9 dicembre forconi: 05/18/18

venerdì 18 maggio 2018

NEGLI STATI UNITI UN UOMO MUORE PER L’ESPLOSIONE DI UNA SIGARETTA ELETTRONICA

I FRAMMENTI DELLA “VAPE PEN” GLI HANNO TRAPASSATO IL CRANIO PENETRANDO NEL CERVELLO 

STAVA FUMANDO UN TIPO PARTICOLARE DI E-CIG CHE…

Giordano Tedoldi per “Libero quotidiano

Il 5 maggio 2018 diverrà, a suo modo, una data storica. È il giorno della prima morte da fumo, ma non ovviamente fumo di tabacco, aspirato da una sigaretta classica, ma di sigaretta elettronica.

La vittima è un produttore televisivo di 38 anni, si chiama Tallmadge D' Elia, e se ne stava nella sua casa di Saint Petersburg, Florida, fumando una "vape pen", una sigaretta elettronica, però di un tipo particolare chiamato mechanical mod, molto apprezzato dagli appassionati, che consente di collegare in modo più diretto l' atomizzatore (la parte della sigaretta elettronica che vaporizza il liquido) alla batteria.
esplosione sigaretta elettronicaESPLOSIONE SIGARETTA ELETTRONICA

Un collegamento più stretto che va a spese dei circuiti di sicurezza - presenti nelle sigarette elettroniche normali - che regolano il voltaggio della batteria e che spengono automaticamente la sigaretta elettronica quando si surriscalda, proprio per evitare esplosioni che, del resto, sono avvenute anche per altri dispositivi forniti di batterie al litio, come cellulari e computer portatili.
esplosione sigaretta elettronica 4ESPLOSIONE SIGARETTA ELETTRONICA




Gli appassionati preferiscono i mechanical mods perché darebbero un maggiore volume di vapore e, per ottenere il piacere di immergersi in una bella nuvola aromatizzata evidentemente sono disposti a correre dei rischi, dato che i siti di vendita di questi mechanical mods spesso avvisano che si tratta di prodotti "non adatti ai principianti" e, soprattutto, non regolamentati e privi di accorgimenti di sicurezza.

tallmadge d'elia 1TALLMADGE D'ELIA 




RISCHIO ELEVATO

Il bilancio è abbastanza preoccupante: dal 2009 al 2016 in America, secondo un rapporto della US Fire Administration, l' agenzia federale sugli incendi, ci sono stati 195 casi di incendi o esplosioni legati alle sigarette elettroniche, che ovviamente, per il semplice fatto di mettere la batteria a stretto contatto con la faccia del consumatore, rappresentano un rischio più elevato.
esplosione sigaretta elettronica 3ESPLOSIONE SIGARETTA ELETTRONICA 

Ma finora non si era mai verificato un incidente mortale. In questo caso, il congegno è letteralmente esploso in faccia all' uomo, provocando tra l' altro un incendio nella camera da letto in cui è stato ritrovato con bruciature sull' 80 per cento del corpo.
esplosione sigaretta elettronica 2ESPLOSIONE SIGARETTA ELETTRONICA




La causa della morte è stata chiarita dall' autopsia in "ferita da proiettile alla testa", dove il proiettile è costituito dalla sigaretta andata in pezzi, che ha trapassato il cranio ed è penetrata nel cervello.

esplosione sigaretta elettronica 5ESPLOSIONE SIGARETTA ELETTRONICA





Dalla testa della vittima, infatti, è stata rimossa una scheggia che reca il logo della Smok-e Mountain Mech Works, con sede nelle Filippine, nota fabbrica di mechanical mods. C' è da dire che il caso di esplosione di una batteria al litio è molto raro, e che le normali sigarette elettroniche, non i mechanical mods, sono considerati sicuri proprio per i microchip di sicurezza che quelli non hanno.

esplosione sigaretta elettronica 1ESPLOSIONE SIGARETTA ELETTRONICA



Ma già nel rapporto della USFA citato sopra, si avvertiva della maggiore pericolosità delle batterie al litio nelle sigarette elettroniche, rispetto a quelle installate in altri dispositivi. Un maggiore rischio soprattutto dovuto, come detto, al fatto che la sigaretta è a stretto contatto con una parte vitale come la faccia, ma in parte a una sospetta (ma non provata in effetti) propensione delle batterie a esplodere più facilmente.

tallmadge d'elia 2TALLMADGE D'ELIA 
LESIONI GRAVI

Sta di fatto che, anche se quello di Tallmadge D' Elia è il primo decesso, in casi precedenti le lesioni riportate dai fumatori di sigarette elettroniche in cui la batteria è esplosa sono state molto gravi.

Quanto ai benefici delle sigarette elettroniche i dati possono essere letti in modo negativo, evidenziando che le sigarette elettroniche attirano con grande facilità soprattutto i ragazzi e questo potrebbe indurli a fumare sigarette normali in seguito, e dall' altra parte, in positivo, che benché causa di dipendenza, le sigarette elettroniche ovviamente non espongono i fruitori a sostanze così tossiche come i normali fumatori.
tallmadge d'elia 3TALLMADGE D'ELIA 

A ogni modo, alla luce di quello che si sa di questo primo caso mortale, bisogna raccomandare di usare solo sigarette elettroniche regolari, sicure, evitando assolutamente prodotti che, come quella che è esplosa, pretendono di "cancellare il confine tra sigaretta elettronica e arte", e in realtà potrebbero cancellare solo quello tra la vita e la morte.

Fonte: qui

SEQUESTRO MILIONARIO A CARMINATI E BUZZI - IL GIUDICE HA BLOCCATO OPERE D'ARTE, QUADRI DI PREGIO, TERRENI E FABBRICATI.

E ANCORA: LIBRETTI DI DEPOSITO, IMMOBILI, QUOTE SOCIETARIE, AUTO E MOTOVEICOLI AI DUE PROTAGONISTI DEL ‘MONDO DI MEZZO’

Marco Maffettone per l’ANSA

buzzi e carminati a processoBUZZI E CARMINATI A PROCESSO
Opere d'arte, quadri di pregio, terreni e fabbricati. E ancora: libretti di deposito, immobili, quote societarie, auto e motoveicoli. Sono i beni, per un valore di milioni di euro, che il tribunale per le misure di prevenzione di Roma ha proceduto a confiscare nell'ambito del procedimento al Mondo di mezzo, attualmente arrivato al secondo grado di giudizio dopo la sentenza del luglio scorso in cui fu riconosciuta l'esistenza di due associazioni a delinquere, ma non l'aggravante di stampo mafioso.

buzzi carminatiBUZZI CARMINATI
I giudici hanno così accolto la richiesta avanzata dai pm Giuseppe Cascini e Luca Tescaroli nel febbraio scorso. Per il tribunale presieduto da Guglielmo Muntoni siamo in presenza di soggetti "pericolosi socialmente e la loro pericolosità, ritenuta di rilevante spessore, ancora oggi ha i caratteri dell'attualità". Il provvedimento, affidato agli uomini del Gico della Guardia di Finanza per la sua esecuzione, è stato emesso nei confronti degli imputati eccellenti del processo come Massimo Carminati, del suo braccio destro Riccardo Brugia, del 'ras' delle cooperative Salvatore Buzzi, degli imprenditori Cristiano Guarnera, Agostino Gaglianone, Giuseppe Ietto e nei confronti di Roberto lacopo, Fabio Gaudenzi e Giovanni De Carlo.

CARMINATICARMINATI
I giudici hanno anche disposto la misura della sorveglianza speciale, con obbligo di soggiorno a Roma per 3 anni, per Lacopo, Guarnera, De Carlo, Gaglianone e Gaudenzi, da applicarsi una volta espiata la pena definitiva. Nei confronti di Carminati, Buzzi e Brugia l'applicazione della sorveglianza speciale sarà valutata all'esito della sentenza d'appello attesa per il prossimo mese di settembre. In questo ambito la procura generale ha chiesto di riconoscere l'aggravante mafiosa sollecitando una condanna a 26 anni e mezzo nei confronti dell'ex Nar e a 25 anni e 9 mesi per l'ex ras delle cooperative romane.

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In primo grado Carminati e Buzzi sono stati condannati rispettivamente a 20 e a 19 anni e si trovano detenuti dal dicembre del 2014. Nel processo d'appello sono state chieste per i 43 imputati condanne per un totale di circa 400 anni di carcere.

Fonte: qui


Unione Europea. Un mesto elenco dei dazi, hanno un massimo del 74.9%.

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La tragedia attribuita all’abile penna del D’Annunzio, assunta al successo per il Coro delle Vergini, ben rappresenta l’Unione Europea e la sua Dirigenza.



«Noi siam le Vergini dai candidi manti

Non riportiamo il testo perché potrebbe urtare la sensibilità di taluni, ma ciò nulla toglie che seguendo il link si potrebbe apprezzare un pezzo magistrale per arte letteraria e per psicologia umana. Il ritratto delle femmine è spettacolare.

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Gli Eurocrati starnazzano come galline sodomizzate per i dazi americani sulle merci europee.

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Ecco quindi un summary dei dazi praticati dall’Unione Europea.

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Un esempio?

«chiunque lo voglia esportare in Italia deve pagare una “tassa” pari a addirittura il 44,7%».

Con quale faccia ci si lamenta poi di Mr Trump?


→ Truen Numbers. 2018-05-06. L’Europa non è liberale: ecco tutti i dazi all’import



Sono centinaia i prodotti bloccati alle frontiere. Al top tabacco (44,7%) e preparati di carne

E’ tempo di dazi. Dopo la minaccia del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di applicarli su acciaio e alluminio per favorire le aziende americane del settore che sarebbero danneggiate dalla concorrenza di quelle europee ed asiatiche, la Ue ha promesso ritorsioni e contrattacchi sui prodotti americani, e quindi l’inizio di una guerra commerciale. Una guerra commerciale che è iniziata già da anni, dato che complessivamente i dazi americani contro, ad esempio, la Cina sono decine, come Truenumbers ha raccontato in questo articolo.

Quanti sono i dazi europei

Tuttavia i dazi non sono una cosa nuova, esistono da tempo, e anche l’Europa ne ha moltissimi: nel grafico sopra sono elencati tutti quelli in essere a oggi con indicato, il dazio medio per ogni settore. I dazi, infatti, possono essere applicati all’interno di un range minimo-massimo.

Come si vede tra tutti i dazi europei, quello più importante riguarda il tabacco e i prodotti correlati: chiunque lo voglia esportare in Italia deve pagare una “tassa” pari a addirittura il 44,7% che è una media tra un dazio minimo del 10% e uno massimo del 74,9%. Ma non è finita: ogni prodotto industriale è composto da decine di, chiamiamoli così, “sottoprodotti” ognuno dei quali può avere un dazio particolare e diverso. Nel grafico sopra sono, perciò, indicati solo i prodotti “madre”, non tutti quelli che da quel prodotto sono ricavati.

Nel grafico sotto è indicato un valore particolare ovvero: facendo 100 il prodotto industriale “madre”, per esempio il “tabacco”, e considerando che al suo interno vi sono decine di sottoprodotti, qual è la quota del prodotto “tabacco” generalmente inteso che non è colpita da alcun dazio? La risposta, appunto, è nel grafico sotto che mostra questo valore per tutti i prodotti colpiti dai dazi europei. Nel caso del tabacco, in particolare, la quota non colpita da alcuna “tassa” all’ingresso è pari allo 0%. Significa semplicemente che tutti i prodotti derivati dal tabacco pagano dazi quando entrano in Europa i quali, come detto, sono compresi tra un minimo del 10% a un massimo del 74,9%. Ecco qual è la situazione per tutti i settori.

E’ evidente che, sempre nel caso del tabacco, l’Europa cerca di proteggere una produzione importante in aree depresse della Ue, come la Bulgaria, il sud della Spagna, dell’Italia, la Grecia, usando anche il pretesto della protezione della salute da prodotti dannosi.

La tassa sulla carne

A grande distanza vengono i dazi europei su preparati a base di carne, pesci, crostacei, molluschi, con il 18% medio, che varia tra zero e 26% a seconda dei sotto-prodotti. Solo il 2,4% di questo settore è a dazio zero. Gli altri dazi europei più importanti, quelli riguardanti preparati a base di verdura, frutta, nocciole, ecc, sono al 17,5%, con una variazione tra zero e 33,6%. Poi vengono i prodotti di macinazione (Milling industry), che d’altronde sono legati sempre al mondo agricolo e che variano, nei loro sotto-prodotti, da un minimo del 7,7% a un massimo del 19,2%, con una media del 12,2%

Gli accordi di libero scambio

Da anni la Ue porta avanti una politica di protezione del settore primario, cioè l’agricoltura, che mette in pratica non solo attraverso i dazi, ma anche con sussidi ad agricoltori e pescatori e anche con quote massime di produzione come quelle per il latte, per evitare un calo eccessivo dei prezzi.

Naturalmente ci sono eccezioni. La Ue negli anni ha stretto numerosi accordi con Paesi o gruppi di Paesi con cui c’è o si intendeva stringere, anche un rapporto politico. E, in particolare, su buona parte dei sotto-settori del comparto agricolo si applicano i seguenti accordi particolari per cui i dazi crollano a zero. Nella tabella qui sotto sono indicati proprio i più importanti accordi commerciali stretti dalla Ue che hanno come contenuto i “dazi zero”.

In molti casi sono accordi con singoli Paesi o molto vicini geograficamente, come quelli dell’area del Mediterraneo, o dei Balcani e dell’ex Unione Sovietica, Kosovo, Moldova, Ucraina, oppure Israele, Marocco, Turchia, Tunisia.

La “Economic Partnership Agreements Cariforum “ riguarda i Paesi dei Caraibi, la “Economic Partnership Agreements” Kenya e Costa d’Avorio. La “Generalized System of Preferences (GSP) scheme” una serie di Paesi in via di sviluppo che vanno dall’India all’Indonesia, a gran parte di quelli dell’Africa Subsahariana e per cui vi è comunque un dazio scontato, non a zero. “Least Developed Countries (LDC) duties” e “Generalized System of Preferences (GSP) scheme Plus” invece raccolgono di fatto tutti i Paesi africani o asiatici molto poveri per cui effettivamente il dazio è zero.

Le eccezioni sui dazi

Chiaramente tutto lo scema è molto complesso. Per ogni sotto-prodotto ci sono formule diverse. Un Paese può avere zero dazi su un prodotto e un dazio su un altro. Quello che è certo è che non ci sono eccezioni ed esenzioni per i più grandi concorrenti, come Cina, Giappone, Corea del Sud, Stati Uniti perché la Ue ha adottato una politica commerciale che punta ad accordi con Paesi piccoli e più poveri di Africa, Asia, Sudamerica, dai quali importare prodotti poco costosi e in cui esportare i propri, considerando che si tratta di realtà in grande crescita economica e che avranno sempre più bisogno di beni tecnologicamente avanzati.

Lo stesso vale anche per altri tre settori in cui vi sono i dazi maggiori, ovvero i due del tessile (“apparel and clothing”), sia cucito o non cucito (knitted), e quello legato alle calzature (Footwear). Si applica l’11,7%, l’11,3% e l’11,1% rispettivamente. Con una variabilità più ridotta, tra il 7,7% e il 19,2%, o tra l’8% e 12% nel caso del tessile, e più ampia, tra il 3% e il 17% in quello delle scarpe e simili. E con nessun sotto-prodotto con esenzione, presente invece per i soliti partner di cui si è parlato.

La carta sta a zero

All’opposto, in fondo alla classifica, tra i beni per cui non sono presenti dazi europei (tariffa a zero), neanche per Cina o Usa (o sono bassissimi) ci sono quelli riguardanti la carta (paper) o i prodotti di stampa (Product of the printing industry), nonché quelli farmaceutici e acciaio e ferro (Iron and steel), ma anche le barche (ships, boats), armi e munizioni (armd and ammunition), che hanno solo il 2,2% di tariffa, e molti sotto-segmenti che sono a zero. Si tratta in questo caso di beni che l’Europa produce ed esporta in gran numero, di cui è leader mondiale in molti casi.

Probabilmente c’è un minor timore della concorrenza straniera e soprattutto c’è la volontà di non provocare reazioni avverse nei partner extra-europei innalzando dazi che sarebbero subito imitati altrove, provocandoci grande danno.

A proposito di guerra commerciale. Un tipo di conflitto così si combatte (per fortuna) nelle aule di giustizia. Truenumbers ha spiegato in questo articolo quanti procedimenti per pratiche commerciali scorrette gli Usa hanno istruito contro la Cina, e viceversa.

Fonte: qui

ITALIA : IL CONTRATTO BOMBA!


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Prima partiamo sempre da loro, dall’America ovviamente, l’America dell’incendiario Trump, uno che è davvero riuscito a far risorgere l’Intifada, spargendo di nuovo sangue ovunque, si Trump l’icendiario, che si tratti di dazi o ambasciate, a lui e ai suoi delfini, Bolton e Pompeo, piace giocare con il fuoco, l’esplosione non tarderà ad arrivare…
Pyongyang critica l’esercitazione congiunta tra Usa e Seul: una “provocazione”. Washington valuta (forse) di non fare volare jet B-52. Tattica per negoziare?
Non solo, un’altra esplosione rischia di arrivare da qui a fine mese, questa volta in Europa…
Non ha rispettato una decisione di un panel dell’organizzazione svizzera. Washington minaccia “contromisure” se non ci sarà compliance.
E meno male che il protezionismo in Europa non c’è, visto che è il continente con la più alta percentuale di dazi al mondo.
In Germania stanno iniziando a prepararsi alla guerra commerciale che verrà…
Risultati immagini per der spiegel good bye europa
Si chiedono se il vero obiettivo di Donald Trump sia la Cina o l’Europa.
Nel frattempo esplode il prezzo della benzina in America che fa crescere meno del previsto i consumi ovunque, con la trimestrale di Home Depot in evidente difficoltà, in attesa dei conti di tutto il settore retail tradizionale americano, legato a doppia mandata con il mercato immobiliare commerciale.
Tempi davvero difficili per il mercato azionario americano, dove per la prima volta da 10 anni, i rendimenti degli ultra sicuri titoli di Stato a 3 mesi, sorpassano quelli del principale indice americano…
Addirittura i dividendi delle azioni più importanti e sicure d’ America, devono fare i conti con gli attuali rendimenti dei titoli di Stato a due anni…
Si conclude il rimbalzo del gatto morto euro…
… per la felicità di tutti coloro che hanno investito nei mercati emergenti, dove il dollaro sta seminando il panico tra gli investitori…
Nel frattempo ennesimo disperato attacco dei “bond vigilantes” alla nostra famigerata linea Maginot, sollecitata per l’ennesima volta, anche questa con poca convinzione…
… senza dimenticare cosa è successo a tutti coloro che tre settimane fa vedevano il dollaro a 1.30/1.40 dopo i disperati tentativi di sfondare l’altra linea Maginot, situata tra i valori di 1.25 e 1.26.
A beneficio di quelli che ogni giorno suggeriscono che anche il trentennale ha ormai varcato il punto di non ritorno come il decennale, il nostro amico Mike Shedlock ci ricorda che nulla è in realtà accaduto anzi siamo ancora davvero lontani da una svolta…
Siamo davvero vicini ad una svolta per quanto riguarda il cambio euro dollaro, le prossime settimane saranno decisive, l’innesco dell’esplosione potrebbe arrivare dal nuovo Governo Lega e Cinque Stelle…
Ieri la spinta decisiva è arrivata dall’Europa, come accadde per la Brexit e per il referendum Costituzionale, soprattutto dal criminale ed eversivo articolo apparso sul Financial Times, dove addirittura si scrive che il popolo italiano ha aperto le porte di Roma ai barbari…
Ringrazio di cuore, questi inutili e stupidi burocrati, per la spinta decisiva al nuovo Governo che verrà presentato nei prossimi giorni, la risposta è stata immediata e coesa…

Governo, Salvini contro l’Europa: “Più ci minacciano più ci danno forza …

“I vincoli europei vanno rivisti: negoziando con gli altri Paesi ma vanno rivisti”, ha detto Di Maio e ha aggiunto: “Abbiamo attacchi continui, anche oggi da qualche eurocrate non eletto da nessuno. Ma più ci attaccano più siamo motivati. Vedo tanta paura in un certo establishment per il cambiamento: chi ha paura è nostro nemico, chi vuole il cambiamento ci dia una mano e lotti con noi”.
Loro vogliono il vincolo esterno, più impongono e minacciano e più si rafforzano i barbari come li chiamano loro…
Il 60 % degli italiani voterebbe per partiti euroscettici!
Ieri in molti si sono chiesti di quale impegno sull’immigrazione parla l’Europa, in molti si sono chiesti che cosa abbiano in realtà sottoscritto i precedenti governi Letta e Renzi, con l’Europa per elemosinare un po di flessibilità di bilancio.
La risposta è tutta qui sotto…
Ma veniamo alla fake news della giornata, al famoso contratto, uscito in esclusiva su Huffingtonpost, contratto già vecchio nel quale appare una richiesta esplosiva, ovvero la cancellazione di 250 miliardi di debito italiano acquistato dalla BCE attraverso il quantitative easing.
Al di la del classico canarino introdotto nella miniera dell’opinione pubblica italiana, abbiamo la richiesta di riforma radicale dei trattati europei, del patto di stabilità, riconsiderando il contributo alle casse europee, non dimentichiamoci che noi diamo più di quanto riceviamo all’Europa.
Il contratto prevederebbe, un meccanismo in stile inglese di uscita dall’euro in maniera concordata, se ci fosse una chiara volontà popolare, l’Italia dovrebbe rimanere nella Nato, ma chiederebbe un ritiro immediato di tutte le sanzioni contro la Russia.La riforma delle pensioni verrebbe smantellata, con possibilità di andare in pensione a quota 100. Revisione del regolamento di Dublino su immigrazione e trasferimento obbligatorio dei richiedenti asilo.
Al di la delle provocazioni o delle facili ironie, questa è la risposta congiunta dei due movimenti che conta…
Ogni cosa a suo tempo sotto il cielo, stiamo a vedere cosa accadrà, una cosa è certa, è finito il tempo di chinare il capo in Europa!

Ma aspetta. La saggezza convenzionale potrebbe rivelarsi sbagliata al 100%. In effetti, i mercati dovrebbero rallegrarsi per l’audace esperimento italiano nel radicalismo economico. Perché? Perché dopo due decenni falliti, il paese ha disperatamente bisogno di un nuovo modo di pensare; perché mentre alcune delle idee della coalizione sono forti, alcune sono anche piuttosto buone; e perché i governi populisti offrono risultati molto positivi per gli investitori. Se i mercati italiani crollano, potrebbe essere un’opportunità di acquisto…

Fonte: qui

ANTONELLO MONTANTE RICATTAVA ROSARIO CROCETTA GRAZIE A UN FILMATINO HARD

L’EX PRESIDENTE DI SICINDUSTRIA ERA RIUSCITO A BLOCCATO UN GIORNALISTA CHE MINACCIAVA DI PUBBLICARE UN FILMATO HOT PER SPUTTANARE L’ALLORA GOVERNATORE 

IL “PALADINO DELL’ANTIMAFIA” DI CONFINDUSTRIA FACEVA DI PEGGIO: AVEVA CREATO UNA RETE DI SPIONAGGIO, ACCUMULANDO DOSSIER SUGLI AVVERSARI. SI PARLA ANCHE  DI UN VIDEO PRIVATO DI NICOLÒ MARINO, EX ASSESSORE NELLA GIUNTA CROCETTA. ANCHE GIULIO CUSUMANO, CHE ERA AL VERTICE DELL'AZIENDA TRASPORTI, SAREBBE STATO RICATTATO PER...

MONTANTE, UN VIDEO HARD PER RICATTARE CROCETTA
Salvo Palazzolo per “la Repubblica”
MONTANTE CROCETTAMONTANTE CROCETTA

«A Crocetta non gli abbiamo mai fatto sbagliare una mossa . Antonello Montante, il paladino dell' antimafia di Confindustria finito ai domiciliari, dirigeva con disinvoltura non soltanto una rete dispionaggio, ma anche il governo siciliano di Rosario Crocetta. Orientando, proteggendo. Come quella volta in cui un giornalista minacciò di pubblicare un video compromettente sulla vita privata del presidente. Montante riuscì a bloccare subito tutto.

MONTANTE CROCETTAMONTANTE CROCETTA
Potenza di certa antimafia. Ufficialmente, era un patto di ideali e legalità fra i due uomini del rinnovamento tanto proclamato. In realtà, hanno svelato le indagini della procura e della squadra mobile di Caltanissetta, avrebbero condiviso un patto segreto. «Un programma delinquenziale stabile e permanente», accusa l'avviso di garanzia che è stato notificato ieri pomeriggio a Crocetta: il governatore siciliano in carica fino all'ottobre scorso è adesso indagato per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e al finanziamento illecito dei partiti.

LINDA VANCHERILINDA VANCHERI
«In concorso con Montante, a capo dell'associazione». Per una serie di favori ad alto livello. Crocetta, per esempio, nominò tre figure chiave del cerchio magico del manager di Confindustria (pure loro indagate): Linda Vancheri e Mariella Lo Bello come assessori alle Attività produttive, prima l'una poi l'altra, Maria Grazia Brandara al vertice di un carrozzone regionale magiasoldi, l'Ir-sap.

E una pioggia di finanziamenti arrivò alle società di Montante e dei suoi fedelissimi. Fra i nuovi indagati dell' inchiesta, c'è anche il neo presidente di Sicindustria, Giuseppe Catanzaro, ras dello smaltimento dei rifiuti, proprio grazie a quel governo di scambio, accusano ora i magistrati sulla base delle intercettazioni. Montante si vantava: «Si può fare la terza guerra mondiale con le attività produttive».

Maria Grazia BrandaraMARIA GRAZIA BRANDARA
Tanta generosità di Crocetta sarebbe stata ricambiata. I pubblici ministeri Gabriele Paci, Stefano Luciani e Maurizio Bonaccorso accusano l'ex presidente della Regione di aver ricevuto sottobanco soldi per la campagna elettorale del Megafono: cinque quote da 200 mila euro. Una da Montante, una da Catanzaro, le altre sarebbero state consegnate dagli imprenditori Totò Navarra, Rosario Amarù e Carmelo Turco (indagati perché avrebbero ottenuto il sostegno di Montante e Crocetta per appalti negli stabilimenti Eni e in altri settori).

E poi c' è il capitolo più delicato, e anche più misterioso: l'aiuto di Montante a Crocetta, così è scritto nell' avviso di garanzia, «per impedire che venisse reso pubblico da parte di giornalisti un video dal contenuto scabroso attinente alla vita privata di Crocetta». Che però respinge tutte le accuse: « Nessun patto, nessuno scambio con Montante, nessun beneficio».

«SCAMBIO DI FAVORI CON MONTANTE» INDAGATO L'EX GOVERNATORE CROCETTA
Estratto dell’articolo di S.G. per “il Messaggero”

NICOLO MARINONICOLO MARINO
[…] Per i magistrati, Montante avrebbe creato una rete di spionaggio, accumulando dossier sugli avversari e carpendo informazioni sull' inchiesta per concorso in associazione mafiosa in cui era coinvolto. Alla base del «sistema», c'erano i favori e i patti di scambio, ma anche i ricatti.

L'indagato avrebbe ottenuto video hard e foto compromettenti degli avversari. Nell'ordinanza d' arresto, il gip parla di un video privato di Nicolò Marino, ex assessore nella giunta Crocetta. Il giudice riporta la testimonianza di Alfonso Cicero, ex commissario dell' Irsap. A suo dire, Giuseppe Catanzaro nel 2013 gli avrebbe confidato che «Montante deteneva un dossier e un video contenente immagini relative alla vita privata del dottor Marino e si stava adoperando per diffonderli».
Giulio CusumanoGIULIO CUSUMANO

Lo scopo era «delegittimarlo», scrive il gip, visto che «nella sua funzione di assessore al Territorio e Ambiente, aveva assunto posizioni di contrasto con Confindustria Sicilia e con il Catanzaro stesso nella vicenda della gestione dei rifiuti». Anche Giulio Cusumano, che era al vertice dell' Azienda trasporti siciliana (Ast), sarebbe stato ricattato per il suo orientamento sessuale.

Tra gli indagati ci sono anche il vice questore aggiunto Vincenzo Savastano, dell' ufficio della polizia di frontiera a Fiumicino, e le collaboratrici di Montante, Carmela Giardina e Rosetta Cangelosi, accusate di favoreggiamento per aver aiutato l' imprenditore a distruggere alcuni documenti custoditi in una ventina di pen drive. Di fronte al gip, Montante ha respinto le accuse. 

Fonte: qui


CROCETTA: “IO PROTAGONISTA DI UN VIDEO HARD? NON SONO MICA ROCCO SIFFREDI. È UNA BUFALA COME AL SOLITO PER DENIGRARE LA MIA OMOSESSUALITÀ” 

L’EX GOVERNATORE SICILIANO RESPINGE IL COINVOLGIMENTO NEGLI AFFARI DI MONTANTE. E COME SEMPRE SUCCEDE IN QUELL’ISOLA: “E’ TUTTO UN TEOREMA”

Alfredo Pecoraro per l’Ansa

MONTANTE CROCETTAMONTANTE CROCETTA
Non ci sta a passare come un corruttore ed elargitore di favori al "sistema di potere" di cui avrebbe fatto parte assieme ad alcuni degli indagati nell'inchiesta 'double face' della Procura di Caltanissetta, né come chi avrebbe consegnato a un "governo ombra parallelo", con a capo l'ex presidente di Confindustria Sicilia Antonello Montante, la gestione della Regione come contropartita per avere ricevuto almeno un milione di euro di fondi neri versati da un gruppetto di imprenditori per finanziare la campagna elettorale che nel 2012 gli fece vincere le elezioni alla Regione.

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Rosario Crocetta, indagato per finanziamento illecito dei partiti e concorso in associazione a delinquere finalizzato alla corruzione, si difende su tutta la linea e parla di "teorema" contro di lui. In attesa di rispondere alle domande dei pm che lo sentiranno in Procura probabilmente a fine mese, l'ex governatore ribatte punto su punto alle accuse che gli sono state mosse nell'avviso di garanzia che gli è stato notificato.

A cominciare dal presunto "video scabroso" sulla sua vita privata, uno degli elementi citati nell'atto di comparizione di cui non c'è traccia però nell'ordinanza del gip, con cui sono stati disposti gli arresti domiciliari per Montante, accusato di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione. "Mi dipingono come una porno star, come se fossi Rocco Siffredi. Ma dov'è questo video? La verità è che non esiste, è una bufala come al solito per denigrare la mia omosessualità. E' falso, come falsa è stata la notizia dell'intercettazione in cui avrei sentito le frasi contro Lucia Borsellino", attacca Crocetta.

E' convinto di essere stato "messo in mezzo" a una vicenda "che non mi riguarda: lo scontro interno a Confindustria in Sicilia, ma sono fatti che attengono all'associazione non a me". Sui rapporti con Montante, ammette: "E' vero, nel 2012 ho fatto l'accordo politico con Confindustria, ma era l'associazione che stava combattendo contro la mafia". E incalza: "Persino Claudio Fava dichiarò all'epoca che in Sicilia bisognava fare alleanze con Antonello Montante e Ivan Lo Bello impegnati nella lotta al racket delle estorsioni, battaglia sostenuta anche da ministri e magistrati".

ANTONELLO MONTANTE 3ANTONELLO MONTANTE
Nega di avere preso fondi neri. "In genere servono per comprare voti - dice - e io non ho mai pagato nessuno in vita mia". "I contributi che ho ricevuto, roba da 5 mila euro, sono arrivati da imprese di Gela, tutto tracciabile e in regola con la legge. Se poi queste imprese aderivano a Confindustria non lo so, so invece che Sicindustria non mi ha dato un euro", respingendo così l'accusa di avere ricevuto un milione di euro da alcuni imprenditori tra cui, oltre a Montante, ci sarebbero Giuseppe Catanzaro, Carmelo Turco e Rosario Amarù, tutti indagati nell'inchiesta della Dda nissena.

L'ex presidente nega anche di avere fatto favori alla cricca. "Fu il mio governo a bloccare l'operazione di vendita dell'Ast alla Jonica trasporti dove Montante era socio, fu pure condannato a pagare le spese legali - sottolinea - E fui io a fare chiudere per tre mesi la discarica di Siculiana di Catanzaro perché non si adeguava alle prescrizioni durante l'emergenza rifiuti, creandogli un danno per 10 milioni di euro".

TANGENTITANGENTI
Falsa, secondo l'ex governatore, è anche l'ipotesi sull'influenza di Montante nelle scelte del suo governo. "Quando feci l'accordo politico con la Confindustria della legalità, Linda Vancheri (indagata nell'inchiesta), che lavorava nell'associazione di Caltanissetta da dove era partita la 'svolta' antiracket, entrò in giunta in quota industriali con la delega alle Attività produttive - ammette - mentre Mariella Lo Bello (indagata) come rappresentante della Cgil all'Ambiente. Quando Vancheri decise di andarsene, contro la mia volontà perché volevo che seguisse l'Expo sino alla fine, fui io a nominare Lo Bello alle Attività produttive e senza indicazione di Montante".

Fonte: qui