9 dicembre forconi: 03/14/18

mercoledì 14 marzo 2018

A TORINO IL M5S SI SPACCA: 4 CONSIGLIERI RIBELLI SFIDANO LA APPENDINO E BOICOTTANO IL VERTICE DI MAGGIORANZA SUI GIOCHI INVERNALI DEL 2026

IL SINDACO VA SOTTO MA RESISTE: NESSUN PASSO INDIETRO 

I CONSIGLIERI REGIONALI DEL M5S VOTANO COMPATTI CONTRO LE OLIMPIADI 

ORA CHE FA GRILLO CHE AVEVA APPOGGIATO I GIOCHI?

Maurizio Tropeano per la Stampa

grillo appendinoGRILLO APPENDINO
Tregua sì, pace no. Anzi. Il giorno dopo il grande strappo dentro il Movimento 5 Stelle - spaccato sulla manifestazione di interesse per le Olimpiadi invernali 2026 che la sindaca di Torino vorrebbe avanzare - la tensione non si smorza più di tanto. I quattro consiglieri ribelli, che lunedì si sono dati alla macchia facendo cadere il numero legale in Consiglio comunale e impedendo la votazione di un documento pro-Olimpiadi, si presentano in aula, ma solo per votare una delibera urgente. Puro senso di responsabilità.

Poi se ne vanno disertando il vertice di maggioranza convocato subito dopo il Consiglio comunale per discutere dei Giochi. Se ne riparlerà forse oggi. O domani. Ma il dissenso dei ribelli resta.

Tempo, ci vorrà tempo, perché «come in tutti i matrimoni può accadere che si arrivi a una crisi, una prova di forza.
chiara appendinoCHIARA APPENDINO
Ora stiamo ricucendo e andiamo avanti». Guido Montanari, il vicesindaco di Torino, scende lo scalone di Palazzo Civico dove si è da poco conclusa la votazione per decidere se e come mitigare un insediamento commerciale in uno spazio verde alla periferia di Torino.
La sua proposta che evita il rischio di pagamento di danni erariali è stata approvata con tutti i voti dei Cinquestelle, ribelli compresi.

Le parole del vicesindaco, che molti considerano il punto di riferimento dell' ala ortodossa, raccontano del difficile lavoro di recupero di una frattura che ieri si è ricomposta ma in modo superficiale. «Come in tutti i matrimoni, capita di litigare», butta lì Montanari, uno di quelli che si sta adoperando per sanare la ferita.

torino 2026TORINO 2026
Adesso resta da capire se dentro il gruppo M5S si possa prefigurare la nascita di una minoranza interna vicina alle posizioni movimentiste. Ieri sera i quattro consiglieri non hanno partecipato alla riunione con la sindaca in cui Appendino ha illustrato per sommi capi il documento che oggi porterà in Città metropolitana, modificato per rafforzare quei concetti cari all' universo Cinquestelle, ad esempio la necessità di realizzare un evento dove il contributo pubblico è ridotto al minimo e la maggior parte delle risorse sono a carico dei privati.

Una evidente mano tesa ai dissidenti, come lo è la decisione di non inviare già oggi la lettera al Coni in cui si annuncia l' interesse per i Giochi del 2026. La sindaca ha deciso di non forzare la mano. Vuole il massimo consenso possibile anche se è determinata da andare avanti comunque. E questo nonostante le resistenze piuttosto diffuse dentro il Movimento, annidate nell' ala movimentista, in cui nemmeno Beppe Grillo ha fatto breccia.

Ieri il Consiglio regionale ha votato un documento, ispirato dal presidente Sergio Chiamparino, che punta a sostenere la candidatura di Torino 2026.
APPENDINO JUVEAPPENDINO JUVE
I consiglieri regionali Cinquestelle non hanno partecipato al voto: «Appendino porta avanti una certa linea anche per senso di responsabilità ma noi non siamo tenuti a tenerla, non governiamo in Regione», spiega la capogruppo Francesca Frediani, valsusina e ultrà No Tav.


IL GIORNO PIU’ LUNGO DELLA SINDACA
Andrea Rossi per la Stampa

C' è un attimo in cui la poltrona di Chiara Appendino vacilla.

Succede quando alcuni attivisti storici del Movimento 5 Stelle propongono l' espulsione dei quattro ribelli e ne chiedono le dimissioni da consiglieri comunali. Guidano l' offensiva - tra gli altri - due storici militanti torinesi. Uno si chiama Franco Vilardo, fa parte della cellula dei fondatori, quelli che ancora si chiamavano «amici di Beppe Grillo».

torino 2006TORINO 2006
È anche il compagno di Chiara Giacosa, la capogruppo del Movimento in Comune. Il secondo è uno dei più autorevoli e ascoltati consiglieri comunali. «È una vigliaccata politica», si sfoga Roberto Malanca. «Se questi signori hanno la schiena dritta traggano con coerenza le doverose conseguenze della loro irresponsabilità nei confronti dei cittadini, degli elettori e del Movimento tutto, non solo quello torinese».

Si rischia la ferita insanabile. Cacciarli significherebbe ritrovarsi quattro consiglieri all' opposizione in un amen, perdere la maggioranza, cadere. Chiederne le dimissioni è come dare a loro la scelta: ve ne andate solo voi o ce ne andiamo tutti? È in quel momento che Appendino vacilla. Non riesce più a tenere i suoi consiglieri: i ribelli, che hanno staccato i telefoni e sono scomparsi; e i 19 che le restano fedeli, furibondi con i loro colleghi al punto da meditare ritorsioni.

CHIARA APPENDINO JUVENTUSCHIARA APPENDINO JUVENTUS
È a quel punto che entrano in scena i pesi massimi del Movimento. Si muovono i parlamentari, quelli che esercitano da tempo un profondo ascendente sulla base e sugli eletti. Prima Laura Castelli, deputata, fedelissima di Luigi Di Maio. Poi Alberto Airola, senatore, amatissimo dagli attivisti. «Ragazzi, siamo impazziti?», scrive agli attivisti torinesi. «Qui bisogna ragionare e trovare un accordo, non si sfascia tutto così». Invita tutti ad allargare lo sguardo, mirare lontano. Non c' è solo Torino, non ci sono soltanto le Olimpiadi e le beghe di Palazzo Civico. C' è un Movimento diventato primo partito in Italia e che ora reclama il governo del Paese. Il caso Torino rischia di essere una macchia, una patente di inaffidabilità. «Il momento richiede enorme senso di responsabilità».

CHIAMPARINOCHIAMPARINO
È la sortita che favorisce una tregua armata. I parlamentari intervengono per puntellare la giunta di Torino. Mentre i Cinquestelle litigano Chiara Appendino è riunita con i suoi assessori. Avvilita, furibonda. Ma decisa: nessun passo indietro, non se il dissenso emerge così, assumendo le sembianze di un ricatto. I quattro consiglieri ribelli non si fanno rintracciare, alcuni colleghi provano anche a raggiungerli a casa ma niente da fare.
chiara AppendinoCHIARA APPENDINO

Notte tesa, in mattinata il clima non cambia. Appendino dovrebbe presentare la riforma delle tariffe dei mezzi pubblici ma non si fa vedere. Anche lei cerca un contatto con i dissidenti. Un confronto. Quando li raggiunge usa argomenti non molto diversi da quelli spesi da Airola. «Gli avversari non sono in mezzo a noi, sono là fuori», spiega alludendo alle opposizioni che non vedono l' ora di far saltare il banco. Disegna scenari foschi, richiama alla responsabilità: se saltiamo salta la Città, il Comune rischia il dissesto, Gtt (l' azienda di trasporto pubblico locale) ha appena scampato il fallimento ma potrebbe ripiombare nella crisi più profonda. Non si può buttare via tutto così, insiste. Quasi due anni di lavoro.

Il richiamo in minima parte funziona. I quattro si presentano in Consiglio comunale: c' è da votare una delibera urgente, non farlo potrebbe esporre la Città a una richiesta di danni.
malago'MALAGO'

Ma è una tregua, chissà quanto duratura. Finita la votazione, i Cinquestelle si riuniscono con Appendino per discutere di Olimpiadi. Il documento in cui si apre a una candidatura eventuale di Torino viene limato, rafforzando i concetti cari ai Cinquestelle: impatto zero, niente debito. I ribelli, convocati come tutti gli altri, disertano ancora una volta: per loro Torino 2026 è un discorso che semplicemente non esiste. Si sentono rafforzati dal fronte anti Olimpiadi che si allarga: anche i consiglieri regionali Cinquestelle votano compatti contro i Giochi. Tengono duro. Lo scontro sembra solo rinviato.

Fonte: qui

E' MORTO STEPHEN HAWKING. L’ASTROFISICO COLPITO DALLA SCLEROSI DEL SISTEMA NERVOSO CHE SPERAVA DI SCOPRIRE "LA COMPRENSIONE TOTALE DELL’UNIVERSO”

NON EBBE MAI IL NOBEL PER LA FISICA


hawking3HAWKING
Stephen William Hawking è stato uno dei fisici più originali e creativi degli ultimi decenni, noto soprattutto per i suoi tentativi di unificare la relatività generale con la teoria quantistica e per i contributi alla cosmologia relativistica. La maggior parte del lavoro scientifico di Hawking ha riguardato la natura dei buchi neri e i suoi studi sulla relatività generale avvalorano la teoria che l’Universo ha avuto origine poco meno di 14 miliardi di anni fa da un’immane esplosione, il Big Bang.

Grazie alle sue straordinarie capacità divulgative, nelle conferenze e nei suoi numerosi libri è riuscito a spiegare in maniera semplice e comprensibile concetti molto astrusi e di estrema complessità, come i buchi neri, il Big Bang e la curvatura dello spazio, e per questo è anche uno degli scienziati più noti ai «non addetti ai lavori».  

Tra i suoi libri più famosi basti ricordare Dal Big Bang ai buchi neri, 1988; Buchi neri e universi neonati, 1993; The Nature of Space and Time, 1996; La teoria del tutto. Origine e destino dell’universo, 2004; La grande storia del tempo, 2005. I suoi studi universitari si svolsero prima a Oxford e poi a Cambridge, dove, ottenuto il dottorato, vi rimase come ricercatore, diventando nel 1979 Lucasian Professor of Mathematics, posizione occupata nel passato da famosi scienziati che hanno lasciato il loro nome nella storia della scienza, come Isaac Newton e Isaac Barrow. 
hawkingHAWKING

Hawking dall’età di 17 anni era affetto da un gravissimo handicap della parola e dei movimenti, dovuto a una malattia incurabile del sistema nervoso, la sclerosi amiotrofica laterale, una rara malattia che distrugge le cellule nervose e che provoca la paralisi progressiva dei muscoli motori volontari.

Una patologia che costringeva un cervello fuori dal comune in un corpo che gli impediva di comunicare in maniera efficace con il mondo esterno. Ha infatti trascorso buona parte della sua vita su una sedia a rotelle e riusciva a parlare con un sofisticatissimo sintetizzatore vocale, che gli permetteva di comunicare con il mondo esterno, sia pure con notevole lentezza. 

Stephen Hawking, come accennato, ha concentrato i suoi studi principalmente sulla natura della gravità e sul tentativo di unificare questa forza con le altre tre forze fondamentali dell’Universo (la forza elettromagnetica, la forza nucleare forte e la forza nucleare debole), uno sforzo in cui anche Einstein fallì. Una teoria originale, e forse la più famosa, che Hawking propose nel 1974, riguarda la cosiddetta «evaporazione dei buchi neri», che rappresenta la prima e completa teoria che cerca di integrare la meccanica quantistica con la relatività. In sintesi, Hawking ha ipotizzato che i buchi neri, diversamente da quanto si pensasse sino ad allora, emettono energia la cui temperatura è inversamente proporzionale alla loro massa. 
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Questa teoria si basa sulla meccanica quantistica, secondo cui lo spazio non è mai completamente vuoto, bensì interessato da «fluttuazioni quantistiche». Da queste fluttuazioni del vuoto, per frazioni infinitesimali di secondo, emergono delle coppie formate da una particella e dalla relativa antiparticella che «prendono a prestito» dell’energia per poi incontrarsi e annichilirsi, restituendo l’energia assorbita in precedenza.

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Nelle vicinanze «dell’orizzonte degli eventi» di un buco nero, cioè la superficie che circonda questi oggetti collassati dove la velocità di fuga è uguale a quella della luce, può accadere che, a causa della intensissima forza di gravità, una delle particelle venga risucchiata dal buco nero prima di annichilirsi, mentre l’altra particella potrebbe incontrarsi con una particella esterna all’orizzonte degli eventi, dando luogo a un’emissione di energia sotto forma di raggi X o raggi gamma, la cosiddetta «radiazione di Hawking».

Tale emissione, secondo Hawking, sarebbe responsabile di una perdita di massa continua da parte del buco nero, per cui questo si ridurrebbe molto lentamente fino a scomparire del tutto. L’originalità di questa concezione potrebbe essere definita rivoluzionaria, si pensi infatti che, in precedenza, si pensava che i buchi neri fossero come dei pozzi senza fondo, che fagocitavano materia senza lasciar sfuggire nulla dalla loro superficie, neppure la luce.
hawking mandelaHAWKING MANDELA

Per i suoi contributi nel campo dell’astrofisica Stephen Hawking ha ottenuto diversi riconoscimenti, tra cui i principali sono la Medaglia Eddington (1975), la Medaglia Albert Einstein (1979), la Medaglia d’oro della Royal Astronomical Society (1985), la Medaglia Pio XI dell’Accademia Pontificia delle Scienze (1975) e la Medaglia Paul Dirac (1987), ma non il premio Nobel per la Fisica.

Fonte: qui

L’OTTANTENNE GIANNI PUNZO, EX VENDITORE DI BIANCHERIA, AMICO DI MONTEZEMOLO E DI CALENDA, CON IL POLO DI NOLA HA DEBITI PER 300 MILIONI CON MPS ED UNICREDIT

PERÒ PUNZO È DI NUOVO UN UOMO D'ORO. CON LA VENDITA DELLA QUOTA IN ITALO 

CHISSÀ SE LO USERÀ PER RESTITUIRE PARTE DEI DEBITI CON LE BANCHE

Estratto dell’articolodi Fabio Pavesi per il “Fatto quotidiano”

BOMBASSEI MONTEZEMOLO PUNZO DELLA VALLE PRESENTANO ITALO NTVBOMBASSEI MONTEZEMOLO PUNZO DELLA VALLE PRESENTANO ITALO NTV
Il sogno è durato oltre un quarto di secolo. Ora si è inabissato e con lui il suo fondatore, quel Gianni Punzo che da semplice venditore di stoffe in piazza Mercato a Napoli, era divenuto il simbolo dell' imprenditoria di successo del Mezzogiorno. L' eclissi oscura per sempre l' 80enne Punzo, amico e socio d' affari di Luca Cordero di Montezemolo nella Ntv […]
gianni punzoGIANNI PUNZO

Già perché se fu di Punzo l' idea visionaria di costruire dagli anni Ottanta in poi il più grande centro commerciale e interporto del Sud in quel di Nola, sono state le banche a metterci i quattrini. E ora dopo lunghi anni di crisi della galassia del Cis (il polo del commercio all' ingrosso), dell' Interporto campano e del centro servizi Vulcano Buono […], gli istituti di credito dovranno aspettare almeno 15 anni per sperare di riavere indietro (forse) i soldi. Non pochi.
GIANNI PUNZO DELLA VALLEGIANNI PUNZO DELLA VALLE

La sola Cisfi, la holding finanziaria che sta in cima alla catena societaria che include il Cis, l' interporto campano e la società che gestisce l' immenso centro commerciale Vulcano Buono, poggiava ancora nel 2015 su ben mezzo miliardo di debiti, di cui 432 milioni solo con le banche. Sul Cisfi si riverberano i debiti delle controllate. Un' area integrata alle porte di Napoli da 5 milioni di metri quadrati, mille aziende e oltre 9 mila addetti nei tempi d' oro.

passera e punzoPASSERA E PUNZO
Di fatto la più grande fabbrica di lavoro del Sud Italia […]. Peccato che quel progetto faraonico sia stato messo in piedi con il contributo massiccio delle banche, Unicredit e Mps in prima fila. Il solo Interporto campano è arrivato a cumulare 280 milioni di debiti bancari; Vulcano Buono siede da anni su 133 milioni di prestiti.

Tutte le aziende vivono di credito bancario. Ma il problema è poter sostenere quel peso, pagare gli interessi e restituire il capitale. Cosa che dal 2012 non è più avvenuta nel regno di Punzo, oggi defenestrato da ogni incarico […]. Il Cisfi ha prodotto perdite per oltre 100 milioni con un' accelerazione crescente.

luca cordero di montezemolo (1)LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO (1)
L' Interporto, dove fino al 2011 era direttore generale l' attuale ministro Carlo Calenda, pupillo di Montezemolo, perde mediamente oltre 20 milioni l' anno. Per non parlare del Vulcano Buono, mai in grado di fare utili […]. Basti pensare che il solo Interporto campano nel 2016 fatturava 30 milioni perdendone 23 e con debiti che sono aumentati al punto tale da valere oltre 10 volte il fatturato […].

Gli istituti di credito, dopo anni di trattative, a partire dal 2012 hanno chinato il capo. Via a un maxi piano di ristrutturazione del debito, omologato dal Tribunale di Nola a fine 2016. Per non far fallire la ex creatura mastodontica, ma dai piedi d' argilla, dell' ottuagenario Cavaliere del Lavoro, le banche hanno concesso la restituzione di oltre 300 milioni di loro crediti tra ben 15 anni quando il calendario segnerà la data del 2033 […].

carlo calenda capalbio libriCARLO CALENDA CAPALBIO LIBRI


Un trattamento di favore pena il collasso del distretto di Nola. E così quel debito non pagato da Punzo diventa sofferenza nei conti delle banche. Mps aveva iscritto a settembre del 2017 l' interporto Campano come incaglio per 97 milioni e Vulcano Buono per 48 milioni. E questo solo per Rocca Salimbeni. Unicredit, dove per anni Montezemolo è stato vicepresidente, è capofila del pool bancario che ha finanziato Punzo: è esposto tuttora per 146 milioni e ha firmato l' oneroso piano di ristrutturazione dei debiti del complesso nolano […].
interporto nolaINTERPORTO NOLA

Già ma da dove arrivano quei prestiti? Risalgono al 2007-2008. In un colpo solo UniCredit e Mps concessero mutui per quasi 300 milioni alle società di Punzo […]. Forse che i buoni rapporti intessuti da sempre da Punzo abbiano avuto un peso nella magnanimità delle banche? Ora però da pochi giorni l' imprenditore è di nuovo un uomo d' oro. Dalla vendita della quota in Italo agli americani ha staccato in un colpo solo un assegno plurimilionario. Chissà se lo userà per restituire parte dei debiti, evitando che le banche debbano aspettare altri 15 anni per riottenere il loro denaro.

Fonte: qui
interporto nolaINTERPORTO NOLA

LA CORTE COSTITUZIONALE FA QUADRATO E RESPINGE ALL’UNANIMITA’ LE DIMISSIONI DEL GIUDICE NICOLO’ ZANON, INDAGATO PER PECULATO D’USO

L'INDAGINE AVVIATA PERCHÉ ZANON AVEVA CEDUTO L'USO DELL'AUTO CON AUTISTA ALLA MOGLIE MARILISA D'AMICO 

CHE NE USUFRUIVA PER ANDARE A FARE SHOPPING E FARSI ACCOMPAGNARE IN VACANZA 

NON VIENE RITENUTA SUFFICIENTE PER ACCETTARE IL “PASSO INDIETRO”

Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”

NICOLO ZANONNICOLO ZANON
La Corte costituzionale si «blinda» e respinge all' unanimità le dimissioni del giudice Nicolò Zanon, indagato per peculato d' uso. Dopo aver ascoltato la sua memoria il plenum «prende atto dell' intendimento del giudice Zanon di sospendere, in questa fase, la sua partecipazione ai lavori del collegio».

È una decisione che appare clamorosa e non mancherà di suscitare polemiche anche perché il giudice continuerà a percepire lo stipendio, manterrà i benefit e potrà scrivere le sentenze di cui si stava già occupando. L'indagine avviata perché Zanon aveva ceduto l'uso dell'auto con autista alla moglie Marilisa D' Amico - che ne usufruiva per andare a fare shopping e farsi accompagnare in vacanza - non viene evidentemente ritenuta sufficiente per accettare il «passo indietro» che lo stesso Zanon aveva comunicato due giorni fa, quando la notizia dell' inchiesta a suo carico era diventata pubblica.
Marilisa D AmicoMARILISA D' AMICO

E adesso si attende l' esito degli accertamenti dei magistrati romani guidati dall' aggiunto Paolo Ielo. L' avviso di conclusione dell' indagine che precede la richiesta di giudizio potrebbe essere notificato entro un paio di settimane.

La segnalazione alla Procura era partita dalla stessa Consulta. Dopo aver scoperto alcune irregolarità commesse dal carabiniere che svolgeva mansioni di autista per Zanon, il vertice aveva deciso di trasmettere ai pubblici ministeri la sua relazione di servizio.

Proprio in quell' appunto erano ricostruiti gli spostamenti effettuati con l' autovettura di servizio e soprattutto il fatto che la dottoressa D' Amico - docente di diritto costituzionale, ex consigliere comunale del Pd a Milano e presidente nel capoluogo lombardo dei comitati per il Sì al referendum promosso da Matteo Renzi - comunicava direttamente con l'autista, spesso convocandolo via sms.

NICOLO ZANONNICOLO ZANON
«L'auto era in uso esclusivo a me e quindi ne potevo disporre senza limitazioni», si è difeso il giudice di fronte ai magistrati quando una settimana fa è stato convocato per l'interrogatorio. Nulla è stato chiesto alla dottoressa D'Amico che però si sarebbe sfogata con gli amici parlando di «una montatura, perché non c' è stato alcun abuso». In realtà nelle contestazioni al marito si è parlato esplicitamente di spostamenti effettuati quando lui era fuori Roma e dunque per motivi personali della signora che nulla avevano a che fare con i compiti del giudice alla Corte costituzionale.

Marilisa D AmicoMARILISA D AMICO
Una situazione ben nota al collegio che però ha preferito prendere tempo. Nella nota diramata al termine della seduta di ieri si spiega di voler attendere «che la magistratura concluda l' indagine, il giudice Zanon ha voluto informare la Corte sui fatti addebitatigli e spiegare le motivazioni che lo hanno indotto a presentare le sue dimissioni dall' incarico, pur nella convinzione dell' insussistenza del reato».

Ma soprattutto si sottolinea che «fermo restando il pieno rispetto e la massima fiducia per il lavoro della magistratura, la Corte costituzionale conferma pieno rispetto e massima fiducia anche nei confronti del giudice Zanon. Perciò, pur comprendendo e apprezzando la sensibilità istituzionale dimostrata dal giudice Zanon con le sue dimissioni - motivate con un forte richiamo al rispetto dell' etica pubblica e della funzione ricoperta - ritiene di non accoglierle».
NICOLO ZANONNICOLO ZANON

In realtà Zanon non sarebbe l'unico giudice a utilizzare in questo modo la vettura di servizio. Altri suoi colleghi consentirebbero ai familiari di essere accompagnati dall' autista e dunque di poter utilizzare la macchina come fosse di proprietà. E forse proprio questo ha giocato sulla volontà di difendere il collega.

Fonte: qui

NON SOLO LA MOGLIE: ALTRI PARENTI HANNO SFRUTTATO L’AUTO DI SERVIZIO IN USO AL GIUDICE ZANON 

MA IL CONSIGLIERE DELLA CORTE COSTITUZIONALE POTREBBE USCIRE INDENNE DALL’INDAGINE: DI FRONTE A UNA RICHIESTA DI RINVIO A GIUDIZIO, SARA’ IL PLENUM DELLA CONSULTA A DOVER CONCEDERE L’AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE…

Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”

Il consigliere della Consulta Nicolò Zanon potrebbe uscire indenne dall' indagine per peculato sull' auto di servizio con autista che utilizzava sua moglie Marilisa D' Amico.
NICOLO ZANONNICOLO ZANON
Di fronte a un' eventuale richiesta di rinvio a giudizio dei magistrati romani, dovrà infatti essere il plenum della Corte costituzionale a valutare se concedere l' autorizzazione a procedere. E dopo la decisione di due giorni fa di respingere all' unanimità le sue dimissioni, non è affatto scontato che arrivi il via libera.

Anche se nuovi dettagli emergono dall' indagine, compreso il fatto che la vettura sia stata utilizzata anche da altri parenti della coppia. Testimone chiave è uno dei due autisti assegnati a Zanon, un carabiniere che è stato interrogato dai magistrati coordinati dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e ha ricostruito tutti gli spostamenti avvenuti nel corso dei due anni di servizio: dal 9 novembre 2014 al 9 marzo 2016.

È stato proprio l' autista - al quale erano state contestate alcune irregolarità dai vertici della Consulta - a scrivere una relazione di servizio per giustificare «eccedenze» che riguardavano le spese relative al carburante. E le ha giustificate proprio con i continui spostamenti fatti per conto della moglie del giudice, ma non solo.
NICOLO ZANONNICOLO ZANON

Nel corso dell' interrogatorio ha raccontato che la dottoressa D' Amico spesso comunicava con lui via sms dando disposizioni sui luoghi e orari dei propri appuntamenti. E almeno in un caso gli avrebbe chiesto di recarsi alla stazione per attendere l'arrivo della sorella.

La Procura ritiene che ciò rappresenti un peculato d'uso, mentre Zanon ha contestato questa tesi ritenendo che «l'uso esclusivo» della vettura con autista concesso ai giudici costituzionali equivalga a poterla utilizzare senza limitazioni riguardanti anche la famiglia. L'avviso di chiusura delle indagini dovrebbe essere notificato a Zanon entro una decina di giorni.

NICOLO ZANONNICOLO ZANON
Il giudice ha già depositato una memoria e dunque - se non chiederà di essere nuovamente interrogato - entro un paio di mesi l'inchiesta sarà chiusa. Se dovesse esserci la richiesta di rinvio a giudizio, gli atti dovranno essere trasmessi alla Consulta.

Ad alcuni colleghi Zanon - che è sospeso soltanto per quanto riguarda la partecipazione alle camere di consiglio - avrebbe detto che solleciterà il via libera all'eventuale processo. In ogni caso la discussione si concentrerà proprio sui benefit elencati nell'allegato al bilancio che la Consulta pubblica ogni anno sul proprio sito Internet.

Marilisa D AmicoMARILISA D' AMICO
Scorrendo il documento si scopre che a ogni giudice costituzionale oltre alla retribuzione che dal 1 gennaio 2014 è di 360 mila euro lordi annui «è assegnato un cellulare, un pc portatile e un'autovettura. La Corte sostiene i costi di viaggio dei giudici residenti fuori Roma nonché, per tutti i giudici, le spese di viaggio fuori sede relative agli impegni in rappresentanza della Corte. A ciascun giudice costituzionale è assegnata una piccola foresteria (monolocale o bilocale) nell' ambito della Corte, prevalentemente utilizzata dai giudici che risiedono fuori Roma».

Fonte: qui

BEPPE GRILLO: LAVORARE NON SERVE. ORA C’E’ IL REDDITO DI NASCITA

L’ULTIMA DEL COMICO: "UNA SOCIETÀ EVOLUTA È QUELLA CHE GARANTISCE A TUTTI LO STESSO LIVELLO DI PARTENZA. L'OCCUPAZIONE RETRIBUITA E’ OGGI INUTILE” 

BEPPE TORNA IN CAMPAGNA ELETTORALE E ROMPE LE UOVA ALLA DEMOCRISTIANERIA A 5 STELLE DI CASALEGGIO/DI MAIO

Franco Grilli per Il Giornale

GRILLOGRILLO
Beppe Grillo torna a far sentire la sua voce dopo il voto del 4 marzo. Lo fa a modo suo con un post sul suo blog. E questa volta al centro del suo post c'è ancora il reddito di cittadinanza, anzi per l'esattezza il "reddito di nascita", l'ultima idea del comico e fondatore del Movimento Cinque Stelle: "Una società evoluta è quella che permette agli individui di svilupparsi in modo libero, generando al tempo stesso il proprio sviluppo. Per fare ciò si deve garantire a tutti lo stesso livello di partenza: un reddito, per diritto di nascita. Soltanto così la società metterà al centro l'uomo e non il mercato".
grilloGRILLO

Poi nel suo post parla anche del lavoro e dell'occupazione e così si avventura in un ragionamento che di fatto appare decontestualizzato dall'emergenza occupazionale di questi anni: "Una società evoluta è quella che permette agli individui di svilupparsi in modo libero, generando al tempo stesso il proprio sviluppo. Per fare ciò si deve garantire a tutti lo stesso livello di partenza: un reddito, per diritto di nascita. Soltanto così la società metterà al centro l'uomo e non il mercato". Dunque il lavoro passa in secondo piano, per Beppe basta incassare il reddito di nascita.

luigi di maio beppe grilloLUIGI DI MAIO BEPPE GRILLO




E questo concetto le esplicita meglio nella seconda parte del suo post: "Politici ed economisti si impegnano tutti a capire come produrre di più. Dobbiamo pagare il debito, gridano. Dobbiamo lavorare di più, essere più produttivi, tagliare la spesa improduttiva - continua Grillo - Siamo condizionati dall'idea che 'tutti devono guadagnarsi da vivere', tutti devono essere impegnati in una sorta di fatica perché devono giustificare il loro diritto di esistere.

“Siamo davanti ad una nuova era, il lavoro retribuito, e cioè legato alla produzione di qualcosa, non è più necessario una volta che si è raggiunto la capacità produttiva attuale. Si vuole creare nuovo lavoro perché la gente non sa di che vivere, si creano posti di lavoro per dare un reddito a queste persone, che non avranno un posto di lavoro, ma un posto di reddito, perché è il reddito che inserisce un cittadino all'interno della società.
BEPPE GRILLO DURANTE LO SPETTACOLO A MESTREBEPPE GRILLO DURANTE LO SPETTACOLO A MESTRE

GRILLO CASALEGGIO DI MAIO DI BATTISTAGRILLO CASALEGGIO DI MAIO DI BATTISTA








“Una società evoluta è quella che permette agli individui di svilupparsi in modo libero, generando al tempo stesso il proprio sviluppo. Per fare ciò si deve garantire a tutti lo stesso livello di partenza: un reddito, per diritto di nascita. Soltanto così la società metterà al centro l'uomo e non il mercato". Insomma Grillo ha risolto in una sola mossa il problema della disoccupazione e quello della povertà: la medicina è il reddito di nascita. Fonte: qui

I SEGRETI DELL’UNIVERSITA’ A CINQUE STELLE

COS’HANNO IN COMUNE TRE MINISTRI, UN ASSESSORE ED UN DEPUTATO? VENGONO TUTTI DALLA “LINK CAMPUS” DI ENZO SCOTTI, UN ATENEO FINANZIATO DAI SERVIZI SEGRETI 

IL RUOLO DELLA MASSONERIA 

IL TITOLARE SI RAMMARICA: “DI MAIO NON MI HA CHIAMATO DOPO LE ELEZIONI” (EPPURE LO AVEVA INVITATO IN POMPA MAGNA)

Giuseppe Marino per “Il Giornale

DI MAIO SCOTTIDI MAIO SCOTTI
Uno splendido complesso del '500 a un passo dal Vaticano e ai bordi di un quartiere talmente costellato di proprietà della Chiesa da essere giocosamente chiamato dai romani «Gran Pretagna». L' università che sforna ministri, assessori e deputati grillini ha una sede di prestigio ma appartata, il Casale San Pio V, una tessera del vasto patrimonio immobiliare di un Ipab, un ente regionale di beneficenza che ha assorbito i beni di associazioni caritatevoli per i «poveri ciechi» dal sapore ottocentesco.

elisabetta trentaELISABETTA TRENTA
È qui che una vecchia volpe della Prima repubblica come Enzo Scotti (uno che ha saputo navigare oltre gli scogli di Tangentopoli approdando alla Seconda repubblica in un governo Berlusconi) ha creato la «Link Campus university» e l' ha fatta diventare un centro di studio specializzato nell' intelligence e nella sicurezza. Un riconosciuto punto di incontro tra potenti di tutti i colori politici ed esperti di esteri e sicurezza. Da qualche tempo però l' ateneo si distingue per la produzione seriale di pezzi pregiati della classe dirigente che batte la bandiera gialla dei nuovi padroni di Roma, lanciati alla conquista dell' Italia: i grillini.
PAOLA GIANNETAKIS DI MAIOPAOLA GIANNETAKIS DI MAIO

Il picco dell' esposizione mediatica la Link Campus l' ha raggiunto il primo marzo scorso, il giorno in cui Luigi Di Maio ha fatto sfilare sul palco del Salone delle Fontane a Roma, con un happening all' americana una (aspirante) squadra di governo in cui i principali ministeri erano assegnati a tre donne, tutte e tre docenti della Link: Emanuela Del Re agli Esteri, Elisabetta Trenta alla Difesa, Paola Giannetakis all' Interno. Lo stesso giorno, ma con efficacia mediatica decisamente minore, Roberta Lombardi annunciava sulla sua pagina Facebook la potenziale squadra degli assessori.

luigi di maio emanuela del reLUIGI DI MAIO EMANUELA DEL RE
Anche qui c' era una casella in quota Link Campus, quella del sociologo Nicola Ferrigni, destinato, se Roberta Lombardi fosse riuscita a centrare la vittoria, a governare Sicurezza e Sport alla Regione Lazio. È andata male, proprio come a Daniele Piva, penalista romano e anche lui docente nel 2016 e 2017 presso il master in business administration della Link Campus: nel suo collegio ha trovato una delle poche Pd in grado di vincere a Roma, Patrizia Prestipino, ed è addirittura arrivato terzo dopo il candidato di Forza Italia.

BELLONI IN PRIMA FILA DA DI MAIOBELLONI IN PRIMA FILA DA DI MAIO
A tutti gli osservatori, un numero così elevato di persone provenienti dalla stessa università ha fatto pensare a un legame organico, ma Enzo Scotti l' ha seccamente negato: «Di Maio non mi ha nemmeno chiamato», ha detto l' ex ministro, che pure aveva ospitato il leader pentastellato nello splendido Casale per parlare della svolta filo americana nella politica del Movimento.

Scotti insiste nel dire che non c' è niente di strano: «Le università nascono per questo, per fornire una classe dirigente alla politica». Considerazione innegabile, anche se una simile concentrazione di nomi provenienti dallo stesso ateneo non è comune. La spiegazione più semplice è che la crescita dei 5 stelle è stata così rapida da obbligare Di Maio e i suoi a una ricerca precipitosa di una classe dirigente presentabile per un Movimento che in pochi mesi ha sterzato dall' estremismo in direzione di una immagine moderata e centrista.
servizi segretiSERVIZI SEGRETI

Niente di più semplice che a proporre i nomi al capo sia stato Angelo Tofalo, il deputato M5s che, una volta cooptato nel Copasir, Comitato parlamentare che controlla i servizi segreti, ha pensato bene di farsi una cultura in materia iscrivendosi a un master in intelligence tenuto dalla Link campus. Chi frequenta l' ateneo lo racconta allievo attento e assiduo del corso. Tra i suoi insegnanti c' erano Emanuela Trenta e Paola Giannetakis.

GIULIANO DI BERNARDOGIULIANO DI BERNARDO
Il risultato un po' anomalo è che se nascesse un governo monolocore M5s, conterebbe tre ministri provenienti dall' università che forma gli 007: la Link campus, in ottimi rapporti con gli Stati Uniti, ha infatti una convenzione con il Dis, il dipartimento di Palazzo Chigi che gestisce i servizi. Per gli amanti delle trame occulte, la cosa si somma alle voci, tutte da confermare, sulla benedizione impartita all' ateneo dall' ex Gran Maestro del Grande Oriente d' Italia Giuliano Di Bernardo.

Fu lui a raccontare a Libero che tra gli ospiti della sua «Accademia degli Illuminati» ci fu lo stesso Enzo Scotti che «all' epoca -disse Di Bernardo- interessato a portare in Italia l' Università da lui fondata a Malta». E tra gli estimatori dell' Accademia, spiegò Di Bernardo, c' era l' attuale consigliere Rai Carlo Freccero (che ha poi detto di essersi «stufato degli Illuminati»). Un habituè della Link Campus. E da qualche anno assai vicino all'M5S. Fonte: qui
carlo frecceroCARLO FRECCERO