UNO SCHIAFFO A EUROPA E COLLE
Giorno dopo giorno, la trincea nella quale si è barricato Giovanni Tria diventa sempre più la metafora del governo M5s-Lega. […] Ancora una volta, però, il governo guidato da Giuseppe Conte è a suo modo un unicum, perché il fuoco di sbarramento che si è concentrato negli ultimi giorni sul titolare dell' Economia e sui tecnici di via XX Settembre è forse senza precedenti.
GIOVANNI TRIA
[…] la guerra del deficit è andata in scena fino all' ultimo minuto utile e si è conclusa con la resa incondizionata di Tria. […] se nella nota di aggiornamento al Def si dovesse sforare il 2% del rapporto deficit-Pil si metterebbero sì le basi per una manovra espansiva ma si aprirebbero anche scenari imprevedibili. Non solo rispetto all' Ue, ma verso i mercati che già oggi(ieri per chi legge) Borsa di Milano e spread tra Btp e Bund diranno la loro.
[…] il ministro dell' Economia è costretto a capitolare. […] solo nelle prossime ore capiremo se la sua è una resa completa o se […] deciderà di farsi da parte. Uno scenario sul quale hanno forse fatto un pensiero anche Di Maio e Salvini, visto che […] Paolo Savona ha partecipato a tutte le riunioni chiave sul Def, quasi a candidarsi a quella poltrona che M5s e Lega hanno sempre voluto per lui. L'altro sconfitto non può che essere il Quirinale […]
TRIA BY VAURO
MA IL DIKTAT DELLA UE SUL 2% ORA METTE A RISCHIO IL PAESE
Oltre la soglia che gli analisti (quindi banche di affari e agenzie di rating) consideravano tollerabile. Molto più in là rispetto alla trincea dell'1,9% fissata dal ministro dell'Economia, che fino a ieri pomeriggio sembrava inviolabile. Il 2,4%, supera ampiamente il tetto massimo concesso dall' Europa.
MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO
Giovanni Tria ha lavorato alle cifre fino all' ultimo. Non ha partecipato al primo vertice di maggioranza per lavorare sulle cifre della nota di aggiornamento del Def e poi ha fatto recapitare a Luigi Di Maio e Matteo Salvini un' offerta generosa: deficit al 2,1% del Pil. Proposta respinta già al termine della primo incontro dai leader di M5S e Lega. Erano circa otto miliardi in più rispetto a quanto il ministro aveva concesso nei giorni scorsi.
Molto, ma non abbastanza da finanziare tutte le misure care ai due partiti di maggioranza. Coperto il reddito di cittadinanza, fuori la riforma delle pensioni che cancella la Legge Fornero e introduce quota 100. Per le pensioni il ministro ha dato solo 2,5 miliardi.
GIOVANNI TRIA 4
I leader M5S e Lega si sono impuntati sul 2,4%. In sostanza nella maggioranza è passata la linea dei pentastellati annunciata mercoledì da Di Maio. Fino a ieri sera, anche Tria è rimasto fermo sull' ultima offerta. Poi le voci su un nuovo accordo sul 2,4%, filtrate direttamente da Palazzo Chigi. Dieci miliardi per il reddito di cittadinanza, secondo Di Maio e, addirittura, 1,5 miliardi per i truffati dalle banche (erano 500 milioni fino a ieri).
Percentuale ad alto rischio, è il ragionamento che ieri circolava al ministero dell' Economia. Se i mercati possono in qualche modo incassare il 2%, il rating delle principali agenzie non potrà non tenere conto del fatto che il governo italiano finanzierà la manovra quasi solo con il deficit.
SALVINI MATTARELLA
Poi c'è il giudizio dell'Europa. Ieri da Bruxelles è arrivato un messaggio chiaro: se il deficit nominale che il governo metterà nella nota di aggiornamento del Def dovesse superare la soglia del 2%, la legge di Bilancio sarà bocciata. La soglia europea sarebbe in realtà l' 1,6%, compresi tutti i margini di flessibilità concedibili. Ma la Commissione europea è disposto a riconoscere all' Italia un altro sconto. Ma non oltre il 2%.
Anche perché l'Italia è già in mora per non avere rispettato la riduzione del debito prevista dalle regole Ue. Con lo sforamento sul deficit verrebbero meno le circostanze attenuanti. L' Italia quindi rischia che l' Europa respinga preventivamente la legge di Bilancio e avvii una procedura di infrazione sul debito.
DELVOX TRIA SALVINI DI MAIO
Nel testo del Def portato dal ministro Tria al vertice - una bozza circolata che ieri sera il governo ha precisato essere superata, ma che in realtà anticipa la gran parte del testo finale - si sottolinea «l'importanza fondamentale» della riduzione del debito. La bozza già conteneva tutte le riforme annunciate in questi giorni dal governo. Il reddito di cittadinanza e anche le pensioni di cittadinanza a 780 mensili. Per finanziare il reddito di cittadinanza si prevede anche l' abolizione del Cnel e la riduzione del numero dei parlamentari.
C' è anche un corposo capitolo pensioni, con quota 100 e addirittura la possibilità di ritirarsi dal lavoro dopo 41 anni di contribuzione a prescindere dall' età. Misura molto costosa che sembrava essere tramontata. Poi la riforma fiscale, con l' aliquota al 15% per «un milione» di partite Iva, secondo Salvini. Per le misure bisognerà in realtà aspettare la legge di Bilancio vera e propria. Ue permettendo.
MARIO DRAGHI
"NON MI DIMETTO PER IL BENE DELLA PATRIA" LA SCELTA DI TRIA SOLLECITATA DA MATTARELLA
Estratto dell’articolo di Alessandro Barbera e Ugo Magri per “la Stampa”
[…] Giovanni Tria non si dimette[…]: «Non mi dimetto per il bene della nazione. Se me ne fossi andato le conseguenze sui mercati sarebbero state superiori a quelle che deriveranno dall' aumento del deficit. Il Paese sarebbe precipitato nel caos»: così dirà nella notte ai collaboratori di via XX settembre. Tria ha fatto sue le preoccupazioni del presidente della Repubblica, il quale ha contatti frequenti e privilegiati con il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker e Mario Draghi.
MATTARELLA
[…] Di Maio e Salvini sono convinti che gli investitori abbiano già scontato un deficit attorno al 2,4 per cento, e dunque lo spread non schizzerà all' insù. […] Ma se anche l' aumento nei primi giorni fosse contenuto, cosa accadrà quando a novembre la Commissione europea boccerà la manovra italiana in aperta violazione delle regole, compiendo un gesto senza precedenti verso un Paese dell' area euro? Fino al due per cento lo staff di Tria al Tesoro sperava che Bruxelles ci avrebbe graziato. Con questi numeri non solo boccerà la manovra, probabilmente aprirà subito una procedura per deficit eccessivo: non a primavera, entro due mesi. […] Fino al 31 dicembre l' Italia può ancora contare sull'ampio ombrello protettivo della Banca centrale europea. Ma cosa accadrà dopo?
BORSA: MILANO SOTTO PRESSIONE, -2,5%
(ANSA) - Piazza Affari dopo l'avvio pesantissimo(ieri mattina) per ora non riesce a contenere le perdite: in un clima molto nervoso l'indice Ftse Mib cede il 2,5% sotto i 21mila punti, con Banco Bpm in ribasso del 7%, Bper, Unicredit, Intesa, Ubi, Poste e Mps in calo di oltre il 5%. In asta di volatilità Carige. Il tonfo di Milano si ripercuote sull'Europa: Madrid perde l'1%, Francoforte lo 0,7% nonostante il dato di riduzione della disoccupazione, Parigi lo 0,4% mentre Londra si muove sulla parità sostenuta dalle materie prime.
GARAVAGLIA, SOTTOSEGRETARIO ALL'ECONOMIA A 24 MATTINO SU RADIO 24: “CI ASPETTIAMO LA BOCCIATURA DA BRUXELLES”- “ALL' 1.6 IL GOVERNO SAREBBE CADUTO” - “SE SBAGLIAMO CAMBIEREMO REGISTRO” - “DEFICIT AL 2,4? SIAMO STATI RAGIONEVOLI, LA FRANCIA VA MOLTO OLTRE” - “AL MEF I TECNICI SONO DI ALTISSIMA QUALITÀ CI AIUTERANNO CON LA MANOVRA”
DI MAIO FESTEGGIA PER IL DEF
GARAVAGLIA, SOTTOSEGRETARIO ALL'ECONOMIA A 24 MATTINO SU RADIO 24: “CI ASPETTIAMO LA BOCCIATURA DA BRUXELLES”
“E’ scontato che ci sarà una bocciatura della manovra da parte di Bruxelles” . Lo dice il sottosegretario all'economia Massimo Garavaglia a 24Mattino di Maria Latella e Oscar Giannino su Radio 24 e spiega “E’ nelle regole, perché abbiamo fatto uno spostamento rispetto al percorso. Ci metteremo a discutere, non si può bocciare solo l’Italia!”
GARAVAGLIA, SOTTOSEGRETARIO ALL'ECONOMIA A 24 MATTINO SU RADIO 24: “ALL' 1.6 IL GOVERNO SAREBBE CADUTO”
“Con 1.6% il governo finiva e si andava al voto, e allora avremmo rischiato davvero sui mercati” e aggiunge “ I mercati temevano che facessimo come la Spagna e la Francia il 2.8% e i vicepremier si sono impegnati per non sforare ulteriormente in Parlamento”.
DI MAIO FESTEGGIA IL DEF
GARAVAGLIA, SOTTOSEGRETARIO ALL'ECONOMIA A 24 MATTINO SU RADIO 24: “SE SBAGLIAMO CAMBIEREMO REGISTRO”
“La politica passata ci ha portato al crollo del PIL adesso proviamo a cambiare politica e se sbagliamo cambieremo registro! La certezza è che continuando così andavamo a sbattere e i numeri lo dimostrano ”
GARAVAGLIA, SOTTOSEGRETARIO ALL'ECONOMIA A 24 MATTINO SU RADIO 24: “DEFICIT AL 2,4? SIAMO STATI RAGIONEVOLI, LA FRANCIA VA MOLTO OLTRE”
GARAVAGLIA
“Consapevoli di avere un debito pubblico più grande rispetto alla Francia ci siamo tenuti un margine di sicurezza, questo è un atteggiamento saggio e ragionevole”. E su una possibile bocciatura da Bruxelles sulla manovra, risponde ironico: “Bocciamo solo l’Italia e tutto il resto del mondo va bene?”
GARAVAGLIA, SOTTOSEGRETARIO ALL'ECONOMIA A 24 MATTINO SU RADIO 24: “AL MEF I TECNICI SONO DI ALTISSIMA QUALITÀ CI AIUTERANNO CON LA MANOVRA”
MASSIMO GARAVAGLIA
“I tecnici del Mef sono di altissima qualità e oltretutto li conosco da anni. Ho la massima stima”. E sul deficit al 2,4% il lavoro dei tecnici sarà: “al servizio della nazione, seguendo quelli che sono gli input, ci aiuteranno, al meglio, a portarli avanti”
28 SeTTEMBRE 2018 - “I MERCATI SE NE FARANNO UNA RAGIONE”
SALVINI: “LA NOTA DI AGGIORNAMENTO DEL DEF E’ UN PASSO VERSO LA CIVILTÀ”
DI MAIO: “NON VOGLIAMO ANDARE ALLO SCONTRO CON UE. ORA PARTE L'INTERLOCUZIONE CON L'EUROPA E CON I GRANDI INVESTITORI PRIVATI”
LA CONCITATA TELEFONATA DI MATTARELLA A TRIA PER EVITARE LE DIMISSIONI
IL QUIRINALE E QUELLE TELEFONATE PER EVITARE LE DIMISSIONI DEL TECNICO
TRIA BY VAURO
«Quante situazioni difficili abbiamo visto, noi che abbiamo i capelli bianchi Per ora, dunque, aspettiamo i numeretti». Ecco la formula con cui al Quirinale sdrammatizzavano, ieri pomeriggio, il passaggio cruciale di questa fase critica per il governo. […] Il presidente della Repubblica, che fin dall'inizio di questa partita si è speso per un compromesso in grado di tenere insieme il più possibile l' equilibrio dei conti (compatibilmente con le regole Ue) e le iniziative sulle quali spingono i partner della maggioranza.
GIOVANNI TRIA 5
[…] Sergio Mattarella, nel ruolo di «calmieratore» della crisi, voleva soprattutto che fossero evitati strappi con il ministro dell' Economia, dove la parola strappi sta per dimissioni, ovviamente. Ci sono stati momenti molto duri per Tria, assediato in via XX Settembre con i suoi tecnici.
[…] Probabile che Mattarella abbia qualche giorno temuto che a Tria saltassero i nervi e che cedesse le armi. Fonti parlamentari dicono che questo stesse per accadere ieri e raccontano di una concitata catena di telefonate tra il ministro e il Colle. Manca qualsiasi conferma. […]
LUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI
Tra un po' di tempo forse sapremo com' è andata sul serio ieri. Conta l' esempio che questa faccenda ci dà della travagliatissima stagione che Mattarella deve affrontare. Con l' attenzione alla tenuta dei conti pubblici (che gli compete per dovere d' ufficio), unita alle polemiche per la nomina del suo vice al Csm e al calvario dei primi decreti-bandiera dell' esecutivo.
MANOVRA: SALVINI, MERCATI SE NE FARANNO UNA RAGIONE
(ANSA) - La nota di aggiornamento al Def è "un passo verso la civiltà" secondo il vicepremier Matteo Salvini secondo il quale "i mercati se ne faranno una ragione". Così ha detto al suo arrivo al comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza a Milano.
CONTE DI MAIO SALVINI
DI MAIO, NON VOGLIAMO ANDARE ALLO SCONTRO CON UE
(ANSA) - "Ora parte l'interlocuzione con l'Ue e con i grandi investitori privati e non abbiamo intenzione di andare allo scontro". Lo ha detto il vicepremier Luigi Di Maio parlando a un convegno della decisione di portare il deficit/pil al 2,4%.
FANCULO ALLO SPREAD? IL DIFFERENZIALE SCHIZZA OLTRE I 280 PUNTI, MA DI MAIO, SALVINI E BORGHI REAGISCONO COMPATTI. LUIGINO: ''NON MI PREOCCUPA, SPIEGHEREMO CHE CI SONO 15 MILIARDI DI INVESTIMENTI''. IL LEGHISTA: ''SE BRUXELLES BOCCIA LA MANOVRA, NOI TIRIAMO AVANTI''
SOSTEGNO DA SINISTRA CON FASSINA: ''TORNA IL PRIMATO DELLA POLITICA SULL'ECONOMIA'' MA PURE DA BOCCIA (CONFINDUSTRIA): ''NERVOSISMO DEI MERCATI ECCESSIVO, IL GOVERNO SPIEGHI GLI EFFETTI SULL'ECONOMIA REALE''
SPREAD BTP-BUND SFONDA 280 PUNTI BASE
(ANSA) - Lo spread tra Btp e Bund sfonda la soglia dei 280 punti base, a 281, sugli schermi Bloomberg. Il rendimento del decennale italiano sale al 3,24%.
LUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI
SPREAD TITOLI A 2 ANNI ITALIA-GERMANIA VOLA A 162
(ANSA) - Lo spread tra i titoli a due anni di Italia e Germania vola a 162 punti base dai 126 della chiusura di ieri. Il rendimento del Btp a due anni è all'1,08%.
DI MAIO, NON PREOCCUPATO DA SPREAD E BORSA
(ANSA) - "Non sono preoccupato perché nei prossimi giorni vogliamo incontrare tutti i soggetti pubblici e privati che rappresentano la realtà del mercato e ribadire che nel 2,4%" ci sono anche "15 miliardi di euro di investimenti, è il più grande piano di investimenti mai fatto in Italia". Così il vicepremier Luigi Di Maio ha risposto ai cronisti che gli chiedevano se fosse preoccupato per l'andamento della Borsa e dello spesa e all'indomani del varo della nota di aggiornamento del Def.
CONTE E TRIA
MANOVRA:SALVINI,SE BRUXELLES LA BOCCIA TIRIAMO AVANTI
(ANSA) - Se Bruxelles boccia la manovra "noi tiriamo avanti". Lo ha detto il ministro dell'Interno e vicepremier, Matteo Salvini, rispondendo ai cronisti che gli hanno chiesto se teme il giudizio dell'Europa sulla manovra. "Pensiamo di lavorare bene per la crescita del Paese, per ridare fiducia, speranza, energia e lavoro - ha concluso - quindi sono felice di quello che abbiamo fatto in questi quattro mesi e di quello che faremo nei prossimi quattro anni".
MANOVRA: FASSINA, DEFICIT A 2,4% OBIETTIVO NECESSARIO
STEFANO FASSINA SALUTA PAOLO SAVONA
(ANSA) - "L'obiettivo di deficit al 2,4% del Pil per il triennio 2019-2021 è necessario e coraggioso, quindi pericoloso, come evidenzia la prevedibile e prevista agitazione dei mercati. I grandi interessi interni e esterni colpiti reagiscono". Così, Stefano Fassina, Liberi e Uguali, in un intervento su Huffington Post. "Si apre un'inedita partita. Finalmente, ritorna il primato della politica sull'economia, condizione necessaria, ahimè non sufficiente dati i rapporti di forza, al primato della sovranità costituzionale. La cosiddetta sinistra da che parte sta? Continua ad affidarsi al "Generale Spread" per miopi illusioni elettorali? Insiste a stare dalla parte degli interessi più forti? Torniamo dalla parte del lavoro e dell'Italia", chiude il suo post Fassina.
VINCENZO BOCCIA CONFINDUSTRIA
MANOVRA: BOCCIA, ECCESSIVO NERVOSISMO SUI MERCATI
(ANSA) - "Mi sembra un nervosismo eccessivo, sarebbe opportuno che il governo facesse comprendere l'analisi di impatto di questa manovra, cioè gli effetti sull'economia reale". Così il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, commenta le tensioni sui mercati, con la Borsa di Milano a picco e lo spread oltre i 270 punti.
Interpellato sulle indiscrezioni relative alle dimissioni del ministro dell'Economia, Giovanni Tria, Boccia risponde: ci mancava solo che Tria si dimettesse e oggi lo spread sarebbe aumentato ancora di più. Il senso di responsabilità del ministro mi sembra elevato. C'è una dimensione di senso di responsabilità che dobbiamo avere verso il paese, speriamo che riguardi tutti e non solo una parte".
MANOVRA: BORGHI,SEGNALE CHIARO SENZA ESSERE OSTAGGI SPREAD
(ANSA) - "La verità è che siamo ormai tra gli ultimi Paesi al mondo per tassi di crescita, mentre tutti quelli che hanno adottato politiche espansive hanno ottenuto uno sviluppo dell' economia. L'obiettivo è presentare un Def rispettoso di ciò che abbiamo promesso di fare, aggiungerei che le cifre di quel documento non sono scritte sulla pietra. Dobbiamo dare un segnale chiaro e dare corpo alle misure annunciate, senza essere ostaggi dello spread". Così il parlamentare della Lega Claudio Borghi, presidente della commissione Bilancio alla Camera, in un'intervista al Corriere della Sera.
GIOVANNI TRIA E CLAUDIO BORGHI
Borghi si dice in disaccordo con il presidente della Bce Mario Draghi, secondo cui le dichiarazioni estive della maggioranza hanno fatto male: "A fare male sono state le dichiarazioni e gli annunci di Draghi, che comunicava la riduzione degli acquisti di titoli di Stato da parte della Bce". Il deficit al 2,4% non impone al ministro Tria di dimettersi, "io credo possa uscirne benissimo: Tria è un tecnico e come tale, una volta ottenuta un'autorizzazione politica a procedere, si troverà nella condizione di lavorare meglio. Realizzando in modo più agevole le misure che sono indicate nel nostro contratto di governo", dichiara Borghi.
In merito alla flat tax, "abbiamo sempre detto che la semplificazione fiscale richiede più tempo, e che per il momento riguarderà solo le partite Iva. Speriamo che i nostri elettori capiscano che per rivedere l'intero attuale sistema di tassazione occorre pazientare un po'", conclude Borghi.
“LO STATUS SPAZZATURA DELL’ITALIA NON È PIÙ LONTANO”
RASSEGNA DEI GIORNALI TEDESCHI DOPO LA MANOVRA GIALLOVERDE. “HANDELSBLATT”: “NON PENSANO ALL’ECONOMIA E ALLA REAZIONE DEI MERCATI, MA SOLO AGLI ELETTORI”
LA “SUDDEUTSCHE ZEITUNG” NON RESISTE E USA LA SOLITA METAFORA SUL CIBO: “UN MENÙ DI COSTOSE GHIOTTONERIE”
LO “SPIEGEL”? “PIANIFICANO UN’ORGIA DI SPESA”
PERCHE' I TEDESCHI NON GUARDANO A CASA LORO E NEI LORO CESSI BANCARI E LORO DERIVATI(CONTRATTI - DB)?
HANDELSBLATT CONTRO LA MANOVRA ITALIANA
“L’Italia vuole fare nuovi debiti”. È questa la reazione univoca dei quotidiani tedeschi all’indomani della decisione del governo italiano di alzare l’asticella del deficit fino al 2,4% del Pil per tre anni.
Analisi e commenti largamente pessimistici, come prevedibile, nei quali si evidenzia come nel braccio di ferro protrattosi ieri fino a tarda serata i leader dei partiti populisti siano riusciti a imporre le proprie idee al ministro tecnico Tria.
“Una doppia sconfitta”, scrive l’Handelsblatt, che nell’edizione online di questa mattina aggiunge una valutazione molto dura alle notizie di cronaca comparse sul cartaceo: “Lo status spazzatura dell’Italia non è più lontano”.
DI MAIO SALVINI
È il giudizio più duro tra quelli apparsi finora, e non è un caso che arrivi dal quotidiano economico-finanziario, da sempre sensibile agli umori del mondo imprenditoriale e finanziario tedesco: “Politica di spesa contro consolidamento del bilancio”, commenta Regina Krieger, “entrambi gli esponenti populisti non pensano all’economia e alla reazione dei mercati, ma solo ai propri elettori”.
DI MAIO FESTEGGIA IL DEF
Il contenuto del Def costituisce una “doppia sconfitta”, prosegue l’Handelsblatt. La prima è “per la posizione ragionevole del moderato e apartitico ministro dell’Economia e Finanze Giovanni Tria, che aveva sempre sottolineato come l’Italia si sarebbe attenuta alle direttive di Bruxelles agli stati membri e non avrebbe perso di vista l’obbligo di diminuire il debito pubblico”. La seconda sconfitta è dell’Ue: Bruxelles non può fare a meno di concedere a Roma un po’ di flessibilità, perché la sua economia è troppo grande per fallire e non sono mai state imposte sanzioni, e in più si approssimano elezioni in cui i partiti populisti, guidati dall’Italia, possono stravolgere completamente il panorama politico europeo. Politica ed economia si legano in una spirale pericolosa: “L’Italia è di nuovo candidata a ballare e il prossimo aumento delle spese potrebbe presto condurre a una nuova crisi del debito”, conclude l’Handelsblatt.
SPIEGEL CONTRO 'L'ORGIA DI SPESA ITALIANA'
La Süddeutsche Zeitung utilizza una metafora presa dalla ristorazione, che si applica perfettamente al cliché del buon cibo italiano: il governo propone un “menù di costose ghiottonerie”. Di Maio parla di numerini, ironizza il quotidiano bavarese ma, di fronte all’enormità dei soldi che sarebbero stati necessari per esaudire tutte le promesse elettorali, i partiti hanno gareggiato per ritagliarsi più margini possibili per finanziarle almeno in parte: i numerini di Di Maio significano almeno tra i 20 e i 30 miliardi in deficit. Alla fine saranno 27,2. Il punto è: “Bruxelles lo permetterà? E come reagiranno i mercati, dopo che alcuni investitori internazionali si sono già ritirati dal paese?”. L’Handelsblatt segue l’andamento di borsa in diretta sul suo sito ed evidenzia i numeri rossi della Borsa di Milano e delle banche italiane, “i cui portafogli sono pieni di titoli di stato italiani, finiti sotto pressione”.
SALVINI DI MAIO CONTE BY SPINOZA
Sulla quota del 2,4% di deficit del Pil si incrociano le valutazioni degli esperti. Per la Süddeutsche le pressioni dei due partiti sul ministro Tria erano di diverso calibro: la Lega immaginava un 2%, già lontano dall’1,6% fissato da Tria, ma era un livello “con il quale gli investitori avrebbero potuto convivere”. È stata “l’insistenza dei 5 Stelle a far salire l’asticella fino al 2,4%”: ora il Def italiano è destinato a gravare sull’euro”, conclude la Süddeutsche.
La Frankfurter Allgemeine Zeitung ha aggiornato sul sito le notizie ancora dubbiose apparse sul cartaceo (colpa della tradizionale chiusura anticipata dei quotidiani tedeschi rispetto a quelli italiani), notando come il duello fra i ministri ancora raccontato la sera prima si sia poi risolto a favore dei due vice premier: “Tria non è riuscito a imporsi ma la discussione non è chiusa, a metà ottobre il governo presenterà i dettagli del Def e la discussione nei due rami del parlamento si concluderà solo a Natale”.
HANDELSBLATT - COPERTINA CONTRO L'ITALIA - CIAO BELLA
La scelta di Roma non piace neppure alla stampa più dichiaratamente di sinistra. Lo Spiegel illustra l’aumento del debito contenuto del Def sottolineando subito che “l’Italia è indebitata come nessun altro paese e le promesse elettorali avevano già seminato nervosismo tra i mercati”.
Il settimanale mette in fila tre numeri sui debiti: il 133% dell’Italia, il 68% della Germania e il 98% della Francia. Quest’ultimo dato – fa notare Tobias Piller sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung – è il motivo per cui il confronto fatto da Di Maio con la manovra annunciata da Macron di aumentare il deficit di Parigi al 2,8% non è proponibile: il peso dei debiti è diverso, “la Francia non può essere un esempio per l’Italia”, anche se per i politici a Roma è facile controbattere che in passato la Francia ha oltrepassato la soglia del 3%. Dal punto di vista tedesco, ogni deroga resta sempre un cattivo esempio.
TRIA BY VAURO
Bisognerà forse attendere qualche giorno perché in Germania si passi dalle reazioni della stampa a quelle dei politici. Le turbolenze che hanno coinvolto Merkel e il governo nei giorni scorsi mantengono la concentrazione sui fatti interni, mentre cresce la tensione per il voto di metà ottobre in Baviera, che si preannuncia foriero di brutte sorprese per gli alleati bavaresi della cancelliera. Gli osservatori inoltre ritengono che Berlino lascerà più a Bruxelles e alla Commissione europea il compito di provare a sbrogliare il caso italiano: alla vigilia di un delicato voto europeo potrebbe non essere utile aprire un conflitto plateale con quello che in Germania viene definito “un governo populista”.
IL VENERDÌ NERO DELLA 'MANOVRA DEL POPOLO' SI CHIUDE CON 22 MILIARDI BRUCIATI A PIAZZA AFFARI (-3,5%) E UNO SPREAD A 267. PIÙ BASSO DEL PICCO DI 281 TOCCATO IN GIORNATA, MA 30 PUNTI BASE SOPRA ALLA CHIUSURA DI IERI
CONFINDUSTRIA E SINDACATI IN REALTÀ SONO CAUTI: ''NON BISOGNA SBAGLIARE LE MISURE'', E CALENDA ATTACCA GLI INDUSTRIALI
BORSA: PER MILANO VENERDÌ NERO, SOTTO PRESSIONE BANCHE
DI MAIO SALVINI
(ANSA) - Venerdì nero per Piazza Affari con il mercato che mal digerisce la nota di aggiornamento al Def che prevede per i prossimi 3 anni un deficit-pil al 2,4%. A fine giornata è profondo rosso per tutto il listino con il Ftse Mib che lascia sul terreno il 3,72% a 20.711 punti. Il Ftse All Share, l'indice che rappresenta tutte le azioni del listino milanese, perde il 3,51%, mandando in fumo oltre 22 miliardi di euro di capitalizzazione.
Sotto tiro finiscono i bancari con perdite da capogiro comprese tra il 9,43% di Banco Bpm e il 6,73% di Unicredit. Non sono da meno le vendite sulle aziende che hanno una partecipazione pubblica. Tra le più bersagliate Poste (-4,28%) che si riavvicina ai valori della quotazione. Tra le altre Snam e Tim perdono il 4%, Leonardo il 3,5% Terna il 3,04%, Eni l'1,51%. L'unica che tiene è Saipem (+0,68%). Lo spread tra il Btp e il Bund chiude in rialzo a 267 punti base da 235 punti, col tasso sul decennale al 3,13%.
INDUSTRIA-SINDACATI CAUTI, ORA NON SBAGLIARE MISURE
DI MAIO SPREAD
(ANSA) - Più che tenuta dei conti pubblici e sfiducia dei mercati, con lo spread che sale e Piazza Affari che crolla, a preoccupare via dell'Astronomia è che la mossa di alzare il deficit al 2,4% possa essere poi giocata male dal Governo. Confindustria teme che possa far "danni" invece di investire le maggiori risorse disponibili per le priorità: crescita e lavoro. Così è cauto il leader degli industriali, Vincenzo Boccia: nessun grido d'allarme sul deficit, parla anzi di "nervosismo eccessivo" dei mercati;
E chiarisce: "Si può fare più debito pubblico" ma "lo sforamento del deficit nella 'Manovra del popolo' porterà più crescita e lavoro? Questa è la vera domanda. Perché il problema non è soltanto più debito o meno debito, ma come lo usiamo". Va dimostrato anche all'Europa che non sarà solo "spesa ordinaria e spreco". Già ieri, prima del varo del Def in Consiglio dei Ministri, il presidente di Confindustria aveva anticipato la sua linea: al Governo "auguro di non fare danni e di investire sulla crescita".
DI MAIO FESTEGGIA IL DEF
Ed è un approccio in sintonia con la linea di Cgil, Cisl e Uil. Questo non vuol dire che agli industriali sia piaciuta la scena dei festeggiamenti dal balcone di Palazzo Chigi: non si festeggia per il via libera all'aumento del deficit ma, fatta questa scelta - è il senso del clima in via dell'Astronomia -, ci sarà da festeggiare solo se e quando si tradurrà in misure efficaci e quindi nei risultati di cui il Paese ha bisogno: crescita e lavoro".
E' duro l'ex ministro Carlo Calenda che conosce bene Confindustria per aver lavorato in via dell'Astronomia al fianco di Luca Cordero di Montezemolo, e che dopo aver già parlato di "voce flebile" e "mancanza di coraggio" aggiunge: "Il giorno in cui la Borsa è in caduta libera e lo spread schizza Confindustria critica il nervosismo dei mercati e finge di non conoscere i contenuti del Def pur di non prendere posizione sul Governo. Mai vista una debolezza così. Gli imprenditori italiani meritano di meglio".
LUIGI ABETE VINCENZO BOCCIA
Anche dal fronte sindacale l'attenzione si è già spostata dal Def alla Legge di Bilancio: "Le scelte di sforamento del rapporto deficit/pil devono rispondere alle necessità del Paese e non al mero consenso elettorale, come la flat tax", avverte la Cgil, che chiede "un confronto urgente" con i sindacati. Per la leader della Cisl, Annamaria Furlan, "pochi decimali in più o in meno servono se fanno ripartire il Pil e cioè la crescita e di conseguenza l'occupazione". E la Uil, con il segretario generale Carmelo Barbagallo, chiede misure "per ridurre le tasse sul lavoro e sulle pensioni, per fare investimenti e per discutere di assistenza e previdenza".