9 dicembre forconi: 05/22/18

martedì 22 maggio 2018

SPREAD IN APERTURA A 196, POI ARRIVA LA BCE E SCENDE A 177

SE LE AGENZIE DI RATING DECLASSANO L’ITALIA (SIAMO A DUE GRADINI DAL LIVELLO "SPAZZATURA"), FRANCOFORTE NON POTRA’ PIU’ COMPRARE “BTP” E SARANNO CAZZI(SE NON CREANO FIN DA SUBITO UNA MONETA PARALLELA!) PER LA MAGGIORANZA GIALLO-VERDE CON LA TROIKA A PALAZZO CHIGI 

IL REDDE RATIONEN ARRIVA IN AUTUNNO

Federico Fubini per il Corriere della Sera(MEDIA IN ACTION!)
mario draghiMARIO DRAGHI

Quando è uscita la nota di Fitch ieri erano le nove di mattina a New York e il rendimento dei titoli di Stato italiani in scadenza nel 2028 era del 2,30 all' anno. Due ore e mezzo dopo era già schizzato al 2,42%: il massimo dall' ottobre 2014, prima che la Banca centrale europea decidesse di comprare migliaia di miliardi in bond emessi dai governi dell' area euro. In questo senso, gli ultimi giorni hanno già rimesso in gioco per l' Italia buona parte del terreno conquistato per anni grazie alla Bce.

FITCHFITCH
La nota di Fitch ha trasmesso una scossa perché ha ricordato a tutti le perplessità già diffuse fra gli investitori. «Le misure proposte per aumentare il gettito (del bilancio pubblico, ndr) non coprirebbero gli impegni di spesa - si legge - e il programma è incoerente con l' obiettivo affermato dal governo entrante di ridurre il debito». A queste parole dell' agenzia di rating, il cui compito è valutare la capacità di un governo o di un' impresa di ripagare i propri debiti, ha reagito anche la Borsa: l' indice Ftse-Mib ha in pochi minuti perso 200 punti per chiudere in rosso dell' 1,54%, ancora una volta la peggiore d' Europa.

agenzie ratingAGENZIE RATING
La lezione è dunque che le agenzie di rating restano influenti, anche per ragioni di cui l' intera classe politica italiana non sembra accorgersi. Eppure dai giudizi di quattro di loro - S&P, Moody' s, la stessa Fitch e Dbrs - dipendono alcune funzioni vitali del Paese. È proprio per questo che presto il ruolo dei rating potrebbe diventare decisivo per il futuro del governo e dell' economia italiana. Nel bene o nel male.

Ciò che la politica italiana non sembra notare è che la Bce usa le valutazioni espresse dai quattro enti privati - S&P, Moody' s, Fitch e Dbrs - nelle le proprie attività più importanti: gli acquisti di titoli di Stato, iniziati a marzo 2015 e forse destinati a finire il prossimo dicembre; ma soprattutto le aste per la fornitura di liquidità per centinaia di miliardi ogni mese che permettono alle banche e ai Paesi europei di funzionare. È ciò che permette alle banche di sbrigare i pagamenti per la clientela e di tenere i bancomat riforniti di biglietti in euro.
SALVINI DI MAIOSALVINI DI MAIO

Nell' area della moneta unica queste forniture di liquidità sono possibili senza intoppi solo a favore di Paesi che abbiano un rating rassicurante: al cosiddetto livello «investimento», dato che la Bce non intende prendere in carico titoli di Stato pericolosi perché classificati a livello «speculativo» (o «spazzatura»). In ogni caso, per la banca centrale vale sempre il rating più alto fra le quattro agenzie.

Ciò garantisce l' Italia, ma con margini ristretti. Per S&P, Moody' s e Fitch, il rating del Paese è appena a due gradini dal livello «spazzatura», per Dbrs a tre. Moody' s deciderà il 7 settembre se e come cambiare valutazione ma intanto all' Italia ha già assegnato «prospettive negative» (è orientata a un taglio del rating), avvertendo che agirà se il debito non scende in fretta.

Il declassamento dunque sembra a un passo. Dbrs deciderà il 13 luglio, Fitch il 31 agosto e S&P in ottobre. Tutte queste agenzie hanno già spiegato che un aumento del deficit e del debito sarebbero fattori molto negativi per i rating. Se arrivasse una nuova ondata di declassamenti a causa dei piani di deficit del nuovo governo, l' Italia si ritroverebbe sulla soglia di uscita dal livello «investimento».
ministero economiaMINISTERO ECONOMIA

Le banche sarebbero al limite di non poter più prendere prestiti dalla Bce offrendo titoli italiani in garanzia e lo spread esploderebbe. Se poi l' Italia finisse tagliata fuori dalle aste di Francoforte, il solo modo per essere riammessa sarebbe accettare un programma della trojka per accedere di nuovo alla liquidità in euro. Ma M5S e Lega sarebbero disposti a firmarlo?

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Pioltello(Mi), pusher marocchino rompe naso e costole a due poliziotti

Dopo l'aggressione davanti alla stazione il marocchino è stato arrestato

Pioltello (Milano), 28 aprile 2018 - Un marocchino di 33 anni è stato arrestato oggi dalla Polizia dopo aver aggredito due agenti della Polfer che lo hanno sorpreso a spacciare davanti alla stazione di Pioltello. Alle 14.45 i poliziotti lo hanno notato mentre consegnava qualcosa a un automobilista che ha accostato e ha abbassato il finestrino. Appena è ripartito, gli agenti si sono avvicinati al nordafricano che, senza alcuna esitazione o preavviso, ha colpito uno di loro con una testata che gli ha rotto il setto nasale. L'altro agente è stato invece raggiunto da un calcio che gli ha incrinato alcune costole, la prognosi è di 24 giorni.
Non è stato semplice bloccare il 33enne, che è regolare e ha precedenti per spaccio. 
In tasca aveva due grammi di hashish ma sembra sia riuscito a disfarsi di altra droga durante la colluttazione. 
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Allevamento di maiali, perché non sono state fatte sanzioni?



In seguito al nostro servizio da dentro un allevamento intensivo di maiali, pubblichiamo il documento della Commissione europea che critica i controlli in Italia


Stalle invase dai topi, maiali morenti o già morti, feci dappertutto che finiscono anche nella canalina dove c’è il mangime. Il video che abbiamo ricevuto dal gruppo Free John Doe e che rendiamo pubblico nel servizio della nostra Nina Palmieri è sconvolgente. Anche perché l’allevamento dove sono state girate le immagini fa parte dell’eccellenza della produzione italiana.
Da tempo circolano immagini trafugate all’interno degli allevamenti intensivi, e da più parti si chiede che venga migliorato il benessere degli animali. Alcune proposte concrete, che potrebbero essere adottate da subito, ci sono. Telecamere all’interno dei macelli e degli allevamenti, rotazione obbligatoria dei veterinari, etichettatura trasparente dei metodi di allevamento, cosicché possa essere il consumatore a scegliere se acquistare carne e formaggio da allevamento intensivo o estensivo. Queste proposte sono state messe nero su bianco da Avaaz, e presentate alla Camera dei deputati, e hanno ricevuto l’appoggio di oltre 100.000 cittadini. Per firmare la petizione basta cliccare qui 
Ma com’è possibile che i controlli all’interno dell’allevamento non abbiano ravvisato praticamente nessun illecito, se non un leggero sovraffollamento? Secondo la Commissione europea in Italia manca una “strategia nazionale da parte delle autorità” per ridurre gli atti di cannibalismo e per evitare quindi il taglio routinario della coda dei maiali da parte dell’industria. E’ questo l’esito dei controlli effettuati in Italia dalla Commissione europea, che dal 13 al 17 novembre 2017 ha inviato tre esperti nel nostro Paese. I controlli e il report che ne è seguito fanno parte del piano della Direzione generale per la salute e la sicurezza alimentare della Commissione europea per valutare le attività degli stati membri per “prevenire i maiali che mangiano le code ed evitarne il taglio routinario”. Le Iene pubblicano in esclusiva il documento della Commissione europea.





Già, perché quello che succede all’interno degli allevamenti è aberrante. I maiali sono animali intelligenti, e in natura grufolerebbero per la maggior parte del tempo alla ricerca del cibo. Invece negli allevamenti intesivi sono costretti in spazi molto ristretti e senza distrazioni. Così commettono l’atrocità più grande per ogni specie animale: il cannibalismo. I maiali mangiano le estremità degli altri animali presenti nel recinto, come coda e orecchie. Così molti di loro si feriscono, e il rischio infezioni è altissimo. Anche per questo agli animali vengono dati gli antibiotici, anche come prevenzione. L’Italia è uno dei paesi in Europa in cui si registra il maggior consumo di antibiotici negli allevamenti, e il rischio è quello dell’antibioticoresistenza. Che significa che gli antibiotici non producono più il loro effetto.
Fonte: qui


BANCHE UE: Cipro, salta Coop Bank ed è solo l’antipasto (del rischio sistemico)!

Mai dare nulla per scontato.
Negli ultimi mesi è noto l’impegno del sistema bancario italiano in ambito NPL (Non Performing Loans). Le banche italiane hanno iniziato quelle che possiamo definire le “pulizie di bilancio di primavera”. L’obiettivo è rendere più sano e sostenibile il nostro mondo finanziario. Molte le cessioni di NPL a società terze, molte le operazioni che si faranno nei prossimi mesi.
Tutto questo è fortemente voluto dall’Unione Europea nell’ambito di una Unione Bancaria che resta pur sempre zoppa. Tante cose devono essere riviste. Questa Europa necessita di una presa di coscienza forte da parte di TUTTI i paesi membri. Per anni ci sono stati interessi forti delle singole realtà statali. Ora se si vuole combinare qualcosa di buono bisogna sedersi ad un tavolo e decidere sul da farsi. Altrimenti tutto questo porterà solo ad un allungamento dell’agonia.
Discorsi triti e ritriti che vado discutendo da anni e che ogni tanto mi sento di dover esternare, proprio perché nutro un forte dispiacere nei confronti di quello che poteva essere un progetto eccellente ma che poi si è dimostrato fallace ed incompleto. Per carità, qualcosa possiamo anche salvare (per esempio il “whatever it takes” di (guardacaso un italiano) Draghi è stato determinante) ma i patti devono essere rivisti.
Come mai sono tornato a parlare di banche? Perché proprio nella giornata di ieri è successo di nuovo un “fattaccio”. Non in Italia per fortuna, ma in un paese del quale in passato ho raccontato la crisi. Si tratta di Cipro e delle sue banche.
(…) A oltre cinque anni di distanza dal “bail-in” che spazzò via in una notte 9,4 miliardi di euro (tra azioni, obbligazioni bancarie e conti correnti), l’enorme massa di crediti incagliati continua a pesare sul sistema finanziario dell’isola mediterranea. Ora a finire seriamente nei guai è la Cooperative Bank, seconda banca nazionale, fondata oltre ottant’anni fa per erogare credito agli agricoltori. (…) si ritrova schiacciata da qualcosa come 6,2 miliardi di euro di sofferenze, pari a quasi il 60% dei crediti complessivi (e a circa un terzo del Pil nazionale).(…) Per evitare una crisi di liquidità, Nicosia ha deciso di intervenire una terza volta in soccorso dell’agonizzante banca pubblica: dopo aver versato nella Coop Bank 2,5 miliardi di euro per evitarne il fallimento, anche – secondo quanto appreso dal Sole 24 Ore – con l’apertura di conti correnti pubblici, il Governo si è fatto carico degli asset tossici assieme a immobili ed azioni, per un totale di circa 7,6 miliardi, mettendo in vendita l’istituto ormai “ripulito”. L’operazione è stata finanziata da Nicosia attraverso l’emissione di titoli obbligazionari per 2,3 miliardi, interamente acquistati dalla Coop Bank (quindi dal Governo stesso). (…) [Source] 
Quindi ci ritroviamo dopo 5 anni a trattare gli stessi problemi di allora. Banche che saltano ed interventi di Stato a salvare il sistema bancario a causa del “too big to fail”. E pensare che Ciproè stata presa ad esempio come paese VIRTUOSO dell’Eurozona. L’anno scorso il suo PIL è cresciuto del 3,8%.
Quindi, note positive del PIL a parte, occorre sottolineare che Cipro rimane schiacciata dal peso delle sofferenze che staranno anche scendendo ma oggi rappresentano ancora il 30% dei crediti. Ma non secondo tutti.
Per esempio guardate questa interessante slide. Parliamo non di NPL ma di NPE. Cambia di poco, è la “non performing exposure”.
Cosa notate? Tanto per cominciare è evidente il miglioramento italiano. Ma…scusate…la “lodatissima” Grecia? E’ peggio messa di Cipro, ha volumi di NPE che sono la metà dei nostri ma sono decisamente più difficili da gestire visto che rappresentano la META’ dell’esposizione bancaria la credito, che è poi pari al 61% del PIL.
E volumetricamente parlando, Cipro è pari ad 1/5 di quello che è il volume greco di NPE.
Non vi viene il dubbio che quanto è avvenuto con Coop Bank sia solo un aperitivo?
Sempre sperando che i dati che ci vengono forniti non siano condizionati da conflitti di interessi e quindi pilotati “in meglio”. Sorge sempre il dubbio che, per poter far figurare un bilancio più solido ed utili più elevati, si cerchi sempre di avere la “mano leggera” nelle valutazione dei possibili NPL.
Ma non pensiamo troppo in negativo. Già di per se queste elucubrazioni sono sufficienti a far capire che il sistema bancario dell’Eurozona non è ancora risanato. Anzi… E probabilmente non è nemmeno TROPPO casuale quanto detto proprio da Mario Draghi nel week end.
«Abbiamo bisogno di uno strumento fiscale aggiuntivo per mantenere la convergenza durante i grandi shock, senza dover sovraccaricare la politica monetaria. Il suo obiettivo sarebbe quello di fornire un ulteriore livello di stabilizzazione, rafforzando in tal modo la fiducia nelle politiche nazionali. (…) Non è concettualmente semplice progettare uno strumento del genere, dal momento che non dovrebbe, tra molte altre complessità, compensare le debolezze che possono e dovrebbero essere affrontate da politiche e riforme. Non è giuridicamente semplice in quanto tale strumento dovrebbe essere coerente con il trattato. (…) Non è certamente politicamente semplice, indipendentemente dalla forma che un tale strumento potrebbe assumere: dalla fornitura di beni pubblici sovranazionali – come la sicurezza, la difesa o la migrazione – a una capacità di bilancio piena» [Mario Draghi]
Quello che intende dire Draghi è necessaria una sorta di “paracadute”di sicurezza per i momenti di crisi e shock, inquadrata in una maggiore condivisione dei rischi. Tutto questo nella direzione di cui vi parlavo in apertura del post. I governi devono mostrare coraggio e guardare avanti. Ma anche saper dare delle prospettive reali e concrete al sistema Eurozona.
L’Europa deve promuovere, oltre a una maggiore integrazione economica, anche una maggiore stabilità finanziaria, completando i suoi pilastri dell’unione bancaria e dei mercati dei capitali. Ogni ritardo accresce il rischio finanziario sistemico, o dell’eccesso di debito. Ed è FONDAMENTALE non fare l’errore gravissimo di sottovalutare il rischio sistemico. Perchè è dalla sottovalutazione di tali rischi che poi sono nate le GRANDI CRISI del passato. L’ho detto in apertura. MAI dare NULLA per scontato. Il rischio sistemico germoglia nella fase positiva del ciclo economico. E cresce quasi in silenzio, visto che tutti sono abbagliati dalla positività della crescita. Proprio come sta accadendo ORA. Non si percepisce assolutamente il rischio sistemico, sembra che tutto sia tornato perfetto. Ma forse non è così e quanto accaduto a Cipro è certo una piccola goccia ma tante gocce fanno traboccare il vaso. Ed i membri dell’Eurozona devono esserne ben consapevoli prendendo le dovute contromisure.
Utopia? Dite voi…
STAY TUNED!

Fonte: qui

Il peso dell'umanità sul pianeta



L’impatto della nostra specie sul Pianeta non è certo un argomento nuovo, ma raramente viene trattato in maniera quantitativa per l’ottima ragione che disponiamo solo di stime e non di misure; spesso anche di stime molto approssimative.   Un fatto inevitabile, vista la materia in argomento.   Tuttavia, se confrontiamo valutazioni fatte con metodi diversi e con dati di base diversi, spesso arriviamo a cifre dello stesso ordine di grandezza.  E per l’appunto l’ordine di grandezza è quello che qui interessa.
Prima di andare avanti, precisiamo che userò alcuni termini in modo discorsivo e non rigorosamente scientifico, allo scopo di essere più comprensibile da chi non ha pratica con il gergo ecologico.  I puristi, spero, mi perdoneranno.

Biosfera selvatica.


Definizione scientificamente discutibile.  Qui la uso per indicare l’insieme di tutte le forme di vita non direttamente dipendenti dall'uomo, più i suoli terrestri di ambienti non drasticamente modificati dall'agricoltura o da altre attività umane. 
Sostanzialmente quindi, i suoli dei boschi spontanei (anche se sfruttati) e delle praterie naturali.

Dunque uno strato a cavallo fra atmosfera, litosfera e idrosfera in cui si trovano gli organismi viventi in ecosistemi semi-naturali (ecosistemi “naturali” in senso stretto non esistono praticamente più).  II suo spessore varia molto a seconda delle zone, ma considerando che almeno dei batteri sono presenti su tutta la superficie terrestre, in tutte le acque e nella troposfera, possiamo considerare che il suo spessore oscilli fa i 10 ed i 20 Km.

Tuttavia,  in terra ferma, la quasi totalità della massa vivente è spalmata su uno stato variabile da alcuni metri a pochi centimetri o anche meno, mentre nei mari è concentrata nei primi 2-300 m di  profondità.  Sopra e sotto,  la densità di organismi viventi cala precipitosamente.  Considerando che il raggio medio terrestre è di circa 6.370 chilometri, possiamo ben dire che la Biosfera è una sorta di “pelle” vivente della Terra: quella che rende il nostro pianeta completamente diverso da tutti gli altri conosciuti e che ci consente di esistere.

Se qualcuno vuole avere un’idea di come sarebbe il nostro Pianeta senza questa pelle, dia un’occhiata ai paesaggi di Marte, pensando di abitarci e di doverne cavare di che vivere.

Quanto pesa la parte selvatica della biosfera?  Nessuno lo sa, ci sono molti studi, ma nessuno veramente soddisfacente, tanto che la NASA ha in programma di mettere in orbita un satellite apposta per rispondere a questa domanda.

Confrontando le diverse ipotesi, si arriva a stimare l’insieme di tutte le forme di vita presenti sulla Terra, compresi i batteri, in circa 4 teratonnellate (4x1012 tonnellate, ossia quattromila miliardi di tonnellate) di carbonio organico che possiamo valutare, molto, molto approssimativamente in 12-15 teratonnellate (12-15x 1012  t) di organismi viventi (al carbonio è necessario aggiungere il peso degli altri gli altri elementi e dell’acqua).  Nota bene, si tratta della stima massima, quella minima è circa 1/4 di questo.

La quasi totalità di questa massa è composta dagli alberi, seguiti dai funghi e, a distanza, dai lombrichi e dagli insetti. Mammiferi, uccelli e tutto ciò che di solito osserviamo con grande interesse sono fondamentali per gli equilibri interni degli ecosistemi, ma sono quantitativamente insignificanti.

In mare, la quantità di vita è molto minore che sulla terra, meno del 5% del totale.  Si stima che tutti i pesci insieme siano meno di 2 miliardi di tonnellate, i cianobatteri un miliardo ed il krill un altro miliardo.  Al contrario che sulla terra, in acqua le piante costituiscono una massa molto minore di quella degli animali e l'equilibrio è mantenuto dall'elevatissimo tasso di accrescimento e riproduzione delle alghe.  Un fatto questo che rende gli ambienti acquatici complessivamente molto meno resilienti di quelli terrestri.

Sia in acqua che sulla terra, i batteri sono la classe più importante in assoluto come numero di organismi, ma non in peso a causa delle loro minime dimensioni.
Tornando ai numeri, abbiamo detto che la Biosfera comprende anche i suoli: dunque quanto pesano i suoli selvatici?. Non conosco stime in proposito, ma un’idea ce la possiamo fare per differenza. (Zalasiewicz e altri 2017)  stimano la parte totalmente antropizzata della superficie terrestre in circa 82 milioni di Kmq, pari a poco più della metà della superficie delle terre emerse (vale a dire praticamente tutte le pianure e le colline); per una massa di circa 10 teratonnellate (v seguito). Se il loro calcolo è approssimativamente corretto, direi che possiamo prudenzialmente stimare la massa globale dei suoli naturali e semi-naturali superstiti in circa 12-15 teratonnellate. Tenuto conto del fatto che i suoli naturali sono solitamente più profondi e ricchi di vita di quelli antropizzati, ma anche del fatto che quelli superstiti sono quasi esclusivamente in montagna, dove l'erosione è comunque forte.  Quindi, approssimando per eccesso per comprendere anche le poche vestigia di ambienti di acqua dolce, che contengono altissime concentrazioni di biomassa e di biodiversità, possiamo stimare la biosfera selvatica in circa 25-30  teratonnellate. (25-30 mila miliardi di tonnellate).

Un dato che non sappiamo quanto sia affidabile, ma che sappiamo per certo essere in rapido calo, specialmente a causa del disboscamento e dell’erosione; ma anche per  la pesca industriale.   Nel 2013, Vaclav Smil  (Harvesting Biosphere 2013) , confrontando vari autori, concluse che la biomassa terrestre sia diminuita del 30% circa durante gli ultimi 250 anni di forsennata crescita economica e demografica umana.

 Noi + i nostri simbionti.


Qui considereremo la massa totale di umani viventi, più l’insieme delle specie domestiche, animali e vegetali.  A rigore, bisognerebbe considerare anche lieviti e batteri nostri simbionti, ma non ho trovato dati in proposito.

Considerare noi stessi insieme alle altre specie che popolano le campagne è giustificato dal fatto che, senza queste piante e questi animali, non esisterebbero civiltà e l'uomo sarebbe rimasto un raro e strano scimmione.  D’altra parte, senza di noi, le razze domestiche non sarebbero mai esistite; tanto che si estinguono nonappena smettiamo di servircene.

Dunque, se la massa di materia vivente sta complessivamente diminuendo, non tutte le specie stanno facendo altrettanto.  In particolare, Homo sapiens è tuttora in una fase di crescita estremamente rapida.   Per essere chiari, nel 2000 Smil valutava la massa umana in 300 milioni di tonnellate; lo stesso calcolo fatto sui dati demografici del 2017 ci da poco meno di 400 milioni di tonnellate (4x108).  Dunque, se consideriamo solo i mammiferi, troviamo che noi umani da soli siamo circa il decuplo di tutti i mammiferi terrestri selvatici messi insieme, topi ed elefanti compresi.  Significa che circolano 10kg di carne umana ogni singolo chilo di carne mammaliana selvatica.

Ma, come abbiamo detto, alla massa di noi stessi dobbiamo aggiungere quella delle specie nostre simbionti: dunque vacche, pecore, cavalli, maiali, eccetera.  Una stima del 2015 valutava l’insieme del nostro bestiame in circa 1500 milioni di tonnellate (cioè altri 15x108 t).

Se confrontiamo questa cifra con la biomassa totale, troviamo che ne rappresenta solamente lo 0,0005 %, ma se consideriamo solo i mammiferi (sia noi che la quasi totalità del nostro bestiame siamo mammiferi) troviamo che, invece, rappresentiamo il 98% del totale .

Mille anni fa probabilmente le proporzioni erano inverse, con gli animali selvatici che erano l’80-90% dei mammiferi terrestri, mentre solo cinquanta anni fa erano ancora il 20% circa (Smil 2013).

Ma andiamo avanti: abbiamo detto che dobbiamo considerare anche i suoli e le piante agricole, senza i quali né noi, né il nostro bestiame esisteremmo.  Secondo i già citati autori (Zalasiewicz e altri 2017) questi assommano a circa 17,5 teratonnellate (17,5x 1012  t), cui dobbiamo aggiungere i 400 milioni di tonnellate di carne umana ed i 1500 milioni di tonnellate di bestiame per arrivare, come ordine di grandezza, intorno alle 18 teratollellate.
Ossia circa i 2/3 della biosfera selvatica!
Significa che per ogni 3 chili di vita selvatica ce ne sono 2 di vita domestica.

Non è facile capire le implicazioni di questa situazione, ma ancora non è tutto.

Tecnosfera.


Da un punto di vista ecologico, considerare l’uomo separatamente dai suoi manufatti non ha senso alcuno.  Sarebbe come considerare i gatti facendo astrazione dalle loro unghie e denti.  La tecnologia fa parte integrante di noi, fin dalla scoperta del fuoco, quando ancora la nostra specie non esisteva nemmeno.  Anzi, possiamo star certi che senza tecnologia la nostra specie non sarebbe neppure mai esistita.

Dunque per valutare quanto veramente pesiamo sul Pianeta non basta considerare i nostri corpi, il nostro bestiame ed i nostri campi.  Dobbiamo considerare anche l’insieme di tutti i manufatti che costituiscono l’infrastruttura ed i prodotti della nostra economia, senza i quali non saremmo quasi 400 milioni di tonnellate.  Cioè dobbiamo prendere in conto quella che viene definita Tecnosfera.

Sommando costruzioni di ogni genere, macchine, oggetti vari e discariche si arriva a qualcosa come 18 Teratonnellate (18x1012 t), vale a dire che ci sono oggi sulla terra più chili di costruzioni, macchine e discariche che chili di materia vivente (alberi, alghe, insetti e batteri compresi).
Per la precisione, si dovrebbero considerare come parte della tecnosfera anche le colture, i suoli agricoli eccetera, ma qui non li prendiamo in conto perché già valutati (v. sopra).

Tiriamo le somme


A rigore, noi stessi, i nostri manufatti e gli ambienti totalmente artificiali in cui viviamo costituiamo un unico sistema altamente integrato.   Dunque,  riassumiamo:
Biomassa umana                  4x108 t
Bestiame                             15x108 t
Suoli e piante                    17,5x 1012  t
Manufatti e discariche          18x1012 t
Totale indicativo                36x1012 t



Significa che per far vivere qualcosa come 400 milioni di tonnellate di carne umana, sono necessarie quasi 40.000 miliardi di tonnellate di strutture di supporto (comprese piante ed animali domestici). Ossia qualcosa come 4.000 tonnellate di cemento, metallo, plastica, piante ed animali domestici per ognuno di noi (bambini compresi).  Molto indicativamente, si capisce.

Ma torniamo all'inizio e ricordiamoci che la Biosfera selvatica ammonta a forse 25-30 teratonnellate, secondo una stima ottimistica.   Vuol dire che noi soli occupiamo oggi  uno spazio ecologico maggiore di tutte le forme di vita e di tutti gli ecosistemi selvatici superstiti messi insieme.  Probabilmente il 20-30% di più di tutto il resto messo insieme.

Significa che ecosistemi propriamente "naturali" non esistono più, come non esistono più i biomi, cioè i grandi sistemi ecologici in cui si articolava la Biosfera.  Significa che tutti i cicli bio-geo-chimici sono stati pesantemente ed irreversibilmente alterati; cioè sono cambiati la struttura ed i flussi di materia ed energia che danno forma e sostanza alla "pelle vivente del pianeta" di cui si diceva all'inizio.

Continuare a pensare al nostro Pianeta come uno spazio naturale all'interno del quale si svolgono delle attività umane è come dire che il Generale Grievous è umano perché ha alcuni organi impiantati all'interno di una macchina.



Di fronte a dati di questo genere, molti parlano con orgoglio di un ‘era in cui le forze brute della natura sono state finalmente piegate alla volontà ed al genio di un'umanità lanciata verso sempre più grandi conquiste.  Alcuni vedono in questo addirittura il compimento della volontà divina espressa nella Genesi (testo parimenti fondativo per tutte le chiese e le sette ebraiche, cristiane e mussulmane).
Un sentimento molto radicato e diffuso, che traspare spessissimo anche quando viene abbigliato con discorsi apparentemente scientifici; oppure quando alcuni capi religiosi tentano in qualche modo di mitigarlo.

Io credo che una persona religiosa potrebbe invece considerare questo atteggiamento come il cacumine della Hybris.  Vale a dire un atto di superbia tale da scatenare l’ira di Dio (o degli Dei, a scelta).

Vedremo chi ha ragione, basta aspettare.







Per approfondire e divagare: Picco per Capre.

“LE IENE” BECCANO UN PEDAGOGISTA CHE PER “CURARE” I BAMBINI CON PROBLEMI DI DISLESSIA, SI APPLICA FACENDO MASSAGGI SEXY ALLE MADRI. A DOMICILIO!

CON LA SCUSA DELL’AIUTARE LE SIGNORE A RILASSARSI, LE SPOGLIA, LE TOCCA, FA LORO LE LAVANDE VAGINALI E INFILA LORO VARI OGGETTI (CLISTERI O SEXTOY) NELL’ANO - VIDEO!

LE IENE - IL MEDICO CHE CURA CON I MASSAGGI EROTICI A DOMICILIO




Aurora Vigne per www.ilgiornale.it

le iene il medico che cura con i massaggi erotici a domicilio 9LE IENE IL MEDICO CHE CURA CON I MASSAGGI EROTICI A DOMICILIO 9
Lavande vaginali e massaggi anali. Sono solo alcuni dei particolari metodi di rilassamento usati da un pedagogista di Palermo per "curare" le mamme con figli che hanno problemi di apprendimento."Ho previsto una serie di incontri con il bambino e poi per lei ho inserito una serie di massaggi, così potrà distendersi e fare da supporto a suo figlio", racconta il pedagogista a una mamma che da poco tempo ha scoperto che il figli soffre di alcuni problemi dell'attenzione.
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Con le telecamere nascoste delle Iene, questa donna ha ricevuto a casa il medico per provare la sua particolare tecnica di rilassamento. Ma naturalmente non si aspettava un metodo così invasivo. "Si tolga tutto, lasci solo il reggiseno", le chiede l'uomo. Durante la "seduta" si vede il pedagogista che inizia a massaggiare la donna, palpandola un po' ovunque. "A un certo punto ha preso una lavanda vaginale e l'ha fatta. Io ho chiesto spiegazioni ma lui ha insistito, parlando di una sorta di beneficio interiore necessario al piano terapeutico previsto nei confronti di mio figlio".

le iene il medico che cura con i massaggi erotici a domicilio 7LE IENE IL MEDICO CHE CURA CON I MASSAGGI EROTICI A DOMICILIO 
Ma non finisce qua. La donna racconta che il medico l'ha penetrata con degli oggetti strani per via anale, spacciandoli per alcuni "oggetti medici". "Dalla forma sembrava un vibratore", dice la donna. Quando viene messo con le spalle al muro dall'inviato delle Iene, l'uomo tenta - inutilmente - di giustificarsi: "Non c’è una prescrizione medica, il mio intervento è legato all’idea che il massaggio possa servire a rilassare la signora perché è molto stressata".

Fonte: qui
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Mondo di mezzo: venti rinvii a giudizio e una condanna


A processo anche ex capogruppo Pd, ex dg Ama e Buzzi

AnsaVenti rinvii a giudizio e una condanna ad un anno di reclusione in abbreviato. E' quanto deciso dal gup di Roma, Monica Ciancio in uno dei filoni dell' inchiesta sul Mondo di mezzo. A processo, che inizierà il prossimo 19 settembre, tra gli altri per l'ex capogruppo Pd in Campidoglio, Francesco D'Ausilio e l'ex direttore generale di Ama, Giovanni Fiscon e il ras delle coop Salvatore Buzzi.
    Contestati vari episodi, tra il 2011 ed il 2014, di corruzione, turbativa d'asta, rivelazione del segreto d'ufficio e finanziamento illecito.
La condanna riguarda Emilio Gammuto, collaboratore di Buzzi, a cui già sono stati inflitti tre anni nel filone principale. Nel filone di indagine sono coinvolti anche gli imprenditori Fabrizio Amore e Flavio Ciambella, Fabio Tancredi, ex direttore del decimo Dipartimento Tutela Ambientale e del Verde-Protezione civile di Roma Capitale. A processo anche Nadia Cerrito, ex collaboratrice di Buzzi, Clelia Logorelli, quale dirigente preposto al settore verde di Eur spa, Giampaolo Cosimo De Pascali, l'ex appuntato dei carabinieri (radiato nel 2015) e all'epoca dei fatti in servizio presso l'Ufficio direzione Sovrintendenza centrale Servizi di Sicurezza, l'allora presidente della cooperativa 'Capodarco' Maurizio Marotta. Per l'ex sindaco di Sant'Oreste Sergio Menichelli e Raniero Lucci (collaboratore di Buzzi) e Marco Placidi (ufficio tecnico comune di Sant'Oreste) il giudice ha disposto la trasmissione degli atti per competenza alla Procura di Tivoli.