9 dicembre forconi: 01/11/18

giovedì 11 gennaio 2018

È MORTO ALL’OSPEDALE DI PARMA STEFANO GANCI, UNO DEI FEDELISSIMI DI TOTÒ RIINA: STAVA SCONTANDO L’ERGASTOLO

PARTECIPO’ A DIVERSI OMICIDI FRA CUI QUELLO DEL CONSIGLIERE ISTRUTTORE ROCCO CHINNICI E DEL VICEQUESTORE NINNI CASSARÀ 

FU CONDANNATO A 26 ANNI PER AVER FATTO PARTE DEL COMMANDO AUTORE DELLA STRAGE DI VIA D’AMELIO DOVE MORÌ PAOLO BORSELLINO   


È morto all’ospedale di Parma Stefano Ganci, uno dei fedelissimi di Totò Riina, che stava scontando l’ergastolo nel carcere della città emiliana, ma non in regime di 41 bis. Il decesso è avvenuto negli ultimi giorni del 2017 dopo una degenza di alcuni giorni a causa di una crisi cardiaca sopraggiunta come complicanza di una grave patologia di cui l’uomo soffriva da tempo. Secondo indiscrezioni la Procura di Parma avrebbe disposto, come da prassi, l’autopsia. La salma lascerà la città emiliana per la Sicilia nei prossimi giorni. 
PAOLO BORSELLINOPAOLO BORSELLINO

FECE PARTE DEL COMMANDO CHE UCCISE BORSELLINO 

Ganci era un superkiller di Cosa Nostra e stava scontando l’ergastolo per avere partecipato a diversi omicidi fra cui quello del consigliere istruttore Rocco Chinnici e del vicequestore Ninni Cassarà. Era stato anche condannato a 26 anni per aver fatto parte del commando autore della strage dove morì Paolo Borsellino. 

Rocco ChinniciROCCO CHINNICI

Il collaboratore di giustizia Antonino Galliano raccontò, durante un interrogatorio davanti al giudice Nino Di Matteo che Stefano Ganci – pochi minuti prima dell’attentato al giudice Borsellino, in via D’Amelio – aveva detto “senti il botto” annunciando quello che sarebbe accaduto di lì a poco, cosa che sapeva perché era parte del gruppo che pedinò Borsellino la mattina del 19 luglio 1992.
NINNI CASSARANINNI CASSARA'






Suo padre, Raffaele Ganci, 86 anni, è anche lui all’ergastolo per diversi omicidi tra cui quello di Carlo Alberto Dalla Chiesa: capo del mandamento Noce, era nella “Commissione provinciale” di Cosa Nostra che ordinò gli assassinii di Falcone e Borsellino. Tra l’altro la famiglia Ganci gestiva una macelleria in Via Lo Jacono, a Palermo, a pochi passi dalle dimore di Chinnici e Falcone, di cui potevano seguire i movimenti. L’altro figlio di Raffaele, Calogero Ganci, anche lui killer di Cosa Nostra, si è pentito nel 1996, collaborando con la giustizia.

Fonte: qui

ALCUNE RIPRESE MOZZAFIATO MOSTRANO UN CICLISTA SPERICOLATO ARRAMPICARSI SULLE ALPI FRANCESI CON LA BICI LEGATA ALLA SCHIENA

PRIMA DI LANCIARSI  A TUTTA BIRRA FINO A VALLE, PERCORRENDO SENTIERINI APPARENTEMENTE IMPOSSIBILI PER LE DUE RUOTE


Dopo essersi arrampicato in cima a una montagna con la bicicletta legata alla schiena, Kilian Bron ha percorso diversi sentierini angusti con la sua mountain bike nella regione del Clusaz sulle Alpi francesi.

mountain bike sulle alpiMOUNTAIN BIKE SULLE ALPI
La botta di adrenalina durante l'attraversamento di questi passaggi straordinariamente stretti però non è stata abbastanza per lo spericolato ciclista. Non essendo soddisfatto dei sentieri che anche altri avevano giùà percorso, si è messo alla ricerca di quelli non ancora battuti .

mountain bike sulle alpi 3MOUNTAIN BIKE SULLE ALPI 






Legandosi la bicicletta alla schiena, il 26enne perciò si è arrampicato sul lato della montagna per centinaia di metri, con la bici pericolosamente a penzoloni, incrociando perfino una capra stranita dalla sua presenza.


Pur avendoci messo il triplo del tempo a scalare con il peso della bicicletta, i suoi sforzi sono stati ripagati, grazie alla splendida vista che si poteva godere dalla cima, dove nessun ciclista aveva mai osato prima.
Fonte: qui

“LAVATEVI E INDOSSATE INDUMENTI PULITI” - DEBORA SERRACCHIANI, PD: IMPONE UN DECALOGO DI REGOLE AI SINDACI DEL FRIULI VENEZIA GIULIA

UN VADEMECUM CON LE INDICAZIONI DI BASE SU COME LAVARSI, COME STARE A TAVOLA ED EVITARE DI PUZZARE


DEBORA SERRACCHIANIDEBORA SERRACCHIANI
Se un uomo, nella fattispecie un presidente di regione, si fosse azzardato a dire a una donna, nella fattispecie una sindaca, quanto doveva essere lunga la propria gonna, si sarebbe sollevato un putiferio da qui alle prossime elezioni.

Invece è una donna, Debora Serracchiani, a “consigliare” a prime e primi cittadini del Friuli Venezia Giulia non solo come vestirsi, ma pure come stare a tavola, lavarsi e profumarsi. Come racconta Il Messaggero Veneto, il vademecum inviato a tutti i sindaci contiene indicazioni come “il risotto si mangia con la forchetta. La minestra non si tira su. A tavola, prima di bere, ci si pulisce la bocca e non si parla mentre si mastica”. Come se ci si rivolgesse a bambini maleducati.

SINDACI LAVATEVI
IL DECALOGO DELLE REGOLE BY DEBORA SERRACCHIANIIL DECALOGO DELLE REGOLE BY DEBORA SERRACCHIANI
Non solo ineducati ma pure sporcaccioni visti gli accenti sulle prescrizioni igieniche. «Vale la pena ricordare l’utilità di un buon uso quotidiano di acqua e sapone, quello moderato del profumo - continua il manuale - , la cura del proprio aspetto, compresi capelli, barba e baffi che dovranno essere ben curati”.

MAI GONNE CORTE
Per non parlare delle indicazioni sull’abbigliamento: alle sindache è rivolto l’invito a misurare la gonna. Deve arrivare al ginocchio, non più su. E sandali vietati anche se d’estate. Calorosi consigli pure riguardo i colori del guardaroba, meglio per il pastello, il tailleur nero invece è per le cerimonie. In tempi di magra poi, meglio non ostentare opulenza e quindi gioielli sobri. Moderatezza pure col profumo.
serracchianiSERRACCHIANI

NO AI CALZINI CORTI
Per gli uomini l’invito alla sobrietà riguarda le cravatte, “e ricordate: cravatta e pochette non devono mai avere la stessa fantasia”. Nel vademecum anche indicazioni precise sul resto dell’abbigliamento: “Bene i completi sia grigi che blu e pure il gessato (ma a riga stretta); vietato il nero. Le camicie devono essere azzurre in tinta unita, o con una righina, per il giorno, mentre la camicia bianca è prerogativa della sera o dell’abito da cerimonia. E mi raccomando: niente calzini corti”.

L'IMPORTANZA DEL CERIMONIALE
serracchiani con gueriniSERRACCHIANI CON GUERINI
Le 75 pagine sono accompagnate da una lettera della Serracchiani che le presenta come «un vademecum sul Cerimoniale e il Protocollo» in uso tra Enti territoriali, edito dall’Ancep. «Sottostimare la forma - dice Serracchiani - è spesso sinonimo di involontarie gaffes o incomprensioni a livello di istituzioni: conoscere il linguaggio del Cerimoniale risulta utile per organizzare cerimonie o incontri, come ogni amministratore ha fatto o si troverà a fare nel corso del proprio mandato. Questo agile volume, di facile consultazione, è pensato per aiutare a risolvere queste situazioni”. Ma visto il tenore delle indicazioni, viene da chiedersi “ma con chi crede di avere a che fare la governatrice?” Quale brutta esperienza le sarà capitata per sentire il bisogno di vestire i panni dell’educatrice?

Serracchiani DeboraSERRACCHIANI DEBORA
LE REAZIONI
Inutile dire che i suggerimenti non sono stati accolti benissimo da tutti i sindaci. In particolare Pierluigi Molinaro, sindaco di Forgaria ha twittato ironicamente diversi passi del vademecum chiedendosi, tra l’altro: “Ma chi paga?”.

Fonte: qui

DISGELO ALLE OLIMPIADI INVERNALI – LE DUE COREE S’AVVICINANO SUL GHIACCIO. KIM JONG UN SU CONSIGLIO RUSSO E CINESE E PROMETTE NIENTE RAZZI DURANTE I GIOCHI

SEUL BRINDA E TRUMP SPINGE SU PECHINO E MOSCA PER INASPRIRE LE SANZIONI CONTRO PYONGYANG

Carlo Pizzati per la Stampa

OLIMPIADI INVERNALI COREAOLIMPIADI INVERNALI COREA
Donald Trump avrà anche un bottone più grosso e potente di quello di Kim Jong-un, ma con quest' apertura al dialogo tra le due Coree è stato il leader di Pyongyang a lanciare un efficace razzo diplomatico che minaccia di spaccare il già difficoltoso dialogo tra Washington e Seul.

Il tempismo è stato perfetto. Le ultime settimane sono state un crescendo di posizioni sempre più distanti tra la diplomazia americana e quella sudcoreana. Da un lato, un presidente Trump che le spara sempre più grosse, ma che fa seguire ai paroloni serie sanzioni contro Pyongyang. Dall' altra il presidente sudcoreano, Moon Jae-in, che s' appresta a inaugurare le Olimpiadi invernali nelle sue montagne e non può certo permettersi attacchi terroristici o missilistici dal Nord ed ha un disperato bisogno di una tregua.
KIM JONGKIM JONG UN

Così, pochi giorni dopo la richiesta americana all' Onu di nuove pesanti sanzioni contro il regime di Kim Jong-un, ecco che il leader nordcoreano si presenta in giacca e cravatta in tv, con un imprevisto restyling all' occidentale, e annuncia: ok, riaprite la hotline con la Corea del Sud, incontriamoci e discutiamo se partecipare alle vostre Olimpiadi. Le tensioni tra Moon e Trump sono cresciute, in questi mesi.

Ciccio KimKIM JONG UN
Da un lato il muso duro del miliardario della Casa Bianca, infuriato dai progressi dei testi missilistici di Pyongyang, dall' altro il più conciliante presidente sudcoreano, che ricordava al mondo il suo potere di veto contro qualsiasi attacco lanciato delle forze americane di stanza nella Corea del Sud, precisazione che ha fatto infuriare i generali americani. Ma Moon deve pensare al fatto che i suoi elettori l' hanno mandato alla Casa Blu, il palazzo presidenziale di Seul, proprio con una missione diametralmente opposta a quello della precedente inquilina, la presidente Park Geun-hye, sprofondata in uno scandalo di sciamane e intrallazzi, e vista come troppo sottomessa a Washington.

Moon Jae inMOON JAE IN
Bisogna ricordare che lo spirito dell' unificazione, cui la Corea del Sud dedica un importante ministero, è più vivo che mai. Da posizioni opposte, certo: a Nord si sogna di sottomettere con la forza i filo-americani del Sud, a Sud si fanno calcoli economici su come riprendersi il Nord con fondi e ricostruzione, una volta che il regime resterà del tutto affamato e sul lastrico, ma senza causare una crisi umanitaria irrecuperabile.

E forse ci si sta quasi arrivando, al lastrico, visto che la mossa felina di Kim Jong-un, l' inaspettata apertura per far incontrare ieri le due delegazioni nel «villaggio della tregua» di Panmunjom, nella zona demilitarizzata, ha portato un piccolo frutto: inviare alle Olimpiadi un gruppo nordcoreano d' alto livello composta di atleti, cheerleader, tifosi e giornalisti, assieme a una squadra di Taekwondo. Non poteva esserci garanzia migliore, per la Corea del Sud, contro la paura di missili o sabotaggi dal Nord durante i Giochi invernali.
KIM JONG Xi JinpingKIM JONG XI JINPING

Anche il clima di quest' incontro è stato importante. A volte i dettagli dei retroscena sono quasi più importanti dei risultati. Il delegato nord-corano, Ri Son Gwon, si è lasciato andare a battute meteorologiche: «Non é esagerato paragonare le condizioni climatiche con le relazioni inter-coreane: fa così freddo che interi fiumi e montagne sono ghiacciati». Il ministro dell' Unificazione sudcoreano ha fatto sapere che da ragazzo è stato campione di pattinaggio sul ghiaccio.

Per l' America si tratta di fuffa. Lo ha ricordato l' ambasciatrice americana all' Onu, Nikki Haley: «Non c' è bisogno di un cerotto, qui. Non c' è bisogno di un sorriso e di una foto. Se non si fa qualcosa di concreto per eliminare tutte le armi nucleari dalla Corea del Nord non possiamo prendere sul serio questo dialogo».

Ma Trump, nel suo stile inimitabile, s' è preso il merito anche di quest' apertura, sostenendo che è grazie ai suoi toni duri che Kim ha deciso di cedere al dialogo. Più probabile siano state le sanzioni della Cina, che ha ridotto le esportazioni di greggio nel gasdotto con la Corea del Nord, facendo raddoppiare i costi del carburante nel rigido inverno coreano.

putin trumpPUTIN TRUMP
Kim spera forse di spingere Russia e Cina a rinnovare la richiesta di un accordo «freeze for freeze»: bloccare il programma nucleare nord-coreano in cambio di una sospensione degli esercizi militari congiunti delle forze americane e sudcoreane (già rinviate a dopo le Olimpiadi). L' obiettivo può essere riaprire negoziati che portino Stati Uniti, Cina e Russia a offrire incentivi diplomatici ed economici in cambio di una sospensione del programma nucleare. Trump ha già detto che è una strada inaccettabile. Ma forse, a questo punto, si lavora già a questa possibilità.

Fonte: qui


ROMA: L’ ASSESSORE LINDA MELEO LANCIA L’ALLARME SULL’ATAC: “SE IL CONCORDATO FALLISCE, RISCHIO BLOCCO DEL SERVIZIO DAL 27 GENNAIO”



«Se il concordato non dovesse andare a buon fine e tramutarsi in un fallimento aziendale o in una amministrazione straordinaria già dal 27 gennaio ci sarebbe il rischio di blocco del servizio». Lo ha detto l'assessore alla Mobilità di Roma, Linda Meleo, nel corso della seduta delle commissioni capitoline congiunte Mobilità e Bilancio, nell'ambito dell'illustrazione della proposta di delibera per la proroga dal 4 dicembre 2019 al 3 dicembre 2021 dell'affidamento ad Atac del servizio di trasporto pubblico nella Capitale. «Se non ci fosse la proroga che supporta il piano industriale - ha spiegato Meleo - piano che è ancora work in progress, il pericolo di blocco del servizio sarebbe molto concreto».

linda meleoLINDA MELEO
«Il nostro obiettivo è avere un servizio di trasporto pubblico in house in grado di erogare un servizio efficiente dopo decenni. Con questa delibera ci prendiamo 4 anni per valutare come organizzare il servizio dopo il 2021 e che può essere o con il rinnovo in-house o con l'eventuale messa a gara», ha spiegato illustrando la proposta di delibera per la proroga dal 4 dicembre 2019 al 3 dicembre 2021 dell'affidamento ad Atac del servizio di trasporto pubblico nella Capitale. «Atac ha due anime - ha spiegato Meleo - una su ferro e una su gomma e organizzare una gara di questo tipo era impossibile in due anni. Questa proroga comporterà anche la proroga del contratto di servizio e il costo verso Atac per km erogato è già nel vecchio contratto quindi non cambiano le condizioni e i costi per Roma Capitale».

Intanto è slittato alla prossima riunione, forse già in settimana, il parere delle commissioni capitoline Mobilità e Bilancio sulla delibera che proroga fino al 2021 l'affidamento a Atac del tpl capitolino. È stata infatti accolta la richiesta avanzata dalle opposizioni di maggiori approfondimenti. Il documento entro fine mese dovrebbe approdare in Aula.

Fonte: qui

COLPO GROSSO A PARIGI - ROCAMBOLESCO ASSALTO A MANO ARMATA AL CENTRALISSIMO HOTEL A 5 STELLE, IL RITZ DI PLACE VENDOME

IN CINQUE, IN PASSAMONTAGNA E IN SCOOTER, HANNO PRESO D’ASSALTO LA GIOIELLERIA DELL’HOTEL RUBANDO UN’INGENTE SOMMA IN GIOIELLI: SEMBRA 3,5 MILIONI DI EURO MA C’È CHI AZZARDA 5 MILIONI 

DUE ARRESTI - VIDEO



Ritz-Carlton Hotel in ParisRITZ-CARLTON HOTEL IN PARIS
Terrore questa sera a Parigi per un rocambolesco assalto a mano armata al centralissimo hotel a 5 stelle, il Ritz di place Vendome. In cinque, in passamontagna e in scooter, hanno preso d’assalto la gioielleria dell’hotel rubando un’ingente somma in gioielli: sembra 3,5 milioni di euro ma c’è chi azzarda anche valori maggiori, che sfiorerebbero i 5 milioni di euro. 
Secondo le prime testimonianze erano armati di un’ascia e di pistole e fucili: tre sono stati fermati, in due sono tuttora in fuga. Non è chiaro se il bottino, o almeno parte di esso, sia stato recuperato.  

Ritz-Carlton Hotel in ParisRITZ-CARLTON HOTEL IN PARIS
La rapina è avvenuta intorno alle 18,30: i ladri hanno distrutto le vetrine del negozio parigino e si sono impossessati dei costosissimi gioielli in oro e pietre preziose in esposizione. Numerosi gioiellieri espongono i loro preziosi nei saloni del celebre albergo parigino, dove Lady D trascorse l’ultima sera prima di morire la notte del 31 agosto 1997 in fuga dai paparazzi nel tunnel del Pont de l’Alma. 

Ritz-Carlton Hotel in ParisRITZ-CARLTON HOTEL IN PARIS
La sicurezza del quartiere era stata rafforzata nel 2014, dopo che altri gioiellieri di lusso erano stati rubati proprio in place Vendome. Ma questo non ha impedito ai malviventi di agire a colpo sicuro. 

Fonte: qui