9 dicembre forconi: 01/01/17

domenica 1 gennaio 2017

Scoppia ordigno a Firenze, agente ferito

Ansa - Pacco-bomba sistemato davanti ad una libreria di Casa Pound

Un artificiere della Polizia è rimasto ferito a Firenze dallo scoppio di un ordigno trovato davanti alla sede di una libreria che fa riferimento a Casa Pound.
    Una pattuglia della polizia aveva trovato un involucro sospetto davanti al locale in via Leonardo Da Vinci, non lontano dal centro storico.

Secondo le prime informazioni, gli artificieri giunti sul posto hanno lavorato all'ispezione o al disinnesco del pacco-bomba e uno è rimasto ferito dall'esplosione. Tutto è accaduto attorno alle 5:30 di oggi. L'artificiere, sottoposto ad un intervento chirurgico, rischia di perdere un occhio e di avere una mano fortemente compromessa. L'ordigno, secondo quanto appreso, era dotato di un timer collegato al pacco-bomba con dei fili elettrici. Sul posto la Digos e gli agenti della scientifica.

Ordigno aveva il timer - C'era un timer collegato ai fili e al pacco bomba esploso stamane a Firenze. Verso le 5 del mattino, una pattuglia della Digos che controllava obbiettivi sensibili ha notato un pacco davanti alla saracinesca della libreria che poteva essere sospetto. Era un pacco con fili elettrici ed un timer. La pattuglia ha chiamato la questura, sono arrivati una volante e gli artificieri, la zona è stata isolata, come da procedura in questi casi. L'artificiere ha cominciato ad esaminare l'ordigno quando è avvenuto lo scoppio.
In questo fine anno decisemente intenso e rivoluzionario, abbiamo appreso dal Financial Times che il presidente del nostro Antitrust, auspica una  rete di agenzie pubbliche scelta dalla Comunità europea, da Bruxelles contro le ‘bufale’ online per lottare contro la diffusione in rete delle notizie false.
A suo giudizio, questa opera di smascheramento delle bufale è più efficace se viene affidata agli Stati. “Ritengo che dobbiamo fissare queste regole e che spetti farlo al settore pubblico”, aggiunge il presidente dell’Autorità, evidenziando che gli utenti continuerebbero “a usare un Internet libero”, ma beneficerebbero di un’entità “terza”, indipendente dal governo, “pronta a intervenire rapidamente se l’interesse pubblico viene minacciato”. “La post-verità – è la tesi centrale di Pitruzzella – è uno dei motori del populismo ed è una minaccia per le nostre democrazie”.
Inutile aggiungere che la verità si trova solo sulle reti di Stato o sui giornali mainstream, li di bufale neppure l’ombra. Altro non serve aggiungere, se non che gli utenti non sono in grado di comprendere la realtà, soprattutto quando non aderiscono allo status quo.

Vi dice nulla …1984 di George Orwell

Il ministero della Verità affidato agli Stati… La menzogna diventa realtà e passa alla storia.
« L’Ortodossia consiste nel non pensare — nel non aver bisogno di pensare. L’Ortodossia è inconsapevolezza. »
Noi da dieci anni scegliamo la linea della responsabilità nei confronti non degli utenti ma delle anime che quotidianamente ci accompagnano in questo viaggio, forniamo opinioni e analisi, corredate da sempre da fonti spesso e volentieri provenienti proprio da quelle istituzioni che sono portatrici di verità assolute.
Se avessimo scelto la menzogna come veicolo di informazione questo blog non avrebbe resistito dieci lunghi anni nella rete.
In questi dieci anni difficilmente qualcuno è stato in grado di mettere in dubbio il nostro lavoro, primo perchè spesso la verità figlia del tempo si è puntualmente rivelata, secondo perchè le stesse fonti mainstream hanno confermato a distanza di anni la manipolazione sistematica di dati e notizie, esclusivamente prodotte per la sopravvivenza di questo fallimentare sistema. Noi la maggior parte delle volte prima di condividere una notizia ci pensiamo su tre volte, troppa è la responsabilità che sentiamo nei confronti dei nostri compagni di viaggio. Certo alle volte possiamo sbagliare, ma credeteci sempre in buona fede perchè il nostro conflitto di interesse lo conoscete, questa è una crisi essenzialmente antropologica.
Le nostre non sono verità assolute, sono solo insegnamenti che vengono dalla storia, messaggi per chi li sa ascoltare.
Laggiù all’orizzonte si intravvede il nuovo anno, insieme a Machiavelli vi abbiamo già raccontato cosa ci aspettiamo dal punto di vista economico/finanziario e geopolitico, molte sorprese non mancheranno, ma quello che a noi importa è la consapevolezza che questa crisi è anche una grande occasione di cambiamento per ciascuno di noi.
Non sara facile, non saranno affatto facili i prossimi anni, ma ne usciremo, eccome se ne usciremo, dopo la notte c’è sempre un’alba, se l’Inverno vi raccontasse che ha nel cuore la primavera chi avrebbe il coraggio di crederli.
Il 4 marzo del 1933 un ispirato Franklin Delano Roosevelt  …
Ritengo che questo sia soprattutto il tempo di dire la verità, tutta la verità, con sincerità e coraggio. Non si può rifuggire, oggi, dall’affrontare onestamente le attuali condizioni del nostro paese. Questa grande nazione saprà sopportare ancora, come ha già saputo sopportare, e saprà anche risorgere alla prosperità. Lasciate dunque che io esprima tutto la mia ferma convinzione che quanto dobbiamo soprattutto temere è di lasciarci vincere dalla paura, da quella paura senza nome, irragionevole e ingiustificata, che paralizza i movimenti necessari per trasformare una ritirata in un’avanzata…
E ancora …
Ancora più grave è la circostanza che una folla di disoccupati si trova di fronte al tetro problema della propria esistenza, mentre un numero non minore di cittadini continua a lavorare con scarso profitto. Solamente uno sciocco ottimista potrebbe negare l’oscura realtà del momento.
Non abbiamo bisogno di falsi profeti, di falsi ottimisti di maniera come i nostri politicanti gente che ogni anno annuncia una ripresa che non può esserci perchè non studiano la storia, non sanno cosa sia una deflazione da debiti, non hanno la più pallida idea del funzionamento di una unione monetaria, pensano sempre e solo a risolvere i problemi utilizzando metodologie e sistemi falliti.
A tempo debito condivideremo le nostre umili proposte. Buon anno Ragazzi, che la consapevolezza ci accompagni verso nuovi orizzonti. Andrea

IL PENTAGONO: “AL BAGHDADI È VIVO E GUIDA ANCORA L’ISIS"

A INIZIO DICEMBRE ERANO CIRCOLATE VOCI SULLA MORTE DEL LEADER DELLO STATO ISLAMICO


abu bakr albaghdadi 2ABU BAKR ALBAGHDADI 2
Il leader dell'Isis, Abu Bakr al Baghdadi, è ancora vivo nonostante i ripetuti sforzi della coalizione a guida Usa di ucciderlo e le voci circolate a inizio dicembre che lo davano per morto. Lo ha detto il portavoce del Pentagono, Peter Cook, alla Cnn. Secondo Cook, le agenzie di sicurezza Usa "pensano che Baghdadi sia vivo e guidi ancora" lo Stato Islamico.

"Siamo ovviamente facendo tutto il possibile per tracciare i suoi spostamenti. Se ne avremo l'opportunità tenteremo in ogni modo di processarlo come merita. Stiamo facendo il possibile e stiamo impiegando molto tempo su questo fronte", ha detto Cook. A inizio mese, gli Usa hanno raddoppiato la taglia su Baghdadi portandola a 25 milioni di dollari. Non è chiaro se il leader si nasconda a Baghdad, dove proclamò il califfato nel 2014. L'ultima apparizione, solo vocale, è stata in un video messaggio a novembre dove incitava i suoi a combattere per difendere la capitale irachena.
ABU BAKR AL BAGHDADIABU BAKR AL BAGHDADI

Grillismo: fallimento

Chi aveva pronosticato solo sei mesi di vita alla giunta di Virginia Raggi mai aveva pensato che la profezia si sarebbe realizzata. Invece sono bastati proprio sei mesi per certificare il totale fallimento del governo capitolino affidato alle mani inesperte ed incerte della giovane avvocatessa grillina.

Sarebbe però un grave errore scaricare le colpe di questo fallimento sulla sola sindaca. La Raggi ha sicuramente sbagliato nella scelta di collaboratori che, dopo essere risultati solo “chiacchierati”, si sono rivelati anche implicati fino al collo in quei rapporti illeciti con il mondo dei palazzinari romani la cui denuncia era stata uno dei cavalli di battaglia nella campagna elettorale romana del Movimento Cinque Stelle. E ha ancora di più sbagliato quando ha insistito testardamente nella difesa delle sue scelte. Da Paola Muraro a Raffaele Marra. Ma dato a Virginia ciò che è di Virginia, va denunciato con forza che a fallire non è stata solo la sindaca ma l’intero Movimento di Beppe Grillo. Si è detto più volte che Roma sarebbe stata il banco di prova della credibilità politica dei grillini, la cartina di tornasole della loro capacità di amministrare, l’occasione storica per dimostrare agli italiani di poter concorrere a governare l’intero Paese.
Ora il banco di prova ha messo in evidenza l’inaffidabilità del M5S, la cartina di tornasole la sua incapacità di governare e l’occasione storica si è trasformata nella dimostrazione lampante e drammatica che mettere il governo del Paese nelle mani di Beppe Grillo e compagni sarebbe una iattura irreparabile.
In sei mesi la giunta grillina e l’incredibile pletora di dirigenti di livello nazionale Cinque Stelle che si sono occupati delle vicende romane, dai rampanti Di Maio e Di Battista alle erinni Taverna e Lombardi fino agli stessi Grillo e Casaleggio, è riuscita ad offrire ai romani ed agli italiani uno spettacolo fatto di inerzia amministrativa e di devastante confusione politica, segnata da una conflittualità interna addirittura peggiore di quella tanto contestata dei partiti tradizionali.

Grazie a questo spettacolo la Capitale ha perso l’occasione delle Olimpiadi ed in cambio ha avuto solo l’aggravamento delle condizioni disperate in cui l’avevano lasciata le precedenti amministrazioni e la dimostrazione che una volta portati dall’opposizione al governo i grillini sono capaci solo a provocare disastri. Chi sosteneva che a Roma si sarebbe dovuto toccare il fondo prima di poter ripartire è stato accontentato. Il fondo è stato toccato. Ma per la ripartenza c’è ancora da aspettare!

18 Dicembre 2016

Fonte: qui

Di Maio a pranzo con la Trilateral 3 giorno dopo l’attacco del blog di Grillo alla Boschi per lo stesso motivo


Il vicedirettore del “Fatto Quotidiano” Stefano Feltri riferisce del pranzo di Luigi Di Maio con i membri italiani della commissione Trilateral svoltosi presso l’istituto Ispi di Milano (dove ho studiato anche io, nda). Il sito dell’Ispi, il più prestigioso think tank di politica internazionale del nostro Paese, diretto dal prof. Paolo Magri e che ha come presidente onorario Giorgio Napolitano, ha diffuso ieri una foto che ritrae Di Maio insieme a Carlo Secchi, ex rettore della Bocconi e presidente della sezione italiana della Trilateral Commission. L’evento all’Ispi è stato infatti organizzato insieme a questa associazione fondata negli anni ’70 da David Rockefeller che riunisce vertici economici, politici e accademici, e che da ormai diversi anni è uno degli obiettivi preferiti dei complottisti insieme al gruppo Bilderberg. Ecco come il sito dell’istituto ha descritto l’evento.
Europa, terrorismo e immigrazioni sono stati i temi al centro del Lunch Talk tenutosi venerdì 22 aprile 2016 con i membri del Consiglio dell’ISPI e i vertici di di aziende e istituzioni tra i quali Pirelli, Intesa Sanpaolo, A2A, ENI, Dalmine, il direttore del Corriere della Sera Fontana e il senatore Mario Monti”. Mario Monti è presidente onorario della Trilateral Europa, ed era stato duramente criticato dai 5 Stelle per questi rapporti con l’establishment mondiale ai tempi della sua nomina a presidente del Consiglio. Il pranzo di Di Maio è una notizia piuttosto curiosa non solo per la nota ostilità del mondo M5S a queste associazioni “simbolo” dei cosiddetti poteri forti. Solo tre giorni prima il pranzo milanese del vicepresidente della Camera il membro del direttorio pentastellato Roberto Fico aveva duramente criticato sul blog di Grillo il ministro Maria Elena Boschi per lo stesso motivo, ovvero un suo intervento presso la Trilateral.

Nel 2012 era il Bilderberg, oggi è la Trilaterale, riunita per tre giorni a Roma sotto la protezione di un imponente apparato di sicurezza. Forse è il caso di ricordare cosa sia la Trilaterale, quanto questa organizzazione delle élite economiche abbia influito sulle politiche dei Paesi occidentali. La dottrina della Trilaterale è riassunta nel Rapporto del 1975: la democrazia entra in crisi quando ci sono troppi cittadini coinvolti e attivi; i cittadini non hanno gli strumenti per governare la cosa pubblica; troppa domanda politica e partecipazione ostacolano il funzionamento del sistema

Il Ministro Boschi convocato alla riunione dei potenti non è che il simbolo di un Governo senza autonomia, una misera pedina al servizio di interessi altri, non della volontà popolare. Tutto questo con il beneplacito di un Presidente della Repubblica che ha accolto serenamente una riunione della quale non ci è dato sapere nulla, perché non c’è uno straccio di giornalista che possa o voglia (come il Presidente della Rai) raccontare nulla. Questa vicenda non può essere chiusa sotto silenzio, utilizzeremo ogni strumento per vederci più chiaro.

Turchia: attacco in night club a Istanbul, 39 morti e 69 feriti. Tra le vittime 15 stranieri

Ansa - Aggressori sparano a caso sulla folla vestiti da Babbo Natale. Farnesina verifica eventuale presenza di italiani. Un assaltiore ancora in fuga. Ombra dell'Isis

Il terrorismo colpisce la Turchia nella notte di Capodanno: è di almeno 39 morti e 69 feriti l'ultimo bilancio ufficiale di un attacco avvenuto in una famosa e affollatissima discoteca di Istanbul, non ancora rivendicato ma le cui caratteristiche fanno pensare a un attentato a firma Isis. Tra le vittime anche 15 stranieri.

L'attacco è avvenuto verso l'1:30 ora locale, le 23:30 in Italia. Sul numero degli assalitori, vestiti con costumi da Babbo Natale, ancora non c'è certezza: solo uno, secondo fonti ufficiali; fino a tre, secondo testimoni e media locali. E il ministero dell'Interno turco afferma che l'assalitore sarebbe ancora in fuga. Il locale preso di mira è il 'Reina': un rinomato nightclub sulle rive del Bosforo posto nel quartiere di Ortakoy nel distretto di Besiktas, parte europea di Istanbul. Al momento dell'attacco, nel night ci sarebbero state tra le 500 e le 600 persone. L'attentatore avrebbe prima ucciso un poliziotto e una guardia giurata all'ingresso, per poi entrare nel locale e iniziare a sparare a caso sulla folla. Molti si sarebbero perfino gettati nelle acque gelide dello stretto per sfuggire alla morte. Circa 60 le ambulanze accorse sul posto.

Condanna dell'attacco e solidarietà alla Turchia da parte di Stati Uniti, Ue e Nato: la Casa Bianca ha offerto ad Ankara l'aiuto degli Usa, mentre il dipartimento di Stato ha espresso solidarietà "all'alleato turco"; l'alto rappresentante europeo per gli Affari esteri Federica Mogherini ha sottolineato come si debba "lavorare per prevenire tali tragedie"; il segretario generale dell'alleanza atlantica Jens Stoltenberg ha parlato di "tragico attacco".