ALLIEVO DI SAVONA, PARE CHE ANCHE IN QUESTO CASO MATTARELLA STIA FACENDO OSTRUZIONISMO
ANTONIO MARIA RINALDI È IL FONDATORE DI "SCENARI ECONOMICI", SITO CHE SPARA A RAFFICA BORDATE CONTRO L'EUROPA, E IL QUIRINALE SI SENTE INVESTITO DEL RUOLO DI DIFENSORE DI BRUXELLES...
I tempi non sono così lunghi perché un presidente alla Consob ci vuole, specialmente dopo il pressing che ha costretto alle dimissioni Mario Nava, e il nome, che il Sole 24 Ore ha infilato come per caso in mezzo ad altri, sarebbe quello di Antonio Maria Rinaldi, economista allievo di Savona, diventato negli ultimi mesi l'ospite prediletto dei salotti TV, perché è un abile provocatore con gusto della battuta, e perché, non essendo identificabile fino in fondo ne’ con la Lega né con i 5 stelle, da sovranista ed euro critico, è gradito a tutt’e due le anime del governo, come si addice a un docente di successo della Link Campus University di Vincenzo Scotti, ‘’fucina del magma creativo’’, così lo chiama Scotti, della nuova politica.
Alla Link dal prossimo autunno inaugurerà un Master in “Blockchain ed Economia delle criptovalute”. In più è uno cresciuto a “panino e listino”, nipote di un commissionario di Borsa che gli ha fatto da mentore, figlio di Rodolfo, ultimo presidente del Banco di Santo Spirito e vice presidente BNL prima della vendita ai francesi a cui si oppose strenuamente.
Alla Consob Antonio Rinaldi ha lavorato da funzionario nel lontano 1986 nella sede di Milano. Da direttore generale della Sofid, finanziaria dell'ENI, ha organizzato e diretto la quotazione in borsa delle società del gruppo Eni. Insomma, saprebbe come muoversi quando si parla di quotare una società in Borsa.
Rinaldi è romano de Roma, quartieri alti, look casual, occhialetto perennemente sul naso, ciuffo bianco un po' ribelle, di quelli che per una battuta si farebbe tagliare una mano. I talk show TV se lo contendono e lui non si nega.
Famosi gli scazzi con l'economista europeista e socialista Giuliano Cazzola, che proprio non lo sopporta, e il più delle volte si alza e se ne va abbandonando lo studio, come quella sera in cui Rinaldi gli ha ricordato che i minibot non sono una moneta nuova, sempre euro è.
A Gianni Riotta, tutti e due ospiti di Agorà su Rai 3, ha rifilato una figuraccia diventata virale sui social, ricordandogli che la seconda parte dell'articolo 1 della Costituzione recita che la sovranità appartiene al popolo, frase della quale Riotta sembrava totalmente all'oscuro. Ad Elsa Fornero, dalla Berlinguer, ha polemicamente chiesto: “Non c’erano i soldi per pagare gli stipendi? Ma come, subito dopo avere staccato l’assegno da 3,1 miliardi per rimborso derivati(Ministero del Tesoro), 3,915 miliardi per il MPS e 35 miliardi per i fondo salva Stati?”
Scena analoga qualche sera fa a Stasera Italia, ospite di Barbara Palombelli insieme a Pier Carlo Padoan. “Perché non ha chiesto all'UE di scorporare dal deficit gli investimenti pubblici? Per salvare le banche invece si!”,
Mitica una risposta al deputato del PD Gianfranco Librandi, che a Omnibus, la7, si agitava un po' più del dovuto contro il governo e la sua politica economica, Rinaldi ha chiosato: ”che ha mangiato pesante ieri sera?”. Contro l'arma dello spread ha scritto un libro di recente per Aliberti, dal titolo “La sovranità appartiene al popolo o allo spread?”.
Il nome di Rinaldi non avrebbe alcun tipo di ostacolo ne’ incontrerebbe polemiche dal punto di vista del curriculum e della esperienza. A chi fa notare che e’ il fondatore di ‘’Scenari Economici’’, la rivista che spara da qualche anno bordate contro l'euro, e alla quale Paolo Savona ha affidato le sue riflessioni sulla moneta europea anche nei giorni della formazione del governo, gli sponsor di Rinaldi nell'esecutivo Conte e nei due partiti che lo sostengono fanno notare che l'incarico di Presidente della Consob c'entra poco con questi argomenti. Aggiungono che tra i nomi che si fanno di i possibili candidati e’ il più qualificato, e che per lui non sorgerebbero mai I sospetti di conflitto di interessi che hanno portato alle dimissioni di Nava.
Il quale oggi denuncia amarezza per una decisione che definisce tutta politica, ovvero che a nominarlo era stato il passato governo con Gentiloni, ma non spiega come mai, potendo scegliere tra distacco e aspettativa da Bruxelles, dove era funzionario della Commissione Europea, abbia scelto il distacco.
La differenza c'è, eccome perché Nava è rimasto un dipendente di Bruxelles con anzianità lavorativa, le tasse agevolate, il diritto a riprendersi il posto in qualsiasi momento o a prenderne un altro importante che si fosse liberato, mollando così l'autority italiana.
Nel contestare la scelta di Nava, 5 Stelle e poi anche la Lega avevano ricordato che l’attuale ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, nel 2011 si dimise da funzionario Ue per entrare nel governo Monti, nonostante non avesse alcuna certezza della durata del mandato di un governo tecnico. Insomma, Nava avrebbe privilegiato i suoi interessi in Europa su quelli dell'Italia, Rinaldi quanto a sovranismo è al di sopra di ogni sospetto.