9 dicembre forconi: 08/03/18

venerdì 3 agosto 2018

ALLE ISOLE FAROE PROSEGUE IL ''GRINDADRÀP'', IL MACABRO RITO TRADIZIONALE DEL MASSACRO DELLE BALENE: NON MENO DI 150 ESEMPLARI SONO STATI ATTIRATI NELLA BAIA PER ESSERE UCCISI CON GROSSI COLTELLI



DOPO CHE AGLI ANIMALI VIENE RECISA LA SPINA DORSALE VENGONO LORO PERFORATI GLI OCCHI

Remo Sabatini per “www.ilmessaggero.it”

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Prosegue il “tradizionale” massacro delle balene alle isole Faroe e l’oceano torna a tingersi di rosso. Era cominciato di nuovo, il 22 maggio scorso. Quel giorno, non meno di 150 esemplari di balene pilota erano state sospinte dalle imbarcazioni all’interno della piccola baia dove si affacciano le pittoresche casette dei pescatori, e dove le attendeva buona parte della popolazione.

Quasi duecento persone, con bambini al seguito, pronte a rinnovare un macabro e sanguinoso rito vecchio di secoli. Così, si era dato il via alla prima Grindadràp, un massacro che, di stagione in stagione, vede uccidere centinaia di cetacei nelle acque di quell’oceano che sta a metà strada tra Regno Unito e Islanda.
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Il rituale dell’uccisione, documentato dalla organizzazione di Sea Shepherd da anni, è sempre lo stesso. Una volta spiaggiati, gli animali non hanno via di fuga né modo di sfuggire a quei grossi coltelli che, con un colpo secco, gli recideranno la spina dorsale.

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Moribondi, poi, saranno oggetto di ulteriori ingiurie che li vedranno colpiti negli occhi, perforandoli. Nel frattempo, tra le urla di quella popolazione che continuerà ad aggirarsi nella baia fino a quando tutti i cetacei non saranno uccisi, il rosso del sangue avrà cancellato il blu intenso dell’oceano. Lo spettacolo, però, non finisce qui. La tradizione, infatti, vuole che al massacro siano presenti anche i bambini. Così, non è affatto raro osservare i piccoli abitanti dell’isola a cavalcioni sugli animali morenti, oppure farsi strada in mezzo a quel sangue e quella spuma, per osservare da vicino, imparare.
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Dal canto loro, nonostante le proteste internazionali dell’opinione pubblica e dei movimenti come quello già citato e capitanato da Paul Watson, le autorità a protettorato danese, minimizzano e ricordano come, le specie animali oggetto delle uccisioni, non siano in pericolo di estinzione. Così, ignorando la moratoria internazionale che vieta la caccia alle balene, le isole Faroe si uniscono a Paesi come Giappone e Islanda che, sulle balene, la sanno lunga. E allora, si va avanti. Come nulla fosse, come se quelle balene fossero nulla.
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TERREMOTO NEL CLAN DEI CASALESI

DOPO IL PENTIMENTO DI NICOLA SCHIAVONE, FIGLIO DEL BOSS SANDOKAN, ANCHE IL FRATELLO WALTER SOTTO PROTEZIONE 

È L’UOMO DEL PATTO CON LE 'NDRINE

Mary Liguori per www.ilmattino.it
nicola schiavone 2NICOLA SCHIAVONE

«Fare questa vita non conviene più». Nella lettera ai magistrati che ha spianato la strada al pentimento eccellente di Nicola Schiavone, il senso del discorso è quello che si ripropone ogni qual volta un camorrista esterna la volontà di chiudere col passato. I figli, la famiglia, la prospettiva mutata dagli anni di isolamento al 41bis.

L’avrà immaginato, Nicola Schiavone, che però la sua non sarebbe stata una scelta senza conseguenze. Ha un cognome che pesa e la famiglia è troppo numerosa per poter pensare che ci sarebbe stata una reazione univoca. E infatti, se il più giovane di casa, Ivanhoe, è rimasto arroccato nella villa di via Bologna a Casal di Principe, e i detenuti Emanuele Libero e Carmine hanno respinto l’«invito», uno dei fratelli ha invece deciso di prendere al balzo la palla lanciata da Nicola.
walter schiavoneWALTER SCHIAVONE

Da qualche giorno, di Walter Schiavone a Isernia c’è più traccia. Con la compagna e il figlio, nato quando il padre era già «al confino», ha deciso di aderire al programma di protezione in conseguenza alla scelta del fratello di diventare un collaboratore di giustizia.

Si sta sgretolando la famiglia Schiavone, spaccata in due dalla scelta del primogenito di Sandokan, Nicola, di «pentirsi». La madre, Giuseppina Nappa, insieme alla figlia, ha scelto sin da subito di mettersi sotto l’ala protettiva dello Stato. Di Walter, come si ricorderà, sono recentissime le presunte gesta criminali. Poca cosa se si considera che è accusato «solo» di aver vissuto con lo stipendio del clan.

nicola schiavone 1NICOLA SCHIAVONE
Ben altri gli scenari che intorno alla sua figura ha invece ricostruito il pentito Roberto Vargas, ex braccio destro proprio del neo collaboratore Nicola Schiavone che, a quest’ultimo, attribuisce addirittura un patto con i terroristi islamici per uccidere l’ex procuratore aggiunto di Napoli, Federico Cafiero De Raho, oggi a capo della Dna.

Vargas, dicevamo, ha riferito che insieme a Walter Schiavone fu stipulato un patto con la Ndrangheta per imporre la mozzarella dei Casalesi in Calabria. L’anello di giuntura fu un luogotenente degli Giampà, potente cosca vibonese. «Portammo la mozzarella a Lamezia Terme a Benincasa, grossista di pesce ed esponente della Ndrangheta per conto della famiglia Giampà, che ci aiutava nell’imposizione della mozzarella in quelle zone». «Io e Walter portammo dei provini di mozzarella da fare assaggiare ai diversi ristoratori di Lamezia Terme».
nicola schiavone 3NICOLA SCHIAVONE

L’amicizia tra gli Schiavone e Benincasa nacque, secondo Vargas, durante il periodo in cui Benincasa - era al 41 bis assieme a Sandokan». «Sono stato ospite di Benincasa - le rivelazioni di Vargas - su incarico della moglie di Francesco Schiavone al fine di occuparmi della distribuzione del pesce in maniera esclusiva stabilendo un contatto diretto con la ‘ndrina». «Walter eredità il business della mozzarella e il patto con i calabresi tra il 1999 e il 2000».

Fonte: qui

TUTTI I NUMERI DELL' 'AIR FORCE RENZI'

IL BESTIONE CHE DOVEVA SCARROZZARE ORDE DI IMPRENDITORI ITALIANI INTENTI A FARE GRANDI AFFARI MA CHE HA VOLATO QUASI SEMPRE VUOTO

SOLO TRE VERE MISSIONI PRO-EXPORT, DUE GUIDATE DALL'EX SOTTOSEGRETARIO SCALFAROTTO. PER L'AVANA PARTIRONO IN 70 E TORNARONO IN 64 (AH, IL FASCINO DI CUBA!)

ALFANO CI E' ANDATO A NEW YORK CON 8 PERSONE. UN COSTO A PASSEGGERO DI CIRCA 50MILA EURO. COI QUALI CI COMPRAVA 10 BIGLIETTI DI PRIMA CLASSE CIASCUNO

RICORDIAMO CHE IL LEASING DELL'AEREO DA ETIHAD È INIZIATO A POCHI MESI DALL'INGRESSO DELLA COMPAGNIA EMIRATINA IN ALITALIA. DOVE AVREBBE PERSO CENTINAIA DI MILIONI...



I VOLI (SEMIVUOTI) DELL’«AIR FORCE RENZI» E QUEL CARTEGGIO SUI LAVORI INTERNI|ECCO COM’È: IL VIDEO
Gian Antonio Stella per il ''Corriere della Sera''

i voli dell aereo di stato etihad dal fatto quotidianoI VOLI DELL AEREO DI STATO ETIHAD DAL FATTO QUOTIDIANO
Sia chiaro: a leggere la stupefacente lista dei «voli effettuati col velivolo A-340» della flotta presidenziale ormai noto, a torto o a ragione, come l’«Air Force Renzi», lista emersa dagli spifferi di Palazzo Chigi, si tratta dell’unica «navigazione in solitaria». Sono proprio tante, però, le trasferte con un numero di passeggeri ridotto o ridottissimo rispetto alla capienza di un bestione metallico lungo 63 metri, (quasi tre volte un campo da tennis) e con un’apertura alare di 60 metri.

«L’aereo era stato scelto dalla Repubblica italiana», spiegava l’altro giorno su Facebook l’ex premier pd rispondendo alla nuova puntata del tormentone, il video messo online e subito virale del sopralluogo sull’Airbus di Luigi Di Maio e Danilo Toninelli, «per valorizzare il nostro export, che nel 2017 valeva 448 miliardi di euro». Di più: «Secondo il business plan fatto dai tecnici, se utilizzato per le missioni si sarebbe ripagato il costo del leasing semplicemente con la presenza di almeno 2/3 de posti per gli imprenditori» chiamati a pagare il biglietto.

Una stima ottimistica, se è vero che ogni ora di volo costa di solo carburante (poi c’è tutto il resto…) dai 2500 euro in su, a seconda del carico. Fatto sta che i viaggi di questo tipo, stando alla tabella che gira a Palazzo Chigi, sono stati davvero pochi. Tre in tutto, pare, guidati dall’allora sottosegretario allo sviluppo Ivan Scalfarotto. Uno di tre giorni a l’Avana, con 70 passeggeri all’andata e 64 al ritorno (ah, Cuba!), un altro di tre giorni in Pakistan (32 da Roma a Islamabad e 60 da Lahore a Roma), un altro ancora a New Delhi e Mumbai con 120 viaggiatori. Il più affollato di tutti. Fino a riempire poco più di un terzo dei posti a disposizione.

di maio e toninelli davanti all air force renziDI MAIO E TONINELLI DAVANTI ALL AIR FORCE RENZI

Spiccano, nella tabella dei 47 voli annotati alla voce «A340», che potrebbe contenere solo i viaggi più significativi, alcune trasferte di Paolo Gentiloni (Tbilisi, Abidjan, Ankara, Beirut, Jerevan…) quand’era ministro degli Esteri. E uno di Roberta Pinotti a Riad. Tutti gli altri, dice la lista, li ha fatti l’allora ministro degli esteri Alfano. Con 31 persone a Lubiana, con otto a New York, con nove (ma solo due al ritorno) a Washington, dieci a Giakarta, sette ad Abu Dhabi…

Numeri che contrastano clamorosamente, se saranno confermati, con gli spazi a disposizione degli ospiti mostrati l’altro giorno dai due ministri nel reportage sul velivolo da tempo nel mirino dei pentastellati. File e file e file di sedili, vuoti come praticamente sono sempre stati in tutte le «escursioni» estere.
airbus a340 nuovo aereo blu di renzi 4AIRBUS A340 NUOVO AEREO BLU DI RENZI 

«E tutto per cosa?», ha chiesto Danilo Toninelli, «Per riempire l’ego di Matteo Renzi». «L’aereo doveva stare a Ciampino ma non è stato possibile perché è troppo grande, come l’ego di Renzi», ha rincarato Luigi Di Maio, «Lui ci voleva mettere anche la vasca Jacuzzi…». Replica renziana: «Il cosiddetto Air Force Renzi è una delle più grandi bufale messe in campo dal M5S, un attacco personale, perché non hanno possibilità di fare un ragionamento sull’export».

Al di là delle reciproche beccate tra galli combattivi, tra i quali si è inserito Giuseppe Conte annunciando la disdetta del contratto («Parliamo di circa 150 milioni di euro spesi per soli 8 anni di noleggio, inclusi i 20 milioni per riconfigurarlo, per un velivolo quasi mai usato») un punto appare chiaro.

airbus a340 nuovo aereo blu di renzi 3AIRBUS A340 NUOVO AEREO BLU DI RENZI
Ego o non ego, si è trattato di un pessimo affare. L’airbus A340, presentato nel 1987, tanto tanto tempo fa, è un gran quadrimotore in grado di fare lunghi viaggi ma condannato da un errore iniziale: «tira carburante come un’idrovora», per dirla con «Il Fatto» che fu tra i primi a occuparsi della storia. Un limite che si è fatto via via più gravoso. Al punto che del più nuovo «340/600» (usato da Angela Merkel) avrebbero dovuto essere prodotti 200 esemplari ma a quota 97 la produzione decise: stop. La Singapore airlines, per dire, si era liberata dei suoi a fine 2010. Troppi costi.
airbus a340 nuovo aereo blu di renzi 2AIRBUS A340 NUOVO AEREO BLU DI RENZI






Nell’ultimo anno in cui fu pubblicato il prezzo di listino ufficiale, 2011, costava 180,6 milioni. Da scontare, ovvio, come sempre in questi casi. Ma già il 26 ottobre 2016, pochi mesi dopo la firma del contratto tra la Direzione degli armamenti aeronautici (Armaereo) e l’Alitalia «per l’acquisizione in leasing dell’aeromobile Airbus A340-500 - riconfigurazione interna del velivolo», il nostro Leonard Berberi scriveva che stando a esperti di mercato, un aereo come quello preso da noi in leasing «si può comprare con non più di 18 milioni di euro». Cifre che sarebbe scesa oggi, sull’usato, a 8 milioni. Investimento iniziale basso, costi d’uso e di manutenzione stratosferici.

Valeva la pena di prenderlo in leasing per otto anni al prezzo che si è detto, con resa finale a Etihad? Lasciamo rispondere al coordinatore del Servizio per i voli di Stato, il colonnello Valerio Celotto. Che in una lettera al segretario generale di Palazzo Chigi, il 5 gennaio 2018, mentre infuria la campagna elettorale, riferisce che la «realizzazione di un’area dedicata all’autorità, suddivisa nella cabina letto con annesso bagno e doccia, nello studio privato nonché in un area riunioni con lo staff» avrebbe «un costo massimo stimato» pari al 16,6 milioni di euro.
Renzi AlfanoRENZI ALFANO

In ogni caso però, spiega, il cronoprogramma è saltato perché «nonostante i numerosi solleciti», l’Alitalia ha comunicato d’aver infine ricevuto sei preventivi solo il 22 dicembre 2017. Meglio dunque, dato l’anno perso per i preventivi e un altro anno (minimo) per i lavori da fare, lasciar perdere. «Risultando più corretto che sulla questione si pronunci il nuovo Esecutivo».

ALFANO RENZIALFANO RENZI
Nel frattempo la regina Elisabetta che ha girato per anni come una trottola i paesi del Commonwealth, tira avanti con piccoli quadrimotori BAE 146, vecchiotti, fuori produzione ma ben mantenuti. Se proprio è necessario, per i viaggi all’altro capo del mondo, usa un B 747 di British Airways. Magari modificato negli spazi interni, ma preso a nolo volta per volta. Sparagnina…


L' AIR FORCE RENZI HA VOLATO 88 VOLTE: ECCO CHI L' HA PRESO
Estratto dall'articolo di Luigi Franco e Thomas Mackinson per ''il Fatto Quotidiano''

(…)

Il Fatto Quotidiano pubblica, dopo aver fatto un accesso agli atti presso il segretariato generale della presidenza del Consiglio, i voli dell' Airbus della discordia, quello acquistato (o meglio affittato in leasing) dal governo Renzi con un contratto che il governo Conte ha deciso di rescindere e sul quale anche la Corte dei Conti ha avviato un' indagine.

Per la prima volta possiamo così conoscere il nome dell' autorità richiedente e il numero dei passeggeri. È così possibile farsi un' opinione non tanto sul contratto da 150 milioni circa di cui quasi tutto oramai si è detto (il Fatto ne ha rivelato i dettagli nei giorni scorsi), quanto sull' utilità effettiva di questo "investimento" alla luce dell' uso concreto.
ivan scalfarottoIVAN SCALFAROTTO

(…)

La vicenda dell' Airbus 340, acquistato da Renzi ufficialmente per voli di Stato su tratte a lungo raggio, è quindi finita con lui che non sale a bordo (per schivare prevedibili polemiche) ma lo mette a disposizione dei suoi ministri, come fosse un taxi per le tratte brevi, ma a costi stellari: il contratto iniziale prevedeva, oltre al leasing per 70 milioni, costi di manutenzione per 32 milioni, altri 12 milioni per l' handling (il supporto a terra) e il ricovero a Fiumicino, 4 milioni per addestramento piloti e altri 20 per il riallestimenti della versione "vip" (poi saltata).

Questo spiegamento di risorse forse ha indotto chi lo ha utilizzato a non sentirsi in soggezione. Non ha certo badato a spese Alfano, per esempio, quando ha utilizzato questo Airbus 340 per andare a Lubiana, facendolo alzare in volo per nemmeno 500 chilometri. A bordo una trentina di persone. Per avere un' idea dello spreco si può citare il suo viaggio del 9 gennaio 2017 sulla tratta Roma-NewYork con sole 8 persone a bordo. Secondo gli esperti, un' ora di volo del quadrimotore in questione costa dai 20 ai 25mila euro. Significa che quel viaggio da 19 ore è costato intorno ai 400mila euro, 50mila euro a passeggero. Un biglietto di linea può costare cento volte meno.
Non proprio un affare.

GIULIA GRILLO TONINELLI LUIGI DI MAIOGIULIA GRILLO TONINELLI LUIGI DI MAIO
La tabella fa chiarezza anche su un altro punto che è centrale nella vicenda e nello scontro politico. Ancora pochi giorni fa Matteo Renzi ha risposto alle polemiche e al blitz dei ministri Di Maio e Toninelli a bordo del gigante sostenendo che su quell' aereo lui non ha mai messo piede. Il costoso contratto di leasing è però sembrato a molti lo scotto da pagare per convincere gli arabi di Etihad (fuggiti dopo tre anni) a farsi carico del salvataggio di Alitalia. Renzi ha detto che l' Airbus serviva a promuovere l' export italiano, tanto che l' investimento si ripagava da solo, secondo il "business plan" citato dallo stesso Renzi: "Con la presenza di almeno i due terzi dei posti per gli imprenditori per i quali era previsto un contributo". I dati però dicono che quei due terzi non sono mai stati raggiunti, l' aereo non ha mai portato più di 120 passeggeri.

alitalia etihadALITALIA ETIHAD
Quello con destinazione India, a bordo il sottosegretario allo Sviluppo Ivan Scalfarotto, è il "viaggi d' affari" più riuscito. Gli altri sono ancora meno affollati, a partire dal volo inaugurale dell' 11 luglio 2016, di cui si è parlato, a Cuba in compagnia di 50 imprenditori (su 70 passeggeri tra 230 posti vuoti) in missione per tre giorni all' Avana. Nessuno dei viaggi si è quindi "ripagato" grazie al biglietto degli imprenditori. Per essere portati a Cuba con le bandiere dell' Italia, per esempio, gli imprenditori hanno pagato 2.500 euro ciascuno per un totale di 125mila euro recuperati. Soldi con cui non si sono ripagate neppure le spese vive di quel singolo volo. Nulla del leasing, neppure un adesivo dell' aereo.

Fonte: qui

SPARI CONTRO UN AMBULANTE SENEGALESE A NAPOLI



DUE PERSONE A BORDO DI UNO SCOOTER SI SONO AVVICINATE E LO HANNO COLPITO A UNA GAMBA CON ALCUNI COLPI DI PISTOLA 


napoli spari contro un immigrato senegalese 2NAPOLI SPARI CONTRO UN IMMIGRATO SENEGALESE
Un venditore ambulante, Cissè Elhadji Diebel, 22 anni, senegalese in Italia con permesso di soggiorno, è stato ferito a una gamba da due sconosciuti con un colpo di pistola. Il fatto è avvenuto in via Milano, nel quartiere Vasto, non lontano dalla stazione ferroviaria centrale.
napoli spari contro un immigrato senegalese 3NAPOLI SPARI CONTRO UN IMMIGRATO SENEGALESE

napoli spari contro un immigrato senegalese 1NAPOLI SPARI CONTRO UN IMMIGRATO SENEGALESE










L'immigrato, intorno alle 22 di ieri sera, si trovava in compagnia di due amici, in strada, quando è sopraggiunto uno scooter con a bordo due persone: secondo quanto riferito dai compagni della vittima i due erano di pelle bianca, e uno di loro ha esploso alcuni colpi di pistola, forse tre, uno dei quali ha colpito a una gamba il senegalese.

Il ferito è stato condotto nell'ospedale San Giovanni Bosco, dove sarà sottoposto a intervento chirurgico per l'estrazione del proiettile, rimasto conficcato nell'arto. Diebel non è in pericolo di vita. Sull'episodio indaga la Polizia di Stato. 

Fonte: qui

IL PARÀ MORTO 19 ANNI FA A PISA? NON È STATO UN INCIDENTE, MA UN ECCESSO DI NONNISMO: ALESSANDRO PANELLA, L’EX CAPORALE ARRESTATO IERI, STAVA PER FUGGIRE IN CALIFORNIA

TORTURE NEL SONNO, CALCI ALLE BRANDE, ESCREMENTI FATTI INGERIRE ALLE MATRICOLE: ECCO COME I “NONNI” TRATTAVANO I NUOVI ARRIVATI ALLA CASERMA GAMERRA DI PISA


Marco Gasperetti per il “Corriere della Sera”

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Emanuele Scieri non aveva compiuto ancora 25 anni. Si era appena laureato in Giurisprudenza e aveva scelto la Brigata paracadutisti Folgore per assolvere l' obbligo del servizio di leva. È morto precipitando da una torre dove si appendevano i paracadute in uno dei luoghi più oscuri della caserma Gamerra di Pisa, dove c' era chi spacciava droga e i «nonni» si divertivano a vessare le reclute.

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Dopo 19 anni di indagini chiuse e riaperte, di omertà, di «non ricordo», di inspiegabili omissioni, si ha quasi la certezza che quel ragazzo intelligente, che amava la disciplina e ancora di più la vita, non si è ucciso come una prima inchiesta aveva ipotizzato, ma è stato vittima del «nonnismo».

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Tre persone sono accusate di concorso in omicidio volontario ma anche d' essere tra i responsabili di una situazione di prevaricazione che aveva trasformato la caserma, scuola per le reclute, un inferno.

Uno degli indagati, Alessandro Panella, 39 anni, è agli arresti domiciliari. Secondo le indagini, coordinate dal procuratore della Repubblica di Pisa, Alessandro Crini, stava per fuggire in California, dove da dieci anni ha la residenza e il doppio passaporto.
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Un' intercettazione tra il padre e il fratello di Panella lo confermerebbe. «Alessandro - dice il padre - è importante che tu riesca a partire». E lui risponde: «Mi chiarisci le idee. Prima avevo il dubbio di rimanere in Italia, ora non ce l' ho più. Rinuncio alla cittadinanza e appena arrivo in Usa lo comunico al consolato».

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E sugli stivali anfibi sequestrati durante una perquisizione che potrebbero conservare tracce biologiche della vittima, Panella risponde: «Sono quelli nuovi. I vecchi li ho buttati via una settimana fa».

Altre due persone, commilitoni inseparabili di Panella, Luigi Zabara di Roma e Andrea Antico di Rimini, quest' ultimo militare dell' Esercito in servizio, sono inquisite a piede libero. La procura, che ha riaperto il caso lo scorso anno dopo l' inchiesta della commissione parlamentare, è convinta che Emanuele, «il dottor Scieri», come lo ha chiamato non senza un po' di commozione il procuratore Crini, sia stato picchiato con calci e pugni e poi costretto a togliersi i pantaloni e a salire su quella torre.
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E sospetta che altre violenze siano state compiute su quella recluta sino a farla cadere nel vuoto. Era la notte del 13 agosto del 1999 e il corpo del giovane siciliano rimase lì ad agonizzare per ore.
«Se lo avessero soccorso, avrebbe potuto essere salvato», ha ribadito ieri il procuratore, ma invece il sospetto è che i tre indagati (e forse altri complici che adesso si sta cercando di individuare) siano fuggiti come codardi.
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Il corpo di Emanuele fu ritrovarono il 16 agosto alle 14. Il caldo aveva già determinato l' inizio del processo di decomposizione, nessuno se ne era accorto.

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Nelle carte delle indagini della procura e della commissione parlamentare con le testimonianze di allora, giovani soldati parlano di un' atmosfera di terrore diffuso. Tra i più attivi persecutori c' erano i tre indagati, con in testa il caporale Panella.

Un testimone, allora soldato di leva, racconta di torture del sonno con il caporale che impediva alle reclute di dormire «dando non solo calci alle brande, ma schiaffeggiando i presenti, ordinando loro di fare 150 flessioni». E chi, sfinito, cadeva a terra veniva colpito con pugni sul dorso. Ma c' era di peggio.
emanuele scieri 1EMANUELE SCIERI

Come la «comunione», un miscuglio di escrementi umani che i nonni facevano annusare e a volte persino ingerire ai malcapitati.

Quella sera probabilmente Emanuele Scieri fu scelto come preda per i nonni, forse più di tre. Alcuni di loro potrebbero aver fumato droghe. La procura sta indagando anche su questo.

Fonte: qui

A TERNI UN NEONATO È STATO ABBANDONATO IN UN SACCHETTO DI PLASTICA NEL PARCHEGGIO DI UN SUPERMERCATO ED È MORTO

IL PICCOLO, AVVOLTO IN UNO STRACCIO,  È RIMASTO AGONIZZANTE PER 4 ORE PRIMA DI ESSERE TROVATO


terni neonato abbandonato in un supermercato 5TERNI NEONATO ABBANDONATO IN UN SUPERMERCATO
Il corpo di un neonato è stato trovato da una donna che faceva la spesa, dentro a un sacchetto di plastica, alle 20.15, nella siepe di un parcheggio del supermercato Eurospin di piazzale Eroi dell'aria, a Terni, che si trova all'ingresso del raccordo Terni Orte, raggiungibile con facilità sia da nord sia da sud. Il neonato, un maschio di poche ore di vita, probabilmente di razza caucasica,  è morto.
terni neonato abbandonato in un supermercato 18TERNI NEONATO ABBANDONATO IN UN SUPERMERCATO








Il sacchetto con il corpicino era stato appoggiato nella siepe che circonda il parcheggio, avvolto in un straccio. La signora che l'ha trovato è corsa sotto choc a chiedere aiuto alle commesse ma sembra non ci fosse più niente da fare.
terni neonato abbandonato in un supermercato 17TERNI NEONATO ABBANDONATO IN UN SUPERMERCATO




I soccorritori hanno cercato di rianimare il bimbo ma non ci sono riusciti. Sul posto è arrivata la polizia che sta verificando le immagini delle telecamere di sorveglianza e il medico legale per capire quale sia la causa della morte del piccolo.

terni neonato abbandonato in un supermercato 16TERNI NEONATO ABBANDONATO IN UN SUPERMERCATO






La prima ipotesi che viene fatta dagli investigatori è che qualcuno sia venuto da fuori a lasciare il sacchetto con il corpo del bimbo nascosto all'interno. Per il modo con cui è stato ritrovato il sacchetto con il bimbo la polizia pensa che sia stato qualcuno che se ne sia voluto sbarazzare in fretta, in un posto lontano da dove abitualmente risiede.
terni neonato abbandonato in un supermercato 4TERNI NEONATO ABBANDONATO IN UN SUPERMERCATO




Secondo i primi accertamenti del medico legale il bimbo sarebbe stato lasciato lì circa quattro ore prima del ritrovamento. La polizia Scientifica sta raccogliendo tutti gli elementi possibili sul luogo del ritrovamento del bimbo. Verrà eseguito anche il Dna. Sono state sentite le commesse e tutti i clienti che erano nel supermercato. L'appello della polizia: «Chi ha visto qualcosa, parli. Ogni elemento può essere utile». Fonte: qui
terni neonato abbandonato in un supermercato 12TERNI NEONATO ABBANDONATO IN UN SUPERMERCATO