9 dicembre forconi: 01/26/19

sabato 26 gennaio 2019

UNDICESIMO ATTO DELLA PROTESTA DEI GILET GIALLI A PARIGI: VIOLENTI SCONTRI ALLA BASTIGLIA, PERSONE COPERTE CON IL PASSAMONTAGNA PRENDONO D’ASSALTO LE STRADE ATTORNO AL QUARTIERE





gilet gialli assalto alla bastiglia 9GILET GIALLI ASSALTO ALLA BASTIGLIA 

Violenti scontri sono in corso alla Bastiglia, punto di incontro dei due principali cortei di gilet gialli di oggi, undicesimo atto della protesta a Parigi. Persone vestite di nero, con il passamontagna, hanno preso d'assalto le strade attorno al quartiere, distruggendo barriere di cantieri e usandole come barricate.

gilet gialli assalto alla bastiglia 10GILET GIALLI ASSALTO ALLA BASTIGLIA
La polizia ha reagito dopo l'attacco di un'avanguardia di manifestanti guidati - secondo quanto riferito da partecipanti al corteo dei gilet gialli - da elementi di estrema destra e casseur. Una squadra di agenti antisommossa, spalleggiata da pompieri e una gigantesca ruspa, sta sgomberando rapidamente le barricate. Centinaia di gilet gialli sono stati fatti arretrare sulla piazza della Bastiglia, mentre i protagonisti dei disordini sono stati spinti più lontano.

Fonte: qui


“LE CLASSI DIRIGENTI ITALIANE HANNO FALLITO”


GALLI DELLA LOGGIA: “FINO A QUALCHE ANNO FA I REDDITI E IL PIL CRESCEVANO. POI SONO VENUTE MENO LE CONDIZIONI CHE HANNO PERMESSO UNO SVILUPPO TRANQUILLO DELLA DEMOCRAZIA. QUEL CHE STAVA SUCCEDENDO ERA CHIARO MA NESSUNO È STATO CAPACE, PER MANCANZA DI IDEE, DI PROGETTI DI VISIONE, E AGGIUNGO DI CORAGGIO, DI CORRERE AI RIPARI…”

Silvia Truzzi per “il Fatto quotidiano”

ernesto galli della loggiaERNESTO GALLI DELLA LOGGIA
Si fa presto a dire élite. Ernesto Galli della Loggia, storico ed editorialista del Corriere della Sera, comincia con una precisazione: "Non possiamo parlare genericamente di élite. Oggi c'è un forte scontro tra élite sociale ed élite politica, intesa come élite di governo. Fino alle ultime elezioni coincidevano: in sostanza l'élite sociale italiana si riconosceva - e continua a farlo - nel centrosinistra".

Cosa che spiega l'attuale disorientamento di molti intellettuali e commentatori.
Si sono ritrovati ad aver a che a fare con una nuova classe politica, dalle idee confuse e nello stesso tempo contraddittorie, per via delle due anime del governo: non soltanto erano nuovi, ma anche nuovi tra di loro diversi. Quest' insieme di fattori ha determinato un forte sconcerto da parte della classe dirigente italiana.

bariccoBARICCO
Secondo Alessandro Baricco invece si è rotto un patto tra chi veniva governato e chi governava. Non ci si affida e non ci si fida più.
Credo che 'rottura di un patto' sia un' espressione più che altro letteraria. Il fatto è che fino a qualche anno fa le economie dei Paesi occidentali segnavano indici positivi, i redditi e il Prodotto interno lordo crescevano: questa è la sostanza del patto keynesiano, cioè la sostanza delle democrazie dell'Europa occidentale fondate sull' idea che ogni anno si stava un po' meglio. Non è più accaduto e con il passare degli anni la situazione si è deteriorata. Io non credo che ci sia stato un venir meno da parte di qualcuno al patto.

È cambiato anche il profilo del capitalismo: basta pensare alla crescita del comparto finanziario al processo di deindustrializzazione che ha subìto il Paese. Sono venute meno le condizioni strutturali di fondo che nel Secondo Novecento hanno permesso uno sviluppo tranquillo della democrazia in Europa.
Ancora contro l establishmentANCORA CONTRO L ESTABLISHMENT

Miopia dei governanti?
Quel che stava succedendo, secondo me, era da tempo abbastanza chiaro se non a tutti almeno a molti. Ma nessuno è stato capace, per mancanza di idee, di progetti di visione, e aggiungo di coraggio, di correre ai ripari. Ma le classi dirigenti avrebbero proprio questo compito: averlo fallito non è cosa da poco. Per questo i cittadini hanno cominciato a interrogarsi sulle capacità e sulla legittimazione della classe dirigente: che ci stanno a fare se non sono in grado di dare risposte e trovare soluzioni? In che senso dirigono?
merkel e macron firmano il trattato di aquisgrana 5MERKEL E MACRON FIRMANO IL TRATTATO DI AQUISGRANA 5

Sul Corriere lei ha scritto: forse è troppo parlare di ribellione delle masse, ma stiamo all'occhio. In Francia invece è esplosa una ribellione che non sembra voler finire.
In Italia il sistema politico è più fragile e instabile. L'elezione presidenziale in Francia dà al capo dello Stato un grandissimo potere e una forte stabilità: è un potere assai poco contendibile. Per questo la protesta imbocca più facilmente la via della rivolta.
Qui invece è possibile in quattro e quattr'otto diventare segretario di un partito - vedi Renzi - o addirittura fondarne uno come Grillo e vincere le elezioni.

Anche Macron ha fondato un partito.
Vero, ma la sua ascesa presenta molti punti oscuri. Per due volte i maggiori candidati alla presidenza sono stati eliminati in maniera singolare un anno prima del voto: Strauss-Kahn e Fillon. Come mai questi scandali sono usciti alla vigilia delle elezioni, facendo vincere un candidato che altrimenti non ce l'avrebbe mai fatta?

Macron è un po' The Manchiurian candidate?
STRAUSS KAHNSTRAUSS KAHN
Fin dal primo momento mi è sembrato un candidato costruito, ideologicamente eterodiretto. Lui non era affatto nuovo della politica, è stato ministro tecnico di Hollande, è un uomo della grande finanza. Entrato in gara, il suo obiettivo era arrivare al ballottaggio con Marine Le Pen, perché con quel sistema elettorale chiunque avrebbe vinto contro di lei.

Che pensa delle parole di Juncker sulla Grecia?
Non è solo Juncker a dover fare autocritica: mentre in Grecia la gente era costretta a rovistare nei cassonetti dell' immondizia, i leader dei Paesi europei che facevano? Un popolo intero è stato messo in ginocchio, gli ospedali non avevano i farmaci per i bambini.

junckerJUNCKER
Se una cosa del genere succede ad Haiti per un terremoto l'Europa si mobilita, manda la Croce Rossa. I greci sono stati completamente abbandonati: ma dov' erano i capi di Stato, i capi dei partiti di sinistra? Le colpe di Juncker sono quelle di tutti gli altri.

A proposito di sinistra: Gad Lerner fa risalire la rottura della connessione sentimentale alla crisi Fiat del 1980. Da allora i leader della sinistra si sono occupati più dei padroni che degli operai.
Di operai, per la verità, mi sembra che ne sono rimasti pochini. Il Pd ha perso il Sud, dove amministrava quasi tutte le regioni. Ma lì i voti non li ha persi certo per gli operai, che non ci sono. Ha influito di più l'adesione della sinistra all' ideologia liberista di Bruxelles. Questo è capitato perché non potevano più essere comunisti, non volevano diventare social-democratici e così sono diventati liberali nel modo più acritico.

NAPOLITANO GENTILONI RENZINAPOLITANO GENTILONI RENZI
Molto ispirati, credo, da Giorgio Napolitano, che per anni è stato il capo della delegazione a Bruxelles e aveva un rapporto personale con i rappresentanti delle istituzioni Ue. L'europeismo è diventato egemone a sinistra a causa degli ex comunisti che non potevano più essere tali. Si sono trovati nudi di fronte alla Storia. E convinti del fatto che la socialdemocrazia è il peggio del peggio, il partito è diventato appunto 'democratico'. E per essere democratici nell' Europa della fine del Novecento bisognava aderire alle politiche europeiste e liberiste.

RENZI E NAPOLITANORENZI E NAPOLITANO
Si può accorciare questa distanza tra popolo ed élite?
Se il reddito di cittadinanza si dimostra efficace e non faranno disastri, i 5Stelle governeranno l'Italia per i prossimi 15 anni: e così tutta l' élite diventerà grillina. A quel punto diremo che si è ricomposto il dissidio tra élite e popolo. Anche sul concetto di popolo bisogna essere chiari: il popolo non esiste più.

Ci sono cinque milioni di poveri forse neppure altrettanti operai e sopra di loro una galassia di ceto medio che va dai piccoli artigiani ai grandi professionisti. La maggioranza degli italiani sta in questa forbice. È buffo che si parli di populismo quando manca, e non solo in Italia, il popolo.

troika greciaTROIKA GRECIA
Spieghiamolo meglio.
C' è una crisi della democrazia che significa crisi di fiducia nei meccanismi della democrazia. Una malattia che, tanto per fare un esempio, non si debella abolendo il vincolo di mandato.

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Il caso Sea Watch diventa uno scontro tra Italia e Olanda

Mentre la nave Sea Watch 3 è ancorata a un miglio a largo delle coste di Siracusa, a nord di Punta Maglisi dopo il via libera all'ingresso in acque italiane a causa delle cattive condizioni meteo e per garantire la sicurezza dei 47 migranti che si trovano a bordo, ormai da una settimana, e della stessa imbarcazione, sono diverse le novità sulla vicenda, e su più fronti. A cominciare dalle notizie della serata. Da una parte l'intervento della procura per i minori di Catania, che con il procuratore Caterina Ajello ha chiesto con una lettera ufficiale che vengano fatti sbarcare i minorenni; dall'altra l'Olanda, che ha rispedito al mittente la lettera inviata questa mattina dal ministro dell'Interno Matteo Salvini al governo 'oranje' per chiedere notizie sulla Sea Watch - che è iscritta al naviglio marittimo olandese - e sollecitato accertamenti sulla stessa, ovvero se la ong di riferimento abbia avuto comportamenti corretti. 
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Parla il pm: "Faccio il mio lavoro"

Sul fronte minori, da fonti investigative si apprende che in totale sarebbero 13, di cui otto non accompagnati. La missiva del procuratore Ajello è stata inviata ai ministri dell'Interno e delle Infrastrutture e trasporti, Matteo Salvini e Danilo Toninelli, e al presidente del tribunale per i minorenni di Catania, al procuratore generale di Catania e al prefetto di Siracusa. "Faccio il mio lavoro, i minori non possono essere espulsi" ha detto Ajello parlando con l'AGI. La giudice scrive di avere avuto notizia della presenza di minori a bordo della nave dall'ufficio del difensore dei diritti del bambini di Siracusa, "minori soccorsi dalla citata nave in mare aperto".
"Tutto ciò premesso - si legge nelle lettera - atteso che i suddetti minori si trovano in territorio dello Stato italiano e specificatamente nel distretto di competenza di questa procura della Repubblica per i minorenni, la tutela dei loro diritti deve essere assicurata da questa autorità giudiziaria". Ajello aggiunge che "evidentemente tutti questi diritti vengono elusi a causa della permanenza dei suddetti minori a bordo della nave poiché quantomeno non possono beneficiare di strutture di accoglienza idonee e sono costretti a permanere in una condizione di disagio sino a quando la situazione politica internazionale non sarà risolta, con grave violazione dei loro diritti".
Di qui la decisione della procura di avviare un apposito procedimento civile con cui si si chiede che i minorenni extracomunitari a bordo della Sea Watch 3 "possano sbarcare per essere collocati nelle apposite strutture per minori stranieri". La lettera è stata recapitata per conoscenza anche al comandante della capitaneria di Porto di Siracusa, all'autorità garante nazionale per l'infanzia e l'adolescenza e all'ufficio del difensore dei diritti dei bambini presso il Comune di Siracusa.

L'Olanda: "Non siamo responsabili"

Dal fronte olandese invece la doccia fredda: viene respinta la richiesta del governo italiano di prendersi in carico i migranti soccorsi dalla nave. "Finché non ci saranno accordi strutturali a livello europei per i migranti, l'Olanda non adotterà soluzioni ad hoc", hanno fatto sapere dal ministero degli Esteri ai media olandesi. "Abbiamo preso atto della richiesta italiana ma la Sea Watch 3 non è di nostra responsabilità", spiegano dall'Aia.
La lettera del Viminale inoltrata alla Farnesina e da questa all'Olanda diceva: "Il Governo della Repubblica Italiana invita il Governo del Regno dei Paesi Bassi a predisporre, con urgenza, gli adempimenti relativi all'organizzazione della presa in carico e del trasferimento in territorio olandese dei 47 migranti a bordo della nave olandese Sea Watch". Il governo, aggiunge la lettera, "chiede inoltre di poter disporre di ogni informazione in merito alla Ong Sea Watch, con particolare riferimento alla conformità alla legislazione dello Stato di bandiera dell'organizzazione e delle attività della predetta Ong, nonché delle relative imbarcazioni ed equipaggio".

Salvini: "Aprano i porti di Rotterdam o Amburgo"


Sempre in serata, Salvini ha ribadito "bandiera olandese, Ong tedesca. Aprano i porti di Rotterdam o di Amburgo, in Italia posto non ce n'e'". 
Intanto il Comune di Siracusa si è offerto di accogliere i 47 migranti a bordo della Sea Watch 3, "abbiamo ottenuto un primo risultato di mettere la nave in sicurezza: ora occupiamoci delle persone a bordo, la città è pronta e disponibile ad assisterle e accoglierle", ha riferito il sindaco Francesco Italia, spiegando che si è inoltre attivata da subito "una catena di solidarietà, con la Curia e le associazioni di protezione civile e volontariato. Nessuno vuole minare le prerogative del ministro dell'Interno in tema di immigrazione, qui si tratta solo di dare assistenza a persone in difficoltà".
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Caso Diciotti. Tribunale chiede ok a procedere contro Salvini. Ministro su Facebook applaude giudici
Il tribunale dei ministri di Catania, contraddicendo la richiesta motivata di archiviazione della procura della Repubblica del capoluogo etneo, ha richiesto l'autorizzazione a procedere in giudizio nei confronti del ministro dell'Interno Salvini per il caso Diciotti. È quanto si apprende da fonti del Viminale. La decisione del tribunale dei ministri arriva dopo la richiesta motivata di archiviazione avanzata dalla procura di Catania. 
Pm Catania invia richiesta e atti a Senato
Nave Diciotti, Porto di Catania (Ansa)
© suppredazione5 Nave Diciotti, Porto di Catania (Ansa)

La Procura di Catania, in ottemperanza alla decisione del Tribunale dei ministri di Catania, ha inviato al Senato l'autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell'Interno Matteo Salvini e gli atti relativi all'inchiesta sulla nave Diciotti. La Procura aveva chiesto l'archiviazione del fascicolo. 
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La vicenda
Il 20 agosto 2018 la nave Diciotti, pattugliatore della Guardia costiera italiana, con a bordo 177 migranti tratti in salvo il 16 agosto al largo di Lampedusa, arriva nel porto di Catania. Nessuno ha il permesso di scendere: Malta si è rifiutata di accoglierli e l’Italia di farli sbarcare in mancanza di un accordo dell’Unione europea sulla ripartizione dei profughi. I Pm di Agrigento hanno indagato il ministro Matteo Salvini e un capo di gabinetto del Viminale per sequestro di persona, abuso d'ufficio e arresto illegale. Fascicoli sulla vicenda sono stati aperti anche dalla Dda di Palermo (traffico di migranti e al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina) e dai Pm di Catania.
Giudici: da Salvini abuso poteri. Sapeva che a bordo c'erano minori
Ha "abusato dei suoi poteri, privato della libertà personale 177 migranti di varie nazionalità giunti al porto di Catania a bordo dell'unità navale di soccorso 'Diciotti' della Guardia Costiera italiana alle ore 23,49 del 20 agosto del 2018". Per questa ragione - sostiene il tribunale dei ministri di Catania - il ministro dell'Interno Matteo Salvini deve rispondere del reato di sequestro di persona, aggravato dall'aver agito nelle veste di "pubblico ufficiale e con abuso dei poteri inerenti alle funzioni esercitate nonché per averlo commesso anche in danno di soggetti di minore età".
Il ministro dell'Interno sapeva che a bordo della nave Diciotti ci fossero anche dei minori non accompagnati e nonostante ciò non ha autorizzato subito lo sbarco. In questo modo avrebbe violato le Legge Zampa del 2017. A dirlo sono i giudici del Tribunale dei ministri di Catania nel decreto invito al Senato. "La legge Zampa - dicono i giudici - sancisce il divieto assoluto di respingimento ed espulsione dei minori extracomunitari non accompagnati". "Ciò nonostante lo sbarco dei 29 minori veniva autorizzato dal ministro Salvini solo la sera del 22 agosto è solo dopo l'intervento della procura per i minori di Catania".
Il ministro: "Colpevole di aver bloccato lo sbarco". E applaude i giudici
"Sì lo rivendico, lo confesso e lo ammetto: ho bloccato la procedura di sbarco dei migranti. Mi dichiaro colpevole di questo reato".  Così il ministro dell'Interno Matteo Salvini su facebook spiega la richiesta del tribunale dei ministri di procedere contro di lui.  "Riunione il 7 dicembre e comunicazione il 24 gennaio", e poi applausi verso la telecamera. "In un'azienda qualunque qualcuno dovrebbe dare le dimissioni".  "I giudici facciano i giudici, i ministri fanno i ministri ed esercitano i loro poteri", aggiunge Salvini.
Rixi: gestione immigrazione non è tema da tribunale
"Come si gestisce l'immigrazione è una linea politica del governo e non può essere argomento di un tribunale", ha detto il viceministro ai trasporti, Edoardo Rixi, parlando della richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti del vicepremier Matteo Salvini per la questione Diciotti. "Su alcuni argomenti il governo deve essere libero di poter scegliere - ha spiegato Rixi a margine del convegno Ipma, a Milano - e non è che se a qualcuno non va bene la questione diventa giudiziaria. Credo che ci stia stato un comportamento corretto del governo e della guardia costiera".
Bonafede: su Diciotti azione concordata da interno governo
Quello che è stato fatto nel caso della nave Diciotti "è azione concordata da tutto il governo. L'attività è stata portata avanti da tutti e non solo da Salvini". Lo ha detto il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede  a proposito della decisione del tribunale dei ministri di Catania che, al contrario della richiesta motivata di archiviazione della Procura della Repubblica del capoluogo etneo, ha richiesto l'autorizzazione a procedere in giudizio nei confronti del ministro dell'Interno. Il Guardasigilli ha detto che la decisione sarà un atto del tutto "tipicamente parlamentare, la Giunta farà le sue valutazioni. Ho rispetto dell'autonomia e indipendenza della magistratura, come pure ho rispetto del Parlamento e delle scelte e valutazioni che verranno fatte".
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Brasile, crolla diga di scarti minerari: almeno 200 dispersi

Sono almeno 200 i dispersi in seguito al cedimento di una diga di scarti minerari avvenuto nel municipio brasiliano di Brumadinho, nello Stato di Minas Gerais. Immmagini aeree intanto hanno mostrato che un mare di fango ha sommerso le case della regione di Corrego do Feijao. Il governo del presidente della Repubblica, Jair Bolsonaro, ha già istituito un "gabinetto di crisi".
Bolsonaro ha annunciato che il suo governo ha messo in moto un'importante operazione di soccorso e che lui stesso visiterà sabato il luogo del disastro.
Fonte: qui

SAREBBERO 413 I DISPERSI DOPO IL CROLLO DELLA DIGA NELLA PERIFERIA DI BELO HORIZONTE, NELLO STATO BRASILIANO DEL MINAS GERAIS 

LA VALANGA DI FANGO CHE HA SOMMERSO GLI EDIFICI HA PROVOCATO 9 MORTI, MA LE SPERANZE DI TROVARE QUALCUNO ANCORA IN VITA SONO RIDOTTE AL LUMICINO: “PROBABILMENTE RECUPEREREMO SOLO CORPI” 



belo horizonte 9BELO HORIZONTE 
Una diga di scarti minerari della compagnia brasiliana Vale ha subito un cedimento il 25 gennaio a Brumadinho, nella periferia di Belo Horizonte, capitale dello stato brasiliano di Minas Gerais.

Ci sono per il momento 9 vittime accertate e almeno 350 dispersi , secondo quanto affermano i vigili del fuoco locali, come riportano i media, anche se - a detta del governatore dello Stato, Romeu Zema - ci sono poche possibilità di trovare persone ancora in vita sul luogo del crollo. «Probabilmente recupereremo solo corpi».

belo horizonte 6BELO HORIZONTE 
Immagini aeree hanno mostrato che un mare di fango ha sommerso le case della regione di Corrego do Feijao. Il sindaco di Brumadinho parla di sette corpi recuperati. Intanto, il governo del presidente della Repubblica, Jair Bolsonaro, ha istituito un “gabinetto di crisi”.

Lo stesso capo di Stato ha visitato il luogo del disastro. Secondo quanto reso noto dalla società Vale, proprietaria dell’impianto (dove lavorano 300 dipendenti), il crollo si è registrato nel primo pomeriggio del 25 gennaio a Mina de Corrego do Feijao. L'onda di fango e rifiuti ha investito vari edifici dell'azienda e la piccola località di Vila Ferteco.
belo horizonte 5BELO HORIZONTE 

L’incidente avviene a tre anni di distanza dalla tragedia di Mariana, città distante 120 km da Brumadinho, dove si verificò quello che è considerato il peggior disastro ambientale del Brasile: qui, a seguito del crollo di due dighe, rimasero uccise 19 persone.

Fonte: qui




Brasile, crollo diga: il colosso Vale perde 14 miliardi di dollari di capitalizzazione

Aggiornamento 28 Gennaio 2019
Tonfo delle azioni di Vale, multinazionale mineraria brasiliana, la seconda al mondo dopo la cinese Chalco, dopo il crollo di una diga a Brumadinho provocando, stando all’ultimo bilancio, 58 vittime accertate e circa 300 dispersi.
Le autorità carioche hanno disposto il sequestro di beni per 11 miliardi di reais, oltre due miliardi e mezzo di euro. Stamani all’apertura della borsa di San Paolo le azioni di Vale avevano già perso il 17,4% a 46.37 reais. 
A pesare anche il giudizio degli analisti come HSBC e Jefferies che hanno tagliato la loro raccomandazione mentre altri attendono di capire i danni potenziali del crollo della diga. “In parole povere, l’aspetto intangibile (a questo punto non quantificabile) di questo incidente è ciò che ci preoccupa di più e alla fine della giornata l’intera industria mineraria dovrà ripensare il modello attuale”, hanno detto gli analisti Leonardo Correa e Gerard Roure di BTG Pactual in una nota ai clienti. Gli analisti del Credit Suisse invece prevedono futuri cambiamenti normativi per le dighe di contenimento visto che quello di Brumadinho è il secondo disastro in tre anni.Il crollo delle azioni della Vale dopo la catastrofe cancella 14 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato.

Fonte: qui

Brasile: crollo diga, 180 vittime


Ancora disperse 130 persone


(ANSA) - ROMA, 27 FEB 2019 - Il bilancio delle vittime della tragedia provocata dalla rottura della diga di scarti minerari a Brumadinho, in Brasile, è salito a 180 morti, secondo quanto riferito dalla Protezione Civile brasiliana e riportato dal sito G1.
    Secondo il bilancio pubblicato dalle autorità, 130 persone risultano ancora disperse a causa del disastro. La diga, di proprietà della compagnia mineraria Vale, si è rotta un mese fa.
    La colata di fango ha lasciato circa 80 persone senza casa e ha contaminato il fiume Paraopeba, mentre i produttori agricoli hanno perso tutto il loro raccolto.
 

Scontro elicottero-ultraleggero in Val d'Aosta: la vittima italiana è il pilota Maurizio Scarpelli

È il pilota Maurizio Scarpelli la vittima italiana del tragico incidente costato la vita a 5 persone sul ghiacciaio del Rutor, nell'alta Valle d'Aosta.
Lettore video di: Corriere Tv (Informativa sulla privacy)
Come ogni giorno era alla cloche dell'elicottero dell'heliski quando è avvenuto lo scontro con l'ultraleggero francese. Ci sono anche due feriti gravi e due passeggeri che risultano ancora dispersi. Scarpelli, 53 anni, era originario di Reggello e residente a Firenze. 
Scontro elicottero-ultraleggero in Val d'Aosta: la vittima italiana è il pilota Maurizio Scarpelli
© Social (Facebook etc) Scontro elicottero-ultraleggero in Val d'Aosta: la vittima italiana è il pilota Maurizio Scarpelli 


L'elicottero era la sua vita. Scorrendo la sua pagina facebook sono moltissimi i post dedicati al suo lavoro che amava e faceva con estrema passione.«Al lavoro in un paesaggio da fiabe!!!», scriveva appena cinque giorni fa postando tre foto di panorami mozzafiato di Courmayeur e l'elicottero dell'eli-ski. 
«L'alba sul Monte Bianco», recita un altro post, datato 13 gennaio. Lo stesso giorno in cui Scarpelli pubblica anche un video che lo mostra alla guida dell'elicottero impegnato come ogni giorno a portare sci-alpinisti in quota.


Cordoglio per la sua scomparsa è stato espresso da Cristiano Bellucci, sindaco di Reggello dove Scarpelli era molto conosciuto. Il sindaco ha ricordato la sua grande passione per il volo, e il suo impegno anche nell'antincendio.
Fonte: qui

IL BILANCIO FINALE DELLO SCONTRO TRA UN ELICOTTERO E UN AEREO IN VAL D’AOSTA È DI SETTE MORTI E DUE FERITI GRAVI 
TRA LE VITTIME ANCHE IL PILOTA MAURIZIO SCARPELLI, COMPAGNO DI SCOOP DI MASSIMO SESTINI. IL RICORDO COMMOSSO DEL FOTOGRAFO: “ERA UNA PERSONA STRAORDINARIA, UN AMICO AMATISSIMO” 
ELICOTTERO CONTRO AEREO IN VALLE D'AOSTA: BILANCIO FINALE 7 MORTI

maurizio scarpelli incidente sul ghiacciaio rutor in val d'aosta 1MAURIZIO SCARPELLI INCIDENTE SUL GHIACCIAIO RUTOR IN VAL D'AOSTA 1
(ANSA) - E' stato trovato morto anche il secondo disperso dell'incidente aereo avvenuto ieri sotto il Rutor tra un ultraleggero da turismo e un elicottero impegnato nel servizio di eliski. Le operazioni di ricerca sono concluse. Il bilancio finale è di sette morti e due feriti gravi. E' previsto a breve il sopralluogo dei tecnici investigatori dell'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo.

AEREO CONTRO L' ELICOTTERO DEGLI SCIATORI CINQUE VITTIME SUL GHIACCIAIO IN VAL D' AOSTA
Enrico Marcoz per il “Corriere della Sera”

Si sono scontrati in volo sopra il ghiacciaio del Rutor, vicino al confine tra Italia e Francia, nell' alta Valle d' Aosta. Le traiettorie di un elicottero adibito al servizio di eliski e di un piccolo aereo da turismo si sono incrociate a poche decine di metri di altezza, facendo precipitare entrambi i velivoli.
incidente sul ghiacciaio rutor in val d'aosta 1INCIDENTE SUL GHIACCIAIO RUTOR IN VAL D'AOSTA

L' incidente pochi minuti prima delle 16, a 2.600 metri di quota, in una valletta stretta tra due costoni della montagna. Sul posto sono intervenuti soccorritori da Aosta e Torino. Secondo una prima ricostruzione l' aereo - un ultraleggero Jodel a quattro posti, decollato da Megève, in Alta Savoia - è piombato sull' elicottero che era partito pochi secondi prima con gli sciatori a bordo e gli ha staccato il rotore principale, facendolo precipitare.

Tra le vittime il pilota dell' elicottero, Maurizio Scarpelli, di 53 anni, e la guida alpina Frank Henssler, di 48 anni, originario di Friburgo e trapiantato a Gressoney-La-Trinité (Aosta). Con loro hanno perso la vita tre sciatori tedeschi (un quarto è disperso).

incidente sul ghiacciaio rutor in val d'aosta 3INCIDENTE SUL GHIACCIAIO RUTOR IN VAL D'AOSTA
Dei tre che erano sull' aereo, due sono feriti gravemente (un francese e uno svizzero ricoverati in Rianimazione all' ospedale di Aosta), l' altro è disperso. Le indagini sono condotte dalla Finanza di Entrèves. A Valgrisenche sono giunti anche il procuratore di Aosta, Paolo Fortuna, e il pm Carlo Introvigne: aperto un fascicolo a carico di ignoti per omicidio plurimo e disastro colposo.

incidente sul ghiacciaio rutor in val d'aosta 7INCIDENTE SUL GHIACCIAIO RUTOR IN VAL D'AOSTA






I resti dei due velivoli erano sparsi in un area di 300 metri quadrati. Gli uomini del Soccorso alpino valdostano e i vigili del fuoco hanno operato a lungo per estrarre i corpi dalle lamiere. Alcune delle vittime erano in mezzo al ghiacciaio dopo essere state sbalzate fuori a seguito dell' urto. I feriti sono stati elitrasportati a valle in codice rosso. «L' elicottero si è disintegrato, ne è rimasto solo un pezzo - dice un soccorritore - ma anche l' aereo è stato quasi completamente distrutto. Una scena agghiacciante, c' erano corpi sparsi ovunque». Le carcasse dei velivoli sono state poste sotto sequestro. Anche l' Enac aprirà un' inchiesta.

incidente sul ghiacciaio rutor in val d'aosta 6INCIDENTE SUL GHIACCIAIO RUTOR IN VAL D'AOSTA
Le ricerche dei dispersi, forse incastrati tra le lamiere e il ghiacciaio, riprenderanno oggi. L' elicottero - della ditta Gmh - era in giro dal mattino per portare in quota (come avviene tutti i giorni in questo periodo) gli appassionati di freeride , il fuoripista in alta quota. Gli itinerari nella zona del Rutor, sul versante di Valgrisenche e su quello di La Thuile, sono molto frequentati. L' aereo, invece, stava atterrando su una «pista di ghiaccio», una aviosuperficie in pendenza non segnalata che spesso viene utilizzata per esercitazioni al volo in montagna.

Della sua presenza,però, nessuno sapeva nulla: nè la torre di controllo di Aosta nè il radar di Milano. «Non è la prima volta che ultraleggeri francesi sconfinano senza dire nulla» dice Giovanni Pellizzeri, presidente dell' Avda (che gestisce l' aeroporto di Aosta).
incidente sul ghiacciaio rutor in val d'aosta 2INCIDENTE SUL GHIACCIAIO RUTOR IN VAL D'AOSTA

Gli fanno eco le guide alpine e i piloti di elicotteri, spesso costretti a lanciare l' allarme per il passaggio di aerei a breve distanza. «Se l' atterraggio fosse stato inserito nel piano di volo - aggiunge Pellizzeri - la tragedia si poteva evitare».

MAURIZIO, IL COMPAGNO DI TANTI SCOOP DI SESTINI «GENEROSO E PRUDENTE»
Marco Gasperetti per il “Corriere della Sera”

maurizio scarpelli incidente sul ghiacciaio rutor in val d'aostaMAURIZIO SCARPELLI INCIDENTE SUL GHIACCIAIO RUTOR IN VAL D'AOSTA
«Era un grande pilota, una persona straordinaria, un amico amatissimo», dice commosso il fotoreporter Massimo Sestini che con Maurizio Scarpelli aveva volato ovunque a caccia di notizie.
Scarpelli aveva 53 anni, una compagna, Francesca, e due figli, di 10 e 7 anni. Quando non era in missione, viveva con loro a Reggello (Firenze), nel Podere Pilano, dove il padre Renato aveva fondato una casa famiglia per bambini maltrattati.

massimo sestiniMASSIMO SESTINI
E proprio ieri Maurizio, prima di mettersi per l' ultima volta al comando del suo elicottero, aveva ricordato il compleanno di quel «babbo straordinario, pieno di amore verso gli altri», come raccontava a tutti, nato proprio il 25 gennaio di tanti anni fa. «Fin da piccolo Maurizio era innamorato del volo - racconta Angelo Cassone, avvocato e amico di famiglia -. Aveva frequentato l' Istituto aeronautico, si era perfezionato negli Stati Uniti. Poi era tornato a casa e aveva fondato una scuola di volo. Era un istruttore provetto, lo chiamavano continuamente, di lui si fidavano tutti. Era specializzato anche nelle operazioni di antincendio. Era il primo a partire e l' ultimo a tornare».
massimo sestiniMASSIMO SESTINI

Con Massimo Sestini aveva fatto molti scoop: il matrimonio Ramazzotti-Hunziker, le nozze di Giovannino Agnelli, di Tom Cruise, l' incendio del Duomo di Torino, il terremoto dell' Aquila, la strage di via D' Amelio in cui morì Borsellino . «Non si tirava mai indietro - ricorda Sestini - era genero, coraggioso e allo stesso tempo prudentissimo».

incidente sul ghiacciaio rutor in val d'aosta 4INCIDENTE SUL GHIACCIAIO RUTOR IN VAL D'AOSTA
Negli ultimi anni accompagnava gli sciatori in alta montagna, come nel suo ultimo volo. «Mi aveva inviato una foto con il suo elicottero - racconta ancora l' avvocato Cassone - "sono a 3.700 metri, un abbraccione" sono state le sue ultime parole. Era felice, nonostante tutto».
Maurizio stava affrontando un processo per la casa famiglia aperta dal padre. «Era innocente, vittima di calunnie», afferma l' avvocato Cassone.

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