9 dicembre forconi: 11/09/17

giovedì 9 novembre 2017

SOLO PANE E OLIO PER I BIMBI NON IN REGOLA CON LA MENSA SCOLASTICA: LA DECISIONE DELLA SINDACA DI MONTEVARCHI SCATENA LE POLEMICHE: "DECISIONE DISCRIMINATORIA"

MA SILVIA CHIASSAI SI DIFENDE E DENUNCIA UN BUCO DI 500MILA EURO EREDITATO DALLA GIUNTA DI CENTROSINISTRA 

“COSÌ FACCIAMO PAGARE I GENITORI FURBETTI”
Carlo Giorni per il Fattoquotidiano.it

Silvia ChiassaiSILVIA CHIASSAI
I genitori non pagano la mensa e i bambini potranno mangiare solo un pasto frugalissimo: una fetta di pane, qualche goccio d’olio, acqua, un frutto. La decisione, come scrive la Nazione, è della sindaca Silvia Chiassai, 39 anni, psicologa, da un anno a capo della giunta di centrodestra di Montevarchi, in provincia di Arezzo.

Non solo: i figli dei genitori morosi siederanno in un tavolo a parte rispetto agli altri. Montevarchi, un paesone di circa 24mila abitanti, è uno dei Comuni passato un anno fa dalla sinistra alla destra. Come a Grosseto. E anche qui un mese fa l’amministrazione di centrodestra aveva avvertito i genitori morosi: “O pagate o i vostri figli non possono usufruire della mensa comunale”.

mensa a scuolaMENSA A SCUOLA
Quindi solo fettunta, come in Toscana si chiama la fetta di pane con l’olio. Nessun bambino, spiega la sindaca, resta “senza mangiare o è messo in un angolo perché vengono avvisati i genitori” e dal momento della verifica della morosità “ci sono due mesi di tolleranza”. Da 38 le famiglie “morose” sono diventate 20.

Ma è giusto punire i figli per la morosità dei genitori? Dal centrosinistra rispondono di no, che il provvedimento della sindaca di Montevarchi è vergognosa e per questo quattro parlamentari del Pd, tra i quali David Ermini, responsabile giustizia, e Dario Parrini, segretario regionale del partito, hanno annunciato un’interrogazione al Ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli: “Ci sono altre modalità per consentire al Comune di recuperare le somme dovute, evitando una sgradevole separazione tra i piccoli studenti”.

Silvia Chiassai 2SILVIA CHIASSAI 
Il caso approda anche al consiglio regionale della Toscana, dove la vicepresidente aretina Lucia De Robertis ha presentato un’interrogazione per protestare contro la decisione della sindaca di Montevarchi definita “discriminatoria”: “La scelta del sindaco Chiassai di mettere a pane e olio i bambini le cui famiglie non sono in regola col pagamento del servizio mensa ha un impatto pedagogico disastroso, perché scarica sugli incolpevoli bambini i comportamenti omissivi dei genitori”.

La sindaca però non torna sui suoi passi e difende il provvedimento preso sostenendo di aver ereditato un anno fa dalla giunta di centrosinistra un “buco” di circa 500mila euro, derivante dalle morosità accumulate per mense e trasporti. E precisa che i morosi non si trovano in cattive condizioni economiche, ma avrebbero solo un atteggiamento da “furbetti” della mensa comunale.

mensa a scuola 2MENSA A SCUOLA 2
In realtà su 1738 alunni quelli non in regola sarebbero soltanto venti. “Ci sono altre modalità previste dalla legge per consentire al Comune di recuperare le somme dovute evitando una sgradevole separazione tra i piccoli studenti – replicano i parlamentari Pd – Ci auguriamo che l’amministrazione ritiri il provvedimento e prenda misure differenti”.

Forse al centrodestra preme dare un segnale di forza e stando alle reazioni su facebook l’intento almeno in parte è stato raggiunto perché alle tante voci sdegnate per l’umiliazione inflitta di ragazzi morosi, se ne aggiungono altre di plauso nei confronti della sindaca e della sua giunta. “L’educazione la devono dare i genitori – si legge tra i tanti commenti su facebook – Questa sarebbe una legge da attuare. Poi i bimbi non sono puniti: o paghi o mangiano con i genitori”.

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LA MINACCIA ARRIVA DALLA TUNISIA: NELL’ULTIMO MESE, DAL PAESE CHE HA DATO IL MAGGIOR CONTRIBUTO ALLA BATTAGLIA JIHADISTA SONO PARTITE ALCUNE DECINE DI INTEGRALISTI PERICOLOSI DIRETTI VERSO LE COSTE ITALIANE

UNO DEI NOMI INSERITI NELLA BLACK LIST E’ STATO RINTRACCIATO E RIMPATRIATO

Sara Menafra per il Messaggero
tunisia jihadistiTUNISIA JIHADISTI

La segnalazione è arrivata dalla Tunisia alcune settimane fa e finora è stata trattata con un certo riserbo: nell’ultimo mese, dal paese che ha dato il maggior contributo procapite alla battaglia jihadista sono partite alcune centinaia di persone dirette verso le coste italiane. E di queste, alcune decine sarebbero integralisti almeno potenzialmente pericolosi. Ieri, uno dei nomi inseriti nell’elenco, Abdelhak Ben Makhlouf Aouini è stato rintracciato a Milano e rimpatriato con un aereo partito da Palermo e diretto a Tunisi.

È un uomo di venticinque anni, non ha precedenti specifici nel nostro paese, ma l’Antiterrorismo l’ha inserito nell’elenco delle persone pericolose da fermare immediatamente inviato a tutte le pattuglie territoriali, sulla base proprio delle informative arrivate dalla Tunisia. Nel suo muoversi attraverso l’Italia, Aouni ha sicuramente compiuto qualche ingenuità, postando su Facebook alcune foto di se stesso a Milano, sempre in luoghi molto riconoscibili. Proprio sulla base di una di quelle foto, lo scorso 25 ottobre, una volante l’ha fermato ed è stato immediatamente spostato nel centro rimpatri di Torino e quindi in Sicilia.
TUNISIA 1TUNISIA 1

Ma al di là del rimpatrio di Aouni, il 91esimo nel corso del 2017 firmato dal ministro dell’Interno Marco Minniti (dal 1 gennaio 2015 sono stati 223), a mettere gli apparati di sicurezza in allerta è l’elenco arrivato dalla Tunisia. Lo spostamento di alcuni radicalizzati verso il nostro paese via mare, e potenzialmente, attraverso la penisola, anche in altre zone d’Europa, sarebbe legato all’indulto proclamato dal presidente Beji Caid Essebsi. Una decisione che circa un mese fa aveva suscitato dichiarazioni preoccupate tanto dalla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, quanto da alcuni esponenti leghisti.
MINNITIMINNITI

In Tunisia, come in altri paesi mediorientali, rilasciare alcuni detenuti in occasione di eventi particolarmente rilevanti (Essebsi l’ha fatto in occasione dei sessant’anni della repubblica tunisina) è una pratica piuttosto comune e infatti, anche se circa 1.500 hanno ottenuto uno sconto di pena, i rilasciati sono circa 400. E, sebbene i numeri siano più bassi, alcune decine tra questi, stando alle informazioni del governo tunisino, sono integralisti islamici che dopo il rilascio si sono imbarcati in direzione Italia.

L’elenco di quelli considerati pericolosi è stato condiviso con chi pattuglia il territorio e con le polizie europee. Il governo tunisino ha ottimi rapporti con l’Italia e con l’Europa e ha aderito ad un piano di rimpatrio degli irregolari che procede a ritmo serrato. Anche la condivisione di informazioni sul terrorismo è rapida ma ciò non toglie che l’arrivo di radicalizzati in Italia abbia fatto crescere la preoccupazione degli addetti ai lavori.

TUNISIATUNISIA
Già nei mesi scorsi un allarme sugli arrivi in Italia di pregiudicati, alcuni dei quali radicalizzati, provenienti dalla Tunisia aveva fatto alzare la tensione, tanto che con delle audizioni ad hoc se n’era occupata anche la commissione Affari costituzionali del Senato. Preoccupazioni non completamente infondate, se si pensa che dalla Tunisia - che pure è un paese fortemente laico - sono partiti seimila combattenti affiliati all’Isis e che il paese e che il paese è stato più volte vittima di gravissimi attentati. Tunisini erano Anis Amri, l’attentatore di Berlino e Ahmed Hannachi, quello di Marsiglia. Fuggiti dalla crisi economica più che dalla repressione e radicalizzati quando erano qui da anni.

Fonte: qui

NEW DELHI, AVVOLTA IN UNA COLTRE DI SMOG SENZA PRECEDENTI, E' LA CITTA’ PIU’ “AVVELENATA” DEL MONDO

I MEDICI AVVERTONO: “PER GLI ABITANTI È COME FUMARE 50 SIGARETTE AL GIORNO” 

OGNI ANNO MUOIONO 2 MILIONI E MEZZO DI INDIANI PER INQUINAMENTO
Michele Farina per il “Corriere della Sera”

Inquinamento New DelhIINQUINAMENTO NEW DELHI
La battuta più amara, anzi più tossica, l' ha fatta il signor Raghu Karnard via Twitter. Il re e la regina del Belgio sono in visita a New Delhi. Le foto li mostrano accanto al premier Narendra Modi mentre passano in rassegna le truppe avvolte in una coltre di smog: «In questo momento gli illustri ospiti stanno commemorando i soldati indiani che hanno combattuto nelle Fiandre con la divisa britannica.

E noi - commenta Karnard - li abbiamo accolti con una fedele riproduzione atmosferica della Prima guerra mondiale». Le strade di New Delhi come i campi di battaglia europei dove si usavano i gas letali. Un' esagerazione? Quasi. La capitale più inquinata del mondo (20 milioni di abitanti nel distretto) ha toccato ieri nuovi record, registrando livelli di particelle sottili nell' aria trenta volte superiori ai limiti consigliati dall' Organizzazione mondiale della sanità.
NARENDRA MODINARENDRA MODI

Le centraline del Pollution Control hanno raggiunto quota 450 (su una scala di 500). In alcune aree il PM 2.5 (che misura la presenza di particolato) raggiunge i 700 microgrammi per metro cubo. L' associazione dei medici ha dichiarato «lo stato di emergenza sanitaria». «È come se ogni abitante si ritrovasse nei polmoni l' equivalente di 50 sigarette al giorno».

Mentre i ministri discutono se chiudere o no le scuole per qualche giorno, la città si attrezza. Si fa per dire. La gente gira con le mascherine. Chi può (e chi ce l' ha) resta in casa. Sui social girano foto del sole annebbiato. Il corrispondente della Bbc racconta che gli brucia la gola.

Inquinamento New DelhI 2INQUINAMENTO NEW DELHI 
Gli organizzatori della Mezza maratona del 19 novembre pensano di cancellare l' evento. Altro che sottili: qui le polveri sono diventate una cappa spessa, che batte anche quella proverbiale di Pechino. Il Pakistan è il Paese più inquinato? Ecco che l' India sfida gli eterni rivali (non solo in Kashmir ma) anche sul fronte smog.

Un rapporto di The Lancet attribuisce all' inquinamento la morte prematura di 2,5 milioni di indiani. La stagione dell' anno poi è la peggiore. Da Punjab e Haryana arriva il fumo delle stoppie bruciate per chilometri. I poveri della città cominciano ad ardere spazzatura per scaldarsi.

I fuochi artificiali dei festival si aggiungono alla polvere dei cantieri. In più, c' è il solito traffico. L' anno scorso le autorità avevano provato a «razionare» il flusso delle auto.
Ma senza successo. E così gli abitanti respirano il fumo di 50 sigarette al giorno.
Inquinamento New DelhI 4INQUINAMENTO NEW DELHI 
Neonati compresi.

Fonte: qui

Inquinamento New DelhI 5INQUINAMENTO NEW DELHI 

UNA COPPIA DI GALLARATE OFFRE UN LAVORO A UNA 18ENNE DELL’EST MA POI LA SCHIAVIZZA E LA COSTRINGE A PROSTITUIRSI

UNA VOLTA LIBERATA, LA RAGAZZA HA RACCONTATO DI AVER ACCETTATO DI VENIRE IN ITALIA PERCHE’ LE ERA STATO PROMESSO UN LAVORO. MA GIA’ DURANTE IL VIAGGIO VERSO LA LOMBARDIA LE HANNO DETTO CHE…

La hanno attirata in Italia promettendole un lavoro e una vita migliore. 

Invece, a 18 anni, l'hanno costretta a prostituirsi e a vivere un incubo. Ora, la Corte di Assise di Busto Arsizio ha condannato i due "aguzzini", un imprenditore italiano e la sua compagna rumena, a 8 anni e 6 mesi di reclusione per riduzione in schiavitù e induzione e sfruttamento della prostituzione della giovane, di origine slava. Per mesi l'hanno costretta a "vendersi" a Gallarate (Varese). I giudici hanno accolto la richiesta di condanna del pm Luigi Furno.

La coppia era stata arrestata il 28 settembre del 2016 al culmine di un'inchiesta della Polizia di Gallarate partita dopo la denuncia della sorella maggiore della vittima. Dalle indagini è emerso che la diciottenne, insieme a un'altra donna rumena, riceveva i clienti contattati su internet in un appartamento affittato dall'imputato con un regolare contratto.

Una volta tornata libera grazie a un blitz degli agenti, la giovane aveva raccontato di aver accettato di venire in Italia perché pensava di costruirsi una vita economicamente migliore, come le aveva promesso la coppia. Già durante il viaggio verso Gallarate, però, gli imputati le avevano detto che avrebbe dovuto lavorare in un centro massaggi «per soli uomini» e che avrebbe dovuto impegnarsi a fondo per saldare un debito di mille euro: si trattava dei soldi spesi dalla coppia per portarla in Italia. Tra le mansioni della vittima, anche le pulizie di casa. Inoltre non poteva mai allontanarsi da sola, non poteva contattare i familiari ed era costretta a dormire su una poltrona.

Fonte: qui

A OSTIA ROBERTO SPADA, DELL’OMONIMO CLAN DI NOMADI , SPACCA IL NASO CON UNA TESTATA E PRENDE A BASTONATE UN INVIATO DEL PROGRAMMA “NEMO”, DANIELE PIERVINCENZI

IL GIORNALISTA STAVA REALIZZANDO UN SERVIZIO SUL VOTO NEL X MUNICIPIO DAVANTI ALLA PALESTRA GESTITA DA SPADA MA ALLA RICHIESTA DI UN COMMENTO SUL SUO SOSTEGNO A CASAPOUND ALLE ULTIME ELEZIONI SI E’ SCATENATA LA FURIA - FOTO E VIDEO

DOPO LA PUBBLICAZIONE DEL VIDEO, SENTITE COSA SCRIVE L'AGGRESSORE SU FACEBOOK...

L'uomo del clan Spada picchia l'inviato di 'Nemo'

  
Mirko Polisano per il Messaggero.it

DANIELE PIERVINCENZIDANIELE PIERVINCENZI
Martedì pomeriggio, due inviati di Nemo "Nessuno Escluso", il giornalista Daniele Piervincenzi e il film maker Edoardo Anselmi, sono stati violentemente aggrediti a Ostia da Roberto Spada, membro della famiglia Spada, nota alle cronache per diverse inchieste giudiziarie, e da un suo sodale.

Martedì il giornalista Daniele Piervincenzi, che stava realizzando un servizio sul voto nel X Municipio, è andato davanti alla palestra gestita da Roberto Spada per chiedergli un commento sul suo sostegno a Casapound, adesione dichiarata sul suo profilo Facebook qualche giorno prima delle elezioni.

ROBERTO SPADAROBERTO SPADA
Dopo aver risposto a diverse domande, improvvisamente Spada ha dato una violentissima testata a Piervincenzi e l'ha rincorso, picchiandolo con un bastone. Poi, insieme a un'altra persona, si è diretto verso il film maker, sferrando calci e pugni. Piervincenzi ha il setto nasale rotto e una prognosi di 30 giorni. Il servizio che mostra l’aggressione di cui Piervincenzi e Anselmi sono stati vittima andrà in onda stasera a Nemo Nessuno escluso su Raidue alle 21,20.

Spada ha commentato su Facebook: «Perdonatemi, io comprendo e rispetto il lavoro di tutti, dopo un'ora e mezza di continuo "Non voglio rilasciare nessuna intervista", entrava a forza in una associazione per soli soci disturbando una sessione e spaventando mio figlio, voi che avreste fatto??? Negli ultimi 10 giorni sono venuti almeno 30 giornalisti a scoglionare. La pazienza ha un limite».

Fonte: qui

SPADA, SUI SOCIAL IN TANTI CON IL PICCHIATORE DI OSTIA CHE HA ROTTO IL NASO AL CRONISTA DI “NEMO” CON UNA CRANIATA: "QUANDO CE VO', CE VO'", " HAI FATTO BENE, SO 'NA BANDA E 'NFAMI", "HAI FATTO BENE ROBERTO, NON TI DEVI SCUSARE CON QUESTI GIORNALISTI DI MERDA". "LA FAMOSA TESTATA GIORNALISTICA"....
roberto spada aggredisce l inviato di nemoROBERTO SPADA AGGREDISCE L'INVIATO DI NEMO 

Social network, e in particolare Facebook e Twitter scatenati nei post di commento alle notizie e al video dell'aggressione ad Ostia a una troupe di 'Nemo - nessuno escluso' da parte di Roberto Spada, componente della famiglia Spada, nota alle cronache per diverse inchieste giudiziarie, e da un suo sodale. Molti post sono crudi e scritti con un linguaggio che lo stesso Facebook ha censurato.

Diversi quelli che hanno espresso piena solidarietà agli inviati della trasmissione tv. Ma è in particolare sulla pagina FB di Roberto Spada dove si possono leggere le prese di posizioni di sostegno più nette a suo favore. Il clou dei commenti pro-aggressione ci sono stati quando lo stesso Spada ha postato uno scritto in sua difesa, circa 30 minuti dopo la diffusione del comunicato di denuncia di quanto accaduto da parte della Rai. Il post dopo qualche ora è stato poi rimosso. C'è chi è riuscito a salvare degli screenshoot.
roberto spada aggredisce l inviato di nemo 8ROBERTO SPADA AGGREDISCE L'INVIATO DI NEMO 

roberto spada aggredisce l inviato di nemo 7ROBERTO SPADA AGGREDISCE L'INVIATO DI NEMO 
Ecco qualche esempio di post: «A Robe', quando ce vo ce vo, a facessero finita» scrive su Facebook Lele Giorgio. «Hai fatto bene, so 'na banda e 'nfami» continua Francesco Giannone. «Hai fatto bene Roberto, non ti devi scusare con questi giornalisti di m....» rincara la dose Armando Polletti. «Anche questo è lavoro per giornalisti, ora lo racconteranno tutto a modo loro» osserva Alessandro De Silvio. «Operato d'urgenza, manco Mike Tyson» rileva Alessio Belardo. «Ho visto il video, hai fatto bene» riporta Vincenza Saba. «La famosa testata giornalistica» ironizza a modo suo Fabri Fiumara. Su Twitter, invece, i post sono stati assai più calibrati e la stragrande maggioranza ha espresso solidarietà e giustizia per quanto accaduto a Daniele Piervincenzi e al film maker Edoardo Anselmi.

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inviato di nemo aggredito a ostia da roberto spada 3INVIATO DI NEMO AGGREDITO A OSTIA DA ROBERTO SPADA inviato di nemo aggredito a ostia da roberto spadaINVIATO DI NEMO AGGREDITO A OSTIA DA ROBERTO SPADA