SUL LITORALE È INIZIATA LA SECONDA STAGIONE DI ‘SUBURRA’, QUELLA VERA. LA GUERRA DEI CLAN SI ALLARGA DALLE PERIFERIE ALLE ZONE BORGHESI DI OSTIA
‘VIVIAMO COME NEL BRONX, QUESTA GENTE DEVE SPARIRE’
1. NUOVA SPARATORIA A OSTIA: AGGUATO NEL CUORE DEL POTERE DEGLI SPADA
Ancora una sparatoria a Ostia. A meno di tre giorni dalla gambizzazione del nipote di Fasciani in una pizzeria del centro, intorno alle 22 di ieri sono stati esplosi almeno cinque colpi di pistola in via Forni, quartier generale del clan Spada, dove il fratello del boss, Roberto (ora nel carcere di massima sicurezza di Tolmezzo dopo la testata al cronista di Nemo) gestiva una palestra. Non risultano comunque feriti.
OSTIA FAR WEST
Gli spari sono stati esplosi contro la porta dell'abitazione di un membro della famiglia Spada, Silvano, che abita nei pressi del bar dove nel novembre del 2011 furono uccisi due pregiudicati della zona, Giovanni Galleoni e Francesco Antonini, conosciuti negli ambienti della mala come Baficchio e Sorcanera, entrati in conflitto con la famiglia Spada. Poco dopo è stata presa a calci e pugni anche la porta di casa di un altro membro della famiglia che abita poco distante, in via Baffigo.
Pochi giorni prima del ballottaggio a Ostia di domenica scorsa, che ha visto la vittoria dei 5Stelle, Silvano Spada si era guadagnato gli onori della cronaca per una foto pubblicata su Facebook che lo ritrae con il leader di Fdi Giorgia Meloni e la candidata del centrodestra Monica Picca. Immediata la ridda di polemiche con il 5stelle ma lo stesso Silvano aveva poi chiarito che “erano sotto casa mia e ho chiesto di fare un foto”.
OSTIA FAR WEST
Gli agenti del Commissariato Lido sono intervenuti subito con una grossa operazione che si è protratta almeno fino alle 24 con numerose volanti: le sirene sono state sentite anche dai residenti di via Costanzo Casana e via Stiepovich e corso Duca di Genova, le principali direttrici che portano a Ostia Nuova, che ora deve fare i conti con una sparatoria i cui motivi rimangono tutti da chiarire ma che assume contorni e scenari inquietanti visto la distanza ravvicinata, meno di tre giorni, con la gambizzazione di Alessio Ferreri, nipote di Fasciani, avvenuta nella pizzeria di via delle Canarie intorno alle 22, proprio nello stesso orario degli spari di questa notte.
Una cosa è certa: la geografia della mala sul litorale romano si sta ridisegnando in queste ore. In una sfida sfrontata allo Stato come nelle terre mafia negli anni caldi.
2. LA NUOVA FAIDA DI OSTIA I PM: UNA GUERRA TRA CLAN
OSTIA SUBURRA
A Ostia è cominciata la seconda stagione di Suburra. Si torna a sparare quattro giorni dopo il voto del ballottaggio in cui il X Municipio sperava di avere scritto la parola fine all'epoca buia del commissariamento per mafia e il giorno dopo l'addio di Domenico Vulpiani (il commissario che aveva previsto «i clan sono pronti a riprendersi il territorio»). E a indagare per tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso sono, non a caso, i pm della direzione distrettuale antimafia della procura di Roma (Ilaria Calò e Barbara Zuin, coordinati dal procuratore aggiunto Michele Prestipino).
A finire in ospedale, in gravi condizioni, è il nipote di una delle famiglie criminali che nella geopolitica di Ostia viene indicata come la più potente, i Fasciani. Non solo: il fratello dell'uomo fu arrestato per una storia di un grande traffico di droga proveniente dalla Catalogna. In questo dedalo di supposizioni, per capire perché a Ostia si spara di nuovo, emerge anche la suggestione di una banda emergente di cileni che vorrebbe mettere le mani sullo spaccio.
OSTIA SUBURRA
ALLARME
Ce ne è abbastanza per fare dire ad Alessio, un ingegnere che passeggia in centro: «Gli agenti mandati durante le elezioni devono restare qua. Ormai le forze dell'ordine non controllano più il territorio». Un dipendente del Municipio scuote la testa: «Sembra che abbiano aspettato, anche simbolicamente, la fine del commissariamento per dire che qui continuano a comandare loro».
Torna la guerra dei clan, ripetono a Ostia. Sì, ma quali clan? Riavvolgiamo indietro il nastro a giovedì sera, alle 21.50, poche ore dopo l'accensione delle luminarie di Natale nella centralissima piazza Anco Marzio, salotto buono, dove i commercianti si sono auto tassati per dimostrare che c'è un'altra Ostia, elegante e tranquilla. A due chilometri circa, in via delle Canarie, uno scooter si ferma davanti a una pizzeria, Nuova Discogiro.
Da sapere: è un quartiere residenziale, con bei palazzi, dimenticate certe brutte periferie romane. Vicino c'è una pineta dove vanno a giocare i bambini. Chi guida lo scooter resta lì, il passeggero scende. E' ben vestito, entra nel lato in cui c'è la cucina della pizzeria. Indossa il casco, ma alza la visiera, vuole farsi riconoscere.
OSTIA SUBURRA
Tutto plateale, ormai non sai più se le fiction seguono la realtà o è la realtà che si adatta al linguaggio delle fiction. L'uomo ha una pistola e la punta contro il proprietario, Alessandro Bruno, 50 anni, e il pizzaiolo, Alessio Ferreri, 41. Spara un primo colpo verso il pavimento, quasi per sfregio, poi un secondo, che raggiunge Bruno al polpaccio; infine altri due, diretti a Ferreri, ferito al gluteo e a una coscia.
OSTIA FASCISTA
L'uomo esce, risale sullo scooter guidato dal complice, e si allontana. Poco dopo, in via delle Baleniere, i due scompaiono, resta solo la moto, a cui viene dato fuoco.
Possibile dunque che fosse un'azione ben organizzata, con qualcuno pronto a dare un passaggio in macchina alla coppia che ha agito e un altro che ha incendiato la moto. Subito dopo scatta la caccia all'uomo, cinque o sei pattuglie si dirigono a Nuova Ostia (un paio di chilometri dalla pizzeria): case popolari, la maggioranza dei cittadini è onesta, qui prima delle elezioni Casapound distribuiva pacchi di generi alimentari; qui c'è la palestra di Roberto Spada, arrestato per avere colpito con una testata un giornalista della Rai, attirando così l'attenzione dei media di tutta Italia sul «mare di Roma», che pure già due anni fa aveva subito una umiliazione ben più grave, l'arresto del presidente e lo scioglimento del X Municipio per infiltrazioni mafiose.
REGOLE
ENRICO SPADA 2
Ecco, ieri gli investigatori della Dda stavano cercando di ricostruire la trama di questa nuova storia di sangue a Ostia, che un tempo non sarebbe finita sui tg nazionali, ma che sorprende perché di solito la grande criminalità per garantirsi il business non ama i riflettori. Sparare pochi giorni dopo le elezioni, con il Viminale che si è occupato di Ostia, può volere dire solo due cose: o i clan si sentono talmente potenti da colpire anche guardando (metaforicamente) in camera, o al contrario stanno agendo sbandati che non seguono le regole.
Gli investigatori del commissariato di Ostia, della squadra mobile e della Dda stanno valutando la biografia dei due feriti. La figlia del titolare, Sara Bruno, 21 anni, ripete: «Avrebbero dovuto lasciarci un bigliettino di spiegazioni, proprio non si capisce perché siano venuti a sparare nella nostra pizzeria». A differenza di quanto si pensava all'inizio, il vero obiettivo sembra essere Ferreri, il pizzaiolo: è nipote di Carmine Fasciani e cognato di Ottavio Spada.
Il fratello di Ferreri è stato arrestato nel corso di una indagine sul traffico internazionale di cocaina.
SPADA
Può essere un regolamento di conti all'interno dello stesso clan, può essere invece che la pace Fasciani-Spada stia vacillando. Altre tracce: già in passato era stata lanciata una molotov contro la serranda del locale; poco tempo fa, invece, qualcuno ha bruciato la macchina della madre di Ferreri. Ora c'è chi come il parlamentare di Fdi, Fabio Rampelli, propone addirittura di «mandare al confino i capi clan».
Ripassiamo in piazza Anco Marzio, sotto le luminarie di Natale. Giorgio Gastaldi, dell'associazione dei commercianti, sorride amaro: «Mi chiamano i miei fornitori da Torre del Greco e chiedono ma che cosa sta succedendo a Ostia? Questa è una cittadina bella e tranquilla, ma si parla solo di fatti negativi. Commercianti e ristoratori che investono, rischiano di pagare caro l'immagine deformata, perché ormai da Roma vengono sempre meno qui nel Litorale».
ROBERTO SPADA DI SILVIO TRIASSI
3. «VIVIAMO COME NEL BRONX QUESTA GENTE DEVE SPARIRE»
«Ormai qui è davvero il Bronx proprio come lo descrivono». I residenti di via delle Canarie, zona residenziale di Ostia, stentano a crederci. Eppure i colpi di pistola si sono sentiti. Uno dietro l'altro. «Finché si sparano tra di loro va bene - dice Giorgio R., un abitante della vicina e più nota via delle Baleniere - Questa gente deve sparire da qui».
«Non abbiamo udito nulla - dice Maria Grazia C., insegnante di lettere in pensione che abita proprio davanti il locale dove giovedì sera si è consumato l'agguato - stavamo ancora cenando. Ho visto però la gente uscire dal locale senza pantaloni e con il sangue che scorreva lungo le gambe. Sembrava una fiction. Una volta queste cose succedevano solo a piazza Gasparri a Nuova Ostia».
I PARENTI
POST DI ARMANDO SPADA SU FACEBOOK
La gente è quella che ha sparato ma è anche quella che lavora e fa affari con i Fasciani. C'è anche l'indignazione di un intero quartiere dietro gli spari di giovedì notte nella pizzeria di Ostia. «Noi non abbiamo paura di nessuno». Sara ha appena 20 anni ed è la figlia di Alessandro Bruno, il 50enne gestore della pizzeria di Ostia raggiunto dai colpi di pistola. È lei la titolare del locale dove è stato aperto il fuoco. Anche se i suoi sogni da 20enne la vorrebbero modella a sfilare sui red carpet dell'alta moda. Il suo profilo Instagram è scandito da pose e sorrisi ammiccanti. «Come quelle di tutti i ragazzi della mia età», afferma mentre fuori dall'ospedale Grassi attende di vedere il papà ferito da un proiettile a una gamba.
«Se questa cosa fosse accaduta al Tufello - dice - nessuno ne avrebbe parlato. E invece è avvenuta a Ostia e in questo momento. Ed eccoci la solita storia della mafia. La pizzeria è il mio futuro e adesso che sarà di noi? Chi ci ripaga dei danni?».
PALESTRA ROBERTO SPADA
LA PUBBLICITÀ
«Tutta questa pubblicità ci fa solo male. Io ieri sera neanche c'ero - prosegue - non so come siano andate le cose. Ma di sicuro non è come è stato scritto. L'attività è frutto di tanti sacrifici. Per noi queste non sono cose all'ordine del giorno, ci inorridiscono e ci fanno male. Un fulmine a ciel sereno, bizzarro e inspiegabile». Ma tra i tanti dubbi apparenti, c'è una certezza. Quella di Alessio Ferreri, 41enne pizzaiolo raggiunto anche lui dai proiettili.
«È il nipote di Fasciani e allora? - ribatte Miriam Negri, mamma di Sara e moglie di Sandro Bruno- Non so se era lui l'obiettivo, ma ha sempre lavorato onestamente. Mai un problema. Mio marito lo conosce da quando aveva 15 anni. Per noi è Alessietto, facevano i fornai insieme, poi Sandro si è messo in proprio e lo ha chiamato. Alessio era il piccoletto del forno. Avrà fatto qualche errore in passato, ma forse a causa delle persone che aveva intorno, chissà».
Miriam lavora come collaboratrice scolastica in un istituto superiore di Ostia. E ancora non si spiega perché la loro pizzeria si è macchiata di sangue. «Quello non ha detto nulla prima di sparare - racconta la donna - io ero lì».
FASCIANI
«Quando questo è entrato - prova a ricostruire - mi ha fatto una buona impressione: un ragazzo distinto, vestito bene. Alessio stava preparando la pancetta, mio marito stava decidendo cosa prendere dal fornitore. Poi abbiamo sentito la porta, il campanello e gli spari. Prima uno verso il basso, Alessio e Alessandro si sono accasciati, poi il sangue. Ma che ci hanno preso?, ha detto mio marito, non se ne erano neanche accorti. Noi siamo le vittime, non i carnefici. Io non ho avuto paura e stanotte ho dormito tranquillamente».
FASCIANI OSTIA
CARMINE FASCIANI