9 dicembre forconi: 02/18/17

sabato 18 febbraio 2017

Toshiba: il fantasma del crack finanziario aleggia sull’azienda


Toshiba: il fantasma del crack finanziario aleggia sull'azienda

Toshiba naviga in acque molto oscure e il crack finanziario sembra essere dietro l’angolo. La situazione finanziaria precipita e i dati sono allarmanti.

Toshiba si trova in una situazione a dir poco spinosa e l’azienda sembra essere sull’orlo di un crack finanziario. Il gruppo giapponese ha infatti dichiarato di attendersi perdite per l’ammontare di 3,2 miliardi di euro, che per svalutazione arriveranno a oltre 5 miliardi di euro, dopo essere riuscita ad ottenere una proroga sulla pubblicazione del bilancio.
Il bilancio, pubblicato nella giornata di ieri e poi ritirato, mostrava una situazione sull’orlo del fallimento. A nulla sono servite le dichiarazioni del gruppo nipponico che ha affermato di aver ritirato il bilancio per non aver concluso le procedure di revisione e di audit.
Nel frattempo Presidente del gruppo lascia la sua posizione, ma fa sapere che rimarrà nell’azienda.
Il mercato giapponese ha risentito in chiusura delle perdite annunciate dall’azienda e ha così chiuso con un ribasso dell’1,33% a quota 9.238,98 punti.
Vediamo cosa sta succedendo e quali sono i problemi per Toshiba, che al momento la potrebbero portare al fallimento.

Toshiba sull’orlo del crack: perdite per oltre 5 miliardi di euro

Questa mattina Toshiba è riuscita a rimandare la pubblicazione del bilancio, ottenendo una proroga di un mese. 
La decisione è stata spiegata con le seguenti parole:“Non abbiamo completato le procedure di revisione e di audit con i commissari indipendenti”.
Non convince però la spiegazione che è stata avanzata dal gruppo nipponico e a spaventare sono le perdite che la società si attende, che ammontano a 390 miliardi di yen.
Il titolo Toshiba ha così perso l’8% in Borsa, mentre anche l’indice Nikkei perdeva terreno e chiudeva in negativo.
Dopo la decisione di Toshiba che ha deciso di limitare i rischi di attività nucleari all’esterno non comprando più progetti di costruzione il titolo ha cominciato a performare male. L’attenzione sarà invece spostata sulle attrezzature e l’ingegneria.
L’annuncio, arrivato nei mesi precedenti, aveva fatto crollare il titolo in Borsa e aveva portato all’abbassamento del rating da parte di Moody’s e Standard & Poor’s.
Non è questo l’unico annuncio della società giapponese, dal momento che sembra in procinto di vendere il settore informatico che produce le memorie flash e di cederne ben l’80%.
Il dispositivo in questione è una delle tecnologie più evolute e redditizie della multinazionale, che tenta il tutto per tutto.
La sezione informatica che produce le memorie è quella più proficua del gruppo, al contrario invece del settore nucleare, in perdita ormai dal 2013.

Fonte: qui


Taxi: "Traditi dalla politica", terzo giorno di stop a Roma

Ansa - Le proteste dei tassisti non si placano dopo la votazione dell'emendamento contenuto nel Milleproroghe che "deregolamenta il settore"

Per il terzo giorno consecutivo il servizio taxi è fermo a Roma. Le proteste dei tassisti non si placano dopo la votazione dell'emendamento contenuto nel Milleproroghe che "deregolamenta il settore".
Vengono garantiti i servizi per gli utenti disabili e da e per gli ospedali.

Notevoli i disagi per i cittadini e i turisti. "D'altra parte la provocazione da parte del Senato è stata grave - spiega Riccardo Cacchione, Usb Taxi - il Ministero dei Trasporti non sembra nemmeno interessato a risolvere la questione visto che ci ha dato un appuntamento solo per martedì e non subito come avevamo richiesto. Noi comunque non accettiamo soluzioni con la 'pistola sul tavolo', nel senso che prima di ogni premessa ci vuole un dietrofront delle istituzioni. 
Anche se comprendiamo le ragioni del disagio non ci sentiamo garantiti. La rabbia dei tassisti nonostante gli appelli a riprendere a lavorare è difficilmente controllabile. Ormai la politica è legata a interessi che non sono quelli dei lavoratori e della società. 
Chiedere unicamente ai tassisti di rispettare regole che non li hanno mai tutelati, basta vedere quanto lavorano gli abusivi da sempre, è estremamente difficile. La sfiducia e la rabbia non trovano risposte da parte delle istituzioni".
NOI, TRADITI DALLA POLITICA

La seconda giornata di protesta è passata, tra assemblee e riunioni spontanee dei tassisti romani, anche loro sul piede di guerra dopo l'approvazione in Senato del maxiemendamento al Milleproroghe che - a loro dire - favorirebbe Uber, la multinazionale di noleggio privato. "Siamo amareggiati, arrabbiati, demoralizzati - racconta Carlo Di Alessandro -. Quando alcuni senatori italiani, d'accordo con il governo, tradiscono gli accordi e le parole di un ministro per favorire una multinazionale straniera, questo dà molta amarezza". Ormai da quasi venticinque anni alla guida del suo taxi, Di Alessandro mostra documenti e faldoni delle tante cause intentate contro Uber, mentre il sole fa capolino dietro all' Altare della Patria, con il posteggio taxi più vuoto che mai. "Siamo vittime di un vile attacco da parte di alcuni senatori - spiega - che hanno voluto tradire alcuni accordi espressi nel marzo scorso per agevolare Uber". L'ala dura della protesta romana punta il dito contro la senatrice Pd Linda Lanzillotta, prima firmataria del contestatissimo emendamento al Milleproroghe che "sostanzialmente - spiega Di Alessandro - finirebbe per sospendere ogni norma in una sorta di sanatoria per furbi, abusivi e criminali. Questa è una situazione insostenibile".
"Siamo tutti padri di famiglia - ribadisce più volte Di Alessandro -. Oggi sto rivivendo quello che mi è capitato quando avevo un negozio di alimentari prima di fare il tassista. Sono stato soppiantato dai grandi distributori, esattamente quello che potrebbe capitare ancora una volta oggi nel settore taxi". Quella di Di Alessandro è una delle tante storie della piazza delusa, di quella piazza che promette una lunga battaglia almeno fino a martedì, quando il Milleproroghe approderà alla Camera dei Deputati. Nel frattempo turisti e romani cercano di dribblare i disagi, ma qualcuno - al secondo giorno senza auto bianche in città - comincia a perdere la pazienza. "Andiamo via prima - dice un signore di Padova passando per il posteggio vuoto di piazza Venezia -. La lasciamo sta città e non gli diamo più una lira".
Domenico Palesse

Ecco il crollo degli investimenti del Sud Europa

LA PATTUGLIA DEI QUATTRO STATI (PIÙ IRLANDA) MOSTRANO UN CROLLO DAL 2008. NEL RESTO DELLA UE SONO STABILI

Un grafico che dice tutto: riguarda il livello degli investimenti in alcuni selezionati Paesi europei.

GLI INVESTIMENTI ITALIANI LANGUONO

Usando i dati della Bce e suddividendo gli Stati dell’Unione europea tra quelli del Sud Europa (con l’eccezione dell’Irlanda) e tutto il resto dell’Europa di vede chiaramente che la pattuglia dei primi Paesi ha diminuito in modo sostanziale la quantità degli investimenti a differenza di tutti gli altri che, invece, li hanno mantenuti sostanzialmente stabili.
Nella prima pattuglia di Paesi, identificati dalla linea blu, ci sono il Portogallo, l’Irlanda, Grecia, Spagna e anche l’Italia. Quattro di questi Paesi hanno anche subìto la cura della Troika negli anni scorsi. Si tratta di Portogallo, Grecia, Spagna e Irlanda. In Portogallo, addirittura, la commissione composta da Commissione Europea, Fmi e Bce, ha dovuto intervenire due volte per cercare di riottenere i 78 miliardi che il Paese aveva preso in prestito nel 2011 per uscire dalla crisi.
In Spagna le banche sono quelle che hanno trascinato verso il basso il benessere del Paese al punto che per risollevarle è stato necessario il salvataggio statale (bail-out) e la creazione di una bad bank nella quale concentrare i crediti inesigibili. L’Irlanda è quella che dalla “cura Troika”(GLI USURAI!!!è uscita meglio al punto da far registrare crescite del Pil anche del 10% annuo. Anche se questa crescita è dovuta principalmente alla concentrazione nel Paese delle proprietà intellettuali di grandi multinazionali della Internet economy che proprio a Dublino hanno deciso di accasarsi per approfittare della bassa pressione fiscale.

IL CASO DELLA GRECIA

La Grecia è un caso a sè: qui la cura della Troika non ha portato benefici in termini di crescita del Pil ed è forse, insieme all’Italia, l’unico Paese della pattuglia dei “cattivi” che non ha visto arrivare la Troika(GLI USURAI!!!), quello che più trascina verso il basso il dato sugli investimenti statali complessivi.
I dati si riferiscono al: 2000-2016
Fonte: Bce
Fonte: qui

Mosca risponde alla Casa Bianca sulla Crimea: “non restituiamo i nostri territori”

La rappresentante ufficiale del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, commentando le dichiarazioni della Casa Bianca sulla Crimea, ha dichiarato che Mosca "non restituisce i suoi territori".

"Non cederemo i nostri territori. La Crimea è un territorio della Federazione Russa", — ha detto.
In precedenza il portavoce della Casa Bianca Sean Spicer aveva detto che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump si aspetta che la Russia si impegni alla de-escalation del conflitto in Ucraina e alla "restituzione della Crimea". Spicer ha inoltre detto che la politica di Washington sulle sanzioni contro Mosca rimarrebbe invariata.
La Crimea è tornata ed essere un territorio russo dopo il colpo di stato in Ucraina nel 2014. Secondo i risultati del referendum, il 96,77% degli abitanti della Repubblica di Crimea e il 95,6% di Sebastopoli hanno votato a favore della riunificazione con la Russia.
Durante la campagna elettorale il presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva detto che dopo l'elezione sarebbe stato disposto a valutare il riconoscimento della Crimea russa, così come la cancellazione delle sanzioni antirusse.

Fonte: qui

Trump Declares CNN, NYT, CBS, ABC And NBC Are "The Enemy of The American People"


If you thought yesterday's press conference was "ranting and raving", it appears President Trump just turned the anti-'Fake news'-media amplifier up to '11', declaring  CNN, NBC, ABC, CBS , The New York Times (yet not The Washington Post) as "enemies of the American people".

The FAKE NEWS media (failing @nytimes@NBCNews@ABC@CBS@CNN) is not my enemy, it is the enemy of the American People!

Incidentally, this was the second tweet, after Trump removed the first version one, which some thought was deleted as it was just a little too "aggressive" but as it turned out, simply ommitted ABC and CBS.
As a reminder, Trump and chief White House strategist Steve Bannon have both referred to the media as the "opposition party."
"The mainstream media has not fired or terminated anyone associated with following our campaign," Mr. Bannon said. "Look at the Twitter feeds of those people: they were outright activists of the Clinton campaign." (He did not name specific reporters or editors.) "That's why you have no power," Mr. Bannon added. "You were humiliated."

"You're the opposition party," Mr. Bannon said. "Not the Democratic Party. You're the opposition party. The media's the opposition party."
And here was Trump yesterday.




Trump: I'm changing CNN from "fake news" to "very fake news."

The media - which according to the president is now America's enemy - had reactions, ranging from the shocked, to the defensive, to the conciliatory, to the bemused.



Which begs the question, if the "media" is the enemy, what does that make its corporate owners?

P.S.: potete usare la funzione TRANSLATE di Google(sulla colonna di destra), selezionando prima un qualsiasi linguaggio e poi successivamente, l'italiano, per avere la traduzione automatica.

Fonte: qui