LA SVOLTA NELLE INDAGINI: ANNA AVEVA PROBLEMI PSICHICI E ASSUMEVA FARMACI. L'ACCUSA DELLA SORELLA: "INVECE DI CHIAMARE I SOCCORSI L’HANNO LASCIATA MORIRE DOPO AVERLE ANCHE RUBATO IL TELEFONO”
Da www.leggo.it
All'epoca, più di un anno fa, si pensò al suicidio: invece Anna Carlini, 33enne di Pescara, trovata morta sotto il tunnel della stazione ferroviaria nella notte del 30 agosto 2017, era stata stuprata e uccisa.
E ci sarebbero anche due presunti colpevoli, già indagati dalle autorità, due cittadini romeni. A riportare la notizia è il quotidiano Il Centro: la svolta sarebbe arrivata dopo oltre un anno, con la Procura della Repubblica di Pescara che ha indagato i due romeni per «omicidio, violenza sessuale e abbandono di persone incapaci».
Inizialmente si pensò ad un suicidio poiché la donna assumeva farmaci e a volte si allontanava da casa, con la sorella - che le faceva da tutore - che la rintracciava e riportava indietro. E anche la sera del 30 agosto 2017 accadde lo stesso: Anna si allontanò da casa, ma la polizia non riuscì a ritrovarla, se non cadavere, seminuda e avvolta in una coperta, dopo essere stata brutalmente violentata e uccisa.
Alcuni senzatetto raccontarono di averla vista ingerire delle pasticche, ma l'autopsia rivelò che c'era stata violenza sessuale e che l'assunzione di alcol insieme ai farmaci aveva provocato la morte. Infine la svolta, con l'identificazione dei due romeni indicati come responsabili della sua morte.
LA SORELLA: "LA LASCIARONO MORIRE E LE RUBARONO IL TELEFONO"
Tempo fa sua sorella, Isabella, aveva lanciato un appello per la verità: «Non era una senzatetto - diceva pochi giorni dopo la sua morte -. Anna purtroppo dall'età di sei anni soffriva di problemi psichici che la portavano non di rado ad allontanarsi di casa ma sempre, grazie al tempestivo intervento delle forze dell'ordine, veniva recuperata». «L'altra sera – raccontava - ho deciso di andare a vedere che cosa accade in quel sottopassaggio».
«Ho visto stranieri, extracomunitari e bambini, ho implorato alcuni di loro di sapere cosa fosse capitato a mia sorella. Uno mi ha riferito che si è impasticcata con dei medicinali, dicendo di voler morire davanti all'ingresso del tunnel in via Ferrari e che successivamente è stata accompagnata all'interno dello stesso».
Poi l'accusa choc: Anna sarebbe stata anche derubata del cellulare, probabilmente quando stava per morire: «Queste persone – denuncia - invece di chiamare i soccorsi dopo aver visto che aveva ingerito numerose pasticche l'hanno lasciata morire, dopo averle anche rubato il telefono», fu l'accusa di Isabella.
CONSIGLIERE PIGNOLI: VICENDA CHE FA RABBRIVIDIRE Il consigliere comunale di Pescara Massimiliano Pignoli chiede una pronta risposta alle forze dell'ordine, dopo gli sviluppi sulla vicenda: «La verità emersa in queste ultime ore, sulla triste fine di Anna, la ragazza di 33 anni, stuprata e uccisa sotto il tunnel della stazione ferroviaria, dove dovrà sorgere il nuovo mercatino etnico, fa rabbrividire ci invita a delle riflessioni. Prima però occorre avere giustizia per la povera Anna, prima violentata e poi ammazzata sotto quel tunnel», dice Pignoli. «Ringrazio la Procura e le forze dell'ordine per aver scoperto la verità e cosa accadde un anno fa, ma ora aspettiamo di conoscere i nomi dei responsabili di questo omicidio. Proprio un anno fa io con la sorella di Anna, Isabella, che si rivolse al sottoscritto, lanciammo l'allarme su quello che era accaduto e sul fatto che non si poteva trattare di morte naturale».
«Oggi purtroppo - prosegue il consigliere Pignoli - i fatti ci danno drammaticamente ragione. Isabella vuole che sia fatta giustizia e che paghi chi ha commesso questo brutale delitto. Ma oggi a distanza di anni, sono qui a ribadire la pericolosità di questo luogo, che molti hanno ribattezzato tunnel della morte, e che oggi questa amministrazione vorrebbe vi nascesse il mercatino etnico. Una scelta sbagliata sotto tanti punti di vista, ma anche perché si tratta di una zona dove, lo scorso anno fu uccisa Anna, ma dove, come evidenziato dagli ultimi accadimenti, come la violenza sessuale di agosto scorso nei giardinetti delle aree di risulta, esiste un problema di sicurezza. Un problema di non poco conto che dovrebbe far riflettere - conclude il consigliere Pignoli - la Giunta Alessandrini dall'opportunità di un progetto sbagliato nel merito e nel metodo».
Fonte: qui
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