La rottamazione dei settori strategici ucraini è iniziata. UkrOboronProm vicina alla chiusura del settore civile, la Antonov (ex azienda sovietica), a vantaggio dei competitors occidentali
Ormai è ufficiale il gruppo industriale Antonov, fiore all’occhiello dell’industria aeronautica ucraina, cessa ufficialmente di esistere. Come riferisce anche l’agenzia stampa Doninews, i comparti sussidiari della compagnia posseduta dallo stato ucraino erano stati ceduti alla UkrOboronProm anch’essa a controllo statale e nel migliore dei casi costruiranno droni, da usare in zona Nato, visto che l’antiaerea di DNR è riuscita a creare una ”no fly zone” di fatto all’aviazione giallo e blu.
Strano destino per un gruppo industriale che vantava la progettazione e la costruzione di due dei più grandi aerei da trasporto sia civile che militare al mondo, l’An225 Mrija e l’An124 Ruslan, finire in una dismissione a produrre droni.
Ma queste sono le conseguenze di scelte dettate dalla sudditanza politica di Kiev nei confronti degli Usa che ha prodotto il semaforo rosso su tutti i programmi di cooperazione militare con la Russia, provocando danni stimati (al ribasso) dall’IMF per 180 milioni di dollari, mentre in realtà la cifra secondo fonti russe è più’ vicina ai 2 miliardi di dollari. Il prezzo della schiavitù è lo stesso che conosciamo in Italia. Contratti che si perdono, fabbriche che si chiudono e nei casi di pronazione a 90° come quello di Kiev, la dismissione di asset strategici.
La chiusura dell’Antonov in realtà è stato un atto formale. Basta andare sul sito di Wikipedia in lingua ucraina per apprezzare in un diagramma la produzione di tutti i modelli Antonov dal 1991 ad oggi, una bella sintesi dell’evoluzione del comparto industriale ucraino dall’indipendenza ad oggi.
Solo nel 2012 si era arrestata la rovinosa decrescita produttiva, guarda caso quando i legami tra Russia ed Ucraina si stavano rinsaldando.
Tutto a vantaggio della concorrenza nel settore aerei da trasporto Boeing e Lockheed Martin, che avranno il monopolio del mercato, almeno in attesa che il vivace settore aerospaziale russo non proponga sostituti di questi due interessanti aerei che detengono ancora diversi record del mondo in quanto a capacità di carico.
Fonte: L’Opinione Pubblica