9 dicembre forconi: 06/03/18

domenica 3 giugno 2018

IL MINISTRO DEGLI INTERNI SALVINI: “BASTA ONG, VICE-SCAFISTI DEI MARI. È FINITA LA PACCHIA”

MATTEO SALVINI ALZA LA VOCE MA IERI A POZZALLO, SULLE COSTE SICILIANE, SONO SBARCATI OLTRE 140 MIGRANTI 

PRIMA DI INIZIARE IL PIANO DEI RIMPATRI, DEVE FARE I CONTI CON I RICHIEDENTI ASILO

Antonella Aldrighetti per www.ilgiornale.it

matteo salvini giura da ministroMATTEO SALVINI GIURA DA MINISTRO
A quanto pare gli immigrati non leggono i giornali, diversamente saprebbero che l'intento del neo ministro dell'Interno è quello di rispedirli a casa per direttissima ostacolando qualsivoglia sbarco.

E invece proprio nel primo pomeriggio di ieri, al largo delle coste siciliane, tra Lampedusa e Pantelleria, sono stati soccorsi in mare, da tre unità della Guardia costiera e una di Frontex, 140 persone che molto probabilmente approderanno nella giornata odierna in Sicilia. Quasi a dare il benvenuto a Matteo Salvini che ieri ha subito affrontato il tema migranti: «Diremo no alla Ue che vuole che ne accogliamo altri 100mila». Parole dure anche verso le Ong: «Non vogliamo vice scafisti nei nostri porti».

migrantiMIGRANTI
Il dossier immigrazione tanto caro al nuovo inquilino del Viminale punterebbe a impedire gli arrivi ma soprattutto di avviare un piano di rimpatri progressivo per limitare le presenze sulla nostra penisola solo a rifugiati e titolari di protezione internazionale. 

Salvini, prima di sciogliere questi nodi si ritroverà a fare i conti con i richiedenti asilo, ovvero coloro che sono in attesa di essere esaminati dalle commissioni territoriali che dovranno stabilirne identità, provenienza e legittimità della richiesta di protezione. Peccato però che malgrado gli impegni di accorciare i tempi di indagine, tra richiesta e risultato, passino almeno tra i 18 e i 20 mesi.

Per accorciare i tempi, al Viminale, da qualche mese se ne stanno provando di ogni. Provvedimenti costosi e notevolmente macchinosi che altro non fanno se non pesare oltremisura su quei 5 miliardi di euro destinati a tutti i capitoli concernenti l'accoglienza e che Salvini vuole ampiamente sforbiciare.

migrantiMIGRANTI
Peccato però che proprio in quelle ore in cui il segretario della Lega stava per giurare da ministro davanti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Viminale, il dipartimento Asilo e migrazioni, dava il via a due nuovi impegni di spesa. Il primo per incrementare fino a 2 milioni di euro per tre mesi di contratto e un totale di 6 milioni annui, la somma destinata al programma di registrazione e audizione dei migranti richiedenti asilo. Il secondo per ingaggiare ventidue nuovi funzionari, nei ranghi del Viminale, allo scopo di «potenziare gli uffici coinvolti nella gestione dei flussi migratori e del sistema di accoglienza presso l'Unità Dublino del dipartimento Libertà civili e immigrazione».

Di fatto queste disposizioni sono il frutto delle politiche messe a segno dal predecessore di Salvini, e saranno difficili da scalzare soprattutto perché riguardano appalti oramai assegnati. Stessa sorte per i contratti aggiudicati in seno all'accoglienza curata da cooperative, associazioni benefiche, onlus e ong che, qualora fossero stralciati, porterebbero a dover soccombere a penali e sanzioni assai dispendiose.
migranti lampedusaMIGRANTI LAMPEDUSA

Matteo Salvini sarà quindi costretto a redigere un nuovo dossier con finalità diverse. Già, presto infatti si renderà conto anche della mole di contratti stipulati dalle prefetture con scadenze fissate al 2019 se non addirittura al 2020. Analogamente la stessa sorte ce l'hanno i contratti stesi dai comuni che fanno accoglienza all'interno del sistema di protezione dei richiedenti asilo, ossia lo Sprar. Anche in questo caso specifico i programmi di integrazione sul territorio sono riferiti tanto al biennio in corso quanto al triennio. Una sorta di ipoteca sul futuro insomma che qualora venisse sciolta costringerebbe l'erario pubblico a sborsare le dovute ammende.

Fonte: qui

ALFONSO BONAFEDE, HA SCELTO PIERCAMILLO DAVIGO COME “CONSIGLIORI” E INTENDE PORTARE NINO DI MATTEO NEL SUO STAFF


Sara Menafra per “il Messaggero”

LUIGI DI MAIO ALFONSO BONAFEDELUIGI DI MAIO ALFONSO BONAFEDE
Una lunga telefonata ieri pomeriggio, all' interno di un dialogo che per il neo ministro della Giustizia Alfonso Bonafede (ma non solo) e il leader della corrente Autonomia e Indipendenza, Piercamillo Davigo, non si è mai veramente interrotto. Nella squadra che il Guardasigilli pentastellato porterà in via Arenula, l' ex pm di Milano avrà certamente un ruolo di peso. Non parteciperà personalmente, perché il suo obiettivo al momento è vincere la competizione elettorale al Csm dove è candidato capolista di Ai tra i magistrati di Cassazione, ma i suoi consigli saranno tenuti altamente in considerazione.

L'INCARICO
Per tutto, escluso il ruolo del pm di Palermo Antonino Di Matteo: il magistrato simbolo del movimento, quello da sempre più vicino, avrà sicuramente un incarico di primo piano. Per lui, Bonafede starebbe pensando al Dag, Dipartimento per gli affari della giustizia, là dove passano tutte le questioni importanti del ministero.
Alfonso BonafedeALFONSO BONAFEDE

In alternativa, Di Matteo potrebbe andare al Dap, il dipartimento che si occupa delle carceri, dove sia la Lega, sia gli stessi Cinque stelle hanno intenzione di intervenire con misure restrittive e nuovi provvedimenti in materia di 41 bis. Oppure, terza ipotesi, sottosegretario: posizione di maggiore visibilità, indubbiamente, anche se forse obbligherebbe il magistrato a lasciare la toga (per sempre, stando al contratto di governo).

Il gioco delle caselle ministeriali può aiutare a capire anche l' agenda delle priorità da mettere in campo. A capo di gabinetto potrebbe esserci Alessandro Pepe, segretario di Ai e vicinissimo a Davigo. Al legislativo, al momento c' è Fabrizio Brichetti, di Magistratura indipendente, all' epoca indicato da Giovanni Canzio ma in passato candidato di Forza Italia.

davigoDAVIGO
Confermarlo potrebbe essere un segnale di non belligeranza con gli azzurri. E' vero, però, che la casella è perfetta per un altro nome di peso di Autonomia e indipendenza: quello di Antonio Patrono, ex membro del Csm, oggi procuratore a La Spezia. Ex di Ai in pensione che pure piace è l'ex procuratore di Torino Marcello Maddalena, come sottosegretario tecnico.

GLI ALTRI NOMI
Ma in un ministero come quello della Giustizia, dove il titolare governa sì, ma ha un potere autonomo, quello togato, con cui contrattare giorno per giorno, nessuno ha mai osato occupare tutte le caselle con uomini provenienti dalla stessa corrente della magistratura associata. Probabilmente, non lo farà neppure Bonafede, fedelissimo di Luigi Di Maio ma considerato un cinquestelle ragionevole, uno dei pochi ad aver trattato, nella scorsa legislatura, qualche provvedimento con il Pd.
NINO DI MATTEONINO DI MATTEO

La legge sulla Class action, che con ogni probabilità vorrà mandare avanti (la prima battaglia come civilista l' ha fatta contro un sottopasso della Tav a Firenze) alla Camera la votarono anche i democratici. Altro tema che gli sta a cuore è quello dei risarcimenti, oltre al provvedimento bandiera sull' agente infiltrato in tema di corruzione.

Per non scatenare guerre interne, Bonafede potrebbe confermare al Dipartimento organizzazione giudiziaria, Barbara Fabbrini, giudice civile fiorentina appartenente alla corrente di sinistra Area. E valutare di tenere in posizioni di peso sia Unicost, corrente centrista e di grande successo tra i magistrati, sia Magistratura e indipendenza, quella da cui si è staccato due anni fa Davigo per formare un suo gruppo autonomo. Da queste parti, un nome apprezzato che potrebbe essere confermato è Santi Consolo, attualmente al Dap.

Fonte: qui

Cari giornali tedeschi parlate dei casini bestiali delle vostre banche. Noi italiani non prendiamo lezioni dai cialtroni come voi!

I CRUCCHI CONTINUANO AD ATTACCARE L’ITALIA SENZA VERGOGNA, INVECE DI PARLARE DEI CASINI FINANZIARI DA LORO PROVOCATI IN EUROPA E NEL MONDO!

DOPO LA COPERTINA “MAMMA MIA” DELLA “FAZ”, CI PENSA “DER SPIEGEL” CON UNO SPAGHETTO A FORMA DI CAPPIO E LA SCRITTA “CIAO AMORE” 

IL QUOTIDIANO “HANDELSBLATT” PROPONE UN’ITALIA CHE AFFONDA, LA DIDASCALIA “CIAO, BELLA” E UNA PROFEZIA CATASTROFICA: "PRIMA CHE SALTI TUTTO, MEGLIO RESTRINGERE L'EUROZONA"


DEL SPIEGEL - COPERTINA CONTRO L ITALIA - CIAO AMOREDEL SPIEGEL - COPERTINA CONTRO L'ITALIA - CIAO AMORE
I TEDESCHI CERCANO LA RISSA CON LE COPERTINE CHOC

I giornali tedeschi tornano all' attacco dell' Italia. Ad anni dal «mafia spaghetti», Der Spiegel mostra poca fantasia negli stereotipi e riprende il tema, questa volta con lo spaghetto a forma cappio accompagnato dalla scritta «Ciao amore». Handelsblatt propone un' Italia che affonda: «Prima che salti tutto, meglio restringere l' eurozona». Rissa assicurata.

Fonte: qui

HANDELSBLATT - COPERTINA CONTRO L ITALIA - CIAO BELLAHANDELSBLATT - COPERTINA CONTRO L'ITALIA - CIAO BELLA









I TEDESCHI HANNO ROTTO IL WURSTEL - DOPO LA SPARATA DEL COMMISSARIO OETTINGER (“I MERCATI INSEGNERANNO ALL’ITALIA A VOTARE BENE”), CI PENSA IL DEPUTATO DELLA CSU, MARKUS FERBER, A SOFFIARE SUL FUOCO 

Roma Italia, paese da invadere. Le gaffe tedesche non cessano di dare spettacolo. Dopo il commissario Oettinger, è stato il turno di un deputato europeo della Csu tedesca, Markus Ferber. Nessuna carica rilevante, ma in un momento a dir poco delicato ha evocato la possibilità di un' invasione di Roma da parte della Troika in caso di salvataggio finanziario dell' Italia causato dall' attuale situazione politica e delle tensioni sui mercati.

«Lo scenario peggiore sarebbe quello dell' insolvenza dell' Italia. Poi la troika dovrebbe invadere Roma e prendere in mano il ministero delle Finanze», ha detto alla televisione tedesca Zdf. Poi ha specificato che il Meccanismo di stabilità europe non avrebbe comunque la possibilità di salvare l'Italia.

Vero che fuori dai confini del Paese, le nostre turbolenze politiche vengono vissuta come il potenziale innesco di una crisi globale. Ieri è toccato all' Ocse occuparsi dei nostri affari. La nostra instabilità politica e la Brexit, «potrebbero aggiungere pressioni all' espansione nell'area dell' euro», si legge nell'Outlook dell'Organizzazione di Parigi diffuso ieri. Ma il segretario generale Angel Gurria, si è detto sicuro che «l'Italia è parte dell'Europa e dell'euro e resterà così».

Più preoccupante per noi un'altra previsione: «La ripresa dell'inflazione potrebbe consentire alla Bce di terminare entro la fine del 2018 gli acquisti» programmati con il Quantitative Easing. Proprio ieri è stato diffuso il dato l'inflazione della Germania, salita in maggio del 2,2%.

GUNTHER OETTINGERGUNTHER OETTINGER
Lo 0,3% in più rispetto alle previsioni. Un dato che spingerà i paesi del Nord Europa a chiedere la fine anticipata della politica espansiva della Banca centrale guidata da Mario Draghi. Per l' Italia, e in particolare per il prossimo governo, significa maggiori difficoltà a piazzare i titoli di Stato, più spesa per gli interessi sul debito pubblico. Quindi margini di spesa ridotti e una maggiore esposizione alle turbolenze dei mercati. Il caso Italia potrebbe finire al centro di una riunione ad hoc della Bce.

In realtà ieri da Bruxelles sono arrivati solo segnali distensivi verso Roma e rassicurazioni sul fatto che nessuno nei palazzi europei vuole influenzare le vicende italiane. «Formare il governo è una questione che risolve il popolo italiano», ha spiegato il portavoce del presidente della Commissione. Non spetta all' esecutivo europeo, ha spiegato, «intervenire» in tale ambito. Il portavoce ha ribadito che l'esecutivo Ue «ha piena fiducia nell' Italia» e nel suo presidente della Repubblica.

Martedì ha suscitato qualche sorriso la preoccupazione per l' Italia espressa dal governo della Grecia. Paese passato dalla cura della Troika e che ora si sta riprendendo dalla crisi delle finanze pubbliche. Meno preoccupato il ministro dell' Economia tedesco Peter Altmeier, che ieri ha detto di avere «piena fiducia negli italiani che hanno sempre saputo superare le crisi».
Ma ieri sono arrivati segnali di attenzione per l' Italia anche da dal Tesoro americano.
 
Un altro funzionario. Il segretario al Tesoro di Washington, Steven Mnuchin presto si riunirà in Canada con i colleghi del G7 per un incontro che avrà in agenda anche la crisi italiana.
Se sulla guerra commerciale Usa e Ue sono su fronti opposti, l' amministrazione americana si augura che l' Italia resti in Europa. «Credo che sarebbe meglio se risolvessero le cose dall' interno della zona Euro senza compiere cambiamenti significativi e certamente gli italiani hanno la possibilità di farlo», ha affermato un portavoce del Tesoro Usa. Fonte: qui


IL NUOVO EURO-SPORT: INSULTARE L’ITALIA - STAVOLTA E’ IL TURNO DI QUEL GUAPPO DA OSTERIA DI JEAN CLAUDE JUNCKER: “L’ITALIA NON INCOLPI LA UE, LAVORATE DI PIÙ E MENO CORRUZIONE”
Marco Bresolin per “la Stampa”

Un messaggio per il nuovo governo? Questa volta arriva direttamente dalla bocca di Jean-Claude Juncker: «Gli italiani devono occuparsi di più delle regione povere dell’Italia. Più lavoro, meno corruzione e più serietà. Basta addossare le responsabilità all’Ue». Parole destinate a incendiare nuovamente il clima, ora che in cabina di regia sta per insediarsi un esecutivo a trazione sovranista.

JUNCKERSUPER CIUK JUNCKER
E di questo rischio se ne devono essere accorti – tardivamente – anche in Commissione: verso le 21 di ieri sera, la versione integrale del video con l’intervento del presidente è sparita dal sito ufficiale. Proprio mentre il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, chiedeva un’immediata smentita per le «inaccettabili parole» pronunciate pubblicamente dal lussemburghese. Il video con le dichiarazioni è ancora rintracciabile su YouTube. Juncker ha parlato ieri di Italia durante la conferenza «Nuovo Patto per l’Europa». 
Non lo ha fatto nel suo intervento, ma rispondendo a una domanda. E inizialmente ha cercato di tenersi alla larga dalla questione. «Questa settimana preferisco rimanere cauto, prudente e silenzioso. Dico solo che ho fiducia nella genialità degli italiani». Lo scivolone di Gunther Oettinger nei giorni scorsi aveva sollevato un polverone di polemiche, tanto che lo stesso Juncker era dovuto correre ai ripari per tamponare la gaffe del commissario tedesco con una nota.

E meno male che ieri aveva detto di voler stare in silenzio. Perché quando gli è stata posta una domanda sulla situazione della disoccupazione giovanile nel Mezzogiorno, il numero uno della Commissione non ha risparmiato frecciate: «Gli italiani devono occuparsi delle regioni più povere dell’Italia, il che significa più lavoro, meno corruzione e serietà». Juncker ha utilizzato l’espressione «more work» e non «more jobs», dunque non si riferiva alle politiche occupazionali ma proprio alla necessità di «lavorare di più». «Noi li aiuteremo, come abbiamo sempre fatto – ha aggiunto il capo della Commissione –, ma basta con questo giochino di addossare le responsabilità sull’Ue. Un Paese è un Paese, una nazione è una nazione. Prima vengono le nazioni, poi l’Europa».

E' il solito rimpallo di responsabilità tra Bruxelles e le capitali. Juncker ha anche rivendicato l’intervento della sua Commissione sui vincoli economici europei, oggetto delle critiche italiane. Ha detto che l’approccio alla flessibilità ha «indebolito» le regole «stupide» dell’approccio pro-austerità, anche se «siamo stati fortemente criticati, dalla Germania, dall’Olanda, dall’Austria».

«All’Italia, nel 2016 e nel 2017, abbiamo concesso flessibilità che le ha permesso di spendere 18 miliardi di euro. E abbiamo evitato di sanzionarla» per le violazioni «del Patto di Stabilità. Una cosa senza precedenti». Secondo Juncker questo ha portato a risultati perché, diversamente, «avremmo ucciso la debole ripresa». In serata è iniziata la pioggia di reazioni alle frasi di Juncker sul Mezzogiorno. Non solo dal Movimento Cinque Stelle o da Giorgia Meloni («Bevi di meno», il poco sobrio invito della leader di Fratelli d’Italia). Matteo Salvini ha replicato definendo le parole del presidente come «vergognose e razziste». «Ci faremo rispettare», ha avvertito il ministro dell’Interno in pectore. Contro Juncker si è schierato anche il ministro uscente, Carlo Calenda, che ha bollato come «indegne» quelle parole: «Se confermate – ha detto – meriterebbero dimissioni istantanee».
FRANKFURTER ALLGEMEINER FAZ - COPERTINA CONTRO L ITALIA - MAMMA MIAFRANKFURTER ALLGEMEINER FAZ - COPERTINA CONTRO L'ITALIA - MAMMA MIA
Fonte:qui

I TEDESCHI NON SI SCUSANO MAI, NEANCHE QUANDO CI OFFENDONO - INVECE DI PRENDERE LE DISTANZE DALL’ARTICOLO DI “SPIEGEL” IN CUI SI PARLA DEGLI “SCROCCONI DI ROMA”, ANGELA MERKEL TIENE IL PUNTO
MERKEL, RISPETTO PER L'ITALIA, ASPETTIAMO IL GOVERNO

(ANSA) - "L'Italia è un partner importante per la Germania" e il "rispetto per le istituzioni democratiche del Paese" richiede che si attenda quale Governo verrà insediato. Lo ha detto Steffen Seibert, portavoce di Angela Mrrkel, rispondendo a una domanda sugli sviluppi della situazione politica italiana e sulla richiesta di impeachment a Sergio Mattarella. Seibert ha sottolineato il rapporto di "amicizia" che esiste fra Germania e Italia.



Alla domanda se Berlino sia oggi più ottimista sul futuro del Paese e dell'eurozona alla luce del fallimento del governo giallo-verde pur nella difficile situazione politica che ne è risultata, Seibert ha risposto: "L'Italia è un amico importante e un partner dell'Ue, nelle relazioni politiche bilaterali ma anche al livello dei cittadini". "Il nostro rispetto per la democrazia italiana e per le sue istituzioni democratiche ci impone adesso di aspettare quale governo reggerà il Paese e con quali idee si rivolgerà a noi e ai partner europei", ha continuato.

Fonte: qui

"ITALIA SCROCCONA"– IL SETTIMANALE TEDESCO DER SPIEGEL ACCUSA IL NOSTRO PAESE: "I MENDICANTI ALMENO DICONO GRAZIE, QUANDO GLI SI DÀ QUALCOSA" – E NEL MIRINO FINISCE IL CAPO DELLA BCE DRAGHI – LA COPERTINA DELLA "FAZ"

ITALIA SCROCCONA
Da ansa.it

IL SETTIMANALE DELLA FAZ SULL ITALIA E IL GOVERNO LEGA 5 STELLEIL SETTIMANALE DELLA FAZ SULL'ITALIA E IL GOVERNO LEGA 5 STELLE
Il settimanale tedesco Der Spiegel si occupa dell'Italia e nella sua edizione on line accusa il paese di voler "scroccare" dal resto dei partner Ue, in un durissimo articolo firmato da Jan Fleischauer. Non si tratta di un paese povero, scrive il giornalista nel suo commento al piano del futuro governo, e poi attacca:

"Come si dovrebbe definire il comportamento di una nazione che prima chiede qualcosa per lasciarsi finanziare il suo proverbiale 'dolce far niente', e poi minaccia coloro che dovrebbero pagare se questi insistono sul regolamento dei debiti? Chiedere l'elemosina sarebbe un concetto sbagliato. I mendicanti almeno dicono grazie, quando gli si dà qualcosa. Scrocconi aggressivi si avvicina di più" alla condotta dell'Italia.

"In effetti si procede verso il ricatto", continua Spiegel, affermando che "rispetto all'Italia la Grecia è una bazzecola". "Se gli italiani decidono di non voler assolvere ai loro pagamenti, l'euro è alla fine e la Germania perderà tutti i soldi impegnati per salvarlo", si legge anche. E l'uomo che "ha fornito l'arma" che l'Italia punta contro i suoi vicini "siede a Francoforte", aggiunge il magazine, tirando in ballo Mario Draghi.

 Il "whatever it takes" pronunciato dal presidente della Bce nel momento più critico dell'eurocrisi, è la tesi, "è stato notato a Roma". "E adesso alla Bce non resta altro che continuare la sua politica perché ogni rialzo dei tassi porterebbe lo Stato italiano all'incapacità di pagare". L'articolo si conclude con un'osservazione dal tono quasi personale: "Io non ho nulla contro persone che vivono al di sopra delle loro possibilità. Per me l'Italia può continuare a praticare l'evasione fiscale come sport nazionale.

Trovo però incomprensibile che si vogliano addossare i costi delle proprie decisioni politiche ad altri che hanno un'altra concezione della politica. Questo difficilmente si concilia con il mio concetto di democrazia". "Chi vorrebbe essere considerato uno scroccone? Gli italiani, così almeno pare, hanno superato questa forma di orgoglio nazionale".
IGNAZIO VISCO E MARIO DRAGHIIGNAZIO VISCO E MARIO DRAGHI

"Mamma mia!". L'inserto settimanale della Frankfurter Allgemeine Zeitung dedica la copertina dell'edizione di oggi all'Italia, e sceglie la nota esclamazione, accompagnata da una vignetta in cui un'ape tricolore, con i simboli di M5S e Lega sullo sportello, precipita in un burrone. "L'Italia, il caso che dà pensieri all'Europa: un alto debito e poca prospettiva di miglioramento. Adesso i populisti dovrebbero assumere la leadership", si legge nel sottotitolo di un lungo articolo in cui si ricostruiscono le grandi difficoltà del paese, le recessioni dovute alla crisi dell'euro e i problemi delle famiglie e dei giovani, soprattutto nel Sud.

Il reportage commenta anche la vicenda del curriculum di Giuseppe Conte: "È un ostacolo sul lavoro se ti beccano che hai gonfiato il curriculum? Da mercoledì sera la risposta in Italia è che si può addirittura diventare primo ministro". Dopo aver raccontato la progressiva ascesa dei populisti nel paese, il magazine analizza la "prova di rottura" che si troverà ad affrontare l'euro: "Lega e 5 Stelle hanno molte idee che non sono compatibili con la divisa europea. I mercati finanziari diventano nervosi perché l'Italia non potrebbe essere salvata".

Fonte: qui
der spiegelDER SPIEGEL

MARIO GIORDANO: “CHE MERAVIGLIA LA ROSIKATURA DELL'INTELLIGHENZIA PROGRESSISTA DI FRONTE AI BARBARI NEL PALAZZO. ZUCCONI, SEVERGNINI, CASSESE, VAURO, ALAN FRIEDMAN SONO IN STATO DI PROSTRAZIONE ... "

SIAMO ANDATI AVANTI PER GIORNI A SENTIRE I BENPENSANTI CHE RIPETEVANO: ‘SALVINI NON VUOLE GOVERNARE’, ‘QUANTO È FURBO SALVINI CHE FA SALTARE TUTTO’. E ADESSO? NON SANNO PIÙ COSA DIRE…”

Mario Giordano per “la Verità”

Vittorio Zucconi, Beppe Severgnini, Sabino Cassese, Vauro Senesi, Alan Friedman Ma li avete visti mentre partecipano sgomenti al Rosikoni Super Classifica Show? La confezione di Maalox sotto la sedia per cercare di placare i bruciori di stomaco, assistono all' insediamento del nuovo governo gialloblù in uno stato di evidente prostrazione.
Vittorio ZucconiVITTORIO ZUCCONI

A un certo punto ieri mattina, durante l'Aria che tira, Andrea Romano era così angosciato che ha persino perso la parola. «Volevi intervenire?», ha chiesto la conduttrice Myrta Merlino vedendolo agitato. E lui, imbarazzato, non ha saputo cosa dire. È rimasto muto, lo giuro. «Siete un po' nervosetti, eh?», ha infierito maliziosa Myrta. E lui ha abbassato lo sguardo. Chissà, forse gli era solo andato di traverso il pop corn.

severgniniSEVERGNINI





Già, il pop corn. Volevano assistere allo spettacolo, lo spettacolo sono diventati loro.
Che meraviglia la Rosikatura dell'intellighenzia progressista di fronte ai barbari nel palazzo. Vittorio Zucconi a Piazzapulita, l' altra sera, ha subito dato il benvenuto al nuovo esecutivo: «Abbiamo i fascisti al governo», tuonava. A un certo punto l' ex direttore del Fatto, Antonio Padellaro, gli ha chiesto di fare i nomi di codesti fascisti. Ma lui, annaspando nella memoria, è riuscito solo a citare Tambroni e Scelba, che peraltro non risultano nelle liste consegnate al Quirinale.
alan friedman (2)ALAN FRIEDMAN (2)




Qualche ora prima, ospite di Lilli Gruber, Beppe Severgnini si disperava mostrando un video postato da Salvini. «C'è un immigrato che spenna i piccioni per strada e lui lo vuole espellere», ripeteva sdegnato. E concludeva che il cambiamento, se ci sarà, sarà in peggio. Come si possa arrivare a questa conclusione partendo da un piccione, solo Severgnini può dirlo. Ma è fatto così: se vede qualcuno che viene spennato, è felice. È l'idea di Salvini ministro invece che gli manda il ciuffo di traverso. Del resto, capiamo lo choc.
sabino casseseSABINO CASSESE

Siamo andati avanti per giorni a sentire i benpensanti che ripetevano la litania: «Salvini non vuole governare», «Salvini non vuole fare il ministro», «Ah quanto è furbo Salvini che fa saltare tutto perché ha paura di andare al Viminale». E adesso? Non sanno più cosa dire: Alan Friedman (Tagadà, La7) parla di «linguaggio dell' odio e della paura», Mario Lavia (una specie di Sandro Bondi del Pd) arriva quasi ad augurarsi l' aumento della criminalità per dispetto.

andrea romanoANDREA ROMANO









E l' ex ministro Marco Follini rispunta dal suo tragico passato per lamentarsi dell'«atteggiamento», cioè del «linguaggio non verbale» di Salvini (e anche di Di Maio). La loro colpa? «Sono contenti». Follini ha anche raccontato di quando lui fu nominato vicepremier (ovviamente «di malavoglia»): «Ero angosciatissimo». E guai a voi se non ci credete, populisti che non siete altro.

marco folliniMARCO FOLLINI


Dunque Salvini impari: sia triste. Dica che lo fa di malavoglia: così magari riuscirà a raggiungere gli strabilianti risultati di Follini, no? È quello che si augurano i partecipanti al Gran Premio Rosikoni. Ma li avete sentiti? I ministri non avevano ancora giurato e loro già parlavano di «governo caotico» (Augusto Minzolini), di aumento sicuro dell' Iva (Simona Malpezzi) e anche di diffusione di nuove epidemie (ancora Andrea Romano).

Quest' ultimo ha accusato anche Salvini di essere amico di Trump (ma come? Fino a ieri non era amico di Putin?). E il giornalista della Stampa Jacobo Jacoboni, con understatement sabaudo, ha completato l' opera elencando le caratteristiche di chi si sta insediando a Palazzo Chigi: «Xenofobi, antieuropeisti, filocinesi, filorussi, no vax, omofobi». Grazie, collega. Ma non hai forse dimenticato di dire che sono anche stupratori, stragisti e che quando giocano a rubamazzetto barano?

vauroVAURO
Il vignettista Vauro Senesi rincara la dose: quelli che governano ora, dice, sono anche «antiabortisti e andreottiani». Poi aggiunge con un' improvvisa lucidità autobiografica: «Siamo al delirio». Negli studi tv infatti fa capolino anche Lupo Rattazzi, figliol nobile e imprenditore, diventato eroe per aver comprato pagine di pubblicità pro euro e antiLega sui giornali.

Chiede a Salvini un abiura pubblica sulla via di Bruxelles, e c' è persino qualcuno che lo sta a sentire. Intanto il direttore del Foglio Claudio Cerasa viene colto da sindrome da tweet compulsivo e comincia a sparare a raffica messaggi del tipo: «Ah ma quindi non esistono governi eletti dal popolo?», oppure «Davigo e Di Matteo hanno già aperto un fascicolo sulla trattativa Stato-spread?». Diagnosi certa: Angoscia Rosikante Progressiva. Pregasi chiamare il 118. Ma non è uno spettacolo?
Lupo RattazziLUPO RATTAZZI




Non sappiamo come andrà a finire questo governo, se riuscirà a realizzare quanto promesso o no. Ma lo spettacolo dei Rosikoni è impagabile. Siamo grati a Salvini e Di Maio solo per avercelo regalato. L' altra sera Sabino Cassese, giurista e accademico, già membro della Corte Costituzionale, più volte candidato invano a Palazzo Chigi, cercava di affogare la delusione di vedere un collega al suo posto. Diceva cose del tipo: «Non governano i vincitori ma i migliori perdenti».

O ancora: «Il popolo ha chiesto in modo evidente un governo moderato, se voleva un governo estremista li faceva vincere davvero». E poi: «Hanno solo la maggioranza parlamentare». Ecco sì, professore, è vero: hanno «solo» la maggioranza parlamentare. Un dettaglio inutile, come avevamo fatto a non capirlo? Per fortuna c' è lei che ci illumina, conquistando l' unica premiership che le spetta di diritto. Quella del Rosikoni Super Classifica Show.

Fonte: qui

DEI TRE MINORENNI CHE HANNO STUPRATO UNA 12ENNE A CASTELLAMMARE DI STABIA, IL PIU’ PICCOLO DI SOLO 14 ANNI, ERA ANCHE IL PIU’ VIOLENTO: DOPO LA VIOLENZA, HA ANCHE MINACCIATO LA RAGAZZINA PER ESTORCERLE DENARO PER NON DIFFONDERE I FILMATI

DUE DEI TRE SONO IMPARENTATI CON UNA FAMIGLIA CAMORRISTA

Titti Beneduce per il “Corriere della Sera”

supro 5STUPRO 
Il più violento del gruppo è anche il più piccolo: a 14 anni, si legge nel decreto di fermo della Procura per i minori di Napoli, non solo ha violentato l' amica dodicenne, ma ha anche provato a estorcerle denaro per non divulgare i filmati. Una settimana dopo la sconvolgente denuncia fatta dalla ragazzina alla polizia è arrivata la svolta nelle indagini sullo stupro di gruppo avvenuto a Castellammare di Stabia lo scorso aprile.

Il pm minorile ha disposto il fermo di tre adolescenti: c' era, infatti, il «concreto pericolo che si rendessero irreperibili». Hanno 14, 15 e 16 anni e da ieri, in attesa della convalida del fermo, sono nel centro di prima accoglienza del Tribunale per i minorenni, in viale Colli Aminei a Napoli.

stupro 4STUPRO 
Due dei tre sono imparentati con una famiglia di camorra della zona stabiese. Tra i gravi indizi di colpevolezza ci sono proprio i filmati dello stupro fatti con un cellulare, che il perito informatico ha individuato. A rintracciare e fermare i tre ragazzi sono stati gli agenti del commissariato di Castellammare e quelli della squadra mobile. I fatti risalgono a metà aprile, alcune settimane prima della denuncia. La dodicenne, che si fidava dell' amico, è stata attirata in una trappola e «ceduta» ad un altro ragazzo, mentre il terzo filmava la scena.

Un' esperienza terribile, che la protagonista è riuscita, sia pure con difficoltà, a riferire ai genitori e poi alla polizia: un giorno che si è sentita male a scuola a causa dello stress e dell' angoscia si è decisa a rivelare il suo segreto. Tramite l' avvocato che li assiste, Roberto Chiavarone, i genitori fanno sapere che a loro, ora, interessano solo l' equilibrio e la serenità della ragazzina: «Niente trionfalismo, niente giustizialismo».
stupro 3STUPRO 

I tre adolescenti fermati sono amici inseparabili, come si comprende guardando le loro pagine Facebook («Ci sono persone che non finiscono mai di volersi bene semplicemente perché ciò che le lega è più forte di ciò che le divide»).

Tante le foto scattate insieme e poi postate, con commenti che in alcuni casi fanno pensare. Uno dei tre, per esempio, scrive: «Dio mi creò, il diavolo si fece la croce»; «Fuori come i panni siamo i peggio bastardi. Sì, bravi ragazzi ma stai attento a toccarci»; «Chi non ha il coraggio di prendersi dei rischi, non raggiungerà mai nessun obiettivo nella vita»; «Alle vostre lezioni di vita io mi siedo all' ultimo banco a lanciare aeroplani di carta»; «La giungla non ci fa paura, siamo noi i leoni. In cielo come aquile, buchiamo gli aquiloni».

Non è da meno un altro dei tre indagati: «Se aspettate che crollo resterà un vostro sogno», scrive, attribuendo la frase al defunto capo di Cosa nostra Totò Riina. Quello stesso giorno dello scorso febbraio il ragazzino cambia foto di copertina, postandone una tratta dalla serie «Gomorra» in cui uno dei personaggi della fiction, 'o Track, punta la pistola alla fronte di Genny Savastano. La foto riceve diversi commenti di approvazione da amici e amiche. Scrive ancora l' adolescente: «Preferisco essere un re all' inferno che un servo in paradiso».
stupro 1STUPRO 

Sul fermo intanto è intervenuta Maria Luisa Iavarone, la mamma di Arturo, il ragazzo aggredito e gravemente ferito il 18 dicembre scorso in via Foria, nel centro storico di Napoli. «Bisogna porre subito un argine, stare accanto a questi ragazzi: pensano che tutto sia consentito. Serve una strategia che preveda percorsi di repressione e anche di prevenzione e avere la consapevolezza che dietro un minore che sbaglia c' è sempre qualcosa che non ha funzionato. Anche quello della violenza - ha concluso Iavarone - è un linguaggio la cui grammatica noi abbiamo il dovere di correggere».

Fonte: qui

LE BANCHE STANNO TORNANDO AGLI UTILI E I SINDACATI NON VOGLIONO CONGELARE GLI AUMENTI DI STIPENDIO REGALANDO, DI FATTO, QUATTRINI AI SIGNORI DEL CREDITO

(ANSA) -  Far slittare la scadenza, la vigenza, del contratto dei bancari e quindi il relativo rinnovo di un anno: cioe' a fine 2019 evitando la disdetta che, sempre secondo il contratto, dovrebbe arrivare alla fine del mese di giugno per consentire di rivedere i dettagli. Questa la proposta dell'Abi ai segretari generali dei lavoratori del settore che pero', almeno nel caso della Fabi, non sembrano disponibili se non ad alcune condizioni. L'Abi guidata da Antonio Patuelli nella missiva ai segretari chiede ai sindacati di rispondere entro il prossimo 20 giugno (il 10 luglio prossimo e' previsto il rinnovo delle cariche con la probabile riconferma di Patuelli per 2 anni).

"Non e' assolutamente vero che tutti i sindacati del 'credito' siano d'accordo sulla proroga della scadenza di un anno. - commenta il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, riferendosi a notizie recentemente circolate sulla stampa - La Fabi vuole assumere una posizione unitaria solo dopo l'incontro fra tutti i segretari generali dei sindacati prevista per il 12 giugno a Roma.
SILEONI FABISILEONI FABI

Non vogliamo regalare un anno di aumenti economici alle banche, cosa che potrebbe accadere nel caso di proroga 'al buio', per due motivi: primo perché le banche stanno nuovamente ritornando agli utili, prova ne sono i risultati delle trimestrali. Secondo perché vogliamo gestire i cambiamenti organizzativi in atto nel settore entro il 2018, condividendo e non subendo i cambiamenti già in atto. Inoltre il congresso della Fisac Cgil - dice riferendosi sempre a notizie di stampa - non può rappresentare un ostacolo o un problema all'inizio delle trattative, anzi rappresenterà un forte e positivo valore aggiunto alla relazioni sindacali. Quindi niente fughe in avanti ma unitarietà fra sindacati e condivisioni delle scadenza con Abi".

Fonte: qui