9 dicembre forconi: 10/19/16

mercoledì 19 ottobre 2016

Navi nucleari di Putin in Polonia. La Russia punta i missili contro Berlino



Dal Cremlino avevano giurato reazioni se Washington non avesse fermato la costruzione del sistema di difesa missilistico in Polonia. 

E la reazione sembra essere già cominciata, secondo il Wall street journal, visto che Mosca ha inviato proprie navi militari nell'enclave di Kaliningrad, tra la Polonia e la Lituania. Sono navi dotate del sistema di missili nucleari Iskander.

Una mossa che ha scatenato i vertici della Nato in Germania, aggravando un clima di tensione già parecchio appesantito dalle accuse incrociate delle ultime settimane tra Stati Uniti e Russia. Non è un caso che le proteste siano partite da Berlino, considerando che i missili Iskander, se lanciati da Kaliningrad, sarebbero in grado di raggiungere anche il territorio tedesco. E a poco servirebbe il sistema di difesa statunitense, progettato per intercettare missili a più lunga gittata.


Dal ministero della difesa russo si sono affrettati a chiarire che l'invio delle navi militari a Kaliningrad rientrerebbe in una più vasta esercitazione militare. 

Tra i corridoi della Nato però ci credono in pochi. Già dallo scorso luglio sono arrivati in Polonia circa 4 mila soldati del patto atlantico e dal 2017 sarà presente a rotazione una brigata Usa.


Fonte: qui

Ucraina e Isis: il vice di Obama rivela (per sbaglio) la verità

Questo è un esempio di come certe informazioni non circolino sui media occidentali. Un amico che pesca molto bene online mi ha inviato la segnalazione di alcuni articoli che recavano un titolo forte: “Il vicepresidente americano Joe Biden ammette di aver obbligato i Paesi europei ad adottare le sanzioni contro la Russia.

Come mio dovere, verifico le fonti. E scopro che a dare questa notizia sono Russia Today e altre agenzie di stampa russe. Da esperto di spin mi sorge il dubbio che si tratti di una strumentalizzazione da parte di Mosca. E verifico ulteriormente. In pochi minuti.

Sì, Biden ha tenuto un lungo discorso sulla politica estera all’università di Harvard, discorso a cui i media americani hanno dato ampio spazio ma per evidenziare una battuta, anzi una gaffe su quanto sia frustrante fare il vicepresidente, espressa con un linguaggio molto colorito. Negli articoli, però, nessun riferimento alla frase sull’Europa.

Allora indago ulteriormente, vado sul sito della Casa Bianca dove è pubblicata la trascrizione integrale del discorso di Biden. E, come potete verificare voi stessi, la frase riportata dai media russi è corretta e l’indifferenza con cui è stata accolta dai media occidentali, ma anche europei significativa. Praticamente nessun giornalista ha saputo valutare la portata delle dichiarazioni di Biden. Il che è grave professionalmente, ma non sorprendente: a dare il tono sono state le agenzie di stampa e le tv all news che si sono soffermate sull’aspetto più leggero e sensazionale ovvero la gaffe di Biden; tutto il resto è passato in secondo piano. Anche sulla stampa più autorevole. Perché Biden poteva reggere un titolo, non due. E quelle dichiarazioni formulate nell’ambito di un lungo discorso in cui Biden ha toccato molti aspetti. Gli spin doctor della Casa Bianca si sono ben guardati dall’evidenziarle e sono scivolate via assieme ad altre.

Nessuna manipolazione, nessuna censura: se conosci le logiche e le debolezze dei media puoi orientarli a piacimento, Negli Stati Uniti, ma anche in Europa.

In realtà le dichiarazioni di Biden sono davvero sensazionali,una gaffe in termini diplomatici:
“Abbiamo dato a Putin una scelta semplice: rispetta la sovranità ucraina o avrai di fronte gravi conseguenze. E questo ci ha indotto a mobilitare i maggiori Paesi più sviluppati al mondo affinché imponessero un costo reale alla Russia.   “E’ vero che non volevano farlo. E’ stata la leadership americana e il presidente americano ad insistere, tante di quelle volte da dover mettere in imbarazzo l’Europa per reagire e decidere per le sanzioni economiche, nonostante i costi”.
L’ammissione è fortissima: è stata l’America a costringere l’Europa a punire Putin, contro la sua volontà.
Poi un’altra strabiliante ammissione, sull’Isis, che l’America combatte con toni accorati salvo poi ammettere che il pericolo per gli stessi americani non è così rilevante:
“Non stiamo affrontando un pericolo esistenziale per il nostro stile di vita o la nostra sicurezza. Hai due volte più possibilità di essere colpito da un fulmine per strada che di essere vittima di un evento terroristico negli Stati Uniti”.
Dunque l’Isis non è una minaccia seria, così come non lo è più il terrorismo negli Stati Uniti.

Quando qualcuno dice la verità – e chi più di un vicepresidente americano? – il mondo appare molto diverso rispetto alla propaganda ufficiale. In Ucraina e sul terrorismo.

Ma se i media non ne parlano, la propaganda diventa, anzi resta apparente verità. E la vera verità limitata ai pochi che la sanno davvero cogliere e trasmettere.

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