Sì della Ue al decreto. Moody’s: ridotto il rischio di contagio. Stop in Borsa prorogato
Lo  Stato garantirà il rafforzamento patrimoniale del Monte dei Paschi con  un investimento massimo di circa 7 miliardi di euro, acquisendo la  maggioranza assoluta del capitale della Banca. 
A stabilire l’entità  esatta della ricapitalizzazione «precauzionale» a carico dello Stato,  che materialmente avverrà tra tre o quattro mesi, sarà l’Autorità di  vigilanza della Bce, sulla base di un piano di ristrutturazione e di  rafforzamento patrimoniale che verrà presentato dalla banca senese. Il  piano ridefinirà anche i tempi e le modalità di cessione dei crediti  deteriorati. E dovrà passare anche al vaglio di Bruxelles, che ieri ha  comunque accolto positivamente il decreto varato l’altra notte  dall’esecutivo, per verificarne la rispondenza alle regole sugli aiuti  di Stato. 
Tutela per i piccoli investitori
La  direttiva Brrd, che ammette la ricapitalizzazione precauzionale di una  banca, prevede che l’intervento pubblico non possa andare oltre il  fabbisogno di capitale emerso dallo scenario negativo degli stress test  della Bce. Nel caso del Monte dei Paschi, che dopo il decreto ha subito  formalizzato la richiesta dell’intervento, si tratta appunto di circa 7  miliardi di euro. Una somma che sarà usata dal governo per sottoscrivere  nuove azioni della banca senese e, come prevede il decreto firmato ieri  dal Presidente della Repubblica, per rilevare quelle che saranno date  in cambio ai piccoli obbligazionisti subordinati, che saranno pagate con  obbligazioni ordinarie (in scadenza nel 2018, come i vecchi titoli). I  piccoli obbligazionisti di Monte Paschi, sul presupposto di un raggiro  da parte della banca nella vendita dei titoli, dovrebbero così  recuperare l’intera somma investita sottratti gli interessi maturati fin  qui. Mentre gli investitori istituzionali vedranno le loro subordinate  convertite in azioni al 75% del valore nominale defalcato degli  interessi. Secondo il principio del burden sharing,  cioè della condivisione degli oneri, previsto dalla direttiva Ue ed  invocato dal presidente dell’Eurogruppo, Jerome Dijsselbloem. Il valore  di mercato delle azioni e delle obbligazioni Mps, in ogni caso, rimarrà  congelato, come ha stabilito ieri la Consob, fino alla definizione del  piano di ricapitalizzazione. 
Garanzia sulla liquidità
L’ombrello  dello Stato sugli aumenti di capitale a rischio delle banche previsto  dal decreto, che può contare su una dotazione di 20 miliardi, resterà  aperto per tutto il 2017. Mentre sarà esteso di sei mesi, fino al  prossimo giugno, il meccanismo per assicurare la liquidità con la  garanzia pubblica sulle emissioni obbligazionarie delle banche. La  Commissione Ue avrebbe già dato un assenso di massima. «L’intervento  statale non era sicuramente la nostra prima opzione, ma ci darà la  possibilità di procedere allo smaltimento dei crediti deteriorati e di  avere una posizione più forte» ha commentato Marco Morelli,  amministratore delegato del Monte, che ieri ha chiuso un’intesa con i  sindacati per definire 600 esuberi con il prepensionamento. Il  presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, ha deto un giudizio  sostanzialmente positivo del decreto. Per l’agenzia di rating Moody’s  riduce il rischio di contagio al sistema, ma per Standard and Poor’s non  ne risolve i problemi di fondo. 
Mario Sensini
Fonte: qui
Come siamo scaduti così in basso (riflessione su Montepaschi)
Caro  contribuente.  Visto che  la cricca che vi governa per conto terzi vi  ha accollato  altri  20 miliardi di debito per  salvare la “sua” banca,   ricordatevi almeno questa foto:
e’  una grande storia d’amore. Lui è  Giuliano Amato, l’immarcescibile e il  mai imputabile,  oggi elevato a giudice costituzionale, ossia topo nel  formaggio, dal Napolitano.  Quello fra le sue braccia è Giuseppe  Mussari, capo di Monte dei Paschi, e messo dalla cricca alla presidenza  dell’ABI, Associazione Bancaria Italiana.
Risale al 2010, quando –  da intercettazioni di telefonate pubblicate da Corriere e Repubblica –  risulta che Giuliano Amato disse  a Mussari: “Io ti aiuto a prendere la  presidenza ABI”, poi gli chiese dei fondi per il Tennis Club di  Orbetello, di cui l’Intoccabile e Immarcescibile è presidente.
Roba  da poco, 150 mila euro.  Però pensate solo quel che succederebbe se una  telefonata simile venisse fuori che l’ha fatta Virginia Raggi: apriti  cielo,  la magistratura “apre un dossier”, i giornali impazzano, il PD  urla:  disonesti, incapaci!
Invece, allora,  niente. Amato era,  come sempre, l’Impunibile.  Mussari era dato “vicino a D’Alema”. Che  infatti,   sprezzante, sulla donazione al tennis club di Orbetello,  sibilò: “Era uno dei compiti istituzionali della Fondazione”.
Provare  che è stato Amato a mettere  Mussari al vertice della potentissima  Associazione Bancaria è ovviamente impossibile. Fatto sta che è stato a  quel vertice  –  la confindustria di tutte le banche italiote, –    finché il bubbone Montepaschi è scoppiato.
E’ un bravo  banchiere,  Mussari? Degno della raccomandazione dell’Immarcescibile?   Accettato dagli altri banchieri perché ne aveva conquistato  il  rispetto  le sue capacità tecniche e professionali?
Vediamo. A quel tempo era già noto che Mussari, per Montepaschi, aveva acquistato la banca Ambroveneta da Santander, che l’aveva pagata 9 miliardi, per 16,7: un sovrapprezzo clamoroso, incomprensibile, che ha fatto subito pensare che nascondesse qualche tangente miliardaria…
Forse c’era  anche questa.  
Ma quel che ha scoperto l’indagine, era che Mussari  e il vertice intero di Montepaschi non avevano capito a  quanto ammontava  la spesa. 
Ai magistrati, Piero Mantovani che era   capo  di Antonveneta, testimonia che al primo colloquio con Mussari e  Vigni (il vice) “Ho colto in costoro uno smarrimento […]  Forse solo in  quel momento realizzarono che l’esborso   sarebbe stato ben più   elevato” di 9 miliardi.  Per 9 miliardi   Santander aveva rifilato  Antonveneto a Mussari, ma  il gran banchiere senese non s’è accorto che  Antonveneto ha un passivo da 7,9 miliardi. Che si somma dunque al   prezzo d’acquisto.
Quando glielo dicono, “ha un momento si  smarrimento”.  Montani se ne va chiedendosi – e   lo dirà  ai  magistrati: “Ma questi  han capito veramente quel che devono pagare?”.
Mussari,  il  gran tecnico, il futuro presidente dell’ABI, apparentemente non sa  leggere i bilanci. 
O  almeno così ci hanno fatto credere:  perché   questa è l’estrema linea di difesa, quella cui è  ricordo un altro  fallito politico, Gianfranco Fini in Tulliani: “Sono stato coglione, non  disonesto(invece è  un disonesto!!!)”. 
Ma io tendo a credere nella incompetenza assoluta. Lo dimostra il fatto che Mussari e l’intero vertice della banca chiedono soccorso alle banche d’affari internazionali, Deutsche Bank, JP Morgan, Nomura per nascondere il buco, e si mettono nelle loro mani. Queste capiscono al volo i gonzi con cui hanno a che fare, e gli propongono dei derivati, “Alexandria”, “Santorini”, “Fresh” che produrranno perdite miliardarie a Montepaschi, e lucri miliardari a loro… quelli non sanno leggere un bilancio, figurarsi se sanno come funziona un derivato di DB o Morgan il Pirata. Sono infatti i derivati di salvataggio che Montepaschi adotta, la causa a cascata della sua rovina. Incompetenza su incompetenza.
Ma io tendo a credere nella incompetenza assoluta. Lo dimostra il fatto che Mussari e l’intero vertice della banca chiedono soccorso alle banche d’affari internazionali, Deutsche Bank, JP Morgan, Nomura per nascondere il buco, e si mettono nelle loro mani. Queste capiscono al volo i gonzi con cui hanno a che fare, e gli propongono dei derivati, “Alexandria”, “Santorini”, “Fresh” che produrranno perdite miliardarie a Montepaschi, e lucri miliardari a loro… quelli non sanno leggere un bilancio, figurarsi se sanno come funziona un derivato di DB o Morgan il Pirata. Sono infatti i derivati di salvataggio che Montepaschi adotta, la causa a cascata della sua rovina. Incompetenza su incompetenza.
Ricordo questi vecchi fatti – per cui dovrete  pagare voi  contribuenti – perché questo è il motivo radicale del  degrado italiano: l’accurata e sistematica selezione e promozione di  ignoranti nei posti-chiave  che esigono competenza, responsabilità,  esperienza.  
Attratti dal fatto che quei posti sono strapagati, la  “politica” li ha occupati tutti  –  impedito che ci andassero quelli che  sanno il mestiere,  e ci ha messo i suoi – scelti precisamente in  quanto incapaci.
Come dimostra Amato con Mussari, ma  il fenomeno è  visibilissimo anche nel  privato: Vivendi sta per papparsi Mediaset, e  Berlusconi, il grande imprenditore,  è smarrito anche lui, s’è fatto  cogliere di sorpresa, non ha capito i giochi del sagace energico  Bolloré: in una parola, è un inadeguato al mondo moderno.   Come aveva  già dimostrato facendosi ammazzare il suo Gheddafi e poi espeller dal  governo italiota da Draghi, Merkel e Sarko,  è sotto il livello  intellettuale e culturale che occorre non dico per vincere, ma per  sopravvivere. Anche lui s’è scelto solo yes men. Non è un caso.  
E’ quel  che han fatto Amato e D’Alema mettendo Mussari dove non doveva. 
Il  risultato è il conto che siete chiamati a pagare voi, mica loro.
E’ così che l’apparato pubblico, anche e soprattutto quello tecnico – la “macchina amministrativa” – non risponde nemmeno più alle direttive del governante. E la sua sola occupazione è farsi strapagare, specie a livello dirigenziale.
Potreste credere che “lo Stato” sia  sempre stato così. Non è del tutto vero.  Io che sono vecchio, ricordo  anni in cui la dirigenza pubblica era alquanto competente, sapeva  progettare il futuro collettivo, e aveva stipendi più bassi.  La  “politica” ha eroso queste competenze, le ha sostituite con i suoi  scherani con la tessera del partito. Ma lo scadimento decisivo è  avvenuto in tempi abbastanza recenti,  diciamo una ventina di anni fa.
Quando  cioè, l’Occidente decreta la globalizzazione. Gli intoccabili e  immarcescibili come Giuliano Amato o Napolitano, capiscono benissimo  cosa questo significa:  che il sistema Italia,  da loro reso poco  efficiente per mangiarne il grasso che cola, sarà investito dai venti  tempestosi della concorrenza globale; il lavoratore tessile   da 1,7  milioni di lire al mese sarà  messo in  concorrenza col messicano a 450  mila, col pakistano a 150 mila; la Fiat crollerà perché arrivano le auto  giapponesi, che sono – semplicemente – di qualità migliore e più   economiche.  Insomma l’intera industria italiana, anzi l’intero settore  produttivo viene esposto alla competizione globale; molti  cadranno,  alcuni lotteranno  per sopravvivere, nel tremendo darwinismo tecnologico  e sociale che sta per profilarsi. Ci saranno estinzioni di massa,  riduzioni di paghe e di posti  nel crudele clima di darwinismo sociale  che sta per abbattersi sul sonnacchioso paese.
Con una sola  eccezione: l’impiego pubblico. 
Quelli che gli economisti chiamano  “servizi non vendibili” all’estero.  
Puoi importare un computer cinese,  ma non un impiegato cinese da mettere al posto dell’impiegato comunale,   del tranviere dell’ATAC, un messicano al posto dell’impiegato della  Regione Sicilia o Calabria.  Non puoi  comprare un servizio pubblico  dall’estero anche se costa un decimo.
Lorsignori l’han capito  benissimo, ed è stato – ne sono convinto – in quel  preciso momento che    han deciso di farsi un ricco riparo  di privilegi intangibili,  mentre  gettavano noi nella tormenta   della competizione globale. Si son  costruiti l’Isola Meravigliosa, il Castello di Cristallo  delle  Istituzioni:  si sono decretati paghe altissime,  si sono scritti loro  le leggi che eterizzano il loro potere e privilegio, hanno imbarcato  qualche milione di complici con paghe più alte che nel privato;  sono  saliti nella  Arca di Noè  dorata fra le nuvole, ed hanno tirato su la  scala.
Il nostro destino non li riguarda,  ormai  hanno separato il loro dal nostro.  Il calo del nostro prodotto interno  lordo non li allarma, dato che loro aumentano l’esazione fiscale e si  prescrivono gli aumenti.  
Sempre più ignoranti, sempre più  incompetenti,  sempre più inadeguati anche intellettualmente  al mondo  moderno –  non fanno che ricevere ordini dalla  centrali del pensiero  unico anglo-americano –  e sempre più ricchi.  Nomina dopo nomina,   scadimento dopo scadimento, siamo alla ministra della Pubblica  Istruzione   che ha fatto le elementari, al ministro del Lavoro che  sputa sui giovani disoccupati e mostra il suo odio per gli   intelligenti: “Vadano all’estero, così non rompono i coglioni qui”. 
Il   che significa: non abbiamo bisogno di culture, esperienze,  professionalità, perché al vostro posto abbiamo già messo nostri figli  scemi, e i nostri Mussari.  
E sono stati loro, direttamente loro, a lasciare che l’Italia abbia perso il 25% della sua produzione industriale – negli stessi anni in cui i loro emolumenti e privilegi crescevano.
E sono stati loro, direttamente loro, a lasciare che l’Italia abbia perso il 25% della sua produzione industriale – negli stessi anni in cui i loro emolumenti e privilegi crescevano.
E avete visto  come reagiscono appena si profila un  pericolo dal basso, dal popolo, al loro potere inadempiente e indebito.  Il Comune di Roma ha accumulato 13 miliardi di debito sotto i loro   compari e scherani; non si sono mai nemmeno occupati di riscuotere gli  affitti dell’immenso patrimonio immobiliare, tanto lo Stato ripaga da  sempre  tutti i loro buchi e furti...
Fonte: qui
 



 
 





