9 dicembre forconi: 07/03/18

martedì 3 luglio 2018

IN AUSTRALIA UN UOMO DI 57 ANNI NON VA IN BAGNO PER GIORNI E RISCHIA DI MORIRE: L'ACCUMULO NELL'INTESTINO E NEL COLON GLI AVEVA BLOCCATO LA CIRCOLAZIONE SANGUIGNA E PARALIZZATO LE GAMBE

I MEDICI LO OPERANO E GLI ESTRAGGONO DUE LITRI DI FECI 

IL PROBLEMA DI STITICHEZZA È DIVENTATO UN CASO DI STUDIO…

Da “www.leggo.it

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Non riusciva ad andare in bagno da giorni e ha rischiato di morire, dopo che l'accumulo di feci nell'intestino e nel colon, che impediva la circolazione sanguigna, gli aveva paralizzato le gambe.

Se l'è vista davvero brutta un uomo di 57 anni, residente in Australia, che si era presentato in ospedale dopo aver iniziato ad accusare gravi problemi nel camminare e nel reggersi in piedi: le sue gambe, infatti, avevano perso ogni sensibilità e l'unico rimedio che i medici hanno potuto adottare è stato decisamente invasivo.
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La vicenda di questo paziente, ricoverato al Footscray Hospital di Victoria, è diventato anche un caso di studio, pubblicato sulla rivista scientifica "BMJ Case Report".

I medici, infatti, erano rimasti piuttosto stupiti nel notare che una gamba in particolare, quella destra, era decisamente più 'addormentata' e fredda a causa del blocco di flusso sanguigno, ma una volta saputo che l'uomo soffriva da giorni di una forte stitichezza, dolori allo stomaco e nausea, hanno avuto l'intuizione giusta: a causare tutti quei problemi era la grossa massa di feci accumulatesi nell'intestino.
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L'unica terapia, per risolvere il problema, si è rivelata piuttosto invasiva e poco piacevole anche per i medici stessi: per salvare l'uomo da un'agonia che l'avrebbe condotto alla morte, è stato necessario intervenire chirurgicamente ed estrarre manualmente due litri (o, se preferite, duemila centimetri cubi) di feci dall'intestino.

Dopo l'intervento, perfettamente riuscito, il paziente ha passato quattro giorni nel reparto di terapia intensiva, ma dopo meno di due settimane poteva già camminare di nuovo e, dopo tre settimane di ricovero, è stato dimesso.

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Il singolare caso clinico, menzionato nel rapporto del dottor Simon Ho, è una patologia detta sindrome del comparto addominale (ACS), dovuta ad una maggior pressione dell'addome con conseguenti problemi di circolazione sanguigna e possibili insufficienze d'organo.

Nel caso dell'uomo, la patologia ha causato un'ischemia degli arti inferiori, che ha rischiato di ucciderlo: «L'ACS va trattata in modo tempestivo, ha conseguenze molto gravi e un'alta percentuale di mortalità». 
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Come riporta "Diario del web", questi sono i sintomi più comuni di questa patologia da non sottovalutare: “Dolore addominale e disagio, gonfiore, sensazione di dover andare in bagno e necessità di ‘spingere’ per evacuare, nausea, vomito, mancanza di appetito, mal di testa, perdita di peso inspiegabile, perdita di feci liquide.

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La condizione può peggiorare e mostrare altri sintomi come battito cardiaco accelerato, disidratazione, respirazione rapida, febbre, confusione, agitazione, incontinenza.”

Fonte: qui

LA CASSAZIONE ORDINA DI SEQUESTRARE, “OVUNQUE VENGA RINVENUTA”, QUALSIASI SOMMA DI DENARO RIFERIBILE ALLA LEGA NORD SU CONTI BANCARI, LIBRETTI, DEPOSITI FINO A RAGGIUNGERE 49 MILIONI DI EURO

LA SOMMA EQUIVALE AL PROVENTO DELLA TRUFFA ALLO STATO PER LA QUALE E’ STATO CONDANNATO IN PRIMO GRADO UMBERTO BOSSI  

(ANSA) - "Ovunque venga rinvenuta" qualsiasi somma di denaro riferibile alla Lega Nord - su conti bancari, libretti, depositi - deve essere sequestrata fino a raggiungere 49 milioni di euro, provento della truffa allo Stato per la quale e' stato condannato in primo grado l'ex leader leghista Umberto Bossi. Lo sottolinea la Cassazione nelle motivazioni che accolgono il ricorso del pm di Genova contro Matteo Salvini contrario ai sequestri a 'tappeto'. Il Riesame ora deve sequire le indicazioni degli ermellini'. Finora bloccati 1,5mln di euro.

UMBERTO BOSSI E BELSITOUMBERTO BOSSI E BELSITO
Ad avviso dei supremi giudici, la Guardia di Finanza può procedere al blocco dei conti della Lega in forza del decreto di sequestro, emesso lo scorso 4 settembre dal pm di Genova, senza necessita' di un nuovo provvedimento per eventuali somme trovate su conti in momenti successivi al decreto. Invece, secondo Giovanni Ponti, legale della Lega, le uniche somme sequestrabili sono quelle trovate sui conti "al momento dell'esecuzione del sequestro" con "conseguente inammissibilità delle richieste del pm di procedere anche al sequestro delle somme 'depositande'".

salvini al congresso della legaSALVINI AL CONGRESSO DELLA LEGA






Secondo la difesa della Lega, il pm potrebbe chiedere la confisca "anche delle somme future" solo durante il processo di appello. Ma la Cassazione ha obiettato che i soldi sui conti potrebbero non essere stati trovati al momento del decreto "per una impossibilita' transitoria o reversibile", e il pm non deve dare conto di tutte le attività di indagine svolte "altrimenti la funzione cautelare del sequestro potrebbe essere facilmente elusa durante il tempo occorrente per il loro compimento".

A LIGNANO UN GRUPPO DI TURISTI AUSTRIACI IN PREDA ALL'ALCOL RIMANE CHIUSO IN ASCENSORE E CERCA DI SCARDINARE LE PORTE

I POMPIERI LI LIBERANO E LORO LI AGGREDISCONO: NON SIETE STATI ABBASTANZA VELOCI…

Paola Treppo per www.ilgazzettino.it

vigili del fuoco liberano turisti bloccati in ascensoreVIGILI DEL FUOCO LIBERANO TURISTI BLOCCATI IN ASCENSORE
Cercano di liberarli il più velocemente possibile dal vano dell’ascensore nel quale sono rimasti chiusi senza riuscire a uscire.

Alterati, probabilmente per l’assunzione di bevande alcoliche, gli occupanti della cabina, tutti turisti stranieri hanno iniziato ad agitarsi molto e a inveire contro i pompieri che li stavano aiutando.

Dall’interno, scalciando, avevano cercato di scardinare le porte, rendendo ancora più difficoltoso l’intervento. I vigili del fuoco sono riusciti a portare l’ascensore al piano di sicurezza, alla base dello stabile e a liberare finalmente i turisti, tutti di nazionalità austriaca.
turisti ubriachi lignanoTURISTI UBRIACHI LIGNANO

Un lieto fine? Affatto: un turista ha sferrato una gomitata in faccia a un pompiere, ritenendo che quest’ultimo non avesse agito con sufficiente velocità nel suo intervento di soccorso.

Il pompiere è stato trasportato all’ospedale di Latisana per tutti gli accertamenti del caso. Sul posto è giunta una pattuglia dei carabinieri di Lignano per fare chiarezza sull’accaduto. È successo intorno alle 3.30 di di venerdì 29 giugno, destando lo sdegno degli altri ospiti della struttura vacanze dove è avvenuto l’increscioso fatto. 

Fonte: qui

IRAN – INFLAZIONE AL 55%, PROTESTE E SCONTRI CON LA POLIZIA, IN PIAZZA ANCHE GLI OPERATORI DEL GRAN BAZAR DI TEHERAN, LA CASA DEI MERCANTI CONSERVATORI CHE ACCUSANO ROHANI DI “FARSI ABBINDOLARE” DALL’OCCIDENTE


Pierluigi Franco per “il Messaggero”

proteste gran bazar teheran iran 8PROTESTE GRAN BAZAR TEHERAN IRAN
Il presidente dell' Iran, Hassan Rohani, stavolta sembra preso tra due fuochi: le proteste interne e il petrolio pilotato da Donald Trump. Due grane non da poco. Dal 25 giugno, infatti, il Paese degli Ayatollah è alle prese con una serie di proteste contro la crisi economica. E a far capire quanto queste proteste siano sintomatiche di qualcosa di più grande è il fatto che sono partite dal Gran Bazar di Teheran, il più grande del mondo, ma anche il più potente sotto il profilo politico.

hassan rohani 2HASSAN ROHANI





Quando protestano i bazarì, gli operatori del Bazar, il sistema trema. Perché il Gran Bazar della capitale è la casa dei mercanti conservatori, quelli che sostennero Khomeini nel 1979 e rovesciarono lo scià Mohammad Reza Pahlavi. Dunque, la chiusura per protesta del grande mercato di Teheran è un segnale molto forte per il governo riformatore di Rohani, accusato di aprire all' Occidente e, soprattutto, di «farsi abbindolare». Fatto sta che alla protesta dei bazarì hanno fatto seguito altre manifestazioni, con disordini per le strade e interventi della polizia.

IL SOSPETTO
proteste gran bazar teheran iran 7PROTESTE GRAN BAZAR TEHERAN IRAN
Difficile capire cosa ci sia dietro. La Guida suprema, ayatollah Sayyed Ali Khamenei, ha puntato il dito contro gli Stati Uniti e i loro alleati della regione colpevoli di creare «caos, disordini e insicurezza in Iran». Ma sono in molti a pensare che l' iniziativa sia in realtà partita dagli strati conservatori sconfitti da Rohani e desiderosi di destabilizzare questo governo.

Lo farebbe intendere anche la protesta a Khorramshahr, nel sud dell' Iran, dove la gente è scesa in piazza dopo un' interruzione dell' erogazione di acqua che ha portato anche a spari da parte della polizia e al ferimento di un manifestante, in un primo momento dato per morto.

proteste gran bazar teheran iran 5PROTESTE GRAN BAZAR TEHERAN IRAN

D' altra parte, però, la situazione economica scaturita dalle sanzioni, e aggravata dall' uscita americana dall' accordo sul nucleare, comincia a essere davvero grave. L' inflazione sfiora ormai il 55% sul tasso di cambio al mercato nero (circa 90.000 rial per dollaro), al quale fanno riferimento molti commercianti, a fronte di un tasso ufficiale di 42.000 rial per dollaro. E a far temere il peggio c' è anche il ritorno, dal prossimo mese di agosto, di tutte le sanzioni imposte dagli Stati Uniti dopo il ritiro dall' accordo sul nucleare. Così, in un Iran terrorizzato dalla crisi futura, si è scatenata una vera e propria corsa al dollaro, causando inevitabilmente un ancor più cospicuo deprezzamento del rial.

hassan rohaniHASSAN ROHANI
LA STRATEGIA DI WASHINGTON
In tutto questo, ovviamente, Trump ha buone ragioni per esultare, inconsapevole di fare un regalo ai falchi conservatori di Teheran. E, per dare il colpo di grazia all' economia iraniana, punta sul petrolio, sapendo che è l' oro nero a farla da padrone anche in Iran, quarto produttore al mondo. Così il presidente americano ha deciso di agire su due fronti: da una parte minacciando gli alleati di sanzioni se non taglieranno le importazioni iraniane entro l' inizio di novembre, dall' altro ha chiesto all' Arabia Saudita di aumentare la produzione per far scendere il prezzo in chiave anti-iraniana.
khameneiKHAMENEI
Tra i Paesi che Trump considera alleati ci sono sicuramente la Corea del Sud, che lo scorso anno ha segnato il 14% delle esportazioni di petrolio dall' Iran, e l' Italia (7%). Il maggiore importatore di greggio iraniano è però la Cina con il 24%, mentre l' India è al 18% e la Turchia al 9%.

All' Arabia Saudita, in particolare al re Salman, Donald Trump ha chiesto dunque di aumentare la produzione di petrolio fino a due milioni di barili, anche se Riad ha confermato la richiesta statunitense senza menzionare alcun obiettivo di produzione.
proteste gran bazar teheran iran 4PROTESTE GRAN BAZAR TEHERAN IRAN


Immediata la reazione dell' Iran che ha chiesto ai Paesi Opec di «astenersi da qualsiasi misura unilaterale» per aumentare la produzione di petrolio oltre il milione di barili di greggio al giorno stabiliti appena una settimana fa dall' organizzazione.

LA TROVATA DEL GOVERNO
Inoltre un' inedita iniziativa è stata annunciata ieri dal vice presidente iraniano, Eshaq Jahangiri: il greggio dell' Iran sarà quotato in Borsa e il settore privato potrà acquistarlo ed esportarlo. Difficile dire se sarà sufficiente.

Fonte: qui

GERMANIA (E EUROPA) SULL’ORLO DI UNA CRISI DI MERKEL – IL GOVERNO TEDESCO RISCHIA DI CADERE.

SERVE UN’INTESA SUI RESPINGIMENTI AL CONFINE, MA ANGELA NON CEDE 

L’ULTIMATUM DI SEEHOFER: SVOLTA ENTRO TRE GIORNI O AUF WIEDERSEHEN MERKEL! 

SCHAUBLE: “L’UNIONE È SULL’ORLO DELL’ABISSO”


horst seehofer angela merkelHORST SEEHOFER ANGELA MERKEL
Senza un accordo, il governo tedesco è appeso a un filo. La riunione a Berlino tra Angela Merkel e Horst Seehofer con il presidente del Bundestag Wolfgang Schäuble a fare da mediatore, è uno degli ultimi tentativi di trovare un compromesso nella crisi politica tra la cancelliera della Cdu e il suo ministro dell’Interno, leader della Csu bavarese.

Serve un’intesa sui respingimenti al confine tedesco dei richiedenti asilo già registrati in un altro Paese Ue: la misura voluta da Seehofer che Merkel ha stoppato, perché la ritiene una mossa “unilaterale” di uno Stato, e non intende cedere neanche di un centimetro.
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Il vertice è solo l’ultimo atto, per ora, della crisi di governo tedesca cominciata a metà giugno. Uno strappo tra i due storici alleati democristiani che nella notte tra domenica e lunedì ha conosciuto un nuovo capitolo, con la riunione a Monaco dei vertici della Csu e l’ultimatum dato da Seehofer alla cancelliera. Dopo aver minacciato due volte le dimissioni, il ministro degli Interni si è appellato a un ultimo disperato tentativo di trovare un accordo.

MERKEL SEEHOFERMERKEL SEEHOFER

Ma se “entro tre giorni” non otterrà da Merkel una svolta soddisfacente sulla questione migranti, allora lascerà “tutte le poltrone“. “L’Unione è sull’orlo dell’abisso“, ha detto lunedì mattina Schäuble che ora chiede ai due protagonisti della crisi di trovare un compromesso. La Csu, dopo quanto successo domenica notte, ha cercato invece di minimizzare, dichiarandosi aperta a una possibile soluzione.

TITOLO LIBERO LA CULONA SI E' SGONFIATATITOLO LIBERO LA CULONA SI E' SGONFIATA

“La stabilità del governo per noi non è in discussione, e neppure la fine del gruppo parlamentare comune è la strada giusta”, ha addirittura detto il presidente della Baviera, Markus Soeder, secondo il quale “in un governo si può raggiungere molto, ma fuori no”. “Noi riteniamo che ci sia bisogno di maggiore sicurezza alle frontiere”, ha continuato parlando a margine di un evento a Passau, e sottolineando che il partito sia comunque disponibile al compromesso. Nel pomeriggio dalla sede della Cdu, la Konrad-Adenauer-Haus, dopo una riunione fiume cominciata alle 8.30, sono arrivati anche i toni concilianti della Merkel, disponibile a trovare una soluzione.
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Lo scenario: accordo, cambio di ministro o urne –Tutto comunque è rimandato a quello che uscirà dal faccia a faccia Merkel-Seehofer in cui, scrive il quotidiano bavarese Sueddeutsche Zeitung, “quasi tutto è ancora possibile“. A questo punto tra Berlino e Monaco, tra Cdu e Csu, potrebbe davvero esserci la rottura, come non succedeva dal 1976. Merkel ha poche opzioni davanti a sé.

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Senza un’improvvisa intesa con Seehofer da trovare al massimo entro il 4 luglio, dovrebbe accettare le dimissioni del suo ministro. Seehofer potrebbe essere sostituito da un altro esponente della Csu, per esempio il capogruppo Alexander Dobrindt. L’altro scenario sarebbe la fine della coalizione.

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A quel punto la cancelliera si presenterebbe in Parlamento a chiedere la fiducia, per certificare la mancanza di una maggioranza. Da quel momento dovrebbero passare 60 giorni prima di tornare al voto. Per evitare le urne Merkel potrebbe tentare due strade: un governo di minoranza con i socialdemocratici, oppure una nuova coalizione con Spd e Verdi. In caso di accordo last minute invece, la cancelliera si presenterebbe comunque davanti al Bundestag per una fiducia che servirebbe semplicemente a sancire la fine della crisi.

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La riunione di domenica – Per due volte nel corso della serata di domenica Seehofer aveva minacciato le dimissioni. Le prime sono state respinte dal suo stesso partito, per mano del capogruppo Alexander Dobrindt, che le ha definite inaccettabili. Le secondo le ha ritirate il ministro stesso, spiegando che avrebbe cercato un nuovo accordo con la sua cancelliera. Un balletto che è lo specchio della fragilità degli equilibri politici tedeschi.

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Che la situazione sia “molto seria“, lo aveva ammesso anche la stessa Merkel in un’intervista alla Zdf rilasciata domenica alle 14, prima che a Monaco si compiesse il dramma Seehofer. Ha dichiarato che farà “tutto il possibile per raggiungere risultati e continuare a tutelare la responsabilità per il nostro Paese”. Ma sul casus belli della crisi non è arretrata di un centimetro: nessuna apertura, al momento, ai respingimenti al confine tedesco dei richiedenti asilo già registrati in un altro Paese Ue. “La considererei una mossa unilaterale di uno Stato”, ha più volte spiegato.

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Seehofer: “Ci parleremo ancora” – I controlli alla frontiera sono invece il punto cardine del masterplan sull’immigrazione redatto da Seehofer: un testo su cui la Csu si gioca la faccia, anche in vista delle elezioni del prossimo ottobre nella sua Baviera. “Dico di sì, che mi dimetterò da ministro e da capo del partito e che lo farò entro tre giorni”, ha confermato Seehofer nella notte, parlando fuori dalla sede del partito a Monaco e anticipando un incontro in giornata con la Cdu, “nella speranza che si possa arrivare ad un accordo”.
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“Ci parleremo ancora – ha detto il ministro degli Interni – Nell’interesse di questo paese e della capacità della nostra coalizione e dell’esecutivo di governo, cosa che vogliamo preservare. Vogliamo raggiungere un accordo sulle questioni chiave del controllo dei confini e dei respingimenti alle frontiere, e solo su questi punti”. “Spero che ci riusciremo”, ha concluso.

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La crisi dopo il Consiglio Ue – L’Asylstreit, così come i quotidiani tedeschi chiamano la crisi di governo sull’immigrazione, sembrava essere giunta a una svolta in positivo dopo il Consiglio europeo di settimana scorsa. Il partito del ministro Seehofer chiedeva di ottenere a Bruxelles “qualcosa di peso equivalente” ai respingimenti. Per Merkel il risultato delle trattative era stato “anche più di qualcosa che abbia peso equivalente”.

Horst SeehoferHORST SEEHOFER
Credeva che i fratelli bavaresi potessero essere soddisfatti quando ha indirizzato loro la lettera di otto pagine dal titolo Più ordine e controllo nella politica migratoria in cui annunciava tra l’altro di aver stretto accordi con 14 Stati Ue per velocizzare i respingimenti. Fonte: qui

LA FAMIGLIA VENDE LA CASA FARMACEUTICA, RECORDATI, AL FONDO INGLESE CVC PER 3 MILIARDI E IL TITOLO CROLLA DEL 12,5%

AGLI ANALISTI IL PREZZO NON PIACE

Chiude in rosso Milano, come d'altronde tutte le principali piazze europee, nella prima seduta della settimana e di luglio. Motivo principale che frena gli indici è la sempre più alta tensione sul fronte commerciale a livello mondiale, oltre lo strappo nel governo tedesco che crea nervosismo fra gli operatori.
RECORDATIRECORDATI

Tornando a Milano, il Mib termina la giornata lasciando sul parterre lo 0,9% a 21.427,20 dopo aver chiuso in rialzo dello 0,9% venerdí.

Tra gli indici minori, il Mid-Cap perde lo 0,6% a 40.524,90 dopo aver guadagnato lo 0,8% venerdì. Lo Small-Cap registra un ribasso dello 0,5% a 21.757,74,71 dopo il guadagno dell'1,1%. L'AIM è l'unico in verde, in rialzo dello 0,1% a 9.662,40 dopo aver chiuso in verde dello 0,1% l'ultima seduta.

A trainare in ribasso il paniere delle blue chip è Recordati, in perdita del 12,5% a chiusura degli scambi. Il titolo risente della decisione della famiglia Recordati di cedere il 51% della società al fondo di private equity britannico CVC.

FIMEI - controllata della famiglia Recordati - detiene circa il 51,8% delle azioni della casa farmaceutica. Il corrispettivo dell'operazione è di circa EUR3 miliardi, che implica un prezzo di EUR28 per ciascuna azione di Recordati. Il corrispettivo sarà pagato per circa EUR2,3 miliardi al closing dell'operazione e per EUR750 milioni in strumenti finanziari di debito subordinati di lungo termine.
CONFALONIERI PIERSILVIO BERLUSCONICONFALONIERI PIERSILVIO BERLUSCONI

Male anche Mediaset che termina le contrattazioni con un rosso che segna il 3,7%. Oltre al taglio di rating e target price operato venerdì da Morgan Stanley, l'idea del Ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio di dare vita ad una sorta di Netflix all'italiana potrebbe danneggiare il mercato a cui fanno riferimento Mediaset e Rai.

Non inizia la settimana con il piede giusto nemmeno Brembo, che ha terminato la seduta sotto del 2,1%.

Dall'altra parte del listino in verde i titolo bancari, con in testa Banco Bpm che termina le negoziazioni in verde dello 0,8%.

Bene anche Unipolsai, in rialzo dello 0,4% e Poste Italiane, che chiude in verde dello 0,1%.

Fra i migliori si annovera anche Fiat Chrysler, nonostante Exane BNP abbia tagliato il target price di Fiat Chrysler Automobiles a EUR23,38 da EUR23,58 con valutazione 'Neutral'. Il titolo chiude poco sopra la parità.
MARCHIONNE CON GOLF E CRAVATTAMARCHIONNE CON GOLF E CRAVATTA

Fuori dal listino principale buona performance di Giglio Group che chiude in rialzo dell'15.5%.

Nell'indice delle Small Cap salto in lungo di Trevi Finanziaria che chiude la giornata in verde del 17,5%, visto il proseguimento della trattativa per la ristrutturazione del debito.

Sempre fuori dal paniere principale è da segnalare la performance di Casta Diva Group, su di oltre il 14% prima che il titolo venisse sospeso per eccesso di rialzo. A spingere in su le azioni della società dell'AIM è stata la notizia del debutto a New York di Casta Diva Forum, con un evento dedicato a ICO e blockchain.

Sul fronte dei dati macro, il tasso di disoccupazione dell'Eurozona su base annua si è attestato all'8,4% nel quinto mese dell'anno, restando invariato rispetto ad aprile e registrando un calo dal 9,2% da maggio 2017. Si tratta del tasso inferiore registrato nell'Eurozona da dicembre 2008.

Il tasso di disoccupazione italiano è invece sceso al 10,7% nel quinto mese del 2018 dall'11,0% del mese di aprile. Il dato di aprile è rivisto al ribasso dall'iniziale 11,2% mentre gli economisti prevedevano un calo più contenuto all'11,1%.
donald trump xi jinping mar a lagoDONALD TRUMP XI JINPING MAR A LAGO

Per quanto riguarda invece il comparto manifatturiero, l'indice PMI del settore per l'Eurozona toccato il valore più basso in diciotto mesi di 54,9, che si raffronta al 55,5 di maggio. Il dato non incontra le stime, che avevano previsto un valore di 55,0.

Il PMI manifatturiero itlaiano, infine, è salito a quota 53,3 a giugno, in crescita rispetto a 52,7 registrato a maggio e superiore a 52,6 previto dagli economisti. Ogni punteggio superiore a 50 indica la crescita del settore.

Tornando ai mercati ma spostandoci all'estero, il FTSE 100 di Londra cede l'1,2%, con Londra che paga anche il nervosismo in vista dell'appuntamento di venerdì del governo May per cercare di appianare le decisioni sul futuro piano Brexit da presentare a Bruxelles. Il CAC 40 di Parigi perde lo 0,9%, mentre lo strappo nel governo tedesco si fa sentire sul DAX 30 di Francoforte che registra un ribasso dello 0,5%.

A Paternoster Square il peggior indice in chiusura è stato il titolo Smith & Nephew che chiude le contrattazioni sotto del 4,1%.

A New York, il Dow è in calo dello 0,5%, il Nasdaq perde lo 0,2% e l'indice S&P perde lo 0,3%.

EURO DOLLARO 1EURO DOLLARO 
Tra le valute, il dollaro è in rialzo sulle principali concorrenti, vicino ai massimi da un anno, con i trader che appaiono propendere per la previsione che l'escalation di tensioni tra gli Stati Uniti e i partner commerciali colpirà limitatamente l'economia Usa. Alla chiusura, l'euro vale USD1,1603 contro USD1,1669 della chiusura di venerdì mentre la sterlina é quotata USD1,3120 rispetto a USD1,3193.

Il Brent vale invece USD77,87 al barile rispetto a USD79,43 di venerdì sera, mentre un'oncia d'oro, pagando la forza del dollaro, si attesta a USD1.246,52 registrando il minimo da sei mesi rispetto a USD1.251,31 l'oncia della chiusura precedente.

Per quanto riguarda il calendario economico di martedì, previsto alle ore 1000 CET, l'indice di fiducia dei consumatori spagnoli. Alle 1100 CET in arrivo dall'Eurostat l'Indice dei prezzi alla produzione e le vendite al dettaglio. Alle 1455 CET, dagli Stati Uniti in arrivo il Redbook, mentre è atteso per le ore 1600 CET gli ordinativi dei beni durevoli e sempre alla stessa ora, gli ordinativi delle fabbriche. Alle 2230 CET è la volta della pubblicazione delle scorte settimanali di petrolio. Fonte: qui

ROMA, NASCONDEVA IN TASCA 45 PASTICCHE DI YABA: ARRESTATO PUSHER A TORPIGNATTARA

L’UOMO FINITO IN MANETTE, ORIGINARIO DEL BANGLADESH, E’ STATO VISTO MENTRE SI AVVICINAVA AI POTENZIALI ACQUIRENTI, IN GRAN PARTE SUOI CONNAZIONALI


YABA - DROGA DI HITLERYABA 
Nel corso di una attività antidroga, i Carabinieri della Stazione di Roma Quadraro hanno arrestato con l'accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, un 37enne del Bangladesh, nullafacente, domiciliato a Roma, trovato in possesso di 45 pasticche di yaba. I militari lo hanno individuato, nel corso di alcuni controlli, mentre si aggirava in via Labico, a Torpignattara, alla ricerca di acquirenti per distribuire le sue pasticche della «droga della pazzia» o «droga di Hitler».

YABA - DROGA DI HITLERYABA - DROGA DI HITLER
Lo straniero è stato visto mentre si avvicinava ai potenziali acquirenti, perlopiù suoi connazionali, anche giovanissimi, sfruttando il basso costo di ogni singola pasticca. All'atto del controllo, i militari hanno proceduto prima all'identificazione dello straniero e successivamente alla perquisizione personale che ha così permesso di rinvenire nella tasca dei pantaloni, 4 bustine di cellophane, contenenti complessivamente le 45 pasticche di yaba, del peso di circa 5 grammi, nonché del denaro contante pari a 90 euro, ritenuto provento della pregressa attività di spaccio. L'arrestato è stato portato in caserma e trattenuto nelle camere di sicurezza, in attesa del rito direttissimo. Fonte: qui

Calciatore ucciso a Milano, indagini: fu gettato vivo nel bidone con l'acido

Andrea La Rosa, l'ex calciatore di 35 anni ucciso nella notte tra il 14 e il 15 novembre 2017 a Milano, è morto per "l'azione combinata dell'inalazione dei fumi dell'acido e del confinamento all'interno del bidone", dove era stato infilato ancora in vita per essere sciolto. Lo scrivono i carabinieri nella nota di riepilogo delle indagini. Per l'omicidio sono in carcere Raffaele Rullo e sua madre Antonietta Biancaniello.
La ricostruzione del delitto - Dalla perizia sul corpo è dunque emerso che l'ex calciatore del Brugherio non è morto per le ferite inferte nella cantina in via Cogne dove ha incontrato i suoi assassini, ma soffocato dai fumi dell'acido che avrebbe dovuto far sparire il suo cadavere. Rullo lo ha attirato sul luogo del delitto con la scusa di presentargli sua madre, poi i due gli hanno somministrato due narcotizzanti che lo hanno completamente stordito consentendogli di trascinarlo nelle cantine. Qui lo hanno infilato nel bidone, gli hanno versato sopra almeno sei flaconi di acido e hanno sigillato il tutto con il nastro.
C'è un indagato per favoreggiamento - La ferita al collo che finora si pensava avesse determinato la morte del 35enne potrebbe essere stata inferta quando era ormai privo di sensi. Quel bidone con il corpo è stato poi trovato dai carabinieri il 14 dicembre 2017 nell'auto della Biancaniello, che dopo averlo tenuto nell'autorimessa di un conoscente, il 72enne Sante Cascella, anche lui indagato per favoreggiamento per aver omesso di riferire informazioni su Rullo, lo stava trasportando nel box del figlio per distruggerlo utilizzando altri 24 flaconi di acido.
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Il movente legato a un debito - Il movente del delitto, secondo gli investigatori, è da ricondurre a un prestito di denaro da 30mila euro non restituito a La Rosa, più altri 8mila euro che la vittima aveva portato con sé la sera del delitto e che avrebbe dovuto prestare agli indagati. Inoltre Rullo, con la commissione del delitto, oltre ad eliminare un creditore, ha eliminato anche un testimone delle truffe assicurative che, spiegano i carabinieri, era solito mettere in atto. I raggiri sono al centro di un'altra inchiesta per associazione a delinquere finalizzata alla truffa, che ha portato nelle scorse settimane alla firma di una nuova ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari per i due, mentre altri 4 loro familiari sono indagati a piede libero. Fonte: qui