9 dicembre forconi: 12/03/17

domenica 3 dicembre 2017

ECCO COME CAMBIERÀ IL PIL DEL MONDO NEL 2050

GLI EQUILIBRI GEOPOLITICI SI TRASFORMERANNO RADICALMENTE COME IL PANORAMA FINANZIARIO 

NEL REPORT DELLA "PWC" AL PRIMO POSTO CI SARA’ LA CINA SEGUITA DA INDIA E STATI UNITI 

VOLERÀ IL MESSICO, SCIVOLA LA FRANCIA MENTRE L’ITALIA… 

LA CLASSIFICA COMPLETA


Con l’eccezione degli Stati Uniti, molte potenze globali come il Giappone e la Germania sono scesi in classifica, rimpiazzate da paesi come l’India e l’Indonesia. Ecco la lista (le cifre sono in dollari e in valori costanti (l’attuale PPA degli USA è di $18,562 trilioni):

32. Olanda – $1,496 trilioni
31. Colombia – $2,074 trilioni
30. Polonia – $2,103 trilioni
29. Argentina – $2,365 trilioni
28. Australia – $2,564 trilioni
27. SudAfrica – $2,750 trilioni
26. Spagna – $2,732 trilioni
25. Thailandia – $2,782 trilioni
24. Malesi –  $2,815 trilioni
23. Bangladesh – $3,064 trilioni
22. Canada – $3,1 trilioni
21. Italia – $3,115 trilioni
20. Vietnam – $3,175 trilioni
19. Filippine – $3,334 trilioni
18. Corea del Sud – $3,539 trilioni
17. Iran – $3,900 trilioni
16. Pakistan – $4,333 trilioni
15. Egitto – $4,333 trilioni
14. Nigeria – $4,348 trilioni
13. Arabia Saudita – $4,694 trilioni
12. Francia – $4,705 trilioni
11. Turchia – $5,184 trilioni
10. Regno Unito – $5,639 trilioni
 9. Germania – $6,779 trilioni
 8. Giappone – 6,779 trilioni
 7. Messico – $6,863 trilioni
 6. Russia – $7,131 trilioni
 5. Brasile – $7,540 trilioni
 4. Indonesia – $10,502 trilioni
 3. Stati Uniti – $34,102 trilioni
 2. India – $44,128 trilioni
 1. Cina – $58,499 trilioni  

La ricchezza nel mondo - Stime 2016 del FMI proiezioni di PwC per il 2030 e il 2050LA RICCHEZZA NEL MONDO - STIME 2016 DEL FMI PROIEZIONI DI PWC PER IL 2030 E IL 2050
Nel 2050, gli equilibri geopolitici del pianeta saranno molto diversi rispetto a oggi, così come lo sarà il panorama economico e finanziario. L’economia mondiale potrebbe arrivare a raddoppiarsi, superando di gran lunga la crescita della popolazione, grazie a una migliore produttività guidata dagli avanzamenti tecnologici.

Le economie emergenti potrebbero crescere in media a più del doppio della velocità delle economie avanzate consolidate. Come risultato, sei delle sette principali economie mondiali nel 2050 saranno quelle degli attuali paesi emergenti con la Cina in testa, seguita da India (seconda) e Indonesia (quarta).

Come sara il mondo nel 2050COME SARA IL MONDO NEL 2050
Gli USA dunque perderebbero il loro primato piazzando il loro PIL solo al terzo posto della classifica globale, mentre quello europeo potrebbe scendere del 10%. Il Regno Unito sarebbe al decimo posto, mentre Italia e Francia uscirebbero dalla top 10 superate da economie emergenti più veloci come quella messicana.

Tuttavia queste economie avranno bisogno di migliorare significativamente il loro aspetto istituzionale e delle infrastrutture se vorranno pienamente realizzare il loro potenziale.
Nairobi nel 2050NAIROBI NEL 2050
Il report della PwC, intitolato “Uno sguardo al futuro: come cambierà l’ordine dell’economia globale entro il 2050?” ci dice quali saranno le economie più grandi e potenti nel mondo tra 33 anni classificando 32 paesi secondo una proiezione del loro PIL a parità dei potere d’acquisto (PPA) – il PPA viene usato dai macroeconomisti per stabilite la produttività economica e la qualità della vita tra i paesi durante un certo periodo.



TENSIONE ALLE STELLE IN COREA DEL NORD: #TERREMOTO NEL SITO NUCLEARE PER IL SESTO TEST DI KIM JONG UN

Nuovo terremoto nel sito in cui la Corea del Nord testa le sue armi nucleari, lo annuncia l’agenzia meteorologica della Corea del Sud.
Il sisma, di magnitudo 2,5, è avvenuto 2,7 chilometri a nord-est del sito di prova di Punggye-ri, nella provincia Hamgyong.
“Il terremoto – sostengono i sud coreani – è di origine naturali e si è innescato come conseguenza del sesto test atomico“. 
Fonte: qui

Gli Usa minacciano una guerra contro la Corea del Nord, ma alla Cina chiedono di fare il “lavoro sporco”

Sei F-22 Raptor americani sono giunti in Corea del Sud in vista del ciclo di manovre annuali aeree congiunte "Vigilant Ace", del 4-8 dicembre

Gli Usa minacciano una guerra contro la Corea del Nord, ma alla Cina chiedono di fare il “lavoro sporco”
Sei F-22 Raptor americani sono oggi giunti in Corea del Sud in vista del ciclo di manovre annuali aeree congiunte "Vigilant Ace", del 4-8 dicembre. Il dispiegamento così corposo di caccia invisibili Usa accade per la prima volta, hanno annunciato le forze armate di Seul. L'esercitazione si profila come una grande prova di forza verso Pyongyang, a pochi giorni dal lancio del nuovo missile intercontinentale. Gli Usa contano di inviare infatti anche F-35A, F-35B, F-16C e un numero imprecisato di superbombardieri B-1B.
"Negli Usa al momento sono allo studio nuove sanzioni finanziarie, mentre il Pentagono valuta l’ipotesi di un blocco navale intorno alle coste della Corea del Nord (di fatto un atto di guerra). In realtà sono in molti a volere – e a sperare – che sia la Cina a fare il “lavoro sporco” contro la Corea del Nord per conti della cosiddetta comunità internazionale (che in questo caso coincide solo con Usa e Giappone", di legge su Contropiano.
La Corea del Nord rappresenta "la maggiore minaccia immediata" per gli Stati Uniti e il rischio potenziale di una guerra "cresce ogni giorno". Lo ha affermato il Consigliere americano per la Sicurezza nazionale, HR McMaster, intervenendo al Regan National Defense Forum a Simi Valley, in California, secondo quanto riferiscono i media americani. Il rischio di guerra, ha spiegato, "cresce ogni giorno, il che significa che c'è una corsa per risolvere questo problema". "Ci sono modi per affrontare la questione diversi dal conflitto armato, ma è una corsa perché ci avviciniamo sempre di più, non rimane molto tempo", ha proseguito McMaster, sottolineando che spetta alla Cina esercitare "il suo tremendo potere economico coercitivo", imponendo nuove sanzioni a Pyongyang. "Non chiediamo alla Cina di farci un favore, chiediamo alla Cina di agire nel suo interesse", ha proseguito McMaster, chiedendo a Pechino di interrompere ogni fornitura di carburante alla Cina, perchè "non si può sparare un missile senza carburante".
"Dati rilevati da Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud confermano che il missile lanciato martedi è il più potente mai testato da Pyongyang. Il ministro della Difesa giapponese, Itsunori Onodera, ha riferito che il missile si è suddiviso in più parti durante la fase terminale del suo volo, e non è dunque da escludere che Pyongyang abbia testato un vettore a testate multiple indipendenti capace di raggiungere la costa orientale degli Stati Uniti. Uno scenario da incubo imprevisto e imprevedibile fino a pochi mesi fa per la potenza occidentale che ha fatto della supremazia militare l’ultimo e unico assets da giocare nella ridefinizione – a loro svantaggio – delle relazioni internazionali nel loro complesso", ha scritto Contropiano.
Chi se la prenda sin troppo calma è proprio la Corea del Nord. Secondo cui, il presidente americano Donald Trump e la sua amministrazione stanno "implorando una guerra nucleare": lo afferma un portavoce del ministero degli Esteri nordcoreano in una nota, in cui il tycoon è definito un "demone nucleare" e un "distruttore della pace globale". Trump sta "inscenando una scommessa nucleare estremamente pericolosa sulla penisola coreana".
Fonte: qui

MICHAEL FLYNN: "HO CONTATTATO I RUSSI E ME LO CHIESE IL GENERO DI TRUMP"

L'EX CONSIGLIERE PER LA SICUREZZA NAZIONALE MICHAEL FLYNN CONFESSA DI AVER MENTITO ALL'FBI SUI RAPPORTI CON MOSCA E SAREBBE PRONTO A TESTIMONIARE CONTRO JARED KUSHNER E LA CASA BIANCA 

L’EX GENERALE SI SAREBBE CONVINTO A COLLABORARE DOPO ESSERE STATO SCARICATO DA TRUMP

Paolo Mastrolilli per “la Stampa”

TRUMP FLYNNTRUMP FLYNN
L'ex consigliere per la Sicurezza nazionale Michael Flynn è stato incriminato per aver mentito all' Fbi, ha accettato di collaborare con il procuratore speciale Mueller, e secondo la tv Abc sarebbe pronto a testimoniare che proprio Trump gli aveva ordinato di contattare Mosca. Di sicuro ha confessato che il genero del presidente, Jared Kushner, gli aveva ordinato di parlare col Cremlino. È la svolta più grave del "Russiagate", che ora davvero minaccia di raggiungere il presidente.

FLYNNFLYNN
Ieri mattina Flynn, che era stato costretto a dimettersi il 13 febbraio scorso per aver mentito al vicepresidente Pence riguardo i suoi contatti con Mosca, si è presentato in tribunale accettando le proprie colpe: «E' stato straordinariamente doloroso sopportare questi molti mesi di false accuse di tradimento, e altri atti oltraggiosi.

Però riconosco che le azioni ammesse oggi in tribunale erano sbagliate e, attraverso la mia fede in Dio, sto lavorando per rettificare le cose. La mia ammissione di colpevolezza e l' accordo per cooperare con l' ufficio del procuratore speciale riflette una decisione che ho preso nel miglior interesse della mia famiglia e del nostro paese. Accetto la piena responsabilità per le mie azioni».
TRUMP FLYNN - 2TRUMP FLYNN 

L'avvocato di Trump, Ty Cobb, ha risposto che «nulla nell' incriminazione riguarda altre persone oltre Flynn». Lui ha mentito, lui deve pagare. Dunque il presidente lo ha scaricato, e proprio questa sarebbe la ragione che nelle ultime 24 ore ha convinto l' ex generale a cedere e collaborare col procuratore, davanti al rischio di dover pagare enormi parcelle agli avvocati e finire comunque in prigione, magari insieme al figlio indagato con lui.

Mueller ha accusato Flynn di aver mentito all' Fbi, negando due episodi. Primo, la conversazione avuta il 22 dicembre 2016 con l' ambasciatore russo a Washington Kislyak, in cui gli chiedeva di votare contro una risoluzione all'Onu che condannava gli insediamenti israeliani nei Territori occupati.
MICHAEL FLYNNMICHAEL FLYNN

Secondo, la telefonata del 29 dicembre sempre con Kislyak, in cui lo aveva sollecitato ad evitare reazioni contro le ritorsioni appena imposte dal presidente Obama per l'interferenza di Mosca nelle presidenziali, promettendo di rivedere poi le sanzioni in vigore dall' invasione dell' Ucraina.

FLYNNFLYNN
In entrambi i casi l'ex generale aveva violato il "Logan Act", una legge che vieta ai privati cittadini di condurre attività di politica estera, perché all' epoca l'amministrazione Trump non era ancora in carica. Ma il vero punto dell' incriminazione non è questo, e neppure le bugie raccontate all' Fbi. L'elemento più scottante è che Flynn ha rivelato di aver parlato di queste sue iniziative con due alti dirigenti del "transition team", e secondo la Abc sarebbe pronto a testimoniare che lo stesso Trump gli aveva ordinato di prendere contatti con i russi, per discutere come collaborare nella lotta contro l'Isis e gli estremisti islamici. Se questo fosse vero, lo stesso presidente potrebbe aver violato la legge.

donald ivanka trump e jared kushnerDONALD IVANKA TRUMP E JARED KUSHNER
Uno dei due dirigenti del "transition team" era Kushner, che forse ha mentito anche lui riguardo le conversazioni con Flynn, infatti è stato interrogato pochi giorni fa da Mueller. Jared era stato contattato dal premier israeliano Netanyahu, che conosce da quando era bambino, affinché si adoperasse per bloccare la risoluzione all' Onu. Quindi forse anche lui ha violato la legge, tanto che Ivanka sarebbe andata dal padre a chiedere di salvare suo marito.

L' altra questione fondamentale da scoprire è perché Trump e la sua amministrazione avevano tutto questo interesse a collaborare con Mosca. Era solo una linea politica ritenuta conveniente per gli Usa, oppure dietro c' erano altri motivi? E se le ragioni erano davvero innocue, perché il 14 febbraio il presidente aveva chiesto al capo dell' Fbi Comey di lasciar perdere l' inchiesta su Flynn, licenziandolo poi a maggio perché non gli aveva dato garanzie? Era stato un tentativo di ostruire il corso della giustizia, perché l' ex generale aveva informazioni pericolose?
DONALD TRUMP MICHAEL FLYNNDONALD TRUMP MICHAEL FLYNN

La notizia ieri ha offuscato il voto in corso al Senato sulla riforma fiscale, primo grande successo legislativo di Trump, e ora pone una seria ipoteca sulla Casa Bianca. Dopo l' incriminazione del manager della campagna presidenziale, Manafort, arriva quella del consigliere Flynn. Uno che sa quasi tutto della campagna elettorale di Donald, e ha appena iniziato a parlare.

Fonte: qui

NEGLI ULTIMI DIECI ANNI BOOM DI VERTENZE DELLE COLF (+50%) - MOLTE CONTESTANO LA DIFFERENZA TRA LE ORE DI LAVORO EFFETTUATE E QUELLE PAGATE

UNA SU TRE LAVORA IN NERO, A UNA SU DIECI NON VENGONO PAGATI I CONTRIBUITI 

IL COSTO DI UNA BADANTE CONVIVENTE? 

CIRCA 18MILA EURO L'ANNO, OLTRE A VITTO, ALLOGGIO, INTERNET E…

Valeria Arnaldi per “il Messaggero”
anziano badanteANZIANO BADANTE

Guerra in casa tra famiglie e lavoratori domestici. Negli ultimi dieci anni, c'è stato un boom di vertenze inerenti il settore. Secondo le analisi di Domina-Associazione nazionale famiglie datori di lavoro domestico si registra un aumento pari al 3/5% ogni anno, con una crescita complessiva nel decennio, compresa tra 30 e 50%. Nel 2017 si contano circa 42mila vertenze e il dato potrebbe essere sottostimato. In molti casi, infatti, si finisce per trovare una soluzione tra le mura di casa.

LE MOTIVAZIONI
anziano badante 4ANZIANO BADANTE 
Varie le motivazioni. Nel 50% dei casi ad essere contestata dai lavoratori è una differenza tra le ore di lavoro realmente effettuate e quelle pagate. Nel 35% si tratta di lavoro in nero. Il 10% è per il mancato versamento del contributo per le coperture sanitarie integrative. Il cuore del problema, dunque, è rappresentato proprio dal lavoro non regolarizzato, che sia per la totalità del servizio prestato o solo per alcune ore.

anziano badante 1ANZIANO BADANTE 
«Gli ultimi dati Istat - spiega Lorenzo Gasparrini, segretario generale dell'associazione nazionale Domina - ci dicono che il lavoro domestico regolarizzato sta diminuendo, questo però non significa che sia calata la richiesta, le necessità degli italiani non sono cambiate, vuol dire solo che sono maggiormente in difficoltà. Il decreto Flussi, nel 2012/2013, ha aiutato l'emersione del nero, la mancanza di un'adeguata politica di sostegno alle famiglie però ha portato poi alla diminuzione dei contratti. Basta seguire l'andamento dei numeri negli anni per rendersene conto».

I NUMERI
BADANTE 1BADANTE 
Nel 2008 i regolarizzati in Italia erano 683mila, nel 2012 sono saliti a oltre un milione, si sono ridotti a 886mila nel 2016 e a 866mila lo scorso anno. «I lavoratori domestici, oggi, in Italia - dice Gasparrini - includendo gli irregolari, sono due milioni. La regione con il più alto numero di regolarizzati è la Lombardia. Segue il Lazio. Roma rimane la città con la maggior quantità di contratti. Il nero è diffuso soprattutto nel Centro-Sud e sta arrivando al Nord. Un aumento di casi si registra in Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana. E a Roma». Nel 2017 il nero è salito del 3%, pari a circa 36mila contratti. Così anche tra 2015 e 2016.

LA ZONA GRIGIA
ANZIANO BADANTEANZIANO BADANTE
A ciò si aggiunge la zona grigia di quanti dicono di essere stati regolarizzati per un numero di ore inferiore alle effettive. «Quando i lavoratori sono pagati in contanti, peraltro, i datori di lavoro non hanno modo di provare eventuali false accuse». Una realtà ben diversa da quella dei numeri ufficiali. «Il costo di una badante convivente è di circa 18mila euro l'anno, oltre a vitto, alloggio, internet, senza dimenticare le spese per adeguare le case. Solo l'8% dei pensionati potrebbe sostenere una spesa del genere. Appena l'11% delle famiglie ha un sostegno statale.

ANZIANO BADANTEANZIANO BADANTE
Così molti per garantire assistenza agli anziani, si indebitano. Per il 40% delle famiglie la spesa per il lavoratore domestico rappresenta tra 10 e 30% del bilancio mensile. Per il 33%, l'incidenza va dal 30 al 50%. E nel 2030 la popolazione over75 dovrebbe aumentare, passando dal 21 al 27%. Nei prossimi venticinque anni si stima una crescita del 30% nella richiesta di badanti. Quello che abbiamo chiesto e continuiamo a chiedere è la possibilità di una decontribuzione del 50% per le famiglie, almeno per i primi trimestri».

I costi alti degli stipendi per questo tipo di lavoro incidono pure sull'offerta. «Le donne rappresentano l'87% - conclude Gasparrini - e molte italiane si stanno riavvicinando al settore. Erano intorno al 22% lo scorso anno, sono il 25% quest'anno. Il fenomeno è particolarmente evidente al Sud, dove rappresentano il 40%. Molte sono giovanissime, hanno tra 25 e 35 anni e non mancano diciottenni che, uscite da scuola, lavorano spesso in nero e sottopagate per aiutare la famiglia».

Fonte: qui

CROLLANO GLI ARRIVI IN ITALIA (-67%), MA NEI CAMPI IN LIBIA SONO BLOCCATE 700 MILA PERSONE CHE HANNO GIA’ ATTRAVERSATO IL DESERTO. “VIVONO IN CONDIZIONI DISUMANE”

GOMMONI FERMI


Sara Menafra per il Messaggero

migranti morti su un gommone vicino alle coste libiche 9MIGRANTI MORTI SU UN GOMMONE VICINO ALLE COSTE LIBICHE 
Meno 32% dall'inizio dell'anno, -67% da luglio. Da quando l'Italia ha minacciato di chiudere i porti anche alle organizzazioni umanitarie, approvato con il sostegno Ue il codice delle Ong e stretto un accordo di cooperazione con le autorità libiche per l'affidamento alle pattuglie di Tripoli dei controlli in mare (scelta che ha suscitato critiche molto dure anche da parte di alcune organizzazioni in seno all'Onu) gli arrivi via mare sono drasticamente diminuiti. 

MIGRANTI IN LIBIA2MIGRANTI IN LIBIA
Al Viminale guardano con soddisfazione gli ultimi dati sugli sbarchi dei migranti: non siamo ancora di fronte ad un calo «strutturale» ma si comincia a vedere una «luce in fondo al tunnel». Dall'inizio dell'anno ad oggi il flusso migratorio si è ridotto del 32,35%: a fronte dei 173.008 migranti sbarcati nel 2016 nei primi undici mesi di quest'anno ne sono arrivati 117.042, dunque 55.966 in meno.

migranti nel deserto nigerMIGRANTI NEL DESERTO NIGER
Se si guardano i dati a partire da luglio, la flessione è più che doppia: in 5 mesi ne sono arrivati 33.288 contro i 102.786 del 2016, vale a dire 69.498 in meno, un calo del 67,61%. Calano anche le partenze dalla Libia: a bordo di gommoni e barconi sono arrivate 4.711 persone a fronte delle 13.581 dell'anno precedente, con un calo del 65,31%.

I CAMPI
Quella che non si ferma è, invece, l'emergenza umanitaria in Libia. Minniti ha detto più volte di essere il primo a sapere che la diminuzione degli sbarchi ha dei costi collaterali, con migliaia di uomini, donne e bambini bloccati nei campi libici - quelli governativi e quelli gestiti dalle organizzazioni criminali - in condizioni disperate.

MIGRANTI IN LIBIA CAMPI1MIGRANTI IN LIBIA CAMPI1
Da Bruxelles, il presidente della Commissione dell'Unione africana Moussa Faki Mahamat, dopo il vertice Ue Africa di Abidjan ha detto che in Libia vivono tra i 400 e i 700mila migranti in condizioni disumane e 3.800 in un campo a Tripoli devono «essere evacuati al più presto». Gli accordi di Abidjan, tra Ue e Unione africana, prevedono di proteggere i migranti «lungo le rotte», incentivare i rimpatri volontari assistiti e la ricollocazione in Europa dei richiedenti asilo. 

Due giorni fa, l'Unhcr ha definito un «passo decisivo» l'iniziativa libica di istituire una struttura di transito a Tripoli per le persone bisognose di protezione internazionale e, soprattutto, ha ringraziato l'Italia «per l'importante ruolo» svolto. Bisogna vedere, però, quanto e come la Libia accetterà di accordarsi su questi argomenti.

MIGRANTIMIGRANTI
Ieri, giunto alla conferenza sul Mediterraneo di Roma, il vicepremier libico, Ahmedi Maitig, ha detto che «l'accordo firmato con l'Italia sui migranti è un modello, che altri paesi europei possono sottoscrivere, cerchiamo altri partner per fermare il fenomeno dell'immigrazione clandestina». 

Fonte: qui

CADUTA TESTE IN VATICANO - DOPO IL NUMERO DUE DELLO IOR, GIULIO MATTIETTI, RISCHIANO IL POSTO ALTRE PERSONE

E’ GUERRA SUI CONTI “LAICI”, INTESTATI A PERSONE ESTERNE ALLA SANTA SEDE E DELLE QUALI NON SI CONOSCE L’IDENTITÀ 

IN BALLO C’E’ ANCHE IL CONTROLLO DELLE “CASSEFORTI” APSA E PROPAGANDA FIDE

Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”

Altre teste potrebbero cadere dopo quella di Giulio Mattietti, il direttore «aggiunto» dello Ior licenziato lunedì scorso. Perché la decisione di mandare via il manager - addirittura facendolo accompagnare dai gendarmi fuori dalle Mura - appare come il nuovo capitolo della guerra che si sta consumando in Vaticano sulla gestione del settore finanziario. Con un' attenzione particolare ai conti «laici» tuttora aperti presso l' Istituto per le opere religiose. Si tratta dei depositi intestati a persone esterne alla Santa Sede delle quali non si conosce - per la maggior parte - l' identità.
LIBERO MILONE PAPA FRANCESCO BERGOGLIOLIBERO MILONE PAPA FRANCESCO BERGOGLIO

Ma non solo. Perché l' interesse delle due fazioni che ormai da tempo si fronteggiano, anche con l' utilizzo di dossier segreti e ricatti, riguarda pure la gestione delle altre «casseforti» come l' Apsa - l' Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica - e Propaganda Fide, intestataria di centinaia di immobili in tutta Italia.
Propaganda FidePROPAGANDA FIDE





Ieri la Santa Sede ha confermato l' apertura di un' inchiesta interna sul conto di Mattietti, anche se al momento si continua a parlare di «violazioni amministrative». Secondo alcune indiscrezioni circolate due giorni fa, al manager sarebbe stato contestato di aver consegnato documenti a Libero Milone quando ancora ricopriva la carica di Revisore.

Una ipotesi che lo stesso Milone - che fu licenziato a giugno e tre mesi dopo ha raccontato di essere stato costretto a dimettersi con la minaccia di essere arrestato - nega categoricamente attraverso i suoi due avvocati, Lorenzo Fiorani e Gianfranco Di Simone: «Non ho mai avuto rapporti personali con il dottor Giulio Mattietti - sottolinea l' ex Revisore -, né l' ho mai conosciuto. In ogni caso non avevo alcun potere di vigilanza sullo Ior, in virtù di un allegato del 9 giugno 2015, sottoscritto dal Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin».
papa francesco bergoglio e il cardinale parolinPAPA FRANCESCO BERGOGLIO E IL CARDINALE PAROLIN

Attraverso l' agenzia Ansa fonti anonime della Santa Sede fanno filtrare la notizia che l' allontanamento di Mattietti dal suo ufficio sarebbe stato deciso all' improvviso «da sei cardinali componenti la commissione di vigilanza per evitare che portasse via documenti». Nulla viene aggiunto sulla contestazione amministrativa che gli è stata mossa e questo alimenta il mistero sulla natura delle «carte» che avrebbe potuto trafugare, ma anche sulla fondatezza delle accuse.

Angelo BecciuANGELO BECCIU
Perché proprio all' interno del Vaticano c' è chi accredita la possibilità che in realtà il manager sia stato mandato via perché ritenuto non in linea con il suo diretto superiore Gianfranco Mammì. E non sarebbe l' unico. Ci sarebbero altri funzionari a rischio licenziamento e quelli già mandati via avrebbero parlato di un clima di autentico terrore nei confronti dei dipendenti di diversi uffici specializzati, Ior compreso, costretti a firmare la lettera di dimissione anche loro sotto la minaccia di essere messi sotto inchiesta o addirittura agli arresti.

Nei prossimi giorni dovrebbe essere chiusa l' indagine avviata nei mesi scorsi proprio sull' attività di Milone, accusato di aver svolto attività di dossieraggio nei confronti di numerosi prelati. Era stato il sostituto della Segreteria di Stato, monsignor Angelo Becciu, a dichiararlo pubblicamente sostenendo di essere tra le persone «spiate».
L' esito degli accertamenti potrà fornire ulteriori elementi sullo scontro interno che si sta consumando, coinvolgendo persone che erano state scelte direttamente da papa Francesco, primi fra tutti proprio Milone e Mattietti.

Fonte: qui

Beppe Grillo comunica la notizia della morte di Salvo Mandarà: "Lottava da tempo con la leucemia"

È morto Salvo Mandarà, l'operatore dello Tsunami Tour di Beppe Grillo, che aveva a lungo collaborato anche con la web tv del Movimento, La Cosa. A darne annuncio è stato lo stesso Grillo tramite un post su Facebook:
Se ne è andato Salvo Mandarà.
Lottava da tempo contro la leucemia.
Salvo viaggiò con noi in camper nel 2013 durante tutto lo Tsunami Tour facendo le dirette da tutti i palchi d'Italia con un semplice smartphone. Le dirette che fece in quei 40 giorni furono seguite da milioni di persone. Gli dicevo sempre che quando si metteva il cappuccio per ripararsi dal freddo somigliava a Igor, lo straordinario personaggio di Frankenstein Junior. Lui rideva come un matto e diceva "Lupo ululà e castello ululì." Che tempi, che ricordi!
Salvo poi giustamente seguì la sua strada, ma l'affetto che ci legava è sempre rimasto intatto.
Ciao Salvo e grazie di tutto.
Con affetto,
Beppe
Fonte: qui 

P.S. Ciao Salvo. R.I.P.
Adolfo Bottiglione