In un articolo pubblicato qualche giorno fa sul Financial Times, si è letto che "Alti funzionari e banchieri dichiarano che fino a otto banche italiane rischiano il fallimento se Renzi perde il referendum costituzionale".
Il messaggio che si vuole far passare, a pochi giorni dal referendum, è che l'eventuale affermazione del NO indurrebbe Renzi alle dimissioni, rallentando così i tentativi del governo finalizzati a stabilizzare le banche italiane in difficoltà. Perlomeno fino alla nascita di un nuovo esecutivo.
Al netto del fatto che le misure adottate dal governo (principalmente attraverso le soluzioni "private", con la nascita di Atlante 1 e Atlante 2) appaiono del tutto insufficienti per stabilizzare il sistema bancario, c'è da dire che queste rischiano addirittura di aggravare la situazione, proprio perché sono articolate coinvolgendo altre banche sane, che rischiano così di indebolirsi, per soccorrerne altre gravemente malate.
La vicenda bancaria di questi anni verrà raccontata nei libri di storia come il trionfo della negligenza e dell'improvvisazione dei governanti.
Negligenza reiteratamente e colpevolmente manifestata andando in giro per il mondo urlando ai quattro venti la solidità delle banche italiane.
Gli esempi che seguono, sono solo alcuni dei tanti che si possono recuperare in rete.
Qui Monti.
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Immagine tratta da Repubblica |
Poi Letta.
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Immagine tratta da Italia Oggi
Ancora Letta, che evidentemente aveva capito nulla...
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Immagine tratta da Repubblica |
La realtà è che mentre andavano in giro per il mondo urlando ai quattro venti la solidità delle banche italiane, in un altro mondo (quello reale) accadeva questo:
Il grafico mostra l'evoluzione delle sofferenze bancarie e i rispettivi governi che si sono alternati alla guida del Paese negli ultimi 5 anni.
Già dal 2014, in una analisi pubblicata su questo umile blog di provincia, avevo messo in guardia sugli effetti che si sarebbero determinati a causa dell'erosione della qualità del credito date le misure di austerità imposte dal governo e la dinamica del debito privato. L'articolo lo trovate QUI e vi prego di leggerlo.
Come se non bastasse, gli ultimi governi e con essi i regolatori, hanno ignorato le leggi della fisica e dell'economia. Se a un sistema già fragile, peraltro in un contesto di debolezza di altre economie, si imprime una feroce stretta fiscale (come quella di Monti, appunto) il minimo che ci si possa aspettare è che questa produca degli effetti collaterali, peraltro ampiamente visibili nella distruzione economica prodotta.
E gli effetti collaterali li stiamo toccando con mano anche attraverso la fragilità di molte banche. Già da quell'epoca, sapendo che la distruzione dei redditi avrebbe prodotto l'esplosione delle sofferenze bancarie, il governo avrebbe dovuto agire per creare una barriera protettiva a favore delle banche, come è stato fatto in altri paesi della zona euro, in un contesto normativo più favorevole rispetto a quello attuale (le regole sul bail-in, a quell'epoca, non esistevano).
Invece, si è preferito nascondere la polvere sotto al tappeto, salvo poi accorgersi che il sistema bancario non è così solido come si voleva far credere.
Ma la responsabilità più rilevante sta nel fatto che, nel frattempo, pur conoscendo l'evoluzione affatto rassicurante delle sofferenze bancarie (che avrebbe portato all'erosione del capitale della banche) si sono recepite le norme sui salvataggi bancari a carico dei risparmiatori e, fatto ancora più grave, si sono versati circa 60 miliardi di euro (garanzie incluse) nei vari fondi di salvataggio, che sono serviti per salvare le banche di altri paesi (Francia e Germania), esposte nei confronti delle banche greche e spagnole.
Insomma, una catena interminabile di responsabilità che rappresentano il trionfo dell'improvvisazione (nel migliore dei casi), oppure quello della malafede (nel peggiore dei casi).
Fonte: qui
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