9 dicembre forconi: 07/25/18

mercoledì 25 luglio 2018

RIMBORSOPOLI PIEMONTE, COLPO DI SCENA - AL PROCESSO D’APPELLO TUTTI CONDANNATI

1 ANNO E 7 MESI PER L’EX PRESIDENTE DELLA REGIONE, ROBERTO COTA E 11 MESI ALL’ATTUALE CAPOGRUPPO DELLA LEGA ALLA CAMERA, RICCARDO MOLINARI 

LA SENTENZA HA RISCRITTO QUASI PER INTERO IL VERDETTO DI PRIMO GRADO, QUANDO NELL'OTTOBRE 2016 LE ASSOLUZIONI ERANO STATE 15 SU 25

Simona Lorenzetti per il “Corriere della Sera”

ROBERTO COTAROBERTO COTA
Tutti condannati: l'ex presidente della Regione Piemonte Roberto Cota (1 anno e 7 mesi), l'attuale capogruppo della Lega alla Camera dei Deputati Riccardo Molinari (11 mesi), i neoparlamentari Paolo Tiramani (Lega, 1 anno e 5 mesi) e Augusta Montaruli (Fratelli d'Italia, 1 anno e 7 mesi).

La sentenza del processo d'appello sulla Rimborsopoli piemontese ha riscritto quasi per intero il verdetto di primo grado, quando nell' ottobre 2016 le assoluzioni erano state 15 su 25. «Di questa sentenza non mi capacito - ha commentato Cota subito dopo la lettura del dispositivo -. Ero stato assolto dal Tribunale dopo due anni di dibattimento e non penso proprio che quei giudici abbiano sbagliato. Farò ricorso in Cassazione, perché sono innocente».
ROBERTO COTAROBERTO COTA

Il processo riguardava l'uso disinvolto dei fondi destinati al funzionamento dei gruppi consiliari nella legislatura 2010-2014, quando a guidare il Piemonte erano la Lega e il centrodestra. Cene, pranzi, spese di rappresentanza, trasferte, alberghi, Bed and Breakfast.

Ma anche acquisti singolari: giocattoli, tosaerba, bigiotteria, abiti e cravatte in negozi di abbigliamento prestigiosi come Olympic a Torino e Marinella a Napoli. Tra gli scontrini recuperati dalla Guardia di Finanza durante le indagini ce n'era uno che documentava anche l' acquisto di un libro erotico (che non fu mai contestato formalmente, ma che servì ai pm per far capire il tipo di acquisti).

Riccardo MolinariRICCARDO MOLINARI
In primo grado il Tribunale operò una distinzione certosina tra spese illecite e spese che potevano essere considerate non punibili. La Corte d' Appello, in base a quanto si ricava dal dispositivo, è stata di gran lunga più severa, arrivando non solo a condannare tutti gli imputati, ma in molti casi ad aumentare le pene.

All' ex governatore Cota la Procura generale contestava spese per 11.659 euro (di cui 7.788 per bar, ristorazioni e acquisti di generi alimentari), a Montaruli per 25.461 euro (19 mila per ristorazione e 4.800 per un corso sull' uso dei social network). Il capogruppo della Lega alla Camera, Molinari, è finito invece sotto processo per 1.158 euro (di cui 181 per cene e 620 per alberghi), mentre Tiramani è nei guai per 12.232 euro (di cui 8.470 per ristorazione e consumazione al bar).
cota annullato - by fotomontaggi politiciCOTA ANNULLATO - BY FOTOMONTAGGI POLITICI

La pena più alta (4 anni e 6 mesi) è stata decisa per Michele Giovine, all' epoca consigliere dei Pensionati per Cota e le cui irregolarità nella presentazione della lista elettorale, oltre a costargli una condanna definitiva, provocarono la fine della sua esperienza di governatore. In Procura è stato intanto aperto anche il filone che riguarda la legislatura precedente, con maggioranza di centrosinistra e guidata da Mercedes Bresso. Recapitati già una cinquantina di inviti a comparire. Sarà una lotta contro il tempo per evitare la prescrizione.

Fonte: qui

E' MORTO SERGIO MARCHIONNE. IL MANAGER, 66 ANNI, E' DECEDUTO ALL'OSPEDALE DI ZURIGO

Aldo Cazzullo per www.corriere.it
franzo grande stevens john elkann sergio marchionneFRANZO GRANDE STEVENS JOHN ELKANN SERGIO MARCHIONNE

Sergio Marchionne non ha salvato la Fiat come la conoscevamo, Fabbrica italiana automobili Torino. Ha preso atto della sua fine e l’ha trasformata in qualcosa di radicalmente diverso: una multinazionale con sede legale ad Amsterdam e fiscale a Londra, base in America e qualche stabilimento in Italia - oltre ovviamente al polo torinese di cultura industriale -, ora affidati a un manager britannico.
marchionne manuela battezzatoMARCHIONNE MANUELA BATTEZZATO



Questo atto di distruzione creativa, come diceva lui stesso citando l’amato Schumpeter, non si è limitato all’azienda. Legatissimo a un’Italia immaginaria e immaginata – lo scudetto tricolore, il padre carabiniere, l’Abruzzo delle origini -, Marchionne sentiva ed esprimeva un’estraneità al limite del disprezzo per l’Italia reale, com’era diventata durante la sua assenza.

SERGIO MARCHIONNESERGIO MARCHIONNE



Non stimava Berlusconi e non lo nascose neppure quando era l’uomo più potente d’Italia; rifilò alle principali banche un pacco mica male, mantenendo con Gabetti il controllo dell’azienda alla famiglia; uscì da Confindustria, che ai tempi di Agnelli era stata una dependance della Fiat. E trovò un segno per raccontare la propria alterità: il maglione scuro al posto della giacca e cravatta dell’establishment, concedendosi anche il vezzo – non per mancargli di rispetto da morto, ma per restituirne la fisicità da vivo – della forfora sulle spalle.
SERGIO MARCHIONNESERGIO MARCHIONNE

Eppure, nonostante la sua rivoluzione e la sua diversità, la forza del destino è tale che pure Marchionne si ritrova inscritto nella saga secolare degli Agnelli e della Fiat. Una simbiosi che dura da 120 anni – un’era siderale nel capitalismo moderno -, su cui talora la sorte è scesa come una mannaia: l’elica dell’idrovolante che colpisce alla nuca Edoardo Agnelli nel mare di Genova (14 luglio 1935); la fine crudele e prematura dell’erede designato, Giovanni Alberto Agnelli (13 dicembre 1997); il volo giù dal viadotto della Torino-Savona di Edoardo junior (15 novembre 2000); la morte improvvisa di Umberto Agnelli, che aveva atteso il potere per tutta la vita e l’aveva perso in poco più di un anno (27 maggio 2004).
SERGIO MARCHIONNESERGIO MARCHIONNE

Marchionne fa parte della stessa storia non solo per la fine inattesa e ingiusta, ma perché in oltre un secolo la Fiat ha avuto soltanto tre grandi manager: Vittorio Valletta, Cesare Romiti e lui. Così come ha avuto solo tre veri azionisti: Giovanni Agnelli, il Senatore; suo nipote Gianni Agnelli, l’Avvocato; e suo nipote John Elkann.

JOHN ELKANN - MONTEZEMOLO - SERGIO MARCHIONNEJOHN ELKANN - MONTEZEMOLO - SERGIO MARCHIONNE






Romiti venerava la memoria di Valletta. Si convinse che il Ragioniere “cit e gram”, piccolo e cattivo, gli avesse scritto una lettera dall’aldilà, tramite il sensitivo torinese Rol, piena di consigli per gestire l’azienda (“sono andato a controllare la grafia negli archivi Fiat, era proprio la sua!”). Marchionne e Romiti invece antipatizzarono fin da subito: Cesare gli fece arrivare i suoi consigli più prosaicamente attraverso un’intervista al Corriere, per dire che il sindacato si può battere – come Valletta aveva fatto nel ’55 e lui stesso nell’80 – ma non si può dividere. In ogni caso, nessuno dei tre era un ingegnere, un uomo “di prodotto”, alla Dante Giacosa o alla Vittorio Ghidella, che le macchine le creavano.
SERGIO MARCHIONNESERGIO MARCHIONNE

Romiti veniva dall’amministrazione, come Valletta, Marchionne dall’avvocatura; tutti però sono stati uomini di finanza. Ma mentre la Fiat vallettiana prestava i soldi alle banche, quella di Romiti fu legata a doppio filo a Cuccia. Il grande merito di Marchionne è stato restituire alla Fiat autonomia finanziaria.

Anche il suo tratto aveva poco in comune con l’establishment italiano. Diretto, sincero, immediato come chi pensa in inglese, era capace di empatia e di umanità. Duro con i dirigenti intermedi, da uomo del popolo aveva simpatia istintiva per la gente. Per lui la vita e il lavoro coincidevano: non a caso si innamorò della segretaria, come molti protagonisti del Novecento industriale: Vincenzo Lancia, Michele Ferrero, lo stesso Valletta.
SERGIO MARCHIONNESERGIO MARCHIONNE

In politica fu governativo, proprio come i predecessori, badando a non legarsi troppo a un leader o a un partito. Valletta scendeva a Roma in vagone letto ogni mercoledì sera, per andare a trovare Saragat, La Malfa, talora il Papa, sempre l’amante; poi il giovedì passava dall’Avvocato al Grand Hotel, respingeva l’invito a cena, cavava dalla borsa una mela e un temperino, si rifocillava e riprendeva il vagone letto, in tempo per timbrare a Mirafiori il cartellino numero 1 il venerdì mattina. Romiti si trovò a fronteggiare il Pci e la Cgil al massimo storico, e l’ebbe vinta.

SERGIO MARCHIONNESERGIO MARCHIONNE
Per Marchionne l’Italia è stata molto meno cruciale. Con Renzi si scontrò all’inizio, quando gli venne attribuita una frase che un uomo della sua intelligenza non avrebbe mai detto, “Firenze città piccola e povera” (povera la città di Giotto, Dante e Brunelleschi?). Poi fu amore, nel senso che Renzi si innamorò del suo stile brusco, lo considerò un complice della rottamazione, ignaro che quando i politici perdono il potere i manager guardano oltre. Marchionne l’ha fatto pure con Obama, quando ha riportato uno stabilimento in Michigan dal Messico come prova di apertura a Trump.
SERGIO MARCHIONNESERGIO MARCHIONNE

E comunque la sua energia era tale da consentirgli di seguire anche la Juve, la Ferrari, i giornali, tutto il grappolo di interessi e passioni che ha fatto della Fiat e degli Agnelli non solo il primo gruppo industriale, ma una sorta di dinastia regnante su un Paese diviso e insicuro di sé. Alla fine Marchionne non ha fondato una sua azienda, non si è preso un pezzo dell’impero, non è andato alla Silicon Valley, non è sceso in politica, non ha fatto nulla di ciò che si era detto sul suo conto: ha lavorato tantissimo, forse troppo, sin quasi a morirne. Riposto il pullover, tolti gli occhiali, ravviato il ciuffo sempre più rado degli ultimi mesi, resta la sua lezione. E per chi rimane si spalanca un’altra incognita, un altro cambiamento, un’altra possibilità. La storia italoamericana continua.

Fonte: qui

MARCHIONNE LO SAPEVA DA QUALCHE MESE. MA DEL CANCRO AI POLMONI L’AVEVA NASCOSTO A TUTTI. IL PRIMO A SAPERLO, INSIEME ALLA SUA COMPAGNA MANUELA, FU ALFREDO ALTAVILLA, PER 14 ANNI FIDATO BRACCIO DESTRO: “PENSO DI AVERE UNA COSA GRAVE”

MARCHIONNE HA POI RAGGIUNTO LA CLINICA DI ZURIGO. LA CHEMIOTERAPIA, PERÒ, NON ERA SUFFICIENTE PER UN SARCOMA, IL PIÙ AGGRESSIVO DEI TUMORI. L’OPERAZIONE HA AVUTO ESITO NEGATIVO PER UNA GRAVE COMPLICANZA: EMBOLIA CEREBRALE. TUTTO È PRECIPITATO: IL MANAGER NON RIUSCIVA PIÙ A RESPIRARE E NON SI È PIÙ SVEGLIATO DAL TAVOLO OPERATORIO. È STATO TENUTO IN VITA CON LE MACCHINE. GIOVEDÌ SCORSO, MARCHIONNE È ENTRATO IN COMA


Marchionne lo sapeva da qualche mese. Ma il cancro ai polmoni l’aveva nascosto a tutti. Il primo a saperlo, insieme alla sua compagna Manuela, fu Alfredo Altavilla, per 14 anni fidatissimo braccio destro, al suo fianco in tutte le avventure sui due lati dell’Atlantico (lo chiamava alle 2 di notte, “Ho un’idea, partiamo subito per Detroit, l’aereo è già pronto”).

marchionne altavillaMARCHIONNE ALTAVILLA
Chiamò Altavilla una settimana prima dell’ultima apparizione pubblica, quella del 26 giugno scorso quando consegnò al comando dell’Arma dei Carabinieri, in una cerimonia romana, la jeep FCA. “Penso di avere una cosa grave”, disse ad Altavilla, “Credo di sfangarla per un po’”. E aggiunse: “Vorrei che tu continuassi il mio lavoro…”

Marchionne ha poi raggiunto la clinica di Zurigo. La chemioterapia, però, non era sufficiente per un sarcoma, il più aggressivo dei tumori maligni. L’operazione al polmone aggredito dal cancro ha avuto esito negativo per una grave complicanza: embolia cerebrale. Tutto è precipitato: il manager non riusciva più a respirare, non si è più svegliato dal tavolo operatorio ed è stato tenuto in vita con le macchine. Giovedì scorso, è entrato in coma.

“SERGIO MARCHIONNE DA OLTRE UN ANNO VENIVA DA NOI PER CURARE UNA GRAVE MALATTIA” 

LO HA PRECISATO L'OSPEDALE UNIVERSITARIO DI ZURIGO DOVE L'EX AD DI FCA È STATO RICOVERATO: “NONOSTANTE IL RICORSO A TUTTI I TRATTAMENTI OFFERTI DALLA MEDICINA PIÙ ALL'AVANGUARDIA, IL SIGNOR MARCHIONNE È PURTROPPO VENUTO A MANCARE. SIAMO OGGETTO DI DIVERSE VOCI TENDENZIOSE DA PARTE DEI MEDIA RELATIVAMENTE ALLA SUA CURA MA…”

(ANSA) - Sergio Marchionne "da oltre un anno si recava a cadenza regolare presso il nostro ospedale per curare una grave malattia". Lo precisa l'Ospedale Universitario di Zurigo dove l'ex ad di Fca è stato ricoverato. "Nonostante il ricorso a tutti i trattamenti offerti dalla medicina più all'avanguardia, il signor Marchionne è purtroppo venuto a mancare", aggiunge esprimendo "il più accorato cordoglio" alla famiglia.
SERGIO MARCHIONNESERGIO MARCHIONNE

"La fiducia dei/delle pazienti nei confronti del ricorso alle migliori terapie possibili e nella discrezione - spiega - è cruciale per un ospedale. L'Ospedale Universitario di Zurigo (Usz) attribuisce enorme importanza al segreto professionale, e questo vale in egual misura per tutti i pazienti e le pazienti. Lo stato di salute è materia del/della paziente o dei relativi familiari. Per questo motivo fino a questo momento l'Usz non ha preso posizione in merito all'ospedalizzazione e al trattamento del signor Sergio Marchionne. Attualmente l'Usz è oggetto di diverse voci tendenziose da parte dei media relativamente alla sua cura". L'Ospedale spiega di avere diffuso il comunicato "per frenare il susseguirsi di ulteriori speculazioni". Fonte: qui

Ecb ed EU. Adesso inizia il gioco duro sui tassi di interesse. La pacchia è finita.

Siemiradzki Henryk. Le fiaccole di Nerone. 1876. National Museum Kraków.

Siemiradzki Henryk. Le fiaccole di Nerone. 1876. National Museum Kraków.



Il mondo si appresta a voltare pagina.

Con la fine dei Quantitative Easing (QE) e gli inizi di una ripresa economica negli Stati Uniti l’epoca dei tassi di interesse bassi e fianco negativi sembrerebbe essersi avviata alla fine.

Anche la Ecb, la banca centrale europea, ha annunziato il termine dei QE ed in un futuro prossimo molto vicino dovrà iniziare ad innalzare i tassi di interesse.

Sarà un fenomeno graduale, lento, senza grossolani scossoni, ma implacabile.

In linea generale, i mercati finanziari mondiali dovranno adattarsi ai nuovi eventi: con un decennale americano che rende il 2.9% il bund tedesco non può restare a lungo con una resa dello 0.38%. Fino a tanto che perdurava la pacchia che la banca centrale comprava titoli di stato il problema non sussisteva, ma con il termine degli easing questa pacchia è finita. Non a caso il decennale italiano si è da settimane riallineato ad una resa del 2.54%.

Un capitolo a parte sono gli Stati Uniti, che versano in situazione conflittuale. Se la Fed ha la necessità di innalzare i tassi di interesse per motivi di politica monetaria, dall’altra parte il Governo avrebbe bisogno di continuare a mantenere i tassi bassi. I tassi si ripercuotono sulla robustezza della valute: le manovre programmate dalla Fed tendono ad irrobusire il dollaro, mentre il Governo vorrebbe un dollaro debole per meglio veicolare le proprie politiche economiche.

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Trasformandosi da prestatrice ed acquirenti di ultima istanza, le banche centrali occidentali hanno condotto un’operazione spericolata, dettata dalla disperazione.

Ma se i sistemi economici hanno più o meno retto quella turbolenza innescata dalla crisi dei subprimes, il futuro presenta molti aspetti dubbi.

Se accedere al credito sarà più oneroso, l’impatto maggiore dovrebbe essere quello sui debiti delle pubbliche amministrazioni.

Negli anni passati molti economisti, anche di gran fama, avevano prospettato che l’incremento dei debiti pubblici fosse ininfluente sui sistemi economici. Nei fatti simili teorie erano rassicuranti per i debitori, ma non tenevano conto della puntigliosa volontà di rientro dei creditori. Ma i creditori o li paghi oppure li ammazzi, come spesso è successo nella storia.

2018-07-20__Tassi_Interesse_Usa_001

La pacchia è finita. Volenti o nolenti, con tanti turmoil, tanti alti e bassi, il problema del debito pubblico dovrà ben essere affrontato. Se non altro perché fino a tanto che gli stati necessitano di incrementare il debito, dipendono mani e piedi dalla disponibilità della gente di comprare i loro titoli. Potranno obbligare le banche e le imprese ad immobilizzare maggiori quantità di riserve in titoli di stato, sicuramente sì. Ma così facendo strangolerebbero il sistema economico.

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Ma gli acquirenti dei titoli di stato non si accontentano soltanto di interessi maggiori: esigono anche e soprattutto solidissime garanzie di rimborso.

Non è sicuramente un caso che i partiti politici ad ideologia liberal e socialista siano in via di estinzione, essendo i sostenitori del debito.

Né ci si illuda. A tassi di interesse in crescita corrisponde quasi invariabilmente un aumento del costo della vita. In parole poverissime e grossolane, quanto preso a prestito è impiegato per adeguarsi al costo della vita. Nulla di meno, nulla di più.

2018-07-20__Tassi_Interesse_Italia_003

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Tra le tante possibili, alcune considerazioni sorgono spontanee.

In primo luogo, le banche centrali hanno consesso agli stati un lungo periodo di tempo di tassi negativi per metterli in grado di fare le necessarie riforme strutturali, ossia di riorganizzare la spesa pubblica riducendola, ed anche drasticamente. Occasione che la classe politica degli ultimi dieci anni ha sperperato, e della quale dovrà ben rendere ragione se non altro alla storia, per non dire in un tribunale.

In secondo luogo, i governi dei prossimi anni dovranno districarsi a sopravvivere nel mare dei debiti. Ma non ci si imbrogli da soli con argomentazioni speciose: questi governi saranno sempre più schiavi dei voleri dei creditori. Poi racconteranno quella dell’uva al popolo, forse potranno anche ingannarlo per un po’ di tempo, ma la realtà non sarà certo cambiata dalle belle parole rassicuranti.

In terzo luogo, l’aumento dei tassi di interesse indurrà una malvagia spirale. Chiunque detenesse un capitale liquido sarà portato a valutare se questo è meglio collocato in termini di restituzione e di interessi nel comparto produttivo ovvero nel settore finanziario. In parole povere: conviene di più aprire una tabaccheria oppure investire in titoli? La risposta è virtualmente obbligata e la conseguenza è altrettanto severa: gli stati saranno obbligati a mettere la gente che lavora in grado di guadagnare, e bene. In altri termini, gli stati dovranno ridurre imposte e tasse, da cui conseguirà la necessità di tagliare tante spese pubbliche al momento reputate essere indispensabili.

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Lo ripetiamo solo per chiarezza: nessuno si faccia illusioni, ma proprio nessuna.


→ Bloomberg. 2018-07-20. Draghi Will Just About Lift ECB Interest Rate Before Leaving

– Economists expect deposit rate will rise by September 2019

– Governing Council to clarify policy guidance by March: Survey

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Mario Draghi will squeeze in one interest-rate increase before his term as European Central Bank president ends next year, according to a Bloomberg survey of economists.

Most respondents pushed back their expectations for a hike to September 2019, the month before Draghi is due to leave. The change is a response to policy makers’ guidance that rates will remain at record lows at least through the summer.

Barring a serious escalation of trade tensions or deterioration in the outlook, asset purchases are forecast to end this year, as announced, and economists don’t expect an update on the policy path until March.

The next Governing Council meeting on Thursday is likely to be a quiet affair, with Citigroup economists saying the ECB is on “auto-pilot for the foreseeable future.”

After policy makers took a leap toward unwinding unprecedented stimulus in June, Draghi reiterated his confidence in a sustained pick-up in inflation when addressing European lawmakers last week. He also emphasized that monetary support would remain substantial even after net bond buying stopped.

Interest Rates

Economists predict ECB will raise deposit rate before benchmark

Economists predict the ECB will raise its deposit rate to minus 0.2 percent from minus 0.4 percent by September next year. An increase in the main refinancing rate, currently at zero, is seen by December 2019, after Draghi retires from the central bank. The timing of those forecasts was changed from the second and the third quarter, respectively.

An intensifying global trade conflict poses the biggest risk for the euro-area economy, the survey shows. Piet Christiansen, senior economist at Danske Bank, says he’s watching confidence indicators carefully for any reaction to the spat between the U.S. and its partners.

Risks to Euro-Area Economy

Possibility of trade war perceived to be biggest threat to region’s outlook

While policy makers have singled out protectionism as a prominent source of uncertainty, they’ve also emphasized the strength of the domestic economy. Momentum in the euro area’s private sector has rebounded after a weak start to the year, and a surge in factory orders in the region’s largest economy bodes well for activity ahead.

Economists say the bar is high for the Governing Council to change its mind and continue bond purchases next year. Among potential reasons they see are:

– Deteriorating inflation outlook, with headline rate falling below 1%

– Escalation of tariff disputes into full-blown trade war

– Marked slowdown in economic growth and a slump in business sentiment

If all goes according to plan, respondents predict Draghi will provide more clarity about the exit path by March, including more specifics on the timing of the first interest-rate increase.

At the moment, “it’s hard to make a strong argument for higher rates,” said Merrion Capital’s Alan McQuaid. “We wouldn’t be surprised to see the Italian ending his eight-year term as president, on October 31, 2019, without having overseen a rate-increase. Even if there is to be a tightening cycle, it is likely to be fairly modest.”

Fonte: qui

A NAPOLI UNA TURISTA INGLESE DI 18 ANNI E’ STATA STUPRATA DUE VOLTE: PRIMA DA DUE RAGAZZI CHE L’HANNO TRASCINATA I MACCHINA E POI DA UN TERZO RAGAZZO CHE SI ERA OFFERTO DI DARLE UNA MANO, DOPO LA VIOLENZA

DURANTE L’INCIDENTE PROBATORIO I GIOVANI HANNO DICHIARATO CHE I RAPPORTI ERANO CONSENSUALI…

(ANSA) - Sarebbe stata violentata due volte la stessa sera: prima da due ragazzi a bordo dell'auto di uno dei due e poi, di nuovo, da un terzo ragazzo che ha raccolto la giovane dopo i primi abusi, offrendosi di accompagnarla: vittima una turista inglese di 18 anni, che ha denunciato l'accaduto alle forze dell'ordine. La vicenda sarebbe avvenuta a marzo, ma è emersa solo oggi nel tribunale di Napoli dove si è svolto l'incidente probatorio con la partecipazione della giovane britannica.

stupro 4STUPRO
La giovane inglese è arrivata in città accompagnata dal padre e da un diplomatico del Regno Unito. I presunti violentatori della giovane si sono dichiarati innocenti: hanno confermato di avere avuto rapporti con la turista ma sostenendo che fossero consenzienti. Sulla vicenda è in corso un'indagine della Procura di Napoli che contesta ai primi due il reato di violenza sessuale di gruppo e al terzo il reato di violenza sessuale.

Nenner Warns America: "Depression First, Then Hyperinflation, Buy Gold"

Renowned geopolitical and financial cycle expert Charles Nenner says don’t believe the Federal Reserve when it says it expects “the strong performance of the economy will continue.”
According to Nenner, it’s about to go the other way - down. Nenner explains,
Definitely, later this year, the interest rates are going lower, and it could be much lower. We did work on all kinds of economic indicators. Employment is not going to be as good anymore as they say.
Inflation is not going to be as strong as they expect. The commodity index is breaking down. Copper cycles are down. Crude oil cycles are down. Soon, everybody is going to wake up again and say hey, what’s going on? It is very interesting how Wall Street is approaching all the indicators...
If you do your homework, everything actually looks like the economy is weakening.”
How bad is this financial cycle going to get? Nenner is not afraid to use the “D” word. Nenner contends,
Still, the Fed talks like this could continue forever, and it’s the longest expansion. So, why do you think this time is going to be different? If you start with this low of GDP and interest rates and then you get to recession or depression, then you definitely get into at least disinflation.”
So, does Nenner see an actual depression coming soon? Nenner says,
“Yeah, I have been saying that for many years...
Yes, if you look at the... long term cycles. Yes, we are going to a hyperinflation, but first, we are going to have a deflation scare...
We have one more scare of deflation before we get into real big inflation problems. It is a matter of timing. So, it could be a couple of years away.”
On gold and silver, Nenner thinks they both rise in price, but not until after a bit more pain for holders of precious metals. Nenner says,
“Gold is going to enter a new bull market. The first cycle will bottom after the summer. $1,212 per ounce is our downside target. If it hangs around there and it’s after the summer, we will probably give it a buy signal. If that breaks, we will come up with a new low price target, but it definitely will enter a new bull market. Gold is in a bull market even though it came down from $1,900 per ounce...
It’s going to pick up anyway in a couple of months, but is it going to be from $1,212 or a lower price target?
So, would Nenner be a seller of gold? Nenner says, “No, not now . . . it’s going to top $2,500 per ounce . . . in about two years or so.”
Join Greg Hunter as he goes One-on-One with renowned financial and political cycle expert Charles Nenner.
(This report talks about the coming downturn in the economy, Donald Trump and gold starting a new bull market.)

There is always some free information in CharlesNenner.com. If you want to get regular analysis from Charles Nenner, you can subscribe for a free trial by clicking here.
Via Greg Hunter’s USAWatchdog.com