9 dicembre forconi: 09/28/18

venerdì 28 settembre 2018

Bolletta luce e gas, da ottobre ancora più salata per l’impennata delle materie prime energetiche

La brutta notizia è che a partire da ottobre i costi delle bollette di luce e gas per chi è nel mercato in tutela saliranno di nuovo

Quella buona è che l’autorità del settore, l’Arera, proprio per questo motivo ha deciso di rinnovare il blocco degli oneri generali di sistema, che contribuiscono a fare ulteriormente lievitare il costo della bolletta. 

Nel dettaglio, nonostante tale blocco, dal prossimo primo ottobre la spesa per l’energia per una famiglia tipo (consumi medi di energia elettrica di 2.700 kWh e di 1.400 metri cubi di gas l’anno) in tutela aumenterà del 7,6% per l’energia elettrica e del 6,1% per il gas naturale rispetto ai costi del terzo trimestre.

Milano, 27 settembre 2018

Per far fronte ai forti aumenti dei prezzi delle materie prime energetiche e delle quotazioni all'ingrosso dell'energia elettrica e del gas che hanno raggiunto in Italia e in Europa livelli record, per l'elettricità l'Arera ha deciso di rinnovare il blocco degli oneri generali di sistema. Situazioni analoghe di tensioni sui prezzi si riscontrano in altri Paesi europei, come in Francia e Spagna, in cui le Autorità di regolazione stanno attentamente monitorando le dinamiche di mercato per assicurarne il buon funzionamento, a tutela dei consumatori.

Già in occasione dell'aggiornamento di fine giugno, gli oneri generali erano stati notevolmente diminuiti per attutire l'impatto dell'aumento del prezzo dell'energia. Ciò avrebbe  dovuto comportare un aumento per recuperare il gettito perduto. Con questa manovra l'Autorità utilizza nella misura massima possibile la sua azione di 'scudo', rinviando di un ulteriore trimestre il rialzo necessario degli oneri. L'effetto complessivo di questa manovra è il contenimento della spesa per i consumatori elettrici, domestici e non domestici, di circa un miliardo di euro (per tutto il 2018), a beneficio sia del mercato libero che di quello tutelato.
L'eccezionale situazione di tensione nei mercati energetici in Europa è determinata da diversi fattori:

  • le sostenute quotazioni internazionali delle materie prime energetiche; in particolare, i prezzi di riferimento per l'Europa del gas naturale e del carbone risultano (in euro) in aumento del 13% e del 12% nel trimestre in corso rispetto al secondo trimestre 2018;
  • le quotazioni del gas europeo sono spinte verso l'alto anche dall'aumento dei prezzi del gas trasportato via mare (GNL) sui mercati asiatici (+22% - in euro - rispetto al secondo trimestre 2018), in quanto tale tensione limita in prospettiva l'offerta di gas naturale disponibile per l'Europa;
  • la crescita senza precedenti del prezzo dei permessi di emissione di anidride carbonica (CO2, +29% negli ultimi tre mesi rispetto al trimestre precedente), cioè dei titoli che i produttori di energia elettrica devono acquistare per compensare la loro CO2 immessa nell'atmosfera;
  • le limitazioni e l'incertezza legata allo stop totale o parziale di 22 reattori nucleari su 58 in Francia, per manutenzione o limitazioni nell'uso dell'acqua per la refrigerazione degli impianti a causa delle elevate temperature estive.
Conseguentemente, in base ai dati di pre-consuntivo, il prezzo della borsa elettrica italiana (PUN) risulta in aumento di circa il 29% rispetto al secondo trimestre del 2018, scontando anche il calo della produzione idroelettrica e temperature superiori alla media stagionale nel mese di settembre. Inoltre i prezzi sui mercati a termine  per il quarto trimestre non danno segnali di inversione dell'attuale tendenza al rialzo.
Pur in presenza del blocco degli oneri generali elettrici,  dal prossimo 1° ottobre la spesa per l'energia per la famiglia tipo[1] in tutela registrerà un incremento del 7,6% per l'energia elettrica (+1,5 cent€/kWh) e del 6,1% per il gas naturale (+4,78cent€/Smc) rispetto alla spesa del terzo trimestre.
Per l'elettricità la spesa (al lordo tasse) per la famiglia-tipo nell'anno scorrevole[2] (compreso tra il 1° gennaio 2018 e il 31 dicembre  2018) sarà di 552 euro, con una variazione del +6,1% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell'anno precedente (1° gennaio 2017 - 31 dicembre 2017), corrispondente a un aumento di circa 32 euro/anno. Nello stesso periodo la spesa della famiglia tipo per la bolletta gas sarà di circa 1.096 euro, con una variazione del +5,9% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell'anno precedente (1° gennaio 2017 - 31 dicembre 2017), corrispondente a circa 61 euro/anno. Fonte: qui


Per trovare le offerte del mercato libero più adatte alle proprie esigenze, a disposizione dei consumatori c'è il 'Portale Offerte' (www.ilportaleofferte.it), il sito dell'ARERA, gestito da Acquirente Unico, pubblico e indipendente, che dallo scorso luglio permette a famiglie e piccole imprese di confrontare e scegliere in modo semplice e chiaro le offerte di luce e gas.


“RIFIUTAMMO DI DARE ARMI ALL’ISIS”


IL PENTITO SALVATORE ORABONA, EX AFFILIATO DEL CLAN DEI CASALESI, RACCONTA DELL’INCONTRO CON MOHAMED KHEMIRI, IL TUNISINO RADICALIZZATO CHE VOLEVA COMPIERE UN ATTENTATO SUICIDA IN ITALIA: “MI CHIESE DEI KALASHNIKOV. IO NON GLIELI HO VOLUTI DARE” 

KHEMIRI È UN EX VENDITORE AMBULANTE, CHE SI È RADICALIZZATO ED È STATO INCASTRATO GRAZIE A…



KHEMIRI MOHAMED KAMEL EDDINEKHEMIRI MOHAMED KAMEL EDDINE
«Sono isissiano finché avrò vita e se morirò vi esorto a farne parte»: così, il 26 gennaio del 2015, scriveva sulla sua bacheca Facebook Mohamed Kamel Edine Khemiri, il tunisino condannato lo scorso giugno a otto anni di reclusione per terrorismo di matrice islamica.

Dalle motivazioni della sentenza, depositate nei giorni scorsi, emergono particolari preoccupanti: Khemiri, 43 anni, ex venditore ambulante di frutta che si è radicalizzato negli ultimi anni ed è stato smascherato grazie a un virus installato dai carabinieri sul suo BlackBerry, era pronto a compiere un attentato suicida.

Aveva chiesto al clan dei casalesi di acquistare cinque fucili mitragliatori di marca Kalashnikov, con tanto di munizioni. Ma quando ne compresero le intenzioni, anche i boss casalesi, che pure in questi anni hanno dimostrato di essere sanguinari e spietati, decisero di non accontentarlo.

La sentenza di condanna nei confronti di Khemiri, emessa dalla III sezione delle Corte d’Assise (presidente Roberto Vescia, giudice estensore Giuseppe Sassone) è la prima a Napoli per terrorismo in favore dell’Isis (Islamic state of Iraq and Syria).

Una sentenza che potrebbe costituire un precedente: eppure, proprio perché non ci sono altri casi analoghi, non era scontato che l’esito fosse questo. Quando la Procura chiese al gip di Napoli l’arresto per terrorismo, infatti, si vide respingere la richiesta.

esecuzione isis a raqqaESECUZIONE ISIS A RAQQA
Si riuscì a metterlo in cella grazie al gip di Santa Maria Capua Vetere, che emise un’ordinanza di custodia cautelare per associazione a delinquere finalizzata alla contraffazione di documenti (reato per il quale il tunisino, che abitava in un appartamento sopra alla moschea di San Marcellino, nel Casertano, è stato condannato in primo e in secondo grado).

È stato nel corso del dibattimento che il pm Maurizio De Marco, del pool antiterrorismo coordinato dall’aggiunto Rosa Volpe, a convincere i giudici togati e popolari della validità delle prove. E i giudici, si legge nella sentenza, ritengono che Khemiri fosse ormai «pronto all’azione».

SALVATORE ORABONASALVATORE ORABONA
Altro che reato di opinione: «Appare evidente che Khemiri non si è limitato a condividere sui social contenuti in cui ha espresso la sua opinione su una vicenda storico-politica di rilievo internazionale. Le sue affermazioni sono di chiara impronta estremista, esaltano i metodi sanguinari, inneggiano al martirio e celebrano le conquiste del Califfato».

Ecco, per esempio, che cosa scriveva il tunisino su Twitter il 17 marzo del 2015: «O lettore dei miei scritti, non piangere per la mia morte; oggi sono con te e domani sotto terra. Se vivo sarò con te, se muoio avrai il ricordo. O passante sulla mia tomba, non meravigliarti del mio stato. Ieri ero con te, domani sarai tu con me».

isis TELEGRAMISIS TELEGRAM
Ma c’è anche un altro elemento che, secondo i giudici, fa pensare che Khemiri fosse pronto a un gesto eclatante ed estremo nel carcere in cui era detenuto: una lettera inviata a mano all’imam di San Marcellino in cui prima afferma di essere sicuro di lasciare presto la prigione, poi si congeda dandogli appuntamento «al Nilo del Paradiso, cioè l’oltretomba in cui i musulmani aspettano il giorno del giudizio universale».

Particolarmente interessante il racconto di Salvatore Orabona, ex affiliato al clan dei casalesi e oggi collaboratore di giustizia. Il suo ruolo era quello di estorcere denaro, riciclare auto, trattare la compravendita di armi e droga. Al processo, Orabona ha raccontato di un incontro in un bar di San Marcellino con Khemiri e altri due stranieri da tempo residenti in Italia.
Fezzani, reclutatore Isis in ItaliaFEZZANI, RECLUTATORE ISIS IN ITALIA

Gli altri due gli chiesero di procurare loro una Mercedes. Khemiri, invece, gli chiese anche armi e munizioni. «Nel parlare, quando abbiamo finito di parlare delle auto — ha testimoniato il collaboratore — mi hanno chiesto anche delle armi di tipo Kalashnikov.

propaganda isisPROPAGANDA ISIS
E io lì mi sono rifiutato, diciamo, di questa proposta delle armi, e gli ho detto: io vi posso dare solo le auto; le armi non gliele ho volute dare a queste persone». Chiosano i giudici: «Il teste, nonostante dichiarasse che dalla vendita delle armi fosse possibile ricavare anche 15.000 euro per dieci pezzi, si rifiutava di venderle pensando agli eventuali scopi illeciti per cui potessero essere utilizzate da soggetti di nazionalità algerina o tunisina».

Fonte: qui