9 dicembre forconi: 12/18/17

lunedì 18 dicembre 2017

ARRESTATO UN IMPIEGATO DEL VATICANO, OSTILIO DEL BALZO, PER POSSESSO DI COCAINA E CENTINAIA DI VIDEO PEDOPORNOGRAFICI


L’UOMO È AI DOMICILIARI CON BRACCIALETTO ELETTRONICO PER PERICOLO INQUINAMENTO PROVE 

GLI INQUIRENTI SONO CONVINTI CHE LA DROGA E IL MATERIALE HARD FOSSE CUSTODITO PER CONTO DI ALTRI…

Rinaldo Frignani per www.corriere.it
Papa Bergoglio e Ostilio Del BalzoPAPA BERGOGLIO E OSTILIO DEL BALZO

Sul suo profilo Facebook, oltre a immagini di una vita spensierata, compare una foto che lo ritrae insieme con Papa Francesco nel novembre di quattro anni fa. Uno scatto che avvalora ancora di più il fatto di essere un personaggio insospettabile. O almeno di esserlo stato fino al primo settembre scorso, quando Ostilio Del Balzo, 47 anni, dipendente del Vaticano e usciere del Pontificio consiglio per la cultura di via della Conciliazione presieduto dal cardinale Gianfranco Ravasi, è stato arrestato dai carabinieri della stazione San Pietro durante un’operazione antidroga che ha portato al sequestro di 15 grammi di cocaina custoditi in 30 involucri termosaldati.

CARDINALE RAVASI A BAGNAIACARDINALE RAVASI A BAGNAIA
NEL BORSELLO

Ma ciò che quel giorno i militari dell’Arma trovarono in un borsello viola a bordo della Ford Focus del quarantenne appena uscito dal lavoro e bloccato a Borgo Santo Spirito, non era soltanto la droga. In cinque chiavette usb di piccolo formato gli investigatori hanno scoperto anche centinaia di video e foto a sfondo pedopornografico. Dal 4 dicembre scorso - come riportato domenica mattina da Repubblica -Del Balzo si trova agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico dopo aver trascorso gli ultimi tre mesi a Regina Coeli.

90 GIORNI DI DETENZIONE

La procura, con il pm Eugenio Albamonte, indaga per sapere per conto di chi il quarantenne usciere custodisse la droga, ma soprattutto quei supporti informatici. Perché appare chiaro, come lo stesso gip nella sua ordinanza ha sottolineato, che quel materiale non fosse di Del Balzo, mai finito prima al centro di indagini di questo livello.

vaticanoVATICANO
Ma in oltre novanta giorni di detenzione l’usciere non ha mai aperto bocca. A costo di rischiare adesso una pesantissima condanna per detenzione di materiale pedopornografico e di detenzione di droga ai fini di spaccio. Senza contare che i domiciliari, sempre secondo il gip Daniela Caramico D’Auria, rappresentano una misura per evitare che lavorando in ambito extraterritoriale il quarantenne possa godere di qualche forma di protezione.

Fonte: qui

Government Loses $21 Trillion….Yes….$21 Trillion

Just when you reach the point where you think there’s nothing left out of government that can still surprise you, news breaks that they’ve lost $21 trillion.
Yes. You heard that correctly. $21 trillion.
Not $21 million, or $21 billion. But $21 trillion.
Michigan State PhD economist Dr. Mark Skidmore and economist Catherine Austin Fitts have both gone through the numbers and come up with $21 trillion of undocumented adjustments between the Department of Defense and the Department of Housing and Urban Development.

If you have not yet heard Skidmore’s interview with Greg Hunter of USA Watchdog, it’s truly stunning and worth your time. Because when you hear a number like $21 trillion it’s easy to dismiss it out of hand while thinking it’s simply not possible.
However listening to even a few minutes of the interview quickly reveals that Dr. Skidmore meticulously crunched the numbers and came back with stunning results. In fact it’s worth noting that when he first heard of a missing $21 trillion from Fitts, he actually didn’t believe it could be true and was aiming to disprove the report.
Yet just like how all of the political speeches in the world don’t change the numbers behind the U.S. fiscal and monetary problems, Dr. Skidmore found the numbers in this case also painted a clear picture.
Now if you were expecting the government to somehow explain the situation, just wait until you hear what else Dr. Skidmore reported. Apparently, rather than launching any sort of investigation, so far all the government has done is to remove the documents Skidmore cited from their website.
At this point news of fraudulent accounting out of the government hardly raises an eyebrow anymore. Yet just the sheer magnitude of the amount of money that has gone missing is beyond belief.
Amazingly enough there actually is a precedent for the military announcing large amounts of unexplained missing money. You may recall that on September 10, 2001 Donald Rumsfeld announced that the Pentagon had lost $2.3 trillion. Yet with the World Trade Center and Pentagon attacks occurring the next day, the story quietly faded away.
But now there’s an even bigger missing sum of money which is startling and disturbing to say the least. Even aside from how ridiculous it is that the government could lose $21 trillion and then remove the evidence, what does it say about the numbers the Federal Reserve has been producing about the money supply?
Currently the St. Louis branch of the Federal Reserve lists the monetary base at right around $4 trillion. Yet if $21 trillion has now gone missing, wouldn’t this have to at least call into question how much money is really out there?
I emailed Dr. Skidmore to see if he feels that these are comparable terms, and even he couldn’t figure out the answer to that. Yet however one looks at the monetary accounting, it makes you wonder how much money has really been created. And whether the Fed has been anywhere close to honest in disclosing the real amount. It also makes you wonder what other piles of money have gone missing that we still have yet to find out about.
So if you bought precious metals as insurance against government monetary and fiscal ineptitude, the case for a bright future is still very much intact. Any rational argument that could have been made that the government and Fed have a handle on the situation has become difficult to imagine. While the reasons to own precious metals just continue to grow.
~Chris Marcus

Fonte: qui

IL LUNGO INVERNO DELLA CATALOGNA

CAZZULLO: CON L’ILLUSIONE INDIPENDENTISTA ORMAI TRAMONTATA BARCELLONA HA PERSO TREMILA IMPRESE, TUTTE LE BANCHE, IL 30% DEL TURISMO 

E NEPPURE LE ELEZIONI DI GIOVEDI’ PROSSIMO RISOLVERANNO LA TRAGEDIA. NON VINCERA’ NESSUNO…

Aldo Cazzullo per il Corriere della Sera
CATALOGNACATALOGNA

C' era una volta una terra in cui tutti gli studenti d' Europa volevano venire, con il ristorante migliore al mondo, la squadra di calcio più forte, la vita notturna più allegra. L' illusione indipendentista - ormai tramontata - e la repressione sono riuscite a farla fallire. La Catalogna ha perso tremila imprese, tutte le banche, il 30% del turismo; cresce meno della metà del resto di Spagna; ha avuto famiglie divise, amicizie infrante, amori finiti; e neppure con le elezioni di giovedì prossimo risolverà la tragedia che si è costruita con le sue stesse mani.

Secondo l' ultimo sondaggio, non vincerà nessuno. I separatisti dovrebbero perdere la maggioranza; ma non c' è un' alleanza unionista in grado di governare. Dall' esilio il presidente Carles Puigdemont dice che tornerà «quando meno se l' aspettano». Dal carcere - con accuse da girone dantesco: ribellione, sedizione, malversazione - il vicepresidente Oriol Junqueras ha scritto in un mese più lettere di Silvio Pellico in dieci anni, per incoronare la sua pupilla ancora a piede libero, Marta Rovira, prontamente indagata dal Tribunale supremo di Madrid. Un rebus senza soluzioni.

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Dice Javier Cercas, il più importante scrittore civile di Spagna, che per capire la secessione bisogna leggere Curzio Malaparte: Tecnica del colpo di Stato. «Diceva Malaparte che i golpe migliori sono quelli senza violenza: Napoleone, De Gaulle, Primo de Ribera. La casta catalana ha tentato il primo golpe del XXI secolo. Ha approfittato del momento di massima debolezza dell' Europa - la Brexit, la finis regni della Merkel - e del governo di Madrid. Ha puntato sul riconoscimento internazionale, come il Kosovo di vent' anni fa. Per fortuna il golpe è fallito. Sono stati decisivi i socialisti, che hanno appoggiato Rajoy; per questo voterò Psc, partito socialista catalano. La sindaca Colau invece ha avvalorato l' impostura della catalanidad.

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L' identità collettiva non esiste. Aveva ragione Montaigne: «C' è tanta differenza tra noi e noi stessi che tra noi e gli altri». Il catalanismo si basa sulla rottura con la realtà. Sul sonno della ragione. Su un cumulo di menzogne, destinate a coprire la cleptocrazia che ci governa da quarant' anni. Parlano di patria per continuare a rubare. Hanno annunciato mille feriti. Sa quanti sono finiti davvero in ospedale? Quattro. Secondo Guardiola, la polizia aveva rotto tutte le dita a una bambina: un falso vergognoso. Ma la menzogna più grande è che la Spagna di oggi sia franchista: un oltraggio alle vittime del franchismo, quello vero.

La seconda bugia è che la Catalogna fosse antifranchista. Aveva ragione Vázquez Montalbán: nell' ora più nera della dittatura gli antifranchisti di Barcellona avrebbero potuto prendere tutti lo stesso autobus». Non è finita qui però, ammonisce Cercas: «Viviamo la crisi più grave del dopoguerra. Rischiamo di diventare un' Irlanda del Nord senza le bombe. Gli arresti alimentano il vittimismo, che è il carburante del nazionalismo. Per fare un governo ci vorrebbe un miracolo. Se poi i secessionisti dovessero mai riuscire, un minuto dopo seguirebbero i baschi, e poi i corsi, i fiamminghi, i veneti, i bavaresi Sarebbe la fine dell' Europa».

MANIFESTAZIONE CONTRO L'INDIPENDENZA DELLA CATALOGNAMANIFESTAZIONE CONTRO L'INDIPENDENZA DELLA CATALOGNA
Vázquez Montalbán diceva anche che il Barça è «l' esercito disarmato della Catalogna». Qui si racconta che il franchismo finì quando nel 1974 i Blaugrana vinsero 5 a 0 a Madrid; Cruijff euforico chiamò il figlio Jordi come il santo patrono; Franco, grande tifoso del Real, sopravvisse pochi mesi. Real Madrid-Barcellona si gioca sabato prossimo. La Ciutat Esportiva dove i calciatori si allenano pare una clinica svizzera. Personale cortesissimo. I soci sono quasi tutti per l' indipendenza, ma gli atleti sono divisi.


Questo gigante biondo, bello come Achille, che si esercita a calciare in porta da quaranta metri è Gerard Piqué, marito della popstar Shakira, che si è assicurato un avvenire politico schierandosi per il referendum. Invece il piccoletto che sta entrando in campo abbracciato al magazziniere, Andrés Iniesta, eroe nazionale da quando ha segnato il gol del primo e unico Mondiale vinto dalla Spagna, ha invitato tutti al dialogo e alla riconciliazione.
MANIFESTAZIONE CONTRO L'INDIPENDENZA DELLA CATALOGNAMANIFESTAZIONE CONTRO L'INDIPENDENZA DELLA CATALOGNA

Piqué è figlio dell' alta borghesia catalana; Iniesta è manchego, è cresciuto qui ma non dimentica di venire da una delle regioni più povere. Piqué lo fischiano dappertutto; Iniesta lo applaudono. Gli ultras si aspettavano che il club facesse di più per la causa; ma i milioni di andalusi ed estremegni che tifano Barcellona hanno sofferto. Ecco Leo Messi con un berretto grigio. I giornalisti gli fanno domande in catalano, lui risponde in spagnolo: è qui da quasi vent' anni ma nella lingua del posto non dice una parola. Ha appena firmato un contratto da cento milioni l' anno: segno che il Barça fuori dalla Liga spagnola non può e in fondo non vuole stare.

Un altro fuoriclasse, in questo cruciale week end, è di scena al teatro Goya. Il Nobel Mario Vargas Llosa è qui per sostenere Ines Arrimadas, candidata di Ciudadanos, il partito - in testa ai sondaggi - più ostile alla secessione.
L'ALTRA CATALOGNA CONTRO LA SECESSIONEL'ALTRA CATALOGNA CONTRO LA SECESSIONE

«Torna in Perù!» gli grida un passante. Lui risponde: «Io sono peruviano, catalano, spagnolo, europeo. E sono anche liberale e democratico. Sono un cittadino del mondo». Poi parte subito forte citando Popper: «Il catalanismo è come il richiamo della tribù. Un mondo chimerico, inventato. Io ho vissuto qui cinque anni, alla fine della dittatura. Sono stati i migliori della mia vita. Barcellona era la città più aperta del mondo: cosmopolita, meticcia, curiosa. Gli spagnoli venivano qui per sentirsi in Europa.

Giovedì dimostrerete che la Catalogna non è l' incubo anacronistico sognato dai separatisti!». Il pubblico applaude in piedi. Vargas Llosa ora cita Malraux, «che non era solo un grande scrittore ma pure un grande oratore» sorride pensando chiaramente a se stesso, «e una volta disse: viviamo uno strano tempo, in cui la sinistra non è a sinistra, la destra non è a destra, e il centro non è in mezzo.

Non c' è nulla di più reazionario della sinistra nazionalista. La vera Catalogna è progressista e libertaria. La vera Catalogna siete voi!» chiude in un tripudio di bandiere spagnole ed europee. «A Barcellona in questi giorni non si gioca solo il futuro della Spagna, ma dell' intero continente!».

Sciopero Generale in CatalognaSCIOPERO GENERALE IN CATALOGNA
Dal teatro infiammato dal Nobel si sale al Montjuic, la collina dei Giochi del 1992, a picco sul mare. Qui è sepolto Lluís Companys, l' ultimo presidente ad aver dichiarato l' indipendenza.

Lo stadio olimpico doveva portare il suo nome; poi si rinunciò per non riaprire antiche ferite.
Fuggito in Francia dopo la sconfitta nella guerra civile, catturato dalla Gestapo, consegnato a Franco, fucilato, Companys riposa sotto un laghetto di ninfee, come re Artù. Il luogo non è triste, anche se evoca un esercito di ombre. Qui sono i resti di anarchici fucilati dai comunisti e garrotati da Franco. L' ultimo fu Salvador Puig Antich: in quella stessa mattina del 2 marzo 1974, Joan Miró tracciava dopo anni di prove la riga definitiva sulla tela bianca intitolata «La esperanza del condenado a muerte», custodita nel museo qui a fianco. Papa Paolo VI implorò la grazia; il caudillo non gli venne neanche al telefono.
puigdemontPUIGDEMONT

Non tutti gli eroi catalani sono caduti gloriosamente. Jordi Pujol, padre dell' autonomia, è accusato di aver nascosto 137 milioni di euro ad Andorra e in Svizzera. Sandro Rosell, presidente del Barcellona dei trofei, è in galera per evasione fiscale. Ad Artur Mas, che resta il leader-ombra della destra separatista, Madrid ha sequestrato la casa per farsi risarcire le spese del referendum del 2014.

Ogni angolo svela una contraddizione: quasi tutti i giornali compresa La Vanguardia sono per l' unione alla Spagna, la rete è quasi tutta contro; molti poliziotti portano il nastrino giallo per chiedere la liberazione dei «prigionieri politici» ma obbediscono a Madrid; si espongono i ritratti di Puigdemont, ma alla frontiera si rafforza la vigilanza per impedirgli di rientrare. Barcellona è stata un crocevia del Novecento, qui scrissero le loro pagine migliori Orwell e Koestler, Malraux e Hemingway, Gibson e Bernanos; ora ai turisti si da il menù in catalano, negli ospedali si fa l' esame ai medici, non dite adios ma adeu . Solo il 21% vuole andare avanti con la secessione; gli altri chiedono un dialogo che però Madrid si ostina a negare. È un' indipendenza sentimentale, non politica.
Ma i sentimenti possono anche ingannare.

Fonte: qui

ATTACCO ISIS SVENTATO IN RUSSIA: PUTIN CHIAMA TRUMP PER RINGRAZIARLO DELL’AIUTO DELLA CIA


UNA CELLULA JIHADISTA STAVA PIANIFICANDO UN ATTENTATO NELLA CATTEDRALE DI SAN PIETROBURGO 


Secondo quanto riportano i giornali russi la Cia ha aiutato i servizi di Mosca a sventare un attentato nella cattedrale di San Pietroburgo.  

La notizia è emersa dopo una telefonata tra Vladimir Putin e Donald Trump. Il leader russo ha parlato al telefono con il numero uno della Casa Bianca per ringraziarlo personalmente per il contributo dell’intelligence americana che ha permesso ai russi di smantellare una cellula dell’Isis che stava pianificando un attacco kamikaze il 16 dicembre, si legge in un comunicato diffuso dalle agenzie russe. 

Durante la telefonata - riferisce l’agenzia Interfax - Putin ha promesso al presidente Usa di allertare l’intelligence americana in caso gli 007 russi avessero notizie di possibili attacchi negli Stati Uniti.  

Fonte: qui

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A ROMA I CINGHIALI ORA VANNO A SPASSO PER TRASTEVERE

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cinghiali trastevereCINGHIALI TRASTEVERE
Spopola su twitter il caso della famigliola di cinghiali ripresi a passeggio sul Lungotevere (all’altezza di Trastevere) in un video pubblicato dal sito del Messaggero. C’è chi ironizza «Virgi'...se famo due salsiccette?!» e chi scherza su «Raggi animalista» e sul «ritorno alla foresta» nella Capitale. C’è chi si chiede «A Roma ci sono più cinghiali o romani?» e chi esulta: «A Roma passeggiano famiglie di cinghiali (veri). Un altro risultato raggiunto dalla Raggi e i M5S. Avevano detto di combattere l’antropocentricismo? Fatto».

Una valanga di tweet a molti dei quali replica l’assessora alla semplificazione Flavia Marzano con un secco: «Gli animali selvatici, compresi i cinghiali, sono di competenza regionale». «Temo che lei sia assolutamente fuori strada - la controreplica dello scrittore Eugenio Cardi - Qui si sta parlando di cinghiali che si spingono fino a Trastevere grazie alle tonnellate di monnezza non raccolta dall’#Ama, gentile assessora, e non di cinghiali che pascolano tranquillamente nei boschi della regione...».

raggi operaRAGGI OPERA
Il gruppetto a spasso per la città era formato da papà cinghiale, mamma e i loro cinque cuccioli. Camminavano sul marciapiede uno in fila all’altro senza alcuna paura nei confronti delle persone o delle auto che gli sfrecciavano accanto sul lungotevere, all’altezza dell’Isola Tiberina (lato piazza in Piscinula). «Ma come sono arrivati fin qui?», si sono chiesti automobilisti e residenti. L’incontro ravvicinato è avvenuto mercoledì mattina: «Hanno persino attraversato la strada con tanta tranquillità». A spingerli così lontano dalla loro tana è la possibilità di trovare facilmente cibo, specialmente rovistando tra i rifiuti. 

Fonte: qui
cinghiali trastevereCINGHIALI TRASTEVERE