9 dicembre forconi: 11/17/17

venerdì 17 novembre 2017

IN CINA SONO STATI RITROVATI RESTI UMANI CREMATI FORSE APPARTENENTI AL BUDDHA

SI TRATTA DI CIRCA 2.000 “SHARIRA” (RELIQUIE) RACCOLTI E SEPOLTI MILLE ANNI FA DA DUE MONACI DEL MONASTERO DI LONGXING

Maria Luisa Prete per la Repubblica

lo scrigno di ceramica che conteneva i presunti resti del buddhaLO SCRIGNO DI CERAMICA CHE CONTENEVA I PRESUNTI RESTI DEL BUDDHA
Quei resti umani cremati rinvenuti in un cassone di ceramica nella contea di Jingchuan, in Cina, sembrano essere appartenuti a Buddha. Almeno così si legge nell'iscrizione trovata accanto: "I monaci Yunjiang e Zhiming della scuola Lotus, che appartenevano al tempio Mañjusri del monastero di Longxing nella prefettura di Jingzhou, hanno raccolto più di 2.000 pezzi di sharira, così come denti e ossa del Buddha, e li hanno seppelliti nella sala Mañjusri  di questo tempio ".

Il termine sharira ha un’accezione ampia e indica qualsiasi tipo di reliquia legata all''Illuminato', originario del Nepal. E' quanto risulta dalle relazioni degli archeologi, tradotte in inglese nella rivista Chinese Cultural Relics. Gli scavi nella zona erano iniziati cinque anni fa per riparare le strade del villaggio di Gongchi. Poi, la scoperta di un tesoro: non solo quella che sembra la tomba del famoso asceta, ma anche 260 statue buddiste a corredo.

la cassa di ceramica che conteneva i presunti resti del buddhaLA CASSA DI CERAMICA CHE CONTENEVA I PRESUNTI RESTI DEL BUDDHA
Secondo la tradizione, Gautama Siddharta morì a Kusinagara, in India nel 486 a.C. e il suo corpo, avvolto in centinaia di pezze di cotone, venne cremato nel corso di una cerimonia imponente. La disputa per impossessarsi dei resti portò alla loro suddivisione tra i maggiori contendenti e alla relativa dispersione dell’immenso patrimonio della sharira.

statua di bodhisattva, dinastia suiSTATUA DI BODHISATTVA, DINASTIA SUI
Circa 1000 anni fa, Yunjiang e Zhiming avrebbero trascorso vent'anni della loro vita a rimettere insieme i resti di Buddha, seppellendo, infine, il loro tesoro il 22 giugno del 1013. Adesso, la loro sacra collezione è stata riportata alla luce.

Gli archeologi non danno certezze: non c’è modo di sapere se effettivamente questi resti appartengano al fondatore di una delle religioni più antiche del mondo. Rimarrà un mistero. Ma la scoperta ha comunque un grande valore storico perché fornisce un approfondimento inedito sulla cultura che ha plasmato e segnato il buddismo. Le statue, alte circa 2 metri - rinvenute nei pressi del cassone ma forse sepolte in tempi differenti - raffiguranti il Buddha, devoti illuminati, dei o semplici oggetti legati alla spiritualità buddista, erano parte di un complesso luogo di culto.
buddha gigante di leshanBUDDHA GIGANTE DI LESHAN

Questo è solo l’ennesimo capitolo delle vicende legate alle ceneri dell’Illuminato. Tra le precedenti scoperte archeologiche in Cina, quella di un osso del cranio, apparentemente al Buddha, trovato all'interno di uno scrigno d'oro a Nanjing.

Fonte: qui
BUDDHABUDDHALa cassa di ceramica che conteneva i presunti resti del Buddha 2LA CASSA DI CERAMICA CHE CONTENEVA I PRESUNTI RESTI DEL BUDDHA 

RICORDATE LA CAMPAGNA STAMPA CON DICHIARAZIONI DI MASSIMO CIANCIMINO CHE ACCUSAVA GIANNI DE GENNARO DI ESSERE VICINO AL “SIGNOR FRANCO”, UOMO DELLE STRAGI ITALIANE?

ERA TUTTA UNA BUFALA! 

CIANCIMINO E’ STATO CONDANNATO A SEI ANNI PER CALUNNIE E DOVRA’ PAGARE 180 MILA EURO DI RISARCIMENTO CADAUNO ...

OGGI SOLO “LA STAMPA” NE PARLA…


MASSIMO CIANCIMINOMASSIMO CIANCIMINO
Ric. Are. per “la Stampa”

Sei anni e la patente di calunniatore: Massimo Ciancimino, ex superteste del processo sulla trattativa Stato-mafia, viene condannato a Caltanissetta, per avere accusato falsamente - e sapendoli innocenti - l'ex capo della Polizia Gianni De Gennaro e l'ex responsabile dei Servizi segreti per la Sicilia occidentale, Lorenzo Narracci.

Gianni De GennaroGIANNI DE GENNARO
Entrambi dovranno essere risarciti, con complessivi 180 mila euro, dal figlio dell'ex sindaco mafioso. De Gennaro era stato indicato da Ciancimino come vicinissimo al "Signor Franco", il misterioso personaggio che sarebbe dietro i principali misteri d' Italia, stragi comprese. Personaggio che però, secondo i pm nisseni, esiste solo nella fantasia del figlio di don Vito.  

Fonte: qui

RIVOLTA DEI MIGRANTI CONTRO IL CENTRO DI ACCOGLIENZA DI CONA (VENEZIA): “E’ UNA PRIGIONE”

LA MARCIA DI PROTESTA SI FERMA SUL BRENTA, IL PREFETTO NON SA PIU’ DOVE METTERLI E IL PATRIARCA APRE LE CHIESE
Andrea Priante per “il Corriere della Sera”

CONACONA
«Il campo profughi di Cona è una prigione». L' ivoriano Camarà Alasane sa di cosa parla. Laureato in Economia, figlio di un politico musulmano ucciso dall' opposizione, prima di fuggire in Italia nell' estate del 2016 era stato rinchiuso nel carcere di Tripoli. «Un amico ha pagato alle guardie una specie di riscatto per evitare che fossi venduto come schiavo per lavorare i campi», racconta.

MIGRANTI CONA 3MIGRANTI CONA 3
Ora è uno dei leader della Marcia dei Migranti che martedì ha lasciato l' ex base missilistica del Veneziano per chiederne la chiusura. «Nel campo siamo oltre mille richiedenti asilo, costretti a vivere in condizioni disumane, a dormire in tendoni da 150 posti letto, a mangiare sempre le stesse cose, senza alcuna possibilità di integrazione», spiega Camarà in un perfetto italiano. In 240 hanno deciso di ribellarsi, dando vita al lungo serpentone di esseri umani malvestiti (alcuni marciavano in infradito) che ieri si trascinavano al freddo, carichi di borsoni e valigie.

MIGRANTI CONA 2MIGRANTI CONA 2
Un corteo pacifico con l' obiettivo di raggiungere Venezia per incontrare il prefetto, e che mercoledì sera ha dovuto fare i conti con la morte dell' ivoriano Salif Traoré, 34 anni, investito e ucciso mentre con la sua bicicletta cercava di raggiungere i compagni per unirsi a loro. «Era un bravo ragazzo, aveva due mogli e sei figli», racconta un amico mostrando le foto che ha scattato al cadavere subito dopo l' incidente. «Questa marcia è anche per lui».

Ieri - trascorsa la notte all' interno della chiesa di Codevigo (Padova) - dopo una decina di chilometri l' avanzata si è interrotta a Campolongo Maggiore, il paese di Felice Maniero, di fronte a un cordone di poliziotti in tenuta antisommossa. «Di qui non si passa, dovete tornare indietro». È iniziata una trattativa durata cinque ore, con i richiedenti asilo che giuravano di preferire una notte sulle rive del fiume Brenta all' idea di tornare nel Centro di accoglienza. Nel pomeriggio è arrivato il prefetto Carlo Boffi che da anni tenta di alleggerire Cona «ma non ci sono altre strutture disponibili».

MARCIA CONAMARCIA CONA
Alla fine, a sbloccare la situazione è stato il patriarca di Venezia Francesco Moraglia che ha messo a disposizione dei migranti le strutture parrocchiali. «Per questa notte rimarrete lì - ha spiegato il prefetto - poi faremo il possibile per trovare delle soluzioni e non farvi tornare a Cona». 

I richiedenti asilo, ormai stremati dal freddo, hanno applaudito scandendo «Viva l' Italia!». Ma intanto gira voce che altri profughi avrebbero già lasciato l' ex base missilistica per raggiungere i manifestanti. «Spero non sia vero - ha commentato il prefetto - perché posti letto non ce ne sono più».

Fonte: qui

TOTÒ RIINA È MORTO: 24 ANNI AL 41BIS SENZA MAI RIVELARE I SUOI SEGRETI.

I SUOI FAMILIARI HANNO POTUTO INCONTRARLO CON UN PERMESSO SPECIALE NELLE ULTIME ORE DI VITA 

‘U CURTU’ ERA UN PICCOLO PADRINO CHE DICHIARÒ GUERRA ALLE GERARCHIE MAFIOSE IMPONENDOSI A COLPI DI MITRAGLIETTE, TRITOLO E ‘TRAGEDIE’, PER POI FARE LO STESSO CON LO STATO E LE SUE ISTITUZIONI. SECONDO LA DIA ERA ANCORA IL BOSS DI COSA NOSTRA

1. MAFIA: È MORTO TOTÒ RIINA

Toto Riina e Ninetta BagarellaTOTO RIINA E NINETTA BAGARELLA
(ANSA) - E' morto alle 3.37 nel reparto detenuti dell'ospedale di Parma il boss Totò Riina. Ieri aveva compiuto 87 anni. Operato due volte nelle scorse settimane, dopo l'ultimo intervento era entrato in coma. Riina, per gli inquirenti, nonostante la detenzione al 41 bis da 24 anni, era ancora il capo di Cosa nostra.

Riina era malato da anni, ma negli ultimi tempi le sue condizioni erano peggiorate tanto da indurre i legali a chiedere un differimento di pena per motivi di salute. Istanza che il tribunale di Sorveglianza di Bologna ha respinto a luglio. Ieri, quando ormai era chiaro che le sue condizioni erano disperate, il ministro della Giustizia ha concesso ai familiari un incontro straordinario col boss. Riina stava scontando 26 condanne all'ergastolo per decine di omicidi e stragi tra le quali quella di viale Lazio, gli attentati del '92 in cui persero la vita Falcone e Borsellino e quelli del '93, nel Continente.
riina1RIINA1

Sua la scelta di lanciare un'offensiva armata contro lo Stato nei primi anni '90. Mai avuto un cenno di pentimento, irredimibile fino alla fine, solo tre anni fa, dal carcere parlando con un co-detenuto, si vantava dell'omicidio di Falcone e continuava a minacciare di morte i magistrati. A febbraio scorso, parlando con la moglie in carcere diceva: "sono sempre Totò Riina, farei anche 3.000 anni di carcere".

L'ultimo processo a suo carico, ancora in corso, era quello sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia, in cui è imputato di minaccia a Corpo politico dello Stato. Ieri, nel giorno del suo 87esimo compleanno, il figlio Giuseppe Salvatore, che ha scontato una pena di 8 anni per mafia, ha pubblicato un post di auguri su FB per il padre.
TOTO RIINATOTO RIINA


2. «'U CURTU», IL BOSS DELLE STRAGI DA CORLEONE HA SFIDATO LO STATO SENZA MAI SVELARE I SUOI SEGRETI - L' ASCESA CRIMINALE IMPOSTA COL SANGUE, FINO AI MORTI DEL 1992

Giovanni Bianconi per il ‘Corriere della Sera

E così la parabola terrena e mafiosa di Totò Riina sembra davvero finita. Di sicuro quella di capomafia, come in qualche modo certifica la decisione del ministro della Giustizia Orlando di derogare alle regole ferree del «41 bis» consentendo a moglie e figli di stargli vicino (compreso Salvo, «libero vigilato»). Ma è una fine raggiunta da «guida di Cosa nostra» tuttora riconosciuta dagli altri uomini d' onore, come hanno scritto gli analisti della Dia nella loro ultima relazione.

ARRESTO DI TOTO RIINAARRESTO DI TOTO RIINA
È stato il boss che ha imposto la sua dittatura dentro Cosa nostra, il piccolo padrino che ha scalato le gerarchie imponendosi a colpi di mitragliette, tritolo e «tragedie», e dichiarò guerra allo Stato. Per obbligarlo a una nuova convivenza, dopo quella con la vecchia mafia che lui aveva piegato ai suoi voleri.

Con gli omicidi e le stragi del 1992 sferrò l' attacco più violento, uccidendo gli ex amici come Salvo Lima e Ignazio Salvo, e i nemici storici come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, tra i pochi a capire da prima la pericolosità della sua strategia. Per Riina si rivelò un errore fatale: lo Stato, quel che ne restava dopo Capaci e via D' Amelio, fu costretto a reagire come mai aveva fatto prima, e le cosche dovettero subire una controffensiva mai vista. Trattativa o non trattativa, l' ala terroristica e corleonese fu travolta e sgominata. A cominciare proprio dalla caduta del «capo dei capi», primo arrestato eccellente di una stagione cominciata nel gennaio 1993.
ARRESTO DI TOTO RIINAARRESTO DI TOTO RIINA

Su quell' arresto, nonostante i processi conclusi con le assoluzioni, le zone d' ombra non si sono mai dissipate del tutto.
Ma anche le ipotesi e le illazioni più «dietrologiche» sulla fine di quella venticinquennale latitanza fanno comunque parte di una sconfitta. Magari a vantaggio di una mafia diversa, meno violenta e forse più insidiosa, ma comunque sconfitta. Arrivata però dopo una stagione di sangue e di trame che ha provocato montagne di cadaveri, ricatti e svolte drammatiche nella storia repubblicana.

toto riinaTOTO RIINA
Anche in quel drammatico 1992: le morti di Falcone e Borsellino, insieme alle inchieste su Tangentopoli, hanno deviato in maniera irreversibile il corso della politica italiana.
E lui, 'u curtu che si credeva grande, ha continuato a considerarsi un vincitore fino alla fine.

Negli ultimi venticinque anni di galera e di processi ha lasciato parole e immagini in cui s' è solo incensato. Dalle prime apparizioni nelle aule giudiziarie, quando sfidava i pentiti nei confronti (sebbene ne uscisse regolarmente battuto), alle dichiarazioni contro i giudici e i «comunisti» che lo volevano incastrare a ogni costo, fino all' autonarrazione affidata alle microspie che registravano i suoi colloqui con il figlio maggiore Giovanni, mafioso ergastolano pure lui.
salvo riinaSALVO RIINA

«Tu sai che papà se la cava, tu pensa sempre che papà è fenomenale - gli disse in un incontro del 2010 -. Sono un fenomeno. Tu lo sai che io non sono normale, non faccio parte delle persone uguali a tutti, sono estero... Nella storia, quando poi non ci sono più, voialtri dovete dire e dovete sapere che avete un padre che non ce n' è sulla terra, non credete che ne trovate, un altro non ce n' è perché io sono di un' onestà e di una correttezza non comune».

salvo riina a porta a porta da bruno vespa 8SALVO RIINA A PORTA A PORTA DA BRUNO VESPA 
I figli diranno ciò che vorranno, ma la storia della mafia guidata da Totò Riina è quella di un' organizzazione criminale aggredita al suo interno dal boss corleonese cresciuto a suon di bombe (vide scoppiare la prima quando suo padre saltò in aria nel 1943 mentre cercava di estrarre la polvere da un ordigno inesploso lasciato dagli americani, uccidendo se stesso e il figlio più piccolo), che dopo aver fatto fuori i mafiosi di «tradizione palermitana» decise di decapitare i vertici istituzionali della Sicilia.

RIINA BAGARELLA COI FIGLI AL MARERIINA BAGARELLA COI FIGLI AL MARE
La «mattanza» che tra il 1979 e il 1983 ha tolto di mezzo i responsabili della politica, della magistratura e delle forze dell' ordine sull' isola non ha precedenti in nessun Paese occidentale. Provocando dubbi negli altri mafiosi, che per esempio hanno continuato a interrogarsi sui reali motivi che portarono all' uccisione del prefetto Carlo Alberto dalla Chiesa, assassinato prima ancora che potesse fare qualcosa di concreto, mentre trovava i principali ostacoli all' interno dello Stato, più che nelle cosche.
toto riinaTOTO RIINA

Ma in quella specie di autobiografia consegnata nel 2013 al suo compagno di passeggio in carcere, nonché alle «cimici» nascoste in cortile, non ci sono spiegazioni ai suoi comportamenti. Solo autoesaltazione, nuovi progetti di morte contro i «magistrati persecutori» e recriminazioni contro capimafia meno «onesti» e intelligenti di lui; per esempio il latitante Matteo Messina Denaro, accusato di pensare solo a se stesso abbandonando i detenuti.

TOTO RIINA IN CARCERETOTO RIINA IN CARCERE
Ma fino alla fine ha voluto giocare il ruolo del più furbo. Forse consapevole (senza mai ammetterlo, però) di fare parte di un gioco più grande, ma gratificato dal ruolo ritagliato per se stesso. Già abbastanza sovradimensionato rispetto a un «corto» come Totò Riina.

Fonte: qui

BOLDRINI A CARICO NOSTRO

LA PRESIDENTE DELLA CAMERA FA LA CAMPAGNA ELETTORALE A SPESE DEI CONTRIBUENTI ORGANIZZANDO UN CONVEGNO PER LA GIORNATA MONDIALE CONTRO LA VIOLENZA CON 1200 INVITATE E RIMBORSI SPESE DA 50 EURO A TESTA 

E IERI HA INCONTRATO (CON DISTACCO) FASSINO
Laura Cesaretti per “Il Giornale”

boldrini pisapiaBOLDRINI PISAPIA
Il 25 novembre aprirò l'Aula di Montecitorio alle #donne». L'annuncio, con tanto di hashtag #donne, è stato twittato da Laura Bodrini a inizio ottobre. Da mesi, la presidente della Camera sta alacremente lavorando per organizzare l'appuntamento - in occasione della Giornata mondiale contro la violenza - e col passare del tempo l'affare si è ingrossato: se ad ottobre, intervenendo ad «Un giorno da pecora», Boldrini aveva annunciato 600 partecipanti, ora si parla del doppio: 1200 invitate.

Tanto che, visto che l' aula di Montecitorio non basta a contenerle, si attrezzeranno una serie di sale con maxi-schermi perché tutte le partecipanti possano seguire in diretta l' evento.

boldrini1BOLDRINI1
Con una spesa non indifferente per la Camera dei deputati, visto che alle associazioni coinvolte (dalla rete dei Centri antiviolenza al Telefono rosa alle organizzazioni femminili dei sindacati a molte altre sigle), cui è stato chiesto di fornire ciascuna un elenco di partecipanti, è stato promesso il rimborso delle spese sostenute per portarle a Roma. La cifra ipotizzata al tavolo organizzativo è di 50 euro a testa, ma c' è chi fa notare che spostarsi dalla Sicilia o da Bolzano costerà assai di più. In ogni caso, agli enti coinvolti è stato chiesto di presentare il conto finale al Banco di Napoli della Camera.
laura boldriniLAURA BOLDRINI

Col crescere dei numeri sono cresciuti però anche i malumori. Anche perché nel frattempo la presidente della Camera si è buttata nell' arena politica e - al pari del suo alter ego (come direbbe Gigino Di Maio) del Senato, Pietro Grasso, che infatti descrivono infuriato per l' inaspettata concorrenza - ha lanciato la propria candidatura alla leadership della impalpabile sinistra italica.

Insomma, in molte delle associazioni e personalità chiamate a raccolta dalla Boldrini si è insinuato un dubbio, che per alcuni è una certezza: «L'evento del 25 novembre serve chiaramente alla Boldrini per inaugurare la sua campagna elettorale», dicono senza giri di parole.

LAURA BOLDRINI IN MOSCHEALAURA BOLDRINI IN MOSCHEA
Ma non è l'unico elemento che alimenta il malumore attorno all' appuntamento. Al tavolo organizzativo si sono levate molte obiezioni anche sull' impianto e la scaletta dell' evento: a decidere chi parlerà è stata la stessa Boldrini: la mamma di una ragazza suicida per un video dato in pasto al web, la mamma di una ragazza sfregiata dal fidanzato, e poi lei medesima. «Ha scelto storie tragiche, senza dubbio casi tragici e da denunciare.

Ma messa così sembra una sorta di fiera del vittimismo. Invece molte di noi avevano chiesto che venisse data voce anche a donne che ce l'hanno fatta, a storie di riscatto e di successo». Ma niente da fare: la regia è rimasta in mano alla Boldrini che - lamenta chi ha seguito le trattative- «ha costruito tutto l'evento attorno a sé medesima».
LAURA BOLDRINILAURA BOLDRINI

Con un taglio che non piace neppure a molte figure storiche del femminismo italiano. «Non amo nessun genere di kermesse sulla violenza contro le donne, che certo va denunciata pubblicamente ma non fatta oggetto di esibizione - dice Marina Terragni - Avrei gradito di più se la Boldrini avesse celebrato la giornata del 25 novembre passandola in uno dei Centri antiviolenza dove si affronta concretamente il problema, anzichè organizzando un evento da riflettori».
IL PRETE MUSSIE ZERAI CON LAURA BOLDRINIIL PRETE MUSSIE ZERAI CON LAURA BOLDRINI

Intanto, nella sua veste di aspirante leader politica, ieri Laura Boldrini ha incontrato Piero Fassino, cui il segretario del Pd Renzi ha affidato l' ingrato compito di consultare capi e capetti delle formazioni a sinistra dei Dem per capire chi sia disponibile ad un' alleanza.
E il suo ufficio stampa fa sapere che la presidente ha «posto con forza alcuni temi»: lavoro, immigrazione, diritti. Manca solo la pace nel mondo.

Fonte: qui

It's A 'Turkey' Market

With Thanksgiving week rapidly approaching, I thought it was an apropos time to discuss what I am now calling a “Turkey” market.
What’s a “Turkey” market?  Nassim Taleb summed it up well in his 2007 book “The Black Swan.”
“Consider a turkey that is fed every day. Every single feeding will firm up the bird’s belief that it is the general rule of life to be fed every day by friendly members of the human race ‘looking out for its best interests,’ as a politician would say.

On the afternoon of the Wednesday before Thanksgiving, something unexpected will happen to the turkey. It will incur a revision of belief.”
Such is the market we live in currently.
In a market that is excessively bullish and overly complacent, investors are “willfully blind” to the relevant “risks” of excessive equity exposure. The level of bullishness, by many measures, is extremely optimistic, as this chart from Tiho Krkan (@Tihobrkan) shows.
Not surprisingly, that extreme level of bullishness has led to some of the lowest levels of volatility and cash allocations in market history.
Of course, you can’t have a “Turkey” market unless you are being lulled into it with a supporting story that fits the overall narrative. The story of “it’s an earnings-driven market” is one such narrative. As noted  by my friend Doug Kass:
“Earnings are there to support the market. If we didn’t have earnings to support the market, that would be worrying. But we have earnings.”
Mary Ann Bartels, Merrill Lynch Wealth Management


“Earnings are doing remarkably well.”
Ed Yardeni, Yardeni Research


“This is very much an earnings-driven market.”
Paul Springmeyer, U.S. Bancorp Private Wealth Management


This is very much earnings-driven.”
Michael Shaoul, Marketfield Asset Management


“Equities have largely been driven by global liquidity, but they are now being driven by earnings.”
Kevin Boscher, Brooks Macdonald International


“Most of the market action in 2017 has been earning-driven.”
Dan Chung, Alger Management


“The action is justified because of earnings.
James Liu, Clearnomics


In another case of “Group Stink” and contrary to the pablum we hear from many of the business media’s talking heads, the U.S. stock market has not been an earnings-driven story in 2017. (I have included seven “earnings-driven” quotes above from recent interviews on CNBC, but there are literally hundreds of these interviews, all saying the same thing)

Rather, it has been a valuation-driven story, just as it was in 2016 when S&P 500 profits were up 5% and the S&P Index rose by about 11%. And going back even further, since 2012 S&P earnings have risen by 30% compared to an 80% rise in the price of the S&P lndex!
He is absolutely right, of course, as I examined in the drivers of the market rally three weeks ago.
“The chart below expands that analysis to include four measures combined: Economic growth, Top-line Sales Growth, Reported Earnings, and Corporate Profits After Tax. While quarterly data is not yet available for the 3rd quarter, officially, what is shown is the market has grown substantially faster than all other measures. Since 2014, the economy has only grown by a little less than 9%, top-line revenues by just 3% along with corporate profits after tax, and reported earnings by just 2%. All of that while asset prices have grown by 29% through Q2.” 
The hallmark of a “Turkey” market really comes down to the detachment of price from valuation and the deviation of price from long-term norms. Both of these detachments are shown in the charts below.
CAPE-5 is a modified version of Dr. Robert Shiller’s smoothed 10-year average. By using a 5-year average of CAPE (Cyclically Adjusted Price Earnings) ratio, it becomes more sensitive to market movements. Historically, deviations above 40% have preceded secular bear markets, while deviations exceeding -40% preceded secular bull markets.
The next chart shows the deviation of the real, inflation-adjusted S&P 500 index from the 6-year (72-month) moving average.
Not surprisingly, when the price of the index has deviated significantly from the underlying long-term moving averages, corrections and bear markets have not been too distant.
Combining the above measures (volatility, valuation, and deviation) together shows this a bit more clearly. The chart shows both 2 and 3-standard deviations above the 6-year moving average. The red circles denote periods where valuations, complacency and 3-standard deviation moves have converged. 
Of course, with cash balances low, you can’t foster that kind of extension without sufficiently increasing leverage in the overall system. The expansion of margin debt is a good proxy for the “fuel” driving the bull market advance.
Naturally, as long as that “fuel” isn’t ignited, leverage can remain supportive of the market’s advance. However, when the reversion begins, the “fuel” that drove stocks higher will “explode” when selling forces liquidation through margin calls.
While the media continues to suggest the markets are free from risk, and investors should go ahead and “stick-their-necks-out,” history shows that periods of low volatility, high valuations and deviations from long-term means has resulted in very poor outcomes.
Lastly, there has been a lot of talk about how markets have entered into a new “secular bull market” period. As I have addressed previously, I am not sure such is the case. Given the debt, demographic and deflationary backdrop, combined with the massive monetary interventions of global Central Banks, it is entirely conceivable the current advance remains part of the secular bear market that began at the turn of the century.
Only time will tell.
Regardless, whether this is a bull market rally in an ongoing bear market, OR a bull rally in a new bull market, whenever the RSI (relative strength index) on a 3-year basis has risen above 70 it has usually marked the end of the current advance. Currently, at 84, there is little doubt the market has gotten ahead of itself.
No matter how you look at it, the risk to forward returns greatly outweighs the reward presently available.
Importantly, this doesn’t mean that you should “sell everything” and go hide in cash, but it does mean that being aggressively exposed to the financial markets is no longer opportune.
What is clear is that this is no longer a “bull market.”
It has clearly become a “Turkey” market. Unfortunately, like Turkeys, we really have no clue where we are on the current calendar. We only know that today is much like yesterday, and the “bliss” of calm and stable markets have lulled us into extreme complacency.
You can try and fool yourself that weak earnings growth, low interest rates and high-valuations are somehow are justified. The reality is, like Turkeys, we will ultimately be sadly mistaken and learn a costly lesson.
“Price is what you pay, Value is what you get.” – Warren Buffett
Authored by Lance Roberts via RealInvestmentAdvice.com,