9 dicembre forconi: 11/18/18

domenica 18 novembre 2018

SALVINI: “LA SITUAZIONE NON E’ GRAVE. IN EUROPA NON FACCIO LA VOCE GROSSA, FACCIO IL PUNCHING BALL.”


“L’UE CI FARÀ FARE CIÒ È BENE PER L’ITALIA”

“I RAPPORTI CON DI MAIO? PER BERLUSCONI NON HO NIENTE DA CHIEDERE E SONO CONVINTO CHE TROVEREMO UN’INTESA SUI RIFIUTI 

TIM? L’IMPORTANTE E’ NON CEDERE PIU’ INFRASTRUTTURE STRATEGICHE A POTENZE STRANIERE”

SALVINI, UE CI FARÀ FARE CIÒ CHE È BENE PER L'ITALIA
SALVINI CON IL PUPAZZO DI DI MAIOSALVINI CON IL PUPAZZO DI DI MAIO
(ANSA) - Infrazione? "Quello che stiamo facendo lo stiamo facendo per gli italiani, quindi io sono convinto che l'Ue ci permetterà di fare quello che è un bene per gli italiani". Lo ha detto il vicepremier Matteo Salvini. Per Savona la situazione è grave? "No, non c'è niente di grave", ha detto a margine di Vivite .In Europa "io non faccio la voce grossa - ha concluso Salvini - faccio il punching ball, rivendico il diritto degli italiani ad andare in pensione, lavorare, curarsi e nessuno da Bruxelles mi convincerà che i soldi spesi per questo sono soldi spesi male".

SALVINI, NON HO NIENTE DA CHIEDERE PER BERLUSCONI 
(ANSA) - "Non ho niente da chiedere per Berlusconi": così il leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini ha replicato alle parole dell'altro vicepremier Luigi Di Maio che in un'intervista al Corriere della Sera ha detto che "finché Salvini non mi chiede nulla di Berlusconi andrà tutto bene" al Governo. Salvini lo ha detto a Milano rispondendo a una domanda dei giornalisti a Vivite.
SALVINI A NAPOLISALVINI A NAPOLI

RIFIUTI: SALVINI, OTTIMISTA SU INTESA CON DI MAIO
(ANSA) - "Nel contratto è vero che c'è il superamento, ma intanto siamo nel 2018 e sono sicuro che, come abbiamo fatto in questi mesi, con Luigi Di Maio troveremo un'intesa per il bene del Paese. Sono fiducioso e ottimista". Lo ha detto il leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini rispondendo sulla polemica sui termovalorizzatori.

TIM: SALVINI, PREFERISCO CI SIA CONTROLLO PUBBLICO
 (ANSA) - "Ci stiamo ragionando. L'importante è non cedere più infrastrutture strategiche per l'Italia a potenze o compratori stranieri". Così ha risposto il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini sull'ipotesi di un esproprio della rete Tim per arrivare a un player a controllo pubblico. Alla domanda se sia un bene un player unico delle rete a controllo pubblico, Salvini ha risposto: "A volte meglio pubblico, a volte meglio privato. Dove passano dati sensibili italiani, io preferisco che ci sia controllo pubblico".

Fonte: qui

DE BORTOLI CONTRO IL GOVERNO: “SFIDA L'UE CONVINTO DI AVERE IL VENTO DEL CONSENSO, PERSINO DELLA STORIA, A SUO FAVORE. IL POTERE STORDISCE GLI ULTIMI ARRIVATI, EMERSI DAL NULLA”


“SIAMO SULL'ORLO DEL PRECIPIZIO” 

“UNA PARTE CRESCENTE DELL'ITALIA CHE PRODUCE TEME DI PAGARE UN PREZZO PIÙ ALL'INCOMPETENZA E ALL'ARROGANZA DI QUALCHE MINISTRO CHE AL CALCOLO POLITICO DI LEADER SPREGIUDICATI. E NON SAREBBE MALE SE TRIA…”

Ferruccio De Bortoli per il “Corriere della Sera”
FERRUCCIO DE BORTOLIFERRUCCIO DE BORTOLI

Siamo sull'orlo del precipizio ma il governo non sembra avvertirne il pericolo reale. Sfida l'Unione Europea convinto di avere il vento del consenso, persino della storia, a suo favore. Scommette e forse si illude che un trionfo del voto sovranista alle prossime elezioni europee possa mutare i rapporti di forza nell'Unione. Il potere inebria, specie quando si hanno molti posti da spartire e non si è abituati a farlo. Stordisce poi gli ultimi arrivati, emersi dal nulla.

Una parte crescente dell' Italia che produce e lavora teme di pagare un prezzo sanguinoso, ingiusto. Di pagarlo più all' incompetenza e all'arroganza di qualche ministro che al calcolo politico sovranista o populista di leader spregiudicati. Ma questa consapevolezza del rischio, che mina già di fatto la solidità dei nostri risparmi, non è ancora pienamente percepita dall' opinione pubblica. Non si può vivere a lungo con uno spread oltre quota 300.
DE BORTOLI CONTRO CONTEDE BORTOLI CONTRO CONTE

Quello che dovrebbe preoccupare di più poi è il differenziale con la Spagna. Segnala tutta la nostra debolezza relativa. Come se fossimo già tornati al 2011. Si riflette poco sulla probabile crisi di alcuni istituti bancari che, ironia della sorte per l' attuale maggioranza, potrebbero essere ancora salvati con il denaro dei contribuenti. Se dovesse poi partire una procedura d' infrazione per violazione della regola del debito, non reggeremmo all' onda speculativa, specie se un' asta dei titoli pubblici andasse male e sorgessero problemi di liquidità.

JUNCKER ORA LEGALEJUNCKER ORA LEGALE




Andrebbe in frantumi anche l'alleanza gialloverde. Poi fare la campagna elettorale sulle macerie di cui si è responsabili sarebbe tutt' altro che semplice. L'Italia è oggi isolata in Europa. Respinta anche da quei governi, Austria e Ungheria ma non solo, che la Lega considera interlocutori naturali, alleati preziosi.

Il paradosso di questi giorni è che l'unico sottilissimo filo di trattativa con la Commissione europea è teso dai due personaggi più presi di mira dal verbo sovranista e populista: il presidente Jean-Claude Juncker e il commissario agli affari economici Pierre Moscovici. Solo attraverso un dialogo realista con loro, non necessariamente remissivo, si potrebbe arrivare a qualche forma di compromesso. Semmai ancora sia possibile.
luigi di maio giuseppe conte matteo salvini giovanni triaLUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI GIOVANNI TRIA

Il ruolo più delicato lo ricopre, su questo fronte, il ministro dell' Economia Giovanni Tria. Il suo arretrare da quella che appariva, anche a lui non solo all' Europa, una soglia insuperabile del deficit 2019, ovvero l' 1,6 per cento, ha indebolito al limite dell' irrimediabile la sua credibilità. Appare un prigioniero di Salvini e Di Maio, attestati nella difesa a oltranza di un ormai mitologico e irrealistico disavanzo del 2,4 per cento. Un ostaggio rassegnato. Lui, personaggio mite e misurato, si è dovuto convertire al linguaggio acrobatico della politica muscolare che può permettersi di dubitare persino delle leggi della fisica e della matematica.

il ministro giovanni tria (2)IL MINISTRO GIOVANNI TRIA


Costretto a rifugiarsi nell' inedita formula di «défaillance tecnica» per dire che Bruxelles non sa far di conto, inimicandosi così i suoi colleghi stranieri. Nonostante tutto, siamo convinti che Tria sia un economista capace, un tecnico di valore, ma soprattutto una persona seria e per bene.

Ed è dunque a lui che molti guardano aspettandosi un discorso di verità. Non un gesto di coraggio per sfogarsi e andarsene. No, sarebbe dannoso per il Paese. Ma un esame serio, giudizioso, e soprattutto pubblico, dei pericoli dell' avventurismo cieco, del costo pluriennale della violazione alle regole europee, questo sì. Lo dovrebbe sentire come un dovere morale. Ha l' autorevolezza e la competenza per spiegare, in modo semplice e comprensibile a tutti, il costo opportunità di alcune scelte politiche che un Paese fortemente indebitato non può fare a cuor leggero.

PAOLO SAVONAPAOLO SAVONA
Denunciare l' assalto dadaista in Parlamento per votare norme e normette alla legge di Bilancio. Sempre più costose. Sottolineare la contraddizione fra la voglia di un ritorno miracolistico dello Stato in economia e la promessa, del tutto fantasiosa aggiungiamo noi, di fare 18 miliardi di privatizzazioni. E non sarebbe male se il mite Tria trovasse anche il tempo di dire che i cosiddetti tecnici di area del governo, ogni volta che parlano sognando a occhi aperti l'uscita dall' euro, producono danni irreversibili. Rischierebbe il posto? Sì ma farebbe chiarezza e aiuterebbe il Paese.

RENZI DE BORTOLIRENZI DE BORTOLI


Nel settembre scorso, durante il workshop Ambrosetti a Cernobbio, il ministro disse di temere che il vantaggio di fare un po' di deficit in più sarebbe stato annullato dall' aumento del costo per gli interessi passivi sul debito. È quello che sta puntualmente accadendo. La Commissione europea ha chiesto, nei giorni scorsi, quali fossero i «fattori rilevanti» a giustificazione di una maggiore spesa pubblica.

I primi due riguardano il raffreddamento del ciclo internazionale, complicato peraltro anche dal caos sulla Brexit. Dunque, in un documento ufficiale, ammettiamo che il quadro macroeconomico sul quale è stata formulata la manovra è cambiato. In peggio.
Ciò renderebbe urgenti interventi, ma più sugli investimenti che sui sussidi. I dati negativi sulla crescita, la produzione, l'andamento degli ordinativi dovrebbero suscitare qualche saggio ripensamento sull' intero impianto della legge di Bilancio.

mauro de bortoliMAURO DE BORTOLI
Tria dice ai suoi collaboratori di non credere che il reddito di cittadinanza possa essere facilmente operativo nei prossimi mesi. Si spenderà meno del previsto. Peccato che i mercati non lo sappiano. Forse ci illudiamo. Ma avanti così il mite Tria rischia di passare alla storia per la sua pavidità. E non lo merita.

Fonte: qui

SAPETE QUAL E’ L’ANNO PIÙ DRAMMATICO DI TUTTA LA STORIA CONOSCIUTA? È IL 536 D.C. NELL’ALTO MEDIOEVO

GLI INVESTIGATORI MALTESI AFFERMANO DI AVER IDENTIFICATO "PIÙ DI DUE" MANDANTI NELL'OMICIDIO DELLA GIORNALISTA DAPHNE CARUANA GALIZIA, UCCISA A OTTOBRE 2017



FINORA ERANO STATI INCRIMINATI SOLTANTO TRE UOMINI ACCUSATI DI AVER MATERIALMENTE INNESCATO LA BOMBA…

(ANSA) - Gli investigatori maltesi affermano di aver identificato "più di due" mandanti nell'omicidio della giornalista Daphne Caruana Galizia nell'ottobre 2017. Lo riporta il Times of Malta. Finora erano stati incriminati soltanto tre uomini accusati di aver materialmente innescato la bomba. Le fonti non avrebbero dato alcuna indicazione su chi siano questi sospetti e se provengano dal mondo criminale, economico o politico. La famiglia Caruana Galizia, contattata dal quotidiano, non era stata informata dalla polizia su questi ultimi sviluppi.

l auto di daphne caruana galiziaL'AUTO DI DAPHNE CARUANA GALIZIA
Gli investigatori, sempre secondo il quotidiano maltese, sostengono di essere in costante contatto con Europol e che nelle ultime settimane il contatto si è intensificato in modo significativo man mano che la polizia si è avvicinata alla soluzione del caso. "Abbiamo una grande quantità di dati che richiedono analisi e partner come Europol hanno l'esperienza e l'esperienza necessarie per facilitare questo processo", sottolinea una fonte. Caruana Galizia era stata assassinata dall'esplosione di una bomba piazzata nella sua auto a pochi metri dalla sua casa. L'omicidio ha suscitato commozione a livello internazionale e richieste di un'indagine trasparente dalla comunità internazionale.

Fonte: qui

IL MISTERO DEI BAMBINI NATI SENZA MANI IN FRANCIA


SONO STATI REGISTRATI 25 CASI 

PER I VERDI, ALL'ORIGINE DELLE MALFORMAZIONI CI SONO I PESTICIDI, VISTO CHE TUTTE LE FAMIGLIE COINVOLTE VIVONO VICINO AI CAMPI DI MAIS E DI GIRASOLI 

MA PER ORA NESSUNA PROVA SCIENTIFICA PUÒ CONFERMARE QUESTA IPOTESI

Mauro Zanon per “Libero quotidiano”

BAMBINO SENZA BRACCIOBAMBINO SENZA BRACCIO
«È tardi. È imbarazzante constatare che bisogna aspettare così tanto tempo per questo genere d' inchieste. Le segnalazioni sulle gravi malformazioni dei bambini sono state fatte molto tempo fa. Con dei casi di questo tipo, la reazione delle autorità dovrebbe essere automatica e appropriata».

Élisabeth Ruffinengo, membro dell' Ong Women engage for a commun future (Wecf), non riesce a contenere la sua collera nei confronti dell' esecutivo francese, per il ritardo con cui ha reagito all' affaire che sta suscitando grande inquietudini in tutto il Paese: il mistero dei 25 bambini nati senza braccia, avambracci o mani tra il 2000 e il 2017. Il dossier è molto complesso e il panico generato dall' annuncio, fatto lo scorso 30 ottobre, di 11 nuovi casi di malformazioni degli arti superiori nel dipartimento dell' Ain, a est di Lione, non ha fatto altro che aumentare la confusione.

I PRIMI SETTE CASI
Andiamo dunque con ordine. Quest' estate, il Remera, il registro delle malformazioni congenite della regione Alvernia-Rodano-Alpi diretto dall' epidemiologa Emmanuel Amar, ha rivelato che diversi bambini, negli ultimi anni, sono nati privi di braccia, avambracci o mani: tutti originari del dipartimento dell' Ain, a est di Lione. Nel rapporto del Remera, datato 25 luglio, si parla di 7 nascite con «agenesia trasversale degli arti superiori» tra il 2009 e il 2014 in un raggio di 17 chilometri.

BAMBINO SENZA BRACCIOBAMBINO SENZA BRACCIO
A queste si aggiungono due altri gruppi di bambini nati con malformazioni agli arti superiori nella Loira-Atlantica (3 casi tra il 2007 e il 2008) e in Bretagna (4 casi tra il 2011 e il 2013). L' affaire è emerso mediaticamente soltanto il 15 settembre, grazie a un articolo del quotidiano Le Monde, seguito da un reportage televisivo di France 2, il primo canale della televisione pubblica francese. Ai giornalisti di France 2, una mamma, Mélanie Vitry, ha raccontato i suoi momenti di disperazione quando ha scoperto che suo figlio, appena nato, era senza la mano destra.

Come lui, nei pressi del comune di Druillat, nel dipartimento dell' Ain, sono stati altri sei i bambini nati con la stessa malformazione tra il 2009 e il 2014. Ma il 30 ottobre, un mese dopo l' uscita del reportage della trasmissione «L' il du 20 heures», la Sanità pubblica francese ha annunciato l' esistenza di 11 nuovi casi sospetti nel dipartimento dell' Ain, da aggiungere agli altri sette neonati con malformazioni identificati nella stessa zona rurale dal rapporto del Remera.

In totale, oggi, sono 25 i «bébé sans bras» in tutta la Francia. «C' è un insieme di indizi concordanti che ci dice che all' origine di queste malformazioni ci sono i pesticidi», ha attaccato l' eurodeputato dei Verdi francesi Yannick Jadot, aggiungendo che «tutte le famiglie coinvolte vivono vicino ai campi di mais e di girasoli».

BAMBINO SENZA BRACCIOBAMBINO SENZA BRACCIO
«La pista ambientale è da tenere in considerazione», ha dichiarato la ministra della Salute Agnès Buzyn, specificando che le madri potrebbero essere entrate in contatto con sostanze tossiche che avrebbero «mangiato» o «respirato» durante la gravidanza. «Voglio sapere quali sono le cause di queste malformazioni, tutta la Francia vuole saperlo», ha aggiunto la ministra. Tuttavia, nessuna prova scientifica, attualmente, può confermare la pista ambientale.

Le cause, come riportato dalla stampa francese, potrebbero essere anche genetiche, legate a vincoli fisici o ad alcuni farmaci (tra tutti, il Talidomide, il farmaco anti-nausea che aveva portato alla nascita di migliaia di bambini senza braccia tra il 1957 e il 1962). Lo scorso 31 ottobre, François Bourdillon, direttore dell' Agenzia nazionale della sanità pubblica francese (Ansp), ha annunciato che «è in corso» un' inchiesta a livello nazionale, precisando che i primi risultati verranno resi pubblici fra tre mesi.

«Abbiamo lanciato un' inchiesta su tutto il territorio, cominciando con il dipartimento dell' Ain. Finiremo il prossimo mese nella regione Alvernia-Rodano-Alpi e copriremo tutto il territorio», ha affermato Bourdillon. Le autorità francesi, dinanzi alle inquietudini crescenti delle famiglie, assicurano che «non c' è alcuna epidemia». Ma il mistero dei «bébé sans bras» resta fitto.

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LA 48ENNE MARISA CHARRERE, INFERMIERA VALDOSTANA, HA UCCISO I DUE FIGLI DI 7 E 9 ANNI CON UNA DOSE DI POTASSIO E POI E’ TOLTA LA VITA


“NON CE LA FACCIO PIU’” 

LA DONNA HA LASCIATO DUE LETTERE AL MARITO PER SPIEGARE LE RAGIONI DEL SUO GESTO: “NON SOPPORTO PIU’ QUESTA VITA PERCHE’…”
Nadia Muratore per “il Giornale”
«Non ce la faccio più». Sono le prime parole che Marisa Charrère, 48 anni, infermiera di Aymavilles, in Valle d' Aosta, ha scritto in una delle due lettere lasciate al marito, prima di uccidere i suoi due bambini con una iniezione letale, per poi suicidarsi subito dopo.
Secondo una prima ricostruzione degli inquirenti la donna, con una siringa, avrebbe iniettato ai figli Nissen di 7 anni e Vivien di 9 un cocktail di farmaci, portato a casa sua direttamente dall' ospedale, dove da anni lavorava nel reparto di cardiologia.

Saranno gli esami, disposti già per le prossime ore, a dire quale sia stata la sostanza che ha ucciso la mamma e i piccoli. Durante la perquisizione gli agenti hanno trovato nella abitazione numerose siringhe, ma nessuna sostanza particolare. La prima ipotesi avanza è quella di avvelenamento da potassio.

Marisa Charrère dopo aver ammazzato i due figli, come in un rituale di morte studiato nei minimi particolari, li ha adagiati su un divano letto in una stanza degli ospiti, al piano terra della loro abitazione e, dopo averli sistemati come se stessero dormendo, si è uccisa con un' altra iniezione. A trovare i tre corpi ormai privi di vita, è stato il marito di Marisa, Osvaldo Empereur, appena rientrato dal lavoro.

Quando ha aperto la porta di casa, ha visto la moglie, coricata per terra e dopo aver capito che per lei non c'era più nulla da fare, disperato e in preda ad un brutto presentimento, ha cercato i due bambini. La speranza di trovarli ancora in vita si è infranta davanti a quel divano letto, diventato un sacrario di morte. L'uomo, scioccato, è stato ricoverato in ospedale.

In un attimo l'agente del Corpo forestale della Valle d'Aosta, in servizio alla caserma di Arvier, ha tragicamente realizzato che tutta la sua famiglia era stata sterminata da un attimo di follia della moglie che, per spiegare il suo gesto, gli ha lasciato due lettere sul tavolo della cucina.

Con quelle poche righe, la donna, ha cercato di spiegare al marito, quel malessere che da tempo la tormentava e che l'ha portata a diventare l' assassina dei suoi figli, prima di togliersi la vita. Un atto dettato dalla disperazione, che ha travolto anche due piccole vittime innocenti.
LA CASA DI MARISA CHARRERELA CASA DI MARISA CHARRERE

La polizia ha accertato che a scrivere le lettere è stata proprio Marisa, confrontando la grafia con altri scritti presenti in casa. La vita dell' infermiera, è stata costellata di lutti e grandi dolori: era ancora una ragazzina quando in un incidente stradale ha perso il padre. E, nell' inverno del 2000 la stessa sorte era toccata al fratello Paolo, al quale era molto legata, morto mentre stava sgomberando la neve sulla strada regionale di Cogne.

La tragedia che si è consumata ad Aymavilles, dove la donna era conosciuta per essere una mamma amorevole e una infermiera molto prepara, ha sconvolto tutta la comunità.
«Stiamo parlando di una famiglia normale, che partecipava alla vita sociale del paese attraverso il volontariato - ha detto il sindaco Loredana Patey -. Lei aveva un carattere un po' chiuso ma nessuno poteva immaginare una cosa simile.

Siamo sgomenti. Marisa l' ho vista l' ultima volta sabato scorso, in occasione dell' arrivo del nuovo parroco e tutto sembrava a posto, lei era tranquilla come sempre».
«Adorava i suoi figli - hanno scritto i colleghi dell' infermiera - era una mamma attenta ai bisogni dei figli, rammaricata per averli avuti da grande ma questo era un motivo in più per accompagnarli sempre nelle loro attività scolastiche e sportive». Nel messaggio c' è anche il «dolore di non aver colto, nei suoi occhi, quella grandissima sofferenza che aveva nell' animo».

LE BORSE DELLA SPESA LASCIATE NELL' AUTO E LE DUE LETTERE: «BASTA SOFFERENZA»
Alessandro Fulloni per il “Corriere della Sera”

Sul tavolo del soggiorno due lettere dal contenuto quasi uguale. Scritte a mano, calligrafia curata, indirizzate al marito Osvaldo Empereur, 47 anni, sottufficiale del Corpo Forestale valdostano. Una frase è questa: «Non sopporto più questa vita». Poi altre parole tra cui «infelicità» e «sofferenza». Che «ora» riguarderebbero «sia me», «sia te».
MARISA CHARREREMARISA CHARRERE
Civico 13 di Clos Savin, un viottolo di settanta metri: ci sono la casa e subito accanto la pieve dove andava a pregare da sola al mattino. Più in là una pizzeria dove spesso ordinava la cena per la famiglia.

Scorreva in gran parte qui la vita di Marisa Charrère, 48 anni, l' infermiera professionale del reparto di cardiologia dell' ospedale Parini di Aosta che giovedì sera ha ucciso i due figli di 7 e 9 anni, Nissen e Vivien, iniettandogli una soluzione letale a base di potassio, lo stesso modo con cui poi si è tolta la vita lei. Vicini e amici descrivono una coppia in apparenza senza problemi, ma poi nei tre bar di Aymavilles, borgo di due mila abitanti a 4 chilometri da Aosta e a una quindicina in linea d' aria da Cogne, qualcuno sussurra di «liti», «scenate», «gelosia».

Lui esuberante, sportivo, appassionato di sci di fondo, animatore delle serate allo «Sci club Drink», il posto di ritrovo del paese. Lei assai più riservata, silenziosa, la vita segnata da due pesantissimi lutti: il padre, un operaio del soccorso stradale, morì quando Marisa era bambina, rotolando in una scarpata con un mezzo spazzaneve mentre infuriava una tormenta. E su quelle stesse strade di montagna morì anche il fratello di lei, nel novembre 2001, schiantandosi contro un Tir mentre era alla guida di un' utilitaria.

Un'infermiera scrupolosa nel lavoro, preparata e diligente, a detta dei colleghi in Cardiologia: «Adorava i figli, era attenta ai loro bisogni e presente». Semmai il rammarico era «di averli avuti da "grande" - aggiunge qualcuno in corsia - ma questo era un motivo per stare sempre con loro, accompagnandoli a scuola e a lezione di sci di fondo».
LA CASA DI MARISA CHARRERELA CASA DI MARISA CHARRERE
Davanti al cancello del civico 13 - la casa ha un giardino con scivoli e altalene - sostano giornalisti e telecamere.

Un uomo che vive al pianterreno, Simone Reitano, si affaccia dalla finestra dicendo solo di non sapere se Marisa fosse depressa: «Non li ho mai sentiti litigare». Sul vicino sagrato della chiesetta di Cristo Re, il sindaco Loredana Petey, in lacrime, parla di «uno strazio difficile da accettare. Questo non è solo un paese, è una grande famiglia dove tutti conoscono tutti».

Dall' altra parte del piazzale è parcheggiata la Suzuki Ignis usata tutti i giorni dall' infermiera. Dai finestrini, davanti al sedile lato passeggeri, si vedono diversi pacchi di carta igienica ancora avvolti nel cellophane; danno l' idea di essere stati acquistati da poco.
Nell' abitacolo, oltre a due palloni da calcio, ci sono anche tre o quattro buste della spesa piene per metà. In un cassettino sotto al volante è stata trovata la patente di Marisa. Almeno in apparenza, sembrava poggiata con cura e non dimenticata. Un investigatore della Mobile scuote la testa: «È andata a fare l' ultima spesa normalmente». Poi ha ucciso i due figli e si è tolta la vita.

Fonte: qui

IL GARANTE DELLA PRIVACY BOCCIA LA FATTURA ELETTRONICA CHE DEBUTTERA’ DAL PRIMO GENNAIO: CI SONO TROPPE FALLE, VA RIPENSATA “CON URGENZA”

COSA E’ CAMBIATO A SAN LORENZO DOPO LA MORTE DI DESIREE?


NULLA.

SALVINI AVEVA PROMESSO DI PORTARE SICUREZZA MA GIA’ ALTRI SBANDATI SONO STATI VISTI RIENTRARE NELLO STABILE IN CUI E’ STATA UCCISA LA RAGAZZA 

MA VA ANCHE PEGGIO: UNA 22ENNE E’ STATA ATTIRATA DA UN PUSHER TUNISINO IN UN LUOGO APPARTATO ED E’ STATA SALVATA IN TEMPO DAI CARABINIERI 

L’UOMO E’ STATO ARRESTATO PER LA 22ESIMA VOLTA! 

I RESIDENTI: "CI LANCIANO BOTTIGLIE DI VETRO QUANDO..."

«VUOI LA DROGA? VIENI CON ME» RAGAZZA SALVATA A SAN LORENZO

DESIREE MARIOTTINI - LO STABILE DI VIA DEI LUCANIDESIREE MARIOTTINI - LO STABILE DI VIA DEI LUCANI
«Seguimi che ci fumiamo qualcosa insieme». Un nuovo allarme droga e una ragazza salvata in tempo nel quartiere San Lorenzo dove, dopo la morte di Desirée Mariottini, nelle strade dello spaccio, negli angolo bui del quartiere, tutto è rimasto come prima. Stavolta per fortuna, è andata bene. Ad allertare i carabinieri la madre della ragazza, una studentessa fuorisede di 22 anni e di origini calabresi, che la notte scorsa non è più tornata a casa né rispondeva al cellulare.

DESIREE MARIOTTINI E LA MADREDESIREE MARIOTTINI E LA MADRE





La giovane in preda a una grande fragilità emotiva in seguito alla fine di una relazione sentimentale era uscita con un amico italiano ed aveva fatto perdere le tracce. La madre non riusciva a contattarla da ore. Così la donna - a Roma per starle vicino - è scesa in strada a cercarla disperata e ha fermato una pattuglia dei carabinieri a piazza dell'Immacolata.

I militari si sono diretti nei luoghi più isolati di San Lorenzo, in particolare in via del Verano dove sta la sede Ama e dove continuano a radunarsi spacciatori e coppiette. E qui hanno trovato la ragazza: un pusher infatti le aveva promesso droga, chiedendole di seguirlo in un luogo appartato, ma proprio mentre i due si allontanavano i carabinieri, li hanno bloccati.
DESIREE MARIOTTINI - LO STABILE DI VIA DEI LUCANIDESIREE MARIOTTINI - LO STABILE DI VIA DEI LUCANI

È accaduto nella notte di giovedì: i carabinieri hanno arrestato l'uomo, un tunisino, per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. Fondamentale la prontezza della mamma, un'italiana di 45 anni, che ha allertato i carabinieri della stazione di Roma San Lorenzo, impiegati nel servizio straordinario di controllo del quartiere, preoccupata perché non riusciva a contattare la figlia.

DESIREE MARIOTTINI - LO STABILE DI VIA DEI LUCANIDESIREE MARIOTTINI - LO STABILE DI VIA DEI LUCANI






Come raccontato dalla donna, la ragazza, attualmente in cura per problemi di fragilità mentale, poche ore prima era uscita di casa per trascorrere la serata a San Lorenzo con un suo amico italiano, ma da ore non dava più sue notizie. I carabinieri, sulla base della descrizione fornita dalla madre hanno rintracciato dopo pochi minuti la ragazza mentre su via Tiburtina all' altezza di piazzale del Verano, si stava allontanando in compagnia di un tunisino di 38 anni che, all' arrivo della pattuglia, ha tentato di disfarsi di cinque involucri contenenti complessivamente 10 grammi di marijuana.

DESIREE MARIOTTINI - LO STABILE DI VIA DEI LUCANIDESIREE MARIOTTINI - LO STABILE DI VIA DEI LUCANI
IL RECORD: 22 ARRESTI
La ragazza ha poi raccontato che l'uomo l'aveva avvicinata, promettendole droga ma chiedendole di seguirlo in un luogo più appartato. Il tunisino, con numerosi precedenti, è stato arrestato per la 22esima volta dai carabinieri di San Lorenzo e portato questa mattina presso le aule di piazzale Clodio per il rito direttissimo dove è stato convalidato l' arresto. L'uomo si trova a piede libero con il divieto di stare a Roma. All' interno della caserma dei carabinieri di San Lorenzo madre e figlia hanno potuto riabbracciarsi. Il dolore per la tragica sorte toccata a Desirée Mariottini, la giovane di Cisterna di Latina stuprata e lasciata morire in un casolare di San Lorenzo da un branco di spacciatori è ancora vivo e forse per questo la madre della giovane ha pensato subito al peggio allertando i carabinieri in piazza dell' Immacolata.

IL PRECEDENTE
Il 6 ottobre scorso sempre nei pressi del parcheggio del Verano un marocchino violentò una giovane inglese. Un abitante del quartiere si avvicinò mettendo in fuga il nordafricano che pochi minuti prima teneva bloccata la donna mentre ne abusava.
CHIMA ALINNOCHIMA ALINNO

DOPO L'ORRORE, TUTTO COME PRIMA «PIANO SICUREZZA ANCORA AL PALO»

«Scusi, qual è il palazzo dove hanno ucciso la ragazzina?», chiede un uomo in bicicletta all' angolo con largo Talamo. «Perché le interessa?». «Perché sono curioso e voglio guardare il posto che ho visto in tv». Ecco cosa succede in via dei Lucani a quasi un mese dalla morte di Desirée Mariottini: c'è chi a San Lorenzo ci arriva solo per scoprire dal vivo quel cancello dietro al quale si nasconde il palazzo dell' orrore. Mentre dalla lunga strada che da via dei Messapi arriva allo Scalo i residenti del quartiere si tengono alla larga e chi ci vive si barrica dentro casa chiedendo più sicurezza.

la morte di desiree mariottini via dei lucaniLA MORTE DI DESIREE MARIOTTINI VIA DEI LUCANI
È il caso di Francesca che abita in un loft in via dei Lucani a pochi metri dal civico 22 e racconta: «Regna una calma apparente, anche perché già qualcuno è entrato nuovamente nell' area dov'è morta la ragazzina». Di preciso almeno tre uomini sono stati visti la notte del 14 novembre intorno all' 1.20 forzare il cancello verde distante pochi metri dall' ingresso del palazzo dell' orrore.

la morte di desiree mariottini via dei lucaniLA MORTE DI DESIREE MARIOTTINI VIA DEI LUCANI







«Uno di loro racconta Angelo Pagano ha anche provato a lanciarmi contro una bottiglia quando hanno capito che li avevo visti». E ieri mattina alcuni agenti di polizia del commissariato San Lorenzo sono tornati sul posto per compiere un sopralluogo. L'esito? Nell' area sono stati trovati due uomini poi identificati in commissariato che non hanno impiegato molto a scavalcare quel malandato cancello verde. Anche a fronte di quest' ultimo episodio, che avviene nella medesima area abbandonata e confina con il palazzo posto sotto sequestro, il II Municipio continua a battere i pugni per chiedere maggiori controlli in tutto il quartiere.
la morte di desiree mariottini via dei lucaniLA MORTE DI DESIREE MARIOTTINI VIA DEI LUCANI

Del Modello Pigneto, invocato dall' amministrazione del mini-comune per replicare a San Lorenzo i presidi messi in campo in quello che un tempo era considerato tra i più noti fortini dello spaccio, «ancora non ci è stata data una risposta», spiega la presidente Francesca Del Bello. Eppure la richiesta al Campidoglio e alla Prefettura era stata avanzata a pochi giorni dalla morte di Desirée.
la morte di desiree mariottini via dei lucaniLA MORTE DI DESIREE MARIOTTINI VIA DEI LUCANI






«Ci vorrebbero almeno 50 agenti per le strade argomenta la Del Bello e pattuglie fisse, replicando lo stesso modello usato con successo al Pigneto». «Per ora noi con la polizia locale stiamo portando avanti i controlli sulle attività commerciali prosegue ancora la presidente del II Municipio in pochi giorni sono stati emessi più di 30 verbali ma riguardano solo illeciti amministrativi».

la morte di desiree mariottini via dei lucaniLA MORTE DI DESIREE MARIOTTINI VIA DEI LUCANI




Sullo spaccio di droga che pure continua di notte a piazza dei Campani, in piazza dell'Immacolata, nel parchetto dello Scalo di San Lorenzo è tutta un' altra partita. Nessun segnale infine sul fronte delle operazioni da mettere in campo per l' abbattimento o per il recupero del palazzo dell' orrore e dell' intera area abbandonata. «La sindaca aveva convocato per mercoledì scorso (8 novembre ndr) un incontro su via dei Lucani con la dirigente del dipartimento Urbanistica», conclude la Del Bello. La riunione è stata annullata quasi all' ultimo e per ora non è stata fissata una nuova data.

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