lunedì 17 giugno 2019
DEUTSCHE BANK, IN UNA PESANTE E PREOCCUPANTE CRISI, AVVIA UN’AMPIA RISTRUTTURAZIONE DELLE SUE ATTIVITÀ DI TRADING NEGLI USA
SECONDO IL “FINANCIAL TIMES” L’ISTITUTO TEDESCO HA INTENZIONE DI CREARE UNA BAD BANK DA RIEMPIRE CON 50 MILIARDI DI DOLLARI DI ATTIVITÀ “RISCHIOSE”, CIOÈ I CONTRATTI DERIVATI
DOPO AVER PER ANNI GIOCATO A FARE LA BANCA DI INVESTIMENTO, RIEMPIENDOSI DI TITOLI TOSSICI, L’OBIETTIVO È TORNARE AL RETAIL E ALLA GESTIONE PATRIMONIALE…
DEUTSCHE BANK: FT, PENSA A CREAZIONE BAD BANK DA 50 MLD DOLLARI
Il colosso bancario tedesco Deutsche Bank ha avviato un'ampia ristrutturazione delle sue attività di trading negli Usa, allontanandosi dal modello dell'investment banking. Lo rivela il Financial Times, secondo il quale l'amministratore delegato di Deutsche, Christian Sewing avrebbe in mente la creazione di una bad bank, dove far confluire fino a 50 miliardi di dollari di attività finanziarie rischiose non core (in particolare derivati di vecchia data), che dovranno essere custodite o vendute.
La ristrutturazione prevede il forte ridimensionamento o la chiusura delle attività di trading al di fuori dall'Europa. La decisione finale su tutto ciò, secondo il Ft, che cita fonti vicine alla banca, è ancora in sospeso. L'obiettivo di Sewing sarebbe quello di spostare il cuore delle attività di Deutsche dall'investment banking al retail e alla gestione patrimoniale. Secondo il Ft Sewing dovrebbe annunciare le decisioni della banca a fine luglio. L'entità delle attività finanziarie non core su cui intervenire "continua ad oscillare" rivelano le fonti al Ft, secondo cui si tratterebbe di asset per almeno 30 miliardi di dollari, o ancora più probabilmente per 40-50 miliardi di dollari, pari al 14% del bilancio di Deutsche. "I tagli devono essere radicali", spiega una fonte di spicco della banca. "Ha senso per noi avere questi beni congelati a lungo termine, in un'unità non core".
Fonte: qui
IN BLOCCO DUE CENTRALI ELETTRICHE, MEZZO SUDAMERICA RESTA AL BUIO
CHI HA SPENTO LA LUCE ALL’ARGENTINA?
IL FENOMENO NON E’ RARO IN SUDAMERICA, DOVE LA DIPENDENZA DA POCHE GRANDI CENTRALI IDROELETTRICHE È UN PROBLEMA DIFFUSO
NEGLI ANNI SCORSI SI VERIFICARONO GRANDI BLACKOUT IN BRASILE IL FENOMENO NON E’ RARO IN SUDAMERICA, DOVE LA DIPENDENZA DA POCHE GRANDI CENTRALI IDROELETTRICHE È UN PROBLEMA DIFFUSO
Rocco Cotroneo per il “Corriere della sera”
Un blackout improvviso e totale. Si sono spente di colpo tutta l' Argentina tranne la lontana Terra del Fuoco, l' Uruguay e una manciata di città di Paraguay, Brasile e Cile sui confini dei due Paesi. Come unica consolazione, è successo di prima mattina e di domenica, con effetti limitati su spostamenti e lavoro.
Ma a Buenos Aires e dintorni sono saltati molti pranzi a base di carne e vino rosso per l' importante festa del papà, che qui si festeggia in giugno; e più verso Sud, poiché nell' emisfero australe è ormai inverno, non è stata una giornata facile perché piove da giorni, fa freddo e si sono fermati gli impianti di riscaldamento regolati da sistemi elettrici. Stop anche a treni e metropolitane. In alcune province del Paese, inoltre, si votava per elezioni locali.Qualche disagio, ma niente di grave: in Argentina si usano ancora schede cartacee e matite, come da noi.
Come è possibile che 50 milioni di persone restino senza luce nello stesso istante, pochi minuti dopo le 7, su un territorio vasto come mezza Europa? La risposta sta nei sistemi di interconnessione dipendenti da poche centrali di produzione, spesso a cavallo tra Paesi diversi. L' energia in Argentina e Uruguay arriva in buona parte da un paio di grandi dighe sul rio Paraná, a nord di Buenos Aires, il cosiddetto sistema Yacyretá-Salto Grande.
Non sono le uniche centrali, ovviamente, ma costituiscono il cuore del sistema.
Quando succede qualche guasto, a catena può venire a mancare la fornitura a migliaia di chilometri di distanza. È un fenomeno non raro in Sudamerica, dove la dipendenza da poche grandi idroelettriche è un problema diffuso.
Negli anni scorsi si verificarono grandi blackout in Brasile, a causa di problemi nella seconda maggiore centrale a caduta di acqua del mondo, Itaipu, condivisa con il Paraguay.
Più di recente blackout durati parecchi giorni hanno messo in ginocchio il Venezuela.
Immediati gli scambi di accuse. Il sistema elettrico argentino è stato colpito negli anni dei governi Kirchner per scarsa manutenzione, soprattutto a partire dal 2004, anche a causa delle tariffe calmierate per ragioni politiche. L' attuale governo di Mauricio Macri tenta tuttora di gettare la colpa sul passato, ma essendo passati ormai diversi anni, l' operazione non è semplice perché i problemi strutturali del sistema non sono mai stati risolti. E i blackout, si sa, sono molto impopolari per chi è al governo. «Se torna Cristina diventeremo un altro Venezuela!», è lo slogan preferito dei macristi in vista delle presidenziali dell' ottobre prossimo. Ma ieri forse non era la giornata migliore per usarlo.
Appena svegli, dunque, gli argentini hanno visto spegnersi a poco a poco il Paese.
Per le strade hanno tenuto per qualche ora i semafori, e gli edifici ed esercizi commerciali dotati di generatori. Non pochi, visto che in tanti negli ultimi anni sono corsi ai ripari attrezzandosi per le emergenze. A metà giornata si è sparsa la voce che avrebbero smesso di funzionare in qualsiasi momento le reti cellulari, quindi le comunicazioni via voce e Internet. In realtà quasi ovunque le antenne sono riuscite a restare accese sino al ritorno alla normalità.
Le prime località ad annunciare il ritorno dell' energia sono state alcune località costiere dell' Uruguay, poi le luci si sono riaccese via via verso l' interno e poi in Patagonia, grazie alla distanza dall' epicentro del problema e al riattivamento delle linee alternative.
Santa Fé, San Luis, Formosa e Terra del Fuoco sono le quattro province dove ieri si votava per eleggere il nuovo governatore.
Nella più remota a Sud, che poi è un' isola, il sistema elettrico è indipendente quindi non c' è stato alcun problema. L' authority elettorale, l' unica che avrebbe potuto sospendere e rinviare il voto, è stata consultata in mattinata ma ha deciso di non intervenire. Con un sistema interamente cartaceo e alla luce del giorno, i disagi sono stati assai contenuti. Al momento della trasmissione elettronica dei risultati dalle sezioni, dopo gli scrutini, la luce era già tornata.
Fonte: qui
CI SARA’ UN CROLLO AZIONARIO DI DIMENSIONI MAI VISTE!
Inizia una delle settimane più importanti degli ultimi cinque anni, mercoledì la Federal Reserve dovrà decidere se capitolare definitivamente ai piedi dei mercati, nonostante gli ultimi dati macroeconomici che proiettano una crescita del 2 % anche per il secondo trimestre o far collassare i mercati lasciando invariata la politica monetaria e suggerendo che in fondo il mercato obbligazionario si sta sbagliando…
The Trump Economy is setting records, and has a long way up to go....However, if anyone but me takes over in 2020 (I know the competition very well), there will be a Market Crash the likes of which has not been seen before! KEEP AMERICA GREAT
43.300 utenti ne stanno parlando
Prima di proseguire sedetevi, i dati che escono sull’economia americana non hanno nulla a che vedere con la realtà, il prossimo anno ci sono le elezioni presidenziali, nulla deve essere lasciato al caso.
Se non lo avete ancora capito, ve lo dice lui, la Trump Economy sta stabilendo dei record, e ha ancora molta strada da fare.Tuttavia, prosegue Trump, se qualcuno dovesse prendere il sopravvento nel 2020, ci sarà un crollo del mercato azionario di dimensioni mai viste.
Sono curioso di vedere come lo tengono in piedi sino alla fine del 2020.
In settimana aspettatevi una banca centrale USA più accomodante, ma nessun taglio del tasso, sarebbe come dichiarare che hanno fallito su tutta la linea e sono ostaggio dei mercati.
Di inflazione nessuna traccia, le aspettative stanno crollando ovunque.
In vista della riunione del FOMC di questa settimana, quindi nessun governatore a parlato, la sensazione è che la Fed vuol segnalare che è d’accordo con i mercati, i tassi devono scendere ma non subito. La debole inflazione sarà la scusa per alimentare il futuro ribasso dei tassi, un altro dato negativo sull’occupazione come l’ultimo darà il via al tagio dei tassi, il mercato obbligazionario non sbaglia.
Martedì in arrivo i dati sull’avvio di nuove costruzioni.
In generale, il flusso di dati non si sta deteriorando abbastanza rapidamente da giustificare un immediato taglio dei tassi, la Fed ha ancora elementi per rimandare un taglio dei tassi in settimana a meno che non sia davvero grave la situazione.
Il sensibile recupero del dollaro registrato in settimana passando da 1.133 a 1.1210 lo sta dimostrando, i rendimenti dei bond invece restano depressi con il trentennale sotto 2.60 vicino ai minimi dell’anno.
Nel frattempo in Germania…
Come previsto da tempo, il nostro Machiavelli consiglia di prepararsi al collasso del DAX!
26 utenti ne stanno parlando
… le aziende che compongono il principale indice azionario, il Dax stanno subendo la concorrenza globale. In nessun’altra parte del mondo occidentale le aspettative di profitto devono essere ridotte tanto quanto in Germania. Per il Dax, l’EPS 2019 previsto è già stato ridotto del 15% negli ultimi trimestri.
Un consiglio, preparatevi!
Ma lasciamo da parte per un attimo l’America e Trump, perchè anche in italia le cose si stanno facendo davvero interessanti. La commissione di personaggi europei ormai delegittimati da voti e dalla storia raccomanda al nostro Paese…
La Commissione europea è pronta a raccomandare l’apertura di una procedura di infrazione contro l’Italia per debito eccessivo https://it.reuters.com/article/topNews/idITKCN1TE1MX-OITTP …
Visualizza altri Tweet di Reuters Italia
Nel suo scontro con la Commissione Europea l'Italia non trova alleati https://buff.ly/2KIPZ9q
Visualizza altri Tweet di Avvenire
Quindi la storia è sempre quella, questa volta è meglio andare a vedere il bluff di questi signori, così la facciamo finita una volta per tutte.
Il famoso piano per distruggere l'Italia! EU plans easier restructuring of euro zone bonds from 2022... questa Europa affondata prima del 2022 https://www.reuters.com/article/us-eu-reform-debt/eu-plans-easier-restructuring-of-euro-zone-bonds-from-2022-draft-idUSKCN1TE2HF …
48 utenti ne stanno parlando
LUSSEMBURGO (Reuters) – I ministri delle finanze dell’Unione europea discutono oggi di nuove regole che renderebbero più semplice la ristrutturazione delle obbligazioni sovrane della zona euro, come dimostra una bozza di documento – una mossa che potrebbe far salire i rendimenti degli stati ad alto debito.
La scorsa settimana, sembra che le dichiarazioni di Savona, nuovo presidente della Consob, abbiano scandalizzato i soliti noti…
La quota 200 di Savona. Così il presidente Consob spaventa gli investitori invece di rassicurarlihttps://www.ilfoglio.it/economia/2019/06/14/news/la-quota-200-di-savona-260567/ …
60 utenti ne stanno parlando
Io invece consiglio di leggere le seguenti parole…
Il risparmio rende sostenibile il debito
La forza competitiva delle imprese italiane sul mercato globale e il grande risparmio del paese – dal 2013 disponiamo di flussi in eccesso rispetto all’uso interno, l’Italia ne cede in quantità all’estero superiori rispetto al suo debito», chiosa – sono le categorie da difendere e da usare come valori per riaffermare il peso dell’Italia in Europa.L’ex ministro per gli Affari europei nel Governo Conte ribalta l’approccio dell’Unione europea che fa perno sulla necessità del rispetto dei trattati, sulla coerenza dei saldi di bilancio con le previsioni e sulla tensione verso il pareggio. Per Savona è più realistico concentrarsi sulla sostenibilità del debito e sulla consapevolezza che «le immagini distorte della realtà» di un’Italia «dentro la caverna di Socrate», la presenza di un «vociare di fondo» riflettono «i giudizi negativi sul paese espressi da istituzioni sovranazionali, enti nazionali e centri privati» i quali «appaiono prossimi ai pregiudizi» perché basati su «parametriche finanziarie convenzionali che non tengono conto dei due pilastri che reggono la nostra economia e società». Appunto risparmio e competitività delle imprese.
Appunto la presenza anche dentro questo Paese, di giornalisti, economisti presunti tali, media e televisioni, la presenza di un «vociare di fondo» che alimentano «i giudizi negativi sul paese espressi da istituzioni sovranazionali, enti nazionali e centri privati» i quali «appaiono prossimi ai pregiudizi» perché basati su «parametriche finanziarie convenzionali che non tengono conto dei due pilastri che reggono la nostra economia e società».
Non sto qui a ripetervi quello che ho scritto per due anni tra il 2011 e il 2012, mentre un governo fantoccio come quello di Monti distruggeva il nostro Paese con l’austerità, sappiamo poi come è finita, la verità è figlia del tempo e il tempo è scaduto!
Chiudo con i grafici e le prove che i lettori di Icebergfinanza tanto amano, questa è la realtà, questa è la vera dimensione del debito globale, ad esempio, l’Italia neanche compare nel debito delle famiglie e delle imprese, sul debito totale è lontana anni luce dai vertici, il resto chiacchiere da bar di giornalisti economisti e inutili burocrati europei.
Un giorno la storia farà giustizia dei mercenari italiani, media e televisioni, giornalisti, accademici ed economisti che ogni giorno alimentato panico e terrore in questo Paese.
La verità è figlia del tempo e noi siamo suoi discepoli!
Fonte: IcebergFinanza
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