9 dicembre forconi: 11/10/18

sabato 10 novembre 2018

Raggi assolta, Salvini: «Ora giudicheranno i romani»

Virginia Raggi assolta nel processo per la nomina di Renato Marra alla direzione Turismo del Campidoglio. La Procura aveva chiesto una condanna a 10 mesi di reclusione, ma i giudici hanno invece stabilito che «il fatto non costituisce reato»«Questa sentenza - ha detto appena uscita dal tribunale - spazza via due anni di fango, andiamo avanti a testa alta per Roma, la mia amata città, e per tutti i cittadini».


«Attendiamo le motivazioni della sentenza per un eventuale appello», ha affermato il pm Francesco dall'Olio commentando la sentenza.


«Il peggio in questa vicenda lo hanno dato la stragrande maggioranza di quelli che si autodefiniscono ancora giornalisti, ma che sono solo degli infimi sciacalli, che ogni giorno per due anni, con le loro ridicole insinuazioni, hanno provato a convincere il Movimento a scaricare la Raggi», scrive il capo politico del M5s Luigi Di Maio su Facebook. «Forza Virginia! Contento di averti sempre difesa e di aver sempre creduto in te», aggiunge.

SALVINI: ORA GIUDICHINO I ROMANI


L'assoluzione del sindaco di Roma Virginia Raggi «è buona notizia», ha detto il ministro dell'Interno e e vicepremier Matteo Salvini arrivando a Eicma, il salone della ruote che si tiene a Milano. «È giusto che i cittadini giudichino una amministrazione non in base alle indagini che finiscono in nulla come in questo caso ma in base alla qualità della vita. Quindi i romani giudicheranno l'amministrazione dei 5 Stelle in base a come è messa Roma. È giusto che non siano le sentenze e i magistrati a decidere chi governa e chi va a casa».

IL MARITO DELLA RAGGI
«La verità trionfa da sola, la menzogna ha sempre bisogno di complici. CORAGGIO», ha scritto su Fb Andrea Severini, il marito di Virginia Raggi. Nelle ore scorse Severini aveva postato sul suo profilo una foto nella quale si vedevano alcuni giornalisti in attesa sotto la casa della coppia, a Borgata Ottavia, e aveva commentato: «Avvoltoi con sembianze umane». Poco dopo il post è stato rimosso. Stamane Severini ha accompagnato, per la prima volta, la moglie al Tribunale.

Mi state sommergendo di messaggi di affetto: Grazie! Andiamo avanti

ps Dicono che in Tribunale sarei “scoppiata in un pianto liberatorio”.

Non è vero. Ad un sindaco uomo non lo avrebbero mai detto...

833 utenti ne stanno parlando


L'ACCUSA
Nella nomina di Renato Marra a capo della direzione Turismo, il fratello Raffaele «ci ha messo una manina ma la sindaca sapeva». Questa la sintesi dell'impianto accusatorio con cui la Procura di Roma aveva chiesto una condanna a 10 mesi per Virginia Raggi per il reato di falso. 

Secondo l'accusa, uscita sconfitta, nella comunicazione alla rappresentante dell'Anticorruzione in Campidoglio, Maria Rosa Turchi, in merito ai rilievi Anac sulla nomina di Marra senior, Raggi «mentì» perché se avesse detto che quella promozione era stata gestita dal fratello Raffaele, sarebbe incorsa in un'inchiesta e «in base al codice etico allora vigente negli M5S, avrebbe dovuto dimettersi». Una interpretazione, però, respinta dalla stessa sindaca che, in una dichiarazione spontanea, ha precisato che «negli atti normativi del movimento nella prassi applicativa l'espulsione non è mai stata applicata, sia Nogarin che Pizzarotti, indagati, non furono espulsi. Pizzarotti fu sospeso perché omise di comunicare che era stato iscritto nel registro». Il vicepremier, Luigi Di Maio, dal canto suo, sollecitato dai giornalisti a rispondere sul processo a Virginia Raggi si è limitato a richiamare le regole del movimento: «Io non conosco l'esito del processo ma il nostro codice di comportamento parla chiaro e lo conoscete».
Nel corso della requisitoria i pm si sono lungamente soffermati sulla figura di Marra. «Non era come gli altri 25 mila dipendenti comunali» e «andava protetto perché era 'uomo-macchinà e fondamentale per la nuova amministrazione perché a conoscenza di tutte le difficoltà», ha sostenuto l'accusa. In altri termini «senza di lui non si poteva andare avanti». Per quanto riguarda la Raggi, invece, «ci sono elementi chiari, univoci e concordanti per sostenere che fosse assolutamente consapevole del ruolo in concreto svolto da Marra nella nomina del fratello: non era un ruolo compilativo o di chi ha meramente eseguito in modo pedissequo quanto deciso dalla sindaca». L'udienza si era aperta con l'audizione dell'ex capo di gabinetto, Carla Raineri, dalle cui denunce è nato anche il procedimento sulla Raggi. Il magistrato, dimessosi il primo settembre del 2016, ha descritto come primario il ruolo di Marra nell'amministrazione. «Era il consigliere privilegiato del sindaco», ha detto Raineri. Lui e Romeo, quest'ultimo ex capo della segreteria politica di Raggi «si comportavano in maniera autoreferenziale e arrogante, Marra almeno manteneva sempre un bon ton istituzionale, mentre Romeo era arrogante e maleducato».
E ancora: «stavano in tre in una stanza a porte chiuse, per riunioni inaccessibili a tutti se non all'allora vice sindaco Daniele Frongia. Marra aveva un fortissimo ascendente sulla sindaca. Erano stati coniati vari epiteti per Marra, eminenza grigia, Richelieu, sottolineando la debolezza della sindaca come quella della zarina ai tempi di Rasputin». Una ricostruzione definita dalla Raggi come surreale. «In questo processo si parla di un mio presunto falso e per quattro ore abbiamo ascoltato parole simili a gossip. Non ho mai risposto alle interviste rilasciate, a volte mordendomi la lingua, per le cose palesemente false affermate», ha detto la sindaca davanti al giudice monocratico.
Fonte: qui

“DESIRÉE E’ STATA STUPRATA ANCHE DOPO CHE ERA MORTA DA UN MAROCCHINO DI CARNAGIONE BIANCA”, LA TESTIMONIANZA CHOC E SPUNTA UN QUINTO STUPRATORE


LE INTERCETTAZIONI: "LEI DICEVA DI AVERE 18 ANNI, SE MORE ANNAMO TUTTI IN MEZZO ALLA M..."

TRE GIORNI PRIMA CHE LA RAGAZZA ENTRASSE DI NUOVO NEL COVO DEI PUSHER, IL TRIBUNALE SI ERA OPPOSTO AL SUO COLLOCAMENTO COATTO IN UNA COMUNITA’ DI RECUPERO: LA RICHIESTA SOLLECITATA DAI SERVIZI SOCIALI E LA FAMIGLIA. MA PER IL GIUDICE NON C’ERA...

Fulvio Fiano per il Corriere della Sera

DESIREE MARIOTTINIDESIREE MARIOTTINI
Tre giorni prima che Desirée Mariottini entrasse di nuovo nel covo dei pusher di via dei Lucani per uscirne cadavere 12 ore dopo, un giudice del tribunale dei Minori si era opposto al suo collocamento coatto in una comunità di recupero per tossicodipendenti. La misura era stata chiesta dalla procura minorile su sollecitazione dei servizi sociali di Cisterna di Latina e della famiglia della 16enne.

Fermata a inizio ottobre per un presunto episodio di spaccio (pasticche di Rivotril), Desirée era stata invitata ad entrare in comunità. Una decisione che per la legge può essere solo volontaria, salvo che ci sia un tribunale a deciderlo.
Ma, secondo il giudice, vagliata anche la disponibilità delle strutture, non c' era urgenza per disporre il ricovero.

DESIREE MARIOTTINIDESIREE MARIOTTINI
L' episodio è stato ricostruito dai pm della procura capitolina, che accusano quattro cittadini africani di omicidio volontario pluriaggravato, violenza sessuale e spaccio. Il primo di loro, Chima Alinno, nigeriano, è comparso ieri davanti al tribunale del Riesame. «Abbiamo chiesto invano di avere in anticipo la traduzione dell' ordinanza per il mio cliente che non parla italiano», lamenta l' avvocato Pina Tenga.
DESIREE MARIOTTINI E LA MADREDESIREE MARIOTTINI E LA MADRE







Tra i nuovi atti depositati (i rilievi della scientifica nel palazzo abbandonato, i nuovi verbali dei testimoni, la deposizione del consulente tossicologo) particolare rilievo hanno le intercettazioni ambientali fatte in questura dove Muriel, Noemi, Giovanna e Narcisa, le quattro ragazze che hanno incrociato Desirée, hanno a lungo parlato di quanto successo, senza sapere di essere ascoltate.

I racconti sono frammentari, a volte sconclusionati, le voci si sovrappongono ma tra risatine e momenti di pietà umana emergono sprazzi di verità e descrizioni da brividi: «Quelli manco sapevano che l' avevano stuprata, gliel' ho detto io. "Pezzi de m... state tutti a fumà crack, guardate che colore c' ha sta pischella"», dice Giovanna. «Potevano limitarsi a fare sesso, basta e ciao. E invece no, hanno dovuto giocà così co la vita de na ragazzina di 16 anni. Ma poteva tenè pure 30, non si fa», aggiunge Noemi. Muriel ricorda di aver pensato: «Se questa more, annamo tutti in mezzo alla m...». Narcisa dice che ha visto i genitori di Desirée per il riconoscimento del cadavere e di essersi sentita male per il dispiacere: «Una volta entrata là - aggiunge - non ne è più uscita». Parla di metadone e pasticche. Noemi si chiede: «Magari era consenziente all' inizio, ma poi dopo?
DESIREE MARIOTTINIDESIREE MARIOTTINI

Perché ormai era rincoglionita e quelli invitano gli amici a fare sesso con lei. Vai a capire quando ha smesso di essere consenziente».
Nei loro interrogatori le clienti del covo si sono tutte attribuite il tentativo di portare in salvo la 16enne, a tratti anche accusandosi a vicenda.
OMICIDIO DI DESIREE MARIOTTINI - BRIAN MINTEH UNO DEI SENEGALESI ARRESTATIOMICIDIO DI DESIREE MARIOTTINI - BRIAN MINTEH UNO DEI SENEGALESI ARRESTATI






Non sempre sono risultate credibili. Muriel dice che le sta venendo l' ansia, che è preoccupata di aver potuto riferire qualcosa di sbagliato: «Ho rivestito Desirée, non potevo lasciare una ragazzina in quello stato davanti a uomini». Per quanto utili alle indagini, le quattro restano sotto osservazione del procuratore aggiunto Maria Monteleone e del pm Stefano Pizza per il mancato soccorso se non addirittura il favoreggiamento.

DESIREE MARIOTTINIDESIREE MARIOTTINI
Noemi ad esempio dice di aver detto alla ragazza di sedersi e non piagnucolare «perché così i ragazzi sicuro non ti fanno fumà (crack, ndr)» e che doveva «far fare a quelli i loro porci comodi» e poi avrebbe avuto la dose.
Insieme descrivono Desirée in astinenza. Giovanna spiega che erano 4 o 5 mesi che la 16enne si faceva di quelle sostanze, ma che «il suo problema era che non si sapeva bucare». E Noemi: «Quella ragazzina chiedeva aiuto con l' anima, ve lo dico io».


OMICIDIO DI DESIREE MARIOTTINI - MAMADOU GARA UNO DEI SENEGALESI ARRESTATIOMICIDIO DI DESIREE MARIOTTINI - MAMADOU GARA UNO DEI SENEGALESI ARRESTATI








DESIREE, SPUNTA UN QUINTO STUPRATORE
Michela Allegri e Camilla Mozzetti per il Messaggero

«La cosa bella è che hanno abusato di lei anche dopo la morte, post mortem». Mangiano merendine mentre aspettano di essere interrogati dagli inquirenti in Questura. Non sanno che gli agenti della Squadra Mobile hanno tappezzato quella sala d'aspetto di cimici.

funerali desiree mariottini 9FUNERALI DESIREE MARIOTTINI 
Non sanno di essere intercettati. Tra una battuta su dove andare a trovare la droga - «nella città Africa sulla Tiburtina», cioè la ex Penicillina - e quanto pagarla, sui furti messi a segno per accaparrarsi un pezzo, ripercorrono quelle ore nel palazzo dell'orrore in via dei Lucani, a San Lorenzo, dove è morta la sedicenne Desirée Mariottini, drogata e stuprata da un branco di extracomunitari. Sono i testimoni chiave dell'inchiesta che, per il momento, ha portato in carcere 4 persone per omicidio volontario e violenza di gruppo. Ieri il gip ha emesso una nuova ordinanza cautelare per Yusif Salia, il ghanese arrestato nel Foggiano.

funerali desiree mariottini 2FUNERALI DESIREE MARIOTTINI 
Un atto che è stato depositato al tribunale del Riesame, che nei prossimi giorni si dovrà pronunciare sulla richiesta di scarcerazione avanzata dai legali di un altro indagato, Chima Alinno, che, insieme a Mamadou Gara e Brian Minteh, ha chiesto di tornare in libertà. Dalle intercettazioni depositate, però, emerge un dettaglio choc: il branco non sarebbe al completo. «Il bulgaro mi ha detto che ha visto un marocchino di carnagione bianca che si t... la ragazza mentre quella lì era morta», dice una delle testimoni, Narcisa, prima di fare i nomi di altre tre persone presenti quella notte.

LE INTERCETTAZIONI
desireeDESIREE
È il 24 ottobre quando il gruppo di testimoni viene portato in Questura. Giovanna, Nasko, Muriel, Narcisa e Noemi per circa 10 ore vengono lasciati in attesa in un salottino. Tutti concordano sul fatto che Desirée sia stata violentata e che qualcuno l'abbia fatto anche dopo il suo decesso: «Hanno abusato di lei anche dopo la morte», dice Giovanna. «Chiamava aiuto con l'anima», replica Noemi.

desiree con i genitoriDESIREE CON I GENITORI




«Lei diceva di avere 18 anni, qualcuno ha detto: Se more annamo tutti in mezzo alla m...». Un «casino» in cui i testimoni non volevano finire: «Quello stabile è una bomba a orologeria prima o poi doveva succedere un casino e noi ci siamo finiti in mezzo». Muriel al branco l'aveva detto: «Guardate che colore c'ha sta pischella». Su chi fosse stato il primo a drogare Desirée accusano Antonella: «È stata lei a darle le gocce». Poi si correggono e dicono che è stato «Yusif» (Salia ndr). Fanno i nomi di altri tre uomini - Victor, Karim e Omar - che quella notte erano nell'edificio abbandonato. Per chiarire quante persone abbiano abusato della ragazzina saranno fondamentali gli esiti degli esami del Dna.

Fonte: qui

ECCO CHI HA FORNITO LA DROGA A DESIRÉE MARIOTTINI: E’ UN PUSHER ROMANO DI 36 ANNI

SI CHIUDE IL CERCHIO SULLE BELVE CHE HANNO DROGATO, STUPRATO E INFINE AMMAZZATO LA RAGAZZA: IERI E’ STATO FERMATO L'UOMO CHE SPACCIAVA NELLO STABILE DISABITATO SAN LORENZO: AVREBBE FORNITO LE DROGHE ALLA 16ENNE MA ANCHE AI SUOI KILLER

DURANTE LA PERQUISIZIONE, ADDOSSO AL PUSHER, RINTRACCIATO PRESSO LA FERMATA METRO 'PIGNETO', SONO STATE TROVATE BEN DODICI DOSI DI COCAINA E PSICOFARMACI 

Sergio Rame per il Giornale

Si chiude il cerchio sulle belve che hanno drogato, stuprato e infine ammazzato Desirée Mariottini.

Ieri pomeriggio il personale della Squadra mobile di Roma e del commissariato San Lorenzo ha fermato Marco Mancini, il 36enne romano che vende "cocaina, eroina e psicofarmaci con effetti psicotropi contenenti quetiapina" ai drogati e agli sbandati che frequentano lo stabile abbandonato di via Dei Lucani 22. Tra i suoi clienti c'era appunto anche la sedicenne barbaramente uccisa la notte tra il 18 e il 19 ottobre.

Dopo l'arresto dei senegalesi senegalesi Brian Minteh e Mamadou Gara, del nigeriano Alinno Chima e del ghanese Yusif Galia, il gip Maria Paola Tomaselli si era subito fatta un'idea ben precisa di come sia morta la 16enne di Cisterna di Latina. Il mix di droga e pasticche che l'hanno stroncata le sarebbe stato dato da un italiano, un certo Marco che spacciava nel rudere disabitato del quartiere San Lorenzo.

DESIREE MARIOTTINI E LA MADREDESIREE MARIOTTINI E LA MADRE
Era ormai da settimane che gli inquirenti erano sulle sue tracce. Alla fine le forze dell'ordine hanno rintracciato Mancini dalla fermata della metropolitana linea C Pigneto. Durante la perquisizione, addosso al pusher romano sono state trovate ben dodici dosi di cocaina e psicofarmaci di vario genere per i quali è stato immediatamente segnalato alle autorità giudiziarie per "detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti e psicotrope".

OMICIDIO DESIREE

Dopo settimane di ricerche si è stretto il cerchio attorno allo spacciatore di via dei Lucani a Roma ed è italiano. Si tratta di Marco M., nato nella Capitale di 36 anni, che secondo gli investigatori ha fornito stupefacenti a Desirée Mariottini e ai sui killer. È stato fermato in relazione allo stupro e all’omicidio della sedicenne.

Le indagini

DESIREE MARIOTTINIDESIREE MARIOTTINI
L’uomo, sabato pomeriggio, è stato rintracciato dagli agenti della Squadra mobile di Roma e del commissariato San Lorenzo vicino alla fermata «Pigneto» della linea metropolitana C ed è stato sottoposto a perquisizione.

Gli agenti gli hanno sequestrato 12 dosi di cocaina e e psicofarmaci di vario genere, motivo per cui Marco M. è stato segnalato all’autorità giudiziaria per il reato di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti e psicotrope e portato in Questura dove è stato interrogato.

Il trentenne è accusato di aver messo in atto, con più azioni di un medesimo disegno criminoso, la detenzione e la cessione illecita di sostanze stupefacenti, quali cocaina, eroina e psicofarmaci, questi ultimi capaci di indurre effetti psicotropi e anche contenenti «quetiapina» e secondo le indagini gli stupefacenti venivano venduti a persone che frequentavano i locali di via Dei Lucani 22 ed anche, per l’appunto a Desirée.
DESIREE MARIOTTINIDESIREE MARIOTTINI

Lo scenario

Sempre secondo gli investigatori, il trentenne, frequentava da poco la piazza di San Lorenzo e nel dettaglio l’edificio di via dei Lucani, il quadro, da alcune testimonianze che avrebbero descritto anche una rissa con altri spacciatori, che lo avrebbe coinvolto pochi giorni prima dell’aggressione letale alla sedicenne di Cisterna di Latina.

Fonte: qui

LA MARCIA DEI TRENTAMILA: A TORINO ANCHE LA LEGA ALLA MANIFESTAZIONE 'SI TAV'

GRANDE AFFLUENZA IN PIAZZA CASTELLO, CI SONO ANCHE DIVERSI PARLAMENTARI DEL CARROCCIO: "L’OPERA VA FATTA" 

SALVINI SI È SEMPRE DETTO A FAVORE DELLA TAV NONOSTANTE IL RINVIO DELL’ANALISI COSTI-BENEFICI PREVISTA NEL CONTRATTO DI GOVERNO


manifestazione sì tav torinoMANIFESTAZIONE SÌ TAV TORINO

Grande affluenza in piazza Castello dove sulle note della canzone di Jovanotti 'Io penso positivo' ha avuto inizio la mobilitazione promossa da 'Sì, Torino va avanti'. Secondo gli organizzatori pro-Tav sono già trentamila i presenti. 

In piazza, nonostante il cielo che minaccia pioggia, ci sono esponenti delle categorie economico produttive, della politica, del sindacato, imprenditori, lavoratori, giovani e anziani, volontari olimpici e gente comune che hanno accolto l'invito della vigilia, nessuna bandiera di appartenenza politica né striscioni di singole organizzazioni ma solo qualche tricolore, qualche bandiera europea e qualche bandiera di Torino 2006, a fianco a struscioni che dicono sì alla Tav, sì al lavoro, no alla Ztl prolungata. In tanti anche hanno raccolto l'invito dell'organizzazione a vestirsi di arancione.

manifestazione sì tav torinoMANIFESTAZIONE SÌ TAV TORINO
Chi con sciarpe, chi con giacche, qualcuno  con un evidenziatore che spunta dal taschino o una gerbera appuntata sul bavero del cappotto e chi anche solo con l'adesivo arancione diventato simbolo del raduno "Sì, Torino va avanti". Sul bus aperto sono cominciati gli interventi degli organizzatori. Tra i primi a prendere la parola l'ex sottosegretario Mino Giachino che nei giorni scorsi ha lanciato la petizione a favore della Tav che ha già raggiunto circa 60 mila firme.

manifestazione sì tav torinoMANIFESTAZIONE SÌ TAV TORINO



«Piazza Castello è piena, come ci aspettavamo. La nostra è iniziativa per dire sì alla Tav Torino-Lione, ma anche a tante altre cose importanti. La città deve riprendere le redini degli eventi. Aspettiamo le risposte della sindaca Appendino». Così - ai microfoni di Sky - Adele Olivero, una delle sette donne manager che hanno promosso la manifestazione. «Non abbiamo ancora numeri ufficiali - ha aggiunto -, ma piazza Castello tiene 30-40 mila persone e questa mattina è piena. Alla consigliera M5s Viviana Ferrero che diceva che in piazza ci sarebbero stati solo anziani disperati e madamine, dico di guardare questa piazza piena».

salvini di maioSALVINI DI MAIO
«Rispettiamo gli impegni assunti con M5S, che ha chiesto un approfondimento sulle modalità di realizzazione dell'opera attraverso un'analisi costi e benefici, ma ribadiamo con forza che l'opera va realizzata». Lo affermano i parlamentari della Lega eletti in provincia di Torino. «La nostra partecipazione alla manifestazione è innanzitutto un segno di rispetto e di attenzione verso il mondo produttivo e imprenditoriale piemontese che oggi ha deciso di scendere in piazza e che manifesta evidentemente un disagio». In piazza Castello, per la Lega, sono presenti i parlamentari Elena Maccanti, Gualtiero Caffarrato, Marzia Casolati e Alessandro Benvenuto. «Siamo parlamentari eletti in provincia di Torino, rappresentiamo una forza politica di governo che vuole dialogare. Siamo favorevoli alle grandi opere e riteniamo la linea Torino-Lione fondamentale e strategica per il Piemonte e per tutto il paese», aggiungono gli esponenti del Carroccio.

Fonte: qui

LE BANCHE ITALIANE STANNO AGGIRANDO L'EFFETTO SPREAD SUI CONTI


BASTA UN ESCAMOTAGE CONTABILE: TRASFERENDO TITOLI DI STATO DAL PORTAFOGLIO DI TRADING (DOVE SI CONTABILIZZANO I TITOLI DISPONIBILI PER LA VENDITA) AL PORTAFOGLIO DELLE OBBLIGAZIONI LIQUIDABILI SOLO ALLA LORO SCADENZA. 

PERCHÉ L’OBBLIGO IMPOSTO DALLA BCE DI “RI-PREZZARE” LE OBBLIGAZIONI AL VARIARE DEL LORO VALORE NON SI APPLICA SUL PORTAFOGLIO DEI BOND VENDIBILI SOLO A FINE SCADENZA

Fernando Soto per www.startmag.it

Banche italiane in azione per scongiurare effetti negativi dello spread sui conti. E’ la strategia avviata da tempo dagli istituti di credito italiani, come ha svelato oggi il Sole 24 Ore.
jean pierre mustier con elkette l alce peluche di mustierJEAN PIERRE MUSTIER CON ELKETTE L ALCE PELUCHE DI MUSTIER

ECCO CHE COSA STANNO FACENDO INTESA SANPAOLO, UNICREDIT, BANCO BPM E NON SOLO
Da Intesa Sanpaolo a Unicredit, da Banco Bpm a Bnl-Bnp Paribas, sono già diverse le banche che stanno cambiando dal punto di vista contabile la collocazione dei titoli di Stato italiani in portafoglio per evitare di svalutare i bond a causa dell’incremento dello spread.

TUTTI I DETTAGLI SULL’ESCAMOTAGE AVVIATO DALLE BANCHE PER EVITARE L’EFFETTO SPREAD SUI CONTI
Come? Trasferendo titoli di Stato dal portafoglio di trading (dove si contabilizzano i titoli disponibili per la vendita) al portafoglio in cui vengono custodite le obbligazioni liquidabili solo alla loro scadenza.

ECCO L’EFFETTO DELLE MOSSE DELLE BANCHE SUI BOND ITALIANI
In questo modo l’obbligo imposto dalla Bce di “ri-prezzare” le obbligazioni al variare del loro valore (se il prezzo di mercato sale c’è una rivalutazione, se scende una svalutazione in bilancio) non si applica sul portafoglio dei bond vendibili solo a fine scadenza.

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Ecco un estratto dell’approfondimento di Alessandro Plateroti pubblicato oggi sul Sole 24 Ore:
carlo messinaCARLO MESSINA
Per quanto provate dalla grande crisi del debito e da due recessioni in 10 anni, il sistema non è affatto il Jurassic Park del credito europeo: non solo per la sua resilienza ai danni collaterali dell’instabilità politica, ma soprattutto per la competenza e l’astuzia con cui sta utilizzando un’importante innovazione contabile introdotta in Italia dal fine dell’anno scorso.

COME FUNZIONA IL TRASFERIMENTO
Si tratta della possibilità di trasferire quantità consistenti di Titoli di Stato dal portafoglio di trading (dove si contabilizzano i titoli disponibili per la vendita) al portafoglio in cui vengono custodite le obbligazioni liquidabili solo alla loro scadenza. La differenza è sostanziale: l’obbligo imposto dalla Bce di “ri-prezzare” le obbligazioni al variare del loro valore (se il prezzo di mercato sale c’è una rivalutazione, se scende una svalutazione in bilancio) non si applica sul portafoglio dei bond vendibili solo a fine scadenza.

GLI EFFETTI CONTABILI
Poiché il «mark-to-market» è richiesto solo sul primo dei due portafogli, è sufficiente spostare nel “reparto protetto” del bilancio percentuali crescenti di BTP posseduti dalla banca per eliminare o almeno ridurre notevolmente il rischio di avvitamento patrimoniale generato dal «doom loop», l’erosione del capitale innescata dal crollo prolungato dei prezzi dei bond. Il modo è molto semplice: quando i bond nel portafoglio di trading vanno in scadenza, i proventi vengono reinvestiti in altri Titoli di Stato che vengono poi ricontabilizzati nel portafoglio di lungo termine dove non c’è obbligo di svalutare.
LA SEDE DELLA BPM - BANCA POPOLARE DI MILANO - A PIAZZA MEDA A MILANOLA SEDE DELLA BPM - BANCA POPOLARE DI MILANO - A PIAZZA MEDA A MILANO

I NUMERI IN BALLO
Per aver un’idea del fenomeno in atto, basti pensare che alla fine del secondo trimestre 2018, meno del 9% delle obbligazioni sovrane italiane erano detenute fino alla scadenza: alla fine del terzo trimestre, la quota era già salita al 14%. Ma la strada da colmare rispetto ai concorrenti esteri e soprattutto europei (solo in Italia non era di fatto consentito) è ancora lunga.

GLI STRESS TEST
Ed è bene tenere presente che negli stress test dell’Eba non è neppure prevista: è ovvio che in una simulazione di grave shock finanziario, è inevitabile il crollo patrimoniale della banca. In America, al contrario, la Fed si è guardata bene dall’imporre procedure di questo genere.

COME SI COMPORTA UNICREDIT
Per quanto riguarda i casi concreti, le banche italiane che hanno rivelato di aver cominciato a utilizzare lo scudo contabile sui BTP sono per ora le più grandi. Unicredit, per esempio, mira a ridurre l’esposizione del bilancio alla variazione dei tassi sui titoli di stato di oltre un terzo il prossimo anno: ciò significa che qualsiasi ulteriore aumento dei rendimenti le costerà meno in termini di minusvalenze.
spreadSPREAD

COSA FANNO INTESA SANPAOLO E BANCO BPM
Anche il Banco BPM ha confermato la stessa scelta, portando nella sezione a valore protetto oltre il 50% dei bond posseduti, mentre Intesa Sanpaolo ha classificato il 32% del debito italiano in bilancio nella sezione vincolata alla scadenza, una quota leggermente superiore a quella del trimestre precedente.

DOSSIER BNL-BNP PARIBAS
Nel bilancio della BNL, banca del gruppo francese BNP Paribas, tutte le obbligazioni italiane sono detenute fino alla scadenza, il che significa che non ha registrato finora alcuna perdita dovuta al rischio-Italia.

Quando si escludono i pregiudizi, questa la realtà sulla resilienza delle banche italiane. Se anche gli investitori prestassero più attenzione, avrebbero certamente meno motivi per preoccuparsi delle nostre banche.

Fonte: qui