IL TRIBUNALE RIGETTA IL RICORSO DELLA MADRE DELLA VICEPRESIDENTE M5S DEL SENATO: "INQUILINA ABUSIVA, ORA LASCI LA CASA POPOLARE A ROMA”
LA MAMMA DELLA SENATRICE 5 STELLE OCCUPAVA DA ANNI UN APPARTAMENTO ATER. DELLO SFRATTO SI OCCUPERÀ IL CAMPIDOGLIO: IMBARAZZO NELLA GIUNTA PENTASTELLATA ROMANA
MAURO FAVALE per roma.repubblica.it
Alla fine, Graziella Bartolucci è stata condannata a pagare anche le spese legali. Il meno rispetto al fatto che la mamma della senatrice M5S Paola Taverna, vicepresidente di Palazzo Madama, dovrà lasciare l'alloggio popolare all'Alessandrino, periferia est della capitale, in cui vive dal 1994 dopo regolare assegnazione e di cui risulta, adesso col timbro di un tribunale, occupante abusiva per aver perso i titoli.
Il ricorso al Tribunale civile della donna, 80 anni, è stato rigettato nell'udienza che ha avuto luogo ieri. Oggi è uscita invece la sentenza che mette un punto a una vicenda emersa sulle pagine di Repubblica lo scorso ottobre e che mette in imbarazzo la giunta pentastellata romana: spetta, infatti, alle strutture del Campidoglio - e dunque alla sindaca Virginia Raggi - il compito di eseguire lo sfratto della mamma di una delle parlamentari più in vista del Movimento. Sempre se la donna non decida di lasciare spontaneamente quell'appartamento sul quale, nel 2014, è scattato l'iter di decadenza concluso (nonostante le controdeduzioni della famiglia Taverna tutte puntualmente respinte) nel dicembre 2017.
Secondo gli accertamenti patrimoniali portati avanti dall'Ater, la signora Bartolucci nel corso degli anni ha perso il diritto di abitare quell'alloggio da 100-150 euro al mese di affitto da quando l'agenzia delle case popolari della Regione Lazio ha verificato che i beni del suo nucleo familiare superavano i limiti stabiliti dal regolamento. In questo modo, la mamma della senatrice 5 Stelle si trova in una situazione di "esubero di reddito", un'inquilina cioè che continua a pagare un affitto irrisorio pur quando le sue condizioni economiche imporrebbero di trovare altre sistemazioni. "Mia madre percepisce una pensione minima e vive in una casa popolare dove ho vissuto anche io per tanti anni - si difese a ottobre la Taverna - credo abbia tutto il diritto di desiderare di morire nella stessa casa dove è vissuta". Non così per i giudici amministrativi.
Ora, dopo la pubblicazione della sentenza e l'emissione del decreto di rilascio da parte dell'Ater, la palla passerà al Campidoglio per eseguire lo sfratto nel caso in cui la donna decidesse di restare ugualmente in quell'appartamento.
Fonte: qui
RICORSO RESPINTO, LA MADRE DELLA VICEPRESIDENTE GRILLINA DEL SENATO LASCERÀ LA CASA POPOLARE A 150 EURO AL MESE
LA TAVERNA PARLA DI “ACCANIMENTO” CONTRO UNA PERSONA ANZIANA E MINACCIA: “QUERELO CHI LA ATTACCA”
S. Can. per “il Messaggero”
La decisione di lasciarla era maturata già nelle scorse settimane, ma da ieri lo dice una sentenza del Tribunale civile: la madre della senatrice M5S Paola Taverna deve uscire dalla casa popolare in cui vive a Roma, zona Quarticciolo, periferia Est della Capitale. E lo farà, come il suo avvocato ha già comunicato in una lettera scritta a Ater e avvocatura capitolina, dando la disponibilità a consegnare le chiavi dell' appartamento. In quanto non ne ha i diritti ed è dunque abusiva.
A mettere la parola fine sulla vicenda è stato il giudice Roberta Nardone, della sesta sezione del tribunale civile di Roma, che ha certificato con una sentenza che la signora Graziella Bartolucci, madre 80enne della senatrice, non può dunque abitare nella casa Ater, dove risiede dal 1994, per motivi patrimoniali.
LA STORIA
Il procedimento di decadenza dall' assegnazione dell' alloggio partì a fine 2014. Da accertamenti emerse che la signora Bartolucci non aveva più i requisiti a vivere in quella casa (con un affitto calmierato) perché i beni del suo nucleo familiare superavano i limiti previsti per l' assegnazione degli alloggi popolari. E sarebbe dunque potuta andare con la figlia, diventata già parlamentare.
Il dispositivo della sentenza, della quale si attendono le motivazioni, ha respinto i ricorsi che sono andati avanti in questi anni e ha condannato l' ottantenne anche a pagare le spese legali all' Ater e al Campidoglio.
La difesa ieri ha tentato un' ultima carta, chiedendo la revoca dell' ordinanza di sfratto in quanto «risulta pacifico oltre che provato documentalmente che la Paola Taverna a far data dal matrimonio (1998) non risiedeva più con la madre nell' immobile di cui è causa e non faceva più parte, di fatto, del nucleo familiare della medesima».
Di norma adesso, appena saranno note le motivazioni della sentenza, l' Ater scriverà un' altra ordinanza di sgombero che sarà eseguita - con l' intervento dei vigili urbani - dal Comune, guidato da un' altra grillina, Virginia Raggi. Sempre stata inflessibile su questo argomento, vista la linea di non tolleranza su chi occupa in maniera abusiva gli alloggi pubblici.
Ma, come anticipato il mese scorso da Il Messaggero, Taverna da tempo si stava comunque attrezzando. E la restituzione delle chiavi arriverà senza clamori.
LA REAZIONE
«Da parlamentare M5S, dopo aver restituito più di 200.000 euro, sono così pulita che non trovano nulla su cui attaccarmi se non sui miei affetti. Querelerò tutti coloro che hanno già diffuso o diffonderanno notizie false e diffamatorie su mia madre», è stata la reazione della vicepresidente grillina che sta preparando un video su Facebook per raccontare la sua verità. La pasionaria pentastellata parla anche di «accanimento» contro una persona anziana.
La reazione delle opposizioni su questo caso non si è fatta attendere. «Ormai di popolare il M5S ha solo la casa», attacca il deputato dem Luciano Nobili.
«Bastava il buonsenso, e non il Tribunale, per sapere che si trattava di una occupazione abusiva.
E dire che si definivano il partito degli onesti, ora sono quelli dei privilegi difesi in ogni modo», il commento della senatrice Pd Teresa Bellanova. «Chi la fa l' aspetti, proprio i Grillini sempre così solerti a sbandierare il vessillo della trasparenza stavolta pagano dazio e vengono beccati in castagna. Adesso che tutto è chiaro, ovvero che non ci sono i presupposti per abitare in quell' alloggio popolare, attendiamo che la sindaca Raggi proceda allo sgombero della casa occupata abusivamente», quello del capogruppo Fdi in Campidoglio, Andrea De Priamo.
Fonte: qui
RICORSO RESPINTO, LA MADRE DELLA VICEPRESIDENTE GRILLINA DEL SENATO LASCERÀ LA CASA POPOLARE A 150 EURO AL MESE
LA TAVERNA PARLA DI “ACCANIMENTO” CONTRO UNA PERSONA ANZIANA E MINACCIA: “QUERELO CHI LA ATTACCA”
S. Can. per “il Messaggero”
La decisione di lasciarla era maturata già nelle scorse settimane, ma da ieri lo dice una sentenza del Tribunale civile: la madre della senatrice M5S Paola Taverna deve uscire dalla casa popolare in cui vive a Roma, zona Quarticciolo, periferia Est della Capitale. E lo farà, come il suo avvocato ha già comunicato in una lettera scritta a Ater e avvocatura capitolina, dando la disponibilità a consegnare le chiavi dell' appartamento. In quanto non ne ha i diritti ed è dunque abusiva.
A mettere la parola fine sulla vicenda è stato il giudice Roberta Nardone, della sesta sezione del tribunale civile di Roma, che ha certificato con una sentenza che la signora Graziella Bartolucci, madre 80enne della senatrice, non può dunque abitare nella casa Ater, dove risiede dal 1994, per motivi patrimoniali.
LA STORIA
Il procedimento di decadenza dall' assegnazione dell' alloggio partì a fine 2014. Da accertamenti emerse che la signora Bartolucci non aveva più i requisiti a vivere in quella casa (con un affitto calmierato) perché i beni del suo nucleo familiare superavano i limiti previsti per l' assegnazione degli alloggi popolari. E sarebbe dunque potuta andare con la figlia, diventata già parlamentare.
Il dispositivo della sentenza, della quale si attendono le motivazioni, ha respinto i ricorsi che sono andati avanti in questi anni e ha condannato l' ottantenne anche a pagare le spese legali all' Ater e al Campidoglio.
La difesa ieri ha tentato un' ultima carta, chiedendo la revoca dell' ordinanza di sfratto in quanto «risulta pacifico oltre che provato documentalmente che la Paola Taverna a far data dal matrimonio (1998) non risiedeva più con la madre nell' immobile di cui è causa e non faceva più parte, di fatto, del nucleo familiare della medesima».
Di norma adesso, appena saranno note le motivazioni della sentenza, l' Ater scriverà un' altra ordinanza di sgombero che sarà eseguita - con l' intervento dei vigili urbani - dal Comune, guidato da un' altra grillina, Virginia Raggi. Sempre stata inflessibile su questo argomento, vista la linea di non tolleranza su chi occupa in maniera abusiva gli alloggi pubblici.
Ma, come anticipato il mese scorso da Il Messaggero, Taverna da tempo si stava comunque attrezzando. E la restituzione delle chiavi arriverà senza clamori.
LA REAZIONE
«Da parlamentare M5S, dopo aver restituito più di 200.000 euro, sono così pulita che non trovano nulla su cui attaccarmi se non sui miei affetti. Querelerò tutti coloro che hanno già diffuso o diffonderanno notizie false e diffamatorie su mia madre», è stata la reazione della vicepresidente grillina che sta preparando un video su Facebook per raccontare la sua verità. La pasionaria pentastellata parla anche di «accanimento» contro una persona anziana.
La reazione delle opposizioni su questo caso non si è fatta attendere. «Ormai di popolare il M5S ha solo la casa», attacca il deputato dem Luciano Nobili.
«Bastava il buonsenso, e non il Tribunale, per sapere che si trattava di una occupazione abusiva.
E dire che si definivano il partito degli onesti, ora sono quelli dei privilegi difesi in ogni modo», il commento della senatrice Pd Teresa Bellanova. «Chi la fa l' aspetti, proprio i Grillini sempre così solerti a sbandierare il vessillo della trasparenza stavolta pagano dazio e vengono beccati in castagna. Adesso che tutto è chiaro, ovvero che non ci sono i presupposti per abitare in quell' alloggio popolare, attendiamo che la sindaca Raggi proceda allo sgombero della casa occupata abusivamente», quello del capogruppo Fdi in Campidoglio, Andrea De Priamo.
Fonte: qui