L’UOMO È AI DOMICILIARI CON BRACCIALETTO ELETTRONICO PER PERICOLO INQUINAMENTO PROVE
GLI INQUIRENTI SONO CONVINTI CHE LA DROGA E IL MATERIALE HARD FOSSE CUSTODITO PER CONTO DI ALTRI…
Rinaldo Frignani per www.corriere.it
Sul suo profilo Facebook, oltre a immagini di una vita spensierata, compare una foto che lo ritrae insieme con Papa Francesco nel novembre di quattro anni fa. Uno scatto che avvalora ancora di più il fatto di essere un personaggio insospettabile. O almeno di esserlo stato fino al primo settembre scorso, quando Ostilio Del Balzo, 47 anni, dipendente del Vaticano e usciere del Pontificio consiglio per la cultura di via della Conciliazione presieduto dal cardinale Gianfranco Ravasi, è stato arrestato dai carabinieri della stazione San Pietro durante un’operazione antidroga che ha portato al sequestro di 15 grammi di cocaina custoditi in 30 involucri termosaldati.
NEL BORSELLO
Ma ciò che quel giorno i militari dell’Arma trovarono in un borsello viola a bordo della Ford Focus del quarantenne appena uscito dal lavoro e bloccato a Borgo Santo Spirito, non era soltanto la droga. In cinque chiavette usb di piccolo formato gli investigatori hanno scoperto anche centinaia di video e foto a sfondo pedopornografico. Dal 4 dicembre scorso - come riportato domenica mattina da Repubblica -Del Balzo si trova agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico dopo aver trascorso gli ultimi tre mesi a Regina Coeli.
90 GIORNI DI DETENZIONE
La procura, con il pm Eugenio Albamonte, indaga per sapere per conto di chi il quarantenne usciere custodisse la droga, ma soprattutto quei supporti informatici. Perché appare chiaro, come lo stesso gip nella sua ordinanza ha sottolineato, che quel materiale non fosse di Del Balzo, mai finito prima al centro di indagini di questo livello.
Ma in oltre novanta giorni di detenzione l’usciere non ha mai aperto bocca. A costo di rischiare adesso una pesantissima condanna per detenzione di materiale pedopornografico e di detenzione di droga ai fini di spaccio. Senza contare che i domiciliari, sempre secondo il gip Daniela Caramico D’Auria, rappresentano una misura per evitare che lavorando in ambito extraterritoriale il quarantenne possa godere di qualche forma di protezione.
Fonte: qui
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