9 dicembre forconi: 02/23/18

venerdì 23 febbraio 2018

IN ARGENTINA SEQUESTRATI 400 KG DI COCAINA ALL’AMBASCIATA RUSSA



GLI STUPEFACENTI, DEL VALORE DI 50 MILIONI DI EURO, DOVEVANO ARRIVARE DA BUENOS AIRES A MOSCA IN AEREO ATTRAVERSO CANALI DIPLOMATICI 

I CRIMINALI GODEVANO DELL’APPOGGIO DI ALCUNI DIPENDENTI DELL’AMBASCIATA


Francesco Tortora per www.corriere.it

LA COCAINA SEQUESTRATA ALL AMBASCIATA RUSSA IN ARGENTINALA COCAINA SEQUESTRATA ALL AMBASCIATA RUSSA IN ARGENTINA
L'indagine, degna di una sceneggiatura cinematografica, è durata più di un anno e alla fine ha portato all'arresto di 5 persone che operavano tra la Russia e l'Argentina usando la posta diplomatica. I narcotrafficanti avevano nascosto in un edificio dell'ex ambasciata sovietica a Buenos Aires ben 389 kg di cocaina dal valore di 50 milioni di euro che sarebbero dovuti arrivare in aereo in Europa.

FARINA AL POSTO DELLA DROGA
L'indagine è iniziata il 13 dicembre del 2016 quando Viktor Koronelli, diplomatico russo di stanza a Buenos Aires, ha scoperto 16 valigie piene di cocaina in una dependance dell'ambasciata e ha immediatamente allertato Patricia Bullrich, ministra degli Interni del Paese sudamericano. La stessa sera, una volta appurato che si trattava di stupefacenti, gli investigatori sono andati al mercato all'ingrosso di Buenos Aires per acquistare 400 chili di farina. Le autorità argentine sapevano di avere solo fino alle 6 del mattino prima che lo staff dell'ambasciata iniziasse ad arrivare. Gli agenti hanno impiegato 4 ore per sostituire la cocaina con la farina e hanno posizionato un localizzatore GPS all'interno di ogni valigia.
cocainaCOCAINA

GLI ARRESTI
Nei mesi successivi i membri della rete, alcuni dei quali lavoravano all'ambasciata, hanno cercato invano di far arrivare le valigie piene di farina attraverso i canali diplomatici. Alla fine però sono stati arrestati. Tra loro c'era anche un cittadino russo naturalizzato argentino, che lavorava per la polizia di Buenos Aires dal 2013.

La cocaina, "di purezza molto elevata", era destinata alla Russia e forse alla Germania, dove probabilmente vive il presunto capo dei narcotrafficanti, ancora latitante. Le forze dell'ordine russe che hanno lavorato a stretto contatto con quelle argentine sono sbarcate tre volte in Sudamerica per partecipare alle indagini: "È stata un'operazioni senza precedenti nella storia dell'Argentina - ha dichiarato la ministra Bullrich -. Gran merito va alla collaborazione permanente tra l'ambasciata russa e il nostro governo, che sono riusciti a sgominare l'organizzazione criminale".

L'APPRODO DEGLI STUPEFACENTI

Non è ancora chiaro quale sia l'origine della cocaina né a quale mercato fosse destinata. «Può venire dalla Colombia o dal Perù, i pacchetti sono stati decorati con una stella - ha dichiarato la ministra Bullrich -. Sappiamo anche che in Russia questo stupefacente è molto costoso: potrebbe essere stato spedito per la prossima Coppa del Mondo, ma pure per il consumo normale. Pensiamo anche che ci sia un membro dell'organizzazione ad Amburgo che voleva portarne una parte in Germania».

Fonte: qui

ONESTA’! ONESTA’! IL CANDIDATO M5S, CAIATA, SCELTO DA DI MAIO FINISCE INDAGATO PER RICICLAGGIO

SI TRATTA DI SALVATORE CAIATA, PRESIDENTE DEL POTENZA: L’INCHIESTA RIGUARDA FLUSSI DI DENARO UTILIZZATI PER COMPRAVENDITE IMMOBILIARI 

DI MAIO LAPIDARIO: "L' ITALIA HA BISOGNO DI PERSONE CAPACI COME LUI CHE HANNO DIMOSTRATO DI SAPER FARE TANTO E BENE PER IL PROPRIO TERRITORIO"

LUI SI È AUTOSOSPESO DAL M5S, CHE NATURALMENTE NON VUOL DIRE NIENTE:

È NELLE LISTE, SARÀ ELETTO, E POI POTRÀ DECIDERE SE RESTARE NEL GRUPPO MISTO O DIMETTERSI DA PARLAMENTARE. 


INDOVINATE CHE FARÀ?

Gianluca Paolucci per la Stampa

Salvatore Caiata, imprenditore e candidato grillino alle prossime elezioni, è indagato dalla procura di Siena nell' ambito di una inchiesta per riciclaggio di denaro. Con Caiata, secondo quanto ricostruito da diverse fonti, sarebbe indagato anche Igor Bidilo, imprenditore kazako con interessi nel settore del petrolio e gas in vari paesi dell' Est europa. L' inchiesta, per la quale sono ancora in corso gli accertamenti da parte degli inquirenti, riguarderebbe i flussi di denaro utilizzati per una serie di compravendite di attività commerciali e immobili a Siena e in altre città italiane.

caiataCAIATA
Caiata, che è anche presidente del Potenza Calcio, è una delle «eccellenze» tra i candidati grillini presentati lo scorso 29 gennaio a Roma da Luigi Di Maio nel corso di un evento del Movimento 5 stelle. Caiata, 47 anni, arrivato a Siena come studente, aveva accumulato negli anni la proprietà di vari locali e ristoranti, tre dei quali nella sola Piazza del Campo. Tra i locali riconducibili al Caiata c' era anche, ad esempio, la Birreria, storico locale di Piazza del Campo citato anche nell' inchiesta su Monte dei Paschi. Tra i locali coinvolti, anche alcuni dei bar Nannini della città.

caiataCAIATA
Nominato «Lucano dell' anno» nel 2017 per i successi del Potenza Calcio, Caiata in passato aveva provato a più riprese a squadre di calcio anche in Toscana, arrivando ad un passo all' acquisto del Siena dopo le travagliate vicende della società bianconera seguite al tracollo di Mps.

Poco più di un anno fa Caiata aveva annunciato in una intervista a La Nazione la sua intenzione di lasciare le sue attività a Siena, «deluso» dalla città toscana. A subentrare in alcune delle attività era stato il gruppo La Cascina, grossa coop romana associata alla Compagnia delle Opere e finita anche nell' inchiesta di Mafia Capitale - viene citata 167 volte nell' ordinanza di custodia capitale, restando però formalmente come «consulente» delle attività rilevate. Il tramite tra La Cascina e Caiata sarebbe stato Cataldo Staffieri, manager de La Cascina ma anche socio, direttamente, di alcune società coinvolte nella compravendita delle attività, come la Ansa & Colt srl di Bari alla quale faceva capo anche la Birreria.
caiataCAIATA
Altro personaggio chiave, secondo quanto ricostruito, è Igor Bidilo, imprenditore kazako che ha comprato da Caiata un complesso immobiliare alle porte di Siena. A lui fa capo il 51% della Sielna srl, proprietaria tra l' altro di alcuni dei bar Nannini, storica pasticceria e industria dolciaria senese, una delle «istituzioni» cittadine.

Socio con il 49% della Sielna è Constantin Maxim, un cittadino romeno che risulta anche socio e amministratore di una serie di scatole societarie alle quali fanno capo attività nel settore della ristorazione, della consulenze e delle pulizie.

Caiata, che nel 2009 aveva fatto parte del coordinamento provinciale senese di Forza Italia è candidato per i Cinquestelle nel collegio uninominale della Camera di Potenza. Contro di lui Nicola Benedetto - ex assessore della giunta di Centrosinistra che si è dimesso in dicembre e corre per il Pdl - e Guido Viceconte, candidato della coalizione di Centrosinistra dopo essere stato a lungo esponente di punta del Centrodestra e di Forza Italia in Basilicata.

LUIGI DI MAIOLUIGI DI MAIO
Presentando la candidatura di Caiata, Di Maio aveva detto di essere contento «che Salvatore, da imprenditore ed esterno a logiche politiche, abbia accettato di mettere la sua esperienza e le sue competenze manageriali a disposizione del nostro progetto per il Paese e per la Basilicata in particolare.

L' Italia ha bisogno di persone capaci, che hanno dimostrato di saper fare tanto e bene per il proprio territorio».

Fonte: qui

A BASSANO UN PROFUGO NIGERIANO E’ STATO FERMATO DALLA POLIZIA MENTRE CAMMINAVA NEL CENTRO STORICO COMPLETAMENTE NUDO

ALL’ARRIVO DEGLI AGENTI NON HA OPPOSTO RESISTENZA E NON HA SPIEGATO IL PERCHE’ DELLA SUA PASSEGGIATA DESNUDA


UN PROFUGO NIGERIANO CAMMINA NUDO NEL CENTRO DI BASSANOUN PROFUGO NIGERIANO CAMMINA NUDO NEL CENTRO DI BASSANO
A passeggio completamene nudo per le strade di Bassano, profugo fermato dagli agenti del commissariato e condotto al San Bassiano per il ricovero d’urgenza nel reparto di psichiatria. Nessuno ci poteva credere, invece l’uomo di colore sulla trentina immortalato da diversi passanti increduli, oggi verso mezzogiorno stava proprio passeggiando nudo lungo la centralissima strada Ca’ Baroncello, che collega la città a San Giuseppe di Cassola. Decine di cittadini hanno chiamato gli uffici del commissariato: «C’è un uomo tutto nudo in strada, venite a prenderlo subito».

Due volanti sono arrivate in zona pochi minuti, gli agenti hanno individuato il nigeriano praticamente subito. L’uomo, che non  parla una parola di italiano, e ovviamente non aveva con sé i documenti, non ha saputo spiegare il perché di un simile gesto. Senza opporre alcuna resistenza è salito sull’auto dei poliziotti che l’hanno condotto all’ospedale di via Dei Lotti, dove è stato disposto il ricovero nel reparto di psichiatria. Gli agenti del vicequestore David De Leo, sono al lavoro per risalire all’identità dell’extracomunitario.

22 Febbraio 2018

Fonte: qui

L’ITALIA DELLE GRANDI OPERE: SE SI REALIZZANO, NON FUNZIONANO - E’ IL CASO DI POTENZA ...

DOVE C’E’ UNA SUPER SCALA MOBILE DI 1,3 CHILOMETRI (LA PIU’ GRANDE D’EUROPA) CHE NON SERVE A NULLA PERCHE’ CI SONO INFILTRAZIONI D’ACQUA 

E’ STATA INAUGURATA OTTO ANNI FA E DOVEVA STRAVOLGERE LA MOBILITA’ IN CITTA’…

Agostino Gramigna per il “Corriere della Sera”

Il sindaco di Potenza, Dario De Luca, non si nasconde. Il problema c' è. «Non su tutti i quattro impianti», precisa. «Però le infiltrazioni di acqua esistono, in altre parole ci piove, non posso negarlo. La gente rischia di scivolare. E nella scala più lunga, quella più recente, beh ogni tanto si blocca. Problemi di manutenzione. I pedoni scarseggiano».
LE SCALE MOBILI DI POTENZALE SCALE MOBILI DI POTENZA

Si tratta di uno di quei luoghi neutri che appartengono a tutti e a nessuno, dove la gente s'incontra quasi senza vedersi. Le scale mobili. La particolarità di Potenza è che ce ne sono così tante da non avere equivalenti in nessuna parte del mondo, fatta eccezione per Tokyo. Il record spetta alla quarta scala, l' ultima a essere inaugurata otto anni fa, lunga milletrecento metri, chiamata del Ponte attrezzato. In Europa di opere così non ce ne sono. Il problema però, ammesso dallo stesso sindaco, è che spesso non funzionano. Ma questo non è tutto.

LE SCALE MOBILI DI POTENZALE SCALE MOBILI DI POTENZA
Se si guarda all' opera come idea, promessa anni fa ai cittadini come moderna visione, allora è il sogno di una città verticale che appare svanire, quello di spostare migliaia di cittadini da una parte all' altra dei quartieri con scale mobili, metropolitana e navette ai parcheggi. Insomma un sistema integrato di trasporti pubblici che avrebbe dovuto eliminare le auto. A Potenza. Il sogno può infrangersi a qualunque ora della giornata.

Se una scala si ferma bisogna farsela a piedi, in salita. Se piove dentro non bastano i secchi messi in un qualunque punto per raccogliere l' acqua. Il rischio di cadere e farsi male è alto. Potenza è costruita su una montagna. Forse per questo i cittadini non si fidano e snobbano la «grande opera». Così sono in pochi a prendere la scala mobile e l' auto resta il mezzo più utilizzato.
LE SCALE MOBILI DI POTENZALE SCALE MOBILI DI POTENZA

La storia delle scale parte da lontano. Potenza anni Ottanta, post terremoto. Le giunte dell' epoca puntato a rivoluzionare la mobilità urbana. L' aiuto viene dai fondi europei. L' idea è semplice: collegare il centro con le periferie.

I dati sfornati ai cittadini sembrano incoraggiare la bontà del progetto: quattro mega scale mobili avrebbero dovuto trasportare circa 12 mila passeggeri al giorno. Gli anni passano, i costi aumentano, nel 2014 arriva il nuovo sindaco, De Luca, che dichiara il «dissesto finanziario». Il Comune non ha i soldi per la manutenzione straordinaria, resta proprietario della struttura ma ne affida la gestione a un' azienda privata, Trotta.

Che decide di far pagare il pedaggio 25 centesimi. La situazione non cambia. Forse peggiora.
LE SCALE MOBILI DI POTENZALE SCALE MOBILI DI POTENZA
Chi arriva a Potenza e dalla stazione centrale decide di prendere una delle scale mobili, sperimenta la sensazione di trovarsi in un luogo che un tempo doveva essere altro. La muffa alle pareti, come segni artistici impressi dall' umidità che penetra dall' alto, secchi sparsi qua e là, scale spesso immobili, luci al neon che illuminano i quadri dipinti dagli studenti che avrebbero dovuto abbellire il percorso, pochi passanti, silenzio.

«Quando sono arrivato in Comune nel 2014 ho scoperto che la manutenzione veniva pagata ma non era mai stata effettuata - accusa il sindaco -. Guido una maggioranza trasversale. In giunta l' equilibrio è fragile, il mio compito non è dei più facili».
Sedici minuti è il tempo che ci vuole per andare dal centro città al rione Cocuzza, case popolari, se si prende la scala mobile lunga milletrecento metri. Quando è in funzione. Il problema è la manutenzione. Il blocco di una sola rampa si ripercuote su tutta la linea, che infatti spesso è semideserta.
LE SCALE MOBILI DI POTENZALE SCALE MOBILI DI POTENZA

Manutenzione. Il sindaco promette miglioramenti. Ma ammette: «L' abbiamo affidata a una società, Schindler. Purtroppo stiamo avendo qualche problema, vanno troppo per le lunghe». Poi annuncia: «Chiederò alla Regione un nuovo piano della mobilità: che i circa 250 autobus extraurbani che arrivano a Potenza si fermino al parcheggio in prossimità delle scale. Perché non si fermano? Cosa ci vuole? Forse la Regione non ci ha preso in considerazione».

Fonte: qui

"Potere al Popolo"? Un vicolo cieco

In risposta a un lettore: in che cosa differisce il mio punto di vista da quello di “Potere al popolo". [Giulietto Chiesa]


Giulietto Chiesa

di Giulietto Chiesa



Buon pomeriggio,

la domanda che segue forse ha già avuto risposte altrove, pubbliche, da parte sua, e spero di non tediarla riproponendola : in che cosa differisce il suo punto di vista (estrinsecato nel suo movimento ) da “Potere al popolo"? Vedo di buon occhio questi ragazzi ma il suo non esserci (perché pensavo di trovarla lì nel mezzo) mi fa nascere dei dubbi.


Maurizio Razzai

***

Caro Maurizio, no, non ho ancora risposto in modo esauriente a questo quesito. Non in pubblico. Lo faccio adesso, ben sapendo che solleverò un vespaio di polemiche. Ma lo faccio anche perché a questa domanda, prima o poi avrei dovuto rispondere, al di fuori di ogni tattica. Vede, "dietro" Potere al Popolo" c'è Rifondazione Comunista; c'è la Rete dei Comunisti

E c'è molta ingenuità primitiva di una piccola parte della gioventù dei centri sociali e di cose affini, che sono cresciuti senza alcuna scuola politica e, quindi, che sono anch'essi vittima di approssimazioni, semplificazioni, banalizzazioni catechistiche. Sono, di sicuro, dei bravi ragazzi. Dopo il 4 marzo molti capiranno, in ritardo, di essere stati trascinati là dove non sapevano, e di essere stati usati per scopi che non erano quelli che credevano fossero. Ma questo è un discorso lungo che non si può affrontare qui.

Il fatto che io non sia stato là dove lei credeva di trovarmi si spiega bene con le posizioni che io ho assunto sia nella fase in cui facevo il corrispondente da Mosca, sia quando tornai in Italia. Io avevo visto in anticipo gli sviluppi della crisi mondiale ("La Guerra infinita"), e cominciai a criticare le sinistre italiane, tutte. La mia spiegazione dell'11 settembre fu respinta da tutte le sinistre. Erano al governo, o vicine, e non potevano rinunciarvi. Io, dicendo la verità, li scoprivo nel loro tatticismo. Era insopportabile. Dicevo che la crisi mondiale aveva subito una accelerazione senza precedenti. Che eravamo in una svolta storica. Che il marxismo (il loro marxismo) non era in condizione di capire tutto ciò perché non era capace di capire l'insorgere dei limiti allo sviluppo. Per carità di Dio! Erano bestemmie per loro, che guardano allo scontro tra le classi come all'unica realtà immutabile.

Non capivano che era vero quello che aveva detto Marx, che "la storia è sempre stata una lotta di classi", ma che, cambiando la fisionomia delle classi, e creandosene di nuove, quella lotta avrebbe assunto fisionomie radicalmente diverse. Non erano capaci di emanciparsi teoricamente. E, infatti, si ridussero dove sono: a forza marginale, a "zoccolo duro". Nel senso letterale del termine. Teste dure. Anche per loro ero un "complottista". Rovinavo la loro tranquillità. Dicevo, dissi, ripetei, che erano tutti rimasti in un mondo che non esisteva più. Mi misi a parlare di rivoluzione della comunicazione. Spiegai e scrissi che, se non si affrontava questo problema, la politica sarebbe stata cancellata. E con essa sarebbero stati cancellati anche loro. Non solo non fui capito: fui isolato. Ma poiché diventò sempre più chiaro che avevo un seguito, sempre più largo, decisero che era meglio trattarmi come un nemico.

Fondai Pandora tv e me li trovai tutti contro. Fondai il Comitato No Guerra No Nato e me li trovai ostili e silenziosi, sempre contro. Fino ai giorni nostri, in cui molti (non tutti) decisero che ero diventato un "rossobruno", perché mi ero convinto che fosse necessario parlare con tutti; perché dicevo e penso quello che pensava Pier Paolo Pasolini (a proposito dell'antifascismo d'accatto dei giorni nostri). Questo in grande sintesi.

Per un po' pensai come se fosse ancora possibile trovare una via di dialogo con il pensiero ossificato di questa gente. Ma fui sistematicamente tenuto al di fuori dei loro poveri tentativi di "riunificare la sinistra". Per mia fortuna. Dall'Arcobaleno fino a ieri, passando per Rivoluzione Civile, per L'Altra Europa con Tsipras, etc, l'obiettivo di costoro fu di impedirmi perfino di parlare nelle loro assemblee. Fino all'ultima in ordine di tempo: quella al teatro di Roma dove Je so' pazzo si trasformò in Potere al Popolo. C'ero andato per dialogare (pensavo che bisognasse tentare ancora una volta, visto che eravamo ormai fuori tempo massimo), ma non mi fu data la parola. Avevo già fondato, con Ingroia, la Lista del Popolo. Figuriamoci! Due reprobi insieme!? Fummo ignorati. E anche derubati del nome che avevamo scelto. "Potere al popolo" fu pensato anche per relegare in un angolo la "Lista del Popolo".

Ecco perché non sono là dove ti aspettavi che fossi. C'è un abisso tra ciò che sono diventati (anzi ciò che sono rimasti) questi "compagni" e il modo come io vedo lo scontro tra le nuove e gigantesche forze che si contendono il potere mondiale e il destino di vita e di morte che ci troviamo dinnanzi. Non videro e non vedono la guerra. Se il movimento pacifista è morto e sepolto è perché lo hanno sepolto loro (o hanno contribuito a seppellirlo). Io so che loro non sono più capaci di leggere la realtà contemporanea e, per questo, non conteranno più niente. Perfino il loro linguaggio è divenuto incomprensibile ai più.

Andare con loro significa condannarsi a una perpetua suddivisione tra clan, tra sette dogmatiche, fino alla lotta sulla punta di uno spillo. E ciò mentre, al di fuori, immense masse umane non hanno una spiegazione degli eventi che le dilaniano. Cercare queste spiegazioni è essenziale, poiché non esiste e non esisterà una via d'uscita "rivoluzionaria" senza una spiegazione rivoluzionaria della attuale "complessità", cioè senza una teoria del cambiamento nei termini attuali. Essendo evidente che le teorie del cambiamento del secolo XX non sono più nemmeno lontanamente in grado di produrre cambiamento nel XXI secolo. Ecco dunque dove sono io, e dove sono loro: lontanissimi. Poi, sul piano pratico, si potrà collaborare anche con loro, come con molti altri. La Costituzione è di tutto il popolo. Ma tenendo sempre presente che le visioni nostre e loro sono diverse. Radicalmente diverse. E rimanere nel loro contesto, teorico e politico, significa restare fermi in fondo a un vicolo cieco.

Fonte: qui

VIOLENZA ALLE ELEZIONI? COLPA DEI POLITICI

CACCIARI: "BASTA CON QUESTA STORIA DEL FASCISMO E DELL'ANTIFASCIMO, NON SE NE PUÒ PIÙ!” 

''TRA L’ALTRO, GLI STUDENTI NON SANNO NEMMENO CHI FURONO MUSSOLINI E HITLER''


MASSIMO URSINOMASSIMO URSINO
Con l'avvicinarsi del 4 marzo aumentano i casi di violenza tra "fascisti" e antifascisti, da Piacenza a Palermo passando per Perugia, in un'escalation che sta avvelenando ancor di più la campagna elettorale, la più "bieca che si ricordi - dice Massimo Cacciari su Quotidiano nazionale - Piena di promesse vuote, intrisa di demagogia. Era evidente che il clima verbale si sarebbe alzato, e questi sono i frutti".
ANTIFASCISTIANTIFASCISTI


Nella surreale ricerca ai "mandanti morali" dei pestaggi tra estremisti, Cacciari taglia corto e individua la vera responsabilità: "Colpa di questi politici che hanno perso i contatti col Paese. Anzi con il sapere e il raziocinio".
CACCIARICACCIARI

Di certo non c'è nulla di ideologico in questi scontri: "Basta con questa storia del fascismo e dell'antifascimo, non se ne può più - dice Cacciari - È un dibattito di una inconcludenza totale, fondato sul nulla. Pensiamo piuttosto al fatto che i nostri ragazzi escono da scuola senza sapere bene chi era Hitler e Mussolini".

Fonte: qui

CACCIATE I SOLDI! - DUECENTO MIGRANTI SI BARRICANO IN UN CENTRO D’ACCOGLIENZA A ROMA

VOGLIONO IL “POCKET MONEY”. INSOMMA, LO STIPENDIO DA MIGRANTE: NON LO RICEVONO DA GENNAIO
Da Ansa

POCKET MONEY PROTESTAPOCKET MONEY PROTESTA
Momenti di tensione ieri mattina in un centro di accoglienza in largo Perassi a Roma. Secondo quanto si è appreso, circa 200 migranti si sono barricati all'interno della struttura per protesta. Gli ospiti del centro denuncerebbero il mancato pagamento del pocket money. Sul posto le forze dell'ordine.
PROTESTE POCKET MONEYPROTESTE POCKET MONEY





Dopo qualche ora i migranti hanno incontrato il responsabile della struttura, il quale gli ha dato rassicurazioni sul pagamento a breve del pocket money, che non riceverebbero da gennaio, e la situazione al momento è tornata alla normalità. Sul posto polizia e carabinieri.

Fonte: qui

POTERI MARCI IN MANOVRA – JUNCKER: “PREPARIAMOCI A UN GOVERNO NON OPERATIVO IN ITALIA. TEMO REAZIONE DEI MERCATI”


JUNCKER INTRAVEDE LA FINE DELL' UE!


“SONO PIU’ PREOCCUPATO DI ELEZIONI A ROMA CHE DEL REFERENDUM TEDESCO”




GENTILONI JUNCKER TAJANIGENTILONI JUNCKER TAJANI - AMICONI
«C’è un inizio di marzo molto importante per l’Ue. C’è il referendum Spd in Germania e le elezioni italiane, e sono più preoccupato per l’esito delle elezioni italiane che per il risultato del referendum dell’Spd».
BERLUSCONI JUNCKERBERLUSCONI JUNCKER - AMICONI










Lo ha detto il presidente della Commissione Europea, Jean Claude Juncker, secondo cui «dobbiamo prepararci allo scenario peggiore, cioè un governo non operativo in Italia».

SPREAD BORSE PIAZZA AFFARISPREAD BORSE PIAZZA AFFARI
Assieme all’incertezza in Spagna, è possibile «una forte reazione dei mercati nella seconda metà di marzo, ci prepariamo a questo scenario».

Fonte: qui

UNA BUFALA PUBBLICATA DA IL SOLE 24 ORE, RIMBALZATA POI DAI SOCIAL, INFORMAVA CHE I 200 MILIONI NON PAGATI DAI CLIENTI MOROSI DELL’ENEL FINIRANNO SPALMATI A 35 EURO SULLE NOSTRE BOLLETTA

INVECE, L'IMPATTO SUI CONSUMATORI SARÀ ALL’INCIRCA IL 2% DEGLI ONERI DI SISTEMA, E NON 35 EURO) - VIDEO
 

Da Blitz quotidiano.it

BOLLETTA DELLA LUCEBOLLETTA DELLA LUCE
Sta circolando su WhatsApp e su Facebook una fake news che riguarda la bolletta della luce Enel. Secondo questa bufala ci sarebbe un aumento di 35 euro per “sanare” i morosi che non pagano la luce. Una fake news architettata e che fa leva sul caso mosso sulle pagine de Il Sole 24 Ore dal titolo “Bolletta non pagata? Da ora è a carico di tutti”. Un articolo che informava di 200 milioni non pagati da clienti morosi che finiranno spalmati tra tutti gli altri. Una notizia falsa che poi ha avuto l’eco dei social.
tasti falso e veroTASTI FALSO E VERO

L’importo di cui parla l’articolo infatti non riguarda gli ammanchi lasciati dai clienti finali morosi bensì il buco creato nell’ultimo biennio del crac di alcune aziende di vendita, la più famosa delle quali è Gala, che nell’articolo del Sole viene invece dipinta come vittima dei morosi.

Come se non bastasse, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) è intervenuta direttamente con un comunicato stampa per spiegare meglio che il provvedimento è esclusivamente finalizzato a reintegrare gli oneri di sistema a seguito del mancato versamento da parte di alcune imprese venditrici e non di altri clienti morosi. Il relativo impatto sulle bollette dei consumatori finali non è ancora stato quantificato da ARERA, ma in ogni caso l’Autorità ha precisato che sarà molto contenuto (all’incirca il 2% degli oneri di sistema, e non 35 euro).

ENEL STARACEENEL STARACE
Non ci sarà alcun aumento di 35 euro sulla bolletta della luce. Bufala bollette Enel. Sul caso della bufala è intervenuto anche il Codacons: “Stanno circolando sui social network e attraverso testi inviati da cellulare messaggi che annunciano un addebito da 35 euro sulla bolletta della luce di aprile, finalizzato a coprire i debiti degli utenti morosi, quelli cioè che non hanno pagato la propria bolletta elettrica – denuncia il Codacons – Un messaggio pericolosissimo perché invita anche a non pagare la bolletta in attesa di una non meglio specificata sentenza del Tar, e a decurtare questi 35 euro dal bollettino postale. Si tratta di una bufala a tutti gli effetti, che solo in parte si fonda su un aspetto reale”.

Fonte: qui