9 dicembre forconi: 02/13/17

lunedì 13 febbraio 2017

IL GOVERNATORE DELLA CALIFORNIA HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA IN TRE CONTEE INTORNO ALLA DIGA DI OROVILLE DOPO LA LESIONE DELLO ‘SFIORATORE DI EMERGENZA’

VIDEO: LA DIRETTA DALLA DIGA, CON IMMAGINI AEREE



un buco gigantesco nella digaUN BUCO GIGANTESCO NELLA DIGA

Il governatore della California, Jerry Brown, ha dichiarato lo stato di emergenza in tre contee nel nord dello Stato per far fronte all'allarme provocato da una lesione dello sfioratore di emergenza della diga di Oroville, la più alta degli Stati Uniti, a nordest di San Francisco. Circa 190mila persone sono state evacuate dalle zone interessate: lo stato di emergenza riguarda le contee di Butte, Sutter e Yuba. Ora il getto di acqua si è fermato, ma l'ordine di evacuazione resta in vigore.
l acqua esce dalla diga di orovilleL ACQUA ESCE DALLA DIGA DI OROVILLE

La rete stradale nell'area del lago di Oroville, dove sorge l'omonima diga, è bloccata in queste ore da migliaia di vetture che cercano di lasciare la zona in seguito all'ordine di evacuazione emesso dalle autorità locali a causa dei timori per la stabilità della gigantesca struttura.

Il governatore della California, Jerry Brown, ha ordinato di potenziare le operazioni di emergenza per mettere la diga in sicurezza ed agevolare l'evacuazione dei residenti. Un ufficiale della Guardia Nazionale ha reso noto che otto elicotteri saranno impiegati per riparare lo sfioratore di emergenza della diga la cui erosione ha dato origine all'allarme. Inoltre, tutti i 23mila soldati della Guardia Nazionale californiana sono ora in stato di allerta e pronti a entrare in azione.
diga orovilleDIGA OROVILLEil lago di oroville quando c era la siccitaIL LAGO DI OROVILLE QUANDO C ERA LA SICCITAl acqua esce dalla diga di orovilleL ACQUA ESCE DALLA DIGA DI OROVILLE
Fonte: qui
sfollati diga di orovilleSFOLLATI DIGA DI OROVILLEdiga di orovilleDIGA DI OROVILLE

LA RAGGI È UNA TALE FRANA, CHE ORA I GIORNALI CHIAMANO MARINO PER AVERE IL SUO GIUDIZIO SULLA GIUNTA GRILLINA: ‘ROMA STA ANDANDO VERSO L’EUTANASIA. NON SI DECIDE PIÙ NULLA.'

‘LA CLASSE DIRIGENTE DEI PARTITI È COSÌ SCREDITATA CHE SE SI PRESENTASSE PAPERINO E POTESSE DIMOSTRARE DI NON FARE PARTE DELLA VECCHIA PARTITOCRAZIA, PAPERINO VINCEREBBE’ (OVVERO LA STORIA DELL’ELEZIONE DI MARINO)

Fabio Martini per ‘La Stampa

ignazio marino presenta il suo libro 8IGNAZIO MARINO PRESENTA IL SUO LIBRO 
Ora che la “storia” e i tribunali gli stanno dando ragione, tutti hanno ricominciato a cercarlo. Ma lui, l’ex sindaco di Roma Ignazio Marino, ha deciso di distillare le sue esternazioni, da quasi due mesi non parla, a dispetto della crisi manifesta nella quale è caduta l’amministrazione capitolina a Cinque Stelle.

Certo, il professor Marino non ha smarrito il suo “bisturi” e in questa intervista a “La Stampa” fa la prima analisi di sei mesi di giunta Raggi: «Lo dico con rispetto ma finora mi sembra che non sia emersa neppure un’idea di città. E neanche una sola idea su come affrontare i dossier più importanti: sviluppo urbanistico, rifiuti, traffico, stadio proposto dalla Roma, aiuto al sociale e ai più deboli. Sei mesi purtroppo caratterizzati dal nulla». 
virginia raggi beppe grillo a porta a portaVIRGINIA RAGGI BEPPE GRILLO A PORTA A PORTA

Difficile ricordare nella storia della Repubblica, l’amministrazione di una grande città segnata da una striscia così lunga di infortuni, conflittualità interne, paralisi. Ma se continua così per altri quattro anni, che accade di Roma?  
«Guardi, le cito - tra i tanti - un solo caso, meno noto ma eclatante. Ciclo dei rifiuti: avevamo lavorato per due anni ed eravamo pronti con un Eco-distretto, un impianto di bio-digestione capace di ingerire e trasformare in gas, cioè in ricchezza, il rifiuto organico delle nostre cucine, che a Roma ammonta a 500 mila tonnellate all’anno.

GIANNI ALEMANNO E IGNAZIO MARINOGIANNI ALEMANNO E IGNAZIO MARINO
Prima hanno deciso di cancellarlo, poi l’altro giorno, al momento del voto in Consiglio, i Cinque Stelle hanno deciso di non votare. Cioè di non decidere. Siamo davanti ad uno stato confusionale difficile da definire. Ma se continua così la città rischia di entrare in uno stato di eutanasia». 

Se proprio non ce la fanno, non sarebbe meglio, per loro, e per Roma, chiudere l’esperienza della giunta Raggi?  
«Non è un caso che nessuno, a sinistra e a destra, chieda in modo convinto le dimissioni della Raggi. Dopo la decisione sciagurata del gruppo dirigente del Pd di abbattere il proprio sindaco andando dal notaio e la vittoria scontata dei Cinque Stelle, era naturale attendersi che la rottura con la logica consociativa, già contrastata fortemente dalla mia giunta, potesse proseguire con Virginia Raggi. Sembrava. Ma le difficoltà dei Cinque Stelle sono talmente tante che non riescono a guidare la città e dunque i veri padroni continuano ad essere i poteri forti e il consociativismo dei partiti, che guidano Roma attraverso le seconde file: Dipartimenti e funzionari...». 
maria elena boschi ignazio marinoMARIA ELENA BOSCHI IGNAZIO MARINO

Ma se i leader nazionali spingessero il bottone dell’affondamento...  
«Ma non lo spingono! Anzitutto perché a loro di risolvere i problemi di Roma non interessa. Ma soprattutto perché l’esperienza dei Cinque Stelle a Roma è un tale imbarazzo nazionale e internazionale che diventa funzionale a dimostrare che sono inadatti a guidare il Paese. Ma continuano a sbagliare analisi...». 

In che senso?  
«La classe dirigente dei partiti tradizionali è così screditata che se un domani si presentasse Paperino e potesse dimostrare di avere un’idea di città e di non fare parte della vecchia partitocrazia, Paperino vincerebbe. Ma Roma, dove votano quasi tre milioni di elettori anche alle Politiche, non merita un sindaco qualunque». 

Roma sta diventando la capitale del no a tutto...  
ignazio marino er piu mattoIGNAZIO MARINO ER PIU MATTO
«Roma deve uscire dall’isolamento nel quale è entrata. Nell’immaginario planetario Roma avrebbe un profilo straordinario, esercitabile con naturalezza e che invece viene continuamente mortificato. Prima è stato detto no alle Olimpiadi e su questo fronte credo che Roma potrebbe assumere un’iniziativa, scrivendo alla sindaca di Parigi: cosa possiamo fare per favorire la vittoria di una Capitale dell’Unione europea come Parigi, tra l’altro l’unica città al mondo gemellata con Roma?». 

Lo stadio si farà mai?  
ignazio marino su chi 12IGNAZIO MARINO SU CHI 
«Non è condivisibile la visione di città espressa da un urbanista tecnicamente preparato come l’assessore Berdini e da lui riassunta nell’espressione: “I costruttori l’hanno presa tra i denti”. La mia amministrazione ha preteso un vero controllo sui privati, chiedendo quasi 400 milioni di opere pubbliche pagate dai costruttori. Le tre torri di Daniel Libeskind, uno dei più grandi architetti del destrutturalismo e al quale è stato affidato il progetto di rinascita di Ground Zero, garantirebbero qualità architettonica. Senza trascurare che i grandi gruppi internazionali potrebbero essere attratti, anche per la vicinanza con l’aeroporto, a realizzare lì i loro headquarter». 
ignazio marinoIGNAZIO MARINO

Decisiva direzione del Pd: che cosa spera?  
«Vede, quando in sala operatoria c’è un evento avverso, gli specialisti si riuniscono con chi guidava in quel momento l’intervento per capire se e come sia stato commesso un errore, cercando di prevenirne la ripetizione. Il Pd non si è mai riunito per capire l’errore, non ha mai chiesto scusa ai “famigliari”, ai romani, come se non fosse accaduto nulla. Da Roma in poi sono seguite diverse sconfitte, culminate col referendum. È arrivata l’ora di elaborare quel lutto con analisi e ravvedimenti veri». 

Fonte: qui
ignazio marino spazzino 568187IGNAZIO MARINO SPAZZINO

EMILIANO: ‘RENZI STAVA CON BANCHIERI E PETROLIERI, ORMAI LA SUA STAGIONE È FINITA.'


‘ABBIAMO FERMATO IL SUO PROGETTO FOLLE, STERILE, TRISTE, CHE PUNTAVA SOLO A TUTELARE UN PO’ DI DEPUTATI, SEQUESTRARE IL PARLAMENTO CON UNA LEGGE ELETTORALE’

Chiara Giannini per www.ilgiornale.it

«L'era Renzi è finita», non ne hanno alcun dubbio gli esponenti della sinistra Pd, tra i quali il governatore della Puglia, Michele Emiliano, che ha partecipato ieri a Firenze, proprio «in casa» dell'ex premier, a una convention organizzata dall'onorevole Francesco Laforgia, a poche ore dal direttivo Pd.
MICHELE EMILIANO E MATTEO RENZIMICHELE EMILIANO E MATTEO RENZI

«Non guardiamo al passato - dice Emiliano - ma lavoriamo per costruire programmi condivisi dalla gente».

Quindi siamo veramente al tramonto dell'epoca Renzi?
«È evidente che siamo in una fase in cui abbiamo costretto il segretario a fare il congresso, perché lui non lo voleva fare. Aveva un altro obiettivo: voleva saltare direttamente alle elezioni. Aveva pensato, con la sentenza della Corte costituzionale, di sequestrare i capilista e di costruire questo progetto folle, sterile, triste, insopportabilmente inutile, al solo fine di tutelare un po' di deputati.
MICHELE EMILIANO E MATTEO RENZIMICHELE EMILIANO E MATTEO RENZI

È possibile mai che una comunità che è l'erede della Resistenza, della lotta operaia, visto che siamo quelli che abbiamo restituito la libertà a questo Paese, debba pensare di usare una legge elettorale per sequestrare la sovranità del Parlamento? Noi non possiamo permetterlo. Lui stesso, dimettendosi da segretario, riconosce gli errori commessi».

Quali sono stati gli errori dell'ex premier?
«Ormai degli sbagli di Renzi si è occupato il popolo italiano con il referendum del 4 dicembre e forse non è neanche utile impostare il dibattito sulla base di un'accusa verso di lui. Certo, non possiamo essere il partito di tutti. Con lui siamo stati attentissimi alle esigenze di petrolieri, banchieri e anche golfisti, dobbiamo invece essere il partito dei cittadini».

Qual è la soluzione, allora?
MICHELE EMILIANO A BARI PER RENZIMICHELE EMILIANO A BARI PER RENZI
«Quella di costruire programmi di governo con l'intervento dei cittadini, rispettando e attuando la Costituzione alla quale, evidentemente, gli italiani tengono molto, visto che l'hanno salvata da un'ipotesi di riforma(COME AL SOLITO UN MUCCHIO DI BALLE ELETTORALI!). Non siamo nati per ricostruire un passato che non può tornare, ma per seguire l'interesse del popolo italiano. In questo momento è uno slogan. Dobbiamo essere il partito di quelli che non contano niente, ovvero non solo clochard o disoccupati, ma anche di imprenditori con mille dipendenti e tante responsabilità, che sono vittima di un meccanismo nel quale qualcun altro, decidendo di entrare in un business, impedisce loro di realizzare dei sogni».

Pensate di farcela?
«Uno non deve fare le battaglie perché pensa di vincere, quello è il renzismo, ma perché sono giuste».

MICHELE EMILIANOMICHELE EMILIANO
Crede che si arriverà a una scissione?
«Le scissioni si fanno quando è impossibile la convivenza. Bisogna evitarla a ogni costo, perché tutti questi anni di lavoro sul Pd non vanno buttati via».

Fonte: qui

DAVIGO: "A 25 ANNI DI MANI PULITE, L’ITALIA E’ PIU’ CORROTTA DI PRIMA"

"LA DEPENALIZZAZIONE PER SFOLTIRE I PROCESSI" 

“QUALCHE POLITICO E’ PERBENE, MA I MECCANISMI TALVOLTA FAVORISCONO IL MALAFFARE”

Giuseppe Guastella per il Corriere della Sera

A 25 anni da Mani pulite, in Italia è cambiato poco o nulla?
DAVIGODAVIGO
«È drammatico quanto poco sia cambiata la situazione e quanto sulla corruzione peggiori la deriva dell' Italia nel panorama internazionale».

Un Paese corrotto?
«A livelli diversi, finalità e modalità diverse. È un Paese che sta morendo. C' è sfiducia, la gente non va più a votare, espatria».

Ci vuole una rivoluzione culturale?
«Bisogna cominciare dalla scuola».

Migliore l' Italia degli anni di Mani pulite?
«L' effetto domino non fu innescato da un sussulto di coscienza civile, ma dal fatto che erano finiti i soldi».

DAVIGO DI PIETRO COLOMBODAVIGO DI PIETRO COLOMBO
Lei sostiene che per la corruzione ci vorrebbe un doppio binario, come per la mafia.
«Bisognerebbe introdurre alcune delle norme che valgono per i mafiosi».

Ad esempio?
«Un sistema premiale forte e serio e le operazioni sotto copertura».

La corruzione spesso è alimentata da fondi neri esteri, sempre più difficili da aggredire.
«È un problema internazionale. L' assistenza giudiziaria internazionale è un relitto ottocentesco che richiede tempi talmente lunghi, incompatibili con la durata di un processo».
tangenti pio ospizio trivulzio arrestato mario chiesaTANGENTI PIO OSPIZIO TRIVULZIO ARRESTATO MARIO CHIESA

Corruzione «Simonia secolarizzata». Cioè?
«Nella Chiesa c' è il sacerdote che vende cose sacre, nello stato c' è il funzionario pubblico che vende le cose che per lui dovrebbero essere sacre, perché ha giurato fedeltà alla Repubblica».

Il pool Mani pulite ha fatto errori?
«Secondo me, no. Ha fatto quello che poteva. Se non ci avessero cambiato le leggi a partita in corso, saremmo andati avanti. Molte leggi possono avere su il nome dell' imputato».

Forse fino a un' epoca determinata.
LARRESTO MARIO CHIESA FEBBRAIOLARRESTO MARIO CHIESA FEBBRAIO
«Sì, poi è cambiata la maggioranza e da allora le fanno più sofisticate. Ad esempio, la legge Severino non contrasta la corruzione ma è stata gabellata per una legge che la contrasta».

Monti, il premier di allora, non era sospettabile di essere vicino ai corrotti.
«Quella legge l' ha fatta il Parlamento. Ricordo che il ministro della Giustizia rispose alle obiezioni: "Era il massimo che si potesse fare in quel momento con quelle Camere"».

I vostri rappresentanti dissero che era una buona legge, come nel caso di quella sull' autoriciclaggio. C' è anche un problema vostro?
Andrea OrlandoANDREA ORLANDO
«Certo che c' è anche un problema della magistratura, ma cerchiamo di capirci, gioca anche molto il modo di fare leggi dovuto all' incompetenza della pubblica amministrazione che, purtroppo, non è più quella di cento anni fa, fatta di funzionari competenti e con il senso dello Stato. Quando ho incontrato la prima volta il ministro Orlando, gli ho fatto presente che la depenalizzazione che avevano fatto non serviva a niente perché toglieva solo le briciole ma alcuni reati depenalizzati avevano l' effetto non di ridurre il carico di lavoro, ma di aumentarlo. Mi rispose che l' Anm aveva dato parere favorevole, io gli dissi che non sarebbe accaduto più perché avevamo costituito delle commissioni interne».

Ha un giudizio molto negativo sui politici.
«Ce ne sono anche perbene, ma i meccanismi talvolta favoriscono il malaffare».

Cosa ne pensa di chi, come i 5 Stelle, ha introdotto codici interni legati alle inchieste?
TANGENTITANGENTI
«La politica non deve agganciarsi ad atti formali nel giudizio, ma a una valutazione autonoma dei fatti. Si può cacciare uno che è innocente o tenerlo se è colpevole. Sono due valutazioni diverse, una è politica, l' altra di giustizia».

Non si introduce così un' inversione del principio di non colpevolezza?
«Non è così. Molte volte non c' è bisogno di aspettare la sentenza per far scattare la responsabilità politica, ma in questo Paese non avviene mai, neanche di fronte ai casi evidenti».

Prendiamo il caso di Roma e della sindaca Raggi, è un caso controverso.
«Premesso che non parlo dei procedimenti in corso, in qualche caso la politica può dire "aspetto di vedere come va finire" o "mi sono fatto un' idea", ma non può dire sempre "aspettiamo le sentenze". Significa caricare sulla decisione del giudice la selezione della classe politica».

euro sotto il materassoEURO SOTTO IL MATERASSO
I politici dovrebbero darsi codici di comportamento?
«Secondo me sì. Basta anche il buonsenso».

Non c' è il rischio di finire nel moralismo?
«Se mi mandano in udienza con un collega che si è saputo che ruba, io non vado perché chi ci vede pensa che siamo uguali. Io non rubo».

L' Anm accoglie pm e giudici. Non le sembra forte dire che il codice di procedura penale è fatto per farla fare franca ai farabutti?
«Il nostro giudice è vincolato da un sistema di inutilizzabilità sconfortante perché una prova acquisita, valida nei confronti di un imputato, diventa inutilizzabile per un altro se è stata acquisita a termini delle indagini preliminari scaduti. Il giudice è messo nella condizione di dover scegliere tra rispettare la legge rinunciando a fare giustizia o tentare di fare giustizia forzando la legge. È inaccettabile. E allora è normale che uno venga arrestato e poi assolto. Se non volevano questo non dovevano scrive il codice così, oppure dovevano dirci di non arrestare più».
MILANO MAZZETTEMILANO MAZZETTE

Riporta una frase del generale Dalla Chiesa che diceva: che c' è chi parla di manette facili e chi di ingiustizia che assolve. Ingiustizia?
«L' ingiustizia può essere nella legge oltre che negli uomini, se la legge è contraria al senso comune di giustizia, e molte delle norme che applichiamo lo sono. Ora la minaccia del carcere non è credibile perché il codice penale è uno spaventapasseri, da lontano fa paura, quando ci si avvicina appare innocuo. In galera ci va chi è così sciocco da farsi arrestare in flagranza e gli appartenenti alla criminalità organizzata. Gli altri in media ci vanno di meno».

Lei è un giudice, un suo imputato potrebbe avere difficoltà leggendo: «Ne prendiamo pochi e quando li prendiamo vengono condannati a pene esigue che non vengono fatte scontare».
RAGGIRAGGI
«Nel nostro sistema il rispetto delle regole formali, che il più delle volte non hanno nessuna utilità, vanifica la ricostruzione storica dei fatti. A un certo punto ho lasciato la Procura per fare il giudice in appello, volevo capire come mai le sentenze venissero quasi sempre riformate. Ho visto che era vero quello che mi aveva insegnato un anziano magistrato che diceva che i giudici del tribunale sono come i padri, severi quando è necessario, quelli della Corte d' appello come i nonni, di regola rovinano i nipoti. Dato che su cento ricorsi in appello, 98 sono degli imputati condannati, si cominciano a vedere i problemi solo con una certa ottica e spesso è impossibile resistere alla tentazione di ridurre le pene. Bisognerebbe cambiare anche l' appello».

Solo carcere? E l' esecuzione esterna?
carlo alberto dalla chiesaCARLO ALBERTO DALLA CHIESA
«Dipende dai reati e dal tipo degli imputati».

E stato mai tentato di forzare le regole?
«No. Le ho sempre rispettate, e anche quando ero convinto che l' imputato fosse colpevole l' ho assolto se la prova era inutilizzabile, pensando che era un mascalzone che l' aveva fatta franca».

Un sistema che protegge l' impunità?
«In un sistema ben ordinato, un innocente non deve essere assolto, non deve neppure andare a giudizio perché per lui il processo è una tragedia. I filtri dovrebbero essere all' inizio».

Qual è la priorità?
«La depenalizzazione. Il problema della giustizia è il numero dei processi. O abbiamo il coraggio di dire che va drasticamente ridotto o non se ne uscirà mai. Nel penale basta intervenire con una massiccia depenalizzazione e introdurre meccanismi di deterrenza delle impugnazioni, quelli che ci sono, sono risibili».
di pietro colombo davigoDI PIETRO COLOMBO DAVIGO

La politica invece va su una strada diversa e introduce nuovi reati come l' omicidio stradale .
«Cose prive di senso. Per l' omicidio stradale la pena è talmente alta che tra un po' a qualcuno converrà dire che voleva ammazzare per rispondere di omicidio volontario».

Che ne dice dei suoi colleghi dell' Anm dell' Emilia Romagna dopo il comunicato sulla decisione del Tribunale del riesame?
«Non lo conosco, non posso sapere tutto».

È stata trovata la decisione di un collegio prima dell' udienza. L' Anm locale ha detto che poi altri giudici hanno confermato la decisione dei primi che si erano astenuti...
cern02 piercamillo davigo antonio di pietro gherardo colombo lapCERN02 PIERCAMILLO DAVIGO ANTONIO DI PIETRO GHERARDO COLOMBO LAP
«Bisogna distinguere l' ipocrisia dal malcostume. Un giudice diligente non potendo ricordare a memoria decine di processi al giorno, si appunta lo studio che fa. L' ho sempre fatto, ma non firmo gli appunti e non li metto nel fascicolo».

E allora, a cosa serve la discussione?
«Si può cambiare la decisione».

Lei lo fa?
«Quando un avvocato dice cose che non avevo notato, raro, o che mi convincono, cambio opinione perché solo gli imbecilli non lo fanno».

Fonte: qui