9 dicembre forconi: 10/16/18

martedì 16 ottobre 2018

Guerra commerciale? Surplus cinese vola sui massimi

Una guerra commerciale inutile quella di Trump contro la Cina? 

Il surplus commerciale del Dragone è schizzato a livelli record nonostante i dazi

Guerra commerciale sbeffeggia Trump: surplus cinese vola sui massimi

La guerra commerciale degli USA contro la Cina si è appena rivelata inutile.
Secondo le misurazioni delle ultime ore, il surplus commerciale del Dragone contro Washington - quello contro cui Trump ha a lungo combattuto a colpi di dazi - ha raggiunto a settembre nuovi record storici e si è portato su quota 34,13 miliardi di dollari.
Il tutto nonostante i dazi imposti da Donald Trump sull’export della Cina, nel bel mezzo di una guerra commerciale che ha ripetutamente spaventato i mercati internazionali ma, a quanto pare, non le esportazioni del Dragone.

Guerra commerciale non spaventa (per ora)

Stando ai più recenti dati delle dogane asiatiche, l’export cinese è cresciuto di un impressionante 13%, mentre le importazioni hanno frenato registrando un più modesto +9%.
Dati interessanti, poiché il surplus commerciale verso gli USA a 34,13 miliardi, è risultato addirittura maggiore del dato complessivo a 31,69 miliardi.
In sintesi, la guerra degli USA di Trump non sta dando i risultati sperati, almeno al momento. L’economia della Cina si sta mostrando forse più forte e solida di quanto inizialmente previsto.
Da gennaio a settembre i calcoli di Reuters hanno parlato di un surplus contro gli USA di $225,79 miliardi, da paragonare ai $196,01 miliardi del pari periodo 2017. Insomma, nonostante i dazi e le tariffe di Donald Trump, il divario commerciale tra le due potenze si sta allargando ancora.
A ciò si aggiunga poi che, le esportazioni cinesi denominate in dollari sono cresciute del 14,5% a settembre, il tutto contro le attese all’8,9% e contro il dato di agosto a +9,8%.
Secondo gli economisti, gli esportatori hanno beneficiato di un aumento degli ordini verificatosi prima dell’introduzione dei dazi. Gli effetti della guerra commerciale USA-Cina, insomma, potrebbero iniziare ad emergere nei prossimi mesi. Per il momento, però, le Borse asiatiche si stanno godendo i dati sul surplus cinese e stanno scambiando in rialzo nonostante il nuovo tonfo di Wall Street. Fonte: qui

È MORTO PAUL ALLEN


IL COFONDATORE DI MICROSOFT AVEVA 65 ANNI E DUE SETTIMANE FA AVEVA ANNUNCIATO IL RITORNO DEL TUMORE CHE LO TORMENTAVA DA PIÙ DI 30 ANNI. GUARITO DAL LINFOMA DI HODGKIN CHE LO AVEVA COSTRETTO A LASCIARE LA GUIDA DELL’AZIENDA NEL 1982, SI È GODUTO I SUOI MILIARDI: TRA CROCIERE NEI MARI CALDI CON I SUOI YACHT ENORMI E LA PASSIONE PER LO SPORT, CHE AVEVA SODDISFATTO COMPRANDO UNA SQUADRA DI BASKET, UNA DI FOOTBALL E UNA DI CALCIO

Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”

PAUL ALLEN CANCROPAUL ALLEN CANCRO
Geniale compagno di Bill Gates nella costruzione del nuovo mondo della comunicazione e dell' economia digitale, uno dei padri fondatori di Internet, Paul Allen ha combattuto per quasi tutta la sua vita adulta col cancro: i linfomi che lo hanno aggredito nel 1982, costringendolo a lasciare il ruolo di amministratore delegato dell' azienda che aveva cofondato, Microsoft, e che lo hanno perseguitato per decenni.

Dandogli a volte l' illusione della guarigione, per poi ripresentarsi in forme nuove, fino alla morte, ieri notte, a 65 anni. Uscito, in modo piuttosto traumatico, dalla guida di quello che diventerà il primo gigante mondiale del software, ma comunque ricchissimo per la sua scelta di tenere tutto il pacchetto di azioni Microsoft, senza rivenderle a Gates, Allen si è gettato in mille imprese.

paul allenPAUL ALLEN
Sempre energico, visionario, pieno di fantasie e buoni propositi, non si è fatto mai piegare dalla malattia: ha esplorato gli abissi oceanici alla ricerca di relitti di navi affondate e lo spazio finanziando nel 2004 SpaceShipOne, l' astronave di Burt Rutan che fu la prima navicella costruita da privati a uscire dall' atmosfera terrestre con un volo suborbitale a 115 chilometri di distanza dalla superficie terrestre.

paul allen 4PAUL ALLEN




Ha investito miliardi in attività filantropiche finanziando progetti di riforma dell' istruzione, il ridisegno di interi quartieri di Seattle(la sua città) e iniziative per la conservazione dell' ambiente. Poi, con le contraddizioni tipiche di molti miliardari della West Coast, si è concesso il lusso di diversi yacht grandi come navi da crociera con uno dei quali ha involontariamente distrutto preziosi banchi di corallo.

paul allen bill gatesPAUL ALLEN BILL GATES
Sconfitto il linfoma di Hodgkin che lo aveva costretto a lasciare la guida di Microsoft, Allen ha vissuto da benefattore e da gaudente: non solo crociere nei mari caldi, ma anche la passione per lo sport soddisfatta comprando una squadra di basket della Nba, i Portland Trail Blazers e una di football americano Nfl, i Seattle SeaHawks.

LO YACHT DI PAUL ALLENLO YACHT DI PAUL ALLEN







Poi si è innamorato anche del soccer, il nostro calcio, diventando principale azionista dei Seattle Sounders che dal 2009 disputano la Major League, la serie A americana. Il 2009 è l' anno nel quale Allen scopre anche che il tumore è tornato, stavolta sotto forma di linfoma non-Hodgkin. Comincia un' altra battaglia che durerà quasi un decennio, conclusa tragicamente ieri. Allen lascia la Vulcan Inc, curiosa conglomerata nella quale si mescolano filantropia, investimenti nell' informazione, attività di ricerca scientifica, dallo spazio allo studio delle cellule, sport, sviluppo dell' intelligenza artificiale.

paul allen 5PAUL ALLEN


Chi ha conosciuto la sua genialità si chiede cosa avrebbe potuto creare in Microsoft - gigante di enorme successo, ma basato su pochi prodotti che Gates ha saputo far diventare indispensabili per chiunque volesse usare un computer - se Allen non si fosse ammalato di cancro.
Quasi messo alla porta da Bill Gates che, più giovane di lui di due anni, nel 1975 era stato convinto proprio da Allen, allora programmatore della Honeywell, a lasciare anzitempo l' università di Harvard per fondare Microsoft.

Fonte: qui

Germania: Zew crolla a ottobre, pesano tensioni commerciali tra Usa e Cina

Crolla a ottobre l’indice tedesco Zew. Il dato, che misura la fiducia delle imprese tedesche, si è attestato a -24,7 punti rispetto ai -10,6 punti segnati a settembre. Il mercato si attendeva un dato pari a -12,3 punti. “Le aspettative per l’economia tedesca si stanno inasprendo soprattutto a causa dell’intensificarsi della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina – afferma Achim Wambach, presidente dello Zew -. 

Un’ulteriore elemento negativo che influenza le aspettative economiche e è l’export è il pericolo di una “hard Brexit”, che sta diventando sempre più probabile. E infine, la situazione della coalizione di governo è percepita come più instabile fragile, pesando anche sul sentiment economico”. Fonte: qui

Germania: indice Zew in pesante calo, a ottobre sprofonda a -24,7 punti

Deciso calo dell’indice tedesco Zew a ottobre, su cui pesano le tensioni commerciali globali, la questione Italia e l’evoluzione politica in Europa. Fonte: qui

Quota 100, pensioni d’oro e reddito di cittadinanza: una manovra per sostenere crescita e occupazione


Nel Documento Programmatico di Bilancio lo scenario tendenziale entro cui si inserisce l'intervento. C’è anche la flat tax. 

Spunta il “taglia scartoffie” con Rc auto e la tassazione del gioco d’azzardo con gli sgravi Ires

Il documento programmatico e Di Maio, Conte, Salvini e Tria in conferenza stampa
Il documento programmatico e Di Maio, Conte, Salvini e Tria in conferenza stampa

Il Documento Programmatico di Bilancio 2019/2021 elaborato dal governo Conte (di cui Tiscali è in possesso) analizza la situazione attuale e delinea lo scenario tendenziale entro cui si inserisce la manovra. L’analisi della situazione attuale parte da una considerazione: la ripresa in Italia c’è ma è minore del previsto. In definitiva cresciamo ancora poco. La previsione ufficiale di crescita del nostro Pil per il 2018 è stata abbassata dall’1,5% all’1,2%. Questo, stando al documento, è dovuto in particolare a un andamento inferiore alle attese dei consumi delle famiglie e più marcatamente a un andamento inferiore dell’export. Quanto all’occupazione, nella prima metà dell’anno l’andamento viene definito positivo con crescite tendenziali dell’1,2% in termini di occupati. Tuttavia è aumentato il ricorso ai contratti di lavoro a termine, fenomeno per contrastare il quale il governo Conte ha varato il decreto dignità.
In relazione alla finanza pubblica, “l’indebitamento netto della PA nel 2018 è ora stimato all’1,8 per cento del PIL, con una revisione al rialzo di 0,2 punti percentuali in confronto al DEF di aprile a motivo della minore crescita del PIL nominale e di oneri per interessi che sono rivisti al rialzo per poco più di 1,9 miliardi di euro (0,11 punti percentuali di PIL). Pur con questa revisione, il dato di quest’anno risulterebbe in sensibile discesa rispetto al 2,4 per cento registrato nel 2017 secondo le ultime stime Istat (2,0 per cento al netto degli interventi di supporto al sistema bancario)”.
Il documento delinea perciò lo scenario programmatico 2019-2021 partendo da quello tendenziale e inserendo su di esso la manovra di finanza pubblica da attuarsi tramite la Legge di Bilancio 2019. Lo scenario tendenziale incorpora gli aumenti dell’IVA previsti dalla Legge di Bilancio 2018.
Tali aumenti – si legge nel Documento Programmatico di Bilancio 2019 - avrebbero un effetto depressivo sulla domanda aggregata e sul PIL e farebbero accelerare la crescita dei deflatori di consumi e PIL.  In confronto al PdS, le variabili esogene della nuova previsione ufficiale esercitano un effetto più sfavorevole sulla crescita del PIL: le proiezioni del prezzo del petrolio sono infatti salite, l’andamento previsto del commercio mondiale è meno favorevole, il tasso di cambio ponderato dell’euro si è rafforzato e i tassi di interesse e i rendimenti sui titoli pubblici sono più elevati. Per quanto riguarda il 2019, vi è inoltre un minore effetto di trascinamento derivante dalla revisione al ribasso della crescita prevista per la seconda metà di quest’anno.
Riunione a Palazzo Chigi per la manovra

Il PIL

Tenuto conto di tutti questi effetti, la crescita del PIL prevista per il 2019 nello scenario tendenziale scende dall’1,4 del PdS allo 0,9 per cento; quella del 2020 diminuisce dall’1,3 all’1,1 per cento ed infine quella per il 2021 viene ridotta più marginalmente, dall’1,2 all’1,1 per cento.  L’indebitamento netto tendenziale della PA nel 2019 è rivisto al rialzo dallo 0,8 all’1,2 per cento del PIL. Ciò è spiegato dal minor livello del PIL nominale della previsione aggiornata e dal più elevato livello dei rendimenti sui titoli di Stato ipotizzati nella previsione. Il deficit per gli anni successivi è cifrato allo 0,7 per cento del PIL nel 2020 e allo 0,5 per cento nel 2021. Anche per questi anni i livelli di indebitamento netto sono stati rivisti in chiave peggiorativa rispetto al PdS a motivo di più elevati pagamenti per interessi e di un miglioramento più contenuto del surplus primario indotto dalla minore crescita del PIL.
Il PIL è previsto infatti in crescita dell’1,5 per cento nel 2019, dell’1,6 per cento nel 2020 e dell’1,4 nel 2021. Il livello del PIL nominale nello scenario programmatico è sensibilmente superiore a quello tendenziale lungo tutto il triennio di programmazione.  La crescita del PIL nel prossimo triennio sarà trainata dalla domanda interna e da una ripresa delle esportazioni dopo il marcato rallentamento subìto quest’anno. I consumi delle famiglie accelereranno all’1,3 per cento nel 2019 e quindi all’1,6 per cento nei due anni successivi, grazie ad una buona dinamica dei redditi da lavoro dipendente, sospinti dal favorevole andamento del mercato del lavoro, e dai maggiori trasferimenti pubblici derivanti dalle misure di politica sociale programmate dal Governo.

Investimenti

Sul fronte degli investimenti, si prevede il mantenimento di una buona dinamica della componente macchinari, attrezzature e mezzi di trasporto, anche per via degli incentivi all’innovazione e all’accumulazione di capitale. La crescita degli investimenti in costruzioni è prevista accelerare, grazie soprattutto al deciso aumento degli investimenti pubblici, che sono attesi controbilanciare gli effetti sfavorevoli degli andamenti demografici che pesano sulla componente residenziale. Nel complesso gli investimenti fissi lordi continueranno ad aumentare in rapporto al PIL, pur rimanendo ancora inferiori ai livelli pre-crisi. Il Governo intende utilizzare eventuali spazi di bilancio aggiuntivi derivanti da maggior crescita o minori pagamenti per interessi per spostare ulteriori risorse verso gli investimenti pubblici e l’incentivazione di quelli privati. 
Di Maio, Conte, Salvini e Tria

Mercato del lavoro

Il miglioramento dell’attività economica è atteso produrre i suoi effetti anche sul mercato del lavoro. Gli occupati aumenteranno in media dell’1,1 per cento nel triennio 2019-2021 e il tasso di disoccupazione è atteso ridursi gradualmente fino a raggiungere l’8,6 per cento a fine periodo. La crescita della produttività (misurata sugli occupati) è attesa in aumento dello 0,5 per cento nel 2019 per poi rallentare lievemente negli anni successivi. La dinamica del costo del lavoro resterà contenuta, di conseguenza il costo del lavoro per unità di prodotto (CLUP), è atteso decelerare nel 2019 allo 0,9 per cento per poi aumentare lievemente poco sopra l’1 per cento.  Sul fronte dei prezzi, il deflatore del PIL è atteso in accelerazione nel prossimo biennio tenuto conto della portata complessivamente espansiva della manovra di bilancio e degli interventi di politica fiscale programmati. Considerando i prezzi al consumo, per il 2019 la crescita resta contenuta grazie alla disattivazione completa degli incrementi delle aliquote IVA, mentre si stima una maggiore accelerazione per il biennio successivo.
La politica di bilancio per il 2019 promuove dunque gli investimenti per creare sviluppo e lavoro, il sostegno alle piccole e medie imprese e la lotta alla povertà.

Le misure previste in sintesi

Pensioni, reddito di cittadinanza, flat tax. Ma anche sterilizzazione degli aumenti dell'Iva e pace fiscale. Ecco la manovra da 37 miliardi del governo gialloverde.
NIENTE CLAUSOLE IVA PER 12,5 MILIARDI - Il primo impegno del contratto di governo è la sterilizzazione degli aumenti che scattano il primo gennaio 2019 (dal 10 all'11,5% per l'aliquota più bassa, dal 22 al 24% per quella più alta).
PENSIONI A QUOTA 100 - Il superamento della legge Fornero è una misura che entrambe le forze di governo rivendicano. L'obiettivo è di garantire la possibilità di andare in pensione a chi tra età e contributi arriva a 'quota 100', probabilmente partendo dalla combinazione 62-38. Il costo è di 7 miliardi di euro e il meccanismo dovrebbe partire a febbraio.
REDDITO E PENSIONI DI CITTADINANZA - Per la bandiera del M5S servono 9 miliardi (di cui 2,6 da attingere dalle risorse già stanziate per il Rei) a cui aggiungere un ulteriore miliardo destinato al rafforzamento dei centri per l'impiego. L'attivazione vera e propria della misura scatterà nei primi tre mesi del 2019. L'assegno da 780 euro, secondo quanto annunciato finora, verrà caricato sul bancomat, con una sorta di monitoraggio degli acquisti. Il sostegno sarebbe garantito solo a patto di frequentare corsi di formazione e di prestare 8 ore a settimana di lavoro socialmente utile. Il reddito verrebbe meno dopo il rifiuto di tre offerte di lavoro, ma con una specifica "geografica", con l'obiettivo di non penalizzare cioè chi non accetterà come prima offerta un'occupazione al di fuori della propria città o Regione.
'PACE FISCALE' AL 20% CON TETTO 100.000 EURO - L'accordo raggiunto dopo un lungo braccio di ferro sul decreto fiscale collegato alla legge di bilancio stabilisce un'aliquota al 20% per sanare il pregresso di chi ha già presentato la dichiarazione dei redditi. Sarà prevista l'opzione di dichiarazione integrativa ma con la possibilità di far emergere fino ad un massimo del 30% in più rispetto alle somme già dichiarate e comunque con un tetto di 100.000 euro per periodo d'imposta. Per ridurre il contenzioso, si potranno inoltre sanare le liti con il fisco pagando senza sanzioni o interessi il 20% del non dichiarato in 5 anni in caso di vittoria del contribuente in secondo grado (o il 50% in caso di vittoria in primo grado). Allo stesso tempo, con la rottamazione ter delle cartelle Equitalia saranno cancellati sanzioni e interessi, dilazionando i pagamenti in 20 rate in 5 anni e arriverà lo stralcio delle minicartelle sotto mille euro accumulate dal 2000 al 2010.
DALLE PENSIONI D'ORO 1 MLD IN 3 ANNI - Il taglio delle pensioni sopra i 4.500 euro netti al mese nella parte di assegno non coperta dai contributi pagati porterà nelle casse dello Stato un miliardo di euro nell'arco di un triennio. La precisazione temporale è arrivata dopo gli annunci di Luigi Di Maio.
FLAT TAX PER GLI AUTONOMI - Il forfait esiste già ed è al 15% per i professionisti con ricavi fino a 30.000 euro e per le altre categorie con ricavi fino a 50.000 euro. L'obiettivo è estendere la platea ad autonomi, Snc, Sas e Srl che optano per il regime di trasparenza con ricavi fino a 65.000 euro. Dai 65.000 ai 100.000 euro si pagherebbe un 5% addizionale. Le start up e le attività avviate dagli under35 godrebbero di un supersconto al 5%. Il costo è di circa 600 milioni il primo anno e di 1,7 miliardi a regime.
SGRAVI IRES, SU UTILI REINVESTITI TAGLIO AL 15% - L'aliquota al 24% scenderebbe di 9 punti sugli investimenti in ricerca e sviluppo, in macchinari e in assunzioni stabili. Il costo sarebbe di 1,5 miliardi di euro. Dovrebbero essere anche confermati gli ammortamenti di Industria 4.0.
GIOCO D'AZZARDO E SIGARETTE - Nella manovra aumenta la tassazione sul gioco d'azzardo. Arrivano norme anche per chiudere il pregresso sulle sigarette elettroniche che negli obiettivi consentirebbe di salvaguardare migliaia di posti di lavoro nel settore.
ADDIO A SCONTI ACE E IRI - Per finanziare le agevolazioni fiscali alle imprese saranno abolite l'Ace, l'Aiuto alla crescita economica, e la mai nata imposta ridotta Iri, destinata al mondo delle Pmi e attesa dal primo gennaio 2019. Il recupero finanziario è di circa tre miliardi.
7 MILIARDI DI TAGLI, ANCHE SU IMMIGRAZIONE - Per legge i ministeri devono operare tagli per un miliardo l'anno. Lo sforzo richiesto potrebbe essere però superiore, pari a 3-4 miliardi. Promesso un taglio di 1,3 miliardi in 3 anni sull'immigrazione, di cui 500 milioni nel 2019, derivanti, secondo Matteo Salvini, da minori sbarchi e dal taglio "dei famosi 35 euro al giorno".
DA INVESTIMENTI SPINTA AL PIL - Il capitolo investimenti è quello più gradito al ministro dell'Economia, Giovanni Tria. E' previsto che valga lo 0,2 del Pil, pari a 3,5 miliardi. Oltre alle risorse finanziarie si punta a sbloccare gli investimenti a livello locale con uno sblocco dei bilanci dei Comuni (anche quelli in perdita) e con una revisione della soglia per gli appalti senza gara.
DECRETO TAGLIA LEGGI, NORME SU RC AUTO - La novità è l'arrivo di un secondo decreto, che scorpora dal dl fiscale norme altrimenti non omogenee. Il dl rinominato "taglia scartoffie e leggi inutili" cancella oltre 100 adempimenti per le imprese" e ingloba misure per garantire una Rc auto "più equa"; per sancire l'incompatibilità tra ruolo di governatore regionale e commissario alla sanità "per non avere più casi De Luca"; per bloccare i pignoramenti della casa per chi ha crediti verso la P.a. (norma Bramini) e per bloccare "i medici furbetti che aumentano la lista di attesa per l'intramoenia".

Spread stabile 

All’indomani dell’approvazione della manovra e del dl fiscale da parte del cdm e l’invio alla Ue del Draft Budgetary Plan è stabile la partenza per lo spread fra Btp e Bund. Il differenziale segna 304 punti, sullo stesso livello della chiusura di lunedì. Il rendimento del decennale è pari al 3,55%. 

ROMA, CINQUE BANDITI IRROMPONO NELLA FILIALE DELLA BANCA POPOLARE DI NOVARA, IN ZONA PORTUENSE, CON ARMI E MASCHERE, ATTRAVERSO UN FORO NELLA PARETE


IL DIRETTORE DELL’AGENZIA SI È SENTITO MALE DOPO LA FUGA DEI CRIMINALI ED È STATO SOCCORSO SUL POSTO DAL PERSONALE MEDICO DI UN’AMBULANZA

Rinaldo Frignani per www.corriere.it

Drammatica rapina lunedì(15 Ottobre 2018) pomeriggio al Portuense. Cinque banditi armati e mascherati, con cappelli e occhiali da sole, hanno fatto irruzione nella filiale della Banca Popolare di Novara in piazza Augusto Lorenzini sorprendendo alle spalle gli impiegati e anche il direttore che è stato poi costretto ad accompagnarli nel caveau sotterraneo.

MALORE PER IL DIRETTORE
rapina 2RAPINA
Proprio da lì i rapinatori avevano scavato un foro nella parete comunicante con il garage di un palazzo di via Giuseppe Guerzoni dal quale sono passati per entrare in banca e sono poi anche fuggiti prima dell’arrivo della polizia. Non si esclude che si tratti della stessa banda responsabile di altri colpi dello stesso genere.

Ignoto il bottino della rapina. Il direttore dell’agenzia si è sentito male dopo la fuga dei banditi ed è stato soccorso sul posto dal personale medico di un’ambulanza dell’Ares 118. In tutta la zona della Portuense è stata organizzata una vasta battuta alla ricerca dei banditi. Non si conosce ancora il mezzo di fuga della banda.

Fonte: qui

Peter Schiff Explains "What Happens Next" In 47 Words

Outspoken critic of The Fed and one of the few that can see through the endless barrage of bullshit to how this really ends, has laid out in a tweet "what happens next"...
Likely sequence of events:
1. Bear market;
2. Recession;
3. Deficits explode;
4. Return of ZIRP and QE;
5. Dollar tanks;
6. Gold soars;
7. CPI spikes;
8. Long-term rates rise;
9. Fed. forced to hike rates during recession
10. A financial crisis without stimulus or bailouts!

Ecco perché la prossima recessione si trasformerà in una depressione

Ecco la differenza tra una recessione e una depressione: non è possibile ottenere il sangue da una pietra, o rendere un solvente entità insolvente con più debito.
Esistono due differenze fondamentali tra una recessione e una depressione:
1. Durata: una recessione dura in genere tra i 6 e i 18 mesi, mentre una depressione si trascina per anni o addirittura decenni, spesso mascherata dalla propaganda ufficiale come "crescita lenta" o "stagnazione".
2. La dinamica di base: le recessioni sono  eventi del ciclo economico / creditizio  che torcono gli eccessi dell'espansione del credito (cioè prestiti a mutuatari non qualificati successivamente inadempienti) e mal-investimenti in speculazioni e progetti a basso rendimento e ad alto rischio che hanno reso solo finanziari senso nell'euforia della psicologia delle bolle (cioè  gli spiriti animali che agiscono come se le bolle non saltassero mai).
Le recessioni sono brevi perché la dinamica di base è di annotare le impostazioni predefinite, stringere il credito e assorbire le perdite derivanti da speculazioni fallite.  Man mano che i consumatori e le imprese riducono i prestiti, riducono la spesa, portando a licenziamenti, riduzione delle entrate fiscali, contrazione del credito e tutte le altre conseguenze di estorcere gli eccessi fuori dall'economia.
Ma una volta che le perdite sono state assorbite e le famiglie e le imprese insolventi hanno lavorato attraverso la bancarotta, i ponti vengono liquidati per una rinnovata espansione del credito / ciclo economico.
Le depressioni, d'altra parte, sono generate da anelli di feedback auto-rinforzanti: le  insolvenze generano più insolvenze, i prezzi ridotti per le attività generano prezzi più bassi per le attività e così via.
Ci sono due differenze critiche tra le due dinamiche: alti costi fissi e dipendenza da bolle di credito / attività per "crescita".  Le recessioni cancellano gli eccessi in economie altrimenti sane con bassi costi fissi, aumento della produttività, guadagni ampiamente distribuiti nel reddito da lavoro, rendimenti sicuri sul capitale accantonati per il risparmio e la pensione e alti rendimenti sugli investimenti produttivi. La crescita è il risultato dell'aumento della produttività del lavoro e del capitale.
Le depressioni sono il risultato della serie opposta di dinamiche: la  crescita è il risultato di una vasta espansione del credito che guida le speculazioni mal-investimenti e rischiose. La produttività ristagna come flussi di capitale verso i giochi speculativi ("cose ​​sicure" in un'euforia bolla) e espansioni di capacità che superano di molto la domanda.
In queste economie guidate dal credito / speculative, il capitale è costretto a "inseguire il rendimento", cioè a cercare un rendimento in attività a rischio piuttosto che in investimenti sicuri a basso rischio. Presto, tutti dipendono da bolle di credito / beni per i propri stipendi, aumenti di ricchezza, pensioni, vendite, entrate fiscali, ecc.
Le economie inclini alle depressioni hanno alti livelli di debito e alti costi fissi. Entrambi generano loop di feedback autorinforzanti: quando i prestiti emessi per i mutuatari non meritevoli di credito vengono liquidati, la liquidità si asciuga ei mutuatari marginali vengono spinti al default. Quando il credito si affievolisce, le vendite diminuiscono, i profitti diminuiscono, i dipendenti vengono licenziati per tagliare i costi operativi e in precedenza i mutuatari sembrano scivolare in default.
Poiché le insolvenze generano più insolvenze, i creditori vengono spinti verso l'insolvenza, scatenando una crisi bancaria. I mutuatari vendono beni a prezzi di vendita al fuoco per raccogliere denaro, spingendo i prezzi delle attività a scendere, mettendo sott'acqua i mutuatari. Poiché questa insolvenza viene liquidata in caso di fallimento / insolvenza, i finanziatori devono vendere attività, spingendo i prezzi sempre più in basso in un ciclo di feedback autorinforzante.
La chiave qui è capire la differenza tra  costi fissi  e  costi operativi .  I costi fissi sono, beh, fissi: non diminuiscono anche se il reddito, le vendite o le entrate fiscali diminuiscono. I costi fissi includono: affitto, rate del mutuo, servizio del debito, premi dell'assicurazione sanitaria obbligatoria, ecc.
I costi operativi diminuiscono rapidamente nelle recessioni; i costi fissi no. I costi operativi comprendono i salari pagati alle assunzioni recenti, il carburante per i camion aziendali, ecc. Con il rallentamento dell'attività, alcuni dipendenti vengono licenziati, riducendo i costi e i veicoli aziendali registrano meno miglia, riducendo i costi del carburante e così via.
I costi fissi rimangono gli stessi anche se le vendite, i profitti, le entrate e le entrate fiscali precipitano.  Le economie gravate da costi fissi elevati hanno pochissimo spazio (ad esempio buffer) prima che le riduzioni di vendite, profitti, entrate e entrate fiscali generino perdite, cioè che le spese non siano più coperte dal reddito.
Ecco alcuni esempi di costi fissi:
Per i governi statali e locali, le pensioni e i benefici pensionistici dovuti sono fissi: non scendono nelle recessioni. Piuttosto, ciò che cala nelle recessioni sono le entrate fiscali necessarie per finanziare le pensioni.
Finanziamento delle pensioni in California:
Finanziamento delle pensioni a New York:
L'insulina è un altro costo fisso. Quelli che hanno bisogno di insulina non smettono di averne bisogno nelle recessioni.  Si noti l'enorme aumento del costo dell'insulina, ovvero l'inflazione.
Si noti come tutti gli elementi essenziali per i big-ticket (ad es. I costi fissi) aumentino di prezzo:  gli unici articoli con prezzi decrescenti sono quelli generalmente facoltativi: TV, abbigliamento, ecc.
Ovunque guardiamo nell'economia degli Stati Uniti, vediamo costi fissi altissimi.  Gli investitori che vengono pagati in eccesso per immobili commerciali falliscono una volta che i loro inquilini si chiudono, i proprietari di case che pagano in eccesso falliscono una volta che uno dei principali impiegati della famiglia perde il lavoro, i governi statali e locali che hanno festeggiato un decennio di aumento delle entrate fiscali improvvisamente fronteggiare sconcertanti deficit come cratere delle entrate fiscali - la lista di quelli con alti costi fissi e senza spazio di manovra oltre alla bancarotta è essenzialmente infinita in America.
Ecco la differenza tra una recessione e una depressione: non è possibile ottenere il sangue da una pietra, o rendere un solvente entità insolvente con più debito.  Le perdite dovranno essere prese e sarà necessario tagliare i costi fissi del sangue dal naso; la realtà alla fine dovrà essere affrontata.
Ma tutti resisteranno a questo processo perché gli alti costi fissi sono il trofeo da cui tutti dipendono.  Tagliare i costi fissi distrugge il reddito necessario per sostenere le valutazioni delle attività che sono la garanzia per le stupende montagne di debito che definiscono l'economia degli Stati Uniti. Una volta che il debito viene trascritto, l'intero sistema finanziario crolla.
Scritto da Charles Hugh Smith tramite il blog di OfTwoMinds

Traduzione automatica con il traduttore di Google
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