9 dicembre forconi: 02/04/19

lunedì 4 febbraio 2019

È MORTO A TENERIFE VITO TRIASSI, CHE CON IL SUO CLAN A OSTIA FACEVA CONCORRENZA AGLI SPADA

COLONNELLO DELLA FAMIGLIA CARUANA-CUNTRERA, ERA ARRIVATO SUL LITOLARE ROMANO IN SOGGIORNO OBBLIGATO, MA POI ERA RIUSCITO A MANTENERE GLI “AFFARI DI FAMIGLIA” CON CHIOSCHI, SPIAGGE E DROGA 
GLI AGGUATI NEL 2006 E NEL 2007, L’ARRESTO E LA MORTE PER INFARTO ALLE CANARIE
Emilio Orlando per www.leggo.it

vito triassi 2VITO TRIASSI
Un infarto ha stroncato Vito Triassi, uno dei boss che ha fatto il bello e il cattivo tempo sul litorale romano. L’ uomo si trovava a Tenerife, in Spagna, quando è stato colto da un malore e si è accasciato a terra mentre era vicino casa. Il clan omonimo controllava ad Ostia il racket delle spiagge, dei chioschi e di alcuni stabilimenti insieme al traffico di droga. Insieme al fratello Vincenzo Triassi era il colonnello della storica famiglia mafiosa Caruana-Cuntrera di Siculiana in provincia di Agrigento.

vito triassi 3VITO TRIASSI
L‘infiltrazione mafiosa del clan siciliano fu messa in atto a Ostia dopo la “colonizzazione” della Banda della Magliana. Vito e Vincenzo Triassi vennero mandati ad Ostia al soggiorno obbligato, ma continuarono la loro attività criminale iniziata in Sicilia, con il controllo di quasi tutte delle attività economiche sul litorale romano.

vito triassi 1VITO TRIASSI








Il traffico di droga e armi veniva gestito dalla storica famiglia mafiosa Caruana-Cuntrera di Siculiana. Secondo le inchieste della direzione distrettuale antimafia la famiglia Triassi si occupavano del traffico di droga e di armi che arrivavano anche dai Balcani. Erano legati al clan Fasciani e avevano stretto rapporti con i sopravvissuti della Banda della Magliana.

vito triassi 4VITO TRIASSI
Nel maggio del 2006 Triassi era già stato gambizzato a Ostia, sotto la sua abitazione nei presi di via delle Isole del Capo Verde. Nemmeno un anno dopo un nuovo attentato. Era il 20 settembre 2007 a Casal Palocco, sul litorale romano, quando due persone gli spararono. Venne ricoverato all’ospedale di Ostia e sottoposto a un intervento chirurgico. E se la cavò anche in questa occasione. Nel 2011 invece a subire un agguato fu il fratello Vincenzo. E da allora cominciarono anche i problemi giudiziari per il clan.

Il movente dell’attentato risiedeva negli attriti di due gruppi criminali che controllavano Ostia per il malaffare. L’ultimo blitz che vide in manette i Triassi fu l’operazione anticrimine battezzata dagli inquirenti “ Maverick” che decapitò il clan tra il Lazio e la Sicilia con quarantadue arresti. Ieri a togliergli la vita è stato un infarto. 

Fonte: qui

SPARI DAVANTI A UN PUB ALL’AXA, LA PROMESSA DEL NUOTO MANUEL BORTUZZO, FERITO A UN POLMONE E ALLA SPINA DORSALE, LOTTA PER LA VITA







“ERA LA PERSONA SBAGLIATA”

GLI AUTORI DEL BLITZ VOLEVANO VENDICARSI DOPO UNA RISSA: HANNO APERTO IL FUOCO DA UNO SCOOTER, A 100 METRI DA UNA VOLANTE 

LA FIDANZATA: "LUI NON CENTRAVA NIENTE" 

POLEMICHE SUI SOCCORSI: L’AMBULANZA SAREBBE ARRIVATA DOPO 25 MINUTI

IL 19ENNE NUOTATORE OPERATO A ROMA: ESTRATTO UN PROIETTILE 

IL PRESIDENTE DELLA FEDERNUOTO PAOLO BARELLI: "MANUEL È IN CONDIZIONI CRITICHE. ERA VENUTO A ROMA PER ALLENARSI CON DETTI E PALTRINIERI. SONO ESTERREFATTO…”




MANUEL BORTUZZOMANUEL BORTUZZO
"Sono esterrefatto, a 150 metri c’erano due volanti della polizia. Erano intervenute per la rissa precedente, Manuel è un bravo ragazzo è chiarissimo che non c'entra nulla. Era venuto a Roma per allenarsi con Detti e Paltrinieri.

E' stato operato, è in condizioni critiche, i medici dicono che ci vorranno 48 o 72 ore per capire meglio le sue condizioni". Così il presidente della Federnuoto, Paolo Barelli, commentando la notizia del ferimento del giovane nuotatore Manuel Bortuzzo, raggiunto da un colpo di pistola in una piazza del quartiere Axa di Roma.

SPARI DAVANTI AL PUB
Alessia Marani per il Messaggero
MANUEL BORTUZZOMANUEL BORTUZZO

 «Ora vado a prende' la pistola, torno e je sparo». Dalle parole ai fatti. Solo che chi ha aperto il fuoco per tre volte, sabato notte, in piazza Eschilo, all' Axa, ha sbagliato persona, ha scambiato il vero obiettivo per Manuel Matteo Bortuzzo, promessa diciannovenne del nuoto italiano, che stava acquistando le sigarette a un distributore automatico all' angolo.

Uno dei proiettili lo ha colpito nella parte destra del torace fermandosi all' altezza dell' undicesima vertebra. È caduto a terra, la fidanzata Martina era accanto a lui disperata: «In due su uno scooter, abbastanza lontani, gli hanno urlato contro, Manuel si è girato e gli hanno sparato. Mi sembra impossibile che sia capitato proprio a noi», ha ripetuto agli amici e agli agenti della Squadra Mobile che l' hanno interrogata per cinque ore, tre volte, anche con l' aiuto di una psicologa.

INDIVIDUATI

Il ragazzo, che si allenava con gli atleti delle Fiamme Gialle, è stato operato ieri pomeriggio all' ospedale San Camillo. La prognosi resta riservata e rischia la paralisi. Tutto per essersi trovato al posto sbagliato nel momento sbagliato, appena dopo una rissa cominciata all' interno dell' Irish pub in cui lui non aveva messo piede in cima alla piazza e proseguita in strada, nel cuore del quartiere residenziale a pochi chilometri da Ostia.
MANUEL BORTUZZOMANUEL BORTUZZO

Anche se gli inquirenti per prudenza non escludono alcuna ipotesi e stanno verificando che cosa Manuel abbia fatto nelle ore e nelle giornate precedenti, se possa essere mai venuto in contatto con chi è stato coinvolto nella scazzottata al pub.

Dei giovani protagonisti dell' azzuffata, intanto, sono stati identificati e ci sarebbe già il profilo dell' assalitore in fuga che un testimone, in fondo alla scala che porta al pub al primo piano, avrebbe sentito dire «torno e gli sparo», e del suo complice. I fari sono puntati sul giro dei pusher che gravitano intorno alle case popolari del villaggio San Giorgio di Acilia, che una volta ospitava i profughi giuliano-dalmati, e di Dragoncello, altra borgata del X Municipio capitolino.

«TUTTI CONTRO TUTTI»

Altri testimoni hanno raccontato: «Stavamo uscendo da casa di un amico, in via Menandro, quando abbiamo sentito dei colpi e visto un motorino correre via verso via di Acilia con due persone a bordo, uno con una giacca rossa. Ma solo dopo abbiamo ricollegato i fatti, pensavamo a dei petardi». Tutto si è consumato tra l' una e trenta e le due della notte. Nel pub la serata sembrava scorrere tranquilla tra birra e risate.

MANUEL BORTUZZO DETTIMANUEL BORTUZZO DETTI
«Invece a un certo punto è scoppiato il finimondo spiega un ventenne, che era presente sembrava il Far West, qualcuno ha dato un pugno, poi è stato una specie di tutti contro tutti con le sedie che volavano, una ha infranto la vetrina. Ci hanno praticamente cacciato, uscendo, un tipo ha detto torno e gli sparo». La lite prosegue nella piazza, che è a forma di ferro di cavallo, con i giardini, le panchine e un' edicola al centro. Sono cinque contro cinque che continuano a discutere. Qualcuno chiama la polizia. Quando gli agenti delle volanti e del commissariato di Ostia arrivano, però, i gruppetti si sono dileguati.

La pioggia è battente, gli agenti delle volanti iniziano a informarsi sull' accaduto, ci sono ancora diversi ragazzi in piazza. All' improvviso sentono i tre spari. I poliziotti corrono dall' altro lato della strada e trovano Manuel immobile a terra con Martina che piange davanti alla tabaccheria chiusa all' angolo di via Menandro. È l' 1.57. Chi ha sparato non ha avuto paura di farlo nemmeno con i poliziotti a un centinaio di metri.
MANUEL BORTUZZOMANUEL BORTUZZO

FESTA DEI 18 ANNI 

Sembra un agguato, uno dei tanti che hanno insanguinato negli anni il litorale romano, nella feroce guerra tra bande per il controllo della droga e delle estorsioni. Ma stavolta, lo scenario sembra diverso. Laura, ex nuotatrice, un' amica di Manuel spiega: «Fino a poco prima eravamo tutti alla mia festa dei 18 anni, all' Infernetto, un quartiere vicino, poi ho detto che avrei offerto da bere. Siamo andati all' O'Connell ma c' era già la polizia e stavano chiudendo perché c' era stata una rissa.

PAOLO BARELLIPAOLO BARELLI
Ci siamo divisi in due macchine, io con Alessandro il mio fidanzato, Chiara, Marco e David; Manuel e Martina, invece, su una Smart». La comitiva si sposta, va in un altro pub a Malafede ma è ormai chiuso. Decidono di separarsi. La macchina di Laura si dirige verso Acilia per accompagnare il più piccolo del gruppo alla stazione dove lo aspetta il papà; Manuel e Martina, invece, tornano in piazza Eschilo per comprare le sigarette. «Dopo un po' aggiunge Laura mi chiama Martina disperata. Hanno sparato, gridava.

Siamo tornati indietro, Manuel era per terra e sembrava morto. C' erano lei e i poliziotti. È sceso solo Alessandro che ha dato a Manuel due schiaffi per riprendersi, lo ha salvato, perché l' ambulanza non arrivava mai, ci avrà messo almeno mezz' ora». Chi ha sparato potrebbe essere un habitué del pub. Due mesi fa ci sarebbe stata un' altra lite, con protagonisti sempre gli stessi ragazzi. Un dipendente non esclude nemmeno che «forse quei due sullo scooter cercavano una persona che è sempre qui al pub e gli somiglia».
FEDERNUOTO FEDERAZIONE ITALIANA NUOTOFEDERNUOTO FEDERAZIONE ITALIANA NUOTO

La Mobile sta scandagliando le immagini riprese dalle telecamere dei negozi di zona e della tabaccheria stessa. Chi ha sparato lo ha fatto con un' arma a tamburo che non lascia bossoli. Un revolver di quelli usati da delinquenti esperti o di rango in colpi o regolamenti di conti. Intanto, già oggi per volere del Questore di Roma il pub potrebbe essere chiuso.

Fonte: qui


Manuel Bortuzzo, drammatico verdetto medico dopo la Tac: «Rimarrà paralizzato»

Manuel Bortuzzo rimarrà paralizzato. È il drammatico responso degli esami medici ai quali è stato sottoposto il giovane nuotatore ferito sabato notte con un colpo di pistola a Casalpalocco e ricoverato in terapia intensiva all’ospedale San Camillo.

«Il paziente non sarà in grado di muovere le gambe»

I professori Alberto Delitala ed Emiliano Cingolani rispettivamente direttore del Dipartimento Neuroscienze e responsabile dello Shock e Trauma hanno fatto il punto sulle condizioni del 19enne che rimane sedato con alcuni momenti di coscienza. «Nonostante la decompressione del midollo danneggiato dal proiettile - spiegano i medici - non c’è attività bioelettrica agli arti inferiori. Il responso è negativo. La lesione midollare è completa e con le attuali conoscenze scientifiche il paziente non sarà in grado di muovere le gambe per cui appena le sue condizioni lo consentiranno e sarà fuori pericolo verrà trasferito in un centro di riabilitazione». I familiari di Manuel sono stati informati su quanto è stato accertato al San Camillo. Il giovane, hanno spiegato ancora i medici, è stato sottoposto a riduzioni della sedazione. «C’è stata una buona risposta dal punto di vista fisico del ragazzo con buoni parametri vitali tenendo conto che era arrivato in ospedale con una vasta emorragia interna, lesioni al polmone sinistro che in parte è stato asportato e al midollo spinale».

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SUPERA I 15 MILIARDI L'ANNO LO SPRECO ALIMENTARE IN ITALIA, LO 0,88% DEL PIL DI CUI QUASI L'80% AVVIENE DENTRO LE MURA DOMESTICHE.

PANE E VERDURE FRESCHE SONO FRA GLI ALIMENTI PIÙ SPESSO BUTTATI, MA A PESARE SULLA PATTUMIERA SONO BEVANDE ANALCOLICHE, LEGUMI, FRUTTA FRESCA E PASTA SENZA NEMMENO ESSERE STATI CONSUMATI
(ANSA) - Supera i 15 miliardi l'anno lo spreco alimentare in Italia, lo 0,88% del Pil di cui quasi l'80% avviene dentro le mura domestiche. Pane e verdure fresche sono fra gli alimenti più spesso buttati, ma a pesare sulla pattumiera sono bevande analcoliche, legumi, frutta fresca e pasta senza nemmeno essere stati consumati. Sono i dati diffusi oggi alla Fao in occasione della sesta Giornata Nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare, dal progetto 60 Sei ZERO dell'Università di Bologna con il Ministero dell'Ambiente e la campagna Spreco Zero dello spin off Last Minute Market.

Nelle fasi di produzione e distribuzione, invece, si spreca cibo per poco più di 3 miliardi, il 21,1% del totale. Ancora una volta la fotografia dello spreco punta il dito sulle abitudini in casa, ma 4 italiani su 5 non se ne rende conto. Secondo il Rapporto Waste Watcher 2019, infatti, il 20% degli intervistati dichiara che si spreca soprattutto nel commercio (47%) e nel pubblico, dalle scuole agli ospedali, dagli uffici alle caserme (27%). Una situazione comunque in netto miglioramento dove gli effetti della sensibilizzazione anti-spreco casalingo si sentono. Oggi appena l'1% dichiara di gettare cibo ogni giorno, mentre nelle rilevazioni 2014/2015 lo dichiarava 1 italiano su 2.

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SEA WATCH: "E’ INIDONEA" - TROVATE 32 IRREGOLARITÀ A BORDO, FINCHÉ NON LE AVRÀ SANATE NON POTRA’ TORNARE IN MARE

AL VIA I LAVORI DI ADEGUAMENTO DELLA NAVE FERMA AL PORTO DI CATANIA DOPO LO SBARCO DI 47 MIGRANTI 
Giuseppe De Lorenzo per il Giornale

La Sea Watch è ancora ferma al porto di Catania. L'attenzione mediatica si riduce, ma non le beghe cui sta andando incontro.

Dopo giorni dallo sbarco dei 47 migranti caricati al largo della Libia, la nave della Ong tedesca ha dovuto far fronte alle verifiche della Guardia costiera e finché non avrà sanato le irregolarità non potrà tornare in mare.

Questa mattina Sea Watch ha iniziato i lavori di adeguamento dell'imbarcazione. "Abbiamo fatto venire un'agenzia ispettiva internazionale che possa verificare quali sono le prescrizioni che si applicano a questo tipo di nave", spiega all'Adnkronos la portavoce Giorgia Linardi. La Capitaneria di porto, salita a bordo subito dopo l'approdo a Catania ha riscontrato qualcosa come 32 diverse irregolarità che non le permettono di riprendere il largo. "Nel frattempo hanno cominciato a fare qualche piccolo lavoretto - spiega ancora Linardi - Ma in ogni caso, era previsto che la nave si fermasse dal 25 febbraio, doveva andare in cantiere per una sistemazione generale".

sea watchSEA WATCH
Tutto ruota attorno all'idoneità (o meno) dell'imbarcazione ad effettuare missioni Sar (Ricerca e Soccorso). Il ministro Toninelli aveva fatto notare che, nel registro navale olandese, la Sea Watch 3 è iscritta come "plesaure yacht" e che secondo la legge italiana "per stazza e lunghezza" non potrebbe caricare migranti a bordo. O non così tanti come fa quando pattuglia le coste della Libia. L'Ong ha risposto sfidando l'Italia e accusandoci di non avere "alcuna giurisdizione" sul natante.

Il bluff della registrazione all'estero, in realtà, è stato sottolineato anche dalla procura di Catania. Pur non registrato alcuna "rilevanza penale" nell'operato della Ong, ha spiegato chiaramente come la nave presenti "dati significativi" di "inidoneità tecnico strutturale". Tradotto: non è adatta per il soccorso in mare. Come mai allora l'Olanda (Stato di bandiera) le permette di navigare?

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Semplice: le autorità olandesi hanno introdotto nella loro legislazione dei requisiti ulteriori per le imbarcazioni da diporto che intendano svolgere un'attività sistematica di soccorso dei migranti, solo che la normativa non è ancora applicabile ai natanti già registrati. Come la Sea Watch. L'Ong può quindi continuare a fregiarsi del "bollino" olandese pur presentando evidenti limiti nell'ospitare "un numero di passeggeri ben più elevato di quello per il cui trasporto è stata concepita".
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Fatto da non sottovalutare, quello di non poter caricare a bordo più persone di quante ne sia concepita a trasportare. Capita spesso, infatti, che l'Ong si trovi a soccorrere un gommone stracarico di immigrati. Invece di fare ammenda, Sea Watch si nasconde dietro al fatto che "nell'ambito di un'operazione di soccorso" non "si lasciano le persone in mare quando non via siano in loco assetti maggiormente idonei a farlo". In sintesi: restiamo in mare anche se siam troppo piccoli per intercettare e caricare migranti in condizioni di totale sicurezza, tanto se non ci sono altre navi nei paraggi nessuno potrà impedirci di caricarli a bordo e traghettarli verso l'Europa.

Fonte: qui


WAIT AND SEA WATCH: "E’ INIDONEA" - TROVATE 32 IRREGOLARITÀ A BORDO, FINCHÉ NON LE AVRÀ SANATE NON POTRA’ TORNARE IN MARE – AL VIA I LAVORI DI ADEGUAMENTO DELLA NAVE FERMA AL PORTO DI CATANIA DOPO LO SBARCO DI 47 MIGRANTI - ECCO PERCHE’ LA SEA WATCH, PUR ESSENDO NON ADATTA PER IL SOCCORSO IN MARE, HA IL PLACET DELL'OLANDA (STATO DI BANDIERA) PER NAVIGARE - LA POSIZIONE DI TONINELLI