9 dicembre forconi: 09/17/18

lunedì 17 settembre 2018

IL NOME IN POLE POSITION PER CONSOB È QUELLO DI ANTONIO MARIA RINALDI, ECONOMISTA EUROSCETTICO, SOVRANISTA E CON LA BATTUTA SEMPRE PRONTA


ALLIEVO DI SAVONA, PARE CHE ANCHE IN QUESTO CASO MATTARELLA STIA FACENDO OSTRUZIONISMO 

ANTONIO MARIA RINALDI È IL FONDATORE DI "SCENARI ECONOMICI", SITO CHE SPARA A RAFFICA BORDATE CONTRO L'EUROPA, E IL QUIRINALE SI SENTE INVESTITO DEL RUOLO DI DIFENSORE DI BRUXELLES...

sede consobSEDE CONSOB
I tempi non sono così lunghi perché un presidente alla Consob ci vuole, specialmente dopo il pressing che ha costretto alle dimissioni Mario Nava, e il nome, che il Sole 24 Ore ha infilato come per caso in mezzo ad altri, sarebbe quello di Antonio Maria Rinaldi, economista allievo di Savona, diventato negli ultimi mesi l'ospite prediletto dei salotti TV, perché è un abile provocatore con gusto della battuta, e perché,  non essendo identificabile fino in fondo ne’ con la Lega né con i 5 stelle, da sovranista ed euro critico, è gradito a tutt’e due le anime del governo, come si addice a un docente di successo della Link Campus University di Vincenzo Scotti, ‘’fucina del magma creativo’’, così lo chiama Scotti, della nuova politica.
antonio maria rinaldiANTONIO MARIA RINALDI







Alla Link  dal prossimo autunno inaugurerà un Master in “Blockchain ed Economia delle criptovalute”. In più è uno cresciuto a “panino e listino”, nipote di un commissionario di Borsa che gli ha fatto da mentore, figlio di Rodolfo, ultimo presidente del Banco di Santo Spirito e vice presidente BNL prima della vendita ai francesi a cui si oppose strenuamente.

Alla Consob Antonio Rinaldi ha lavorato da funzionario nel lontano 1986 nella sede di Milano. Da direttore generale della Sofid, finanziaria dell'ENI, ha organizzato e diretto la quotazione in borsa delle società del gruppo Eni. Insomma, saprebbe come muoversi quando si parla di quotare una società in Borsa.

ANTONIO MARIA RINALDIANTONIO MARIA RINALDI
Rinaldi è romano de Roma,  quartieri alti,  look casual, occhialetto perennemente sul naso, ciuffo bianco un po' ribelle, di quelli che per una battuta si farebbe tagliare una mano. I talk show TV se lo contendono e lui non si nega.

Famosi gli scazzi con l'economista europeista e socialista Giuliano Cazzola, che proprio non lo sopporta, e il più delle volte si alza e se ne va abbandonando lo studio, come quella sera in cui Rinaldi gli ha ricordato che i minibot non sono una moneta nuova, sempre euro è.

ANTONIO MARIA RINALDIANTONIO MARIA RINALDI
A Gianni Riotta,  tutti e due ospiti di Agorà su Rai 3,  ha rifilato una figuraccia diventata virale  sui social, ricordandogli che la seconda parte dell'articolo 1 della Costituzione recita  che la sovranità appartiene al popolo, frase della quale Riotta sembrava totalmente all'oscuro. Ad Elsa Fornero, dalla Berlinguer, ha polemicamente chiesto: “Non c’erano i soldi per pagare gli stipendi? Ma come, subito dopo avere staccato l’assegno da 3,1 miliardi per rimborso derivati(Ministero del Tesoro), 3,915 miliardi per il MPS e 35 miliardi per i fondo salva Stati?
paolo savona col suo libro (2)PAOLO SAVONA COL SUO LIBRO (2)

Scena analoga qualche sera fa a Stasera Italia, ospite di Barbara Palombelli insieme a Pier Carlo Padoan.  “Perché non ha chiesto all'UE di scorporare dal deficit gli investimenti pubblici? Per salvare le banche invece si!”,

Mitica una risposta al deputato del PD Gianfranco Librandi, che a Omnibus, la7, si agitava un po' più del dovuto contro il governo e la sua politica economica, Rinaldi ha chiosato: ”che ha mangiato pesante ieri sera?”. Contro l'arma dello spread ha scritto un libro di recente per Aliberti, dal titolo “La sovranità appartiene al popolo o allo spread?”.

salvini mattarellaSALVINI MATTARELLA





Il nome di Rinaldi  non avrebbe alcun tipo di ostacolo ne’ incontrerebbe polemiche dal punto di vista del curriculum e della esperienza. A chi fa notare che e’ il fondatore di ‘’Scenari Economici’’, la rivista che spara da qualche anno bordate contro l'euro, e alla quale Paolo Savona ha affidato le sue riflessioni sulla moneta europea anche nei giorni della formazione del governo, gli sponsor di Rinaldi nell'esecutivo Conte e nei due partiti che lo sostengono fanno notare che l'incarico di Presidente della Consob c'entra poco con questi argomenti. Aggiungono che tra i nomi che si fanno di i possibili candidati e’ il più qualificato, e che per lui non sorgerebbero mai I sospetti di conflitto di interessi che hanno portato alle dimissioni di Nava.
paolo savona elisabetta trentaPAOLO SAVONA ELISABETTA TRENTA

Il quale oggi denuncia amarezza per una decisione che definisce tutta politica, ovvero che a nominarlo era stato il passato governo con Gentiloni, ma non spiega come mai, potendo scegliere tra distacco e aspettativa da Bruxelles, dove era funzionario della Commissione Europea, abbia scelto il distacco.
marcello foa disgustato da mattarellaMARCELLO FOA DISGUSTATO DA MATTARELLA




La differenza c'è, eccome perché Nava è rimasto un dipendente di Bruxelles con anzianità lavorativa, le tasse agevolate, il diritto a riprendersi il posto in qualsiasi momento o a prenderne un altro importante che si fosse liberato, mollando così l'autority italiana.

mario navaMARIO NAVA










Nel contestare la scelta di Nava, 5 Stelle e poi anche la Lega avevano ricordato che l’attuale ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, nel 2011 si dimise da funzionario Ue per entrare nel governo Monti, nonostante non avesse alcuna certezza della durata del mandato di un governo tecnico. Insomma, Nava avrebbe privilegiato i suoi interessi in Europa su quelli dell'Italia, Rinaldi quanto a sovranismo è al di sopra di ogni sospetto. 
MARIO NAVA


Conjuring Up the Next Depression

During the financial crisis of 2008, the world’s central banks, including the Federal Reserve, injected trillions of dollars of fabricated money into the global financial system. This fabricated money has created a worldwide debt of $325 trillion, more than three times global GDP. The fabricated money was hoarded by banks and corporations, loaned by banks at predatory interest rates, used to service interest on unpayable debt or spent buying back stock, providing millions in compensation for elites. The fabricated money was not invested in the real economy. Products were not manufactured and sold. Workers were not reinstated into the middle class with sustainable incomes, benefits and pensions. Infrastructure projects were not undertaken. The fabricated money reinflated massive financial bubbles built on debt and papered over a fatally diseased financial system destined for collapse.
What will trigger the next crash? 
The $13.2 trillion in unsustainable U.S. household debt? 
The $1.5 trillion in unsustainable student debt? 
The billions Wall Street has invested in a fracking industry that has spent $280 billion more than it generated from its operations? 
Who knows. What is certain is that a global financial crash, one that will dwarf the meltdown of 2008, is inevitable. And this time, with interest rates near zero, the elites have no escape plan. The financial structure will disintegrate. The global economy will go into a death spiral. The rage of a betrayed and impoverished population will, I fear, further empower right-wing demagogues who promise vengeance on the global elites, moral renewal, a nativist revival heralding a return to a mythical golden age when immigrants, women and people of color knew their place, and a Christianized fascism.
The 2008 financial crisis, as the economist Nomi Prins points out, “converted central banks into a new class of power brokers.” They looted national treasuries and amassed trillions in wealth to become politically and economically omnipotent. In her book “Collusion: How Central Bankers Rigged the World,” she writes that central bankers and the world’s largest financial institutions fraudulently manipulate global markets and use fabricated, or as she writes, “fake money,” to inflate asset bubbles for short-term profit as they drive us toward “a dangerous financial precipice.”
“Before the crisis, they were just asleep at the wheel, in particular, the Federal Reserve of the United States, which is supposed to be the main regulator of the major banks in the United States,” Prins said when we met in New York. “It did a horrible job of doing that, which is why we had the financial crisis. It became a deregulator instead of a regulator. In the wake of the financial crisis, the solution to fixing the crisis and saving the economy from a great depression or recession, whatever the terminology that was used at any given time, was to fabricate trillions and trillions of dollars out of an electronic ether.”
The Federal Reserve handed over an estimated $29 trillion of this fabricated money to American banks, according to researchers at the University of Missouri
Twenty-nine trillion dollars! 
We could have provided free college tuition to every student or universal health care, repaired our crumbling infrastructure, transitioned to clean energy, forgiven student debt, raised wages, bailed out underwater homeowners, formed public banks to invest at low interest rates in our communities, provided a guaranteed minimum income for everyone and organized a massive jobs program for the unemployed and underemployed. Sixteen million children would not go to bed hungry. The mentally ill and the homeless—an estimated 553,742 Americans are homeless every night—would not be left on the streets or locked away in our prisons. The economy would revive. Instead, $29 trillion in fabricated money was handed to financial gangsters who are about to make most of it evaporate and plunge us into a depression that will rival that of the global crash of 1929.
Kevin Zeese and Margaret Flowers write on the website Popular Resistance,
“One-sixth of this could provide a $12,000 annual basic income, which would cost $3.8 trillion annually, doubling Social Security payments to $22,000 annually, which would cost $662 billion, a $10,000 bonus for all U.S. public school teachers, which would cost $11 billion, free college for all high school graduates, which would cost $318 billion, and universal preschool, which would cost $38 billion. National improved Medicare for all would actually save the nation trillions of dollars over a decade.”
An emergency clause in the Federal Reserve Act of 1913 allows the Fed to provide liquidity to a distressed banking system. But the Federal Reserve did not stop with the creation of a few hundred billion dollars. It flooded the financial markets with absurd levels of fabricated money. This had the effect of making the economy appear as if it had revived. And for the oligarchs, who had access to this fabricated money while we did not, it did.
The Fed cut interest rates to near zero. Some central banks in Europe instituted negative interest rates, meaning they would pay borrowers to take loans. The Fed, in a clever bit of accounting, even permitted distressed banks to use these no-interest loans to buy U.S. Treasury bonds. The banks gave the bonds back to the Fed and received a quarter of a percent of interest from the Fed. In short, the banks were loaned money at virtually no interest by the Fed and then were paid interest by the Fed on the money they borrowed. The Fed also bought up worthless mortgage assets and other toxic assets from the banks. Since Fed authorities could fabricate as much money as they wanted, it did not matter how they spent it.
“It’s like going to someone’s old garage sale and saying, ‘I want that bicycle with no wheels. I’ll pay you 100 grand for it. Why? Because it’s not my money,’ ” Prins said.
“These people have rigged the system,” she said of the bankers. “There is money fabricated at the top. It is used to pump up financial assets, including stock. It has to come from somewhere. Because money is cheap there’s more borrowing at the corporate level. There’s more money borrowed at the government level.”
“Where do you go to repay it?” she asked. “You go into the nation. You go into the economy. You extract money from the foundational economy, from social programs. You impose austerity.”
Given the staggering amount of fabricated money that has to be repaid, the banks need to build greater and greater pools of debt. This is why when you are late in paying your credit card the interest rate jumps to 28 percent. This is why if you declare bankruptcy you are still responsible for paying off your student loan, even as 1 million people a year default on student loans, with 40 percent of all borrowers expected to default on student loans by 2023. This is why wages are stagnant or have declined while costs, from health care and pharmaceutical products to bank fees and basic utilities, are skyrocketing. The enforced debt peonage grows to feed the beast until, as with the subprime mortgage crisis, the predatory system fails because of massive defaults. There will come a day, for example, as with all financial bubbles, when the wildly optimistic projected profits of industries such as fracking will no longer be an effective excuse to keep pumping money into failing businesses burdened by debt they cannot repay.
“The 60 biggest exploration and production firms are not generating enough cash from their operations to cover their operating and capital expenses,” Bethany McLean writes of the fracking industry in an article titled “The Next Financial Crisis Lurks Underground” that appeared in The New York Times. “In aggregate, from mid-2012 to mid-2017, they had negative free cash flow of $9 billion per quarter.”
The global financial system is a ticking time bomb. The question is not if it will explode but when it will explode. And once it does, the inability of the global speculators to use fabricated money with zero interest to paper over the debacle will trigger massive unemployment, high prices for imports and basic services, and a devaluation in which the dollar will become nearly worthless as it is abandoned as the world’s reserve currency. This manufactured financial tsunami will transform the United States, already a failed democracy, into an authoritarian police state. Life will become very cheap, especially for the vulnerable—undocumented workers, Muslims, poor people of color, girls and women, anti-capitalist and anti-imperialist critics branded as agents of  foreign powers—who will be demonized and persecuted for the collapse. The elites, in a desperate bid to cling to their unchecked power and obscene wealth, will disembowel what is left of the United States.
*
Chris Hedges is a Pulitzer Prize-winning journalist, a New York Times best-selling author, a professor in the college degree program offered to New Jersey state prisoners by Rutgers University, and an ordained Presbyterian minister. He has written 12 books, including the New York Times best-seller “Days of Destruction, Days of Revolt” (2012), which he co-authored with the cartoonist Joe Sacco.
Featured image is from Mr. Fish/Truthdig.

L'Italia perde 5 posizioni in classifica attrattività business globale


Nonostante il punteggio generale più alto rispetto alla scorsa edizione (62,36 nel 2018 contro i 60,49 nel 2017), l'Italia ha perso 5 posizioni nell'International Business Compass 2018, la classifica globale degli indicatori economici, politico-normativi e socio-culturali stilata per la settima volta da Bdo, network globale di revisione contabile e consulenza alle imprese in collaborazione con HWWI (Hamburg Institute of International Economics), attestandosi al 40° posto assolut

Hanno fatto meglio dell'Italia, nell'ordine, Lituania (34°), Bahrain (36°), Lettonia (37°), Ungheria (38°) e Slovacchia (39°). Per quanto riguarda i singoli indicatori, migliorano le condizioni economiche (56,35 contro 52,25, dal 51° mal 45° posto nella relativa classifica), ma l'Italia perde 6 posizioni a livello socio-culturale nonostante un punteggio simile a quello dello scorso anno (59,43 contro 59,16, dal 33° al 39° posto nella relativa classifica).

Rimane invariata per l'Italia l'attrattività come luogo di produzione (25° posto) e come mercato finale (19°) all'interno dei Paesi Ocse. Rimane infine salda al comando della classifica della produttività l'Olanda, che gode della sua posizione centrale all'interno del continente europeo e delle favorevoli politiche finanziarie. Per quanto riguarda, invece, l'attrattività come mercato commerciale, è la Svizzera a balzare al comando.
Fonte: M.F.

CHIUDE PER RISCHIO CROLLO IN MOLISE IL “ SENTE”, IL PONTE STRADALE PIÙ ALTO D’ITALIA

"UN PILONE È MANTENUTO IN EQUILIBRIO DA UN APPOGGIO DI 20 CM SU UNA BASE DI ACCIAIO SOGGETTO ALLE DILATAZIONI TERMICHE. 

COL CALO DELLE TEMPERATURE L’ACCIAIO SI RITRARRÀ E..."

Giuseppe Lanese per notizie.tiscali.it

Il viadotto “Sente” è il ponte stradale più alto d’Italia (per altezza del pilone): 185 metri. Si trova sulla ex statale 86 Istonia, al confine tra Abruzzo e Molise. Un colosso di acciaio e calcestruzzo, costruito tra il ‘74 e il ‘77, e lungo più di un chilometro che non è sicuro. Anzi, è a rischio crollo e forse da anni. Solo adesso, però, è stato accertato in maniera inequivocabile grazie ai controlli approfonditi messi in atto dalle autorità dopo i fatti di Genova e in seguito al terremoto di magnitudo 5.1 che ha colpito il Molise lo scorso 16 agosto. 

Venti cm tra la vita è la morte

Durante una riunione al Comune di Agnone (Isernia), il presidente della Provincia di Isernia, Lorenzo Coia, è stato chiaro: “Il ponte va chiuso”. E così avverrà a partire da martedì prossimo. Tutta colpa della “pilone” numero 3 del ponte che è “ruotato” negli anni e che ora sostiene la parte superiore del viadotto con un appoggio di soli 20 cm. Proprio così. A spiegarlo è stato il consigliere provinciale di Isernia, con delega alla viabilità, Mike Matticoli. Le ultime ispezioni (con una tecnica chiamata “by bridge”) e le successive relazioni tecniche, ha detto, “hanno evidenziato una serie di criticità non visibili dall’esterno ma solo scendendo sotto l’impalcato che non consentono di tenere aperto il viadotto Sente”.
senteSENTE

Tutta questione di equilibrio

Il pilone n. 3, dunque, è mantenuto in equilibrio da un appoggio di soli 20 cm su una base di acciaio che “è soggetto alle dilatazioni termiche”, ha aggiunto Matticoli. “Con il calo delle temperature l’acciaio si ritrarrà e quindi i 20 cm si ridurranno e l’appoggio residuo potrebbe non reggere”, ha messo in guardia. Nell’immediato sarà riaperta la vecchia Strada statale 86 Istonia, che comunque necessità di essere messa ugualmente in sicurezza. Tutte le ordinanze di chiusura del ponte e di ripristino della vecchia strada saranno presentate ai prefetti di Isernia e Chieti. I disagi per gli automobilisti della zona, per gli studenti pendolari e per i pazienti che dall’Abruzzo raggiungono l’ospedale di Agnone saranno notevoli. Ma sempre meglio che attraversare il ponte e affidarsi alla buona sorte.

I viadotti più alti d’Italia

Il viadotto "Sente Longo": 185 metri di altezza e 1200 metri di lunghezza e con campate di 200 metri. Realizzato tra il 1974 e il 1977, in acciaio e calcestruzzo, sull'omonimo fiume. Collega Abruzzo e Molise tra i comuni di Castiglione Messer Marino, in provincia di Chieti, e Belmonte del Sannio, in provincia di Isernia sulla SS86. Il 2 maggio 2011 è stato intitolato a Francesco Paolo Longo, l'operaio che ha perso la vita il 4 maggio 1974 durante i primi lavori di scavo del ponte.

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Dopo il viadotto Sente (in termini di altezza per quanto riguarda le strade statali) c'è il ponte Cadore, sulla strada statale 51 di Alemagna. Tra i due c'è solo un metro di differenza. Il primato di ponte autostradale più alto della penisola, invece, appartiene al viadotto Italia (il secondo più alto d'Europa', sulla A3, tra i comuni di Laino Borgo e Laino Castello, entrambi nella provincia di Cosenza. Trai viadotti più lunghi ci sono quelli di Coltano (9,6 km sull'Autostrada A12) e il torrente Fichera (sull'Autostrada A19, lungo più di 7 km). Il viadotto stradale più alto del mondo è il viadotto di Millau e si trova in Francia. La sommità dei pilastri raggiunge i 341 metri d'altezza.

Fonte: qui

TRAGEDIA DELLA FOLLIA A SCARPERIA, UN COMUNE DEL MUGELLO: UN BIMBO DI UN ANNO VIENE UCCISO DAL PADRE CON UNA COLTELLATA


DOPO AVER COLPITO IL FIGLIOLETTO CHE ERA IN BRACCIO ALLA MADRE, L'UOMO HA TENTATO DI AMMAZZARE ANCHE LA SORELLINA DI 7 ANNI, MA LA SUA CONVIVENTE SI È MESSA IN MEZZO TENTANDO DI DISARMARLO: LA DONNA È RIMASTA FERITA MA NON E’ IN PERICOLO DI VITA

Ernesto Ferrara, Luca Serranò e Manuela Zadro per repubblica.it

scarperia tragediaSCARPERIA TRAGEDIA
Michele aveva compiuto un anno il 3 settembre. È rimasto ucciso brutalmente con una coltellata inflitta dal papà durante una lite furiosa con la compagna, davanti agli occhi della sorellina di sette anni, che era in casa con loro e che ha rischiato la vita come lui. La tragedia si è consumata a Scarperia, un piccolo comune del Mugello a pochi chilometri da Firenze.

L'uomo, Niccolò Patriarchi, 34 anni, nato a Figline Valdarno (FI), ha ucciso il piccolo Michele al culmine di una lite con la convivente, Annalisa Landi, 30 anni, impiegata. La donna ha cercato di salvare il bimbo dalla furia omicida del padre rifugiandosi nel terrazzo di casa con in braccio il figlio. Ma qui l'uomo li ha raggiunti e colpiti più volte con un coltello da cucina.

scarperia tragediaSCARPERIA TRAGEDIA
Patriarchi ha poi cercato di colpire e uccidere anche l'altra figlia di 7 anni: la bimba è stata salvata dalla madre che si messa in mezzo facendo scudo con il proprio corpo. La donna è rimasta ferita alla testa e alle braccia quando si è frapposta tra l'uomo, ormai in preda a un raptus incontenibile, e la piccola, nel tentativo disperato di salvare la figlia che fortunatamente è rimasta illesa. In soccorso della donna sono arrivati il fratello, di 30 anni, e i genitori ai quali Annalisa Landi è riuscita a telefonare durante la lite per chiedere aiuto.

L'allarme ai carabinieri lo ha infatti dato la nonna materna del bimbo che ha chiamato il 112 dicendo che era stato "ammazzato suo nipote" e che l'assassino "era il padre del piccolo".
I militari, arrivati subito sul posto, si sono trovati davanti a una scena raccapricciante con il bimbo e la madre in un lago di sangue. Immobile, in stato di shock, il 34enne che è stato fermato senza opporre resistenza. Sul posto sono giunti anche i mezzi del 118: i medici hanno provato a rianimare Michele e i tentativi di salvarlo sono continuati anche nell'ambulanza con la quale è stato trasportato al pronto soccorso dell'ospedale a Borgo San Lorenzo.dove, però, è arrivato senza vita.

La madre, ricoverata nello stesso nosocomio, non è in pericolo di vita. Il coltello usato dall'uomo per colpire il figlio e la donna è stato poi ritrovato nel giardino.

Dopo essere stato arrestato per omicidio e portato nella caserma dei carabinieri, Patriarchi è stato trasferito nel carcere fiorentino di Sollicciano. Di professione informatico, era conosciuto alle forze dell'ordine per truffa e frode informatica. Anche la convivente era già nota alle forze dell'ordine per truffa.

Fonte: qui

Fonte: qui

Idiocracy: l’instupidimento della razza umana è iniziato

Rischiamo l’era di “Idiocracy”: il benessere diffuso è causa di un generale abbassamento dell’intelligenza umana. 

Non è più necessaria per la sopravvivenza.L’umanità diventa sempre più stupida! Lo aveva già profetizzato uno spassosissimo film del 2006, “Idiocracy“, nel quale si descrive l’umanità del 27° secolo dove l’intelligenza ha ceduto il posto alla stupidità più bieca.

Ora la conferma arriva da una teoria provocatoria elaborata da un genetista della Stanford University, secondo la quale l’uomo sta perdendo le sue capacità intellettuali ed emotive, dato che la rete di geni che conferisce il potere al nostro cervello è particolarmente vulnerabile alle mutazioni ambientali e sociali.

Nella società che abbiamo creato, non c’è più bisogno di creatività e ragionamenti per sopravvivere, quindi l’intelligenza potrebbe diventare qualcosa che inevitabilmente potremmo perdere!
Nonostante le scoperte scientifiche e gli avanzamenti tecnologici, l’uomo di duemila anni fa era molto più intelligente di oggi e, almeno da un punto di vista evoluzionistico, sarebbe ormai sul viale del tramonto.
A dirlo è Gerald Crabtree, genetista alla Stanford University (California) che ha condotto uno studio pubblicato dalla rivista Trends in Genetics su come si sia modificato il patrimonio genetico e intellettivo del genere umano. Il responso non è confortante: i nostri giorni migliori sarebbero già passati.
Alla base del pensiero di Crabtree, racconta il Guardian, c’è un’idea molto semplice. Ancora prima dell’invenzione dell’agricoltura e della scrittura, quando l’uomo viveva ancora di ciò che riusciva a cacciare, chi compiva un passo falso semplicemente soccombeva alle dure leggi della natura.
Nel film Idiocracy le persone intelligenti si riproducevano sempre meno mentre coloro che avevano un QI molto basso si facevano meno scrupoli popolando il pianeta.
Ad andare avanti e a riprodursi erano i più forti e più intelligenti. Oggi però non è più così. Con tutta probabilità, la nostra forza intellettuale ha cominciato a calare proprio con l’invenzione dell’agricoltura e con il sorgere delle prime comunità stanziali.
Spiega Crabtree: “Un cacciatore che non riusciva a procacciarsi il cibo o un rifugio moriva insieme alla sua progenie, mentre oggi un funzionario di Wall Street che commette un errore concettualmente simile riceverà comunque un bonus finanziario e probabilmente verrà considerato un potenziale partner da più donne. La selezione estrema è una cosa che appartiene al passato”.
E quindi, in quale tempo si colloca l’apice dell’umanità? Crabtree non ha dubbi: dopo aver studiato il corredo genetico degli uomini nelle varie epoche, è emerso che l’uomo avrebbe subito numerose variazioni negli ultimi 3.000 anni: una spirale discendente che ha portato l’umanità verso un progressivo e ineluttabile istupidimento genetico nell’arco di 120 generazioni.
Non a caso, infatti, la storia incorona il tempo della Grecia classica come uno dei periodi più intellettualmente fecondi della storia dell’umanità, secoli che hanno fissato i cardini delle società occidentali moderne, fondamenti che si sono tramandati fino ai nostri giorni.
“Siamo una specie sorprendentemente fragile dal punto di vista intellettuale”, continua Crabtree, “e probabilmente abbiamo raggiunto il nostro picco di intelligenza tra i 6.000 e i 2.000 anni fa. È sufficiente che la selezione naturale diventi meno severa che subito il nostro patrimonio intellettuale si indebolisce”.
La tesi dello scienziato californiano potrebbe essere presto confutata da altri studi, tuttavia Crabtree chiude la ricerca con una nota positiva: anche se il nostre genoma sembra diventare ogni giorno più fragile, la nostra società può contare su un forte sistema di trasmissione delle conoscenze che, diversamente rispetto al passato, riesce a diffondere la cultura velocemente e in modo capillare.
“Entro 3000 anni da oggi, è probabile che tutti gli esseri umani saranno stati sottoposti almeno a due ulteriori mutazioni genetiche che ridurranno la stabilità intellettuale ed emotiva, ma è molto probabile che la scienza progredirà a tal punto da essere in grado di risolvere il problema”, ha puntualizzato il prof.
“Non c’è bisogno di immaginare un giorno in cui non potremo più comprendere il problema, o contrastare la lenta decadenza nei geni alla base del nostro benessere intellettuale, o di avere visioni della popolazione mondiale guardando tranquillamente le repliche su televisori che non si potranno più costruire”.
Il Prof. Robin Dunbar, antropologo dell’Università di Oxford, afferma: “Il Prof Crabtree, parte dal presupposto che la nostra intelligenza è progettata per consentire di costruire case e gettare lance dritte ai maiali nella boscaglia, ma non è quello il vero metro di giudizio del cervello”.
“In realtà, ciò che ha guidato l’evoluzione del cervello umano e dei primati è la complessità del nostro mondo sociale e quel mondo complesso non sta smantellandosi. Fare le cose che decideremo di fare per il nostro partner o il modo migliore per allevare i nostri figli saranno sempre e comunque con noi”.
“Personalmente non sono sicuro che in un prossimo futuro ci sarà qualche ragione per essere tutti colti dal panico. Il tasso di evoluzione delle cose richiede decine di migliaia di anni e senza dubbio l’ingegno della scienza troverà soluzioni a tale circostanza, se non saltiamo in aria prima”, conclude il Prof Dunbar.

AUTOGOL DEL SEGRETARIO PD CHE SULLA SFORBICIATA AI FONDI PER I DISABILI ATTACCA IL LEADER LEGHISTA


LA REPLICA: I TAGLI SONO STATI FATTI DAL GOVERNO GENTILONI, IN CUI LUI ERA MINISTRO..." 

MARTINA CANCELLA IL POST E SALVINI INFIERISCE 

INTANTO SUI MEDIA FRANCESI I COMMENTATORI SI SCHIERANO CON SALVINI: "ASSELBORN NON PUO’ FAR LA MORALE. 

Clarissa Gigante per il Giornale

ASSELBORN E SALVINIASSELBORN E SALVINI
"Merde, alors", ha chiosato Jean Asselborn al termine dell'intervento in cui ha interrotto e attaccato Matteo Salvini.

Intervento in cui il ministro degli esteri del Lussemburgo ha paragonato gli italiani che nel Dopoguerra sono emigrati in cerca di fortuna ai migranti africani che chiedono accoglienza all'Europa.

"Salvini ha toni e modi fascisti degli anni '30", ha rincarato la dose Asselborn, scatenando la risposta del vicepremier e polemiche. Ma le sue parole non hanno suscitato soltanto le ire degli italiani. Basta guardare i media francofoni che hanno riportato il video e la notizia.
ASSELBORN E SALVINIASSELBORN E SALVINI

SALVINI TIMESALVINI TIME













Tra questi il più grande è sicuramente Le Figaro. Sia sul sito del quotidiano francese che sul link condiviso su Facebook la maggioranza dei commentatori si schiera con l'Italia e con Salvini. Il ritornello è lo stesso: "Come può un paradiso fiscale come il Lussemburgo che non accoglie migranti fare la morale all'Italia?", si chiedono in molti. Che fanno notare come Asselborn metta sullo stesso piano "una immigrazione intra-europea, legale e auspicara dal Lussemburgo stesso per questioni economiche con una immigrazione extra-Ue, anarchica, illegale e non sollecitata dalle popolazioni europee". O che ricordano come "quando gli italiani sono arrivati c'era lavoro e non sono venuti a divertirsi: lavoravano dalle 50 alle 60 ore a settimana senza ferie".

ASSELBORN E SALVINIASSELBORN E SALVINI
Così come molti sono pronti a puntare il dito anche contro Bruxelles, rea di aver lasciato sola l'Italia nella gestione dei flussi migratori. Non mancano i "bravo" a Salvini e i "lo avessimo in Belgio uno come lui". E c'è anche chi ne approfitta per attaccare Emmanuel Macron

2. SALVINI SMASCHERA MARTINA
Giorgia Baroncini per il Giornale

"Il segretario del Pd mi definisce 'ignobile' affermando che il ministero della Disabilità, fortemente voluto dalla Lega, avrebbe tagliato fondi per 10 milioni.

Peccato che il taglio sia stato fatto dal governo Gentiloni, in cui lui era ministro...". Così Matteo Salvini ha risposto a Maurizio Martina. Il segretario del Pd aveva attaccato su Facebook l'esecutivo Lega-M5s per aver tagliato i fondi destinati alle persone con gravi disabilità e prive di sostegno familiare.

salviniSALVINI
"Salvini si è riempito la bocca con la creazione del ministero della Disabilità. Ora che fa col suo complice Di Maio? Taglia del 10% il fondo per i disabili stanziato con il ‘Dopo di noi’. Ignobile. Il governo provveda subito al ripristino dei 10 milioni tagliati senza dare spiegazioniL’ennesima follia di un governo che fa solo danni a chi è più fragile", aveva scritto Maurizio Martina dopo la pubblicazione di un comunicato della Ledha, Lega per i diritti delle persone con disabilità, in cui si faceva riferimento a una "sforbiciata al fondo".

Il segretario Pd però ha dimenticato che a "tagliare quei fondi è stato il governo Gentiloni, di cui Martina era ministro", hanno sottolineato prima il ministro per la Famiglia e le Disabilità, Lorenzo Fontana, e poi il vicepremier Salvini.
Così il segretario del Pd si è affettato a cancellare il post. Una mossa che non è passata inosservata. "Martina ha cancellato il post, ma non la figura di palta rimediata. Secondo voi a sinistra ci sono o ci fanno???", ha commentato Salvini. Fonte: qui