questo sono Emilia Romagna e Veneto).

Ma la novità della direttiva è soprattutto un' altra: sono accettate le verifiche sull' adeguatezza dei percorsi fatte dalle stesse aziende che devono portare a destinazione i trasporti eccezionali, facendosi carico dei costi, che poi scaricano sui clienti. Di buono c' è che la legge di Stabilità del 2017 ha stanziato 1,6 miliardi in sei anni per la manutenzione delle strade provinciali. Per mettere in moto la macchina degli appalti però ci vorrà tempo.
viadotto agrigentoVIADOTTO AGRIGENTO

L' importante sarebbe investire bene questi soldi, utilizzando da subito i microchip che permettono di monitorare le oscillazioni di ponti e cavalcavia. Secondo Maurizio Crispino, ordinario di Costruzione di strade, ferrovie e aeroporti al Politecnico di Milano, la tecnologia, disponibile già da tempo, permette di inserire sensori su ponti e cavalcavia per rilevarne le deformazioni; in questo modo, i tecnici responsabili delle infrastrutture potrebbero registrare le oscillazioni, dovute a degrado della struttura o a passaggi con carichi pesanti anomali, in remoto dal proprio ufficio.

palermo catania autostradaPALERMO CATANIA AUTOSTRADA



Per intenderci, se nel 2016 ci fosse stato quel benedetto sensore, il ponte di Annone Brianza non sarebbe crollato. Indietro non si torna, ma sarebbe da irresponsabili non evitare tragedie future. Una partita nella quale non sono coinvolte solo le Province, ma anche Anas e le concessionarie.

Fonte: qui

SEI UN BARBONE? HAI FAME? FRUGHI NELL’IMMONDIZIA? A GENOVA TI BECCHI UNA MULTA FINO A 200 EURO

FOLLE LA MOTIVAZIONE: CHI LO FA, LASCIA RIMASUGLI IN TERRA CHE ATTIRANO I TOPI 

Andrea Scaglia per “Libero quotidiano”

BARBONI CASSONETTI 1BARBONI CASSONETTI 
Ora, la premessa è scontata quanto necessaria: il tentativo, da parte di un sindaco, di mantenere il decoro nel territorio che amministra è sempre e comunque meritorio. A Genova poi, città di porto che da troppo tempo si dibatte fra immigrazione fuori controllo e gruppi di balordi - non necessariamente stranieri - che stringono d' assedio i caruggi del centro, è problema oltremodo sentito.

D' altronde, Marco Bucci - eletto sindaco meno di un anno fa - ha fatto della battaglia contro il degrado una bandiera. Bene. E però, insomma, in Italia c' è questa fissazione in base alla quale, a fronte di un problema, ecco che si pensa di risolverlo con una norma apposita, un nuovo regolamento, almeno una sanzione amministrativa. Così da poter dire: che volete, io ci ho provato, c' ho fatto pure la legge...

CASSONETTI ZINGARICASSONETTI ZINGARI
In questo senso, lascia per la verità interdetti questa pensata della multa, che può arrivare fino a 200 euro, per chi rovista nell' immondizia in cerca di avanzi di cibo. Pratica che, al netto di disturbi psichiatrici e sconosciute perversioni, è in genere prerogativa di poveri cristi i quali, per l' appunto, non riescono a mettere insieme il pranzo con la cena. E magari dormono pure per strada. I barboni, insomma. E dunque, allo stesso sindaco che rimarca come «ravattare nella rumenta non è un comportamento civile e vogliamo fare in modo che non succeda», l' amico genovese risponde con la caratteristica ironia enfatizzata dall' accento: «Belìn, e se non pagano che cosa fanno, gli pignorano la panchina?». Osservazione non così insensata.

CASSONETTICASSONETTI
DASPO CITTADINI
L' ideona è contenuta nel nuovo regolamento del Comune di Genova modellato sul "decreto Minniti", quello che permette ai sindaci di comminare sanzioni e anche disporre allontanamenti temporanei dalla città - i cosiddetti Daspo - per coloro che si rendano responsabili di comportamenti non tollerabili. E quindi, multa ed eventuale espulsione di 48 ore dal perimetro urbano per commercianti abusivi, parcheggiatori non autorizzati, questuanti importuni, ubriachi molesti. E, come detto, sanzioni pure per chi viene sorpreso a cercar cibo all' interno dei cassonetti.

BARBONI CASSONETTI 1BARBONI CASSONETTI 
«La ratio del provvedimento è di natura igienica - spiega al Corriere l' assessore alla Sicurezza della giunta di centrodestra, Stefano Garassino - chi cerca cibo finisce per lasciare rifiuti a terra, e questo è un richiamo per i ratti. Sicurezza e decoro urbano sono temi rilevanti in una città che vuole essere turistica come la nostra». Ecco quel che si dice un ragionamento ineccepibile che però si concretizza in un provvedimento paradossale. Ma non sarebbe più utile e sensato, per evitare che ci siano disperati costretti a frugare nella spazzatura per mangiare, impostare una politica che aiuti davvero i più poveri?

povero tra i cassonettiPOVERO TRA I CASSONETTI
Se gli si oppone tal considerazione, in effetti semplicistica, il sindaco Bucci s' incazza di brutto: «Se c' è un' amministrazione che ha voluto investire nel sociale per aiutare chi non sta bene, questa è la nostra: nel bilancio dello scorso anno abbiamo battuto il record di fondi cittadini stanziati alla bisogna, che hanno raggiunto i 52 milioni». Poi però insiste nel difendere la trovata: «Se vogliamo aumentare il livello di civiltà e la qualità della vita in città, dobbiamo spingere verso l' eliminazione di comportamenti che non sono civili».

REGOLA DA APPLICARE
ROM CASSONETTIROM CASSONETTI
Resta il fatto che somiglia a una sorta di "multa alla povertà". E le perplessità aumentano leggendo la chiosa dell' assessore Garassino: «Ci rendiamo conto che chi si riduce a procurarsi da mangiare in quel modo vive una situazione di disagio. In accordo con la polizia municipale, la regola sarà applicata cum grano salis, con umanità. Le persone in stato di bisogno non saranno multate, ma aiutate». Per concludere: multe per chi cerca cibo nell' immondizia, ma se è «in stato di bisogno» allora no, niente sanzione e lo si aiuta. Curioso: forse ce l' hanno coi gatti randagi...

Fonte: qui

$21 Trillion And Rising: How Central Banks Are LBOing The World In One Stunning Chart

Back in late 2016, we showed the unprecedented domination of capital markets by central banks using a chart from Citi, which had put together a fascinating slideshow asking simply "Where is the utility in marginal QE" and specifically pointing out that the longer unconventional monetary policy such as QE continues, the bigger its marginal cost, until eventually QE becomes a detriment.

A broad criticism of monetary policy, the presentation carried an amusing footnote: "This presentation does not change any of Citi’s existing, published views on the actual future path of monetary policy. It is merely intended as a contribution to the ongoing debate about the efficacy of available policy tools" -  after all, the last thing the market wanted is the realization that even banks no longer have faith in the central planners.
Incidentally, Citi's broad critique of global QE took place when central banks owned just over $18 trillion in assets.
Fast forward to today when in its latest update of central bank holdings, Citi shows that as of this moment not only has the total increased by another $3 trillion to a grand total of $21 trillion and rising, but that the big six central banks now own over 40% of global GDPmore than double the 17% they held before the financial crisis less than a decade ago.

Which is remarkable in a world where there is still some confusion about what is behind the "global coordinated recovery", and where there are deluded people who claim that central banks are now out of the picture.
It is also remarkable because now that central banks are gradually phasing out QE, it is the central bankers themselves who are terrified of what happens when the market starts selling; terrified that they have lost control. Recall that following stunning admission from Citi's Hans Lorenzen last November:
In the context of a self-reinforcing, herding market, the pivot point where the marginal investor is indifferent between putting more money back into risk assets and holding cash instead is fluid. But when the herd suddenly changes direction, the result is a sharp non-linear shift in asset prices. That is a problem not only for us  trying to call the market, but also for central bankers trying to remove policy accommodation at the right pace without setting off a chain reaction – especially because the longer current market dynamics run, the more energy will eventually be released.
That seems to be a growing fear among a number of central bankers that we have spoken to recently. In our experience, they too are somewhat baffled by the lack of volatility and concerned about the lack of response to negative headlines.... Our guess is that sooner or later in the process of retrenchment they will end up going too far – though that will only be obvious with hindsight.
For now, however, the ongoing LBO of the world's assets continues, and until it actually halts and goes into reverse, it is all just speculation. Finally, as we have observed on so many prior occasions, the volatile market response to a halt in QE tends to bring central bankers right out of hibernation, and right back on the S&P500 bid. 
Fonte: qui

DALLA BUROCRAZIA DELLA 24 ORE, SIMBOLO DEI PORTABORSE, ALLA ZAINOCRAZIA DEI MILLENNIAL: OGNI PERSONA DEVE PORTARSI IN SPALLA TUTTO IL SUO UNIVERSO

GLI UFFICI SONO IL PASSATO; PER SCARICARE UN PO’ DI COSTI LE AZIENDE SI SONO INVENTATE LO SMART WORKING, CHE VUOL DIRE LAVORARE OVUNQUE A TUE SPESE…


IL FUTURO NELLO ZAINO

Aurelio Magistà per “la Repubblica

zaino che ti ricaricaZAINO CHE TI RICARICA
Aumentano gli smart workers. L' oggetto che ha pensionato la ventiquattrore diventa il simbolo del nuovo nomadismo professionale. Teorizzato nei suoi caratteri distintivi da un saggio-manifesto fra pochi giorni in libreria di Come pesa quello zaino. Per forza: c' è dentro una rivoluzione. Quella che Leonardo Previ, docente di Gestione delle risorse umane alla Cattolica di Milano, spiega nel saggio- pamphlet Dalla burocrazia alla zainocrazia, fra poco in libreria.

Lo zaino, un tempo accessorio da saccopelisti poi sdoganato per professionisti e manager in primis da Prada a partire dagli anni Ottanta, oggi è divenuto pervasivo e ha pensionato borse e ventiquattrore. E adesso diventa metafora del profondo cambiamento che sta investendo il mondo del lavoro e delle sue opportunità più ottimistiche. Previ oppone « alla burocrazia, ovvero il potere della scrivania, la zainocrazia, fondata sull' idea che ogni persona sia un giacimento ambulante di risorse inesauribili. Ma se la deambulazione cessa, il giacimento si ritrae. Abbiamo un cervello così sviluppato perché serve a governare una capacità estremamente complessa: il movimento».

zaino che si controlla con smartphoneZAINO CHE SI CONTROLLA CON SMARTPHONE
Doxa, che cura per il Politecnico di Milano l' Osservatorio dello Smart working, può offrire alcuni dati sul nomadismo professionale. «Oggi in Italia», spiega Renata Soru, « sono quasi 300mila i ' lavoratori agili', ovvero coloro che godono di discrezionalità di luoghi, orari e strumenti di lavoro, con l' obiettivo di svolgere al meglio le proprie mansioni » . Ovviamente non tutti i lavoratori agili sono gli zainocrati descritti dal saggio di Previ.

Molti sono semplicemente degli sfortunati, spesso donne o precari, su cui le imprese hanno scaricato i risparmi in spese per gli uffici e per le dotazioni tecnologiche. Assoufficio, l' associazione di categoria dei produttori di mobili e dotazioni da ufficio, ha appena dedicato una giornata di studi all' evoluzione degli spazi di lavoro. Tra gli esperti, l' architetto Paolo Favaretto, che conferma: «i cambiamenti che ho visto negli ultimi anni, con uffici open space popolati di divani, pouf e chaise longue, cubicoli per telefonare in riservatezza, postazioni di lavoro simili ad alcove, sono quasi sempre dovuti al fatto che gli imprenditori non vogliono più spendere negli uffici e preferiscono soluzioni economiche e facilmente riadattabili. Anche se io non credo che chi lavora possa farlo solo con un laptop sulle ginocchia e una tazza di caffè in mano».

zaino smart workingZAINO SMART WORKING
Intanto, ancora qualche dato che corregge il quadro: «I lavoratori agili sono persone assunte all' interno di aziende perlopiù medio-grandi e grandi, dislocate prevalentemente nel Nord Italia e, a sorpresa, in quasi 7 casi su 10 sono uomini con un' età media di 41 anni», specifica Vilma Scarpino, amministratore delegato di Doxa.

«Lo Smart working», osserva Previ, è una risposta che le imprese, soprattutto quelle molto grandi, si danno in seguito al processo di digitalizzazione; una delle conseguenze è ricaduta sulla centralità del luogo di lavoro perché lì erano custoditi gli strumenti del lavoro. Si tratta di una fase in larga parte conclusa. Quindi, sempre più spesso per andare in ufficio devo avere una buona ragione, e questa è essenzialmente che posso incontrarmi con gli altri. La convivialità è premessa alla cooperazione. Attraverso l' incontro generiamo valore».

Ma, sia che lavorino da casa o in ufficio, sia che siano spesso in viaggio, gli zainocrati sono una categoria trasversale. L' opposizione tra burocrate e zainocrate, fra ufficio e viaggio, più che lettera, è metafora che si sostanzia nel simbolo dello zaino. « Una presunta freccia evolutiva disegna il passaggio dall' agricoltura alla fabbrica, e infine all' ufficio: al contadino succede l' operaio, infine l' impiegato, ma si tratta di una falsa evoluzione, un' idea corrente che accettiamo per riflesso condizionato: perché mai l' impiegato sarebbe superiore al contadino?
zaino smart workingZAINO SMART WORKING

E in ogni caso, se in diecimila anni abbiamo compiuto il percorso dal settore primario al terziario, la nostra natura più vera e profonda è quella del periodo che chiamo " zerario": gli oltre trentamila anni in cui siamo stati cacciatori e raccoglitori, dunque nomadi » . Nella sedentarietà, Previ individua la situazione di lavoro delle «macchine banali, ovvero quelle macchine artificiali o umane che ripetono azioni standardizzate, procedure, risposte codificate a domande prevedibili, come un robot o un computer, o appunto un burocrate. Gli umani che vorranno continuare a essere macchine banali forse avranno più garanzie, ma difficilmente considereranno il lavoro come espressione di sé».

Il nomadismo teorizzato da Previ è innanzi tutto mentale. Indica flessibilità, disponibilità al problem solving attraverso lo sforzo collettivo, ad affrontare situazioni complesse con risposte create su misura, anche al momento. Una linea di pensiero che rivaluta l' improvvisazione e ridimensiona lo specialismo, e inevitabilmente integra il fallimento nell' itinerario verso la soluzione: «Le comunità che sanno organizzarsi per favorire la creatività», sottolinea Previ, «non hanno paura del fallimento e non pongono coloro che sperimentano nella condizione di temerlo.

zaino smart workingZAINO SMART WORKING
Serviranno sempre meno persone competenti e sempre più persone realmente interessate, appassionate a quello che fanno e disposte a correre il rischio di sbagliare». La prima parte del testo, infatti, è dedicata all' Ignorance, titolo del saggio di Stuart Firestein in cui si sostiene che la scienza è guidata dall' ignoranza, ovvero dalla necessità di porsi costantemente delle domande e di emendarsi di continuo. « Quindi la conoscenza precede l' ignoranza. Il burocrate si concentra su quello che sa, lo zainocrate su quello che ignora. Si fida più delle domande che delle risposte » .

Ovviamente, in questo quadro forzatamente positivo, il rischio è che le imprese ne approfittino per ridurre la zainocrazia a un taglio di costi. Qualcosa è stato fatto con il Jobs Act Autonomi del giugno scorso in cui, per esempio, vengono stabiliti per gli Smart workers, cresciuti dal 2013 a oggi quasi del 50 per cento, stesso stipendio e parità contrattuale con altri lavoratori, e il diritto di disconnessione dal lavoro in remoto. Ma molto resta da fare.

nello zaino ci sta tutto il mondoNELLO ZAINO CI STA TUTTO IL MONDO
E allo scenario Previ aggiunge almeno altri due punti chiave: la frugalità e la conversazione. La frugalità reale - indotta dal bisogno di viaggiare leggeri, perché tutto deve stare in uno zaino - diventa la frugalità metaforica di un etico risparmio delle risorse, e di uno stato di fame in cui il bisogno è stimolo alla ricerca di soluzioni.

La conversazione, le relazioni, sono fondamentali perché «l' ingegnosità collettiva è il principale motore della produzione di valore. Alla base di questi scambi c' è la fiducia, bene intangibile determinante per la coesione comunitaria » . Pertanto lettura sussidiaria a Zainocrazia diventa il saggio della professoressa del Mit Sherry Turkle Reclaiming conversation The power of Talk in a Digital Age, in cui invita ad alzare gli occhi da smartphone e pad per incontrare quelli di chi ci sta di fronte.

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