9 dicembre forconi: 02/24/19

domenica 24 febbraio 2019

Conte: l'oro è e resta di Bankitalia

L'oro di Banca d'Italia non si tocca, resta dov'è e verrà usato come da tradizione. Nessuna intromissione da parte dello Stato. A gettare acqua sul fuoco rispetto alle polemiche delle ultime settimane innescate da una parte della maggioranza di governo e sostenute con forza da Claudio Borghi, presidente della commissione bilancio alla Camera, che aveva già depositato una legge ad hoc, è il premier, Giuseppe Conte.

Questo almeno emerge dalla risposta fornita dal presidente del Consiglio all'interrogazione parlamentare del gruppo di Fratelli d'Italia, nel corso del question time al Senato. "In merito alla questione posta dall'interrogante, segnalo che le riserve auree sono sempre state iscritte all'Attivo della situazione patrimoniale della Banca d'Italia e che tra le operazioni di sua pertinenza sono sempre rientrate l'acquisto e vendita di oro o valute auree", ha replicato Conte.

Il premier ha poi voluto sottolineare che "anche dopo il superamento del gold standard, le banche centrali hanno continuato a possedere riserve auree, al fine di rafforzare la fiducia nella stabilità del sistema finanziario e della moneta e di diversificare il valore delle loro attività di riserva per mantenerne equilibrato il valore. Con il Trattato di Maastricht, per volontà degli Stati contraenti, sono state trasferite in maniera esclusiva all'Unione europea le competenze sovrane in materia di politica monetaria".
Per tale ragione, sostiene il presidente del Consiglio, "la detenzione e la gestione delle riserve valutarie, fra cui quelle auree, rientra ora fra i compiti fondamentali dell'Eurosistema, composto dalla Bce e dalle Banche centrali nazionali degli Stati dell'area dell'euro".
E per rafforzare il concetto, Conte, ha evidenziato come "le riserve auree nelle disponibilità delle Banche centrali nazionali possono essere utilizzate, oltre che per interventi sul mercato dei cambi, anche per adempiere agli impegni nei confronti di organismi finanziari internazionali o per espletare il servizio di debito in valuta del Tesoro. Inoltre, non sembra possibile che le riserve auree possano essere rivendicate dai partecipanti al capitale di Banca d'Italia, i cui diritti patrimoniali sono limitati al valore del capitale e agli utili netti annuali".
Sempre sull'argomento, il premier del governo giallo-verde ha sottolineato che "le Banche centrali nazionali debbono poter esercitare i loro poteri di detenzione e gestione delle riserve in piena indipendenza. Le autorità nazionali, legislative e di governo, sono tenute al rispetto dell'indipendenza della Bce e delle Bcn ai sensi dei Trattati europei sottoscritti dagli Stati contraenti. Sotto il profilo dell'indipendenza istituzionale, le Bcn non possono essere destinatarie di prescrizioni vincolanti per quanto attiene allo svolgimento dei propri compiti istituzionali nelle materie di competenza dell'Eurosistema, anche con riguardo alle riserve valutarie".

In base a tali normative, gli Stati "devono altresì rispettare l'indipendenza finanziaria delle banche centrali, assicurando che esse abbiano sufficienti risorse finanziarie per svolgere i propri compiti. Gli Stati membri hanno deciso infine di vincolarsi al rispetto del divieto di finanziamento monetario. Esso impedisce alle Banche centrali nazionali, a tutela del perseguimento dell'obiettivo di stabilità dei prezzi e del mantenimento della disciplina fiscale, di erogare credito allo Stato e agli altri enti pubblici, incluso il finanziamento degli obblighi del settore pubblico nei confronti dei terzi".

Inoltre, non va sottovalutato il fatto che è stata la stessa Banca Centrale Europea a precisare che "il divieto comprende qualsiasi erogazione finanziaria, anche in assenza di un obbligo di restituzione, al fine di tenere conto della finalità ultima della norma. Il trasferimento non oneroso, o comunque effettuato a prezzi inferiori a quelli di mercato, di attività finanziarie dal bilancio della Banca d'Italia a quello dello Stato rientrerebbe pertanto in tale divieto. Risulta quindi dall'assetto normativo descritto che la proprietà delle riserve auree nazionali è della Banca d'Italia, ente pubblico che svolge le funzioni di banca centrale della Repubblica Italiana. L'utilizzo della riserva aurea rientra tra le finalità istituzionali della Banca, a tutela del valore della moneta".

Così, ha concluso la disamina Conte, "un intervento normativo volto a modificare gli assetti della proprietà aurea della Banca d'Italia, ancorché nell'ambito della discrezionalità politica del legislatore nazionale, andrebbe valutato, sul piano della compatibilità, con i principi basilari che regolano l'ordinamento del Sistema Europeo delle Banche Centrali".

21 Febbraio 2019

Fonte: qui

Non è più il governo che gli italiani hanno votato. E’ il loro.


Tra le rosee  promesse sull’imminente miracolo economico che il governo 5 Stelle sta per donare all’Italia,  a noi travolti dall’ottimismo sul grande  contributo all’occupazione che – grazie all’abolizione dei treni – daranno i risciò,  era sfuggito una frase cruciale:
L’oro di Banca d’Italia non si tocca, resta dov’è e verrà usato come da tradizione. Nessuna intromissione o, peggio, esproprio, da parte dello Stato. 
“Il premier ha  voluto sottolineare che “anche dopo il superamento del gold standard, le banche centrali hanno continuato a possedere riserve auree  […].  Con il Trattato di Maastricht, per volontà degli Stati contraenti, sono state trasferite in maniera esclusiva all’Unione europea le competenze sovrane in materia di politica monetaria”.
Per tale ragione, sostiene il presidente del Consiglio, “la detenzione e la gestione delle riserve valutarie, fra cui quelle auree, rientra ora fra i compiti fondamentali dell’Eurosistema, composto dalla Bce e dalle Banche centrali nazionali degli Stati dell’area dell’euro”.
“…le Banche centrali nazionali debbono poter esercitare i loro poteri di detenzione e gestione delle riserve in piena indipendenza. Le autorità nazionali, legislative e di governo, sono tenute al rispetto dell’indipendenza della Bce e delle Bcn ai sensi dei Trattati europei sottoscritti dagli Stati contraenti. Sotto il profilo dell’indipendenza istituzionale, le Bcn non possono essere destinatarie di prescrizioni vincolanti per quanto attiene allo svolgimento dei propri compiti istituzionali nelle materie di competenza dell’Eurosistema, anche con riguardo alle riserve valutarie”.
Un amico che è nel settore finanziario mi fa notare  cosa  significano queste puntualizzazioni: “Oro fuori dalla disponibilità dello  Stato. Tutte le illusioni di Italexit vanno a p. Il problema è operativo. La tanto amata uscita-lampo è quasi impossibile”..
Oltretutto, quello delle riserve è oro che gli italiani tutti hanno comprato ed accumulato nelle generazioni precedenti – prima del Trattato di Maaastricht.
L’enunciato di Conte è anche una bastonata a Claudio Borghi, che da settimane chiedeva un norma che stabilisse che l’oro della banca centrale appartiene ai cittadini, dunque allo Stato.  Silenzio dei media, anche   del web  “filo-governativo”.
La sola reazione  indignata  pare essere quella dei Fratelli d’Italia,

Virgin Galactic compie il secondo volo spaziale commerciale

Mi dispiace, Elon. Il titolo di leader del mercato del volo spaziale commerciale appartiene ufficialmente a Sir Richard Branson. 

Perché venerdì, lo spaceplane di Virgin Galactic, VSS Unity, ha fatto il suo secondo viaggio nello spazio suborbitale, dimostrando al mondo che lo storico lancio di dicembre della compagnia non era solo un colpo di fortuna, e guadagnando Beth Moses, capo istruttore astronauta della compagnia, la distinzione di essere la prima donna a raggiungere lo spazio su un volo commerciale.
Aereo
Il volo di prova, che è decollato da un launchpad nel deserto del Mojave in California, è stato presidiato dagli stessi due piloti che hanno guadagnato le loro ali da astronauta dalla FAA dopo il volo di dicembre della compagnia.
Ecco una descrizione del volo, per gentile concessione del Verge:
Come al solito, VSS Unity è stato lanciato ad un'altitudine iniziale di circa 45.000 piedi(13.700 m) dal suo enorme vettore aereo, WhiteKnight Two, dove è stato poi rilasciato in aria. I due piloti del volo di questa mattina, Dave Mackay e Mike "Sooch" Masucci, accesero il motore dello spaceplane e salirono a quota 55.85 miglia (89.9 chilometri), il più alto che il veicolo avesse mai fatto. Durante il test, il veicolo ha raggiunto una velocità massima di tre volte la velocità del suono - il più veloce di sempre per Virgin Galactic - prima di cambiare assetto e tornare indietro per atterrare su una pista.
Mentre il volo di dicembre era presidiato esclusivamente dai due piloti, Moses si è inserito nella cabina per comprendere meglio la "cabina del cliente e l'ambiente di volo spaziale dal punto di vista delle persone nella parte posteriore", secondo una dichiarazione dell'azienda. Una volta che la compagnia inizia a volare passeggeri commerciali - ad un prezzo stimato di $ 250.000 per un pop - Mosè sarà responsabile di preparare i futuri passeggeri su cosa aspettarsi durante i voli.
Le tre persone a bordo del volo diventano 569, 570 e 571 persone per raggiungere lo spazio.
Secondo RT, il capo pilota Dave Mackay ha affermato che la straordinaria visione della Terra ha superato tutte le loro aspettative.
"Per noi tre oggi, questo è stato il compimento di ambizioni per tutta la vita, ma paradossalmente è anche solo l'inizio di un'avventura che non vediamo l'ora di condividere con migliaia di altri", ha detto.
La società ha rilasciato il video del volo ...
... così come un breve video che mostra come appariva la Terra dal punto di osservazione dei passeggeri:

Molte altre compagnie, tra cui SpaceX di Elon Musk e Blue Origin di Jeff Bezos, stanno ancora testando missili senza pilota. Ma entrambi i dirigenti sono senza dubbio consapevoli del fatto che, dopo il lancio di venerdì, la competizione per "possedere" i viaggi nello spazio commerciale sta scaldando.
Tradotto automaticamente con Google
Fonte: qui

GUERRA COMMERCIALE: IL BALTIC DRY INDEX

Risultati immagini per noli marittimi commercio
In un mondo normale un analista o ricercatore che da mesi mette in guardia sulle reali condizioni dell’economia globale, verrebbe segnalato e intervistato e giudicato in base alle sue previsioni , alla sua capacità di andare oltre l’ottimismo di maniera di un mondo ormai dipendente dalle droghe delle banche centrali o dalle fantasie di analisti ed economisti a libro paga dell’oste che ogni giorno in televisione o sui giornali specializzati, pontifica sul nulla o meglio lucida il suo conflitto di interesse.
Non ci voleva poi molto a comprendere che le dinamiche del commercio globale si manifestano dai 6 ai 9 mesi dopo l’inizio di una guierra commerciale.


Allarme dal Baltic Index, il vero indicatore di crisi economica: L’ultimo allarme mondiale arriva dal Baltic Dry Index: segnali di crisi economica dal commercio internazionale https://www.money.it/Baltic-Dry-Index-indicatore-crisi-economica?utm_source=dlvr.it&utm_medium=twitter 

Visualizza altri Tweet di Money.it
La serie impressionante di dati negativi che da mesi si stanno palesando in ogni angolo globale, dovrebbe far riflettere sulle conseguenze di una guerra commerciale, dovrebbe fare riflettere sul fatto che da tempo siamo alla fine di un ciclo economico blando, tenuto in piedi esclusivamente dalla più imponente dose di stimoli fiscali e monetari della storia.
Ieri la giornata è iniziata in Giappone, passando dall’Europa è finita in bellezza in America…


A slump in manufacturing indexes around the world is feeding anxiety over global growth. Japan's Manufacturing PMI dropped in contractionary territory for first time since 2016, Germany Manufacturing PMI dropped to a 74mth low of 47.6. https://www.bloomberg.com/news/articles/2019-02-21/manufacturing-slump-keeps-euro-area-economy-close-to-stagnation 

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PMI manifatturiere del Giappone
Ricordo a tutti l’imponente dose di stimoli monetari e fiscali immessa nell’economia giapponese negli ultimi anni, nessuna possibilità di scappare alla deflazione da debiti al triplo decennio perduto iniziato negli anni 90.
Ma proseguiamo con la Germania…


Weakness in Euro zone manufacturing isn't new. Germany's PMI began falling Jan. 2018 and is still falling now. Glass half full: weakness predates trade tensions, i.e. is mostly just the usual global manufacturing cycle. Glass half empty: not easy for Europe to push back on the US

18 utenti ne stanno parlando
Nel pomeriggio poi collassa nuovamente l’indice di Philadelphia, Philly per gli amici, il secondo distretto manifatturiero d’America…
Ma la ciliegina sulla torta arriva del mercato immobiliare dove le vendite di case esistenti sono crollate per l’ennesima volta. In mattinata con un amico avevo scommesso che l’indice sarebbe stato negativo per sotto alle aspettative di un aumento dello 0,80% centrando in pieno in calo a meno 1,2 %, le mie fonti in America sono formidabili.
La più grande delusione dell’economia del 2018 è stata il settore abitativo della nazione e la prima indicazione definitiva del 2019 non è favorevole. Le vendite di case esistenti sono crollate dell’1,2 percento a gennaio con un tasso annualizzato di 4.940 milioni che è vicino alla fascia bassa del range di consenso di Econoday.


The National Association of Home Builders are at their annual conference in Vegas and right on cue their market index blew away consensus and the hard data (existing home sales) coming in at 62 vs prior 58. The power of group think and free booze wins again!

26 utenti ne stanno parlando
Come più volte suggerito dal nostro Machiavelli nel frattempo l’illusione immobiliare è finita anche in Australia, mentre il prezzo della casa mediano di Sydney è ancora superiore a 900.000 dollari, e la città rimane il terzo mercato al mondo meno accessibile dove solo il 45% dei residenti di età compresa tra 25 e 34 anni possiede la propria casa (meno 16% rispetto al 1980), i prezzi sono già diminuito del 12% dal picco di metà 2017.

Ancora qualche giorno di lateralità e poi la verità diventerà figlia del tempo!
Fonte: qui


P. S. Il Baltic Dry Index (BDI) è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie delle navi dry bulk cargo. Malgrado il nome indichi diversamente, esso raccoglie i dati delle principali rotte mondiali.