9 dicembre forconi: 08/23/18

giovedì 23 agosto 2018

Eni e MIT insieme per la fusione

Le stelle tracciano la via dell’energia pulita, sostenibile e illimitata.
Farsi il sole in casa. È certamente una delle sfide più grandi dell’Umanità. La fusione avviene nel Sole quando due atomi di idrogeno, o di suoi isotopi, si avvicinano talmente tanto che i loro nuclei riescono a fondersi. Si forma così un atomo di elio e parte della massa dei due atomi di idrogeno è convertita in energia. Questo processo ha affascinato gli studiosi per anni, perché, se sfruttato, può portare a un’energia virtualmente illimitata ed estremamente pulita. Per replicare la fusione sulla Terra occorre usare gli isotopi dell’idrogeno perché i loro nuclei sono i più piccoli portatori di carica positiva: il protone, cioè il normale nucleo dell’idrogeno, il deuterio o idrogeno pesante, che ha un neutrone associato al protone e il trizio, che ha due neutroni associati al protone. Ma nonostante siano i più piccoli elementi nell’Universo, questi riescono a fondersi fra loro e liberare energia solo in presenza di temperature e densità altissime che consentono agli atomi di fondersi superando la repulsione elettrostatica dovuta alla carica positiva di entrambi. La fusione è l’energia primaria che alimenta tutto l’Universo, quella che viene prodotta nel Sole e nelle altre stelle. È l’energia del futuro: virtualmente illimitata, ambientalmente ed economicamente sostenibile, sicura, perché non produce emissioni inquinanti. Inoltre, il deuterio è una materia prima presente in abbondanza nell’acqua di mare. Si pensi che un reattore a fusione alimentato a deuterio è capace di estrarre da un metro cubo di acqua di mare un’energia equivalente a quella prodotta bruciando duemila barili di petrolio grezzo.

Nell’avventura della fusione possiamo dare un grosso contributo a MIT e pensiamo che il sistema di ricerca e di collaborazioni si allargherà anche ad altre realtà. Abbiamo stretto un accordo con CNR, stiamo pensando ad accordi con altre realtà di ricerca nazionali ed internazionali per lavorare insieme su questo grandissimo progetto che risolverà verosimilmente i problemi energetici del futuro.
GIUSEPPE TANNOIA, DIRETTORE RICERCA E INNOVAZIONE TECNOLOGICA DI ENI

Eni e MIT insieme per la decarbonizzazione

Il tema della decarbonizzazione è sempre stato al centro della collaborazione tra Eni e il Massachusetts Institute of Technology (MIT) e la tecnologia della fusione si inserisce in questo percorso. Eni e Commonwealth Fusion Systems (CFS), società nata come spin-off del MIT, hanno sottoscritto un accordo che ha permesso a Eni di acquisire una quota del capitale di CFS per sviluppare il primo reattore a fusione commerciale in grado di funzionare continuativamente e di immettere energia sulla rete. È una sfida che Eni intende realizzare con un partner d’eccellenza come il MIT, che sulla fusione ha un’esperienza di lunghissima data. Fonte: qui

L’integrazione delle competenze per l’energia pulita

La fusione è una tecnologia sofisticata, che ha bisogno di differenti know-how che nella nostra azienda sono presenti, come ad esempio la fisica dei materiali esviluppo di grandi impianti. Sicuramente uno dei primi obiettivi di Eni è creare un forte nucleo di competenze per poter seguire queste tecnologie così sfidanti in una tempistica molto serrata. Stiamo stringendo contatti con vari centri di competenza in Italia, un esempio è quello recentemente sviluppato con il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Ce ne parlano Francesca Ferrazza, Knowledge Management System Vice President di Eni e Massimiliano Pieri, responsabile della collaborazione tra Eni e MIT.

ECCO COME I BENETTON ACQUISIRONO A COSTO ZERO AUTOSTRADE

ERA IL 1999 E LA FAMIGLIA AVEVA L’AVALLO DI PRODI, DRAGHI E D’ALEMA, CHE ALL’EPOCA ERA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO 
L’ACQUISIZIONE AVVENNE IN DUE PASSAGGI, TRAMITE UNA SCATOLA FINANZIARIA APPOSITAMENTE COSTRUITA: UN GIOCHINO CHE PERMISE AI BENETTON DI RICAVARE 2,6 MILIARDI SENZA TIRARE FUORI UN QUATTRINO
Giuseppe Oddo per www.giuseppeoddo.net 
d'alemaD'ALEMA
Un affare d’oro realizzato dalla famiglia Benetton durante il governo D’Alema. L’acquisizione della società Autostrade dal gruppo Iri, tornata tristemente d’attualità dopo il crollo del ponte “Morandi” a Genova il 14 agosto 2018, è stata l’operazione più lucrosa mai realizzato da Edizione, la cassaforte finanziaria della famiglia imprenditoriale di Ponzano Veneto.
i meme sui benetton e il crollo del ponte di genovaI MEME SUI BENETTON E IL CROLLO DEL PONTE DI GENOVA
I particolari dell’acquisizione sono descritti in modo sintetico nell’Analisi trimestrale dei bilanci di R&S-Il Sole 24 Ore del 24 dicembre 2009, la pagina dedicata ai conti dei grandi gruppi quotati in Borsa che curai in modo continuativo dal 2001, anno di prima pubblicazione, al 2015, quando in seguito alla mia uscita dal giornale di Confindustria fu lasciata stupidamente morire. La fonte dei dati è dunque la società di studi e ricerche di Mediobanca, che deve la sua autorevolezza al talento, alla competenza e alla professionalità di Fulvio Coltorti.
autostrade benettonAUTOSTRADE BENETTON
L’acquisizione avvenne nell’ottobre 1999 tramite una scatola finanziaria appositamente costituita, Schemaventotto. Per aggiudicarsi il 30% di Autostrade, Edizione investì attraverso Schemaventotto 2,5 miliardi di euro, di cui 1,3 miliardi di mezzi propri e 1,2 miliardi presi a prestito
Il secondo passaggio avvenne nel gennaio 2003, quando un altro veicolo finanziario controllato da Schemaventotto, denominato NewCo28, rilevò con un’Opa il 54% di Autostrade per 6,5 miliardi. In tal modo NewCo28 incorporò Autostrade scaricandole il debito che aveva contratto per finanziare l’Offerta. 
Per i Benetton l’operazione si chiuse a costo zero. 
Schemaventotto tra il 2000 e il 2009 prelevò infatti da Autostrade 1,4 miliardi di dividendi, tutti generati da utili, e ne collocò in Borsa il 12% con un incasso di altri 1,2 miliardi. Il ricavato totale fu di 2,6 miliardi di euro.
fratelli benettonFRATELLI BENETTON
I Benetton sono pertanto rientrati dal debito, hanno recuperato i mezzi propri investiti, e la loro partecipazione nella società vale oggi svariati miliardi. 
Dal canto suo Autostrade, nonostante l’elevata esposizione finanziaria, continua ad avere una forte redditività e a generare profitti in misura superiore ai dividendi.
La privatizzazione di Autostrade, ossia il trasferimento di un monopolio naturale in mani private realizzato dalla maggioranza di centro-sinistra, porta su di sé il marchio di Romano Prodi,  Carlo Azeglio Ciampi, Mario Draghi e Massimo D’Alema.
genova ponte morandiGENOVA PONTE MORANDI
Il processo di privatizzazione maturò durante il primo governo Prodi e proseguì e si concluse senza soluzione di continuità con il governo D’Alema, con Ciampi ministro del Tesoro di entrambi gli esecutivi, Draghi direttore generale e Gian Maria Gros-Pietro presidente dell’Iri.
P.S. per i Benetton l'importante è risparmiare ... su tutto!

Fonte: qui

DECRESCITA FELICE O CADUTA LIBERA? – DOPO I PONTI CROLLANO ANCHE I CARTELLI: ECCO COSA È SUCCESSO SULLA FIRENZE-PISA-LIVORNO

TRA CASCINA E PONTEDERA IL SEGNALE DELL’USCITA SI È STACCATO, È FRANATO SULLA STRADA E...


Attimi di paura sulla Firenze-Pisa-Livorno: oggi, mercoledì 22 agosto, si è staccato un cartello ed è finito sulla carreggiata. Alla diramazione tra Firenze e Livorno, a metà tra i territori di Cascina e Pontedera, è venuto giù il cartello che indica il bivio.

Chi procedeva da Pisa verso la diramazione ha visto cadere dall'alto il cartello e ha fatto in tempo a fermarsi, tanto che fortunatamente non si contano feriti. Sul posto la polizia stradale che sta regolando il traffico, che in questo momento è parecchio rallentato prima del bivio.

Non si conoscono le cause del crollo, probabilmente il maltempo ha influito. Il pensiero è andato subito alle fatalità accadute in Italia in questi giorni, ma per stavolta si può tirare un sospiro di sollievo perché al momento della caduta non transitavano veicoli da Pisa verso la diramazione.

Fonte: qui

L’ANNUNCIO DI TRUMP: “METTEREMO UNA TASSA DEL 25% SU OGNI AUTO CHE ARRIVERÀ NEGLI STATI UNITI DALL’UE”

MENO DI UN MESE FA TRUMP AVEVA TROVATO UN ACCORDO CON JUNCKER PER CONGELARE I NUOVI DAZI


TRUMP DAZI1TRUMP DAZI
«Metteremo una tassa del 25% su ogni auto che arriverà negli Stati Uniti dall'Unione europea». Lo ha detto la notte scorsa il presidente americano Donald Trump nel corso di un comizio in West Virginia, secondo quanto riporta la Cnbc online. 

Wilbur RossWILBUR ROSS
Le parole di Trump arrivano solo poche ore dopo un'intervista del Segretario al Commercio Usa, Wilbur Ross al Wall Street Journal nella quale annunciava il rinvio della scadenza di agosto per la pubblicazione di un rapporto sulle tariffe automobilistiche, visti i negoziati in corso con la Commissione europea, il Canada e il Messico.
donald trump jean claude juncker 6DONALD TRUMP JEAN CLAUDE JUNCKER 
Meno di un mese fa, Trump e il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, in un incontro alla Casa Bianca, avevano trovato un'intesa per congelare i nuovi dazi sulle auto europee durante le trattative per un accordo definitivo tra Usa e Ue.
Fonte: qui

IN RUSSIA IL MOTORE DI UN AEREO DELLA WINGS AIRLINES CON 202 PERSONE A BORDO PRENDE FUOCO DURANTE IL VIAGGIO VERSO SOCHI

SOLO IL SANGUE FREDDO DEI PILOTI RIESCE A RIPORTARE IL VELIVOLO A TERRA 

UN PASSEGGERO FILMA GLI ATTIMI SPAVENTOSI E...
motore in fiamme 4MOTORE IN FIAMME 
Motore dell’aereo in fiamme, un passeggero ha il sangue freddo di filmare tutta la scena fuori dall’oblò. Il volo della Red Wings Airlines da Ufa a Sochi, in Russia, con 202 persone a bordo, è stato costretto ad un atterraggio d’emergenza subito dopo il decollo perché il personale di bordo ha ravvisato problemi al motore.
Solo dopo che il passeggero ha pubblicato il video si è scoperto che il motivo era l’incendio sviluppatosi nel vano motore. Per fortuna tutto è andato per il meglio e non si registrano danni a cose o persone.
motore in fiamme 3MOTORE IN FIAMME 
Solo paura per i passeggeri a bordo. Siamo certi che non tutti avrebbero avuto la stessa calma olimpica nel registrare col cellulare quanto stava accadendo in diretta.

IL REGALO DI MARIO MONTI AI BENETTON



NEL 2012 UN DECRETO DEL PREMIER A POCHE ORE DALLE DIMISSIONI RATIFICÒ L’ESTENSIONE DELLA CONCESSIONE DI FIUMICINO A ADR (GIÀ PROROGATA DA BERLUSCONI NEL 2009) PER 35 ANNI 

NEL CONTRATTO DI PROGRAMMA RICCHI RIMBORSI ANCHE IN CASO DI DECADENZA PER INADEMPIENZA 

IL CASO DELLO SCALO LOW COST DI VITERBO STRALCIATO PER NON FARE CONCORRENZA A FIUMICINO


Benetton fiumicino

BENETTON FIUMICINO
La famiglia Benetton non deve godere della benevolenza del dio dei trasporti. Infatti prima del crollo del ponte Morandi, nel maggio 2015, prese fuoco il terminal 3 dell' aeroporto di Fiumicino, che venne completamente distrutto.

A causare l' incendio fu un condizionatore difettoso e, secondo la commissione parlamentare d' inchiesta che si occupò dell' incidente, tra i responsabili c' era proprio la società Aeroporti di Roma (Adr), del gruppo Atlantia (che ha come maggiori azionisti i Benetton), la quale avrebbe adottato una politica aziendale sulla sicurezza lacunosa. Ma in quel caso nessuno pensò di prendersela con i gestori.

L' allora premier Matteo Renzi non mise in discussione una concessione prorogata alla vigilia della scadenza nel 2009 (governo Berlusconi) per altri 35 anni e definitivamente regolamentata con un decreto del presidente del Consiglio Mario Monti nel 2012 (il ministro delle Infrastrutture era Corrado Passera).

mario montiMARIO MONTI
La prima licenza era partita nel 1974, e con il rinnovo divenne settantennale. Peccato che dal 2000 il gestore non fosse più lo Stato, ma un privato. Insomma, per quell' appalto non c' è mai stata una gara. Il Contratto di programma ratificato nel dicembre 2012 da Monti a poche ore dalle dimissioni è a dir poco favorevole ad Adr.

Il Comitato Fuori Pista di Fiumicino da anni sta battagliando per sensibilizzare le autorità sulle presunte anomalie dell' accordo con i Benetton e in questo periodo fervono i contatti con il nuovo governo. Andrea Guizzi, 50 anni ingegnere meccanico e gestionale, è uno dei fondatori del comitato: «Sarebbe opportuno che il ministero delle Infrastrutture e trasporti e l' Enac fornissero la precisa ricostruzione della procedura seguita per il rilascio della proroga».
Espropri fiumicinoESPROPRI FIUMICINO

Il contratto di programma del 2012, promosso dalla Corte dei conti nel 2013, prevede penali per Aeroporti di Roma, ma con un tetto massimo del 3 per cento sui ricavi annuali, da applicare, ad esempio, in caso di ritardo nella realizzazione delle opere progettate. Il contratto, un po' come quello con Autostrade, contempla un sostanzioso indennizzo per Adr in tutti i casi di eventuale interruzione anticipata della concessione: dalla revoca per ragioni di interesse pubblico, alla risoluzione, alla decadenza per grave inadempimento.

monti severino passeraMONTI SEVERINO PASSERA
«Dunque tale rimborso è dovuto incomprensibilmente anche in caso di violazione da parte del concessionario degli obblighi previsti», annota Guizzi. Il risarcimento è così calcolato: si tratta della somma di tutti i mancati ricavi previsti nel contratto di programma sino alla scadenza.

impero della famiglia benettonIMPERO DELLA FAMIGLIA BENETTON
«Il totale viene ridotto del 10%, solo nel caso di decadenza per inadempimento del gestore», sottolinea l' ingegnere. Paradossalmente il rimborso è massimo se la concessione viene revocata nei primi anni di esercizio, visto che nel piano economico finanziario allegato al contratto, per l' intero arco della durata dell' accordo, dal 2012 al 2044, non è previsto neppure un esercizio con risultato negativo.

I membri del comitato evidenziano che la legge che ha prorogato la concessione prescriveva che il gestore dovesse utilizzare i propri denari per la realizzazione delle opere previste dal contratto.

i meme sui benetton e il crollo del ponte di genovaI MEME SUI BENETTON E IL CROLLO DEL PONTE DI GENOVA
In realtà sembra che l' aumento delle tariffe pagate con i biglietti, suffragato sempre dal governo Monti, abbia permesso ad Adr non solo di non intaccare il proprio capitale sociale, ma anzi di poter diminuire il debito con le banche e distribuire lauti dividendi tra gli azionisti.

«Dal 2012 i flussi di cassa delle attività operative sono stati largamente positivi e alla luce di questo sostanziale autofinanziamento degli investimenti, attraverso le tariffe, sembra pertanto venire a mancare il rispetto di uno dei criteri a fondamento della legge 102/2009 (quella che ha sancito la proroga, ndr), cioè l' utilizzo di capitali di mercato da parte del concessionario», ribadisce Guizzi.

autostrade benettonAUTOSTRADE BENETTON
Per questo il comitato Fuori Pista è intenzionato a chiedere agli organi competenti, dal Mit all' avvocatura dello Stato, una verifica sulla corretta adempienza contrattuale di Adr per verificare la possibilità di procedere ad una rescissione o revisione contrattuale.

La convenzione del 2012 prevede anche il raddoppio delle piste, cioè una grande opera di cementificazione che porterebbe alla distruzione di 1.300 ettari di riserva naturale e che avrebbe come conseguenza l' esproprio, con lauto risarcimento, proprio dei circostanti terreni della famiglia Benetton.

i meme sui benetton e il crollo del ponte di genovaI MEME SUI BENETTON E IL CROLLO DEL PONTE DI GENOVA
«Sulla questione del raddoppio, invitiamo chi di dovere a fare una comparazione con gli aeroporti di Heathrow e di Berlino. Potrà verificare che tali scali con lo stesso numero di piste di Fiumicino riescono ad avere movimenti aerei enormemente maggiori rispetto a quelli del Da Vinci», fa notare l' avvocato David Apolloni, legale dei cittadini che si battono per la tutela del territorio di Fiumicino.
CORRADO PASSERA E MARIO MONTICORRADO PASSERA E MARIO MONTI

C' è, infine, un altro favore ai Benetton evidenziato dagli esperti anti raddoppio: la cancellazione dell' aeroporto per voli low cost di Viterbo. Lo scalo era previsto nel contratto preliminare dell' ottobre 2012 e avrebbe dovuto essere gestito da Adr. Ma dopo due mesi, accusano i comitati, quel capitolo venne cancellato dal documento, nonostante la contrarietà della Regione Lazio che chiese la convocazione di un tavolo istituzionale al fine di individuare un aeroporto di supporto a quello di Fiumicino per le compagnie a basso costo.
fratelli benettonFRATELLI BENETTON

Invece, nel contratto di programma Enac-Adr del dicembre 2012, poi recepito dal Piano nazionale aeroporti del 2014, si è provveduto al «misterioso» stralcio dello scalo viterbese e il finanziamento di 325 milioni di euro ad esso destinato è stato interamente dirottato su Fiumicino.

Un' inspiegabile doppia regalia alla società che gestisce l' aeroporto Leonardo Da Vinci. Infatti Adr, oltre a incassare il tesoretto, può sfruttare i voli economici per tenere costanti i numeri dei passeggeri in transito, altrimenti in flessione. Fonte: qui

CHI DICE CHE LE CONCESSIONI NON POSSONO ESSERE REVOCATE?

PARLA UN SEGRETARIO COMUNALE ESPERTO DI DIRITTO AMMINISTRATIVO, NORBERTO FRAGIACOMO: ‘LE REGOLE SULLE CONCESSIONI SONO OSCURE MA I PRINCIPI DELL’ORDINAMENTO SONO CHIARI. ALTRO CHE INDENNIZZO!” 
LEGGETE IL SUO TESTO E CAPIRETE COME QUELLO SPARSO DAI BENETTON SUI ’20 MILIARDI DA INCASSARE’ SIA FUMO GIURIDICO


Testo di Norberto Fragiacomo, segretario comunale, giurista esperto di diritto amministrativo


Concessioni autostradali: ridda di voci discordanti e contraddittorie, anche in seno al governo – semplicemente perché contraddittoria e raffazzonata risulta la disciplina applicabile.

AUTOSTRADEAUTOSTRADE
Tocca andare a tentoni. Si tratta, anzitutto, di concessione di beni oppure di servizi? La questione non è di lana caprina, perché nel secondo caso trova applicazione la disciplina del Codice degli appalti (D. Lgs. 50/2016), nel primo invece no.
Ora, le autostrade sono beni demaniali: un tanto fa propendere per la prima soluzione – dubitativamente, perché corriamo in una zona non meno grigia dell’asfalto stradale.

Ci trovassimo di fronte a una concessione di servizi la soluzione parrebbe chiara: il concedente – già in base alla disciplina previgente – dispone di strumenti di autotutela tanto esterni/pubblicistici (annullamento e revoca: giurisdizione al Giudice Amministrativo) quanto interni/privatistici (recesso e risoluzione per inadempimento: decide il Giudice Ordinario). I primi vengono attivati se i vizi – di legittimità o di merito – attengono alla gara a monte, i secondi si ricollegano a particolari situazioni a valle, coincidenti in genere con gravi inadempimenti contrattuali.
autostrade spinozaAUTOSTRADE SPINOZA

Ove vi fosse la ragionevole certezza di una negligenza del concessionario, quindi, nulla quaestio: il contratto (perché la c.d. concessione di servizi è un contratto assimilabile all’appalto pubblico, a sua volta una variante di quello civilistico) andrebbe risolto per inadempimento. Nessun indennizzo a favore del privato, anzi: risarcimento da corrispondersi al concedente (lo Stato)!

La concessione di beni è cosa un po’ diversa, perché la legislazione UE mai si è preoccupata di trasferirla dall’alveo pubblicistico tradizionale a quello privatistico. Secondo la dottrina tradizionale, la concessione-contratto ha una duplice anima: c’è quella autoritativo-pubblicistica, che si esprime nel provvedimento di concessione, e quella negoziale estrinsecantesi nel contratto accessivo ad oggetto pubblico.
gilberto benettonGILBERTO BENETTON

Visto che – un po’ come in Aristotele – un’anima (quella autoritativa) è "gerarchicamente" superiore all’altra, sono le vicende della concessione a influenzare il destino del contratto, non viceversa. Ora, la concessione può essere revocata oppure decadere: la prima ipotesi si concretizza ove il concedente rivaluti le circostanze iniziali o prenda atto di fatti nuovi – e allora scatta l’obbligo di indennizzare il privato incolpevole –, la seconda, invece, ogniqualvolta il concessionario venga meno ai suoi obblighi.

Non vogliamo chiamarla risoluzione? Chiamiamola anche Asdrubale o verùl, ma resta nella sostanza una risoluzione per inadempimento, sorella gemella di quella regolamentata dal Codice civile. L’inadempienza esclude in radice qualsiasi indennizzo, ma non certo l’obbligo risarcitorio del concessionario nei confronti dei danneggiati, siano essi soggetti pubblici o privati.

Poi, per carità, il concessionario può impugnare qualsiasi decisione, ma un tanto non dovrebbe sbalordirci: questo diritto/facoltà è sancito dall’art. 24 della Costituzione, che non è proprio una normetta nascosta fra le righe dell’ultimo regolamento ministeriale.

DI MAIO CONTE GIORGETTIDI MAIO CONTE GIORGETTI
A questa ricostruzione qualcuno potrebbe obiettare che la disciplina in materia di concessioni di beni pubblici è “frastagliata”, nel senso che la regolamentazione delle varie ipotesi è in qualche caso affidata a normative speciali. Questo può essere anche vero, ma un tanto non implica che questa o quella fattispecie si sottragga ai principi citati: può mutare il lessico, ma non la sostanza – per il semplice fatto che beni ed interesse sottostante alla concessione permangono pubblici, vale a dire “di tutti”.

Poniamo allora un’ipotesi limite (che ci auguriamo di cuore resti tale…): che ne sarebbe di un contratto accessivo che, in barba alle regole su esposte, regalasse al concessionario privato un commodus discessus in caso di colpevole inadempimento, riconoscendogli in sovrappiù un indennizzo?

il crollo del ponte morandi a genovaIL CROLLO DEL PONTE MORANDI A GENOVA
Una prima risposta – forse incompleta, ma inequivocabile – ci viene dall’articolo 1229 del Codice civile, che dichiara radicalmente nulle le clausole di esonero di responsabilità del debitore per dolo o colpa grave, cioè non lieve.

Anche se questa disposizione (e il successivo comma secondo, che espressamente estende la nullità alle clausole di “esonero o di limitazione di responsabilità per i casi in cui il fatto del debitore o dei suoi ausiliari costituisca violazione di obblighi derivanti da norme di ordine pubblico”!) non ci fosse, tuttavia, le conclusioni cui pervenire sarebbero le medesime, dal momento che l’intero contratto o specifiche sue parti incorrono in un’insanabile nullità ove contraddicano a norme imperative.

Stessa identica sanzione se il negozio manca, in astratto o in concreto, di una ragione economico-sociale (la c.d. causa) oppure quest’ultima sia illecita, ad esempio perché contraria al c.d. ordine pubblico, concetto meno inafferrabile di quanto sembri perché ricollegabile a quelli che sono i fondamenti del vivere sociale.

le macerie dopo il crollo del ponte morandi a genovaLE MACERIE DOPO IL CROLLO DEL PONTE MORANDI A GENOVA
Se poi a essere sacrificato all’interesse del privato fosse quello preminente della collettività e dietro tutto questo si rinvenisse una scelta consapevole… beh, vi sarebbero i chiari presupposti per l’avvio di cause non solamente civilistiche. Non parlo tanto dei profili penali (pur evidenti, almeno in via di ipotesi) quanto di quelli amministrativo-contabili: chi per la parte pubblica avesse sottoscritto o autorizzato la stipula di un contratto-capestro produttivo di un danno per l’erario andrebbe incontro a una responsabilità grande come… la reggia di Versailles, che non risparmierebbe alcun attore coinvolto, sia egli un politico ovvero un burocrate.

Intendiamoci: non sto dicendo che qualcuno nella vicenda autostrade abbia “fatto il furbo” (se si può adoperare un simile aggettivo…), anche perché non sono un magistrato e non dispongo della documentazione del caso; rilevo solamente che questo sproloquiare d’indennizzi sembra avvalorare il motto di un vecchio inserto satirico de Il Piccolo di Trieste: “mi digo che i scrivi ‘ste robe solo per insempiar la gente.”

Fonte: qui