UNA RENAULT CLIO NON BLINDATA DELLA STAZIONE DEI CARABINIERI DI SAN DONATO MILANESE AFFIANCA L’AUTOBUS IN CORSA PIENO DI BAMBINI E CON UN TERRORISTA CHE LO HA COSPARSO DI GASOLIO. STERZANO DAVANTI ALL’AUTOBUS E CI SI SCHIANTANO CONTRO, E A QUEL PUNTO…
Nicolò Zuliani per www.termometropolitico.com
Quello che è successo a San Donato Milanese è stato un esempio di professionalità dei Carabinieri a livello mondiale. In tutto l’occidente non c’è una situazione cominciata così (51 bambini ammanettati sull’autobus, taniche di benzina, uno psicopatico che vuole arrivare all’aeroporto) che sia finita senza un solo colpo di pistola e un solo ferito. È stata una dimostrazione di bravura che va ben oltre l’immaginabile, e come al solito seguendo solo buon senso e il pragmatismo. Niente protocolli SWAT, negoziatori, cecchini negli elicotteri, visori termici, nulla. Praticamente i bastoni e le pietre.
“Voglio andare a Linate, non voglio vedere nessuno per chilometri, ho 50 bambini in ostaggio, è pieno di gasolio”. La risposta negli USA sarebbero stati elicotteri, preevacuazione di aeroporto e autostrada, 14 negoziatori idioti che litigano tra di loro, 400 SWAT armati di bazooka a distanza; appena possibile crivellano di colpi l’autista e nel farlo uccidono sei bambini e un insegnante. L’autobus prende fuoco e ne muoiono altri 19. Segue guerra preventiva a una nazione a caso.
Risposta francese: scoprono che il fatto è vero quando ormai l’autobus è a Linate e ha fatto schiantare un aereo in fase di atterraggio. Cominciano a litigare sulla competenza territoriale, il giudice telefona a Macron che telefona al suo consulente d’immagine che telefona al giudice, alla fine il pazzo sfonda il blocco davanti all’aeroporto, investe quattro agenti di polizia, gli altri aprono il fuoco e tutti muoiono crivellati nell’autobus. In Russia o in Israele neanche a parlarne.
Risposta italiana: una Renault Clio non blindata della stazione dei Carabinieri di San Donato Milanese affianca l’autobus in corsa. A bordo ci sono un appuntato, un carabiniere e un carabiniere scelto, tutti con moglie e figli a casa e che tra loro manco si conoscono. Gente normale, pagata quattro soldi, originari del paesino in Puglia e di stanza in una stazioncina di periferia.
Non sono Tuscania, GIS o incursori della marina: sono il classico maschio italico che quando vede i criaturi in pericolo diventa Schumacher a bordo di una Fiat Punto pimpata. Sterzano davanti all’autobus e ci si schiantano contro. L’autobus si ferma. L’appuntato scende e brandisce minaccioso i pugni verso lo psicopatico, che essendosi preparato guardando i film americani rimane confuso. Nel frattempo gli altri due forzano la porta posteriore, gli sfondano a sfregio il finestrino e tirano fuori i ragazzini di peso. Il pazzo se ne accorge, ma quando fa ripartire l’autobus gli ultimi ragazzini si lanciano fuori in corsa. A quel punto viene acciuffato, percosso e portato in centrale vivo e vegeto.
Tutto questo favorito dal fatto che in italia la gente non fa quello che gli dici manco minacciandola col coltello; siamo un paese di anarchici dove un bambino di 10 anni ti frega e si tiene il cellulare, un professore di 40 mette male le fascette ai polsi e il Carabiniere mentre ascolta il sequestratore ha il tono di chi pensa “ma vaffanculo, adesso ti faccio vedere io”. Risultato finale: un sequestro con tentata strage risolto in venti minuti con una decina di escoriazioni, quattro cartoni all’autista e un autobus in fiamme. Tutti vivi. Qualsiasi altra forza dell’ordine, davanti a un risultato del genere, più che applaudire si dovrebbe mettere a studiare.
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