9 dicembre forconi: 06/19/19

mercoledì 19 giugno 2019

IL FIGLIO DI PLATINI FU ASSUNTO DALLA QATAR SPORTS INVESTMENTS POCHI MESI DOPO IL FAMIGERATO VOTO SUI MONDIALI 2022. QUESTO SI AGGIUNGE AI MILIARDI RIVERSATI DAI QATARINI SULLA FRANCIA CHE HANNO PORTATO AL VOLTAFACCIA DI ''LE ROI'', LO STESSO CHE AVEVA RICEVUTO UN BONIFICO DA 2 MILIONI DI FRANCHI IN ''CONSULENZE'' DI CUI NON C'ERA TRACCIA NEL BILANCIO…


Marco Mensurati e Fabio Tonacci per “la Repubblica

La lunga notte della Fifa non è ancora passata. Quel grande suk che fu la riunione a Zurigo del 2 dicembre 2010 continua a parlare. E, a nove anni di distanza, ad agitare i suoi fantasmi. Fantasmi che, ieri, hanno seguito le Roi Michel Platini fino alla soglia della camera di custodia di Nanterre, dove ad attenderlo c' erano i poliziotti dell' Office Anticorruption convinti di avere finalmente in mano le prove dello "schema corruttivo" che - secondo l' inchiesta aperta nel 2016 - ha determinato la storia recente del calcio mondiale.

La scelta geopolitica
Platini, di quello schema, è l' uomo chiave. Nella riunione decisiva, il suo voto spostò gli equilibri e permise al calcio di consegnare se stesso e il proprio potere al Qatar, preferendo, per la prima volta nella storia, russi ed emiri ai manager in giacca e cravatta del versante anglosassone del mondo (Inghilterra e Stati Uniti).
michel platini sepp blatter 4MICHEL PLATINI SEPP BLATTER 

Fu un colpo di mano, quello di Platini e della Francia, che in pochi secondi spazzò via il tacito accordo di spartizione verso cui sembrava indirizzata la Fifa: alla Russia la coppa del mondo 2018, agli Stati Uniti quella del 2022. Le cose andarono diversamente. Gli Usa - che sull' evento del 2022 volevano investire pesantemente - restarono a bocca asciutta e gli emiri tornarono a Doha forti di una vittoria che di lì a poco avrebbe spostato parecchi equilibri. Troppi.

Il ruolo di Platini
Tamim bin Hamad al ThaniTAMIM BIN HAMAD AL THANI




Pochi giorni dopo, fu lo stesso Platini a dichiarare di aver votato per il Qatar. Attirando su di sé l' ira della parte "occidentalista" della Fifa, nonché le attenzioni di Fbi e media anglosassoni. I giornali francesi dissero che le Roi aveva subito pressioni da parte di Nicolas Sarkozy. Si scoprì che il 23 novembre del 2010, una decina di giorni prima dell' assegnazione, Sarkozy organizzò un pranzo riservato all' Eliseo con Tamin bin Hamad al-Thani, allora principe ereditario. Nel corso dell' incontro si discusse di molti temi, ma su tutti dell' acquisto da parte del fondo sovrano di Doha del Psg, e della creazione dell' emittente beIN Sports per fare concorrenza a Canal+ nel mondo dei diritti tv. Due interventi in grado di rilanciare l' intero settore, per la Francia.
TAMIM AL THANI NUOVO EMIRO DEL QATARTAMIM AL THANI NUOVO EMIRO DEL QATAR

L' accordo segreto con Al Jazeera
Ma a motivare la giravolta di Platini c' era anche dell' altro, e di personale. Le indagini dell' Fbi - che di lì al 2015 portarono allo "scandalo Fifa" e alle dimissioni di Blatter - individuarono un bonifico sospetto da 2 milioni di franchi svizzeri ricevuto nel febbraio del 2011. Secondo Platini, era il pagamento di una consulenza svolta per Blatter tra il 1998 e il 2002. Ma di quei soldi non si è mai trovata traccia nei bilanci. Un primo processo per quei fatti si è concluso con un' assoluzione, in Svizzera. Ma adesso l' anticorruzione francese ha trovato nuovi elementi, in particolare su un contratto segreto tra la Fifa e Al Jazeera (emittente di Doha).
TAMIM AL THANI CON IL PARIS SAINT GERMAINTAMIM AL THANI CON IL PARIS SAINT GERMAIN

Quel contratto assegnava ad Al Jazeera i diritti televisivi delle future coppe del mondo in cambio di 300 milioni di dollari, più uno strano bonus da 100 milioni in caso di assegnazione del mondiale al Qatar. Bonus che è stato pagato due mesi dopo l' assegnazione, negli stessi giorni del bonifico a Platini.

Il figlio di le Roi
A rendere ancor più sospetti i rapporti tra Platini e il Qatar, c' è anche un' altra storia. Pochi mesi dopo il pranzo all' Eliseo, suo figlio Laurent venne assunto presso la Qatar Sports Investments, anche se Michel dichiarò che la circostanza non aveva nulla a che vedere con il suo voto. A trarre vantaggi inaspettati dalla relazione dell' ex campione francese con gli emiri non fu solo il giovane Laurent, ma anche due suoi "grandissimi amici".
l tamim hamad thani CON SARKOZYL TAMIM HAMAD THANI CON SARKOZY

Agli atti dell' inchiesta ci sono due mail del comitato promotore dei mondiali in Qatar in cui si dispone di mandare due "inviti sicuri" per il Forum annuale sulla Finanza e gli Investimenti di Parigi, a Louis Nicollin, «un industriale e presidente di club» che aveva prestato il suo aereo a Platini durante la campagna presidenziale del 2007, e a Gael Levergies, un ristoratore di Parigi con cui le Roi «è andato tre volte in vacanza».

LAURENT PLATINILAURENT PLATINI





Il braccialetto giapponese
Del resto, nella notte del grande suk del 2 dicembre, si era caduti anche più in basso. Nelle carte dell' Fbi c' è l' elenco dei cadeaux fatti a Platini dai promotori giapponesi. Uno "yakusugi ball", un braccialetto in cedro giapponese (1.200 dollari), una macchina fotografica digitale (1.200 dollari) e un paio di orecchini da 700 dollari per la signora Platini. I russi, invece ci erano andati più pesanti, inviando all' ex presidente dell' Uefa un Picasso (che lui nega di aver mai ricevuto).

Euro 2016
LAURENT PLATINILAURENT PLATINI
Ma non è tutto. Perché stando alle dichiarazioni dell' avvocato di Platini, William Bourdon, gli investigatori francesi dopo tre anni di indagini hanno superato le ipotesi di accusa deducibili dal lavoro dell' Fbi e si sono convinti che "il grande schema corruttivo" abbia abbracciato anche Euro 2016. «Il mio cliente - si è limitato a dire l' avvocato sul punto - ha risposto con serietà e precisione a tutte le domande». Fonte: qui

MAZZETTE, SCHIAVISMO E MORTI BIANCHE: TUTTE LE OMBRE SUI MONDIALI DEL QATAR 
UN FIUME DI PETROLDOLLARI SUL CALCIO: PER GLI EMIRI IL PALLONE NON È SOLO UN GIOCATTOLO COSTOSO MA UNO STRUMENTO PER RIPOSIZIONAMENTI GEOPOLITICI. 
IL QATAR GRAZIE AL CALCIO PORTA NEL MONDO I SUOI MESSAGGI POLITICI NELLA GUERRA (ANCHE COMMERCIALE) ALL'ARABIA 
I CASI PSG E CITY E LA COPPA DEL MONDO IN INVERNO CHE FA DISCUTERE....
Romolo Buffoni per “il Messaggero”

qatar 2022QATAR 2022
Il calcio ha trovato nel deserto la risorsa per placare la sua sete sempre più pressante di denaro. Emiri e sceicchi hanno riversato nelle casse dei club europei un fiume di soldi capace di deviare il rimbalzo del pallone, cambiando la storia di due club come il Paris Saint-Germain e il Manchester City, strappati dall'eterno anonimato, e anche quella della Coppa del Mondo Fifa che nel 2022, per la prima volta, sarà disputata quando in Europa sarà inverno. Tutti sognano un emiro.

L'ultimo a confessarlo è stato Francesco Totti lunedì, nel giorno del suo addio alla Roma americana: «Tornerò con un'altra proprietà e il club piace molto agli emiri». In un certo senso il club giallorosso beneficia già dei petrodollari grazie allo sponsor Qatar Airways (39 milioni fino al 2021).

CALCIO GIOCATTOLO
MANSOURMANSOUR
Per i ricchi arabi il calcio non è solo un giocattolo costoso. Il Qatar porta nel mondo, grazie al pallone, i suoi messaggi politici nella guerra all'Arabia. Anche per questo Nasser Al-Khelaifi, patron del Psg, stregato dal brasiliano Neymar due anni fa non esitò a pagare la clausola rescissoria per liberarlo dal Barcellona: 222 milioni di euro sull'unghia. Anzi, ne tirò fuori dal portafogli 300: il resto fu mancia per il giocatore. E non gli è da meno Mansur bin Zayd Al Nahyan, che non è qatariota ma degli Emirati Arabi Uniti, patron dal 2008 degli inglesi del City e cugino di Tamim bin Hamad al-Thani, fondatore della Qatar Sport Investments che detiene, appunto, il Psg.

Mansur con campagne acquisti faraoniche ha ribaltato le gerarchie di Manchester dove, prima del suo avvento, solo lo United collezionava trofei. Oggi invece è la squadra di Guardiola a vincer. Per entrambi, ovvero per Al-Khelaifi e Al Nahyan, è la Champions League il sogno, l'oggetto del desiderio che le centinaia di milioni spesi finora non riescono ad acquistare.

Real Madrid, Barcellona, Bayern Monaco, Liverpool, Manchester United, Juventus e tutte le altre grandi del calcio continentale hanno accusato il colpo. Pur con fatturati e patrimoni monstre, nessuna può contare su interi Stati alle spalle. Per questo la Uefa ha tentato di salvare il salvabile introducendo il Fair Play finanziario, ossia il divieto di rimpinguare le casse sociali con iniezioni dirette di denaro da parte dei patron. Ostacolo aggirato attraverso sponsorizzazioni fittizie, alle quali per ora sembra non esserci rimedio.
al khelaifiAL KHELAIFI

La guerra diplomatica divenuta anche commerciale fra emiri ed Arabia Saudita, il nemico giurato nello scacchiere geopolitico del Golfo, con tanto di embargo pesante per il Qatar. L'Arabia viene accusata di supportare attivamente la pirateria televisiva attraverso il canale beoutQ. Polemica che lo scorso inverno ha coinvolto anche la nostra Lega di Serie A per la scelta di disputare la Supercoppa italiana Juventus-Milan a Gedda.

INVERNO CALDO
I Mondiali del 2022, per il Qatar, rientrano in questo quadro. Per assecondare questi potenti finanziatori l'universo pallonaro ha scarificato addirittura la ritualità del Mondiale estivo. Gli avveniristici stadi sorti nel deserto hanno, ovviamente, sistemi di aria condizionata di ultimissima generazione ma costringere i giocatori a giocarsi la Coppa a 50 gradi all'ombra rasentava il tentato omicidio. Ma non importa, si sposta il calendario e di gioca da novembre a dicembre. I tifosi? Capiranno. Del resto quelli del Sudamerica hanno sempre visto la Coppa del Mondo in maniche lunghe. Gli europei per una volta sacrificheranno pizza, birra & caroselli con polenta, vino rosso e cioccolato caldo. Pecunia non olet.

MAZZETTE E SFRUTTAMENTO: QUANTE OMBRE SULLA COPPA
Alec Cordolcini per “il Giornale”
qatar 2022QATAR 2022

Sulla carta Qatar 2022 dovrebbe essere la 22ª edizione del Mondiale di calcio. Nella realtà invece è tutto fuorché calcio. Ci sono corruzione, squalifiche, arresti, morti sul lavoro, violazione dei diritti umani, frizioni geopolitiche, tutto messo a mollo in uno sterminato oceano di petrodollari. Presto o tardi, però, la sporcizia finisce a riva. L' ultimo carico è arrivato ieri dalla Francia con l' arresto di Michel Platini nell' ambito di un' inchiesta aperta due anni fa dal Parquet National Financier, la superprocura anti-corruzione transalpina istituita nel 2014.

Epicentro dell' indagine la cena organizzata all' Eliseo nel novembre 2010 tra Platini, il Presidente Nicolas Sarkozy, lo sceicco Tamim bin Hamad Al Thani e Sébastien Bazin, all' epoca proprietario del Paris Saint-Germain.
AL THANIAL THANI


Platini ha sempre dichiarato di aver deciso di votare per la candidatura del Qatar prima della cena, ma secondo l' indagine fu in quell' occasione che venne ufficializzato il tutto: Al Thani si sarebbe impegnato a effettuare una serie di investimenti, tra i quali l' acquisto del PSG, in cambio del pieno sostegno dell' Uefa alla candidatura del Qatar, promossa grazie a pagamenti per 5 milioni di dollari a diversi funzionari del calcio mondiale. Mazzette finite nelle mani di membri della Concacaf, dell' Oceania e di federazioni africane. Un caso divenuto noto come Qatar-gate e che ha portato alla squalifica a vita dell' ex presidente della AFC (la federazione asiatica) Mohamed Bin Hammam per violazioni ripetute al codice etico.

Dopo il businessman qatariota è caduto anche Sepp Blatter, nonostante nel suo caso la controversa assegnazione di Qatar 2022 abbia rappresentato solo la scintilla capace di fare luce su un malgoverno consolidatosi nel corso degli anni.

roma qatar airwaysROMA QATAR AIRWAYS
Il mondo del pallone attorno al Qatar scotta anche per motivi geopolitici. Un esempio è arrivato dal tentativo, fallito, del Presidente Fifa Gianni Infantino di anticipare di quattro anni il Mondiale a 40 squadre, introducendolo già in occasione di Qatar 2022. L' operazione necessitava però di un paese co-organizzatore, ma dal giugno 2017 il Qatar ha rotto i rapporti diplomatici con Arabia Saudita, Emirati Arabi e Bahrain, con tanto di chiusura delle frontiere.

Tra i paesi non confinanti, l' Oman ha declinato l' invito, mentre il Kuwait presentava enormi problemi a livello di logistica, di infrastrutture ma anche politici, basti pensare che il divieto di bere alcolici rimane totale (il Qatar per contro ha previsto un' esenzione per gli stranieri), e un main sponsor come Budweiser non avrebbe sicuramente gradito.

nasser al khelaifi neymarNASSER AL KHELAIFI NEYMAR
Fino a qualche tempo fa nel mondo del lavoro del Qatar era in vigore la Kafala, un meccanismo di reclutamento che prevedeva la confisca dei passaporti ai lavoratori migranti.
stadio doha qatarSTADIO DOHA QATAR





Pochi giorni fa l' Organizzazione Internazionale del Lavoro ha definito una farsa la riforma del lavoro che avrebbe abolito questo moderno sistema di schiavitù, denunciando la permanenza di un sistema di concessione di permessi in uscita dal paese, nonché del potere eccessivo dei datori di lavoro nei confronti della manodopera. Lo sfruttamento della forza lavoro straniera, le centinaia di morti nei cantieri per la realizzazione delle infrastrutture per il Mondiale e l' assoluta mancanza di tutele sono state oggetto a più riprese di denunce da parte di Human Rights Watch, Amnesty International e dell' International Trade Union Confederation.

Fonte: qui

L’ONU PUNTA IL DITO SUL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA MOHAMMED BIN SALMAN PER L’OMICIDIO DEL GIORNALISTA

SECONDO IL RAPPORTO CI SONO “PROVE CREDIBILI” CHE COLLEGANO LA MORTE AL PRINCIPE E AD ALTRI FUNZIONARI DEL REGNO SAUDITA: “UN’ESECUZIONE DELIBERATA E PREMEDITATA. 
UN CRIMINE EXTRAGIUDIZIALE DEL QUALE LO STATO DELL’ARABIA SAUDITA È RESPONSABILE…”

JAMAL KHASHOGGIJAMAL KHASHOGGI
«Prove credibili», che collegano il principe ereditario saudita Mohammed Bin Salman e altri alti funzionari del Regno saudita alla morte del giornalista Jamal Khashoggi. È quanto emerge dal rapporto della relatrice speciale Onu, Agnes Callamard, che chiede alle stesse Nazioni Unite di indagare sul ruolo di Mbs nell’omicidio.

mohammed bin salman foto luca locatelli per il timeMOHAMMED BIN SALMAN FOTO LUCA LOCATELLI PER IL TIME






Nel documento di 100 pagine sulla morte lo scorso ottobre del reporter del Washington Post, acceso critico della Corona saudita, si definisce il suo omicidio come «un crimine extragiudiziale del quale lo Stato dell’Arabia Saudita è responsabile in base alle leggi internazionali sui diritti umani» e «un’esecuzione deliberata e premeditata».
JAMAL KHASHOGGIJAMAL KHASHOGGI




Analizzando la registrazioni delle conversazioni all’interno del consolato di Istanbul dove Khashoggi, fu ucciso, il rapporto ricostruisce gli ultimi momenti in vita del giornalista e gli scambi con gli emissari sauditi. Khashoggi si rifiutava di cooperare e ad un certo punto si percepisce il rumore di una colluttazione e un forte ansimare.

MOHAMMED BIN SALMANMOHAMMED BIN SALMAN
«L’analisi delle registrazioni effettuate dagli agenti dei servizi segreti turchi e di altri Paesi suggeriscono che a Khashoggi potrebbe essere stato iniettato un sedativo e che sia stato poi soffocato con un sacchetto di plastica». Secondo il relatore Onu, l’inchiesta saudita non è stata condotta in buona fede e potrebbe addirittura essere configurata come un ostacolo alla giustizia.

JAMAL KHASHOGGIJAMAL KHASHOGGI
Non solo, aggiunge il Guardian che ha potuto leggere l’intero rapporto: l’uccisione del giornalista ha messo in evidenza la vulnerabilità dei dissidenti che trovano riparo all’estero e anche il fatto che spesso debbano affrontare azioni sotto copertura da parte delle autorità dei loro Paesi d’origine o anche da parte di attori non statali ad essi collegati. «Ad oggi -scrive ancora la relatrice- lo Stato saudita non ha riconosciuto pubblicamente la sua responsabilità nell’uccisione di Khashoggi, né ha offerto le sue scuse alla famiglia, agli amici e ai colleghi di Khashoggi per la sua morte e per il modo in cui è stato ucciso».
i principi carlo e william con il principe della corona saudita mohammed bin salmanI PRINCIPI CARLO E WILLIAM CON IL PRINCIPE DELLA CORONA SAUDITA MOHAMMED BIN SALMAN

Callamard aggiunge di esser venuta a conoscenza di soldi offerti ai figli del dissidente, «ma è discutibile -sottolinea- che tale pacchetto di aiuti finanziari costituisca un risarcimento ai sensi del diritto internazionale sui diritti umani».

Fonte: qui


KHASHOGGI TI INGUAIA IL DOMANI – L’ONU PUNTA IL DITO SUL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA MOHAMMED BIN SALMAN PER L’OMICIDIO DEL GIORNALISTA - SECONDO IL RAPPORTO CI SONO “PROVE CREDIBILI” CHE COLLEGANO LA MORTE AL PRINCIPE E AD ALTRI FUNZIONARI DEL REGNO SAUDITA: “UN’ESECUZIONE DELIBERATA E PREMEDITATA. UN CRIMINE EXTRAGIUDIZIALE DEL QUALE LO STATO DELL’ARABIA SAUDITA È RESPONSABILE…”

UN CARABINIERE È MORTO DOPO ESSERE STATO INVESTITO DA UN UBRIACO CHE HA SFONDATO UN POSTO DI BLOCCO A TERNO D'ISOLA (BERGAMO)

L’APPUNTATO SCELTO EMANUELE ANZINI AVEVA 42 ANNI E VENIVA DA UNA FAMIGLIA DI MILITARI: ALLE 3 DI IERI HA SEGNALATO ALL’AUTOMOBILISTA DI FERMARSI E LUI PER TUTTA RISPOSTA L’HA COLPITO E SCAGLIATO A 50 METRI DI DISTANZA… 


EMANUELE ANZINIEMANUELE ANZINI
Giuliana Ubbiali per il “Corriere della Sera”
Era carabiniere il padre portatogli via da una malattia quando lui aveva 14 anni, era stato carabiniere lo zio, ed è stato indossando quella divisa con la banda rossa che è morto, falciato dall' auto di un ubriaco spuntata a tutta velocità nella notte di una provinciale bergamasca.
Emanuele Anzini, abruzzese di Sulmona, avrebbe compiuto 42 anni oggi, e proprio il 18 giugno di ventidue anni fa era entrato nell' Arma. Il suo investitore invece era a poca distanza da casa, la villetta dei genitori alla periferia di Sotto il Monte, paese natale di Giovanni XXIII. Al volante di quella Audi A3 nera Matteo Colombi Manzi, 34 anni, qualche lavoro da cuoco alle spalle, aveva avuto dei problemi solo pochi mesi fa. In dicembre una denuncia dopo un incidente, in gennaio la sospensione della patente per eccesso di velocità.
Alle 3 di ieri, mentre sfrecciava nella notte, aveva nel sangue, accerteranno gli esami della Stradale, un tasso alcolico cinque volte superiore al limite di legge. L' appuntato scelto Anzini, una figlia di 19 anni rimasta in Abruzzo, e in servizio nella fredda Val Brembana dal 1998, era ai bordi della provinciale a Terno d' Isola con un collega.
'AUDI CHE HA TRAVOLTO EMANUELE ANZINI'AUDI CHE HA TRAVOLTO EMANUELE ANZINI
Un servizio notturno come tanti altri, ai quali era abituato anche perché nelle poche ore lasciate libere dal servizio prestava volontariato alla Croce Rossa. Erano da poco passate le 3 quando, appena lasciata ripartire un' auto, dalla curva in fondo alla provinciale è spuntata l' Audi. Anzini, con la pettorina gialla indosso e illuminato dal lampeggiante della vettura di pattuglia, si è fatto avanti segnalando all' automobilista di fermarsi.
emanuele anzini 3EMANUELE ANZINI
Non c' è stato nemmeno il tempo di accorgersi di cosa stesse succedendo: l' auto gli è piombata addosso a tutta velocità e lo ha travolto. Il carabiniere è prima finito sul parabrezza trasformandolo in una ragnatela di vetro, poi è stato scagliato a cinquanta metri di distanza. L' Audi ha poi proseguito la sua corsa.
L' altro carabiniere ha dato l' allarme, sul posto sono arrivate le pattuglie impegnate nel turno di notte. Ma dieci minuti dopo lo schianto si è rivista l' Audi. Si è lentamente fermata ai bordi della strada. Il conducente non ha detto niente: la raggiera di crepe sul parabrezza parlava per lui.
emanuele anzini 1EMANUELE ANZINI 
Il giovane è stato arrestato dalla Polizia stradale. Tra le accuse, la più pesante è quella di omicidio volontario, con il dolo eventuale. Secondo il pm Raffaella Latorraca il fatto va oltre l' omicidio stradale. Questo perché l' automobilista si è messo alla guida dopo aver bevuto e quindi trasformandosi in potenziale pericolo. Il carabiniere, da parte sua, tra pettorina e lampeggiante, aveva messo in atto tutti gli accorgimenti per essere ben visibile. A carico di Matteo Colombi Manzi pesano, inoltre, i suo precedenti.
terno d'isola il punto dove e' stato investito emanuele anzini 3TERNO D'ISOLA IL PUNTO DOVE E' STATO INVESTITO EMANUELE ANZINI 
Ieri davanti alla camera ardente, nella chiesa di Zogno, c' era la ragazza con cui l' appuntato da sei anni si stava costruendo un futuro, il cugino di Emanuele Anzini, figlio di un appuntato, e un secondo cugino agente di polizia. A stringersi ai familiari i vertici provinciali e regionali dell' Arma, Il funerale sarà celebrato oggi alle 15 nella chiesa di Sulmona. Il suo sacrificio è stato ricordato ieri, tra gli altri, dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha parlato di «profonda tristezza» e ha espresso all' Arma e ai familiari del militare «solidale vicinanza» ed «espressioni della commossa partecipazione al loro dolore». Il vicepremier Matteo Salvini ha ricordato: «È doveroso tutelare e ringraziare le donne e gli uomini in divisa che assicurano la sicurezza degli italiani». Fonte: qui

SULLA A-21 TRAGEDIA EVITATA PER UN SOFFIO A CAUSA DI UN 46ENNE BULGARO CON LE FIGLIE A BORDO CHE S'È FATTO TRANQUILLAMENTE CONTROMANO 6 CHILOMETRI DI AUTOSTRADA PER RECUPERARE IL PORTAFOGLI ALL'AUTOGRILL

LE TELECAMERE LO VEDONO, SCATTA IL PIANO D'EMERGENZA DELLA POLSTRADA E… 

Sei chilometri di autostrada contromano, sulla A21, per tornare all’area di servizio dove pensava di avere dimenticato il portafogli. Poteva causare una strage la manovra spericolata di un automobilista bulgaro di 46 anni. La polizia stradale della sottosezione di Alessandria Ovest, che lo ha intercettato e fermato, gli ha ritirato la patente e ha fermato per tre mesi l’ auto. L’uomo viaggiava su una Renault Scenic, con a bordo le figlie di 20 e 25 anni.
All’altezza di Voghera (Pavia), ha fatto dietrofront, incurante dei gravi rischi che l’inversione poteva far correre a lui e alle sue figlie e agli altri automobilisti. La segnalazione del centro operativo della Polstrada è stata immediata, così come l’attivazione di una safety car. Lampeggianti e sirene spiegate una pattuglia, che si trovava nei pressi dell’area di servizio di Tortona, ha bloccato l’ auto prima che il gesto si tramutasse in tragedia. Il portafogli che l’automobilista pensava di avere dimenticato era nell’abitacolo dell’ auto. Fonte: qui

VIRGINIA RAGGI HA CONFERMATO FABIO SERINI COME COMMISSARIO DELL’IPA, L’ISTITUTO DI PREVIDENZA DEI DIPENDENTI DEL CAMPIDOGLIO

SERINI È A PROCESSO PER LA VICENDA SULLO STADIO DELLA ROMA: È DA FINE 2018 CHE SI CERCA UN SOSTITUTO “PER MOTIVI DI OPPORTUNITÀ”, MA SENZA SUCCESSO 
I RAPPORTI CON LANZALONE E L’AFFIDAMENTO DI INCARICHI ALL’AVVOCATO COSTANTINI
Vincenzo Bisbiglia per www.ilfattoquotidiano.it
fabio seriniFABIO SERINI
Fabio Serini, a processo nell’ambito del procedimento penale sullo stadio dell’As Roma, è stato riconfermato commissario dell’Ipa, l’istituto di previdenza per i dipendenti del Comune di Roma. La sindaca Virginia Raggi ha firmato l’ordinanza il 13 giugno , dopo un periodo di circa due settimane in cui l’avvocato livornese – nominato il 27 maggio 2017 su consiglio dell’allora super consulente Luca Lanzalone – ha dato continuità al suo mandato (scaduto il 25 maggio) in regime di auto-proroga “per tenere accesi i motori”. La Procura aveva chiesto il giudizio immediato per Serini, Lanzalone e il loro socio Luciano Costantini, nel dicembre scorso. L’incarico, come riporta l’ordinanza, durerà fino al 31 dicembre 2019, sebbene il termine del commissariamento sia fissato al 15 giugno 2020. Dal Comune di Roma assoluto silenzio sulle motivazioni della scelta.
virginia raggi fabio serini 1VIRGINIA RAGGI FABIO SERINI 

IL COINVOLGIMENTO DI SERINI NELL’INCHIESTA STADIO – Le cronache locali, a fine 2018, riportavano rumors provenienti dal Campidoglio secondo cui già dall’estate dello stesso anno – dunque all’indomani degli arresti dell’imprenditore Luca Parnasi e dell’avvocato Lanzalone – si stava cercando un sostituto per i vertici dell’Ipa “per motivi di opportunità”. Ricerca fin qui non andata a buon fine. Si tratta di un ruolo delicato, infatti, perché la società gode di una liquidità notevole, nonostante negli anni precedenti la Corte dei Conti abbia documentato sperperi e rimborsi facili.
luca lanzalone virginia raggi foto lapresse 1LUCA LANZALONE VIRGINIA RAGGI FOTO LAPRESSE 

Serini è finito a processo nell’ambito dell’inchiesta denominata “Rinascimento”, deflagrata a giugno 2018 con gli arresti dell’imprenditore Luca Parnasi e, fra gli altri, dell’allora presidente di Acea Spa, Luca Lanzalone. Per gli inquirenti, Lanzalone sarebbe “intervenuto presso il sindaco Virginia Raggi per la sua (di Serini ndr) nomina quale commissario straordinario e per la proroga di detta nomina alla scadenza annuale”. In cambio Lanzalone e Costantini, “si facevano indebitamente dare da Fabio Serini (…) un vantaggio patrimoniale consistente nell’attribuzione allo studio Lanzalone & Partners di più incarichi professionali”.
fabio serini 2FABIO SERINI
Il 2 maggio 2018, ad esempio, Sereni firma una determina: oltre 11 mila e 500 euro per l’affidamento di incarichi “all’avvocato Luciano Costantini, dello Studio Legale ‘Lanzalone & Partners’”. Proprio Serini, tre giorni dopo, “chiama Lanzalone e gli chiede un aiuto perché gli serve un altro anno (evidentemente proroga nell’incarico di Commissario Ipa)”.
virginia raggi fabio seriniVIRGINIA RAGGI FABIO SERINI
LANZALONE E IL CONTRATTO CHE NON C’E’ – Nel frattempo, emergono nuovi particolari sulla vicenda della consulenza affidata all’avvocato Lanzalone. Consigliato a Virginia Raggi dai vertici del M5S, da fine 2016 e almeno fino alla sua nomina come presidente di Acea Spa, il 3 aprile 2017, il legale genovese aveva seguito per conto del Comune numerosi dossier caldi in Campidoglio: oltre alla difficile trattativa con l’As Roma sul futuro dello stadio, dalla Multiservizi ad Atac, passando per l’individuazione di professionisti che potessero ricoprire alcune caselle vacanti in Campidoglio.

luca lanzalone virginia raggi foto lapresse 2LUCA LANZALONE VIRGINIA RAGGI FOTO LAPRESSE
“Lanzalone ha formalizzato il 10 febbraio una comunicazione con la quale veniva da me incaricato di seguire alcune vicende. In particolare anche quella relativa alla Eurnova srl”, aveva detto Virginia Raggi in Assemblea Capitolina il 7 marzo 2018. In realtà, come anticipato nei giorni scorsi da Repubblica e confermato a IlFattoQuotidiano.it da fonti della Corte dei Conti, la scorsa settimana la Guardia di Finanza si è recata a Palazzo Senatorio e nella sede Acea alla ricerca di un documento che formalizzasse quell’incarico, senza tuttavia trovarne traccia. Gli uffici capitolini si sono presi alcuni giorni per fare delle ricerche. Una storia che ricorda da vicino quella del “giallo” del parere dell’Avvocatura scomparso, su cui in realtà non si mai più fatta luce.

fabio serini 1FABIO SERINI 
IL JOLLY DI ‘MR. WOLF’ – Secondo fonti inquirenti, per ora la vicenda resterà nell’alveo dell’indagine contabile. Ma la fattispecie potrebbe essere utilizzata per rafforzare la posizione di difesa Lanzalone. Secondo la Procura, il professionista avrebbe ricevuto una serie di utilità e consulenze da Parnasi in cambio di informazioni sullo stato delle pratiche amministrative legate allo stadio in costruzione, progetto poi sbloccato anche se con un taglio del 50% delle cubature rispetto a quello iniziale. Ma se Lanzalone non era un “pubblico ufficiale”, o comunque non aveva ricevuto alcun incarico formale dalla sindaca, chi rappresentava? E se era un “privato cittadino” come poteva essere corrotto? E poteva ‘flirtare’ liberamente con Parnasi? Domande di cui si avrà risposta probabilmente dopo l’estate. Fonte: qui

Le paroline di Draghi ...


Lo spread cala sotto quota 250 ai minimi da marzo, le borse corrono, l’euro scende sotto quota 1,12 rispetto al dollaro, Donald Trump va su tutte le furie e - conseguenza indiretta ma pur sempre clamorosa - fa trapelare dalla Casa Bianca indiscrezioni su una possibile sostituzione del presidente della Federal Reserve. Visto dall’angolazione italiana, il discorso di Mario Draghi a Sintra in Portogallo, con cui lancia una nuova fase espansiva della politica monetaria della Bce, ristabilisce ruoli e “alleanze” nella fase confusa che il Governo sta attraversando. Donald Trump accede a twitter e attacca (“sono sleali”) le misure annunciate dal Governatore della Bce che tanto possono aiutare l’Italia da qui al 9 luglio, quando l’Ue dovrà decidere sulla procedura di infrazione nei nostri confronti. E lo fa all’indomani della visita del vicepremier Matteo Salvini negli Usa, durante la quale il leader leghista si è sperticato in elogi nei confronti del presidente americano che ha ingaggiato una guerra commerciale con l’Unione Europea. Oggi il Governo “scopre” che Draghi, in passato criticato sia da Lega che dal Movimento 5 Stelle, è uno dei pochi alleati rimasti nello scontro con la Commissione Ue. “Un ritorno del Qe? Può interessarci come Paese”, ha detto il premier Giuseppe Conte. E se Draghi è alleato, Trump è giocoforza avversario: “Noi la guerra dei dazi la stiamo soffrendo, questo è un dato di fatto”, sempre Conte.
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Dietro gli effetti a catena prodotti dal discorso di Sintra si possono leggere due dati, uno positivo l’altro meno. C’è la volontà del Governatore della Bce di trasmettere ai mercati la sua risolutezza nell’utilizzare “tutta la flessibilità garantita dal mandato per rispondere a qualsiasi sfida si possa porre all’obiettivo di stabilità dei prezzi”. Ma c’è pure la preoccupazione crescente sul fronte dell’inflazione: lo swap 5Y5Y, ovvero il tasso medio di inflazione fra 5 anni e per i successivi 5 - tra gli indicatori più importanti per la Bce nelle decisioni di politica monetaria - ha toccato il suo minimo storico. 
Oggi Draghi è tornato sugli stessi punti affrontati al Consiglio direttivo di Vilnius del 6 giugno, ma con maggior forza: il Qe “ha ancora un considerevole spazio a disposizione” da un lato, e non ci sono remore a un rafforzamento della “nostra forward guidance modificando la sua condizionalità per tener conto delle variazioni negli aggiustamenti del percorso di inflazione”, dall’altro. La ragione, ha spiegato, è che “in assenza di miglioramenti, tali che il ritorno sostenuto dell’inflazione verso il nostro obiettivo sia messo a rischio, sarà necessario ricorrere a ulteriori stimoli”. Rassicurazioni che il Governatore ha in effetti già espresso in passato: meno di due settimane fa, in Lituania, erano già emersi i dettagli della terza tranche di maxi-prestiti alle banche T-Ltro, attesi dai mercati, come già si era fatto cenno al possibile ritorno del Quantitative easing e a un taglio dei tassi, quantomeno sui depositi (già negativi a -0,4%). Questa volta Draghi ha aggiunto un elemento che con tutta evidenza è stato accolto positivamente dai mercati: ha lasciato intendere che la stabilità dei prezzi verrà perseguita in “modo simmetrico”, cioè con possibili sforamenti al rialzo dopo periodi di inflazione troppo bassa. In altre parole, andando per un breve lasso di tempo anche oltre quel 2% che secondo le norme statuarie di Francoforte è la soglia a cui l’inflazione dovrebbe avvicinarsi ma senza oltrepassarla.
Le borse hanno accolto con euforia le parole dell’inquilino dell’Eurotower.  E anche l’Italia ne ha tratto evidente giovamento: lo spread è calato a quota 243 punti base, con il rendimento del Btp decennale benchmark che ha chiuso ai livelli di maggio 2018, precedente alla nascita del Governo Conte. Proprio al premier non è sfuggito il rally dei titoli di Stato: “Se parliamo di iniziative assunte o che potrebbe assumere la Bce - e mi riferisco alla possibilità di intervenire col quantitative easing - è nelle sue legittime prerogative e potremo essere come Paese interessati da queste iniziative”, ha detto Giuseppe Conte. Un plauso, condiviso da Piazza Affari che ha chiuso al +2,5%.
Una mano tesa (indirettamente) da Francoforte al Governo italiano che in passato non ha lesinato critiche alla politica monetaria dell’ex governatore della Banca d’Italia - reo di non fare abbastanza per aiutare i paesi gravati da un alto debito pubblico. Ma pure un messaggio ai mercati su quello che è disposto a fare da qui fino alla scadenza del suo incarico, pur di non lasciare la Bce con aspettative così negative sull’inflazione. Di più: il discorso di Draghi assume le sembianze di ipoteca sul mandato del suo successore, quantomeno sul periodo iniziale. Perché difficilmente il nuovo inquilino dell’Eurotower potrà stravolgere l’eventuale ritorno a politiche espansive nell’arco di pochi mesi, qualora intendesse farlo. Le parole del banchiere italiano, in questo senso, spiegano bene il recente cambio di toni del presidente della Bundesbank, il temuto falco Jens Weidmann, in lizza per prendere il suo posto. Nelle ultime settimane le uscite pubbliche del Governatore tedesco si sono notevolmente ammorbidite, sulle voci di un suo possibile approdo alla guida della Banca centrale europea. Ma la sua contrarietà alle politiche monetarie adottate da Francoforte nel periodo più difficile della crisi è nota. Weidmann arrivò a testimoniare contro l’Omt di fronte alla Corte costituzionale di Berlino. Ieri falco, oggi colomba, perché la nomina del prossimo governatore della Bce è cruciale nel risiko dei top jobs di cui si discute dal giorno successivo alle elezioni europee. Ed è una nomina a cui l’Italia guarda con interesse misto ad apprensione.
Per il premier Conte, “ogni sistema economico assume le iniziative per difendere le proprie imprese e i propri cittadini”. In stile Trump, per intendersi. Lo stesso Trump che oggi si è adirato prendendo duramente di mira il governatore Bce e aprendo un inedito fronte tra Casa Bianca ed Eurotower: “Mario Draghi ha appena annunciato il possibile arrivo di altri stimoli, facendo immediatamente calare l’euro contro il dollaro, e rendendo ingiustamente più facile per loro (l’Europa, ndr) competere con gli Stati Uniti. Sono anni che lo stanno facendo, insieme alla Cina e ad altri. È sleale”.
Nella “guerra dei tassi” tra Usa ed Eurozona c’è un aspetto ironico e beffardo per il Governo italiano: Trump, ieri elogiato dal vicepremier italiano Matteo Salvini in visita negli States, incarna oggi il ruolo dell’avversario mentre Draghi, spesso attaccato in passato da Lega e M5S, è il più valido alleato dell’esecutivo gialloverde perché dispone, e pare intenzionato a utilizzarli, degli unici strumenti utili all’Italia per sottrarsi alla minaccia finanziaria dello spread, nella fase più delicata del suo negoziato con Bruxelles sulla procedura di infrazione.

L’attacco di Trump è quindi rivolto a Francoforte, ma nasconde anche l’auspicio che la sua banca centrale capisca qual è il da farsi. Domani infatti si terrà la riunione del Federal Open Market Committee, il braccio di politica monetaria della Federal Reserve. Il tycoon da tempo preme sul presidente Jerome Powell per un taglio dei tassi, dopo nove rialzi consecutivi da dicembre 2015 a dicembre 2018. Di recente Powell ha aperto in questa direzione (alcuni investitori si aspettano tagli già a partire da luglio) ma evidentemente il presidente Usa ha avvertito l’esigenza di rammentare alla Fed cosa si aspetta la Casa Bianca. Sarà un caso ma nel pomeriggio è stata fatta trapelare una velina su alcuni approfondimenti legali per un eventuale declassamento di Powell da presidente Fed: in altre parole, una sua sostituzione. Indiscrezioni subito smentite, ma di certo non passate inosservate. Non siamo certamente ai livelli del “whatever it takes”, ma le parole di Draghi di oggi qualche effetto lo hanno prodotto.
Fonte: qui