9 dicembre forconi: 07/20/18

venerdì 20 luglio 2018

L’UE MINACCIA LO STOP ALLA MISSIONE “SOPHIA” (CHE PREVEDE LA LOTTA AGLI SCAFISTI E LO SBARCO IN ITALIA DI TUTTI I MIGRANTI SALVATI DALLE NAVI UE IN CAMBIO DEL COMANDO OPERATIVO DI ROMA), SE IL GOVERNO DOVESSE DISAPPLICARE IN MODO UNILATERALE LE REGOLE

ORA CHE SALVINI VUOLE IMPEDIRE L'ATTRACCO NEI NOSTRI PORTI ALLE NAVI DELLA MISSIONE, BRUXELLES POTREBBE…

Marco Bresolin per “la Stampa”
SALVINI MIGRANTISALVINI MIGRANTI

Se l' Italia dovesse disapplicare in modo unilaterale le regole della missione Sophia, come annunciato, sarebbe la fine dell' operazione navale Ue nel Mediterraneo. La linea degli altri 27 governi è chiara e oggi verrà ribadita nella seconda riunione del Comitato politico per la sicurezza dedicata al tema. Un vertice che si preannuncia molto teso. Ed è anche in questo contesto che vanno lette le ultime dichiarazioni di Jean-Claude Juncker. Da Madrid, il presidente della Commissione si è lasciato andare a un elogio della Spagna.

Parole che sono sembrate un attacco indiretto al recente atteggiamento dell' Italia. Il Paese iberico - ha fatto notare il lussemburghese - sui migranti «sta dando prova di un'empatia e di una solidarietà attiva che mi impressiona, mentre altri voltano le spalle agli altri».

matteo salvini con i migrantiMATTEO SALVINI CON I MIGRANTI
Ma nel frattempo una pesante critica al governo arriva anche dal fronte interno, dove una nota della Cei chiede di passare «dalla paura all'accoglienza». Parole a cui ha replicato Matteo Salvini, il quale ha ribadito di voler continuare con la linea dura.

I TIMORI DELLA DIFESA
Il piano operativo della missione Sophia prevede che tutti i migranti salvati dalle navi Ue siano sbarcati in Italia. Roma lo aveva accettato in cambio del comando dell'operazione. Ma ora il governo ha chiesto una modifica delle regole (che vanno approvate all' unanimità) e nell' attesa si è detto pronto a non applicare più le disposizioni sullo sbarco. Dunque è pronto a impedire l' attracco nei propri porti alle navi della missione.

Saviano vs Salvini - migrantiSAVIANO VS SALVINI - MIGRANTI
Una minaccia che nella riunione di mercoledì è stata maldigerita da tutti gli altri governi, nettamente contrari a questa ipotesi, al punto da prospettare la fine della missione guidata dall' ammiraglio italiano Enrico Credendino. Un'operazione, va ricordato, che serve innanzitutto a contrastare gli scafisti. Lo stop a Sophia sarebbe quindi un duro colpo per l'Italia e infatti a Roma, soprattutto al ministero della Difesa, vogliono scongiurare questo scenario.

I CENTRI CONTROLLATI
Il ministro degli Esteri - Enzo Moavero Milanesi - è tornato a invocare «un meccanismo europeo strutturale» per smistare gli sbarchi. Ma la nascita della «cellula di crisi» chiesta dal premier Giuseppe Conte ai vertici Ue non sembra affatto imminente. La Commissione sta infatti lavorando da giorni a una proposta che però è legata ai «centri controllati» evocati nelle conclusioni dell' ultimo Consiglio europeo.

junckerJUNCKER
I migranti salvati nel Mediterraneo verrebbero portati in questi centri per esaminare le domande d' asilo: gli aventi diritto potrebbero essere distribuiti in altri Stati (ma solo su base volontaria) e gli altri rimpatriati con i soldi Ue (ma solo se provenienti da Paesi con accordi di riammissione). Il nodo, però, è sempre lo stesso: chi è disposto ad ospitare questi centri? Anche qui, per l' Italia, c' è il rischio di trovarsi da sola.

LA LITE CON I VESCOVI
La situazione attuale, però, rischia di diventare insostenibile a causa del rimpallo di responsabilità. Un mercantile con a bordo 40 migranti è bloccato da giorni al largo della Tunisia e non ha un porto in cui attraccare. «Le vite in mare vanno salvate sempre e comunque», dice il presidente della Camera, Roberto Fico.

viktor orbanVIKTOR ORBAN
Dalla Cei arriva un forte appello contro «l' imbarbarimento» e la risposta di Salvini non si è fatta attendere, anche se i toni sono decisamente più morbidi del solito: «Noi vogliamo salvare vite». Ma i porti per le navi delle ong «restano chiusi». Una lezione per Orban La linea dura sull' immigrazione, però, alla lunga non paga. E Viktor Orban ne sa qualcosa. Ieri il governo ungherese è stato infatti deferito alla Corte di Giustizia Ue perché le recenti leggi sull' asilo e sui rimpatri sono contrarie alla normativa Ue. La Commissione ha anche aperto formalmente una procedura di infrazione per la cosiddetta legge anti-Soros che punisce le associazioni e le ong che aiutano i migranti.

Fonte: qui

L'AUTHORITY GUIDATA DA CANTONE RILEVA ALMENO 3 PASSAGGI IRREGOLARI NELLE PROCEDURE DI ASSEGNAZIONE DELL’ILVA AD ARCELORMITTAL

SOLO POCHI GIORNI FA, LUIGINO CHIEDEVA DI VERIFICARE LA CORRETTEZZA DELL’ITER 

ECCO COSA NON TORNA E COSA PUO’ SUCCEDERE NEL CASO IN CUI L’ASTA FOSSE ANNULLATA

Giusy Franzese per “il Messaggero”
RAFFAELE CANTONERAFFAELE CANTONE

Non ha perso tempo l'Anac di Raffaele Cantone. La risposta al ministro Di Maio, che appena l'11 luglio scorso chiedeva - in seguito ad una sollecitazione del governatore della Puglia, Michele Emiliano - di verificare la correttezza della procedura di aggiudicazione dell' Ilva alla cordata AmInvestco Italy capitanata dal colosso mondiale dell' acciao Arcelor Mittal, è arrivata: le criticità nell' iter della gara ci sono.

E non sono nemmeno di poco conto: l'Anac le ha trovate nel rinvio di ben sei anni dell'attuazione del piano ambientale, elemento che «avrebbe potuto spingere più imprese a partecipare alla competizione, aumentando il livello di concorrenza e la qualità delle offerte»; nella non attuazione delle scadenze intermedie dello stesso piano ambientale; nella mancata possibilità di concedere rilanci nonostante la cordata perdente AcciaItalia fosse disposta a farli e la procedura iniziale li prevedesse.

L' Anticorruzione però non decreta l' annullamento della gara, ma passa tutto al ministero dello Sviluppo, ricordando che secondo le attuali normative le irregolarità non bastano a far scattare l' annullamento automatico, ma serve una decisione ad hoc dell' amministrazione che ha gestito il procedimento, la quale deve valutare se è preminente l' interesse pubblico allo stop della procedura. Insomma deve essere il ministro dello Sviluppo Economico a decidere. Di Maio, appena ricevuta la lettera di sette pagine dell' Autorità, ha informato il premier Conte e ha subito convocato a Palazzo Chigi una riunione straordinaria dei tecnici «per valutare i successivi passi da compiere».

LO SCENARIO
LUIGI DI MAIOLUIGI DI MAIO
A parte le scontate polemiche (l'ex ministro Calenda chiede al governo di pubblicare per esteso la lettera dell' Anac) il verdetto dell' Anticorruzione è una bomba che rischia di far saltare in aria oltre due anni di lavoro e riportare il gruppo Ilva sull' orlo del baratro. Se Di Maio dovesse decidere di annullare tutto e ripartire daccapo, infatti, l' Ilva sarebbe costretta a chiudere per mancanza di soldi.

I commissari straordinari hanno già fatto un mezzo miracolo nel garantire l' attività della produzione fino a metà settembre prossimo, consentendo così di rinviare la data del passaggio di consegna ai vincitori della gara già fissata per il 30 giugno scorso. Da settembre - senza un ulteriore e improbabile prestito dello Stato - le casse resteranno completamente a secco e non si potranno più pagare nemmeno gli stipendi degli oltre 14.000 dipendenti diretti. Si fermerebbero anche le bonifiche a Taranto.
banch ilvaBANCHINE ILVA

Per poter rifare la gara - o anche solo per riaprirne i termini - servirebbero molti mesi, forse anche un anno. Insomma la scelta ha solo due opzioni per l' Ilva: la vita o la morte. Nel primo caso si deve necessariamente andare avanti con gli attuali vincitori, nell' altro bisognerà prendere atto che l' Ilva chiuderà per sempre i suoi cancelli. A Taranto come a Genova e nel resto della Penisola. I sindacati sono preoccupatissimi.

«È una situazione assurda e senza precedenti - dice Rocco Palombella, numero uno Uilm - occorre fare al più presto chiarezza e trovare prima possibile una soluzione nel pieno rispetto delle regole, che ponga finalmente la parola fine a questo girone infernale». E così Marco Bentivogli, leader Fim-Cisl: «Non spetta al sindacato valutare la regolarità dei procedimenti, quello che chiediamo al governo è di non far trascorrere altro tempo e di prendere una decisione». 

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IL TAGLIO DEGLI ASSEGNI D’ORO PORTERÀ A UNA STANGATA DEL 40% PER ALCUNI MANAGER, MA PENALIZZEREBBE SOPRATTUTTO CHI HA FATTO CARRIERA NEL TEMPO, MAGARI INIZIANDO DAI GRADINI PIÙ BASSI. PER I DIRIGENTI PARTITI SUBITO DAL TOP INVECE LA PENSIONE AUMENTA DEL 31%


Paolo Russo per “la Stampa”

Un' operazione Robin Hood che taglia le pensioni d' oro per aumentare quelle minime, finendo però per sforbiciare fino al 40% l' assegno di chi ha avuto una carriera con alti e bassi, aumentando invece la rendita di chi ha iniziato da dirigente e così si è ritirato.

Sono gli effetti della manovra sui trattamenti pensionistici sopra i 4mila euro mensili che il vice-premier e Ministro del lavoro, Luigi Di Maio, ha annunciato voler presentare prima della pausa estiva sotto forma di disegno di legge.
PENSIONEPENSIONE

«Non basta colpire gli ex parlamentari ma anche quelle persone, ex manager di Stato, parassiti sociali che prendono da 4 mila euro in su», ha tuonato mentre brindava alla fine dei vitalizi.

In realtà le elaborazioni fatte per noi dalla Uil Politiche previdenziali parlano di un taglio che penalizzerebbe soprattutto chi ha fatto carriera nel tempo. Magari iniziando dai gradini più bassi.

Prendiamo il caso di un manager che si sia pensionato il 1° gennaio del 2010, prima della Fornero e quindi con una pensione calcolata tutta con il più vantaggioso metodo retributivo.

bye bye vitalizi 14BYE BYE VITALIZI
Che, lo ricordiamo, non tiene conto dei contributi realmente versati ma della media retributiva degli ultimi 10 anni. Nel caso di un dirigente che abbia iniziato già dal gradino più alto la carriera, con 40 anni di anzianità contributiva alle spalle la sua pensione di 4.500 euro salirebbe addirittura a 5.877 euro, pari a un bel più 31%. Questo perché la sua retribuzione è variata solo in relazione all'inflazione.

Nel caso di un lavoratore con una carriera piatta nei primi tempi ma con una serie di balzi in avanti negli ultimi venti anni, il ricalcolo con il sistema contributivo abbatterebbe la stessa pensione di 4.500 euro a 3.112, pari a un taglio del 31%.

tito boeriTITO BOERI
Ancora peggio andrebbe a chi ha avuto oscillazioni di reddito durante la propria carriera, con una crescita costante del reddito solo negli ultimi 10 anni. In questo caso la riduzione sarebbe del 39%, ossia dei 4.500 euro odierni ne rimarrebbero appena 2.746.

I tagli sarebbero poi del 50 e più per cento per le pensioni "di diamante", quelle fanno incassare ad alcuni ex super-manager assegni mensili da 90 mila euro. Mentre sarebbero più soft per i cosiddetti "quotisti", coloro cha hanno una parte della pensione calcolata con il vantaggioso retributivo e una quota con il contributivo.

ALBERTO BRAMBILLAALBERTO BRAMBILLA






«Tutto quello che tagliamo lo mettiamo nelle pensioni minime», ha assicurato Di Maio. Ma dalle pensioni d' oro sembra ci sia da ricavare ben poco. I calcoli in questo caso li ha fatti «Itinerari previdenziali», il think tank più autorevole in fatto di previdenza guidato da Alberto Brambilla, candidato della Lega a sostituire Tito Boeri al vertice dell' Inps.

TAGLIO PENSIONI D'OROTAGLIO PENSIONI D'ORO
«Se consideriamo una soglia di 4 mila euro, che corrispondono a una pensione lorda di circa 85mila euro tassata al 38-39%, abbiamo una platea di circa 50 mila pensionati interessati all' operazione che - ammette Brambilla - porterebbe a un risparmio non superiore ai 220-230 milioni».

Briciole se si pensa che per trasformare quelle al minimo in "pensioni di cittadinanza" da 780 euro, come vogliono i cinque stelle occorrerebbero ben 4 miliardi. Per non parlare del rischio della probabile valanga di ricorsi alla Corte Costituzionale, che potrebbero cancellare una norma che va ad intaccare diritti comunque acquisiti.

Anche se alcune sentenze della Consulta hanno derogato in alcune situazioni. Il rischio potrebbe essere aggirato sostituendo al ricalcolo un contributo di solidarietà, ma darebbe un gettito solo una tantum.

La Uil di rischi ne vede poi altri. «Il solo parlare o ipotizzare ricalcoli che riducano effetti considerevoli sui redditi dei pensionati - afferma il segretario confederale Domenico Proietti - ha effetti recessivi sui consumi».

Per la Uil è bene intervenire sulle pensioni più basse, "ma la via maestra è quella di un deciso taglio delle tasse". Magari anche estendendo la quattordicesima alle pensioni fino a 1500 euro.

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NEL GIORNO IN CUI DONALD ATTERRA NEL REGNO UNITO ELISABETTA II SCEGLIE DI INDOSSARE LA SPILLA DONATA NEL 2011 DALL'EX PRESIDENTE OBAMA: UN GIOIELLO VINTAGE DEL 1950, A FORMA DI FIORE VERDE, IN ORO GIALLO, DIAMANTI E AGATA



Nel giorno in cui Donald Trump è atterrato nel Regno Unito per la sua prima visita da quando è alla Casa Bianca, la regina Elisabetta ha scelto di indossare la spilla che le era stata donata nel 2011 dall'ex presidente Barack Obama e dalla moglie Michelle. Lo sottolinea il Daily News.

Si tratta di una gioiello vintage, del 1950, a forma di fiore verde, di oro giallo 14 carati, diamanti e agata, stando alla descrizione che ne fece allora il Politico.
la regina e i trumpLA REGINA E I TRUMP

La regina l'ha sfoggiata proprio giovedì scorso, nel castello di Windsor , quando ha ricevuto l'arcivescovo di Canterbury mentre l'Air Force One atterrava a Londra tra le proteste dei cittadini contro il miliardario.

elisabetta ii indossa la spilla regalata da obamaELISABETTA II INDOSSA LA SPILLA REGALATA DA OBAMA











La regina ha ricevuto Trump e la first lady Melania venerdì quando è spiccata l'assenza di tutti gli altri membri della famiglia reale.
la regina e gli obama 1LA REGINA E GLI OBAMA 







Durante la loro visita di stato negli Regno Unito del 2016, gli Obama avevano cenato privatamente con il principe William, la principessa Kate e il principe Harry.

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COS’È LO SHOCK ANAFILATTICO E QUALI SONO I SINTOMI DELLA REAZIONE ALLERGICA IMPROVVISA CHE IN POCHI MINUTI COINVOLGE TUTTI GLI ORGANI, PORTANDO RAPIDAMENTE ALL’ARRESTO CARDIO-CIRCOLATORIO E ALLA MORTE



Due giorni fa Chiara Ribechini è morta per shock anafilattico dopo aver cenato in un agriturismo di Navacchio, frazione di Pisa: una reazione fortissima, contro cui nulla hanno potuto né i farmaci né il pronto intervento di chi si trovava sul luogo della tragedia.

La ragazza aveva 24 anni, e anche se allergica a latte e uova, si sentiva al sicuro nel locale pisano, dove tutti erano al corrente dei suoi problemi alimentari.

Tant’è che domenica scorsa, Chiara ha ordinato “il solito”: una vellutata di piselli in crosta di pane, penne al ragù di cinghiale, e bruschette, come riferisce oggi Il "Corriere della Sera".
chiara ribechini 2CHIARA RIBECHINI 

Ma qualcosa è andato storto, forse a causa di un cambio di forniture, a nulla sono servite le iniezioni di adrenalina e il massaggio cardiaco effettuato dagli operatori del 118; al momento come atto dovuto sono sotto indagine il gestore e il titolare del ristorante, mentre la cucina è sotto sequestro.

Ma in cosa consiste di preciso uno shock anafilattico e in quali circostanze può essere letale? L’allergologa Antonella Muraro ha risposto così alle domande del Corriere.
Lo shock anafilattico, o anafilassi, è una reazione allergica improvvisa che in pochi minuti coinvolge tutti gli organi, portando rapidamente, nei casi più gravi, all’arresto cardio-circolatorio e quindi alla morte.

choc anafilattico 6CHOC ANAFILATTICO 




Colpisce soggetti con allergie gravi; per dare il via alla reazione allergica possono bastare anche minime tracce della sostanza cui si è allergici, o allergene. Anzi, in rarissimi casi può essere sufficiente anche solo l’odore. Se il soggetto soffre di asma, le cose si complicano ulteriormente. Gli alimenti verso cui si manifestano la maggioranza delle allergie sono latte, uova, pesce e arachidi.

I sintomi dello shock iniziano con un prurito al palmo delle mani e alle piante dei piedi così come al cuoio capelluto; in seguito iniziano le allerte più gravi, come l’edema della glottide, che da solo può portare al soffocamento, cui si unisce presto l’insufficienza respiratoria con respiro sibilante.

choc anafilattico 4CHOC ANAFILATTICO 
Non sempre, tuttavia, i sintomi si manifestano in questo modo: a volte si può avere un abbassamento della pressione con relativo collasso cardiocircolatorio.
Il rimedio, in questi casi, si chiama adrenalina iniettabile, un farmaco salvavita contenuto in due dispositivi che i pazienti allergici devono sempre avere con sé, forniti gratuitamente dal Servizio Sanitario Nazionale.

Il farmaco agisce in 8 minuti e, nei casi più gravi, occorre somministrare tutte e due le dosi di adrenalina. Oltre all’adrenalina, le persone allergiche utilizzano anche altri farmici come antistaminici, cortisonici e spray broncodilatatori.

choc anafilattico 7CHOC ANAFILATTICO 




Altra strada è quella dell’immunoterapia, una specie di vaccino che aumenta la soglia di reazione all’organismo, fino a raggiungere, in alcuni casi, la piena tolleranza del cibo incriminato. L’immunoterapia può essere somministrata per via orale o epicutanea, cioè attraverso cerotti disposti sulla schiena.

Gli individui che soffrono di allergie alimentari sono tra il 2 e il 4% della popolazione. Una percentuale che sale nei bambini, allergici tra il 5 e l’8 %. In alcuni casi si guarisce con la crescita, in altri si peggiora e, raramente, la malattia si aggrava al punto da vanificare ogni farmaco salvavita, come purtroppo è successo l’altra sera a Chiara.

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A MILANO E’ CACCIA AI "RATTI" DEL METRO’: OGNI GIORNO SEGUONO E PALPEGGIANO RAGAZZE E STUDENTESSE

SCHEDATI 130 MOLESTATORI SERIALI NEL DATABASE DELLA POLIZIA 

IN PASSATO MOLTI DI LORO ERANO STRANIERI, OGGI CE NE SONO TANTI ITALIANI...

Monica Serra per la Stampa

Stazione di Cadorna, otto e mezzo del mattino. Un uomo distinto sulla cinquantina, capelli brizzolati, fede al dito, borsello, si guarda attorno. È distante dalla folla dell' ora di punta, pronta a prendere la metropolitana a ridosso della striscia gialla di sicurezza. Osserva le ragazze che passano, dalla testa ai piedi. Arriva il primo mezzo, la banchina si svuota, ma lui resta lì. E così anche dopo il secondo e il terzo. Poi si muove come un «ratto», ha scelto la sua vittima: una ragazza di una ventina d' anni, jeans e maglietta bianca come tante, capelli lunghi, occhi blu.

milano metroMILANO METRO
Dietro di lui gli agenti della Polmetro, invisibili, si confondono tra la gente, ma alla prima mossa sono pronti a fermarlo. Lo chiamano «ratto», appunto. È uno dei tanti (almeno potenziali) molestatori sessuali che si aggirano nella Milano sotterranea come topi. Sono 130 quelli schedati nell' archivio digitale di Stefano Giordano, vice della Polmetro e responsabile delle squadre in borghese. In ogni cartellina ha raccolto con cura video e foto dei molestatori osservati, denunciati o arrestati dal 2015.

Il «ratto» appena avvistato è a un soffio dalla ventenne. Si tocca di continuo i capelli e i pantaloni tra le gambe, come fosse un banalissimo tic. Poi, dietro al borsello appeso alle spalle, infila il pollice sinistro nella tasca dei jeans. Il resto della mano è fuori, pronto a toccare la «preda».

Denunce difficili 

La ragazza è di spalle, gli auricolari nelle orecchie. «Se la vittima non si accorge di nulla è un problema: per procedere serve la denuncia. Altrimenti possiamo solo allontanarlo», sussurra Stefano Giordano, senza togliergli gli occhi di dosso. Due fermate e la ragazza è salva: scende e sparisce sulle scale mobili. Gli agenti continuano a seguire il «ratto», che qualche minuto dopo va via.
milano metroMILANO METRO

Forse a casa dalla moglie o in ufficio. «C' è chi segue le ragazze tutto il giorno, ma molti sono impiegati, operai e professionisti, che sfruttano il percorso fino al lavoro per dare sfogo alle loro perversioni». Daniele Bruno è un poliziotto grande e grosso con l' accento romano, segue ladri e molestatori in camicia a maniche corte e bermuda chiari, come un turista qualsiasi. Con lui c' è Giorgio Sasso, jeans e scarpe da basket.

Giordano li coordina con lo sguardo. «Il maggior numero dei "ratti" si concentra qui, lungo la linea che a questo punto chiamiamo "rosso amore", tra le fermate di San Babila e Pagano, dove ci sono molte scuole. In genere seguono le studentesse. In passato molti di loro erano stranieri, soprattutto egiziani. Oggi ce ne sono tanti italiani».

Le indagini sui molestatori sono una delle peculiarità di questa squadra della polizia, che non ha eguali in altre città italiane: 38 uomini, tra quelli in divisa e quelli in borghese, diretti da Angelo Giacovazzi, che ogni giorno controllano decine di persone alla ricerca di borseggiatori e, appunto, «ratti»: 2133 le persone fermate solo nel primo semestre di quest' anno. Il fenomeno dei molestatori in metropolitana da tempo è una piaga in vari paesi, per primo il Giappone.

Ma negli ultimi anni è lievitata pure a Milano, in quello che il dirigente dell' Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della questura, Maria Josè Falcicchia, definisce semplicemente «mondo di sotto».
Nella partita fra guardie e ladri, chi popola questo mondo oramai conosce gli agenti uno per uno.

Da un lato ci sono i poliziotti. Dall' altro «ratti», borseggiatrici, ladri rumeni, sudamericani, algerini e poi i «cannibali» soprattutto italiani, che rubano i documenti per le truffe on line. In mezzo c' è di tutto. C' è la rom che chiede l' elemosina in Centrale e avvisa gli agenti se nota movimenti sospetti. C' è il cameriere 29enne del fast food che nel tempo libero filma i borseggiatori e consegna i video alla Polmetro.
I volontari e i passeggeri «Con una telecamera nascosta che ho comprato a mie spese», dice orgoglioso, mentre è di vedetta alla fermata di Cordusio.

Poi c' è la gente. Fiumi di persone. Lavoratori, studenti, turisti, molti stanchi, arrabbiati o spensierati. Ma sempre indifferenti. Con un giornale in mano o più spesso al cellulare. Non si accorgono quasi mai di ciò che gli accade sotto al naso. Si isolano e vivono nel loro micromondo virtuale seduti fianco a fianco ai borseggiatori, ai ladri, ai «ratti».

Fonte: qui

UNA RAGAZZA DI 22 ANNI È MORTA IERI A ROMA TRAVOLTA DA UN AUTOBUS TURISTICO

L’INCIDENTE È AVVENUTO IN PIENO CENTRO, IN CORSO VITTORIO EMANUELE. 

CATERINA ABITAVA LÌ VICINO E AVREBBE ATTRAVERSATO CON IL ROSSO. 


caterina pangrazi 6CATERINA PANGRAZI
Una ragazza romana di 22 anni, Caterina Pangrazi, è morta investita da un pullman turistico. Il drammatico incidente in Corso Vittorio Emanuele, nel pieno centro di Roma.

caterina pangrazi 10CATERINA PANGRAZI








Una tragedia avvenuta davanti a decine di passanti: inutili i tentativi di rianimarla da parte dell'equipaggio del 118 mentre gli agenti della polizia municipale bloccavano il traffico.

L'autista della Società italiana Roma bus è stato il primo a soccorrere Caterina Pangrazi, che abita a pochi passi dal luogo dell'incidente, nella zona di Governo Vecchio.
caterina pangrazi 7CATERINA PANGRAZI




Secondo le prime ricostruzioni la giovane avrebbe attraversato Corso Vittorio all'altezza di piazza della Chiesa Nuova: è stata investita in pieno dal minibus che stava percorrendo la corsia preferenziale in direzione del Tevere.

caterina pangrazi 8CATERINA PANGRAZI
Per alcuni testimoni la giovane avrebbe iniziato l'attraversamento pochi istanti dopo che il rosso per i pedoni si era acceso. Una circostanza che dovrà tuttavia essere confermata dall'inchiesta della polizia locale.

La notizia della tragedia è subito giunta alla famiglia e al fidanzato della giovane che hanno raggiunto Corso Vittorio, poi assistiti dalle forze dell'ordine.

Fonte: qui
caterina pangrazi 4CATERINA PANGRAZI

LA PARABOLA DEL M5S VERSO LA TRASFORMAZIONE IN ORDINARIA CASTA È COMPLETA CON L’ASSUNZIONE DI ASSIA MONTANINO AL MISE

LA 26ENNE COMPAESANA DI LUIGINO DI MAIO SU FACEBOOK: “È SESSISMO. AVREI DIRITTO A DUE STIPENDI, MA NE PRENDO UNO SOLO” 

MA DOVE SONO FINITI I CURRICULUM, LE SELEZIONI ONLINE, LA MERITOCRAZIA?

«AL MINISTERO PERCHÉ AMICA DI DI MAIO? È SESSISMO»
Alessandro Trocino per il “Corriere della Sera”

ASSIA MONTANINOASSIA MONTANINO
«Sessismo» che ci porta a un «medioevo culturale». Assia Montanino, all' anagrafe Assunta, contrattacca dopo la pubblicazione di un articolo de “il Giornale” titolato «Di Maio assume l' amica a 70 mila euro l' anno».

In sostanza, il quotidiano ha scoperto che il due volte ministro Luigi Di Maio ha assunto al ministero dello Sviluppo economico una ragazza di 26 anni, di Pomigliano d' Arco (paese dove ha vissuto il vicepremier).

Il leader M5S interviene subito per difendere la Montanino. Parla di «schifo» e di «spazzatura» e spiega: «La dottoressa Assia Montanino l' ho conosciuta 5 anni fa. È la figlia di un commerciante che ha denunciato i suoi usurai e ho avuto modo di conoscerla quando sono andato a far visita al padre per portargli la mia solidarietà.

IL POST FACEBOOK DI ASSIA MONTANINOIL POST FACEBOOK DI ASSIA MONTANINO
Era una giovane universitaria a cui decisi di dare un' opportunità di tirocinio presso la mia segreteria di vicepresidente della Camera. Negli anni si è distinta e posso assicurarvi che non ho mai conosciuto una persona più onesta e leale di lei. Vergognatevi».

Dopo qualche ora arriva l' autodifesa, sempre sul mezzo preferito dai 5 Stelle (Facebook), della Montanino.

Che, invero, non ha colpe nella vicenda, se non quello di avere un curriculum decisamente inferiore rispetto a quello del suo predecessore.

La Montanino spiega di aver non uno bensì due lavori: capo segreteria del ministero del Lavoro e segretario particolare del ministero dello Sviluppo economico.

ASSIA MONTANINO 3ASSIA MONTANINO 



Sdoppiamento che combacia con quello del suo superiore. E che la porta a dire: «Percepisco 3.300 euro al mese netti, avrei diritto a due stipendi, ma ne prendo uno soltanto, per un impegno che va ben oltre i tempi previsti nel contratto, che si protrae 7 giorni su 7, senza limiti di orario».

Condizioni di lavoro, in effetti, decisamente pesanti e forse non del tutto in linea con i principi del decreto Dignità e con lo Statuto dei lavoratori.

LUIGI DI MAIO A VILLA TAVERNALUIGI DI MAIO A VILLA TAVERNA
La Montanino rivendica la giovane età, «dovrebbe essere un elemento positivo non un demerito», parla di «sessismo nemmeno troppo velato» e si chiede: «Se fossi stato un uomo cosa sarebbe successo?».

La due volte segretaria è di Pomigliano, lo stesso paese di Dario De Falco, compagno di scuola di Di Maio, che è diventato la sua longa manus in Parlamento. Nelle sue liste, a Pomigliano, si era candidata nel 2015, non risultando eletta come consigliera.

ASSIA, SEGRETARIA RAMPANTE PAGATA COME UN PRIMARIO
Giuseppe Marino per “il Giornale”

ASSIA MONTANINOASSIA MONTANINO
Da «uno vale uno» a «qualcuno vale 70mila euro». La parabola del Movimento 5 Stelle verso la trasformazione in ordinaria casta compie un altro passo con l' assunzione come segretaria particolare di Luigi Di Maio di Assia Montanino, compaesana di 26 anni con nel curriculum una mancata elezione alle comunali.

La difesa del ministro che la definisce «onesta e leale» non può far breccia, almeno finché non arriverà il «reddito di onestà». Su twitter, tra i tanti commenti indignati, quello di un medico: «Non faccio un' assenza da 11 anni e sono onesto anch' io, mi date 70mila euro?».

matteo salvini luigi di maioMATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO
In effetti un chirurgo ospedaliero alla prima esperienza (che per un medico richiede comunque una lunga pratica) non arriva a guadagnare 38.000 euro lordi l' anno, poco meno della metà di quanto percepirà Assia Montanino per il suo lavoro.

L' emolumento assegnatole grazie all' amicizia con Luigi Di Maio si avvicina invece ai circa 75.000 euro che guadagna un qualunque primario con un posto da dirigente ospedaliero.
ASSIA MONTANINO 1ASSIA MONTANINO

Normale che scattino i confronti, visto che il Movimento ha spesso attizzato l' odio sociale per chi guadagna grazie alla politica.

E la giovane predestinata a 5 stelle può ben dirsi fortunata. Un primo incarico da segretaria di direzione in un' azienda le avrebbe fruttato al massimo un terzo della somma, dai 18 ai 25mila euro.

E la fortuna della giovane laureata in economia emerge anche nel confronto con un incarico analogo al suo, capo di una segreteria di direzione, che presuppone però ben altra esperienza: in questo caso la retribuzione mediamente è di 58.400 euro, 15mila in meno di quanto percepirà lei.

La comparazione con altre categorie professionali è ancora più impietosa e mostra in modo ancor più chiaro come la conoscenza con un politico possa proiettare la propria carriera oltre l' aspettativa di chi non ha questo tipo di relazioni.

ASSIA MONTANINO 2ASSIA MONTANINO 2
Un avvocato, una delle professioni più depauperate negli ultimi anni, fino ai 30 anni in media può aspettarsi un reddito intorno ai 10mila euro lordi annui e dovrà aspettare i 45 per sfondare il tetto dei 40mila, ben al di sotto del «reddito di onestà» di Montanino.

Per non parlare di cosa sarebbe successo se la fortunata concittadina di Di Maio avesse perso il treno della politica per salire su quello dell' insegnamento, come fanno migliaia di giovani.

A inizio carriera avrebbe portato a casa appena 20mila euro lordi. Solo dopo 35 anni in cattedra in una scuola superiore (nei gradi di istruzione inferiori va ancora peggio) avrebbe potuto ambire a guadagnare 31.325 euro lordi l' anno.
luigi di maio smartphoneLUIGI DI MAIO SMARTPHONE

Se poi avesse deciso di lanciarsi nella carriera universitaria all' inizio avrebbe dovuto sudare da ricercatrice con 1.300-1.700 euro netti al mese al massimo.

E se avesse avuto la fortuna di proseguire fino alla posizione più ambita, quella di professore ordinario, sarebbe rimasta comunque al di sotto dei 72.000 che le pioveranno in tasca grazie alla posizione fiduciaria al ministero.

MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIOMATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO
Dove dovrà fare i conti con tanti colleghi che guadagnano meno. Lo stipendio medio a ministeriale è di 29.000 euro, 57mila a Palazzo Chigi.

Certo, Assia Montanino è stata ingaggiata legittimamente, sia chiaro: niente di diverso da quanto accaduto in passato con altri ministri.

Ma dove sono finiti i curriculum, le selezioni on line, la meritocrazia a ogni costo usati come clava dai Cinque stelle contro gli avversari politici?

Fonti M5s provano a replicare che lei ha dalla sua «disponibilità h24, 7 giorni su 7». Ma come, si osserva in Rete, Di Maio non vuole limitare il lavoro domenicale?

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