9 dicembre forconi: 10/16/16

domenica 16 ottobre 2016

U.S. Army Chief Threatens War With Russia

Il capo dello Stato Maggiore dell'esercito Usa Mark Milley minaccia guerra con la Russia - articolo tradotto qui

"We will beat you harder than you have ever been beaten before"

- October 5, 2016



Army Chief of Staff Gen. Mark Milley warned last night that the United States was ready to “destroy” its enemies in comments that were clearly directed at Russia.

“I want to be clear to those who wish to do us harm….the United States military – despite all of our challenges, despite our [operational] tempo, despite everything we have been doing – we will stop you and we will beat you harder than you have ever been beaten before. Make no mistake about that,” said Milley.
The General went on to warn that Russia and other countries had taken advantage of the U.S. being focused on the war on terror.

“Other countries – Russia, Iran, China, North Korea – went to school on us,” he said, adding, “They studied our doctrine, our tactics, our equipment, our organization, our training, our leadership. And, in turn, they revised their own doctrines, and they are rapidly modernizing their military today to avoid our strengths in hopes of defeating us at some point in the future.”
Milley cautioned that the next major conflict would “be highly lethal, unlike anything our Army has experienced at least since World War II,” and would involve fighting in “highly populated urban areas.”
“Make no mistake about it, we can now and we will … retain the capability to rapidly deploy,” he said, “and we will destroy any enemy anywhere, any time,” he concluded.
Gen. Milley made it clear who he was talking about when he went on to quote a senior Russian official who vowed, “Russia can now fight a conventional war in Europe and win.”
The comments come amidst rising tensions between the two superpowers.

40 million Russians from all sectors of government are currently taking part in a nationwide emergency drill that will wargame “evacuation” procedures during a national crisis.
According to Oleg Manuilov, the director of the Russian Civil Defence Department, the exercise will be a test run of how the population would respond to a “disaster occurrence” under an “emergency” situation.

Last week, Russian officials revealed that huge underground nuclear bunkers had been built to provide shelter for the city’s 12 million population.
A nationwide television station run by the country’s Ministry of Defence also warned citizens last week that nuclear conflict was on the horizon.
“Schizophrenics from America are sharpening nuclear weapons for Moscow,” reported Zvezda.

Fonte: qui


P.S.: potete usare la funzione TRANSLATE di Google(sulla colonna di destra), selezionando prima un qualsiasi linguaggio e poi successivamente, l'italiano, per avere la traduzione automatica.





GUERRA SUL CADAVERE DEL MONTEPASCHI SU CHI GUADAGNA DI PIU’ TRA ATLANTE E JPMORGAN. UNICREDIT IN DIFFICOLTA'

BALLO LA GESTIONE DELLE SOFFERENZE CARTOLARIZZATE E LE GARANZIE IN CASO DI DEFAULT DELL'MPS

CREDITO FONDIARIO (ATLANTE) E ITALFONDIARIO (JPMORGAN) IN CONFLITTO D’INTERESSI 

INTANTO UNICREDIT IN AFFANNO SVENDE IL 20% DI FINECO, MA CONSERVA IL 35%


Andrea Greco per la Repubblica

SEDE CENTRALE MONTE DEI PASCHI DI SIENASEDE CENTRALE MONTE DEI PASCHI DI SIENA
Atlante termina l’esame dei crediti inesigibili di Mps confermandone il valore stimato a luglio e dunque l’investimento di 1,6 miliardi per la sua quota. Ma il nodo delle sofferenze senesi non è sciolto, per le aspre discussioni su chi comanderà nel veicolo che cartolarizzerà quei crediti tra il fondo capitalizzato da banche e assicurazioni italiane e Jp Morgan, finanziatore del prestito ponte da 5 miliardi che lo sosterrà finché non saranno pronte le garanzie del Tesoro utili a vendere agli investitori istituzionali la tranche più sicura di quei crediti.

E’ uno scontro non solo di potere e culture, ma anche di commissioni, e di garanzie in caso i flussi di recupero di quei crediti malandati non bastassero a pagare le cedole dei futuri bond spacchettati. Senza un compromesso in pochi giorni rischia di saltare l’agenda del nuovo ad Mps Marco Morelli, che punta a convocare l’assemblea sull’aumento il 18 novembre e avviarlo sul mercato, con contestuale vendita delle sofferenze, il 5 dicembre (l’indomani del referendum costituzionale).
jpmorgan dimon renzi padoanJPMORGAN DIMON RENZI PADOAN

La buona notizia è che i valori stimati a luglio erano realistici. Così ieri Atlante ha reso noto di «avere concluso, tramite Credito Fondiario, la due diligence» sulle sofferenze Mps, e «confermare il proprio investimento di 1,6 miliardi nella tranche mezzanine (a rischio medio, ndr) alle condizioni concordate con Mps». Sempre ieri Italfondiario, che per Jp Morgan ha svolto simili perizie sugli stessi crediti, ha esposto i suoi dati a Londra alle tre banche che dovranno spartirsi i 5 miliardi di prestito ponte: Jp Morgan, Citi e Mediobanca (l’italiana per quote residuali).

MARCO MORELLIMARCO MORELLI
Anche nella City si dice che i numeri originari, che valutavano le sofferenze Mps al 33% del nominale, erano giusti. I dissidi ora sono sul chi-fa-cosa. Negli accordi il ruolo di master servicer, che coordina e gestisce i flussi di cartolarizzazione, va a Credito Fondiario. C’è maretta sulla scelta degli altri servicer, che cureranno l’incasso dei recuperi creditizi. Italfondiario è nella rosa stretta dei candidati a gestire la piattaforma Juliet, quella che Mps sta vendendo e in futuro gestirà un terzo dei 9,2 miliardi più le nuove sofferenze di Siena.

Credito Fondiario e Italfondiario sono entrambe in conflitto d’interesse, perché con una mano valutano crediti che con l’altra, presto, dovranno recuperare. Altre divergenze riguardano l’escussione delle garanzie a fronte dei 9,2 miliardi di sofferenze Mps qualora il veicolo fallisse. Atlante e i suoi soci temono che Jp Morgan prenda troppo peso (è anche garante primo dell’aumento Mps), mentre gli americani chiedono garanzie per il rischioso maxi finanziamento: solo al suo rimborso, previsto prima di marzo, Atlante potrà comandare da sola nel veicolo.
MUSTIERMUSTIER

Intanto l’ad di Unicredit Jean Pierre Mustier ha piazzato uno dei suoi contropiede cedendo sul mercato il 20% di Fineco. Pochi l’aspettavano - tra cui chi martedì ha venduto la banca online facendole perdere il 4% - perché Fineco era tra le pedine da vendere interamente per rafforzare Unicredit, che ne aveva già ceduto un 10% a luglio. Ora invece la capogruppo s’è impegnata «a non disporre di ulteriori azioni di Fineco per 360 giorni dal regolamento dell’operazione».

finecoFINECO
Tra l’altro la vendita di tutta Fineco era complicata dai 12 miliardi di euro che nelle sue gestioni sono investiti in bond Unicredit a tassi attorno al 2,5%, e ne sostengono i ricchi margini: i candidati compratori chiedevano uno sconto a riguardo. Mustier ha preferito vendere alla Borsa, con sconto del 6,4% sui 4,78 euro di ieri, tagliando il nodo. Unicredit incassa circa 542 milioni e resta al 35% di Fineco che «continuerà a controllare e consolidare».
Fonte: http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/guerra-cadavere-montepaschi-chi-guadagna-piu-atlante-133819.htm

Unicredit: allo studio un maxi aumento di capitale? 

Secondo un’analisi apparsa su La Repubblica, l’amministratore delegato di Unicredit, Mustier, sarebbe rimasto positivamente sorpreso dai buoni riscontri ottenuti dai sondaggi realizzati tra investitori in merito all’aumento di capitale della banca. 
Mustier, alla luce di queste buone indicazioni, potrebbe ora pensare ad incrementare l’importo totale della ricapitalizzazione di Unicredit a 13 miliardi di euro. Una decisione di questo tipo sarebbe ispirata da quella che, secondo alcuni ambienti ben informati, sarebbe la strategia di azione dell’Ad di Unicredit. E’ la stessa La Repubblica a citare una frase che ben rappresenterebbe il modo di agire di Mustier: “quando c’è denaro in giro è meglio fare di più che fare di meno“.

Fonte: qui


Libia, le carte di Hillary Clinton: "La Francia distrusse l'Italia"

La guerra che portò il caos in Libia venne scatenata dai francesi con l'avallo degli americani. 

L'obiettivo era uno solo: affermare la potenza transalpina ed eliminare ogni influenza italiana nel Maghreb

La guerra di Libia - un'altra - cent'anni dopo. Correva l'anno 2011, i dodici mesi che cambiarono il mondo ma sopratutto la storia d'Italia

Eravamo ormai abituati a ricordarlo come l'anno della caduta del governo Berlusconi IV e dell'arrivo dell'ultra-europeista Mario Monti a Palazzo Chigi dopo mesi di attacchi politici e finanziari (non senza speculazioni assai poco trasparenti).

Tutti ricordiamo gli insopportabili risolini di Angela Merkel e Nicolas Sarkozy al Consiglio Europeo del 23 ottobre 2011. Ebbene, ora su quei giorni cruciali potremmo apprendere qualcos'altro. Se possibile, qualcosa di ancora più inquietante.

Come ha rilevato Scenarieconomici, spulciando fra le mail dell'allora Segretario di Stato Usa Hillary Clinton si scopre che l'attacco internazionale che portò alla caduta del regime di Muhammar Gheddafi e all'uccisione del Colonnello venne lanciato solo ed esclusivamente per rispondere a precisi interessi geostrategici francesi, con l'avallo statunitense. A tutto detrimento degli interessi italiani.

Certo, sapevamo già che la guerra voluta da Sarkozy era un mezzo per estromettere il nostro Paese dal controllo del petrolio libico, ma vederlo scritto nero su bianco resta comunque impressionante.

E allora vediamo cosa contengono, quelle mail famigerate. 

Il 2 aprile del 2011 l'attuale candidata democratica alla Casa Bianca, Hillary Clinton, riceveva un messaggio dal suo consigliere per il Medio Oriente Sidney Bluementhal dai toni assai espliciti. 

Da quelle righe emerge infatti che il presidente francese dell'epoca, Sarkozy, ha finanziato e aiutato in ogni modo le fazioni anti gheddafiane con denaro, armi e addestratori, allo scopo di strappare più quote di produzione del petrolio in Libia e rafforzare la propria posizione tanto sul fronte politico esterno quanto su quello geostrategico globale.

Di più. A motivare definitivamente la decisione dell'Eliseo di entrare nel conflitto sarebbe stato il progetto del raìs di soppiantare il franco francese africano con una nuova divisa pan-africana, nell'ottica di un'ascesa della Libia come potenza regionale in grado di raccogliere intorno a sè un'alleanza regionale di Stati. Sostituendo così proprio la Francia, a suon di oro e di argento (Gheddafi ne avrebbe conservate poco meno di trecento tonnellate).

Le conseguenze dell'intervento sono storia nota, con la Libia precipitata in un'atroce guerra civile, l'Isis che spadroneggia sulle coste meridionali del Mediterraneo e un'ondata di migranti senza precedenti che si riversa sulle nostre coste. All'epoca l'Italia, all'oscuro di tutto, prese addirittura parte alla guerra contro Gheddafi, sia pure a malincuore.
Ora però è chiaro che quella manovra, insieme all'attacco speculativo portatoci dalla Germania, aveva un solo obiettivo: l'Italia. Che ancora oggi ne sconta le terribili conseguenze.

03/08/2016 
Fonte: qui

Il trionfante vertice indo-russo di Goa

India e Russia, infine, firmano un accordo per il sistema missilistico di difesa aerea S-400 Trjumf. I Paesi firmano anche altri 15 accordi dall’energia alle città intelligenti.


modiputin-621x414
India e Russia, il 15 ottobre, hanno firmato 16 contratti al 17.mo vertice bilaterale annuale, nello Stato occidentale indiano di Goa. Gli accordi vanno dalla difesa all’energia, tra cui l’attesissimo accordo per l’acquisto del sistema missilistico di difesa aerea S-400 Trjumf. Anche se i dettagli immediati dell’accordo per acquisire il sistema di difesa missilistica non sono disponibili, è opinione diffusa che l’India vi spenderà 5 miliardi. Nuova Delhi ha inoltre accettato di acquistare 3 fregate Proekt 11356. L’India ha 6 fregate classe Talwar, precursori del Proekt 11356, costruite presso il cantiere Jantar di Kaliningrad. Su un programma televisivo della rete indiana Doordarshan, l’ex- ambasciatore indiano in Russia, Ajai Malhotra, elogiava l’efficienza delle fregate furtive russe.
Make in India
Nella spinta del Primo Ministro indiano Narendra Modi sull’iniziativa ‘Make in India’, i Paesi hanno deciso di produrre congiuntamente 200 elicotteri utility Kamov Ka-226T in India. “Gli accordi sulla produzione degli elicotteri Kamov Ka-226T, la costruzione delle fregate e acquisizione e costruzione di altre piattaforme della difesa sono in sinergia con le priorità su tecnologia e sicurezza dell’India“, ha detto Narendra Modi nella conferenza stampa congiunta con il Presidente russo Vladimir Putin. Anche se non ci sono stati riferimenti diretti al Pakistan nella conferenza stampa, Modi ha detto che l’India ha profondamente apprezzato “comprensione e sostegno della Russia alle nostre azioni nella lotta al terrorismo che minaccia alle frontiere la nostra intera regione“. Il Primo Ministro indiano iniziava la conferenza stampa con un detto russo: “Un vecchio amico è meglio di due nuovi“.
Energia e infrastrutture
Russia e India hanno anche firmato importanti accordi energetici e infrastrutturali. La compagnia petrolifera russa Rosneft, insieme ai suoi partner, acquistava l’Essar Oil dell’India del valore di quasi 13 miliardi di dollari. È la maggiore acquisizione estera in India e il maggiore accordo mai realizzato da una società russa, secondo Reuters. Rosneft ottiene una quota del 49 per cento di Essar Oil e i due partner, l’olandese Trafigura e il fondo russo United Capital Partners, si divideranno un altro 49 per cento in parti uguali. Gli azionisti di minoranza avranno il restante 2 per cento una volta che la società sarà ricapitalizzata. La Russia inoltre decideva d’intensificare gli investimenti nelle infrastrutture dell’India. Il Fondo diretto infrastrutturale russo e il National Infrastructure Investment Fund indiano investiranno ognuno 500 milioni di dollari per creare un fondo comune per le infrastrutture da 1 miliardo. La Russia ha istituito fondi di investimento simili con la Cina, tra cui un fondo agricolo per l’estremo oriente russo. Le società russe investiranno anche nelle città intelligenti negli Stati indiani di Andhra Pradesh e Haryana. Le ferrovie indiane e russe firmavano un memorandum d’intesa per aumentare la velocità dei treni fra Nagpur e Secunderabad.
Avvio di Kudankulam 3 e 4
Via videoconferenza, Putin e Modi presenziavano all’avvio della seconda unità e lanciavano i lavori per la terza e quarta unità del Kudankulam Nuclear Power Project. Putin iniziava l’intervento alla conferenza stampa congiunta congratulandosi con i responsabili del successo dell’impianto di Kudankulam. “L’energia nucleare darà un contributo molto significativo alla sicurezza energetica dell’India“, aveva detto, “Darà ulteriore impulso alla crescita dell’economia indiana“. Il presidente russo aggiungeva che il suo Paese continuerà a promuovere l’ulteriore sviluppo dell’energia nucleare in India. “Nei prossimi 20 anni, almeno altri 12 reattori nucleari potrebbero essere costruiti in India con l’aiuto della Russia“, aveva detto. Putin elogiava anche la cooperazione economica tra i due Paesi. “Le industrie dei due Paesi migliorano la cooperazione; e anche la cooperazione militar-tecnica migliora“, aveva detto.
I principali vantaggi del vertice
Questi accordi dimostrano che nelle relazioni indo-russe, i settori delle tecnologie militari ed energetico sono i principali campi in cui si ha una cooperazione a lungo termine“, affermava Pjotr Topychkanov, esperto dell’ Asia del Sud e Associato al Programma di non proliferazione del Carnegie Moscow Center, aggiungendo che l’India potrebbe beneficiare immensamente dall’acquisizione dell’S-400. “Nel contesto regionale, il sistema di difesa aerea S-400 è strategico, consentendo all’India di controllare lo spazio aereo del Pakistan“. Sugli accordi energetici, comprendenti anche la proposta di Gazprom di aumentare l’impegno in India, Topychkanov affermava che la Russia apre lentamente l’industria energetica all’India. “In altre circostanze economiche e politiche la Russia difficilmente sarebbe stata d’accordo, dato che il suo obiettivo principale era l’occidente, prima delle crisi georgiana e ucraina. Ma ora Mosca è più flessibile. L’India è uno dei partner naturali nell’energia“. Aggiungeva che Russia e India devono andare oltre i settori tradizionali della cooperazione. “Credo ora, che il modo più efficace sia utilizzare la cooperazione militar-tecnologica ed energetica coinvolgendo attivamente le aziende private, ampliando i contatti esistenti tra le imprese russe e indiane nel campo delle tecnologie e dei prodotti dal duplice uso“. Modi e Putin avranno incontri bilaterali con altri leader dei BRICS il 15 ottobre, prima di partecipare al vertice dei BRICS.
kudankulam6_826585f
Il sistema missilistico S-400 aumenterà le capacità militari dell’India
The BRICS Post  14 ottobre 2016
1030738398-e1450414587182Solo poche ore prima dell’ottavo vertice annuale dei BRICS, che si apre a Goa, le forze della difesa dell’India anticipavano la firma di un accordo da 5,85 miliardi di dollari per cinque sistemi missilistici di difesa aerea di nuova generazione russi S-400 ‘Trjumf‘. L’S-400 potrà inquadrare ogni tipo di bersaglio aereo, tra cui aerei e velivoli VLO (ad osservabilità molto bassa). L’ex-Capo di Stato Maggiore indiano Generale Shankar Roy Chowdhury (a riposo) dichiarava a BRICS Post che si attendeva la firma del contratto con la Russia. Si suppone sia uno dei migliori sistemi missilistici del mondo“, ha detto Chowdhury, ex-parlamentare indiano. “Viene importato dalla Siria per contrastare gli attacchi missilistici d’Israele. La firma guarda al futuro del vertice BRICS“, aggiungeva. Gli analisti militari dicono che l’acquisizione dei sistemi missilistici di difesa aerea S-400 ‘Trjumf” aumenterà “drasticamente” il potenziale militare dell’India. “E quando la capacità militare viene migliorata, si migliora anche la resistenza in guerra della nazione e delle forze armate“, affermava il Generale DB Shekatkar, esperto della difesa.
Sistema di difesa multiruolo
La popolarità dell’S-400 sta nel fatto che può neutralizzare droni, missili balistici e da crociera entro un raggio di 400 km e una quota di 32 km. I sistemi missilistici di difesa aerea S-400 ‘Trjumf‘ sono dotato di tre diversi tipi di missili e di un radar di acquisizione in grado di tracciare fino a 300 obiettivi entro 600 km di raggio. Il Trjumf è un sistema costituito da otto lanciatori e una stazione di controllo. Spiegando il motivo per aver optato per il sistema d’arma russo, il Generale Shekatkar affermava che le forze armate indiane cercano tre criteri nell’acquisizione di armamenti: affidabilità, robustezza e ridondanza. “Perciò stipuliamo questo accordo con la Russia sull’S-400“, aggiungeva. “Acquisiamo armi e tecnologia dalla Russia da tempo, e la Russia è il nostro partner strategico. Le guerre del 1965, 1971 e Kargil dimostrano che l’equipaggiamento russo è affidabile“, affermava riferendosi alle guerre che l’India combatté con il vicino Pakistan. Altri analisti sostengono che l’India abbia la necessità degli S-400 e quindi l’acquisto imminente sia una buona acquisizione per le forze armate. L’India firma alcuni accordi importanti con la Russia acquisendo S-400 ed elicotteri“, afferma Nitin Gokhale, analista della difesa, “Ci sarà anche un programma sull’FGFA (caccia di quinta generazione) e questo guarda al futuro“.
modi-and-putin_1_0Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora


Ajay Kamalakaran, RIR, 15 ottobre 2016