9 dicembre forconi: 10/04/17

mercoledì 4 ottobre 2017

STUPRO DI FIRENZE: I VERBALI CON IL RACCONTO DELLE AMERICANE E DEI CARABINIERI

‘VENITE A PRENDERCI PER FAVORE, VIOLENTATI DALLA POLIZIA, POLIZIA MACCHINA LA CASA’. INIZIA CON QUESTE PAROLE IN ITALIANO STENTATO LA CHIAMATA AL 113, 16 MINUTI DOPO I FATTI

C’È LA TESTIMONIANZA DI UN ALTRO MILITARE: ‘IL MIO COLLEGA NEL LOCALE CERCAVA DI ABBASSARE I PANTALONI A UNA DELLE RAGAZZE’. PORTATE A CASA, UNO SI CHIUDE IN ASCENSORE CON “C.” E LA SPOGLIA, L’ALTRO SPINGE “T.” PER LE SCALE E LA VIOLENTA

PER IL PIU' ANZIANO DEI DUE MILITARI LE ACCUSE SONO PIÙ PESANTI. E SULLE ACCUSE DI UNA MONTATURA, IL GIP È DURISSIMO: ‘GLI INDIZI A CARICO DEI CARABINIERI SONO GRAVISSIMI’

Stefano Brogioni per www.lanazione.it

stuproSTUPRO
«Venite a prenderci per favore, violentati dalla polizia, polizia macchina la casa». Inizia con queste parole, confuse, in un italiano stentato, pronunciate all’operatore del 113, il caso della violenza sessuale ai danni delle due studentesse americane da parte di due carabinieri in servizio. Sono le 3.48 del mattino dello scorso 7 settembre quando da borgo Santi Apostoli numero 16, parte questa telefonata. Le volanti della polizia giungono alle 4.06. Salgono al terzo piano del palazzo e trovano quattro ragazze: T., 20 anni, piange a dirotto. C., 19, è in stato di shock. Con loro altre due compagne, con cui dividono l’appartamento.

APPUNTATO SCELTO MARCO CAMUFFO CARABINIEREAPPUNTATO SCELTO MARCO CAMUFFO CARABINIERE
Al momento dell’arrivo delle volanti, in casa è arrivata anche un’interprete, messa a disposizione dall’università americana frequentata dalle ragazze. E’ lei che agli agenti, descrive ciò che le hanno a sua volta raccontato: le due giovani studentesse sono state abusate da due poliziotti conosciuti nel locale Flò, dove hanno passato la serata. Le ragazze parlano di «poliziotti», le indagini chiariranno subito l’equivoco. Innanzitutto alla discoteca di piazzale Michelangelo c’è stato un intervento dell’Arma per un focolaio di rissa. E soprattutto una telecamera posta all’ingresso della via fuga ogni dubbio: si vede la Fiat Bravo del 112 infilare in borgo Santi Apostoli alle 3.14 ed uscire alle 3.32.

Le ragazze in procura
La prima ad essere sentita è T. Il verbale si apre alle 18. La ragazza racconta di aver bevuto due bicchieri di vodka, mentre l’amica C. aveva «bevuto molto» (l’alcoltest a cui saranno sottoposte entrambe prima delle 7 del mattino, riscontra un tasso da sequestro di patente: 1,68 grammi per litro per T., 1,59 per C.). La ragazza riferisce di aver chiesto ad alcuni presenti un aiuto per chiamare un taxi per tornare a casa. Uno dei «numerosi poliziotti presenti» si offre di chiamare un taxi.
STUPRO FIRENZESTUPRO FIRENZE

Tuttavia, quando escono, la stessa persona dice che, con un collega, le avrebbe riportate a casa. La gazzella lascia il parcheggio del Flò alle 2.49. T. racconta che una volta scese, i due carabinieri («uno piuttosto giovane e con fisico atletico, l’altro sui 45-50 anni ed un po’ calvo») entrano anche loro nel palazzo. C. era entrata in ascensore con il conducente (si tratta del carabiniere scelto Pietro Costa, 32 anni), mentre T. sale a piedi. T. aveva notato che nell’ascensore, l’amica si stava baciando.

A quel punto, il più anziano dei due (l’appuntato scelto Marco Camuffo, nato nel 1970) l’avrebbe spinta verso la finestra sul pianerottolo e le avrebbe abbassato i pantaloni. Terminato il rapporto, T. racconta di aver afferrato l’amica, nel frattempo uscita dall’ascensore, di essere entrata in casa e chiuso la porta.  C. descrive ciò che è accaduto in ascensore. Ha riferito anche di aver perso del sangue, circostanza che le era già accaduta in occasioni di rapporti intimi. C. non ha riconosciuto in foto il carabiniere che era con lei in ascensore, mentre ha riconosciuto l’altro.
RACCONTO RAGAZZE 5 - STUPRO FIRENZERACCONTO RAGAZZE 5 - STUPRO FIRENZE


La versione dei carabinieri
A distanza di due giorni, arriva anche la versione del militare Marco Camuffo. Dice di essere andato al Flò per un intervento e di esser poi stato invitato dal titolare del locale a bere un caffè al bancone. Riferisce che si era avvicinate due ragazze che avevano chiesto aiuto per trovare un taxi per tornare a casa, ma dopo alcuni tentativi falliti di contattare il centralino, si erano offerti di portarle loro con l’auto di servizio. Il racconto di ciò che è avvenuto nel palazzo discosta in alcuni punti: Camuffo dice che la ragazza «si era abbassata i pantaloni».

Al termine dell’atto, la ragazza gli ha chiesto il suo recapito telefonico, annotato da questa su whatsapp. L’appuntato ha detto anche le due ragazze «non sembravano ubriache». Il dodici settembre, tocca a Costa presentarsi dal pm Ornella Galeotti. Anche lui sostiene di non aver percepito che le due ragazze fossero ubriache («non ho sentito puzza di alcol», dice, ma un altro carabiniere sentito tra quelli intervenuti al Flò riferisce di almeno una ragazza «un po’ brilla» che aveva chiesto un taxi) ma dice anche di aver visto il collega «cercare di abbassare i pantaloni dell’altra ragazza».
RACCONTO RAGAZZE 3 - STUPRO FIRENZERACCONTO RAGAZZE 3 - STUPRO FIRENZE

Riguardo al «suo» rapporto, riporta che C. lo aveva invitato ad entrare in casa ma l’altra ragazza aveva detto che non era possibile. A quel punto erano entrati nell’ascensore, si erano baciati, si erano trovati nudi ed avevano consumato un rapporto sessuale. Al termine «le due ragazze erano entrate in casa tranquillamente».


2. PER UNO DEI DUE CARABINIERI LE ACCUSE PIÙ PESANTI
Estratto dall’articolo di Franca Selvatici per ‘la Repubblica - Firenze

(…)

Alcune ore più tardi in procura la ragazza più giovane non ricordava quasi nulla, se non che con Costa c'erano stati dei baci e forse un rapporto completo. La sua amica, invece, ricordava che il carabiniere più anziano l'aveva spinta contro un davanzale, l'aveva violentata poi l'aveva afferrata per le spalle e fatta inginocchiare per farle praticare un altro atto sessuale.
RACCONTO RAGAZZE LA CHIAMATA - STUPRO FIRENZERACCONTO RAGAZZE LA CHIAMATA - STUPRO FIRENZE

Un racconto che Camuffo non ha smentito, sostenendo però che la ragazza era consenziente. Non gli credono i pm, che infatti gli contestano non solo di aver profittato delle condizioni psico-fisiche della studentessa ma anche di aver agito con violenza, costringendola a subire atti sessuali. Mentre al collega più giovane viene contestato "soltanto" di aver abusato delle condizioni di semincoscienza in cui si trovava l'altra studentessa.

(…)

A proposito della loro condizione di ubriachezza, in ospedale alle 6,40, quasi 4 ore dopo i fatti, una delle ragazze aveva un tasso alcolemico di 1,68 grammi di alcol per litro di sangue; alle 6,51 l'altra aveva un tasso di 1,59. La professoressa Elisabetta Bertol ha calcolato che 4 ore prima una doveva avere un tasso alcolemico pari a 1,9 e l'altra oltre 2. Erano ambedue in «conclamato stato di ubriachezza», con «perdita della facoltà di giudizio e di coordinamento motorio».
DISCOTECA FLO - FIRENZEDISCOTECA FLO - FIRENZE

Quanto alla presunta montatura, secondo cui le due studentesse sarebbero state consenzienti e poi avrebbero denunciato i carabinieri, il gip Mario Profeta ricorda che la gazzella di Camuffo e Costa risulta essere arrivata nella via in cui abitavano le ragazze alle 3,14 ed essersi allontanata alle 3,32, appena 16 minuti prima della drammatica chiamata al 113.

Non ci sarebbe stato il tempo per una macchinazione, scrive il gip, che ha respinto la richiesta di interdizione dei due militari perché ritiene che la sospensione dal servizio disposta dall'Arma sia misura efficace per impedire che commettano altri reati, ma afferma che «i profili di gravità indiziaria risultano elevatissimi».

discoteca firenzeDISCOTECA FIRENZE
E scrive: «L'ipotesi che i rapporti sessuali siano stati consumati contro la volontà o comunque senza consapevole, valido e percepibile consenso delle due ragazze appare estremamente verosimile… Sono quindi ravvisabili gravissimi indizi a carico dei due carabinieri che, in contrasto con le regole note anche alla più inesperta recluta, hanno utilizzato l'auto di servizio per accompagnare due civili e subito dopo averle fatte entrare nel portone di casa hanno avuto un approccio sessuale culminato nei termini già esposti».

Fonte: qui

LA SEDE DELLA GUARDIA CIVIL A BARCELLONA ASSEDIATA DA MIGLIAIA DI PERSONE: “FUORI LE FORZE DI OCCUPAZIONE”

CACCIATI DAGLI ALBERGHI CHE LI OSPITANO IN PROVINCIA 
IL CAPO DEI MOSSOS D’ESQUADRA, LA POLIZIA CATALANA, E' INDAGATO PER SEDIZIONE: HA DISUBBIDITO AGLI ORDINI DI MADRID E RISCHIA 8 ANNI DI CARCERE
CATALOGNA: IL CAPO DEI MOSSOS INDAGATO PER SEDIZIONE
(ANSA) - Josep Lluis Trapero, il capo dei Mossos d'Esquadra, la polizia catalana, è stato convocato in tribunale con l'accusa di sedizione per non essere intervenuto per controllare nei giorni scorsi una manifestazione di fronte al Dipartimento dell'economia a Barcellona. Secondo la Vanguardia online, Trapero rischia tra i quattro e gli otto anni di carcere.


F.Oli. per la Stampa

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Cacciati dagli alberghi, assediati in prefettura e insultati per strada. Per la polizia spagnola la Catalogna è una terra ostile. Il motto si ripete in ogni manifestazione: «Fuori le forze d' occupazione». E dallo slogan si sta passando ai fatti. Gli occupanti, secondo lo schema ormai dominante, sono gli agenti della polizia nazionale e della Guardia Civil, protagonisti delle cariche violente contro gli elettori del referendum indipendentista. Gli assediati ora tentano di assediare, circondando sedi, alberghi e alloggi provvisori dei reparti dispiegati in Catalogna per impedire, con le cattive, un referendum vietato dalla legge.

dissonanze guardia civil mossos desqadraDISSONANZE GUARDIA CIVIL MOSSOS DESQADRA
Discorso opposto va fatto per i Mossos: la polizia catalana è sempre più amata dai tanti ribelli della Catalogna, «grazie» si sussurra spesso all' orecchio degli agenti in strada. La gratitudine nasce dal mancato intervento contro il referendum che era stato chiesto dai magistrati, ma che non è scattato. Le diffidenze reciproche con gli altri corpi, già evidenti nei giorni degli attentati di agosto, sono diventate ormai manifeste. Domenica ai seggi le liti sono state molte, non ci si scambia più informazioni e le procure non vogliono più affidare le indagini ai Mossos.

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Nella sede della polizia nazionale sulla via Laietana da lunedì mattina si protesta senza sosta, notte compresa. Dove due giorni fa c' erano poche persone a protestare, ieri erano radunate decine di migliaia di indipendentisti. Il muro umano che si è creato ha impedito ai mezzi con la bandiera spagnola ben esposta sul cruscotto di uscire dal vicoletto dove sono parcheggiate. I cori vanno avanti senza pause: «Fascisti», «assassini», «andate in Spagna», pure con qualche variante: «Questo palazzo diventerà una biblioteca».

Ma ai poliziotti va persino peggio nel resto della Catalogna. In vari posti sono stati letteralmente cacciati dagli alberghi da cittadini furiosi per la «repressione contro il popolo indifeso», spesso con la complicità dei sindaci. Gli elenchi degli alloggi dove erano ospitate «le forze d' occupazione» giravano sui social.

dissonanze guardia civil mossos desquadraDISSONANZE GUARDIA CIVIL MOSSOS DESQUADRA
Gli abitanti di Calella (nella zona del Maresme) ne hanno mandati via 500, rimasti senza una stanza quando tornavano dalle operazioni di domenica. Stessa sorte toccata agli agenti che dormivano nel Comune di Pineda del Mar, dove i proprietari degli hotel hanno raccontato di forti pressioni per mandare via gli ospiti indesiderati. Loro, gli agenti, ormai non nascondono più il disagio per l' ambiente che li circonda, e si sentono abbandonati anche dalle autorità spagnole. A Pineda, ai cori di scherno hanno risposto con un altro coro: «Lasciateci lavorare».
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Il premier Mariano Rajoy li invita a non cedere: «Non lasciate gli alberghi». Sostegno anche dal socialista Pedro Sanchez. La neutralità delle forze dell' ordine sta venendo meno: il leader della destra catalana, Xavier Garcia Albiol, ha fatto visita alle truppe, accolto da applausi. Poi tutti insieme si sono messi a gridare: «Viva il re, viva la Spagna, viva la Catalogna».

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Alberghi a parte, gli altri poliziotti dormono ormai da due settimane nelle navi da crociera ancorate al porto di Barcellona e Tarragona. Una certa indignazione tra i catalani ha creato la foto di gruppo, con bandiera spagnola, fatta al rientro dalle operazioni del primo ottobre. Con oltre 800 feriti, forse non c' era molto da celebrare, è il pensiero condiviso.

Ma, anche al porto, l' ambiente non è cordiale: gli scaricatori si rifiutano ormai da giorni di portare viveri e assistenza di ogni genere a quelli che definiscono «gli occupanti». Un gruppo dei lavoratori ieri camminava sulla Rambla, per raggiungere la manifestazione: «Le navi? Ancora non abbiamo trovato il modo di affondarle». Il tono è scherzoso, ma tutto il resto no.

Fonte: qui

CATALOGNA: IL PROSSIMO PASSO DOVREBBE ESSERE LA PROCLAMAZIONE DELL'INDIPENDENZA.

LA PROCLAMAZIONE DELL'INDIPENDENZA È UNA MOSSA CHE SAREBBE UNA DICHIARAZIONE DI GUERRA A MADRID. 

LA LINEA DECISA DALL'ESECUTIVO CATALANO È QUELLA DEL DIALOGO 

CENTINAIA DI MIGLIAIA DI PERSONE SONO SCESE IN PIAZZA A BARCELLONA E DINTORNI PER PROTESTARE CONTRO LE VIOLENZE DELLA POLIZIA 
Ansa.it

Pompieri in protesta durante lo sciopero generale in CatalognaPOMPIERI IN PROTESTA DURANTE LO SCIOPERO GENERALE IN CATALOGNA
Centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza in tutta la Catalogna per protestare contro le violenze della polizia spagnola domenica contro i seggi del referendum, riferisce la tv pubblica Tv3. Le manifestazioni più importanti si sono svolte a Barcellona. Ma ci sono state concentrazioni in decine di città e comuni catalani. Manifestazioni hanno bloccato il traffico su 24 arterie del paese, fra cui le autostrade Ap7 e C32. Lo sciopero generale ha l'appoggio fra gli altri del governo catalano e dei comunI di Barcellona e Girona.

Intanto il presidente Carles Puigdemont ha convocato una riunione straordinaria del governo per decidere la strategia del 'dopo'. 

In teoria in base alla legge del referendum approvata in agosto dal Parlamento il prossimo passo dovrebbe essere la proclamazione dell'indipendenza. 

Una mossa che sarebbe una dichiarazione di guerra a Madrid

Con una risposta ancora più dura, fino alla sospensione dell'autonomia e del governo catalani, o anche l'arresto di Puigdemont.
Sciopero Generale in CatalognaSCIOPERO GENERALE IN CATALOGNA

Con poche speranze inoltre di ottenere riconoscimenti internazionali. La linea decisa dall'esecutivo catalano è stata quella del dialogo

Puigdemont ha detto che è "il momento di una mediazione internazionale" con Madrid e ha chiesto all'Ue di "smettere di guardare dall'altra parte" e di favorirla. L'obiettivo dell'indipendenza rimane, ha confermato in sostanza, ma si può trattare. 
"Oggi non dichiaro l'indipendenza, chiedo una mediazione": "si deve creare un clima di distensione che la favorisca".

Il 'President' ha detto che ci sono già candidati, ha parlato di 'governi regionali'. "Se mi chiamano, anche oggi, sono pronto a una riunione dove vogliono", ha detto il premier basco Inigo Urkullu che ha già tentato negli ultimi giorni di spingere il premier spagnolo Mariano Rajoy e Puigdemont all'avvio di un dialogo.
Sciopero Generale in CatalognaSCIOPERO GENERALE IN CATALOGNA

Puigdemont ha fatto capire che il passaggio in Parlamento nel quale potrebbe essere dichiarata l'indipendenza non è una questione di ore. Non dovrebbe essere prima di una settimana. Una possibile pausa nella spirale della tensione delle ultime settimane, dopo mesi di muro contro muro.

Puigdemont ha ribadito di non volere una frattura traumatica con la Spagna ma piuttosto una separazione concordata. Se si andrà comunque alla dichiarazione di indipendenza, non è escluso che possa essere condizionata, per esempio alla vittoria del fronte del 'si' a elezioni anticipate, o con una entrata in vigore ritardata, a sei o nove mesi.

Sciopero Generale in CatalognaSCIOPERO GENERALE IN CATALOGNA
Il tempo, se si può, di negoziare. Anche per Rajoy è stata una giornata di preparazione delle prossime mosse. "Useremo la forza della legge" ha avvertito il ministro della giustizia Rafael Català. 

Il premier ha visto i leader dei due grandi partiti 'unionisti' che lo hanno appoggiato sulla linea dura, il socialista Pedro Sanchez e Albert Rivera di Ciudadanos.

Ottenendo due indicazioni contrastanti: Sanchez ha chiesto un "dialogo immediato", Rivera un pugno di ferro con Puigdemont per impedire la dichiarazione di indipendenza, con anche l'applicazione dell'art.155 che consente di sospendere l'autonomia catalana e di destituire Puigdemont.

Sciopero Generale in CatalognaSCIOPERO GENERALE IN CATALOGNA
Anche la stampa di Madrid preme. El Mundo esorta a "non perdere un minuto contro l'indipendentismo", El Pais parla di "ribellione" e accusa Puigdemont di "arroganza xenofoba". Parole che confermano la frattura fra società catalana e spagnola. In tutta la Catalogna oggi migliaia di persone sono scese in piazza a mezzogiorno davanti ai municipi per denunciare le violenze della polizia spagnola, che hanno fatto 884 feriti.

La sindaca di Barcellona Ada Colau ha denunciato anche aggressioni sessuali da parte degli agenti spagnoli. Puigdemont ha annunciato la formazione di una commissione d'inchiesta, chiesta anche dall'Onu, e denunce penali contro polizia e governo spagnoli. "Andremo, ha promesso, fino in fondo".

3 Ottobre 2017

REFERENDUM CATALOGNA DONNA ANZIANA PORTATA VIAREFERENDUM CATALOGNA DONNA ANZIANA PORTATA VIAREFERENDUM CATALOGNA SCONTRIREFERENDUM CATALOGNA SCONTRI






Fonte: qui

RE FELIPE ROMPE IL SILENZIO E ATTACCA LE AUTORITA’ CATALANE: "DA LORO UNA SLEALTÀ INACCETTABILE. RICHIESTA DI INDIPENDENZA ILLEGITTIMA" 
DURISSIMA LA REAZIONE DELLA SINDACA DI BARCELLONA ADA COLAU:” DISCORSO IRRESPONSABILE E INDEGNO PER UN CAPO DI STATO” 
MIGLIAIA IN STRADA PER LO SCIOPERO GENERALE
Francesco Olivo per la Stampa

re felipeRE FELIPE
C' è ancora tanta gente nelle piazze della Catalogna quando, alle nove di sera, compare in tv il re di Spagna. Dopo un silenzio durato a lungo e che ha fatto discutere, Filippo VI manda il suo messaggio al regno, a quella parte che lo riconosce, ma soprattutto a quel territorio che crede di diventare presto una repubblica.

I toni del monarca sono durissimi e incendiano un fuoco già assai vivo: «Il governo catalano ha violato la costituzione e lo statuto d' autonomia, chiedendo illegalmente l' indipendenza». Il messaggio è chiaro sin dal timbro della voce: non c' è spazio per una trattativa con il processo secessionista in moto.

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Chi si aspettava un messaggio se non di apertura, per lo meno con una proposta di dialogo resta deluso. Il monarca, garante dell' unità del Paese, si scaglia ferocemente contro quelli che la mettono in discussione: «Si tratta di una slealtà inammissibile - prosegue con un piglio inedito - la Generalitat rompe la convivenza della società e sta vulnerando i principi democratici. Ma la Catalogna continuerà a far parte della Spagna». 

Parole che sconcertano l' ala più dialogante di Madrid (il Partito socialista) e che a Barcellona si leggono come un via libera per le misure più dure: sospensione dell' autonomia e pure qualcosa di peggio (tintinnare di manette risuona nel palazzo della Generalitat). La sindaca di Barcellona Ada Colau attacca il re: «Discorso irresponsabile e indegno per un Capo di Stato».
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Un messaggio ai catalani da parte del re c' è stato, ma soltanto a quelli che «si sentono inquieti per la condotta irresponsabile» del governo di Barcellona, e quindi ai non indipendentisti: «A loro voglio dire: non siete soli». Un appello al dialogo arriva soltanto alla fine del discorso, ma non è diretto a quei milioni di catalani che la Spagna potrebbe aver già perso «almeno da un punto di vista sentimentale», come dice l' ex presidente catalano Artur Mas.

La massa indipendentista non può certo farsi convincere da parole tanto dure. La piazza quasi si accende appena finisce il discorso: «È la prova che siamo già un altro Stato».

Per Rajoy è un assist importante in una giornata che aveva segnato, al contrario, la fine della santa alleanza dei partiti contro il secessionismo. I socialisti sono arrivati, dopo molte timidezze, a condannare la gestione dell' ordine pubblico del giorno del referendum. Lo hanno fatto proponendo una mozione di sfiducia contro la vice di Rajoy, quella Soraya Saenz de Santamaria considerata la mente delle operazioni contro la consultazione illegale.

Vista la situazione, il Partito popolare, che governa senza maggioranza assoluta, aveva messo le mani avanti: se non ci sono tutti i partiti non possiamo sospendere l' autonomia catalana. Ora però c' è un alleato importante per reagire alla proclamazione dell' indipendenza prevista, per i prossimi giorni (forse domenica).

ada colauADA COLAU
Ieri è stata un' altra giornata senza respiro per Barcellona.
Gli indipendentisti hanno un proposito esplicito: mobilitazione permanente per sfruttare l' onda e farsi notare dal mondo.

A questo scopo rispondeva l' appuntamento di ieri, il primo dopo la domenica brutale. Più che uno sciopero, è stata la serrata di quello che vuole essere chiamato come un «Paese». Una protesta generalizzata, con la collaborazione attiva del governo catalano, contro la repressione agli elettori del referendum (anche se sul bilancio ci sono dei dubbi: «La cifra è stata gonfiata» dice «El País» con un' inchiesta). «Fermiamo tutto» si era detto e l' ordine è stato rispettato. Trattori per le vie, blocchi alle autostrade, chiuse le scuole, fermi i mezzi pubblici.

Era difficile ieri anche trovare un bar aperto. Chi non aveva abbassato le serrande veniva a volte criticato, altre costretto a farlo. Le grandi catene che non hanno rispettato lo sciopero sono state sfidate: nel Corte Inglés, i grandi magazzini che più spagnoli non si può, entravano e uscivano senza sosta finti clienti con le «esteladas», le bandiere indipendentiste.

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Per strada tantissima gente, manifestazioni spontanee spuntavano da ogni lato. Poi a mezzogiorno tutti davanti alla sede storica dell' università sulla Gran Via, almeno centomila persone. Scene che si ripetono in tutti i centri della Catalogna. Si va avanti così fino a notte fonda. Un' altra giornata trascorsa senza sapere cosa succederà domani.

Fonte: qui

SI VOTA A BARCELLONA E LA LEGA HA PAURA: LUMBARD SCAVALCATI DA M5S A FAVORE DEI CATALANI

ZAIA NON VEDE L’ORA DI FARE IL REFERENDUM PER L’AUTONOMIA LOMBARDO-VENETO. 

IMBARAZZO E CERCHIOBOTTISMO DI PD E DI FARSA ITALIA

Andrea Carugati per La Stampa

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La reazione più dura, in Italia, arriva a sorpresa dal M5S, che si schiera nettamente contro il governo spagnolo: «La corruzione, in Spagna e in Italia, si può anche tollerare, ma un popolo che decide come, quando e perché votare, no. E le chiamano democrazie!», s' indigna su Facebook Alessandro Di Battista che si scaglia contro i metodi della polizia spagnola. Manlio Di Stefano, responsabile Esteri del Movimento, è altrettanto netto: «Uno Stato che usa violenza sul suo stesso popolo inerme la usa sulla democrazia stessa». E cita Mark Twain: «Se votare facesse qualche differenza non ce lo lascerebbero fare».

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La Lega Nord, che dell' indipendenza, e a tratti della secessione da Roma ha fatto una bandiera per oltre vent' anni, segue a ruota. Ma con l' evidente intenzione di rassicurare i cittadini lombardi e veneti che il 22 ottobre sono chiamati alle urne per il referendum sull' autonomia. «La nostra è una scelta totalmente diversa da quella della Catalogna», spiega Matteo Salvini. «Noi abbiamo scelto la via pacifica, nel rispetto delle regole, per avere competenze e gestirle meglio. Il 22 ottobre non ci sarà la polizia».
ALESSANDRO DI BATTISTAALESSANDRO DI BATTISTA

Il leader leghista parla di un «referendum convocato senza rispettare le regole», ma condanna la mano dura della polizia spagnola: «Un governo che manganella gli anziani nel 2017 è una follia e una vergogna». Anche Luca Zaia, governatore del Veneto, tiene a precisare che il referendum sarà «nella legalità e nel rispetto della Costituzione». Ma si dice «assolutamente pronto ad andare in galera» per difendere il diritto dei veneti di votare. Nella vecchia guardia della Lega ci sono però toni assai più duri. Roberto Calderoli chiede a Gentiloni di interrompere ogni rapporto diplomatico con la Spagna e paragona il governo di Madrid ai regimi di Erdogan e Assad. Oggi una delegazione leghista sarà in presidio davanti al consolato spagnolo.
ZAIA MARONIZAIA MARONI

Anche Forza Italia teme un effetto boomerang sul referendum lombardo-veneto: «Nulla in comune con la Catalogna, da noi nessuno vuole mettere in dubbio l' unità nazionale», spiega Alessandro Cattaneo. Mariastella Gelmini definisce le violenze «inaccettabili», ma attacca la scelta catalana come «palesemente incostituzionale». A destra Giorgia Meloni si schiera nettamente con Madrid: «La patria è l' ultimo argine alla deriva mondialista, non mi appassiono alle spinte indipendentiste e che vorrebbero dividere o indebolire gli Stati nazionali in Europa».

Il Pd sposa la linea prudente del governo. Piero Fassino, responsabile Esteri, chiede di «interrompere subito la spirale di atti di forza e di decisioni unilaterali». «Si apra davvero un dialogo. Si deve cercare una soluzione condivisa alle aspirazioni del popolo catalano di veder riconosciuta la propria identità». Da sinistra Enrico Rossi di Mdp attacca il governo spagnolo: «La brutalità delle forze dell' ordine sta legittimando ancora di più il referendum. Rajoy, come uno stolto, ha voluto mostrarsi cocciuto e inflessibile, e ora si compie una tragedia».

Fonte: qui

SPESE PAZZE E DEMOCRATICHE: A GIUDIZIO 16 EX CONSIGILIERI DEL PD IN REGIONE LAZIO.

Esterino Montino
E PURE LA LOMBARDI, CANDIDATA M5S IN PECTORE ALLA REGIONE, COMMENTA: ‘DOPO MAFIA CAPITALE, AFFARI E SOLDI PUBBLICI SPERPERATI’

INCHIESTA SPESE:A GIUDIZIO 16 EX CONSIGLIERI PD LAZIO
 (ANSA) - Tutti a giudizio i 16 ex consiglieri regionali Pd del Lazio, tra cui l'ex capogruppo e attuale sindaco di Fiumicino Esterino Montino, coinvolti nell'inchiesta sulla gestione dei fondi destinati ai gruppo consiliari. Lo ha deciso il gup Alessandra Boffi accogliendo le richieste dei pm Alberto Pioletti e Laura Condemi. I reati contestati, a seconda delle posizioni, sono peculato, abuso d'ufficio, corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio e truffa.

Il processo comincerà il 22 gennaio davanti ai giudici dell'ottava sezione del tribunale. Il procedimento era stato avviato dalla procura di Rieti ed era arrivato a piazzale Clodio per competenza territoriale. Tra gli imputati Giancarlo Lucherini, Bruno Astorre, Claudio Moscardelli, Francesco Scalia e Daniela Valentini, il deputato Marco Di Stefano ed Enzo Foschi. Le accuse fanno riferimento al periodo 2010-2013 e si riferiscono all'utilizzo dei fondi regionali anche per l'acquisto di servizi in realtà mai effettuati dalle società coinvolte, o comunque non riscontrati.
Roberta LombardiROBERTA LOMBARDI

INCHIESTA SPESE:LOMBARDI, DOPO MAFIA ROMA, AFFARI IN REGIONE
 (ANSA) - "Eccolo qui il Pd: dopo Roma e Mafia Capitale, gli affari del Pd arrivano anche in Regione Lazio". Così la deputata M5S, e candidata alle regionarie per la presidenza della Regione Lazio, commenta il rinvio a giudizio di 16 ex consiglieri regionali del Pd nell'ambito dell'inchiesta sulla gestione dei fondi destinati ai gruppi consiliari. "E' la solita storia - sottolinea -: fondi pubblici, soldi nostri, spesi e sperperati dai partiti in modo illecito. I reati contestati sono peculato, abuso d'ufficio, corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio e truffa. Noi abbiamo la possibilità di mandarli a casa una volta per tutte. Non perdiamo quest'occasione! La Regione Lazio è, tra le altre cose, acqua, casa e sanità. Molto della nostra vita ogni giorno dipende dalla Regione, non possiamo lasciarla in mano a queste persone".

Fonte: qui

DUBAI ALLA CONQUISTA DELLO SPAZIO

GLI EMIRATI ARABI STANNO COSTRUENDO UNA CITTA’ MARZIANA NEL DESERTO DOVE SCIENZIATI E VOLONTARI PROGETTERANNO UNA SPEDIZIONE SUL PIANETA ROSSO ENTRO TRE ANNI 
COSTO DELLA 'MARS SCIENCE CITY'? 
130 MILIONI DI EURO 
Simone Cosimi per Repubblica.it

MARS SCIENCE CITYMARS SCIENCE CITY
La vita su Marte? Presto potremo averne un assaggio con qualche comoda ora di volo. Gli Emirati Arabi Uniti stanno costruendo un insediamento marziano in mezzo al deserto. Costo stimato: oltre 130 milioni di euro. Si tratta del progetto Mars Science City, appena svelato e costituito da numerose cupole sotto cui si muoveranno squadre di ricercatori e di volontari almeno per un anno. La città marziana nascerà su un’area da quasi due milioni di metri quadrati. 

Obiettivo: comprendere le esigenze alimentari, idriche ed energetiche di un’eventuale e reale spedizione sul pianeta rosso di un contingente umano.

MARS SCIENCE CITY 2MARS SCIENCE CITY 2
Parte dell’insediamento sarà realizzato con soluzioni avanzate di stampa tridimensionale così come, fra radiazioni e riscaldamento, non mancheranno sistemi che simuleranno il complicato ambiente che eventuali astronauti del futuro potrebbero trovare su Marte, dove i vertici emiratini – che nel giro di tre anni vorrebbero lanciare la loro sonda – sognano di inaugurare in un secolo una città da 600mila persone. Oltre al lato prettamente scientifico nell’area nascerà anche un museo dedicato allo spazio e ai più grandi traguardi raggiunti dall’umanità e dalle varie agenzie spaziali.

MARS SCIENCE CITY 3MARS SCIENCE CITY 3
Aree pensate anche per i bambini. "Gli Emirati Arabi Uniti sono un grande paese con una visione e una conoscenza delle sfide che affrontiamo e dei rapidi cambiamenti che il nostro mondo sta vivendo – ha detto lo sceicco Mohammed bin Rashid, primo ministro e vicepresidente, illustrando un nuovo tassello del piano Marte 2117 - crediamo nel potenziale dell'esplorazione spaziale e nel collaborare con partner e leader globali per sfruttare i risultati di questa ricerca, che cerca di soddisfare le esigenze delle persone e di migliorare la qualità della vita sulla Terra". Difficile capire i tempi concreti di realizzazione. A questo punto, però, pare che la Nasa e soprattutto la SpaceX di Elon Musk abbiano dei nuovi concorrenti nella corsa al pianeta rosso.

Fonte: qui

L'ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ: "ROMA E' L'UNICA TRA LE 28 CAPITALI DELL'UE CHE HA PEGGIORATO TUTTI GLI INDICATORI DI SALUTE. "

“CHI SI AMMALA DI TUMORE HA UN'ASPETTATIVA DI VITA MINORE RISPETTO AL NORD". 

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Roma "è l'unica tra le 28 Capitali dell'Ue che ha peggiorato i suoi indicatori di salute negli ultimi anni. Tutti gli indicatori, da quello più solido che è l'aspettativa di vita e la mortalità infantile a quello per patologie tumorali, fanno riscontrare un peggioramento della situazione dei cittadini romani rispetto al resto di Italia".

Così Walter Ricciardi, presidente dell'Istituto superiore di sanità (Iss), nel corso del convegno Crescita Vs Crisi organizzato dal ministro Beatrice Lorenzin. "Se hai una patologia neoplastica e vivi in una regione del nord hai un trattamento e quindi un'aspettativa di vita maggiore rispetto a quella romana" ha aggiunto Ricciardi, "I cittadini che rinunciano per motivi economici alle cure al nord sono molti di meno e al sud sono molti di più. E il sud Italia comincia a Roma". Ricciardi ha parlato anche della "prevalenza del diabete che si attesta tra il 6 e il 7% della popolazione romana mentre normalmente la media italiana è il 5%". "I romani si lamentano anche dell'accessibilità ai servizi, delle liste d'attesa.

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Normalmente la gente quando utilizza i servizi italiani è soddisfatta, nel caso di Roma questa soddisfazione si colloca ai livelli più bassi del Paese", ha concluso. Lorenzin: città in declino Roma è una città "che ha sofferto molto in questi anni- ha detto il ministro della Salute- ha avuto un grande declino prima di tutto sociale e di legalità. Abbiamo avuto Mafia Capitale, una cosa pesantissima. E poi un declino vero delle fasce della popolazione più deboli. Ultimamente- ha aggiunto- quello che vediamo ci pone quasi al di fuori di quello a cui eravamo abituati: tanta povertà, tanti bambini poveri, tanti anziani poveri, tante donne sole".

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"La mia impressione è che Roma sia piena di droga. Rivediamo le siringhe per strada, i tossici, gli spacciatori di eroina. Senza parlare della cocaina, siamo pieni. Si fa finta di non vedere come se il problema non ci fosse piu'- ha concluso il ministro- in realtà riguarda tutti i ceti sociali e tutte le età, come l'alcol". Acli: Roma come Gotham City "Il nostro piccolo osservatorio ci dà due dati pesanti: il taglio delle spese sanitarie, le famiglie non possono permettersi una spesa extra di 500 euro per le medicine. E una indagine su 6 mila Isee ci dice che il 9% dei romani ce l'ha a zero". Cosi' Lidia Borzi, Acli Roma, nel suo intervento al convegno. "Il 4% di questi seimila romani ha minori o disabili a carico", aggiunge. "Insospettabili: è questo l'identikit dei nuovi poiveri". Borzi ricorda ancora: "Io ho definito Roma in una lettera aperta Gotham city perché da una parte vede un crescendo di intolleranza e violenza e dall'altro, quotidianamente, c'è una perdita di posti di lavoro e ogni giorno chiude un servizio".

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