9 dicembre forconi: 05/03/19

venerdì 3 maggio 2019

LA MAFIA NIGERIANA SI E’ PRESA IL CONTROLLO SU ALCUNE ZONE DI TORINO

ZONE CONTROLLATE IN STILE MAFIOSO, LINGUAGGIO IN CODICE, INTIMIDAZIONI E VIOLENZA: I GRUPPI “EIYE” E “MAPHITE” SONO FINITI NEL MIRINO DELLA PROCURA 

I CONTATTI CON LA 'NDRANGHETA SVELATI DA UN PENTITO: HA PARLATO DI ARMI CHE SAREBBERO STATE ACQUISTATE DAI "CALABRESI" PER ESSERE SPEDITE IN NIGERIA…
Giuseppe Legato per “la Stampa”

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«Area 10». Nel linguaggio in codice dei signori della droga, affiliati alla criminalità organizzata nigeriana, veniva chiamata così la porzione di Torino di Lungo Dora, trasformata in esclusivo territorio di spaccio. Una zona controllata in stile mafioso, con «metodo intimidatorio, incutendo timore nella comunità di riferimento a prescindere dal compimento di atti di violenza specifici».

Ecco come si sono evoluti i gruppi criminali stranieri che negli ultimi anni si sono presi una fetta di Torino e della sua torta illegale strutturandosi in mafie vere e proprie. Con codici, riti, zone di competenza inviolabili, gerarchie, regole, specializzazioni. Tutte caratteristiche degli Eiye e dei Maphite che il magistrato Stefano Castellani, titolare dell' inchiesta della Dda classifica come «secret cults», mutuando le terminologie utilizzate a Benin City e Lagos, terre di origine e provenienza degli affiliati.
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L' ultima condanna è del 30 aprile scorso ed è firmata dalla Corte d' Appello: 21 persone di origine nigeriana sono state ritenute colpevoli di diversi reati con pene dai 3 ai 6 anni. Non sarebbe una novità assoluta tra le pronunce fin qui maturate, se non fosse che è di straordinaria importanza giuridica.

Perché il capo di imputazione principale contestato agli arrestati è associazione a delinquere di stampo mafioso. Un dato che conferma il percorso evolutivo. «Si tratta di una presenza molto radicata e diffusa sul nostro territorio - spiga il pm - Una mafia dinamica e fluida, specializzata in diversi settori criminali: traffico di droga, sfruttamento della prostituzione e clonazione di carte di credito».

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Non solo: nelle ultime indagini fin qui condotte dalla Dda emerge un dato inquietante. E cioè che i due gruppi mafiosi nigeriani avrebbero avuto contatti con la 'ndrangheta, mafia «tradizionale», finora considerata - a Torino - estranea a partnership con altre «omologhe» straniere. Lo ha svelato un pentito ai magistrati: «Ha parlato di armi che sarebbero state acquistate dai "calabresi" per essere spedite in Nigeria». Sono in corso approfondimenti.

L' indagine è iniziata nel 2012. «La zona di Lungo Dora la chiamavano Area 10 - spiega Castellani - e dalle intercettazioni telefoniche è emerso come fosse sotto il loro controllo». L' associazione è mafia perché «ha fatto il salto di qualità negli ultimi anni». Ha cioè «quello strumento in più nel condurre le sue attività criminali. Basta il nome per seminare paura e generare omertà tra le vittime».
MAFIA NIGERIANAMAFIA NIGERIANA

Prima di allora erano stati i pm Sandro Ausiello ed Enrica Gabetta a portare alla sbarra - per la prima volta - gruppi stranieri di origine africana contestando il reato di associazione mafiosa. Negli ultimi anni sono state arrestate 44 persone, quasi tutte condannate. Come sono recenti le condanne sulla mafia romena, la «Brigada Oarza», inchiesta dei pm Paolo Toso e Monica Abbatecola che ha svelato punti di contatto - giuridici e non - con le mafie tradizionali. E una struttura simile alla 'ndrangheta: verticistica, con riti e simboli, tatuaggi al posto dei santini di san Michele Arcangelo. Ma anche regole ferree e aree di azione criminale. Come lo sfruttamento della prostituzione, il racket dei locali notturni, l' infiltrazione in frange della tifoseria, e contatti con i clan di Gioiosa Jonica.

Fonte: qui

UN GRUPPO DI RICERCATORI DELL’UNIVERSITÀ DI MILANO HA SCOPERTO COME AFFAMARE LE CELLULE TUMORALI FINO A FARLE MORIRE, GRAZIE ALL'ATTIVAZIONE DI UN COMPLESSO MECCANISMO MOLECOLARE CHE ATTACCA IL METABOLISMO ALTERATO DEL CANCRO

UNA DIETA CHE ABBASSA LA GLICEMIA ACCOMPAGNATA DALLA SOMMINISTRAZIONE DI UN FARMACO ANTI-DIABETE INNESCA UNA LUNGA REAZIONE A CATENA CHE…

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Tumori, una dieta che abbassa la glicemia accompagnata dalla somministrazione di un farmaco anti-diabete innesca una lunga reazione a catena che porterebbe alla morte delle cellule malate.

La scoperta è stata fatta dai ricercatori dell'Istituto europeo di oncologia coordinati da Saverio Minucci, professore di Patologia generale all'Università di Milano. I risultati dello studio, effettuato in collaborazione con il gruppo di Marco Foiani - direttore scientifico dell'Ifom e professore di Biologia molecolare dell'ateneo milanese - sono stati pubblicati oggi sulla rivista scientifica Cancer Cell.

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«Nel nostro studio - spiega Saverio Minucci - riducendo il tasso glicemico con la dieta e somministrando metformina, abbiamo inibito la plasticità metabolica e abbiamo fatto morire le cellule tumorali. Grazie a una dettagliata analisi funzionale a livello molecolare, abbiamo scoperto che ciò che fa morire la cellula tumorale - prosegue - è l'attivazione della proteina Pp2a e del suo circuito molecolare». 

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In sostanza: affamare le cellule tumorali fino a farle morire, grazie all'attivazione di un complesso meccanismo molecolare che attacca il metabolismo alterato del cancro. Quest'ultimo è una delle differenze principali fra la cellula cancerosa e quella sana,  quindi - secondo gli studiosi - deve essere possibile uccidere le cellule malate sfruttando questa differenza.

tumore allo stomaco 1TUMORE ALLO STOMACO
Nella sperimentazione clinica dovrà essere confermata la tollerabilità della combinazione e, in via preliminare, si dovrà valutare l'efficacia della combinazione di una dieta ipoglicemica e metformina per fermare la progressione del tumore, in aggiunta a terapie già in uso come la chemio. La ricerca è stata sostenuta dalla Fondazione Airc per la ricerca sul cancro.

Fonte: qui