9 dicembre forconi: 02/06/19

mercoledì 6 febbraio 2019

VOLANO STRACCI TRA SALVINI E DI MAIO SULLA TAV

MATTEO: “IO NON HO L’ANALISI COSTI-BENEFICI MA PARE CHE CE L’ABBIANO A PARIGI. QUESTO È ABBASTANZA BIZZARRO... SECONDO ME SERVE. NON SIAMO AL MERCATINO DOVE IO TI DO QUESTO E MI DAI QUELLO COME LE FIGURINE PANINI” 

LA RISPOSTA DI LUIGINO: "NEANCHE IO L'HO LETTA, MA QUANDO MI SVEGLIO PENSO AL FATTO CHE DA ROMA A PESCARA CI VOGLIONO 7 ORE DI TRENO, NON PENSANDO A UN BUCO PER COLLEGARE TORINO E LIONE"


DI MAIO NO TAVDI MAIO NO TAV
(ANSA) - "Io, da vicepresidente del Consiglio che rappresenta gli italiani non ho l'esame costi-benefici della Tav ma pare che ce l'abbiano a Parigi. Questo è abbastanza bizzarro...". Lo ha detto Matteo Salvini, dopo che il ministero delle Infrastrutture ha inviato alla Francia la relazione sui costi-benefici sulla Tav.

"Salvini stia tranquillo - gli ha replicato l'altro vicepremier Luigi Di Maio - neanche io l'ho letta l'analisi costi-benefici. Però, io quando mi sveglio penso al fatto che da Roma a Pescara ci vogliono 7 ore in treno, non mi sveglio pensando a un buco per collegare Torino-Lione. Non mi sveglio pensando a come collegare meglio italiani e francesi, ma a come collegare meglio italiani e italiani".


salvini visita il cantiere tav di chiomonte 9SALVINI VISITA IL CANTIERE TAV DI CHIOMONTE
Salvini è pronto a querelare chi parla di voto di scambio Tav-Diciotti e critica la consegna ai francesi dell'analisi costi-benefici della Tav prima di renderla nota ai partner di governo. "Il prossimo che ne parla lo querelo" ha risposto parlando di possibili scambi con il M5s tra il voto sull'autorizzazione a procedere e il via libera alla Tav. "La Tav come altre opere - ha detto ancora Salvini - secondo me servono. Non siamo al mercatino dove io ti do questo e mi dai quello. Come con le figurine Panini - ha concluso il ministro - mi dai Altobelli e ti do Beccalossi...".
salvini visita il cantiere tav di chiomonte 8SALVINI VISITA IL CANTIERE TAV DI CHIOMONTE



E sull'analisi costi-benefici della Tav, da Terni osserva: "Io, da  vicepresidente del Consiglio che rappresenta gli italiani non ho  l'esame costi-benefici della Tav ma pare che ce l'abbiano a Parigi. Questo è abbastanza bizzarro...".  Non tarda la risposta del Ministero dei Trasporti e delle infrastrutture. L'analisi costi benefici sul Tav Torino-Lione "viene preliminarmente condivisa con gli interlocutori diretti rispetto al progetto, che è regolato da un trattato internazionale, ossia Francia in prima battuta e Commissione Ue subito dopo. Successivamente e a strettissimo giro verrà condivisa in seno ai due contraenti del patto di Governo". Lo precisano fonti del ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, aggiungendo che "M5S e Lega sono in perfetta simmetria informativa sul dossier".

Ieri l'analisi costi-benefici sulla Tav è stata consegnata alla Francia.  Al momento "non sono state prese decisioni e non ci sono novità", precisa all'ANSA Francesco Ramella, membro della commissione che si è occupata dell'analisi. "Sono a Roma, al ministero, e non in gita scolastica, a definire quello che dobbiamo raccontare a Bruxelles", si limita ad aggiungere l'ingegnere, esperto di trasporti e docente dell'Università di Torino che ha lavorato al dossier con Marco Ponti.

salvini visita il cantiere tav di chiomonte 17SALVINI VISITA IL CANTIERE TAV DI CHIOMONTE 
Si scatena il dibattito politico. Il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri sottolinea che è 'offensivo che la valutazione sulla Tav, dal governo sia stata affidata prima alle autorità francesi che non al dibattito istituzionale italiano. Il Parlamento di Roma non conta, si rende omaggio all'ambasciata francese. Una modalità sconcertante, offensiva, da vassalli". 

toninelli tavTONINELLI TAV







"Peraltro, - aggiunge - ricordiamo che è il Parlamento italiano che deve decidere, perché ci sono norme che hanno valore di legge che ci impegnano a realizzare l'opera. E solo un voto uguale e contrario abrogativo del Parlamento potrebbe risolvere il problema. Non ci sono vie d'uscita. A parte le valutazioni di merito che vedono Forza Italia fortemente favorevole alla Tav, che non serve per andare da Torino a Lione ma per collegare in maniera trasversale da ovest ad est l'Europa, le modalità utilizzate dal governo sono provocatorie e inaccettabili. Questo ulteriore atto dimostra ancora di più la mancanza di senso istituzionale e il disprezzo per il Parlamento e la democrazia di questo esecutivo".

Fonte: qui

“HANNO ASPETTATO CHE CE NE ANDASSIMO” 
IL MINISTRO TONINELLI HA CONSEGNATO L’ANALISI COSTI BENEFICI ALL’AMBASCIATORE FRANCESE QUANDO I SOTTOSEGRETARI LEGHISTI SIRI E RIXI HANNO LASCIATO I LORO UFFICI 
DOPO IL BLITZ, HANNO SMESSO DI RISPONDERE AL TELEFONO 
ALLA FACCIA DELLA TRASPARENZA: I GRILLINI HANNO TENUTO NASCOSTO IL DOCUMENTO DELLA COMMISSIONE COMPOSTA DA TECNICI DICHIARATAMENTE NO TAV
Marco Imarisio per il “Corriere della Sera”

salvini toninelliSALVINI TONINELLI
Si sta come d' inverno nei ministeri gli alleati di governo. Ancora più delle lagnanze per la precedenza accordata all' amatissimo Emmanuel Macron, a colpire Matteo Salvini e i suoi sono stati i modi in cui è stata fatta pervenire a Parigi la famosa analisi costi-benefici sulla Tav. Martedì, primo pomeriggio. Il viceministro Edoardo Rixi e il sottosegretario Armando Siri, i due leghisti alle Infrastrutture, lasciano i loro uffici per impegni elettorali dopo una giornata tranquilla.

MARCO PONTI NO TAVMARCO PONTI NO TAV
Come al solito hanno mandato i loro collaboratori dai pari grado pentastellati e dal capo di gabinetto di Danilo Toninelli a chiedere lumi sul benedetto dossier. Ormai è trascorso un mese, pieno di veleni e discussioni, da quando il professor Marco Ponti e i suoi esperti l' hanno consegnata.

Sarebbe anche arrivato il momento di vederla, ripetono da giorni gli esponenti e i tecnici in quota Carroccio. Abbiamo bisogno di un po' di tempo per ultimare la traduzione, è la risposta.
matteo salvini armando siriMATTEO SALVINI ARMANDO SIRI
Passa un' ora e verso le 16.30 un funzionario chiama un esponente dell' ignaro plotone leghista delle Infrastrutture. Racconta di aver visto entrare nell' ufficio del capo di gabinetto del ministro l' ambasciatore francese Christian Masset, accompagnato da un suo assistente. Lo staff della Lega chiama ripetutamente Toninelli e i suoi assistenti, ma tutti i telefoni sono muti, non risponde nessuno.

Alle 18.08 apprendono dalle agenzie di stampa che le ottanta pagine dell' analisi costi-benefici sono stati consegnati in versione cartacea al massimo rappresentante della Francia in Italia, il quale ha peraltro chiesto e ottenuto il permesso di usufruire delle fotocopiatrici con scanner del ministero per ottenerne una copia in formato digitale.
edoardo rixi 3EDOARDO RIXI 

«Come al solito. Hanno aspettato che ce ne andassimo, non ci rispondono e solo dopo aver visto le nostre telefonate hanno deciso di fare un comunicato all' Ansa». Pare sia un copione che si ripete spesso. Dopo ogni annuncio di Toninelli, dopo ogni decisione unilaterale, sul ministero si crea un campo magnetico che impedisce ai telefoni di attivarsi. Figurarsi nell' ultimo mese, quando i sottosegretari leghisti, già poco felici del fatto che la delega sulla Tav e sulle altre grandi opere sia di competenza esclusiva del ministro, hanno cominciato a fare pressioni. A parole, tutto bene. Nei fatti i rapporti e la fiducia reciproca tra le due fazioni di governo alle Infrastrutture sono come la temperatura odierna sul Moncenisio, dove dovrebbe passare il tunnel dell' alta velocità Torino-Lione. Sottozero.

Condivisione, questa sconosciuta. I tecnici che lavorano con i due sottosegretari leghisti non si capacitano come sia possibile che una analisi costi-benefici possa essere stata affidata a una commissione di esperti considerati «grillini», accomunati da anni di scritti e studi fortemente contrari alla Tav. La prova del nove della scarsa trasparenza pentastellata secondo i sottosegretari leghisti alle Infrastrutture è nella scelta di mandare avanti da sola l' analisi costi-benefici sulla Tav.
l ambasciatore francese christian masset (1)L AMBASCIATORE FRANCESE CHRISTIAN MASSET
Di tutte le opere esaminate finora dalla stessa commissione, solo per la Torino-Lione è stato deciso di anticipare quel parere, senza accompagnarlo con il controcanto delle osservazioni della struttura di missione e dell' Avvocatura dello Stato.

Nello scorso ottobre, per la resa dei conti sul Terzo valico, Toninelli aspettò di avere in mano tutti i dossier. Lo studio del gruppo Ponti parlava di un saldo negativo dell' opera basato in gran parte sul mancato incasso di accise sul carburante e pedaggi autostradali. La struttura di missione fece notare come il calcolo di quelle due voci fosse in contrasto con le linee guida dell' Unione europea e dello stesso ministero alle Infrastrutture. L' Avvocatura dello Stato disse che andare avanti era più conveniente che fermarsi.
 
Il ministro presentò tutti e tre i pareri insieme e diede il via libera, a malincuore. Adesso le voci positive sono state eliminate, almeno a livello mediatico. Negli annunciati sei miliardi di bilancio negativo della Tav previsto dalla costi-benefici, 5 sarebbero imputabili alle mancate tasse sulla benzina. A quelli della Lega sarebbe piaciuto parlarne prima, data la delicatezza della questione Tav. Ma i telefonini di Toninelli dei suoi collaboratori sono rimasti spenti fino a notte fonda.

Fonte: qui

GIRA LA FOTO DI JUAN GUAIDÒ IN TENUTA MASSONE, E LUI STESSO A DOMANDA DIRETTA NON SMENTISCE, MA DICE ''OGNUNO È COMPOSTO DA VARIE PARTI''

SUI SITI COMPLOTTISTI E FILO-MASSONI SI CONFERMA IL SUO ESSERE UN FRATELLO. DI SICURO C'È IL RITORNO DI ELLIOT ABRAMS IN SUDAMERICA, DA 40 ANNI A FARE PASTICCI NEL 'GIARDINO DI CASA' DEGLI STATI UNITI
ECCO L'AUTOPROCLAMATO NUMERO 1 DEL VENEZUELA CHE RIDE COL GREMBIULINO
JUAN GUAIDO CON GREMBIULE MASSONEJUAN GUAIDO CON GREMBIULE MASSONE

Su di lui si sta giocando una partita internazionale che ricorda tanto gli anni della Guerra fredda. Da una parte la Russia che difende Maduro, dall'altra gli Usa che spingono Guaidò. In entrambi i casi in gioco c'è il futuro del Venezuela. Intanto Guaidò se la ride e si fa fotografare col grembiulino da massone.



VIDEO: LA LOGGIA DEL SUD-EST CHE APPOGGIA GUAIDO'

VIDEO: NELL'INTERVISTA, GUAIDO' NON RISPONDE ALLA DOMANDA ''LEI E' MASSONE?''




ABRAMS, L' UOMO DI TRUMP RITORNA SUL LUOGO DEL DELITTO
Roberto Zanini per ''il manifesto''

JUAN GUAIDO RISPONDE ALLA DOMANDA SEI MASSONEJUAN GUAIDO RISPONDE ALLA DOMANDA SEI MASSONE
«Sembra ci sia stato un incidente, che la guerriglia ha distorto, per non dire di peggio». Il giovane assistente del Dipartimento di stato per l' America latina liquidò così la questione davanti alla commissione Esteri del senato. El Mozote era un villaggio nel nord-est del Salvador, un grumo di venti case e una piazza, campi e foreste intorno. Dieci giorni prima di Natale visi rifugiarono tutti gli abitanti della zona, spaventati dall' arrivo del Battaglione Atlacatl, il reparto di élite addestrato alla School of the Americas.
PRESUNTI CERTIFICATI DI MASSONERIA DI JUAN GUAIDOPRESUNTI CERTIFICATI DI MASSONERIA DI JUAN GUAIDO


Li torturarono e uccisero tutti, stuprarono le donne, impiccarono i bambini. Mentre l' assistente parlava ai senatori della «professionalità» delle truppe uscite da Fort Bragg, le ossa di un migliaio di persone erano sparse al suolo.

Era il febbraio del 1982, Elliott Abrams aveva 34 anni ed era appena entrato al Dipartimento di stato. La settimana scorsa, il segretario di stato Mike Pompeo lo ha nominato inviato speciale degli Stati uniti per il Venezuela.
Sembrava sepolto nell' archivio della storia, Abrams. La bolgia venezuelana è riuscita nel miracolo di riproporlo al vertice della politica estera Usa. Quando Trump dice che «quella militare resta un' opzione», o quando il consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton sventola un block notes su cui si legge «5.000 soldati in Colombia», il loro uomo è Abrams. E se il tuo solo strumento è un martello, ogni problema somiglia a un chiodo.

juan guaido' 7JUAN GUAIDO' 

La traiettoria di Elliott Abrams copre quattro presidenze (Reagan, Bush H., Bush W. e ora Trump) e quasi una quarantina d' anni, alternando la macchina del governo a quella della politica ma suonando sempre la stessa nota, quella del «cortile di casa» in cui tutto è lecito. Newyorkese, nato nel 1948, famiglia di ebrei democratici militanti, famoso liceo progressista, laurea a Harvard e master alla London School of Economics, a metà degli anni '70 Abrams entra nello staff di Henry "Scoop" Jackson, prominente senatore democratico in cerca di nomination- così anti -comunista e militarista che da quello staff uscirono alcuni dei più noti cervelli neocon, come Paul Wolfowitz e Richard Perle.
elliott abramsELLIOTT ABRAMS

Deluso da Carter, Abrams abbraccia Reagan e nel 1981 viene reclutato dal Dipartimento di Stato. Diventerà assistente segretario per i diritti umani, curiosa qualifica per il più forsennato difensore di ogni regime del continentePer tutti gli anni 80 si schiera con i governi massacratori in Salvador, appoggia il dittatore e genocida guatemalteco Rios Montt in Guatemala, è al fianco della junta militare in Argentina e in Cile, prima aiuta e poi fa arrestare il generale Manuel Noriega a Panama...

Per tutti ottiene generosi- e spesso illegittimi -finanziamenti pubblici, e quando non li ottiene ripiega su schemi privati: in Nicaragua appoggia la Contra con la vendita di armi all' Iran, l' affare del colonnello Oliver North. Sarà la sua buccia di banana: per aver mentito al Congresso evita la prigione dichiarandosi colpevole, e viene poi perdonato da Bush H. la vigilia di Natale del '92.
elliott abrams con ronald reaganELLIOTT ABRAMS CON RONALD REAGAN
Escluso dall' amministrazione per una decina di anni, Elliott Abrams consolida la posizione di super -falco. Trova l' appoggio dell' Anpac, la potente lobby ebraica conservatrice. È tra i primissimi a entrare nel Pnac (Project for the new american century) fondato nel 1997, accanto a Cheney, Rumsfeld, Wolfowitz, Bolton... L' intero stato maggiore politico di Bush W., gli uomini che decideranno l' invasione dell' Iraq e la guerra infinita al terrorismo così come la conosciamo. È Bush junior a farlo rientrare nel giro, come special assistant del presidente nel National Security Council. È il 2001. Neanche tre mesi dopo, due aerei vanno a schiantarsi contro le Twin Towers a New York.
elliott abrams dick cheneyELLIOTT ABRAMS DICK CHENEY

E mentre tutti guardano il cratere, c' è il golpe in Venezuela. Nel 2002 un gruppo di soldati sequestra Hugo Chávez, il capo della confindustria Pedro Carmona offre al presidente le dimissioni in cambio della vita. Chávez tiene duro e dopo 48 ore viene liberato, la rivolta sedata. A dare il via libera a Carmona era stato il senior director del Consiglio per la sicurezza nazionale: Elliott Abrams.

Negli anni di Obama torna un privato cittadino, tra think tank e candidati presidenti, fino alle elezioni 2016 quando firma un famoso pezzo sul Weekly Standard: «Il partito ha nominato uno che non può vincere e non dovrebbe essere presidente».

elliott abrams mike pompeoELLIOTT ABRAMS MIKE POMPEO
IL RESTO È CRONACATrump glie la fa pagare rifiutandogli il ritorno al Consiglio di sicurezza proposto da Rex Tillerson. Poi anche Tillerson sarà fatto fuori e Abrams rimesso in gioco, sconcertando molti anche nella destra americana. Nominarlo special envoy per il Venezuela è una scelta tremenda e precisa: nulla ci sarà risparmiato.

Fonte: qui

Summit M5S-ala dura gilet gialli, parte duello con Lega

Ma Drouet dice no alla richiesta d'accordo 


Salvini avverte 'niente scambi Tav-Diciotti'


Ansa - L'avvio di un dialogo con i gilet gialli per dare slancio alla campagna per le Europee. In un albergo dell'hinterland meridionale di Parigi, Luigi Di Maio incassa una bozza di accordo con Christophe Chalencon, leader dell'ala dura del movimento transalpino e, soprattutto, con quella parte dei gilet gialli che scenderà in campo - con la lista Ric (referendum d'iniziativa polare) - il 26 maggio. Ma a Di Maio, per ora, basta. La prossima settimana, a Roma, l'incontro con la capolista Ingrid Lavavasseur potrebbe segnare un passo decisivo per la ratifica del manifesto comune lanciato dal M5S. Manifesto che, finora, raggruppa partiti minori di Paesi che porteranno a Strasburgo un numero comunque non cospicuo di europarlamentari. Ecco perché, nella strategia del M5S, l'accordo sia pur con una parte dei gilet gialli potrebbe fare da pivot in una campagna dove Di Maio è costretto a destreggiarsi tra socialisti, popolari e i sovranisti capeggiati dal suo alleato Matteo Salvini.
L'incontro con Chalencon e con alcuni esponenti della lista Ric avviene con un vero e proprio blitz Oltralpe, lontano dalle telecamere, che Di Maio e Alessandro Di Battista organizzano in Francia con gli eurodeputati Ignazio Corrao, Fabio Massimo Castaldo e Tiziana Beghin. "Il vento del cambiamento ha valicato le Alpi", esulta il vicepremier sottolineando le battaglie in comune con i gilet gialli: dall'ambiente alla democrazia diretta fino ai diritti sociali e al no alla Tav. Si tratta, invero, solo dell'ala più dura, guidata da Chalencon, 52enne fabbro di professione, considerato il leader dei 'gilet gialli liberi' e teorico di una vera e propria guerra civile, con tanto di sostituzione dell'attuale ministro dell'Interno francese con un esponente militare. Poco dopo, non a caso, uno dei principali - e più noti - leader dei gilet gialli, Eric Drouet, disconosce qualsiasi "iniziativa politica" fatta a nome del movimento. Chalencon non ha mai "detto niente alleanze" con il M5S. Le sue parole, nell'intervista al quotidiano Le Parisien, sono state decontestualizzate all'interno di una risposta più ampia in cui viene spiegato che, non avendo i gilet gialli ancora né eletti né liste, è prematuro parlare di "matrimonio" con il M5S per le Europee. E' quanto spiegano fonti vicine al vicepremier Luigi Di Maio spiegando che lo stesso Chalencon, in serata, ha chiarito con il leader M5S il senso delle sue parole al quotidiano francese. "L'alleanza è un matrimonio, io ho parlato di concubinato", ha spiegato Chalencon al vicepremier.

Chi è Chalecon, il leader dei gilet incontrato da M5s. Presentato dai media francesi nelle ultime settimane come uno dei leader dei cosiddetti "gilet gialli liberi", ha fatto parlare di sé per una serie di interviste in cui ha parlato di "guerra civile inevitabile". In un post su Facebook del 23 dicembre, accompagnato dalla dicitura "il caos annunciato", aveva lanciato un appello alle dimissioni di Emmanuel Macron, al quale aveva aggiunto un secondo appello all'esercito. Chiedeva un "governo di transizione per sentire e ascoltare il popolo". E precisava: "Lancio un appello a Macron o, se non vuole piegarsi, ai militari. Oggi spetta ai militari entrare in gioco per consentire l'insediamento di questo governo". L'intervento dei militari era stato già invocato da Chalencon il 3 dicembre, quando il leader dei gilet gialli aveva chiesto "un vero comandante" a palazzo Matignon, sede del governo francese. Secondo Chalencon, che ha ripetuto queste affermazioni alla radio Europe 1, questo passaggio avrebbe previsto la sostituzione del primo ministro Edouard Philippe con il generale de Villiers, ex capo di stato maggiore dell'esercito silurato da Macron.
Lo sciopero che paralizza la Francia. Oggi nel paese transalpino rallentamenti, blocchi e disagi nel quadro dello sciopero nazionale di 24 ore indetto dal sindacato CGT, a cui aderiscono anche i syndicats FO, Solidaires, France Insoumise e una parte dei gilet gialli. In un tweet, la società che gestisce la Tour Eiffel, uno dei monumenti simbolo di Parigi, avverte che "a causa del movimento di sciopero nazionale, oggi 5 febbraio, l'accesso ai visitatori potrebbe essere problematico". In totale, sono circa 160 gli avvisi di sciopero depositati nel Paese, in particolare, nella funzione pubblica (DGCCRF), nei trasporti (come il gruppo RATP che gestisce la metropolitana di Parigi o le ferrovie SNCF). Disagi, al momento,all'aeroporto di Nantes e blocchi nel porto di Le Havre. Questa mattina, secondo France Info, diverse centinaia di militanti tra lavoratori e gilet gialli hanno bloccato, tra l'altro, i mercati generali di Rungis, alle porte della capitale. Oltre alle rivendicazioni sociali come innalzamento dei salari ed equità fiscale, alcuni sfilano per difendere "la libertà di manifestare". Proprio oggi, infatti, l'Assemblea Nazionale è chiamata ad approvare la controversa legge 'anti-casseurs', che attribuirà ai prefetti la possibilità di vietare le manifestazioni. Un provvedimento che spacca la stessa maggioranza presidenziale di Emmanuel Macron.