9 dicembre forconi: 10/31/17

martedì 31 ottobre 2017

Quando avrà finito col “fascismo” austriaco, l’UE si occuperà di quell’anomalia chiamata Malta?





Purtroppo sapevo che sarebbe andata così. La vita di Daphne Caruana Galizia non vale un capitolo a parte: pochi minuti per ricordare il suo impegno di blogger e il suo corpo dilaniato da un’autobomba e subito si è corsi a ricordare Anna Politkovskaja e il fatto che fosse una donna. Gli sciacalli da talk-show non hanno pietà da dispensare, né tantomeno tempo da perdere. Si lavora per obiettivi: quindi, quale migliore occasione per deviare il problema su Putin e sulla condizione del sesso femminile, tanto in voga in questi giorni di miracolosi risvegli delle coscienze a Hollywood. Ho il vomito e di prima mattina non è una bella sensazione.


Con le sue inchieste sulla corruzione, a tutti i livelli, Daphne Caruana Galizia aveva portato alla caduta de governo di centrosinistra maltese: il premier, Jospeh Muscat, era tornato al potere dopo nuove elezioni ma lei non mollava. Tangenti, traffico di droga, riciclaggio di denaro, traffici illeciti, evasioni fiscali per miliardi: voleva sapere troppo Daphne Caruana Galizia, qualcuno l’ha ridotta al silenzio

Con un’autobomba. Come in una guerra fra cartelli narcos colombiani o messicani. Ma siamo a Malta, nella civile e progressista Unione Europea.

Quello che ha sbriciolato la vita di Daphne Caruana Galizia è stato il sesto attentato del genere in dodici mesi: ripeto, all’interno della civile Unione Europea che da 48 ore sta già trapanando i coglioni con il vento fascista che spira dall’Austria. Il vento caldo e carico di polvere che invece si leva da una stradina maltese, a causa dell’esplosione di un’auto che portava al lavoro una blogger con la schiena dritta, non è un problema. Anzi. Perché forse con esso spireranno finalmente via segreti inconfessabili per troppi, non solo per maneggioni e mafiosi che albergano in quell’isola che garantisce un’identità – fiscale e personale – a tutti, basta che paghi profumatamente. Una bel viatico ed esempio in formale età di lotta al terrorismo, non c’è che dire.


E c’è sempre una società maltese o una bandiera maltese dietro certi giri poco puliti, dietro le ONG che fanno il bello e cattivo tempo nel Mediterraneo, dietro a certe finanziarie dai nomi esotici: ma a nessuno frega un cazzo ai piani alti dell’UE o delle sue patetiche agenzie di contrasto al crimine. A Daphne Caruana Galizia invece interessava che il mondo sapesse cosa accade a Malta. L’hanno fermata, ora. E in sublime spregio, hanno affidato le indagini della sua morte a una magistrato con cui la blogger aveva contenziosi legali aperti: come il Marchese del Grillo, Malta ha proclamato il suo “io sono io e voi non siete un cazzo” di fronte alle spoglie ancora calde di Daphne Caruana Galizia. E l’UE silente.

E sapete perché? 

Perché quasi certamente, come in un contratto derivato, la controparte di certe porcheria ha magari sede fiscale nel Lussemburgo di Juncker o nella stessa Bruxelles di quelle istituzioni UE che a Malta garantiscono tutti gli onori e tutti i diritti di membro comunitario, fingendo che non vi siano stati sei attentati con autobombe in 12 mesi su quell’Isola

A che livello di interessi siamo per trovarci di fronte a uno squilibrio simile di giudizio? 

Di quali e quante coperture può godere il governo maltese per sentirsi immune da critiche e domande, di fronte a quella che sembra una faida da America Latina? 
Daphne Caruana Galizia non era un’eroina, né tantomeno un’irresponsabile: pochi giorni fa, come ogni essere umano, aveva ammesso di avere paura.

Aveva ricevuto circostanziate minacce di morte. Ma le era stata rifiutata la scorta. Insomma, l’avevano condannata a morte per i suoi MaltaLeaks, capaci di scuotere uno dei governi più opachi dell’Unione. L’ha pagata cara la sua coerenza e la sua serietà di giornalista vera: oggi, anche quei fighetti con il naso all’insù del “Foglio” si sono scomodati a dedicarle poche righe, ammettendo – non so quanto in maniera onesta ma certamente con un certo livello di gastrite da lesa carta stampata – che non tutti i blogger sono dei propagatori di fake news al soldo di Putin. Almeno, lei non lo era. Sono stronzi ma la mamma gli ha insegnato che davanti ai morti, almeno per una mezz’ora, è meglio evitare polemiche da intellettuale illuminato di stocazzo.

Scuserete lo sfogo, perché tale è ciò che sto scrivendo. Ma in quella macchina sono bruciate anche parte delle speranze di ci crede che il giornalismo debba raccontare la realtà, per quanto scomoda e compromettente essa sia: non è così. In questo mondo di merda giornalismo è difendere i migranti sempre e comunque, è demonizzare il voto austriaco scomodando Hitler, è attribuire al Cremlino anche gli uragani e le zanzare fuori stagione, è nascondere sotto il tappeto la merda in nome del padrone, salvo poi gridare allo scoop, bruciando le spoglie delle solite mezze calzette sacrificate e scaricate dal potere al momento giusto. Ovvero, quando il tappeto è diventato troppo piccolo e la merda troppo esorbitante. Spero che le autorità europee esentino loro stesse dal ricordo di Daphne Caruana Galizia per decenza, quel residuo che ancora esiste.

Pochi minuti dalla fine dello spoglio per gridare al passato estremista di HC Strache e a Quarto Reich del Brennero e non una parola in 12 mesi per denunciare autobombe di stampo mafioso in un Paese membro. Il quale, oltretutto, si è permesso per mesi di non ottemperare al Trattato di Dublino sui migranti, senza che nessuno a Bruxelles avesse alcunché a ridire. L’Italia, invece, massacrata quotidianamente. Cosa c’è sotto? Dobbiamo forse arrivare a pensare che qualcuno abbia conti cifrati o società occulte a Malta, dalle parti della Commissione UE o dintorni? Quale merdaio a livello europeo rischiavano di scoperchiare le inchieste di Daphne Caruana Galizia, se fossero proseguite e diventata pubbliche? Ma si sa, il problema è il populismo e il ritorno dei fantasmi nazi-fascisti in giro per Vienna. Riposa in pace Daphne, la terra ti sia lieve. Ma non lo sia la tua vendetta.

 

Mauro Bottarelli


Fonte: qui

IL 2016 E’ STATO L’ANNO D’ORO DEI RICCHI E DEI RICCHISSIMI

SECONDO IL RAPPORTO DELLA BANCA UBS NON CI SONO MAI COSI’ TANTI SOLDI NELLE MANI DI POCHI (GRAZIE ALLE BANCHE CENTRALI! 1542 MILIARDARI IN TUTTO IL MONDO PER 6 TRILIONI DI DOLLARI) 
Enrico Franceschini per Repubblica.it

PIOGGIA DI SOLDIPIOGGIA DI SOLDI
Dalla Gilded Age del primo Novecento, l’“età dorata” del capitalismo rampante in cui i Rockefeller, i Carnegie e i Vanderbilt costruirono rapidamente le loro spettacolari fortune, non c’era mai stata una tale concentrazione di ricchezza nel mondo.

Mai così tanti soldi nelle tasche di così pochi, una diseguaglianza che suscita il timore di una reazione avversa, proprio come accadde un secolo fa, con le nazionalizzazioni in America e la rivoluzione bolscevica in Russia.

BILL GATESBILL GATES
E’ il risultato del “Billionaires Report”, il rapporto annuale della banca privata Ubs e della società di consulenze finanziarie PcW sui super ricchi della terra. L’indagine afferma che lo scorso anno i miliardari del pianeta hanno aumentato il proprio patrimonio collettivo di ben un quinto, arrivando a un totale di 6 trilioni di dollari (6 mila miliardi di dollari), pari al doppio del pil di un paese del G7 come la Gran Bretagna, riferisce il quotidiano Guardian.

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La ricerca indica che oggi ci sono 1542 miliardari, dopo che le ricchezze di 145 milionari hanno superato il muro del miliardo di dollari. Ma anziché festeggiare, vecchi e nuovi miliardari sono preoccupati. Josef Stadler, autore del rapporto e capo del dipartimento ultra ricchi della Ubs, osserva che molti suoi clienti temono le conseguenze sociali e politiche di una concentrazione di ricchezza senza eguali dal 1905 in poi.

WARREN BUFFETWARREN BUFFET


“Siamo nel secondo anno del picco di una nuova Gilded Age”, scrive l’analista. “La domanda è come la società mondiale risponderà a un fenomeno del genere”. La reazione alle fortune nei settori del petrolio, dell’acciaio e delle banche nate negli Usa tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del secolo successivo spinsero il presidente americano Theodore Roosevelt a scorporare le grandi società e aumentare le tasse.

mark zuckerbergMARK ZUCKERBERG
“La crescita dei miliardari è sostenibile?”, si domanda il rapporto, “o finirà come è finita la prima Gilded Age?” (il termine deriva dal titolo di un romanzo di Mark Twain). Recentemente il Fondo Monetario Internazionale ha proposto che l’1 per cento più ricco della popolazione paghi più tasse per ridurre livelli “pericolosi” di diseguaglianza.

Fonte: qui

VIDEO: LA IENA FILIPPO ROMA INDAGA SUL VOTO DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO

UNA GOLA PROFONDA ACCUSA IL DEPUTATO MARIO CARUSO 

L’UOMO MISTERIOSO AMMETTE DI AVER COMPRATO E RUBATO MIGLIAIA DI SCHEDE ELETTORALI PER MANIPOLARE I RISULTATI IN GERMANIA NEL 2013. PERÒ NON FU PAGATO PER IL SUO LAVORO SPORCO, E ORA SI VENDICA…

Brogli elettorali tra gli italiani all'estero: le Iene



filippo roma le iene brogli elettorali 6FILIPPO ROMA LE IENE BROGLI ELETTORALI 

'In occasione delle elezioni politiche del 2013, ho aiutato un candidato che si era presentato all'estero, qui in Germania, a farsi eleggere in Parlamento: per l'onorevole Mario Caruso ho rubato e ho comprato plichi'. L'accusa, trasmessa ieri sera durante la trasmissione Le Iene su Italia 1, viene da una fonte anonima che si definisce 'il cacciatore di plichi' e che denuncia - coperto in volto e con la voce camuffata - presunti brogli alle scorse elezioni degli italiani all'estero.


filippo roma le iene brogli elettorali 5FILIPPO ROMA LE IENE BROGLI ELETTORALI 
Le Iene - si vede nel servizio - hanno incontrato una persona che racconta di come ci sarebbero state alcune irregolarità nella raccolta dei voti degli italiani all'estero. Queste riguarderebbero l'onorevole Mario Caruso, già al centro del servizio 'Parentopoli e lavoro in nero in Parlamento' che, nelle scorse settimane, ha suscitato numerose polemiche. 'Io - racconta la fonte anonima - per l'onorevole Mario Caruso ho rubato e ho comprato plichi per le votazioni del 2013'.
filippo roma le iene brogli elettorali 2FILIPPO ROMA LE IENE BROGLI ELETTORALI 

I plichi, spiega l'intervistato, 'sono le lettere che arrivano dal consolato a casa degli italiani in Germania: dentro c'è una scheda elettorale, devi riempirla, votare la persona favorita, firmarla, richiudere la busta e mandarla al consolato. Il consolato poi li manda in Italia'.

Un iter nel quale, secondo le accuse, si sarebbe 'infiltrato' il deputato con una piccola rete di collaboratori potendosi 'auto-votare'. 'Quello che voleva l'onorevole erano tre cose: raccogliere plichi, trovare plichi, comprare plichi e, se c'era il bisogno, rubarli', spiega sempre la fonte che, racconta, andava in giro da amici e conoscenti della comunità italiana, a procurarseli a fronte di 'qualche piacere' o dietro remunerazione ('la maggior parte 5 euro, qualcuno ha chiesto 10 euro').
filippo roma le iene brogli elettorali 1FILIPPO ROMA LE IENE BROGLI ELETTORALI 

Ma la raccolta - secondo il racconto - avveniva anche in altri modi: 'Una volta ho conosciuto un postino italiano, a lui ho fatto la proposta se invece di imbucare i plichi nelle buche italiane me li dava a me. In cambio c'era un regalo per lui, sui 400/500 euro venivano dati da questo onorevole'.

La denuncia alle Iene da parte del 'cacciatore di plichi', però, non arriva per una buona causa o spirito civile, ma per il mancato pagamento dei suoi presunti servizi: 5.000 euro, 'e questi soldi non me li ha mai dati. Sono arrabbiatissimo. Ho rischiato tanto e alla fine, poi, quello che mi è stato promesso, questi 5000 euro, non è stato dato'. E alla Iena che gli chiede se rifarebbe una cosa del genere il 'cacciatore' risponde: 'Sì. Però stavolta mi faccio dare prima i soldi'. 
filippo roma le iene brogli elettorali 4FILIPPO ROMA LE IENE BROGLI ELETTORALI 

L'inviato delle Iene, si vede ancora nel servizio, incontra Rosario Cambiano, ex candidato all'estero alle elezioni del 2006, che sembrerebbe confermare quanto emerso sulla presunta compravendita di voti assicurando però che quello di Caruso non è l'unico caso. Il servizio si conclude con Filippo Roma che raggiunge in Germania l'onorevole Caruso, per chiedere conto delle accuse che gli sono state rivolte. A spasso con il cane l'ex sottosegretario tira dritto in silenzio senza rilasciare dichiarazioni.

Fonte: qui
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Zero crescita: peggio dell’Italia solo Grecia e Centrafrica

Nel mese di maggio, qui su “The Sounding Line”, abbiamo sottolineato che l’economia greca si è ridotta del 9% da quando ha adottato l’euro nel 2002, dimostrando che la Grecia non ha tratto sostanzialmente alcun beneficio economico dall’ingresso nell’euro e ha perso l’equivalente di un’intera generazione di crescita e prosperità. «L’economia greca oggi è ridotta del 9 % rispetto a quando la Grecia ha adottato l’euro, nel 2002. Solo per questo fatto l’economia greca ha sperimentato una delle peggiori performance di “crescita” economica a lungo termine di tutto il mondo». L’affermazione che la Grecia ha sperimentato una delle peggiori performance economiche del mondo potrebbe sembrare un’iperbole, ma purtroppo non è così. Per illustrare ulteriormente questo punto, abbiamo analizzato il prodotto interno lordo reale (Pil) di ogni paese del mondo dal 2000 al 2016 in valuta locale, tenuto conto dell’inflazione in base ai dati della Banca Mondiale. Gli unici paesi che mancano sono quella manciata di Stati per i quali i dati economici pertinenti non erano disponibili per queste cause: conflitti militari (Somalia, Afghanistan, Siria); nel 2000 non esistevano (Sud Sudan); sono micro-Stati (Monaco, Andorra); oppure, nel caso del Venezuela e della Corea del Nord, hanno un tasso di inflazione che non è più calcolabile o è sconosciuto. In definitiva, i dati sono risultati disponibili per 181 paesi.
Escludendo i paesi di cui sopra, la Grecia ha sperimentato la maggior riduzione assoluta del Pil reale rispetto a qualsiasi paese al mondo nel 21 ° secolo e (insieme con la Repubblica Centrafricana) il terzo peggior tasso di crescita economica di qualsiasi Repubblica Centrafricana, famepaese. Gli evidenti effetti negativi dell’appartenenza all’Eurozona non sono limitati alla Grecia. Subito dopo la Grecia e la Repubblica Centrafricana viene l’Italia, che ha visto la quarta più lenta crescita economica di tutto il mondo nel 21° secolo, una crescita a malapena dell’1% nel corso degli ultimi 16 anni. Non molto lontano, il Portogallo risulta la sesta economia più lenta al mondo, con una crescita negli ultimi 16 anni del 3%. Da notare che tra i 25 paesi con la crescita economica più lenta del mondo, sette sono paesi dell’Eurozona, tra cui la Germania (un po’ sorprendente), i Paesi Bassi, la Finlandia e la Francia. La Danimarca, che è nell’Ue, ma non nell’area dell’euro (però ha la moneta agganciata all’euro), è anche lei tra i 25 paesi con la crescita più lenta al mondo. Comunque possiamo congratularci con i leader economici dell’Eurozona per avere ridotto l’economia della Grecia meno (parlando di percentuali) di quanto ha fatto un dittatore di 93 anni come Robert Mugabe nello Zimbabwe e delle varie fazioni che governano lo Yemen lacerato dalla guerra.
In altre parole, negli ultimi 17 anni la crescita economica greca, italiana e portoghese è stata peggiore rispetto a: Iraq (nonostante 15 estenuanti anni di guerra e insurrezione), Iran (nonostante gli anni di schiaccianti sanzioni internazionali), Ucraina (nonostante il suo conflitto con la Russia), Liberia (nonostante la guerra civile e migliaia di persone uccise da Ebola), Sudan (nonostante anni di genocidio, guerra civile e la divisione in due del paese) e di quasi tutti gli altri paesi del mondo. Naturalmente, mantenere elevati tassi di crescita è più difficile per le grandi economie sviluppate. Tuttavia, questa non è una scusa per la crescita negativa o vicina a zero osservata in Grecia, Italia e Portogallo. Tutte le grandi economie sviluppate al di fuori dell’Eurozona infatti sono cresciute notevolmente nello stesso periodo. Questo è particolarmente vero visto che anche l’economia – famigerata per la sua lentezza – del Giappone è cresciuta di un relativamente veloce 13%, la Svizzera del 31%, il Regno Unito del 32%, gli Stati Uniti del 33%, il Canada del 36%, l’Australia del 59%, la Russia del 71% e la Cina di un incredibile 325%. Sebbene la crescita economica non sia l’unica misura importante per giudicare un’economia, né garantisca Repubblica Centrafricanache la ricchezza economica sia distribuita in modo equo, in assenza di crescita, semplicemente, non è possibile avere sostanziali miglioramenti economici per la popolazione di un paese.
Ciò che sta succedendo in diverse economie dell’Eurozona non può essere attribuito a un rallentamento economico ciclico, né a un recupero lento dalla crisi finanziaria del 2008, né è semplicemente una conseguenza inevitabile per un’economia sviluppata. Lo smentiscono le prestazioni migliori di praticamente qualsiasi altro paese sulla Terra, dai più grandi paesi avanzati ai paesi del Terzo mondo che hanno affrontato guerre, genocidi, epidemie, corruzione e rivoluzioni. Grecia, Italia, Portogallo e alcuni altri paesi dell’Eurozona soffrono di profondi problemi strutturali (per esempio una moneta strutturalmente sopravvalutata) e di una gestione economica tra le più incapaci del mondo. Forse è giunto il momento di iniziare a considerare i leader economici dell’autodichiarata élite che gestisce l’eurozona responsabili dei risultati che hanno ottenuto. E, dato che la Grecia continua a lottare per sostenere il suo debito sovrano non ripagabile, vale la pena di notare che i sette paesi africani e centroamericani che hanno scelto di fare default sui propri debiti sovrani a partire dal 2000, sono tutti cresciuti più della Grecia (con la probabile eccezione del Venezuela). Forse la Grecia dovrebbe cogliere il suggerimento.
Nome del Paese 

Crescita cumulata del PIL dal 2000

(Valuta locale a valore costante – miliardi)
 

Crescita % del PIL dal 2000
(Valuta locale a valore costante)
Yemen, Rep.-20.16-8%
Zimbabwe-0.65-4%
Grecia-5.41-3%
Repubblica Centrale Africana-20.93-3%
Italia13.141%
Micronesia, Fed. Sts.0.013%
Portogallo7.064%
Bahamas0.669%
Brunei Darussalam1.8111%
Jamaica92.8012%
Giappone61180.9913%
Barbados0.1414%
Danimarca265.3616%
Palau0.0317%
Francia350.3720%
Finlandia31.5620%
Germania484.5421%
Haiti2.7121%
Olanda114.8921%
St. Lucia0.5321%
Austria61.3524%
Belgio76.7525%
Tonga0.1727%
Cipro3.3927%
Spagna234.9327%
Norvegia622.2628%
Croazia72.3428%
Kiribati0.0428%
Tuvalu0.0130%
Svizzera157.0531%
Dominica0.2931%
Regno Unito423.7032%
Stati Uniti4152.5533%
Antigua e Barbuda0.8133%
Isole Marshall0.0434%
Canada494.4836%
El Salvador2.6936%
Slovenia10.0936%
Ungaria8130.9837%
Ucraina274.5639%
Comoros33.0340%
Messico4172.0341%
Svezia1161.9041%
Grenada0.6541%
Liberia0.2344%
St. Vincent e Grenadines0.5545%
Brasile552.8246%
Argentina224.3747%
Fiji2.6647%
Vanuatu20.5148%
St. Kitts e Nevis0.6948%
Guinea3173.5951%
Repubblica Ceca1486.4351%
Nuova Zelanda81.8752%
Gabon1865.8952%
Samoa0.6352%
Madagascar245.4753%
Macedonia153.5855%
Sud Africa1116.9557%
Burundi621.1057%
Guinea-Bissau163.0257%
Islanda727.8558%
Australia613.8459%
Lussemburgo18.0759%
Suriname3.3259%
Montenegro0.6460%
Serbia1220.4661%
Uruguay258.8561%
Iran783097.5562%
Malta3.3863%
Guyana173.9565%
Bosnia Herzegovina10.8565%
Togo604.7866%
Gambia9.8066%
Costa d’Avorio6929.6466%
Seychelles3.4666%
Estonia7.0866%
Tunisia27.9167%
Belize1.1167%
Swaziland16.3468%
Oman11.2669%
Israele498.0770%
Russia25397.3371%
Bulgaria35.0972%
Guatemala104.4473%
Trinidad e Tobago37.9074%
Isole Solomon2.0874%
Polonia738.3775%
Hong Kong1055.9876%
Lettonia9.4076%
Algeria2629.5878%
Romania177.0281%
Nepal342.8881%
Nicaragua80.2282%
Arabia Saudita1167.4782%
Corea del Sud687421.2084%
Ecuador31.6084%
Honduras89.9384%
Paraguay13903.8785%
Cisgiordania e Gaza3.7085%
Lesotho11.4986%
Cile67538.7186%
Camerun5717.4186%
Tailandia4553.7387%
Mauritius155.2288%
Lituania16.1088%
Repubblica del Congo772.7788%
Repubblica Slovacca36.9688%
Colombia256914.0090%
Kuwait19.0090%
Djibouti60.6790%
Cuba25.9391%
Benin1951.1191%
Emirati Arabi Uniti663.1191%
Egitto914.3991%
Libano30327.2192%
Costa Rica13038.1093%
Irlanda116.0493%
Botswana42.9294%
Pakistan5712.8394%
Albania385.0594%
Senegal3090.7695%
Capoverde71.6196%
Kirgyzistan20.5897%
Bolivia22.0298%
Marocco453.4799%
Malawi652.4299%
Mauritania448.06106%
Moldavia17.28108%
Iraq105654.78109%
Namibia57.21110%
Belarus1.01111%
Kenya2265.82111%
Malesia584.36112%
Turkia839.67115%
Giordania6.22115%
Sao Tome e Principe2102.32116%
Kosovo2.70116%
Niger1769.17119%
Singapore218.78119%
Mali2542.25120%
Repubblica Dominicana1224.97120%
Timor-Leste0.67120%
Sudan17.62124%
Perù278.89126%
Filippine4545.69127%
Indonesia5311308.16129%
Sri Lanka5137.10133%
Congo6331.19135%
Georgia6.42139%
Sierra Leone5294.59142%
Burkina Faso2738.32145%
Bangladesh5306.24150%
Ghana22.33162%
Armenia1333.63166%
Vietnam1916359.00168%
Panama23.53169%
Zambia81.72172%
Uganda35628.56177%
Kazakistan8407.96181%
Tanzania30517.23183%
Nigeria45037.26190%
Angola1126.92201%
India82199.84207%
Mongolia10794.71207%
Lao PDR73773.88210%
Uzbekistan2334.35212%
Bhutan43.16219%
Mozambico322.53221%
Ciad3571.58222%
Cambogia31886.78226%
Macao246.40227%
Tagikistan4.09229%
Rwanda4424.00235%
Turkmenistan37.32268%
Etiopia607.82300%
Cina49207.06325%
Azerbaigian15.81335%
Guinea equatoriale4592.95336%
Myanmar47482.39370%
Qatar628.08374%
(Taps Coogan, “Crescita economica mondiale 2000-2016: Grecia e Italia agli ultimissimi posti”, da “The Sounding Line”, dell’11 agosto 2017, post tradotto e ripreso da “Voci dall’Estero”).